PARLAMENTO EUROPEO

2004

 

2009

Documento di seduta

FINALE

A6-0286/2005

7.10.2005

RELAZIONE

sull'approccio dell'Unione europea alla gestione della migrazione economica

(COM(2004)0811 – 2005/2059(INI))

Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

Relatrice: Ewa Klamt


 

PR_INI

INDICE

Pagina

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO.................................... 3

MOTIVAZIONE..................................................................................................................... 12

PARERE della commissione per lo sviluppo.................................................... 15

PARERE della commissione per il commercio internazionale........... 19

PARERE DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI DELLA DONNA E L'UGUAGLIANZA DI GENERE........................................................................................... 23

PROCEDURA......................................................................................................................... 26

 


PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'approccio dell'Unione europea alla gestione della migrazione economica

(COM(2004)0811 – 2005/2059(INI))

Il Parlamento europeo,

–    visto il Libro Verde pubblicato dalla Commissione sull'approccio dell'Unione europea alla gestione della migrazione economica (COM(2004)0811),

–    vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in particolare il suo articolo 13 sulla libertà di movimento e di residenza e sul diritto di ritornare nel proprio paese,

–    vista la Convenzione europea sui diritti dell'uomo e le libertà fondamentali, in particolare il suo articolo 8 relativo al diritto al rispetto della vita privata e familiare,

–    vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare il suo articolo 15 sulla libertà professionale e il diritto al lavoro,

–    vista la comunicazione della Commissione denominata "Studio sulle connessioni tra migrazione legale e illegale" (COM(2004)0412),

–    vista la comunicazione della Commissione denominata "Prima relazione annuale su migrazione e integrazione" (COM(2004)0508),

–    visti i pareri del Comitato economico e sociale europeo nonché del Comitato delle regioni del 15 dicembre 2004 e del 24 gennaio 2005 sulla comunicazione della Commissione denominata "Studio sulle connessioni tra migrazione legale e illegale",

–   vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2004 sulla comunicazione della Commissione su immigrazione, integrazione e occupazione[1],

–    visti il trattato di Amsterdam che ha attribuito alla Comunità compiti e competenze nei settori dell'immigrazione e dell'asilo, nonché l'articolo 63 del trattato CE,

–    viste le conclusioni del Consiglio europeo alle sue sessioni del 15 e 16 ottobre 1999 a Tampere, del 14 e 15 dicembre 2001 a Laeken, del 21 e 22 giugno 2002 a Siviglia e del 19-20 giugno 2003 a Salonicco,

–    vista la sua raccomandazione del 14 ottobre 2004 sul futuro dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia nonché sulle condizioni per il rafforzamento della sua legittimità ed efficienza[2],

–    viste le conclusioni del Consiglio europeo alla sua sessione del 4 e 5 novembre 2004 a Bruxelles e il programma dell'Aia in allegato,

–    visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–    visti la relazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni nonché i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6‑0286/2005),

A.  considerando che, nell'interesse della gestione della migrazione dei lavoratori verso la Comunità e della piena occupazione, il compito dell'Unione europea dovrebbe essere quello di elaborare una politica comune in materia di migrazione in conformità con la politica di sviluppo della Comunità e, nel contempo di rendere effettiva l'attuazione del diritto alla libera circolazione delle persone all'interno della Comunità,

B.  considerando l'obbligo che incombe all'Unione europea di dotarsi al più presto di un'autentica politica europea di immigrazione,

C.  considerando che l'immigrazione economica può contribuire alla gestione dei flussi migratori esistenti, avendo come uno dei suoi importanti effetti potenziali la riduzione della migrazione illegale e che può anche avere l'effetto determinante di aiutare a lottare contro lo sfruttamento di immigrati illegali nell'economia sommersa e il traffico di esseri umani,

D.  considerando che la migrazione economica è solo parte della soluzione delle difficoltà demografiche ed economiche della Comunità; che, allo scopo di far fronte alle sfide della globalizzazione, ci si dovrebbe adoperare per individuare nuove soluzioni nell'ambito della politica economica e del mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda l'equilibrio tra la vita professionale e familiare per uomini e donne, come pure la pari retribuzione per un lavoro di pari valore,

E.   considerando che una politica europea dell'immigrazione deve basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali della persona, conformemente alle convenzioni internazionali in vigore,

F.   considerando le previsioni riguardanti l'invecchiamento della popolazione attiva europea e le future minacce alla solidarietà intergenerazionale in Europa, che creeranno nuovi bisogni di mano d'opera qualificata e non qualificata in tutti gli Stati membri dell'Unione europea,

G.  considerando che, riguardo all'immigrazione, gli Stati membri dell'Unione europea si sono trasformati da paesi d'origine in paesi di destinazione,

H.  considerando che qualsiasi modifica della politica migratoria di uno Stato membro si ripercuote sui flussi migratori e sulla situazione negli altri Stati membri, il che dovrebbe indurci ancor di più ad adottare una politica comune in materia di immigrazione,

I.    convinto che l'Unione europea, quale spazio senza frontiere interne, deve perseguire, per la tutela di una società europea sicura, un approccio comune, coerente ed efficace nel settore della sicurezza delle sue frontiere esterne e definire una politica comune nel settore dei visti, dell'asilo e dell'immigrazione basata sul rispetto reciproco e sulla solidarietà e in linea con gli obblighi internazionali in materia di diritti umani; che tale politica deve rispettare i diritti fondamentali, contemplare la lotta contro le discriminazioni, il razzismo e la xenofobia e disciplinare la migrazione su una base globale, equilibrata e umana,

J.   considerando che il termine per il recepimento della direttiva del Consiglio 2003/109/CE del 25 novembre 2003 concernente lo status dei cittadini di paesi terzi da tempo residenti[3] scadrà il 23 gennaio 2006 e che tale direttiva stabilisce che, nel caso in cui un cittadino di paesi terzi abbia risieduto legalmente per cinque anni in uno Stato membro dell'Unione europea può acquisire lo status di residente di lunga durata e di conseguenza il diritto di soggiorno in un altro Stato membro UE,

K.  considerando che l'immigrazione per motivi economici costituisce una sfida per l'Unione europea, che richiede un approccio comune, piuttosto che una visione strettamente nazionale della questione migratoria,

L.   considerando che l'immigrazione ha dimostrato di avere effetti positivi sul mercato del lavoro (dinamismo) e dovrebbe perciò essere considerata un'opportunità anziché essere definita come una questione di sicurezza,

M. considerando che le politiche in materia di migrazione economica dovrebbero essere collegate alla strategia di Lisbona e alla strategia europea per l'occupazione,

