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La Commissione adotta un importante pacchetto di misure nel campo dell'immigrazione e dell'asilo

 
Reference:  IP/05/1079    Date:  01/09/2005
 
 
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IP/05/1079

Bruxelles, 1° settembre 2005

La Commissione adotta un importante pacchetto di misure nel campo dell'immigrazione e dell'asilo

Tra le misure adottate in data odierna figurano la proposta di direttiva su norme comuni in materia di rimpatrio e tre comunicazioni, rispettivamente sull'integrazione, sui programmi di protezione regionale e sulla migrazione e lo sviluppo. Si tratta di un passo importante verso la realizzazione degli obiettivi annunciati nel piano d'azione dell'Aia, adottato dal Consiglio in giugno, e verso una strategia equilibrata nel campo della migrazione e dell'asilo.

Il vice-presidente della Commissione, Franco Frattini, responsabile per la Giustizia, Libertà e Sicurezza, ha sottolineato come le misure adottate oggi costituiscano le due facce di una sola medaglia, delle politiche europee coerenti, eque ed efficaci nel campo dell’asilo e dell’emigrazione. “Da una parte”, ha notato il vice-presidente, “c’è un messaggio chiaro: coloro che si trovano illegalmente nell’Unione devono tornare nel loro paese d’origine, e se non siamo in grado di garantire un effettivo rimpatrio degli immigrati illegali, nel rispetto della loro dignità, mettiamo in pericolo la correttezza e la credibilità delle nostre politiche di asilo e immigrazione. Noi proponiamo d’altra parte, a livello nazionale ed europeo, misure che mirano a una sostanziale integrazione degli immigranti legali, destinati a rimanere nelle nostre società: tali misure tengono conto in primo luogo del contesto locale ed urbano in cui l’integrazione deve avvenire”.

Il vicepresidente ha sottolineato che “è necessario integrare le misure sul rimpatrio rimettendo l'accento sulla dimensione esterna delle nostre politiche e sul loro impatto sulle capacità di protezione e sviluppo dei paesi terzi.”

Il vicepresidente Frattini ha anche ricordato l'importanza per le politiche comuni in materia di immigrazione e asilo della proposta di regolamento sulla raccolta di statistiche relative alla migrazione e all’asilo, adottata recentemente. A questo proposito, il vicepresidente ha commentato: “Politiche efficaci devono basarsi su dati affidabili. La nostra conoscenza della situazione migratoria nell'Unione europea è attualmente frammentaria ed incompleta. La raccolta di dati statistici a livello di UE in questo campo migliorerà notevolmente la nostra capacità di concentrare gli sforzi nei settori in cui sono maggiormente necessari.”

L'adozione del "pacchetto di misure per i ricercatori", prevista per la fine di questo mese, consentirà di fare avanzare ulteriormente la politica migratoria dell'UE, introducendo misure volte ad agevolare l'ingresso e il soggiorno nell'UE di ricercatori qualificati. Il programma politico in materia di migrazione legale, un documento di più ampia portata che la Commissione intende adottare entro la fine del 2005, costituirà un importante ed ulteriore passo avanti verso la realizzazione di una strategia equilibrata.

Norme chiare e trasparenti in materia di rimpatrio

La proposta di direttiva recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente introduce norme comuni chiare e trasparenti riguardanti il rimpatrio, l'allontanamento, l'uso di misure coercitive, la custodia temporanea e il reingresso, che tengono pienamente conto del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone interessate.

La proposta è volta a stabilire un corpus di norme orizzontali, applicabile a qualsiasi cittadino di un paese terzo soggiornante illegalmente, e prevede una procedura in due fasi diretta a porre fine ad un soggiorno irregolare. Nei confronti del cittadino di un paese terzo soggiornante illegalmente deve essere presa una decisione di rimpatrio. Va data priorità al rimpatrio volontario e, solo se il cittadino in questione non intende rimpatriare volontariamente, gli Stati membri fanno rispettare l’obbligo di rimpatrio con un provvedimento di allontanamento. La proposta attribuisce una dimensione europea agli effetti delle misure di rimpatrio adottate nazionalmente, ponendo in essere un divieto al rientro sul territorio valido per l’insieme dell’Unione Europea

Un’agenda comune per l’integrazione

La comunicazione "Un’agenda comune per l’integrazione: Quadro per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi nell’Unione europea" è una prima risposta da parte della Commissione all'invito formulato nel programma dell'Aia ad istituire un quadro europeo coerente per l’integrazione. Facendo seguito all'adozione di principi fondamentali comuni per l'integrazione da parte del Consiglio giustizia e affari interni del 19 novembre 2004, i fondamenti della comunicazione odierna sono proposte di misure che diano attuazione concreta ai principi fondamentali comuni, oltre ad una serie di meccanismi di sostegno dell’UE.

