PARLAMENTO EUROPEO

Commissione per le libert civili, la giustizia e gli affari interni

Bruxelles, 30 marzo 2006

 

Relazione della delegazione della commissione LIBE

sulla visita ai centri di detenzione amministrativa di Malta

 

Relatore: Giusto CATANIA

 

1.         Svolgimento della visita

 

Una delegazione di 7 eurodeputati (vedasi lista allegata) si recata a Malta, a cui si sono aggiunti altri 2 eurodeputati maltesi gi presenti in loco (vedasi stessa lista).

Scopo della visita era la raccolta di informazioni e la verifica diretta della situazione di accoglienza dei richiedenti asilo e dei migranti nell'isola mediterranea, lo scambio di vedute con la societ civile e l'interlocuzione con le autorit governative.

Prima di visitare i centri, la delegazione si riunita per circa un'ora e mezzo con una serie di interlocutori di varia estrazione:

              Sig. Paul Portelli, Croce Rossa di Malta.

              Sig.Charles Buttigieg, Commissario per i rifugiati (organo indipendente nell'organico del ministero della giustizia e degli interni).

              Mon. Philippe Calleja, Emigrants' Commission.

              Dr Katrine Camilleri, Jesuit Refugee Service (ONG).

              Padre Alfred Vella della Good Shephard House. (ONG)

 

La delegazione si poi recata al Ministero della Giustizia e degli Affari Interni per incontrare il Vice Primo Ministro e Ministro degli Interni Tonio BORG, congiuntamente ad altre autorit maltesi: On. Carmelo Mifsud BONNICI, Segretario di Stato, dott. Charles DEGUARA, Segretario permanente, dott. John RIZZO, Commissario di Polizia, Colonnello Brian GATT, Comandante del Servizio di Detenzione, dott. Joseph SCERRI, Capo Segreteria, dott. Martin SCICLUNA, Consigliere sull'Immigrazione irregolare, dott. Mario CARUANA, Direttore del Dipartimento Policy Development.

La delegazione si in seguito recata presso il Ministero della Famiglia e della Solidariet per incontrare la Ministra Dolores CRISTINA insieme ai suoi collaboratori, dott. Bryan Magro,

Policy Coordinator, dott. Alexander Tortell, consigliere, Marija Schranz, coordinatrice della comunicazione.

 

La delegazione si poi recata in visita a tre centri di detenzione per immigrati e richiedenti asilo: per oltre quattro ore la delegazione ha compiuto una visita minuziosa dei centri di detenzione di Safi, Hal Far e Lyster Barracks ed ha infine rilasciato una conferenza stampa.

La delegazione stata accompagnata nei centri da due giornalisti.

La visita ha avuto un'ottima copertura da parte dei media, con numerose prime pagine di giornali maltesi.

 

2.         Quadro della legislazione maltese

 

Dall'incontro con le autorit e con le organizzazioni non governative emerso il quadro seguente:

 

- Entrare illegalmente a Malta non e' un reato penale, ma l'ingresso illegale un reato amministrativo che prevede la detenzione in attesa di rimpatrio. Fino al 2005 la detenzione amministrativa a Malta era indefinita. Il Ministro Borg ha fatto parte la delegazione della sua sorpresa all'arrivo al ministero per aver trovato migranti chiusi nei centri da oltre cinque anni. La media era di 22-24 mesi. Dal 2005 la durata massima della detenzione stata fissata a 18 mesi. Per i detenuti richiedenti asilo in attesa di appello, il massimo di 12 mesi. Entrambe le autorit e le ONG hanno ammesso che, a causa delle risorse limitate, possono passare anche 7-8-9 mesi prima che un richiedente asilo venga convocato per l'intervista con il Commissariato per i rifugiati maltese, anche nel caso di gruppi particolarmente sensibili (come i provenienti da paesi in guerra).

 

- Una volta espirato il periodo di 18 mesi di detenzione, gli immigrati e i richiedenti asilo sono trasferiti nei centri "aperti". Oltre 800 richiedenti asilo a cui stato rifiutato lo status di rifugiato risiedono nei centri aperti. Essi non hanno diritto al permesso di lavoro.

 

- A Malta esistono quattro centri "aperti", gestiti dal governo e sei centri chiusi, i tre grandi gestiti dall'esercito e i tre pi piccoli dalla polizia. Il responsabile di tutti i centri chiusi un colonnello dell'esercito. I centri aperti sono 14 e sono gestiti dalla Chiesa e da alcune ONG, su mandato del Ministero della Solidariet e della famiglia.

