INFORM - N. 64 - 21 marzo 2005

MIGRAZIONI

Al CNEL un seminario sul "Libro Verde" della Commissione Europea per la migrazione economica

Riuniti intorno ad un tavolo i rappresentati dei Ministeri interessati e delle principali forze sindacali e sociali

ROMA - Fino a che punto andrà sviluppata una comune politica europea per le migrazioni della forza lavoro da Paesi terzi? L'attuale diritto di precedenza per l'assunzione dei lavoratori comunitari su quelli immigrati va modificato? L'ammissione di cittadini stranieri nel mercato del lavoro dell'U.E va subordinata alla effettiva presenza di un posto di lavoro vacante? Andrebbe prevista la possibilità di concedere un permesso di soggiorno agli immigrati in cerca di occupazione? Quali misure di accompagnamento andrebbero previste per agevolare l'integrazione degli stranieri? Sono queste le domande salienti contenute nel "Libro Verde" che è stato realizzato dalla Direzione Generale Giustizia Libertà e Sicurezza della Commissione Europea per avviare un dialogo trasnazionale sulle procedure di ammissione dei lavoratori immigrati nell'Unione. La pubblicazione, al fine di ricevere concreti spunti da inserire in uno specifico programma politico che la Commissione presenterà entro la fine del 2005, è stata infatti distribuita nel gennaio di quest'anno alle amministrazioni statali ed alle forze sociali che si occupano di emigrazione nei vari Paesi europei.

Per fare il punto delle varie posizioni maturate in questi mesi nell'ambito del nostro Paese l'ONC, Organismo nazionale di coordinamento del CNEL per le politiche di integrazione sociale degli stranieri, ha realizzato uno specifico seminario che ha riunito intorno ad un tavolo sia i rappresentanti dei Ministeri interessati, sia gli esponenti delle forze sindacali e sociali che operano al fianco degli immigrati. L'incontro si è aperto con l'intervento del Presidente dell'ONC Giorgio Alessandrini che, dopo aver ricordato le difficoltà incontrate dalla Commissione nel primo tentativo di definizione di una condivisa bozza di legge sui lavoratori immigrati, ha sottolineato come a tutt'oggi sia ormai necessaria una fattiva armonizzazione delle decisioni prese su questa materia dai vari Paesi europei. Se da una parte Alessandrini condivide l'ampia e positiva consultazione avviata dalla Commissione con il "Libro Verde", dall'altra egli evidenzia la mancanza nella pubblicazione, che appare concentrata sugli aspetti economici e prettamente "mercantili" della realtà migratoria, di riferimenti alle problematiche dell'accoglienza e alle grandi opportunità di globalizzazione culturali connesse all'immigrazione.

Dal Direttore Generale per l'Immigrazione del Ministero del Lavoro, Giuseppe Maurizio Silveri, è stata invece posta in evidenza l'esigenza di snellire ed accelerare, anche al fine di rendere più agevole il processo di integrazione, le procedure d'ingresso degli immigrati nei Paesi d'accoglienza. Silveri ha inoltre auspicato l'inserimento, fra i minimi comuni denominatori della futura legge europea, della conoscenza di base della lingua del Paese dove intende vivere e lavorare. Un requisito essenziale che potrebbe essere fatto proprio dallo straniero attraverso specifici corsi formativi. Iniziative didattiche che completerebbero i corsi di formazione per i futuri immigrati organizzati in via preventiva all'estero. Silveri ha infine sottolineato la necessità di accompagnare l'armonizzazione delle regole europee con attive politiche del lavoro.

Dopo l'intervento del responsabile per l'immigrazione della CGIL Pietro Soldini, che si è lamentato per il basso profilo delle proposte contenute nel "Libro Verde" ed ha sottolineato la necessità di combattere il persistente problema degli ingressi illegali attraverso l'introduzione di uno specifico permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, il dirigente della Confindustria Marchetti ha ribadito la validità del nuovo metodo - in pratica un approccio basato sull'aperto dialogo con le istituzioni e le parti sociali - adottato dalla Commissione Europea, ed ha evidenziato come in questo contesto assumano particolare rilevanza le disposizioni volte ad incentivare la mobilità dei lavoratori immigrati fra i vari Paesi dell'Unione. Marchetti ha inoltre espresso perplessità sull'applicazione della disposizione europea, denominata "preferenza comunitaria", che subordina l'assunzione degli immigrati alla mancanza di lavoratori del Paese d'accoglienza. Una direttiva che, se fosse applicata con estrema rigidità, finirebbe per legare le mani all'imprenditore per quanto riguarda la scelta e la presa in carico dei lavoratori.

Del rischio concreto di un estensione del principio di "preferenza comunitaria" ha parlato anche Renato Franceschelli, dirigente del Ministero dell’Interno, che ha inoltre posto in evidenza come la nuova normativa europea per i lavoratori immigrati - un dispositivo ancora in via di realizzazione per alcuni versi ancora troppo vicino alla bozza precedentemente realizzata ed abbandonata - finirà per esplicitare solo principi di massima privi di dettagli procedurali. Ha poi annunciato l'avvio, da parte del Viminale, di un'attenta riflessione sulla necessità di introdurre per alcune categorie, come le badanti straniere e i lavoratori immigrati altamente qualificati, innovativi metodi di ingresso per la ricerca di lavoro. Franceschelli ha infine ricordato che il processo di integrazione dell'immigrato non può essere normato, ma solo accompagnato dalla legge.

Don Giancarlo Perego, responsabile per l'area nazionale della Caritas Italiana, ha poi ricordato come a tutt'oggi sia importante anche capire, oltre alle procedure di ingresso degli immigrati, chi siano questi stranieri che giungono in Europa e che rappresentano una grande risorsa. Dopo aver auspicato l'introduzione di specifiche facilitazioni fiscali per le rimesse degli stranieri ed il ripristino della figura dello "sponsor", Don Perego si è soffermato sulla necessità di coniugare immigrazione e sviluppo e di adottare una politica delle quote meno restrittiva. Per l'esponente della Caritas Italiana appare comunque opportuna l'introduzione di un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, la ratifica da parte dell'Italia della Convenzione ONU sui diritti dei lavoratori migranti e un pieno rispetto del diritto alla salute dell'immigrato. Don Perego ha infine chiesto una maggiore apertura sia per quanto concerne l'attribuzione del diritto di voto amministrativo agli stranieri, sia per quanto riguarda lo snellimento dei requisiti e delle procedure per l'acquisizione della cittadinanza.

Fra gli altri interventi, oltre a quello di Filippo Miraglia dell'ARCI che ha chiesto l'adozione di politiche di ingresso meno rigide capaci di togliere spazio all'irregolarità, la riflessione del Consigliere Alfredo Maria Durante Mangoni della Direzione generale del Mae per l'Integrazione europea che ha evidenziato come ancora oggi l'immigrazione rappresenti, in attesa dell'entrata in vigore la Costituzione Europea che porterà all'introduzione di maggioranze qualificate, una materia ad alto rischio che può essere riformata solo con un voto all'unanimità. Durante Mangoni ha poi sottolineato lo sforzo congiunto compiuto dei Ministeri degli Esteri, dell’Interno e del Lavoro per la definizione di una risposta articolata e comune ai quesiti posti dal "Libro Verde". (Goffredo Morgia-Inform)

 

 


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