INFORM - N. 98 - 9 maggio 2005

RIFUGIATI

Prima Conferenza Nazionale Asilo promossa dal Consiglio Italiano per i Rifugiati

Asilo: un diritto fondamentale che va garantito a chi è costretto a bussare alle nostre porte

ROMA - "Sono costretto a bussare alle vostre porte a chiedere asilo, a chiedere un posto sicuro". "Mi è rimasta solo la mia vita. Non posso tornare al mio paese". "Il mio sogno è di poter tornare al mio paese". Sfilano volti, si ascoltano voci provenienti da tutto il pianeta, nel filmato realizzato dal CIR-Consiglio Italiano per i Rifugiati (che ha tagliato il traguardo dei 15 anni di attività e ha finora assistito più di 50mila rifugiati da 70 paesi del mondo), proiettato nel corso della Prima Conferenza Nazionale sull’Asilo, svoltasi a Roma, sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio, del Comune e della Provincia di Roma. Un video breve ma intenso, che fa riflettere su un diritto fondamentale. E "vecchio come il mondo", come è stato ricordato da partecipanti ai lavori. Eppure non sempre garantito nella sua pienezza, rispettato...

Il nostro Paese ha vissuto il trauma, e il dramma, dell’emigrazione. E insieme ha conosciuto anche il dramma di chi era costretto ad espatriare per cause diverse da quelle legate strettamente al fenomeno migratorio. Senza voler andare troppo in là nei secoli (quando pure casi più o meno celebri di espatriati vi furono, e non furono davvero pochi), basti pensare al periodo del fascismo e ai tanti fuoriusciti politici, basti pensare alle leggi razziali e ai tanti ebrei italiani costretti a lasciare tutto, a ricominciare oltreoceano...

E’ la nostra stessa storia a ricordarci che il diritto di asilo è un dovere per il nostro Paese. Contemplato dalla nostra Costituzione, stesa dai padri della Repubblica. Eppure in Italia non esiste ancora una legge che dia attuazione al diritto d’asilo costituzionale. In questi anni non sono mancate proposte per una legge organica ma un provvedimento presentato nel ‘97dall’allora governo di centro sinistra, dopo essere stato approvato dalla Camera, decadde per scaduti termini di legislatura. Ora siamo allo scorcio dell’attuale legislatura con un testo unificato ma con dibattito interrotto....Ce la farà il Parlamento ad approvarla questa legge. E, soprattutto, c’è la volontà politica per approvarla?

Perché dal dibattito della Conferenza voluta dal CIR - che da quando è stato istituito si batte, come ha ricordato il direttore Christopher Hein, per una legge organica sull’asilo – il dubbio è emerso, e anche pesantemente. Accuse più o meno velate sono state rivolte alla maggioranza dell’attuale governo ma non sono mancate critiche anche nei riguardi dell’esecutivo della legislatura scorsa: ritardi imperdonabili...

L’asilo, come ha sottolineato Hein anche in dichiarazioni a margine della Conferenza, è "uno dei valori principali nella convivenza civile, anche a livello europeo e internazionale". Italia compresa, che deve assicurare questo diritto fondamentale. Questa la sfida del prossimo futuro, ha lasciato intendere Hein, esortando maggioranza ed opposizione di questa legislatura ed eventualmente della prossima ad un forte impegno per raggiungere il traguardo della tanto attesa legge. Intanto maggioranza ed opposizione attuali si sono confrontati in merito, non soltanto sui banchi parlamentari ma anche nel corso della Conferenza del CIR.

Diritto di asilo: una legge che non ha ancora visto la luce

Un garbato tête à tête c’è stato ad esempio tra Antonio Soda (Ds) - membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera - e Alessandro Forlani (Udc) - componente della Commissione Affari Esteri-Emigrazione del Senato - nell’ambito del gruppo di lavoro "Diritti e garanzie" coordinato da Hein. Riandando brevemente ai tempi passati, il senatore Forlani ha richiamato l’attenzione sugli scenari profondamente cambiati del nostro tempo. L’acuirsi delle differenze economiche, l’impressionante susseguirsi di guerre, il dilagare di epidemie, i genocidi sempre più numerosi ecc, hanno fatto diventare di massa – ha ricordato Forlani – il fenomeno dell’immigrazione e quello dei profughi e dei rifugiati. Fenomeni che esercitano pressioni fortissime sui paesi democratici dell’Europa e in particolare modo dell’Italia, vero e proprio "trampolino sul Mediterraneo" . Tutto ciò rende i vecchi ordinamenti "inadeguati" rispetto a fenomeni così dirompenti e davanti ai quali legislatori europei e italiani stanno dietro "con il fiato corto".

Per quanto riguarda l’Italia Forlani ha avvertito della importanza di non sovrapporre i due piani – immigrazione e richiedenti asilo – poiché " questo è il modo peggiore per tutelare esigenze diverse". E ha sottolineato di avere personalmente sempre ritenuto necessaria un’ampia normativa organica sul diritto di asilo poiché " l’attuale sistema fa acqua da tutte le parti". Una normativa organica che ancora però non ha visto la luce. Ma per l’esponente dell’Udc è stato comunque portato aventi dalla Camera un "lavoro valido" che ha visto "convergenze e collaborazione tra maggioranza e opposizione" . Un lavoro che "deve andare avanti", ha aggiunto Forlani sostenendo che "in questa legislatura ci sono le condizioni perché la legge venga approvata" ma avvertendo anche, al di là di questo, la tematica rifugiati-richiedenti asilo, data la sua complessità e vastità, dovrebbe essere coordinata a livello europeo. D’accordo sul fatto che non debbano sovrapposti i piani dell’immigrazione e dei rifugiati "fenomeni che si intrecciano ma che abbisognano di discipline diverse" sia a livello nazionale che a livello europeo è l’on. Soda. Che tuttavia ha espresso qualche perplessità sulla realizzazione, annunciata dal Vice presidente della Commissione Europea Franco Frattini, di un Centro europeo di eccellenza per la formazione di operatori dei vari Stati che porti alla creazione di esperti europei in materia di asilo (v. Inform n.97 del 6 maggio): ciò che preoccupa Soda è che strutture del genere possano assorbire risorse che invece potrebbero essere utilizzate diversamente in ambito rifugiati.

