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La Cassazione Alternative al carcere anche per gli irregolari
Publish Date : 29/03/2006 19:26:00   Source : stranierinitalia.it

Alternative al carcere anche per gli irregolari
Sentenza delle sezioni penali unite. Caritas: "Finora bloccati tutti i progetti presentati agli istituti di detenzione"
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ROMA - Anche i cittadini stranieri senza permesso di soggiorno detenuti nelle carceri italiane possono godere delle misure alternative al carcere, come ad esempio l'affidamento ai servizi sociali.

Lo hanno stabilito ieri le Sezioni Unite penali della Cassazione, confermando un'ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Sassari. Nel febbraio 2005, il tribunale aveva infatti accolto la richiesta avanzata da un detenuto marocchino privo di permesso di soggiorno, Alloussi Rabie, per essere affidato a una cooperativa di servizi sociali.

Il Procuratore generale della Corte di Appello di Sassari aveva presentato ricorso contro quella decisione, sostenendo che "le misure alternative alla detenzione sono inapplicabili allo straniero extracomunitario che si trovi in condizioni di clandestinità, data la radicale incompatibilità delle modalità di dette misure con le norme che regolano l'ingresso, il soggiorno e l'allontanamento dal territorio dello Stato delle persone appartenenti a paesi estranei all'Unione europea".

Di opinione diversa le Sezioni Unite della Cassazione, secondo le quali è legittimo accogliere la richiesta di Aloussi Rabie. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili solo tra qualche settimana, ma probabilmente la decisione dei giudici è in linea con pronunciamenti precedenti della prima sezione penale, che avevano dato il via libera alla concessione dei benefici carcerari agli immigrati irregolari.

In quei casi i giudici avevano notato che le misure alternative consentono, comunque, il controllo del ridotto spazio di libertà concesso. Queste misure sono inoltre giustificate dal principio del valore rieducativo della pena, che "non può essere a priori escluso nei confronti degli stranieri privi di permesso di soggiorno".

Caritas: "Sentenza modello"

La decisione della Cassazione è stata accolta con favore dalle organizzazioni umanitarie, anche perché potrebbe sbloccare una serie di progetti di rieducazione per i clandestini detenuti.

"Questa sentenza può diventare un modello per la giurisprudenza" commenta don Giancarlo Perego, responsabile immigrazione della Caritas, "il ricorso a pene alternative per gli immigrati permette di costruire percorsi di recupero significativi".

Il 30% dei detenuti è rappresentato da immigrati, che nella maggior parte dei casi non hanno residenza, familiari o risorse in Italia. Per questo motivo è molto difficile che accedano a misure alternative come la semilibertà o la detenzione domiciliare.

"Le organizzazioni di volontariato e le comunità sono quindi le uniche realtà alternative a cui possono far riferimento" sottolinea il responsabile immigrazione della Caritas, "finora tutti i progetti presentati in tal senso agli istituti di detenzione sono stati negati. La sentenza sblocca questa situazione".

(29 marzo 2006)