N.  convinto che misure per regolamentare l'immigrazione legale e l'integrazione debbano essere accompagnate da misure per la sicurezza delle frontiere esterne, una rigorosa politica di rimpatrio, nonché da misure per la lotta contro l'immigrazione illegale, la tratta di esseri umani e lo sfruttamento degli immigrati in lavori illegali,

O.  convinto che per il successo di una politica dell'immigrazione legale è necessaria anche l'attuazione di una strategia globale e più proattiva per conseguire la piena integrazione, comprendente una serie di misure di carattere sociale, economico e civile nonché programmi di accoglienza e attività di formazione linguistica, dato che le politiche di immigrazione e integrazione non devono essere considerate separatamente,

P.   considerando che è fondamentale garantire il pieno rispetto del diritto alla vita familiare per tutti gli immigrati legalmente residenti sul territorio dell'Unione europea, conformemente alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, e che è necessario rivedere la direttiva del Consiglio 2003/86/CE del 22 settembre 2003 relativa al diritto al ricongiungimento familiare[4] onde garantire il rispetto di tale diritto,

Q.  consapevole del fatto che la cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri con i paesi di origine è di grande importanza e deve essere accompagnata da un'autentica politica di cosviluppo,

R.  considerando che tutti gli Stati membri dovrebbero ratificare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie,

S.   considerando che il lavoro illegale costituisce il maggiore incentivo all'immigrazione illegale, e che perciò gli Stati membri dovrebbero adoperarsi maggiormente per combatterlo e per dissuadere e punire coloro che danno lavoro a migranti irregolari,

1.   deplora che il Consiglio abbia deciso di mantenere, nell'intero settore dell'immigrazione legale, l'unanimità e la procedura della consultazione; ritiene per contro che l'unica via per l'adozione di una legislazione efficace e trasparente in materia sia la procedura di codecisione;

2.   ricorda che i migranti hanno contribuito, e contribuiscono tuttora, alla prosperità e allo sviluppo economico, culturale e sociale degli Stati membri dell'Unione europea;

3.   ritiene che la migrazione economica sia un fenomeno umano positivo che ha da sempre favorito lo sviluppo delle civiltà e gli scambi culturali e tecnologici;

4.   deplora che il Consiglio non sia sinora riuscito ad adottare una politica comune in materia di immigrazione e si sia concentrato essenzialmente sull'aspetto punitivo (accordi di riammissione, controlli di polizia alle frontiere, ecc.);

5.   sottolinea che lo sviluppo effettivo di una politica comune in materia di immigrazione nel debito rispetto dei diritti fondamentali e degli obblighi internazionali in materia di diritti umani rappresenta un obiettivo prioritario dell'integrazione europea, che è stato reiterato in particolare nel programma dell'Aia adottato il 4-5 novembre 2004;

6.   ritiene che, al fine di incoraggiare l'integrazione sociale e politica dei lavoratori migranti, questi dovrebbero godere di uguali diritti; esorta pertanto gli Stati membri, la Commissione e il Consiglio a compiere tutti i passi necessari al fine di assicurare il riconoscimento del diritto di voto alle elezioni locali ed europee ai migranti residenti stabilmente nell'Unione europea da almeno cinque anni;

7.   invita gli Stati membri ad istituire permessi di soggiorno speciali destinati a facilitare la ricerca di un lavoro;

8.   chiede alla Commissione di includere nelle decisioni e nelle decisioni quadro tutte le disposizioni della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1990 la quale mira all'inserimento dei lavoratori migranti; esorta gli Stati membri, conformemente alla sua risoluzione del 24 febbraio 2005 sulle priorità e le raccomandazioni dell'Unione europea in vista della 61a sessione della Commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite a Ginevra[5] e al parere del Comitato economico e sociale europeo[6], ad assicurare la tempestiva ratifica della suddetta Convenzione ONU che nessuno Stato membro ha sinora ratificato;

9.   invita gli Stati membri a rimuovere immediatamente tutte le barriere alla libera circolazione dei cittadini dell'UE;

10. ritiene che la politica d'immigrazione dell'Unione europea debba basarsi su un approccio globale e coerente che si fondi sulle sinergie tra i vari settori della politica e non solo sui requisiti del mercato del lavoro negli Stati membri;

11. insiste sulla necessità di adottare una politica comune di immigrazione onde mettere fine allo sfruttamento di lavoratori resi vulnerabili dalla mancanza di vie di immigrazione legali;

12. invita la Commissione a tener conto, nella definizione di un quadro europeo per la migrazione economica, delle diverse politiche ed esperienze esistenti negli Stati membri, e sottolinea la necessità di procedere a una valutazione costante dell'impatto della politica migratoria su altre politiche comunitarie, inclusa la politica commerciale;

13. è favorevole alla possibilità di rendere più flessibili ed efficaci le modalità d'ingresso, prevedendo un permesso di soggiorno a fini di lavoro, norme minime per l'ammissione di cittadini di paesi terzi sia a fini di lavoro subordinato che autonomo, e permessi di soggiorno e di lavoro per i lavoratori stagionali o per quelli con un lavoro a tempo determinato;

14. considera indispensabile rafforzare la solidarietà soprattutto con i nuovi Stati membri nell'elaborazione delle misure per l'integrazione dei migranti;

15. constata che la regolarizzazione di massa mira a creare delle prospettive per i migranti irregolari, ma non può né sostituire delle vere politiche in materia di immigrazione illegale né rappresentare un mezzo efficace per l'assunzione di migranti economici;

16. chiede alla Commissione e agli Stati membri di tener conto della situazione dei migranti già presenti nel territorio dell'Unione europea (chiedenti asilo, congiunti dei lavoratori migranti, studenti, clandestini, ecc.) che contribuiscono già alla prosperità dell'economia europea, ma che non godono di alcun riconoscimento giuridico;

17. sottolinea che la migrazione economica rappresenta una soluzione parziale al problema dell'invecchiamento della popolazione europea e ai suoi problemi economici ed è dell'avviso che gli Stati membri debbano percorrere nuove vie in materia di politiche economiche e occupazionali, comprese le politiche volte a conciliare vita professionale e vita familiare, per poter far fronte alle sfide di un mondo globalizzato;

18. ricorda che i problemi nel mercato del lavoro dell'UE dovrebbero essere risolti non soltanto attraverso il ricorso alle migrazioni economiche, ma anche promuovendo l'innovazione e le nuove tecnologie, aumentando la produttività e incoraggiando l'occupazione dei lavoratori anziani dell'UE;