Se Forlani ha parlato di convergenze e collaborazione tra maggioranza e opposizione, Soda al contrario ha fatto capire che non è stato così. Le sue dimissioni da relatore del progetto parlano da sole. ‘Stuzzicato’ da Hein, Soda ha spiegato le cause del fallimento dell’accordo bipartisan. Raggiunto "faticosamente" un punto di mediazione con il governo, il testo fu votato in Commissione soltanto dall’opposizione - "il sottosegretario Mantovano ci disse di andare comunque avanti" - perché "dall’altra parte avevamo sempre le sedie vuote, la maggioranza non era mai fisicamente presente". Ma la maggioranza si fece però vedere e sentire in Aula: presentando 3000 emendamenti. Di qui, controemendamenti del relatore, anche perché alcune delle proposte di modifica della parte avversa "secondo me facevano tornare al medioevo". Emendamenti di Soda tutti respinti. Dimissioni del relatore...Soda, ricordato che "in una società che non si ritrovi in valori condivisi è una società destinata alla deriva morale" e precisato che lui personalmente una legge che non garantisca pienamente i diritti sull’asilo non la sottoscriverà mai, ha chiesto a Forlani di tentare di attivare la maggioranza su questa tematica, per arrivare entro questa legislatura all’approvazione di una legge condivisa, una legge che "se si vuole si può varare anche in un mese" . E il senatore dell’Udc ha raccolto l’invito: "si potrebbe istituire – ha detto - un momento di concertazione e non lasciare la risoluzione del problema alla successiva legislatura".

L’asilo è un diritto fondamentale

Ci sono stati altri intensi momenti di dibattito nel corso della Conferenza. Alla quale anche il Presidente Ciampi non ha mancato di far pervenire il suo saluto con un telegramma inviato agli organizzatori, come ha reso noto il Vice Presidente del CIR Luca Riccardi.

Tra gli intervenuti ai lavori, il deputato della Margherita Roberto Zaccaria. Zaccaria, che insegna Diritto Costituzionale all’Università di Firenze, ha fatto un’ampia panoramica giuridica europea e italiana, accusando poi la maggioranza di "non avere volontà" di arrivare all’approvazione in questa legislatura di una legge organica che "dovrebbe partire dalla consapevolezza delle particolarità del richiedente asilo" e non dovrebbe essere restrittiva in quanto ciò contrasterebbe "con lo spirito della nostra Costituzione".

Maria Rita Saulle, presidente dell’Association for the study of the World Refugee Problem e direttore del master in Tutela internazionale dei diritti umani all’Università La Sapienza di Roma, ha sottolineato l’importanza di integrare immigrati e rifugiati – "di cui l’Italia ha bisogno" – e ricordato come sin dagli anni ’80 lei abbia sostenuto – "e allora ero contestata da molti" - che "il diritto ad emigrare è un diritto fondamentale". Così come "lo è il diritto all’asilo". Diritti che affondano le radici in cause diverse. Ma che vanno tutelati entrambi, pur nella loro complessità.

Il senatore dei Ds Antonio Iovene, membro della Commissione straordinaria Diritti Umani, ha richiamato l’attenzione sulle "realtà drammatiche" rappresentate dai centri di permanenza temporanea, evidenziando che "tra le già pessime norme sull’immigrazione (all’interno delle quali sono contemplate anche quelle sull’asilo) e l’esercizio concreto della loro gestione vi è un ulteriore salto negativo".

Per Iovene inoltre, la legge Bossi Fini va abolita, modificando "radicalmente" la politica sull’immigrazione nel nostro Paese. Così come va affrontata in modo diverso la questione-asilo. E poi, c’è anche la questione del diritto di voto... Tutte problematiche che "dovranno diventare priorità politiche".

Lorenzo Trucco, presidente dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) ha fatto una disamina sulle procedure per i rifugiati, ponendo l’accento sul "paradosso" creatosi sulle normative: da una parte abbiamo "pacchetti di diritti fondamentali" (art. 10 della Costituzione italiana, Convenzione di Ginevra, art. 3 della Carta dei Diritti Umani...) e dall’altra "procedure applicative che sono all’opposto" e "che sembrano fatte in modo da dare scarsissima applicazione alle norme sui diritti". Accusa pesante, insieme a quella sui centri di permanenza temporanea per gli stranieri e sui centri di identificazione dei richiedenti asilo, luoghi che "privano di libertà la persona". Centri di permanenza che, come ha anche ricordato il Vice presidente CIR Riccardi, l’organizzazione Amnesty International ha citato come esempi "negativi". Centri ai quali ai media da due anni è negato l’accesso, come ha denunciato dalla platea un giornalista indipendente. Che senza mezzi termini li ha definiti delle Guantanamo nostrane. (Simonetta Pitari-Inform)


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