IMMIGRAZIONE11.18 08/07/2005Cpt necessari? In una
lettera al governatore della Puglia, Vendola, Sergio Briguglio risponde alle
dichiarazioni di Napolitano e rilancia una proposta di alternativa ai Cpt:
''Graduare le sanzioni sulla base delle infrazioni commesse''
Foto Massimo Sciacca Contrasto
ROMA - Sergio Briguglio, esperto di immigrazione in Italia,
risponde in una lettera pubblica a Nichi Vendola alle dichiarazioni rilasciate
da Napolitano in un intervista al Corriere della Sera. Smentisce il fatto che
senza cpt l'Italia non avrebbe potuto entrare nel sistema Schengen e rilancia
una proposta alternativa ai cpt: "Graduare le sanzioni sulla base della
gravit dell'infrazione commessa"
Dottor Briguglio, in cosa consiste la sua proposta di modifica
del Testo Unico in merito all'utilizzo dei cpt?
La finalit della detenzione degli stranieri nei cpt quella di
renderne possibile l'effettivo rimpatrio qualora questo non sia immediatamente
effettuabile, nella maggior parte dei casi perch lo straniero privo di
documenti di identit. Con le norme attuali lo straniero non ha nessun
interesse ad identificarsi, perch ormai ha perso ogni possibilit di
regolarizzarsi e i meccanismi di sanzione del divieto di reingresso tendono,
per un certo automatismo, ad essere massimi in ogni caso. Lei capisce che lo
straniero che sa di rischiare comunque un divieto di reingresso di 10 anni non
ha alcun interesse ad identificarsi e anzi fa della propria clandestinit il
suo ultimo paracadute. In questo modo, la distruzione o l'occultamento dei
documenti diventano la regola, l'allontanamento reso estremamente arduo e lo
Stato finisce per dover combattere una vera e propria guerra ai clandestini.
Il modo per ovviare a questo stato di cose molto semplice. Si
tratta di graduare le sanzioni sulla base della gravit dell'infrazione
commessa. Cos, lo straniero che sia trovato sul territorio in condizioni di
soggiorno illegale, ma che sia in grado di dimostrare la propria identit
(risultando facilmente allontanabile) dovrebbe essere gravato di un divieto di
reingresso puramente simbolico; meglio ancora: solo di un'ammenda. L'entit del
divieto dovrebbe crescere invece, ma sempre con gradualit, per lo straniero
che non risulti identificabile, per il recidivo, per quello che sia da
considerare socialmente pericoloso. L'espulsione dovrebbe inoltre avere
carattere discrezionale e poggiarsi su una valutazione di tipo soggettivo del
Questore sull'inserimento sociale dello straniero.
Non crede che dover valutare per ogni persona in posizione
irregolare la sua posizione soggettiva finirebbe per rallentare ulteriormente
le pratiche in un sistema, il nostro, gi di per s lentissimo?
No, non lo credo per due motivi. Il primo che se allo straniero
convenisse denunciare la propria identit, e per la quale fosse notificata
soltanto un'ammenda, sarebbero molte meno le persone da identificare e sulle
quali decidere in merito al divieto di reingresso sul territorio. Il secondo
che nell'ottica di una riforma del Testo Unico le persone presenti in modo
irregolare sul nostro territorio sarebbero una minoranza.
A che cosa si riferisce quando parla di riforma del Testo
Unico?
Parlo della necessit di cambiare il meccanismo che regola gli
ingressi sul territorio e che il vero nodo della questione. Inutile
criminalizzare gli irregolari se la Legge impedisce loro di regolarizzarsi. I
due ostacoli da superare sono le modalit di ingresso, oggi ottenere un
permesso di lavoro possibile solo su chiamata nominativa, e le quote.
Dobbiamo superare le quote e stabilire dei criteri attivi per stabilire i
requisiti per gli ingressi. Come possibilit residuale le Regioni potrebbero,
nella mia proposta, proporre al governo centrale le loro proposte. Le forze
politiche al governo che demagogicamente sparano a zero contro gli immigrati si
prendano la responsabilit politica, di fronte alle imprese dei propri
territori elettorali, di dire che non vogliono immigrati.
Ma le Regioni avrebbero il diritto costituzionale di stabilire
quote di ingresso sul territorio nazionale?
No, ma qua si tratterebbe di un parere che le Regioni darebbero
al Governo centrale. Dovrebbe poi essere introdotto un permesso di soggiorno
per motivo di ricerca lavoro, per coloro che sappiano dimostrare di mantenersi
per un certo periodo e di avere un alloggio.
Torniamo ai cpt. Non mi ha ancora detto se favorevole ad un
loro superamento oppure no.
Partiamo dal presupposto che dando allo straniero la possibilit
di un accesso legale e di una regolarizzazione diminuirebbe drasticamente il
fenomeno degli ingressi illegali e dell'over-staing, ovvero di chi permane sul
territorio dopo la scadenza di un visto d'ingresso regolare.
Nonostante tutto rimarrebbe comunque una piccola quota di ingressi illegali e di irregolari recidivi. Per queste persone resterebbe necessario l'utilizzo di strutture di detenzione in attesa dell'espulsione, come misura di sorveglianza per la pubblica sicurezza in quei casi, ripeto residuali, di recidiva. (Gabriele Del Grande)