 

3.         Incontro con le ONG

 

All'incontro con le ONG ha partecipato anche il Commissariato per i Rifugiati, che non l'UNHCR, ma un organo maltese che dipende dal ministero della giustizia e che ha il compito di determinare lo status dei richiedenti asilo e il responsabile della Croce Rossa. I due esponenti della ONG Jesuit Refugee Service hanno parlato di condizioni "primitive" nei centri, dove le persone sono obbligate a vivere per lunghi mesi con risorse limitate. La stessa organizzazione ha chiesto di trovare alternative pi rispettose di queste persone. L'esponente del Jesuit Refugee Service ha anche spiegato, e la delegazione ne ha avuto testimonianza dai migranti stessi, che alcune persone restano in detenzione oltre i 18 mesi, anche se ci viola la stessa legge maltese. La liberazione dopo 18 mesi non e' quindi automatica e spesso possono passare alcuni mesi prima che essa avvenga. In particolare la detenzione mantenuta oltre i 18 mesi, qualora il migrante non cooperi, rifiutando di vedere il console del suo paese.

 

Particolarmente grave la situazione dei gruppi vulnerabili: le ONG hanno affermato che minori, disabili e donne incinta, sono liberati, ma la procedura burocratica lunga e spesso restano per alcuni mesi nei centri chiusi, insieme agli altri detenuti. Non esiste una procedura scritta per spiegare come sono identificate le persone vulnerabili.

 

Alla delegazione anche stato detto che non si pu fare appello contro la lunghezza della detenzione.

 

Sui centri di detenzione, gli esponenti della Commissione per i migranti hanno affermato che molti dei centri erano stati creati per contenere materiali e non persone. La maggior parte dei presenti ha affermato che nei centri non sono rispettati i diritti umani.

Il Commissario per i rifugiati ha spiegato che quando i richiedenti asilo arrivano nei centri non sono intervistati, ma ricevono un formulario da compilare in inglese. Nessun responsabile n di ONG n del governo aiuta i migranti in questa prima fase. La seconda fase, l'intervista, avviene normalmente dopo molti mesi dall'arrivo nel centro. Quando si verificano afflussi massicci, spesso non si riescono a garantire gli interpreti neanche in questa fase.

Nessuna delle ONG presenti ha potuto fare un quadro chiaro delle cifre, ma tutti hanno lamentato le ridotte capacit di accoglienza di un piccolo stato come Malta.

Le ONG hanno inoltre sottolineato che le statistiche ufficiali non tengono conto dei migranti respinti alla frontiera e in particolare all'aeroporto.

 

4.         Incontro con le autorit maltesi

 

Il Ministro Borg ha incentrato il suo intervento sulle difficolt di un paese come Malta, di 316 kmq e con una popolazione di 400.000 persone, nel far fronte al flusso di migranti e richiedenti asilo che arrivano sull'isola.

Nel 2005 sono sbarcate 1822 persone, 1388 nel 2004, 502 nel 2003, 1686 nel 2002 e 57 nel 2001. La maggior parte dei migranti sono originari del Corno d'Africa.

La media di arrivi annuali corrisponde al 45% del tasso annuale di nascite a Malta. Un arrivo irregolare a Malta equivale, in termini di popolazione, a 140 arrivi in Italia, a 150 in Francia , a 205 in Germania. Sulla base della grandezza del paese, i numeri sono ancora pi alti: 1 immigrante sarebbe pari a 953 in Italia e 1129 in Germania.

 

Proprio a causa della dimensione del fenomeno, il governo maltese si detto costretto ad attuare una politica di detenzione, appellandosi ad un "diritto dei maltesi di proteggersi".

 

Il Ministro ha affermato "che almeno 400 migranti, ma verosimilmente 600 o 700, sono morti in mare l'estate scorsa.

 

Il Ministro Borg ha chiesto all'Unione europea di attuare una politica di "burden sharing", di ripartizione degli oneri, per aiutare Malta. Molte aspettative sono anche riposte nel futuro "fondo di emergenza", promesso dal Commissario Franco Frattini, per far fronte ai flussi massicci di migranti. Il Ministro ha anche chiesto maggiore cooperazione da parte degli altri Stati membri dell'UE al fine di accogliere alcuni dei rifugiati sul loro territorio ("resettlement"), come hanno fatto Paesi Bassi e Germania, seppur in misura limitata (30 in Olanda e 20 in Germania, probabilmente futuri 10 in Irlanda).

