Due petizioni popolari:
per la ratifica della convenzione ONU
sui diritti dei migranti e delle loro famiglie
per la cittadinanza europea di residenza
14 marzo dalle ore
11.00 alle ore 14.00 ex Hotel Bologna Via Santa Chiara, 5 Roma
Comitato
promotore:
Abi Leila, Aidid Faria, Amelio Gianni, Bolini Raffaella, Bronzini Giuseppe, Camilleri Andrea, Cardenas Carolina, Cartocci Carlo, Casucci Giuseppe, Ciucci Oberdan, Danesh Kurosh, Di Biasi Enrico, Di Salvo Titti, Dupr Anne Marie, El Akkioui Moulay, Fammoni Fulvio, Faye Ali Baba, Ferrajoli Luigi, Frias Mercedes, Galieni Stefano, Ginzborg Paul, Gubbiotti Maurizio, Hein Christopher, Jijon Maria Rosa, Loy Guglielmo, Maltese Curzio, Maricos Ainom, Maselli Citto, Mbody Adam, Mecozzi Sandra, Menapace Lidia, Mendes Maria Jos, Miraglia Filippo, Mohamed Saady, Patta Gian Paolo, Pepino Livio, Pugliese Enrico, Qaddorah Jamal, Rivera Annamaria, Russo Franco, Scagliotti Luciano, Serventi Longhi Paolo, Soldini Pietro, Tabucchi Antonio, Trentin Bruno, Vallinoto Nicola, Vauro
Ż Con la iniziativa di lancio della campagna si
apre la raccolta delle adesioni
Ż La raccolta delle firme inizia ad aprile e si
chiude ad ottobre
Ż La campagna si collega ad una iniziativa
analoga in altri paesi europei con lĠobbiettivo di raccogliere un milione di
firme
Il secondo argomento riguarda il Principio della
cittadinanza civile di residenza europea da inserire nel Trattato
Costituzionale. Abbiamo espresso diversi giudizi pi o meno critici sul
Trattato Costituzionale Europeo firmato a Roma il 29 novembre 2004. Ma qui si tratta di promuovere un contenuto concreto di grande
rilevanza per la fisionomia della cittadinanza Europea e si tratta di
promuovere un percorso di costituzionalizzazione di questo principio con il
protagonismo propositivo del popolo dellĠEuropa attraverso la petizione popolare,
secondo le procedure dellĠarticolo 194-192 del T.C.E. e simulando lĠarticolo
47 della costituzione europea non ancora in vigore. Il Trattato Costituzionale definisce la Cittadinanza Europea come
sommatoria delle Nazionalit dei diversi Stati membri.
Questo criterio assolutamente riduttivo e discriminatorio non solo
esclude pi di 18 milioni di cittadini che risiedono stabilmente in Europa
con la nazionalit di paesi terzi, ma ancora la cittadinanza europea al
criterio angusto dei vecchi nazionalismi costruiti e logorati sul diritto di
sangue (Jus sanguinis). Noi proponiamo invece di estendere la cittadinanza europea a tutti coloro che vivono e risiedono nellĠUnione Europea, a partire quindi dal criterio della residenza, ovvero dellĠappartenenza civile ad una comunit. Comitato
promotore: Abi Leila, Aidid
Faria, Amelio Gianni, Bolini Raffaella, Bronzini Giuseppe, Camilleri Andrea,
Cardenas Carolina, Cartocci Carlo, Casucci Giuseppe, Ciucci Oberdan, Danesh
Kurosh, Di Biasi Enrico, Di Salvo Titti, Dupr Anne Marie, El Akkioui
Moulay, Fammoni Fulvio, Faye Ali
Baba, Ferrajoli Luigi, Frias Mercedes,
Galieni Stefano, Ginzborg Paul, Gubbiotti Maurizio, Hein Christopher,
Jijon Maria Rosa, Loy Guglielmo, Maltese Curzio, Maricos Ainom, Maselli
Citto, Mbody Adam, Mecozzi Sandra, Menapace Lidia, Mendes Maria Jos,
Miraglia Filippo, Mohamed Saady, Patta Gian Paolo, Pepino Livio, Pugliese
Enrico, Qaddorah Jamal, Rivera Annamaria, Russo Franco, Scagliotti Luciano,
Serventi Longhi Paolo, Soldini Pietro, Tabucchi Antonio, Trentin Bruno,
Vallinoto Nicola, Vauro Segreteria organizzativa: |
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DIRITTI SENZA CONFINI
DUE PETIZIONI POPOLARI per la ratifica della
convenzione ONU sui diritti dei migranti e delle loro famiglie per la cittadinanza
europea di residenza LĠimmigrazione, pi di ogni altro fenomeno della moderna
globalizzazione, mette alla prova stati e governi. Potremmo definirlo un
misuratore della qualit delle nostre democrazie, del modello di societ. Una politica aperta e inclusiva che parta da un patto di cittadinanza
basato sui diritti e le responsabilit, sar in grado di proiettarsi nel
futuro con maggiori risorse, energie e dinamismo. Politiche
difensive di chiusura delle frontiere invece condannerebbero alla staticit,
allĠinvecchiamento, allĠimpoverimento ed al declino. Oggi tra i governi europei prevale lĠatteggiamento difensivo con la
motivazione che occorre cogliere il sentire diffuso nellĠopinione pubblica di
angoscia e insicurezza. LĠImmigrazione diventa cos una sorta di Òscarico a terraÓ di
