Osservazioni sul Libro Verde Approccio della UE alla gestione della migrazione economica (cgil, cisl e uil)
Sulla
base di quanto gia proposto dagli autori del green paper, la Ces ha chiesto
ai sindacati affiliati di esprimere un giudizio di merito sul tema della
gestione europea delle migrazioni. In Italia, Cgil, Cisl e Uil hanno scelto
di dare un giudizio unitario, essendo sostanzialmente coincidenti analisi e
giudizi su detto documento.
Dividiamo
questo contributo in tre parti: a) valutazioni positive: b) giudizi critici: c)
proposte
a)
Valutazioni positive
Consideriamo
positivo che si affronti questo tema in sede comunitaria e si valuti la
necessita di un quadro di norme generali, malgrado il Trattato costituzionale
riservi in sede nazionale il diritto di decidere in tema migratorio.
E
senzaltro positivo che si utilizzi il metodo della consultazione delle parti
sociali;
Coincidiamo
con lanalisi di fondo che anima il documento; e cioe che la tendenza
demografica dellEuropa prevede un forte declino nei prossimi venti anni, solo
il parte compensato dai flussi migratori. E pertanto vitale una politica di
gestione positiva dei flussi e di integrazione vera dei migranti, pena il
declino economico e politico del Vecchio Continente.
b)
giudizi
critici
Innanzitutto
ci sono dei limiti a monte che riguardano il Trattato Costituzionale: lassenza
del principio della cittadinanza civile di residenza che penalizza gli
immigrati e la titolarit legislativa su questa materia che rimane saldamente
nelle mani degli stati nazionali.Su questultimo aspetto, lo stesso libro verde
rileva che visto il trattato Schengen la scelta di un Paese e destinata ad
avere influenza sugli altri. A maggior ragione non ha senso un monopolio
nazionale su questi temi.
Forse
per la scelta di aprire unampia consultazione, il Libro Verde appare
eccessivamente vago nei suggerimenti offerti e burocratico negli strumenti
proposti che finiscono per complicare una materia gia difficile alla base. CՏ
da auspicare che ci sia motivato da una grande apertura verso i suggerimenti
che arriveranno nel corso dellaudizione, e che non sia invece dovuto ad un
eccesso di prudenza con lobiettivo di tenere un profilo basso e minimale della
proposta della Commissione.
Lapproccio
comunque eccessivamente economicistico ed utilitaristico e continua a vedere
il tema dei migranti come strettamente connesso alle necessita del mercato del
lavoro, perdendo loccasione di una prospettiva piu grande e soprattutto di
una maggiore umanita nel trattare un tema cosi tragico per milioni di esseri
umani..
Alcuni
principi assunti, anche se in forma dubitativa rispetto alle procedure di
applicazione sono a nostro avviso sbagliati.
In
particolare il principio della preferenza interna o della prova della necessita
economica, e cioe il dover cercare prima tra i lavoratori del proprio
Paese, poi nellarea UE ed infine tra i Paesi con cui ci sono specifici
accordi, prima di assumere un lavoratore di un Paese Terzo, da una parte rende
il meccanismo estremamente complesso e costoso, ma e anche un esempio di
discriminazione istituzionale. La
prova di necessit economica sarebbe ancor pi aberrante se dovesse
essere ripetuta in fase di rinnovo del permesso e di mobilit verso un altro
lavoro. Anche la proposta di un permesso combinato di lavoro e di soggiorno
rischia di complicare le funzioni delle sedi diplomatiche estere e di
consegnare nelle mani del datore di lavoro un arma di ricatto inaccettabile,
come accade nella tragica esperienza italiana della Bossi-Fini.
Non
va sottaciuta lincredibile proposta di sottoporre le procedure di ammissione
per il lavoro autonomo a tre prove di Sisifo: la produzione di un piano
dimpresa, la garanzia di mezzi finanziari, e la prova dellimpatto positivo
sulloccupazione del Paese di arrivo del migrante. Se si fosse applicato questo
principio in Italia, oggi non avremmo 130 mila imprese gestite dal stranieri
con migliaia di posti di lavoro prodotti anche per gli italiani.
c)
Proposte
1.
Per avere un approccio equilibrato al tema delle migrazioni per
motivo di lavoro per motivo di
lavoro, lEuropa dovrebbe assumere limpegno a ratificare ed a far ratificare
dai singoli Stati, la Convenzione ONU del 18/12/1990 sui diritti dei lavoratori
migranti e dei membri delle loro famiglie.
2.
Occorre eliminare tutte le
forme di discriminazione nel mercato del lavoro con norme che
stabiliscono pari opportunit e controllo sulla gestione della forza lavoro
tali da evitare concorrenza sleale e dumping sociali; quindi bandire
preferenze, e forme di segregazione.
3.
Anche in questo contesto occorre rilevare quanto possa essere
sbagliata e dannosa la Direttiva Bolkestein che in caso di impresa straniera
di servizio che operi in uno Stato europeo - contiene la clausola capestro di
far applicare in quellimpresa le norme di riferimento del paese dorigine, per
quanto riguarda i diritti dei dipendenti
con distacco ecc.Per Cgil, Cisl e Uil , quindi, ne va chiesto il
ritiro.
4.
Per rendere piu semplice e gestibile le migrazioni, per noi
larchitrave delle proposte europee sull ingresso dei migranti per motivi
economici e di lavoro deve essere il principio del permesso dingresso e di soggiorno per ricerca di
occupazione. Questo principio riconosce limmigrato come persona, come
soggetto attivo nel mercato del lavoro (non solo merce e braccia sotto il
dominio del datore di lavoro). Questo, inoltre, consentirebbe di dare un colpo
mortale alla immigrazione clandestina ed al traffico speculatorio e criminale
imponendosi come via legale per limmigrazione con un effetto a catena di emersione e civilizzazione del
rapporto fra immigrati e societ daccoglienza.
5.
Per quanto riguarda il rapporto con i paesi dorigine dei flussi
migratori sono interessanti le considerazioni del Libro Verde sulla
cooperazione e gli accordi bilaterali soprattutto su
informazione-formazione-incentivi al rientro-facilitazione sulle rimesse ma
occorre inserire il tema della previdenza (totalizzazione contributiva ecc..)