 

Il Ministro ha auspicato una deroga all'applicazione del regolamento Dublino II, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda d'asilo presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo, per sollevare Malta dal peso dell'alto numero di richiedenti asilo, in un'isola cos piccola e densamente popolata.

 

Il Ministro ha anche auspicato l'estensione dei canali di immigrazione legale in Europa e la possibilit per chi riceve protezione a Malta, ma non vi trova lavoro,di spostarsi all'interno dell'UE.

 

Per quanto riguarda la politica di rimpatrio, il Ministro Borg chiede all'Unione europea di sviluppare nuovi accordi di riammissione, ancora meglio se inseriti negli accordi di cooperazione allo sviluppo dei paesi terzi e continuare con la politica dei voli congiunti per rimpatriare gli immigrati illegali e le persone a cui e' stata respinta la domanda di asilo.

 

Il governo maltese ha stabilito un dialogo con le autorit libiche per coordinare gli interventi di contrasto all'immigrazione clandestina.

 

Alla domanda di un membro della delegazione a proposito dei rimpatri volontari, il Ministro Borg ha risposto che ce ne sono molto pochi, principalmente per il fatto che i migranti e richiedenti asilo provengono da zone martoriate come l'Eritrea, il Sudan, la Somalia, dove non vogliono tornare.

 

Per quanto riguarda la detenzione, il ministro ha parlato di condizioni di emergenza. Nel documento distribuito alla delegazione il governo maltese dice di "essere impegnato a riempire i propri obblighi nell'affrontare il problema umanitario, garantendo un'accoglienza dei richiedenti asilo che rispetti gli standard internazionali, nei limiti delle proprie risorse economiche".

 

Il Ministro ha informato la delegazione che proprio il giorno primo stata organizzata la prima visita collettiva nei centri chiusi per i giornalisti.

 

Il Ministro ha affermato che il 55% delle domande di asilo ricevono una risposta positiva, anche se la maggior parte non comporta la concessione dello status di rifugiato, ma solo una protezione umanitaria temporanea.

 

Successivamente, la delegazione ha incontrato la Signora Ministro Dolores Cristina, responsabile del ministero per gli affari sociali e la famiglia. Tale ministero esiste da 20 mesi e la sua responsabilit interviene soprattutto al momento della liberazione degli immigrati, che passano dai centri "chiusi" a quelli "aperti". Il Ministro ha lamentato un grave problema di alloggi per queste persone. Il Ministro ha parlato delle condizioni di accoglienza per i minori e per le persone vulnerabili, che vengono liberati in tempi brevi e condotti nei centri aperti. Il rincrescimento espresso dal Ministro la mancata integrazione delle persone nei centri aperti, che vivono in "ghetti", molto isolati, in localit dove, a fronte di un centro di 400 persone, vivono solo 3000 abitanti. Molti dei migranti, si detto, non si vogliono integrare, perch la loro destinazione finale non Malta. I centri aperti sono dati in appalto a organizzazioni private. Nei centri aperti si trovano le seguenti categorie di persone:

-rifugiati
- persone che beneficiano della protezione umanitaria
- richiedenti asilo a chi stato negato lo status di rifugiato e che hanno fatto appello
- richiedenti asilo rifiutati e rilasciati dopo i 18 mesi di detenzione
- immigrati economici illegali.

Il permesso di lavoro viene dato solo ai rifugiati, tutti gli altri non lo ottengono e spesso rientrano in spirali di criminalit e prostituzione.

Il problema pi grande l'offerta di servizi sociali nei centri chiusi, che sono gestiti da polizia e esercito. Il ministro ha detto di aver visitato i centri e di aver dato dei suggerimenti per migliorare la situazione e ha definito la vita nei centri "difficile per i migranti e anche per le guardie".

Il Ministro ha ammesso un problema di mancanza di informazione nei centri "chiusi". Il diritto a richiedere asilo dovrebbe essere spiegato meglio ai migranti. C' anche reticenza da parte dei migranti stessi nell'ammettere nazionalit, lingua, provenienza.

Il Ministro ha anche affermato che le autorit consolari hanno accesso ai centri, ma i richiedenti asilo spesso rifiutano di incontrarli.