Al fine di rafforzare l'applicazione dei principi fondamentali comuni, vengono proposte azioni che dovrebbero fornire orientamenti per le politiche di integrazione dell'UE e degli Stati membri. La comunicazione sottolinea inoltre l'importanza di chiarire ulteriormente i diritti e i doveri dei migranti nell’UE, di mettere a punto specifiche attività di cooperazione e sviluppare lo scambio di informazioni sull’integrazione, di includere l’integrazione in tutti i pertinenti settori politici e di procedere a valutazioni.

Rafforzamento della dimensione esterna della politica dell'UE in materia di migrazione e asilo

Le due comunicazioni sulla migrazione e lo sviluppo e sui programmi di protezione regionale rispondono all'invito contenuto nel programma dell'Aia a rafforzare la dimensione esterna delle politiche in materia di migrazione e di asilo.

Nella comunicazione sulla migrazione e lo sviluppo, la Commissione, in uno spirito di partenariato con i paesi d’origine, intende stabilire un nesso tra migrazione e cooperazione allo sviluppo, al fine di contribuire ad alleviare la povertà in tali paesi. La comunicazione propone una serie di orientamenti politici che dovrebbero contribuire a massimizzare le ripercussioni positive della migrazione sullo sviluppo dei paesi d'origine dei migranti. I migranti e i membri della diaspora possono offrire un importante contributo ai loro paesi d'origine attraverso le rimesse, le loro competenze e la loro esperienza e questo sia rientrando definitivamente nel loro paese, sia investendo o condividendo la loro esperienza con i loro compatrioti nel paese d'origine. La comunicazione formula orientamenti concreti per intensificare questo contributo.

Al tempo stesso, essa esamina anche le possibili soluzioni per limitare gli effetti negativi della fuga di cervelli, vale a dire l'"esodo" di operatori qualificati dai paesi in via di sviluppo. Mediante questo documento, la Commissione apporta un contributo estremamente concreto ad un dibattito che riveste sempre maggiore importanza a livello mondiale, in particolare al dialogo ad alto livello sulla migrazione e lo sviluppo, previsto per il 2006 nell’ambito dell’Assemblea generale dell’ONU.

Alla diminuzione costante del numero di domande d'asilo registrata in Europa negli ultimi anni non ha corrisposto una riduzione del numero di rifugiati a livello mondiale. È un dato incontestabile che la stragrande maggioranza dei rifugiati rimangono nelle loro regioni d'origine, in condizioni di estrema povertà e di dubbia sicurezza. È quindi importante assicurare che coloro che necessitano di protezione siano in grado di avere accesso, il più rapidamente possibile, alla protezione che risponda meglio ai loro bisogni. In uno spirito di compartecipazione e di responsabilità condivisa, i programmi di protezione regionale sono finalizzati ad aiutare i paesi terzi che ospitano grandi comunità di rifugiati, o che devono far fronte ad un numero elevato di richiedenti asilo, a rafforzare la loro capacità di protezione. Il primo programma pilota di protezione regionale sarà attuato nei nuovi Stati indipendenti occidentali, vale a dire in Ucraina, Moldova e Bielorussia. Il programma sarà incentrato sul rafforzamento della capacità di protezione già esistente, segnatamente offrendo un sostegno pratico per quanto riguarda l'esame delle domande d'asilo, il rafforzamento della protezione sussidiaria, l'integrazione e la documentazione. Tra le zone geografiche che potrebbero beneficiare del secondo programma pilota figurano la regione dei Grandi Laghi (Tanzania) e il Corno d'Africa.

Va inoltre ricordato che in luglio la Commissione ha adottato la prima relazione annuale relativa al meccanismo di monitoraggio e di valutazione, volta a determinare il livello di cooperazione dei paesi terzi nella lotta all’immigrazione clandestina. La relazione è stata presentata al Consiglio dell'UE al fine di valutare e migliorare la cooperazione in materia di immigrazione clandestina, in partenariato con i paesi terzi interessati.