19. raccomanda al Consiglio di adottare le iniziative opportune onde facilitare gli scambi di informazioni ed un migliore coordinamento delle politiche;

20. esorta la Commissione ad analizzare le prassi comprovate degli Stati membri per la lotta contro l'immigrazione illegale;

21. ricorda quanto sia importante che l'Unione europea includa, in tutti gli accordi di associazione e cooperazione che conclude, le clausole in merito alla gestione comune dei flussi migratori e al rimpatrio obbligatorio in caso di immigrazione illegale;

22. invita la Commissione e gli Stati membri a lanciare campagne pubbliche di sensibilizzazione e di informazione sulle politiche di immigrazione legale e sull'impatto positivo delle stesse, in particolare al fine di dissipare le inquietudini dei cittadini e di creare un'immagine positiva dell'immigrazione;

23. invita la Commissione a predisporre una proposta di direttiva che definisca le condizioni minime e sufficienti per l'ammissione di cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro sul territorio dell'Unione europea, con l'obiettivo principale di aprire canali legali d'immigrazione;

24. ritiene che tale legislazione dovrebbe definire un quadro complessivo - e non settoriale - di riferimento normativo;

25. invita la Commissione a presentare una proposta relativa a un sistema europeo di carte verdi;

26. è convinto che sia preferibile istituire un'unica procedura amministrativa per il rilascio dei permessi di lavoro e di soggiorno ai migranti economici, tenendo conto del principio di sussidiarietà;

27. osserva che, in linea di massima, l'ammissione di un migrante economico nell'ambito di tale sistema dovrebbe essere legata all'esistenza di un posto di lavoro specifico; tuttavia invita la Commissione a studiare la possibilità che vengano rilasciati permessi di soggiorno speciali per coloro che cercano lavoro e per i lavoratori autonomi;

28. invita gli Stati membri a prendere in considerazione l'introduzione di permessi di soggiorno e di lavoro combinati, che agevolino l'assunzione di lavoratori stagionali o temporanei;

29. ritiene che la proposta, per ridurre l'immigrazione clandestina e il lavoro illegale, dovrebbe prevedere disposizioni per l'ingresso dei lavoratori migranti ai fini della ricerca di un lavoro, accompagnate da condizioni precise, quali, ad esempio, la presenza di un garante o sponsor e la dimostrazione da parte del migrante della capacità di mantenersi da sé;

30. invita la Commissione a definire chiaramente i diritti e gli obblighi dei migranti economici;

31. chiede alla Commissione di definire una politica di rimpatrio, basata sulla promozione del ritorno volontario, comprese eventuali misure di sostegno nel paese d'origine;

32. invita la Commissione a studiare anche la questione di coloro che eventualmente rimangono dopo la scadenza del permesso, tenendo conto della durata del periodo di lavoro e di soggiorno, della presenza di familiari e del livello d'integrazione;

33. esorta gli Stati membri a tener conto, per le autorizzazioni relative a migrazioni per lavoro, non solo degli interessi economici, ma anche di tutti gli altri legittimi interessi affinché la fissazione dell'autorizzazione sia il risultato di una ponderazione equilibrata degli interessi in gioco;

34. invita la Commissione a prendere in considerazione la fissazione di norme minime per quanto riguarda il sistema di equivalenza dei diplomi esteri;

35. esorta la Commissione ad elaborare e ad attuare senza indugio, di concerto con gli Stati membri, orientamenti generali sul rilevamento oggettivo di materiale statistico pertinente per ottenere in tal modo un quadro completo e differenziato delle migrazioni e del loro impatto economico negli Stati membri e nei paesi d'origine nonché sui requisiti esistenti in materia di lavoro nell'intera Unione europea;

36. invita la Commissione a esaminare la possibilità di istituire punti d'informazione o di contatto locali e/o regionali per le imprese europee interessate all'assunzione di migranti economici;

37. incoraggia gli Stati membri a creare uno specifico sito web dedicato per i posti vacanti, per mettere a disposizione dei candidati informazioni aggiornate e pubblicamente accessibili, nonché a rendere accessibili tali posti sul sito web dell'EURES;

38. invita la Commissione, nel quadro dell'elaborazione del suo futuro piano d'azione, a prevedere disposizioni che permettano uno scambio delle migliori pratiche in materia di integrazione tra gli Stati membri;

39. ricorda la competenza dei singoli Stati membri nel settore dell'integrazione, che comporta diritti e doveri sia per la società del paese ospitante sia per gli immigrati; esorta gli Stati membri a coordinare la loro politica nazionale conformemente al metodo aperto di coordinamento sulla base degli orientamenti comuni in materia di politica UE di integrazione degli immigrati adottata dal Consiglio il 19 novembre 2004;

40. invita la Commissione a proporre una regolamentazione atta ad assicurare che i migranti economici, dopo il loro ritorno nei paesi in via di sviluppo, abbiano accesso ai contributi da loro versati ai sistemi di previdenza sociale europei;

41. invita la Commissione e gli Stati membri a prestare particolare attenzione alla situazione specifica delle donne migranti con figli a carico, in particolar modo per quanto riguarda i diritti derivanti dai contratti temporanei di lavoro;

42. invita gli Stati membri d'accoglienza e gli Stati d'origine dei migranti a concludere accordi volti a garantire il trasferimento dei diritti maturati nell'uno o nell'altro paese in materia di anzianità in impieghi qualificati o di sicurezza sociale;

43. sottolinea che le rimesse effettuate dai migranti da paesi fantasma verso il proprio paese d'origine sono di entità nettamente superiore agli importi trasferiti a titolo di aiuto allo sviluppo e sono di fondamentale importanza per il raggiungimento dell'obiettivo di sviluppo del Millennio di eliminare la povertà, e invita le istituzioni competenti ad agevolare tali trasferimenti riducendo al livello più basso possibile le commissioni ad essi applicate;

44. sottolinea l'importanza di una cooperazione tra la società ospitante, da un lato, e gli immigranti, le loro società d'origine, e le ONG di aiuto locale, dall'altro, in particolare offrendo migliori possibilità di andare e tornare dal paese ospitante al paese d'origine;

45. ritiene necessario modificare la percezione del fenomeno migratorio da parte dei cittadini europei, in particolare mediante una lotta attiva contro le discriminazioni, il razzismo e la xenofobia e l'inserimento nei programmi scolastici della storia delle migrazioni;

46. si dichiara favorevole alla promozione di una "circolazione dei cervelli" tramite l'estensione del principio della preferenza comunitaria alle persone che hanno già lavorato un certo numero di anni nell'Unione europea prima di fare ritorno al proprio paese;