Il Ministro ha lamentato l'increscioso aumento di fenomeni razzisti nella popolazione di Malta. La crisi ha fatto aumentare sentimenti di intolleranza.

Infine il Ministro Dolores Cristina ha affermato la natura bipartisan della politica attuata dal governo in materia di immigrazione.

5.   Visita ai centri di detenzione amministrativa

Il Comandante del Servizio di Detenzione, Colonnello Brian GATT, ha presentato alla delegazione la situazione nei centri di Malta. Nei quattro centri sono transitate dal 2002 circa 5583 persone. Il giorno della visita erano presenti 1017 persone, di cui 66 donne e 6 bambini, suddivise nel modo seguente:

-374 al centro Safi e Hal Far
- 452 al centro Lyster Barracks
- 116 nel centro Floriana
- 75 nel centro Ta'Kandja.

I dati presentati dal Colonnello non includono il centro dell'aeroporto.

I migranti e richiedenti asilo provengono principalmente da Sudan, Eritrea, Costa d'Avorio, Etiopia, Nigeria, Somalia. Molti di loro hanno la scabbia, la TBC o sono sieropositivi e non vengono rilasciati per paura che infettino al popolazione maltese. Il Comandante ha dichiarato che un medico visita i migranti tre volte alla settimana.

A.  Centro SAFI

Condizioni del centro

Il Centro SAFI si trova all'interno di una caserma ed gestito dai militari. Il centro maschile. All'interno del comprensorio si trovano vari edifici. Il centro di detenzione ha una capacit ufficiale di 270 letti. Il blocco di cemento si erge su due piani ed una vera e propria gabbia. Nel perimetro del centro e' compresa una zona esterna di pochi metri quadrati, circondata da filo spinato. Il centro fatiscente, molte finestre sono senza vetri e non c' riscaldamento.

I due piani sono divisi in grandi camerate, in ognuna delle quali dormono fino a venti persone in totale promiscuit, e un corridoio stretto esterno, circondato da una rete. Ad ogni piano c' un cancello. Nei letti mancano le lenzuola e i materassi sono rotti e sporchi.

Un'ora d'aria al giorno, se non ci sono problemi nel centro, altrimenti l'ora sospesa.

Le condizioni igieniche sono intollerabili. Le docce sono rotte, senza acqua calda. I servizi senza porte e in uno stato di assoluto degrado. Ovunque c' spazzatura.

I detenuti ricevono i pasti nelle camerate, all'interno di grandi recipienti, nei quali devono mangiare tutti insieme, senza posate e senza piatti.

I detenuti sono responsabili della pulizia del centro e della biancheria. Ad ogni persona vengono dati una saponetta, uno shampoo e un dentifricio al mese, oltre a del sapone per i panni. Ogni due mesi ricevono una carta telefonica di 2 lire maltesi, equivalente a meno di 5 euro.

La delegazione ha visitato anche il nuovo centro, che dovrebbe sostituire presto quello attuale.

Le testimonianze dei migranti

I migranti sono apparsi stremati dalle condizioni di vita nel centro, dalla lunghezza del periodo di detenzione, dalla noia del non fare niente. La delegazione stata accolta da grida di gioia e di protesta, da cartelli che inneggivano alla libert, alle condizioni disumane, alle aspettative verso l'intervento dell'Europa davanti al dramma di queste persone, all'ingiustizia della loro detenzione. Da mesi organizzano proteste, scioperi della fame, fughe dimostrative.

La delegazione ha potuto intervistare numerose persone. Le critiche ricorrenti, condivise anche dai detenuti degli altri due centri visitati dalla delegazione, hanno riguardato:

- il periodo di detenzione: troppo lungo,"per chi non ha commesso alcun crimine", per alcuni addirittura oltre i 18 mesi consentiti,

- il periodo troppo lungo prima di ottenere un'intervista con il commissariato dei rifugiati, fino a 9 mesi,

- la mancanza di informazioni sulla loro situazione giuridica,

- la non presenza delle ONG,

- le condizioni di vita: il cibo sempre uguale (riso, patate, spaghetti) e di pessima qualit, la condizione inaccettabile dei servizi igienici, insufficienti e in totale violazione della privacy, lo sporco, i pochi vestiti, il freddo, la mancanza di acqua calda,

- l'obbligo per i migranti di pulire loro stessi il centro,

- la noia e l'inedia di trascorrere intere giornate senza fare niente, senza attivit ricreative (secondo i migranti solo molto raramente stato concesso di uscire per giocare a calcio), senza possibilit di ricevere libri o carta e penna,

- la mancanza di cure mediche adeguate, con le visite insufficienti e brevissime dei dottori, le medicine scadute (alla delegazione sono state consegnate delle scatole di medicine scadute), la lamentela che tutte le malattie siano curate con il "Panadol".