tensioni e malcontenti che in realt hanno origine da una incapacit di
governi europei di dare risposte credibili ai veri e grandi problemi che
riguardano il modello di sviluppo economico, il modello di stato sociale, le
politiche di distribuzione del reddito e di protezione e coesione sociale. Cosa si pu fare per cambiare questa logica perversa? Noi proponiamo
due temi che riguardano principi regolatori fondamentali, universali e su
questi proponiamo di dare la parola ai cittadini attraverso una campagna
popolare di raccolta di firme. Il primo argomento riguarda la ratifica della Convenzione ONU
sui diritti dei Lavoratori Migranti e dei membri delle loro famiglie adottata
dalla Assemblea delle Nazioni il
18/12/1990, entrata in vigore il 1^ luglio 2003 dopo che 20 Stati (oggi sono
28) hanno provveduto alla ratifica. Ma tra questi nessuno stato Europeo,
quindi nemmeno lĠItalia, che pure nel 1990 era stata fra i sostenitori della
Convenzione allĠAssemblea dellĠONU. Chiedere al Governo ed al Parlamento Italiano ed
agli altri paesi Europei la ratifica di questa convenzione particolarmente
importante perch si tratta di una Carta dei diritti che garantisce universalmente
uno standard di protezione minima a tutti i migranti compresi quelli irregolari, in una logica graduale che premia le politiche di
regolarizzazione ed inclusione. La ratifica di questa convenzione produrrebbe
un adeguamento di tutte le diverse legislazioni nazionali ad uno standard
comune. Sulla convenzione ONU assumiamo lĠappello del Comitato Italiano per i
Diritti dei Migranti. |
UN MILIONE DI FIRME PER UNA CITTADINANZA EUROPEA DI RESIDENZA La cittadinanza non deve essere strumento di esclusione. Le
donne e gli uomini che vivono e operano nella stessa comunit hanno il
diritto di farne parte a pieno titolo e di concorrere alla sua organizzazione.
Le dure lezioni della storia hanno dimostrato che i popoli non si
identificano in base alla razza, alla lingua o alla religione ma in base alle
speranze comuni, ai sacrifici condivisi, alle realizzazioni costruite
insieme. L'Europa
deve far proprio questo principio universalista e inclusivo e superare
lĠimpostazione secondo cui la cittadinanza europea riconosciuta solo a chi
cittadino di uno Stati membro, mentre restano esclusi dalla vita
democratica e dal pieno godimento dei diritti sociali i 18 milioni di
cittadini di Stati terzi che vivono in Europa. L'immigrazione il banco di prova per le nostre democrazie e per l'Europa nella quale vogliamo vivere. Costruire una cittadinanza fondata sulla residenza significa respingere l'idea che possano esistere doppi livelli di diritti; significa attribuire effettivit a quei principi di inviolabilit della dignit umana e di tutela della libert e della sicurezza che il Trattato costituzionale riconosce a tutte le persone. I migranti sono un soggetto costitutivo di un'Europa di pace, democratica e solidale, che deve considerarli propri cittadini. Per questo in tutti gli Stati dellĠUnione in corso una raccolta di firme a sostegno della petizione per una nuova definizione di cittadinanza da introdurre anche nel Trattato Costituzionale . Çé cittadino dellĠUnione chiunque abbia la residenza
nel territorio di uno Stato membro o abbia la nazionalit di uno Stato
membroÈ |
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APPELLO PER LA RATIFICA
DELLA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DEI LAVORATORI MIGRANTI E DELLE LORO
FAMIGLIE
Il 18 dicembre 1990, lĠAssemblea Generale delle Nazioni Unite adottava la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, entrata in vigore il 1Ħ luglio 2003.
La Convenzione non stata ratificata da nessuno dei paesi di arrivo dei migranti, in particolare da nessun paese europeo compresa lĠ Italia. I migranti, indipendentemente dal loro status giuridico, e quindi anche gli irregolari, hanno diritto alla protezione dei loro diritti umani fondamentali attraverso uno strumento internazionale forte ed efficace come questa Convenzione
Per queste
ragioni chiediamo:
1. al Governo italiano di avviare il prima possibile le procedure per la firma e ratifica della Convenzione. 2. ai parlamentari di portare allĠattenzione del Parlamento italiano la ratifica della Convenzione. 3. al Presidente del Consiglio dellĠUE e al Presidente della Commissione Europea di sostenere in sede europea e presso gli altri Stati membri la Convenzione. |