47. considera di primaria importanza che una politica europea della migrazione economica fornisca anche soluzioni concrete al problema della fuga di cervelli;

48. esorta la Commissione ad avviare immediatamente un dialogo con i governi dei paesi d'origine, al fine di ottenere una legislazione equilibrata che renda possibile la migrazione e lo sviluppo dell'esperienza professionale, nonché a intensificare attraverso tale dialogo, in accordo con i paesi in questione, lo sviluppo di misure specifiche nei settori particolarmente colpiti dal problema della fuga dei cervelli;

49. invita gli Stati membri interessati a informare localmente i potenziali migranti ancora presenti nel loro paese di origine in merito alle loro possibilità e prospettive di ingresso legale a fini di lavoro; invita la Commissione a promuovere il coordinamento tra le strutture diplomatiche e consolari degli Stati membri attivi nello stesso paese anche per orientare quanto più possibile gli immigrati verso quegli Stati membri che dispongono di corrispondenti capacità di accoglienza sulla base del loro profilo professionale; propone pertanto di accrescere il potenziale umano e le risorse finanziarie delle autorità consolari degli Stati membri e delle delegazioni dell'Unione europea mediante l'utilizzo, tra l'altro, dei programmi ARGO e AENEAS;

50. sottolinea che per i migranti sono indispensabili un trattamento giusto e diritti equi;

51. sottolinea che la politica comune in materia d'immigrazione deve tener conto dei motivi che spingono i migranti a venire in Europa, talvolta a rischio della propria vita, e che essa deve di conseguenza essere associata ad un'attiva politica comune di cooperazione allo sviluppo;

52. sottolinea l'importanza e la necessità di rafforzare la cooperazione non solo fra l'UE e i paesi d'origine, bensì anche fra gli stessi paesi d'origine, specialmente fra i paesi contemplati dalla Politica europea di prossimità (ENP), fra i paesi ACP, nonché fra i primi e i secondi;

53. si attende dalla Commissione che le misure da essa elaborate per contrastare la tratta di esseri umani dai paesi in via di sviluppo non criminalizzino le vittime, ma pongano l'accento sulla punizione dei colpevoli; osserva che molte donne vittime della tratta di esseri umani non hanno accesso ad alcuna tutela giuridica o sociale;

54. invita la Commissione a riconoscere la migrazione dei bambini come un aspetto a se stante della migrazione economica e a garantire i diritti e la protezione dei migranti minorenni in conformità dell'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;

55. ritiene che la regolamentazione della migrazione fra paesi terzi favorirebbe la tutela dei migranti in materia di diritti umani e del lavoro, e nel contempo sarebbe utile al fine di perseguire e sottoporre a giudizio i trafficanti di esseri umani;

56. raccomanda alla Commissione di fare in modo che i migranti legali che hanno fatto ritorno nei paesi in via di sviluppo possano migrare nuovamente nell'Unione europea più facilmente di coloro che vi immigrano per la prima volta, riconoscendo in tal modo il valore dell'esperienza di integrazione da loro acquisita;

57. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.


Traduzione esterna

MOTIVAZIONE

Il Libro verde presenta questioni concernenti diversi ambiti regolamentativi della gestione della migrazione economica. Tali problematiche offrono lo spunto per avviare un dibattito più aperto sul tema della migrazione economica, attraverso il quale gli Stati membri e le istituzioni europee pervengano ad esprimere una posizione solida.

Sia la consultazione svolta su internet, sia l'audizione pubblica indetta dalla Commissione europea il 16 giugno 2005 hanno avuto larga risonanza, suscitando l'espressione di pareri che hanno toccato i punti centrali della questione.

La relatrice si limita di proposito ad alcune considerazioni di carattere generale ed orientativo. Il presente documento non prevede infatti una valutazione delle questioni sollevate dal Libro verde.

Soltanto in seguito all'elaborazione delle successive proposte presentate dalla Commissione europea sarà possibile esprimere un parere dettagliato sui singoli aspetti di gestione della migrazione economica.

La commissione LIBE sottolinea che l'efficace sviluppo di una politica comune in materia di migrazione nel debito rispetto dei diritti fondamentali e degli obblighi internazionali costituisce un obiettivo prioritario dell'integrazione europea.

Nel creare un quadro giuridico coerente relativo all'immigrazione occorre considerare i seguenti elementi:

·      sinergie tra i diversi ambiti della politica europea, quali la politica dell'occupazione, la politica sociale, la politica dello sviluppo e la politica estera;

·      un sistema di informazione reciproca e una comunicazione preventiva tra gli organi nazionali responsabili dell'immigrazione e dell'asilo;

·      un coordinamento di tutte le strutture che partecipano in qualche misura, sia a livello europeo che nazionale, alla gestione dei flussi migratori, al fine di evitare il pericolo di sovrapposizione;

·      una collaborazione con i paesi d'origine, volta tra l'altro ad assicurare un'informazione chiara e precisa sui soggetti interessati dall'emigrazione, in particolare per quanto concerne la loro vita e le prospettive di lavoro.

L'accettazione da parte dei cittadini dell'Unione della migrazione economica legale è legata essenzialmente all'impiego di misure quali la lotta al lavoro nero e alla tratta di esseri umani, la protezione dei confini esterni e la politica di rimpatrio per combattere l'immigrazione illegale. La regolarizzazione di massa mira a fornire prospettive per i migranti illegali, ma non rappresenta un sostituto di politiche sostanziali in materia di immigrazione illegale né un mezzo efficace per assumere migranti economici.

A questo punto è d'obbligo sottolineare l'importanza di una politica nazionale ed europea d'informazione che colga lo stato d'animo dei cittadini e fornisca chiarimenti sulla situazione, sulle misure previste e le conseguenze che ne deriveranno. Tale politica deve anche mirare ad eliminare l'evidente distanza esistente tra l'analisi dei bisogni e la percezione che la società ha di essi.

I temi di discussione e quindi gli spunti per la futura regolamentazione europea in materia di migrazione economica non devono essere costituiti dai pro e contro sull'immigrazione, ma piuttosto dalle norme in sé e per sé che riguardano il fenomeno in questione.

I movimenti migratori transnazionali – che si manifestano attualmente in Europa in misura maggiore rispetto all'immigrazione – hanno avuto luogo in passato come oggi.

Nel complesso la mobilità delle persone è in aumento. Ciò rappresenta non da ultimo una conseguenza del crescente flusso transnazionale di merci e capitali, l'intensificarsi degli scambi, la circolazione del sapere a livello mondiale, l'offerta transfrontaliera di servizi e la presenza di aziende che operano su scala internazionale.