Un ragazzo della Costa d'Avorio ha dichiarato di essere nel centro da 20 mesi, un altro del Congo da 19 mesi. Un altro ragazzo, che proveniva dal Darfur ha dichiarato di essere in attesa di un'intervista da 8 mesi, mentre ad un altro ragazzo del Darfur era stata rifiutata la richiesta di asilo "perch nel Darfur la situazione sta lentamente migliorando"[1]. Qualcuno ha anche detto di essere stato picchiato. Alcuni migranti hanno raccontato che alcuni residenti nel centro sono stati portati via perch considerati impazziti.

La delegazione ha anche ricevuto una lettera da dieci persone detenute nel centro "Floriana", gestito dalla polizia. I migranti lamentano di trovarsi in condizione di detenzione da oltre 18 mesi. La loro affermazione suffragata dal rispettivo numero di matricola, che porta la data del 2004.

B.  Centro HAL FAR

Condizioni del centro

Il centro di Hal Far diviso in due grandi gabbie ed solo maschile. Ognuna delle due parti ha un cortile esterno, la "gabbia" e una zona interna, divisa in camerate da circa 20 persone. Anche qui condizioni fatiscenti. All'esterno le fognature sono rotte, l'acqua esce e nuvole di zanzare sovrastano il cortile. I bagni sono in condizioni pietose, ci sono topi morti e topi vivi che fanno da "animali domestici".

Le testimonianze dei migranti

La delegazione accolta al grido di "freedom, freedom". Altri striscioni con le scritte: "Genocidio in Darfur, detenzione a Malta", "Dio giudicher Malta per quello che fa ai migranti", "Non siamo criminali, non siamo animali", "EU liberaci dalle nostre catene" e molti altri. Questo centro apparso quello in cui i migranti hanno meglio organizzato la loro attivit di protesta.

Gi immigrati hanno nominato un portavoce che ha illustrato le condizioni di vita, della Sierra Leone e l era attivista per i diritti umani. Le dichiarazioni coincidono con quelle dei migranti del centro di Safi. Ad Hal Far c sono molti malati che vivono nelle camerate con gli altri: uno con la gotta, un sudanese ha l'asma e gli hanno dato un prodotto scaduto, che un campione gratuito italiano. I malati gravi sono a letto nel centro insieme agli altri, in particolare stato segnalato il caso di un diabetico, che, poich non curato nel modo adeguato, rischia la cecit.

Viene confermata dai migranti e dal Colonnello GATT l'assenza delle ONG nel centro.

I migranti chiedono di poter fare qualcosa e non restare nell'inedia. Un eritreo attende da 9 mesi l'intervista con il Commissario per i rifugiati. Un etiope dice di appartenere al partito dell'opposizione ed ricercato in Etiopia, sta aspettando da oltre un anno la risposta alla sua domanda di asilo. Molti hanno mostrato il documento di rifiuto della domanda di asilo.

Alcuni migranti hanno mostrato le foglie di eucalipto per curare il mal di testa. Anche qui, medicine scadute.

Alcuni dei ragazzi incontrati nel centro hanno dichiarato di essere minorenni.

Nel secondo complesso, i residenti si sono messi in fila per mostrare alla delegazione il documento di rifiuto dell'asilo. Uno dei documenti allegato al rapporto (vedi allegato II). Persone provenienti dal Darfur hanno ricevuto una risposta negativa perch "avrebbero potuto spostarsi in zone pi sicure del loro paese". Un ragazzo sudanese ha lasciato alla delegazione la copia del suo diploma di laurea in "scienze della produzione animale". Aspetta da mesi la risposta alla domanda di asilo. Un altro ragazzo congolese, dice di essere nel centro da 24 mesi. Il portavoce dei migranti ha anche consegnato una lettera di spiegazione delle condizioni in Darfur.

Sono state consegnate ai deputati alcune lettere in cui i migranti raccontavano la loro esperienza.

C.  Centro LYSTER BARRACKS

Condizioni del centro

Il centro gestito dai militari e accoglie fino a 230 persone. In aggiunta sono state montate molte tende che accolgono i migranti all'esterno. In ogni tenda ci sono circa venti letti e un piccolo calorifero soltanto. Alcuni letti fungono da armadi, perch lo spazio esiguo.

