CONFEDERAZIONE

GE                                                                                          GENERALE

IANA                                                                                     ITALIANA

                                                                                              DEL LAVORO

 

 

Roma, 08 luglio 2005

 

 

Adesione CGIL al forum di Bari – Mare Aperto

 

Il Forum che si terrà a Bari l’11 luglio 05 promosso da 14 Regioni, per affrontare il tema di Politiche alternative a quelle del Governo, sulla Immigrazione a partire da problema dei CPTA, rappresenta  per la CGIL un appuntamento importante, da salutare positivamente e da sostenere, perché avvia un tavolo di confronto istituzionale ed aperto alle parti sociali da consolidare e formalizzare, negato dal Governo ormai da anni, sulle politiche migratorie e sulla legge Bossi-Fini.

 

La posizione della CGIL definita nella Conferenza Nazionale sull’ Immigrazione il 17-18 maggio scorso offre in generale proposte per voltare pagina rispetto alle politiche migratorie .

La CGIL considera la presenza dei migranti nel nostro paese un arricchimento culturale e umano della nostra società.

Circa tre milioni di cittadini stranieri risiedono nel nostro paese, mentre  molte centinaia di migliaia sono irregolari, senza o in attesa di permesso di soggiorno.

Donne e uomini usati per alimentare il vasto fenomeno del lavoro sommerso in una condizione di ricatto da parte di chi usa  per  propri interessi quel lavoro e non viene per questo opportunamente perseguito.

L’immigrazione non può essere trattata come problema di ordine pubblico, con legislazioni xenofobe ed emergenziali, contrarie alle norme sui diritti fondamentali e indisponibili delle persone.

Per ribaltare questa filosofia occorre una nuova  legge quadro sull’immigrazione, cancellando le norme esistenti e occorre una legge sul diritto di asilo

 

Se si ridisegna tutto il percorso dell’immigrazione riducendo l’area della irregolarità, è possibile un’alternativa concreta all’Istituto del CPTA, anche perché nel nostro ordinamento è previsto il cosiddetto “trattenimento amministrativo” di 4 giorni (comma 3, art. 13 della Costituzione), per consentire l’identificazione e l’espulsione per i casi residuali in cui sarà necessaria.

 

Per questo, superare il problema grave oggi rappresentato dai centri e la loro chiusura, non rappresenta un salto nel vuoto. Il flusso d’immigrati irregolari non si combatte con proibizionismo, detenzione ed espulsione, ma con regole che consentono la via legale per gli ingressi con l’istituzione di un permesso di soggiorno per ricerca occupazione e politiche di regolarizzazione attraverso anche il diritto per gli immigrati impiegati nel lavoro sommerso di denuncia della propria condizione di lavoro con il riconoscimento di un permesso di soggiorno temporaneo. Per chi delinque c’è il codice penale, il sistema giudiziario e carcerario uguale per tutti.

 

Al posto dei CPTA proponiamo di strutturare una rete di Centri di accoglienza, qualificati sotto la giurisdizione degli Enti Locali come luoghi d’informazione, formazione, assistenza psico-socio-sanitaria, mediazione culturale e tutela legale, con personale civile specializzato; luoghi aperti, di vita sociale, inseriti nella rete vasta di servizi all’immigrazione pubblici e convenzionati, collegati ad un circuito di residenze-Ostelli che potrebbero rappresentare una offerta abitativa agevolata. A  questo fine potrebbero essere utilizzate una parte delle strutture edilizie militari in disuso.

 

L’immigrato affrancato dalla clandestinità e dal circuito illegale dei flussi clandestini avrebbe così concreta possibilità per inserirsi nel mercato del lavoro.

Questo percorso legale di inserimento rappresenterebbe davvero un colpo al fenomeno della clandestinità.

 

La CGIL sarà presente con queste proposte al Forum di Bari l’11 luglio prossimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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