La gestione della migrazione economica a seconda delle esigenze dev'essere fondata su una base di dati statistici ampia ed affidabile. Se da un canto gli Stati membri sono tenuti ad approntare il suddetto materiale, dall'altro la relativa valutazione dev'essere eseguita a livello europeo in maniera sufficientemente tempestiva. Il materiale statistico rappresenta un fattore imprescindibile sia per quanto riguarda la regolamentazione in materia di migrazione, sia dal punto di vista dell'accettazione dei migranti.

L'Unione europea non si è mai considerata una regione di immigrazione di tipo americano o canadese, caratterizzata dall'insediamento di persone con un potenziale di forza lavoro; nondimeno l'immigrazione nell'UE è attualmente superiore a quella nei paesi tradizionali di immigrazione, motivo per cui si rende necessario elaborare una regolamentazione che permetta di gestire tali flussi migratori.

L'immigrazione fondata su ragioni economiche, la cosiddetta "skilled migration", si orienta infatti agli effetti economici auspicati dal paese di accoglienza, ponendo in primo piano quelli prodotti sulla crescita, l'innovazione, la struttura economica, il mercato del lavoro e il sistema sociale.

La migrazione economica va nettamente distinta dall'accoglienza di cittadini provenienti da paesi terzi a scopi umanitari. I problemi dei rifugiati e dei richiedenti asilo sono ben diversi da quelli dei migranti economici. Da parte loro, anche i paesi ospitanti hanno pretese differenti nei confronti dei due diversi gruppi di migranti.

Questi ultimi infatti hanno l'esigenza di operare una selezione tra i migranti economici secondo criteri ben precisi, cosa che non avviene nei casi di accoglienza a scopo umanitario. I più importanti tra i suddetti criteri sono il livello di istruzione, la qualifica e l'esperienza professionale, l'esistenza di rapporti contrattuali, nonché le conoscenze linguistiche e i legami familiari.

Occorre fare in modo che l'immigrazione di cittadini provenienti da paesi terzi a scopo professionale non si risolva in un semplice sfruttamento di forza lavoro. È fondamentale che persone caratterizzate da una storia personale ed un retroterra storico e sociale propri nonché spesso con famiglia trovino nell'Unione europea una nuova patria.

Bisogna evitare il rischio di concorrenza nella partecipazione economica e sociale, sia per quanto riguarda le società nazionali che a livello di Unione. La relatrice tiene a sottolineare quest'ultimo aspetto, in quanto attualmente per i nuovi Stati membri esistono regimi transitori, ad esempio nell'ambito della libertà di circolazione.

Gli Stati membri devono intraprendere nel medio e lungo periodo nuove politiche economiche, dell'occupazione e della famiglia, al fine di poter affrontare le sfide di un mondo globale. La migrazione economica rappresenta soltanto una fra le tante misure politiche a disposizione. L'economia europea dipende anche dall'età pensionabile, dai tassi di natalità e dalla partecipazione al mercato del lavoro (ad esempio delle donne ultracinquantenni) futuri.

 

In un'Unione europea caratterizzata da un'ampia apertura dei confini interni, ogni eventuale necessità di migranti economici da parte di uno Stato membro dev'essere soddisfatta tenendo conto degli altri paesi dell'Unione e della responsabilità verso di essi.

Ciò si traduce in un obbligo per gli Stati membri, ma anche in una forma di protezione per gli stessi. La regolamentazione europea comporta reciproche assunzioni di responsabilità, ma ha anche la funzione di evitare l'aggiramento delle normative nazionali in vigore negli Stati membri.

Non disponiamo di un mercato comune del lavoro, di un sistema sociale unitario, né di un sistema armonizzato per quanto riguarda le pensioni e l'assicurazione sanitaria. Di conseguenza, la regolamentazione in materia di migrazione economica dev'essere sufficientemente flessibile da tener conto nel modo più ampio e comprensivo possibile delle varie esigenze e particolarità nazionali.

Le misure per l'integrazione sono di competenza degli Stati membri. Considerando altresì le differenze regionali che caratterizzano gli Stati membri, sarebbe opportuno adottare una politica d'integrazione a livello regionale o locale, oltre a quella nazionale.

D'altro canto, il buon esito di un'immigrazione è indissolubilmente legato all'integrazione. La politica di immigrazione nazionale deve pertanto includere un ampio concetto di integrazione. Di conseguenza, la politica di integrazione deve costituire un punto di riferimento costante nell'elaborazione della politica europea dell'immigrazione.

Oltre ai diritti dei lavoratori migranti richiesti dal Libro verde dovrebbero essere citati e considerati anche gli obblighi sociali di tipo integrativo, nonché le esigenze espresse dalle società dei paesi ospitanti.

 


2.9.2005

PARERE della commissione per lo sviluppo

destinato alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

 

sull'approccio dell'Unione europea alla gestione della migrazione economica

(2005/2059(INI))

Relatrice per parere: Gabriele Zimmer

 

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.    esorta gli Stati membri, conformemente alla sua risoluzione del 24 febbraio 2005 sulle priorità e le raccomandazioni dell'Unione europea in vista della 61a sessione della Commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite a Ginevra[7] e al parere SOC/173 del Comitato economico e sociale europeo, a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie; invita la Commissione ad orientare le sue raccomandazioni sui diritti dei migranti e delle loro famiglie alla suddetta Convenzione, che mira all'integrazione dei lavoratori migranti;

 

2.    ricorda che la migrazione economica è necessaria per realizzare gli obiettivi della strategia di Lisbona e per assicurare la crescita economica dell'Unione europea;

 

3.    sottolinea che i trasferimenti di denaro effettuati dai migranti provenienti da paesi in via di sviluppo verso il proprio paese d'origine sono di entità nettamente superiore rispetto agli importi trasferiti a titolo di aiuto allo sviluppo e sono di fondamentale importanza per il raggiungimento dell'obiettivo del Millennio di eliminare la povertà, e invita le istituzioni competenti ad agevolare tali trasferimenti riducendo al livello più basso possibile le commissioni ad essi applicate;

 

4.    accoglie con favore la prevista progressiva introduzione di una politica comunitaria volta a regolamentare la migrazione economica, purché tale politica, misurata con il criterio del trattamento rispettoso della dignità umana di tutti i migranti, soddisfi i requisiti più elevati; disapprova la creazione di centri di accoglienza per migranti in Libia o in altri paesi extraeuropei;

 

5.    ricorda inoltre che l'armonizzazione delle politiche di migrazione passa attraverso la definizione di determinati criteri comuni e che qualsiasi misura al riguardo deve essere accompagnata da un'informazione preventiva e da programmi d'integrazione specifici che facilitino l'inserimento dei migranti nella società del paese d'accoglienza;

 

6.    respinge l'idea di mettere in atto misure volte a regolamentare la migrazione economica solo quando per tutti i cittadini dell'UE sarà stata realizzata la legittima rivendicazione della libera circolazione delle persone;

 

7.    esorta la Commissione ad avviare immediatamente un dialogo con i governi dei paesi d'origine dei migranti, al fine di ottenere un certo equilibrio nella legislazione che renda possibile la migrazione e lo sviluppo dell'esperienza professionale, nonché a intensificare attraverso tale dialogo, in accordo con i paesi in questione, lo sviluppo di misure specifiche nei settori particolarmente colpiti dal problema della fuga dei cervelli;

 

8.    sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione non solo fra l'UE e i paesi d'origine, bensì anche fra gli stessi paesi d'origine, specialmente fra i paesi contemplati dalla Politica europea di prossimità (o vicinato) (ENP), fra i paesi ACP, nonché fra i primi e i secondi;

 

9.    invita la Commissione a verificare la possibilità di rilasciare permessi di soggiorno temporanei a fini di ricerca di lavoro, allo scopo di ridurre l'immigrazione irregolare;

 

10.  si attende dalla Commissione che le misure da essa elaborate per contrastare la tratta di esseri umani dai paesi in via di sviluppo non criminalizzino le vittime, ma concentrino l'attenzione sulla punizione dei colpevoli; osserva che molte donne vittime della tratta di persone non hanno accesso ad alcuna tutela giuridica o sociale; invita gli Stati membri ad accordare a queste donne la possibilità di un soggiorno stabile;

 

11.  è favorevole alla semplificazione degli strumenti volti ad assicurare la cooperazione transfrontaliera e spera che essi siano abbastanza flessibili da garantire detta cooperazione;

 

12.  invita la Commissione a riconoscere la migrazione dei bambini come un aspetto a sé stante della migrazione economica e a garantire i diritti e la protezione dei migranti minorenni in conformità dell'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;

 

13.  ritiene che la regolamentazione della migrazione fra paesi terzi favorirebbe la tutela dei migranti in materia di diritti umani e del lavoro, e nel contempo sarebbe utile al fine di perseguire e sottoporre efficacemente a giudizio i trafficanti di esseri umani;

 

14.  raccomanda alla Commissione di fare in modo che i migranti legali ritornati in paesi in via di sviluppo possano migrare nuovamente nell'Unione europea in maniera agevolata rispetto a quelli che vi immigrano per la prima volta, riconoscendo in tal modo il valore dell'esperienza di integrazione da loro acquisita;

 

15.  ritiene che l'instaurazione nei paesi d'origine di sistemi d'istruzione basati sulla domanda e trasparenti nel rilascio di titoli e qualifiche sia indispensabile non solo per rafforzare la fiducia dei mercati del lavoro dell'UE, ma anche per coprire le necessità degli stessi paesi d'origine; raccomanda che tali paesi elaborino strategie per l'inserimento della popolazione, specialmente femminile, nel sistema scolastico primario e secondario, con particolare attenzione alla formazione scientifica, e per il suo successivo inserimento nel mercato del lavoro;

 

16.  invita la Commissione a proporre una regolamentazione atta ad assicurare che i migranti economici, anche successivamente al loro ritorno in paesi in via di sviluppo, abbiano accesso ai contributi da loro versati ai sistemi di previdenza sociale europei;

 

17.  invita la Commissione e gli Stati membri ad abolire il periodo transitorio in vigore per i nuovi Stati membri riguardo alla libera circolazione dei lavoratori, accelerando in tal modo la soluzione dei problemi della migrazione economica nell'Unione europea.


PROCEDURA

 

Titolo

Approccio dell'Unione europea alla gestione della migrazione economica

Riferimenti

2005/2059(INI)

Commissione competente per il merito

LIBE

Commissione competente per parere

       Annuncio in Aula

DEVE

12.5.2005

Cooperazione rafforzata

no

Relatore/relatrice per parere
       Nomina

Gabriele Zimmer
24.5.2005

Esame in commissione

12.7.2005

30.8.2005

 

 

 

Approvazione dei suggerimenti

30.8.2005

Esito della votazione finale

favorevoli:

contrari:

astensioni:

32

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Margrietus van den Berg, Danutė Budreikaitė, Marie-Arlette Carlotti, Thierry Cornillet, Nirj Deva, Alexandra Dobolyi, Fernando Fernández Martín, Michael Gahler, Filip Andrzej Kaczmarek, Glenys Kinnock, Ģirts Valdis Kristovskis, Maria Martens, Miguel Angel Martínez Martínez, Gay Mitchell, Luisa Morgantini, José Javier Pomés Ruiz, Toomas Savi, Pierre Schapira, Jürgen Schröder, Feleknas Uca, Paul Verges, Anna Záborská, Mauro Zani

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Marie-Hélène Aubert, John Bowis, Manolis Mavrommatis, Anne Van Lancker, Gabriele Zimmer

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Carl Schlyter, Åsa Westlund, Jürgen Zimmerling

 


 

 

2.9.2005

PARERE della commissione per il commercio internazionale

destinato alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

su un approccio comunitario della gestione delle migrazioni economiche

(2005/2059(INI))

Relatrice per parere: Danutė Budreikaitė

 

SUGGERIMENTI

La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.   si compiace per la decisione della Commissione di rivedere la presente tematica attraverso un Libro verde e l'attuazione di un processo di consultazione ad ampio raggio; invita il Consiglio e la Commissione ad includere le osservazioni del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali nell'elaborazione di una politica europea della migrazione economica in seguito a tale processo di consultazione;

2.   sottolinea l'importanza di garantire che il fenomeno dell'immigrazione si situi a un livello compatibile con il mantenimento del massimo rispetto dei diritti fondamentali, il che a sua volta darà luogo a una maggiore fiducia dei cittadini;

3.   ritiene che le migrazioni economiche siano dei fenomeni umani positivi che hanno da sempre favorito lo sviluppo delle civiltà e gli scambi culturali e tecnologici;

4.   invita gli Stati membri che applicano dei periodi transitori per la libera circolazione dei lavoratori verso i vecchi Stati membri ad eliminarli quanto prima; ritiene che ciò sia fondamentale per evitare qualsiasi discriminazione nei confronti dei lavoratori dei nuovi Stati membri;

5.   ritiene che le migrazioni economiche rispondano a un doppio bisogno ugualmente legittimo: quello dei migranti di sfuggire alla povertà e quello dei paesi d'accoglienza di beneficiare di un apporto di risorse umane;

6.   constata che la legislazione comunitaria sull'ammissione dei migranti economici dovrebbe fissare definizioni, criteri e procedure comuni, in particolare criteri minimi in vista dell'elaborazione di una politica europea d'integrazione, ivi compresa l'adozione di norme chiare sullo status giuridico dei migranti economici, permettere l'inserimento regolare nel mercato del lavoro, assicurare il diritto all'istruzione nella lingua nazionale e alla formazione professionale organizzate dagli Stati membri d'accoglienza e garantire il riconoscimento dei diplomi;

7.   sottolinea l'importanza di garantire che la politica dell'Unione europea in materia di migrazione economica assicuri alle persone ammesse uno status giuridico sicuro e una serie di diritti garantiti che facilitino la loro integrazione economica, sociale e culturale;

8.    ritiene che la gestione della migrazione economica nell'Unione dovrebbe fondarsi su un approccio globale piuttosto che settoriale, e che la gestione dei flussi migratori non dovrebbe rispondere solamente alla domanda del mercato del lavoro, ma basarsi su politiche d'accoglienza e d'integrazione perseguite dagli Stati membri e dovrebbe rispettare gli obiettivi di co-sviluppo;

 

9.    invita gli Stati membri d'accoglienza e gli Stati d'origine dei migranti a concludere accordi volti a garantire il trasferimento dei diritti maturati nell'uno o nell'altro paese in materia di anzianità in impieghi qualificati o di sicurezza sociale;

 

10.  invita la Commissione a tener conto, nella definizione di un quadro europeo per la migrazione economica delle diverse politiche ed esperienze esistenti negli Stati membri, e sottolinea la necessità di procedere a una valutazione costante dell'impatto della politica migratoria su altre politiche comunitarie, inclusa la politica commerciale;

 

11.  invita la Commissione a creare meccanismi di cooperazione con i paesi d'origine degli emigranti per impedire che la migrazione abbia effetti deleteri sulle economie e sulle società di tali paesi e per accrescere l'impatto positivo della migrazione sulle loro economie;

 

12.  ritiene che ai lavoratori provenienti da paesi terzi dovrebbero essere garantite, ai fini della coesione sociale, le condizioni di lavoro e d'occupazione e le norme sociali minime vigenti nel paese di accoglienza;

 

13.  sottolinea che gli accordi multilaterali e bilaterali sulla gestione dei flussi migratori dovrebbero garantire in tutta l'Unione europea uno status di migrante proveniente da paesi terzi che preveda diritti di cittadinanza, sociali e politici;

 

14.  sottolinea l'importanza di garantire che le discussioni sugli scambi di servizi, che rappresentano una parte importante dell'Agenda di Doha per lo sviluppo, e le decisioni sulla libera circolazione dei servizi all'interno dell'UE seguano un'impostazione ugualmente aperta e coerente;

 

15.  considera di primaria importanza che una politica europea della migrazione economica fornisca anche soluzioni concrete al problema della fuga di cervelli;

 

16.  ricorda che i problemi nel mercato del lavoro dell'UE dovrebbero essere risolti non soltanto attraverso il ricorso alle migrazioni economiche, ma anche promuovendo l'innovazione, le nuove tecnologie, l'aumento della produttività e incoraggiando l'occupazione dei lavoratori anziani dell'UE;

 

17.  è favorevole alla possibilità di rendere più flessibili ed efficaci le modalità d'ingresso, prevedendo un permesso di soggiorno a fini di lavoro, norme minime per l'ammissione di cittadini di paesi terzi sia a fini di lavoro subordinato che autonomo, e permessi di soggiorno e di lavoro per i lavoratori stagionali o per quelli che intendono svolgere una missione limitata;

 

18.  invita la Commissione a proporre misure concrete per agevolare le rimesse volontarie degli emigranti verso i loro paesi d'origine.


PROCEDURA

 

Titolo

Un approccio comunitario della gestione delle migrazioni economiche

Riferimenti

2005/2059(INI)

Commissione competente per il merito

LIBE

Commissione competente per parere

       Annuncio in Aula

INTA

12.5.2005

Cooperazione rafforzata

no

Relatrice per parere
       Nomina

Danutė Budreikaitė
15.3.2005

Esame in commissione

11.7.2005

 

 

 

 

Approvazione dei suggerimenti

30.8.2005

Esito della votazione finale

favorevoli:

contrari:

astensioni:

26

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Kader Arif, Enrique Barón Crespo, Daniel Caspary, Françoise Castex, Nigel Farage, Christofer Fjellner, Glyn Ford, Béla Glattfelder, Sajjad Karim, Caroline Lucas, Erika Mann, Helmuth Markov, David Martin, Javier Moreno Sánchez, Georgios Papastamkos, Godelieve Quisthoudt-Rowohl, Tokia Saïfi, Peter Šťastný, Johan Van Hecke, Zbigniew Zaleski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Panagiotis Beglitis, Albert Deß, Pierre Jonckheer, Zuzana Roithová, Antolín Sánchez Presedo, Ivo Strejček

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

 

 

 


 

18.7.2005

PARERE DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI DELLA DONNA E L'UGUAGLIANZA DI GENERE

destinato alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

sull'approccio comunitario per la gestione delle migrazioni economiche

(2005/2059(INI)).

Relatrice per parere: Anna Záborská

SUGGERIMENTI

La commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere invita la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

-     vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2004 sulla comunicazione della Commissione sull'immigrazione, l'integrazione e l'occupazione[8],

A.  considerando che, nell'interesse di un'immigrazione ben gestita dei lavoratori verso la Comunità e della piena occupazione, il compito dell'Unione europea dovrebbe essere quello di elaborare una politica comune in materia di migrazione in conformità con la politica comunitaria in materia di sviluppo e, nel contempo di rendere effettiva l'attuazione del diritto alla libera circolazione delle persone all'interno della Comunità,

B.  considerando che la migrazione economica è solo parte della soluzione del problema demografico e delle difficoltà economiche della Comunità; che, allo scopo di superare le sfide della globalizzazione, occorrerà sforzarsi di individuare nuove soluzioni nell'ambito della politica economica e del mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda l'equilibrio tra la vita professionale e familiare per uomini e donne, nonché per la pari retribuzione per un lavoro di pari valore,

C.  considerando le discriminazioni di tale tipo di cui sono vittime le donne in numerosi paesi terzi,

D.  considerando che le donne rappresentano una maggioranza significativa e consistente degli immigranti, compresi quelli della seconda e della terza generazione, i richiedenti asilo e i clandestini,

E.   considerando che le donne sono vittime di discriminazioni in base al genere e alle origini e sottolineando che tali discriminazioni colpiscono anche le immigranti della seconda e della terza generazione, a prescindere dal loro grado di integrazione,

1.   invita la Commissione a prendere in maggiore considerazione, nell'applicazione della "preferenza comunitaria", la situazione specifica delle donne nel mercato del lavoro europeo, in particolare nei nuovi bacini d'impiego, in modo da favorire il loro accesso ai posti di lavoro vacanti;

2.   osserva che le immigrate legali sono principalmente occupate in aree grigie dell'economia e non sono assunte regolarmente (agricoltura, ristorazione, servizi di pulizia, lavori domestici); invita gli Stati membri a far sì che, nel quadro di accordi bilaterali di lavoro che agevolino l'ammissione di cittadini di paesi terzi, o mediante altri metodi, le lavoratrici ammesse beneficino di un regime legale di lavoro nei paesi ospitanti e non siano vittime di discriminazioni, conformemente alla normativa comunitaria; ritiene che lottare contro il lavoro non dichiarato per trasformarlo in lavoro dichiarato sia una componente essenziale della lotta contro l'immigrazione economica illegale di cui le donne sono spesso vittime;

3.   invita gli Stati membri ad adottare iniziative che consentano una formazione di transizione per le donne sin d'ora impegnate nel mercato del lavoro europeo con una formazione di base sufficiente per occupare i posti di lavoro vacanti;

4.   invita la Commissione, nel contesto dell'impegno ad elaborare una relazione statistica annuale sull'immigrazione contenente analisi statistiche delle principali tendenze del fenomeno negli Stati membri, a includere in tale relazione indicatori, dati e informazioni affidabili e comparabili sulle immigranti economiche, per ricavare un quadro specifico della loro situazione e dei problemi che devono affrontare;

5.   invita la Commissione e gli Stati membri a vegliare sull'applicazione del principio di non discriminazione, sul rispetto dei diritti sociali ed economici fondamentali e in particolare sulla parità di remunerazione tra lavoratori europei e lavoratori immigrati e tra donne e uomini che provengono da paesi terzi e si inseriscono nel mercato del lavoro comunitario;

6.   sottolinea che spesso le donne sono maggiormente colpite dalla disoccupazione rispetto agli uomini e segnala la necessità di porre l'accento sui mezzi per favorire la loro integrazione e di mettere a loro disposizione servizi di cura dell'infanzia, nonché centri di incontro specifici a carattere culturale ed educativo, ecc.; ritiene che, tenendo conto della dimensione di genere, le attività a favore dell'integrazione degli immigrati saranno più mirate e, di conseguenza, più efficaci;

7.   sottolinea l'importanza di mettere a disposizione strutture di consultazione gratuite per le immigrate, specificamente destinate alle donne e specializzate in questioni quali la salute, i diritti delle donne, l'occupazione e altre tematiche connesse; rileva che tali strutture di consultazione devono tener conto della dimensione di genere e degli aspetti culturali come sarebbe il caso se fossero condotte da donne che conoscono la cultura, i modelli familiari e altre informazioni di questo tipo riguardanti i paesi di emigrazione;

8.   invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare la collaborazione tra Stati membri e paesi d'origine e a informare gli emigranti, nei loro paesi d'origine, sulle reali prospettive e sui vincoli giuridici dei paesi di accoglienza; chiede alla Commissione e agli Stati membri di rafforzare le strutture consolari e diplomatiche al fine di gestire meglio la determinazione delle migrazioni e la richiesta effettiva delle imprese nei paesi di accoglienza;

9.   invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'uguaglianza di genere nelle misure relative ai lavoratori migranti, in particolare per quanto concerne le misure relative all'integrazione o alla reintegrazione nel mercato del lavoro locale e l'accesso alla formazione permanente; invita i governi degli Stati membri a cooperare e a definire sistemi di regolamentazione, qualitativa e quantitativa, dell'entrata legale nella Comunità, da discutere con i paesi di origine e di transito interessati dai principali flussi di immigrazione clandestina, per instaurare una collaborazione con tali paesi in vista di giungere ad accordi di riammissione, di gestire i flussi migratori e di combattere l'immigrazione clandestina;

10. invita la Commissione e gli Stati membri a prestare particolare attenzione alla situazione specifica delle donne immigrate con figli a carico, in particolar modo per quanto riguarda i diritti derivanti dai contratti temporanei di lavoro;

11. invita gli Stati membri ad adottare le misure necessarie per favorire l'integrazione economica, sociale e culturale degli immigranti, uomini o donne, in particolare familiarizzandoli con la lingua e i valori fondamentali della società ospitante.


PROCEDURA

 

Titolo

Approccio comunitario per la gestione delle migrazioni economiche

Riferimenti

2005/2059(INI)

Commissione competente per il merito

LIBE

Commissione competente per parere

       Annuncio in Aula

FEMM

12.5.2005

Cooperazione rafforzata

no

Relatrice per parere
       Nomina

Anna Záborská
20.6.2005

Esame in commissione

14.7.2005

 

 

 

 

Approvazione dei suggerimenti

14.7.2005

Esito della votazione finale

favorevoli:

contrari:

astensioni:

21

3

4

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Edit Bauer, Emine Bozkurt, Hiltrud Breyer, Edite Estrela, Věra Flasarová, Nicole Fontaine, Lissy Gröner, Zita Gurmai, María Esther Herranz García, Anneli Jäätteenmäki, Lívia Járóka, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Urszula Krupa, Pia Elda Locatelli, Angelika Niebler, Marie Panayotopoulos-Cassiotou, Amalia Sartori, Eva-Britt Svensson, Konrad Szymański, Anna Záborská

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Katerina Batzeli, Jillian Evans, Sophia in 't Veld, Karin Jöns, Karin Resetarits, Zuzana Roithová, Marta Vincenzi

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Zita Pleštinská (in sostituzione di Piia-Noora Kauppi)

 

 

 

 



[1] GU C 92 E del 16.4.2004, pag. 390.

[2] P6_TA-PROV(2004)0022.

[3] GU L 16 del 23.1.2004, pag. 44.

[4] GU L 251 del 3.10.2003, pag. 12.

[5] P6_TA(2005)0051.

[6] Parere SOC/173 del 30.6.2004.

[7] P6_TA(2005)0051.

[8] GU C 92 E del 16.4.2004, pag. 390.