Nel centro vero e proprio le condizioni di vita sono spaventose. Uomini e donne vivono insieme in spazi ristrettissimi. In una camera convivono due coppie sposate, che dormono ognuna in un letto singolo e due ragazze sole. La delegazione ha incontrato donne incinta al quarto mese e una donna anziana. All'entrata del centro c' una prigione per i migranti colpevoli di qualche manchevolezza. Uno di loro un disabile sordo muto, accusato di aver picchiato al moglie. Ci sono solo due WC funzionanti per oltre cento persone. I migranti hanno organizzato turni di pulizia. Le condizioni igieniche e la promiscuit sono intollerabili. Le donne non ricevono gli assorbenti igienici.

Anche qui medicine scadute, cibo scadente, impossibilit di uscire. In questo centro non nemmeno prevista una zona esterna.

Le testimonianze dei migranti

I membri della delegazione sono stati spinti, sia dalle autorit militari, sia dai migranti stessi a visitare completamente il centro, anche se inizialmente questa visita non era stata prevista dalla delegazione. I migranti hanno lamentato le condizioni di cui sopra e in particolare le condizioni delle donne, alcune delle quali incinta del quarto mese. Altri hanno affermato di essere ammanettati per andare all'ospedale. A questo proposito il Colonnello GATT ha risposto che troppe volte i migranti hanno cercato di evadere durante gli spostamenti in ospedale.

6.         Osservazioni del relatore Giusto CATANIA

 

La situazione dei centri di detenzione amministrativa di Malta inaccettabile per un paese civile e non sostenibile per l'Europa che si dichiara la patria dei diritti umani.

La condizione dei centri maltesi peggiore di altri visitati dalle varie delegazioni della Commissione per le libert civili, la giustizia e gli affari interni ma la drammaticit della questione da ricercare nella natura della detenzione amministrativa temporanea che causa, in s, di violazione dei diritti umani.

I centri di permanenza temporanea sono luoghi giuridicamente inaccettabili, infatti per una violazione amministrativa (ingresso irregolare in un Paese o la scadenza di un permesso di soggiorno) prevista una sanzione carceraria che alcune volte, come nel caso di Malta, di gran lunga peggiore del normale regime carcerario.

Per questo motivo, e anche per l'inefficacia che tali strumenti hanno mostrato per il contrasto all'immigrazione irregolare e per il riconoscimento dei migranti, i centri di detenzione temporanea sono da considerare luoghi inaccettabili.

Per queste ragioni andrebbero chiusi, ci sarebbe il primo atto per ripensare concretamente un'altra modalit di accoglienza.

La visita ha confermato la necessit che le politiche sull'immigrazione nella sua complessit debbano diventare, al pi presto possibile, oggetto di materia comunitaria.

 

7.         Conclusioni

 

La delegazione stata particolarmente colpita dalla durezza delle condizioni di detenzione nei centri visitati e dalla negazione di fatto del diritto di asilo.

La delegazione si anche resa conto delle difficolt incontrate dal governo maltese nella gestione del flusso di migranti e richiedenti asilo, particolarmente importante, considerata la superficie e la popolazione di Malta.

La delegazione anche cosciente che Malta costituisce la frontiera meridionale dell'UE e che l'Unione europea dovrebbe intervenire in sostegno a Malta, per far fronte all'emergenza umanitaria, cos come richiesto dalle stesse autorit maltesi.

 

1.         La delegazione chiede pertanto al governo maltese:

 

- di accogliere i richiedenti asilo in centri aperti e non chiusi;

- di valutare caso per caso, come richiesto dalla Direttiva 2003/9, eventuali misure restrittive della libert;

- di ridurre significativamente i tempi di detenzione;

- di applicare in modo pi rigoroso la Direttiva 2003/9, recante norme minime relative all'accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri, in particolare gli articoli 5, 6, 7, 11, 12, 13 della Direttiva. In particolare appaiono violati gli articoli:

- 7, paragrafo 1 in cui si legge "L'area assegnata non pregiudica la sfera inalienabile della vita privata e permette un campo d'azione sufficiente a garantire l'accesso a tutti i benefici della presente direttiva";

- 14, 1 paragrafo, b) in cui si afferma che i richiedenti asilo devono stare "in centri di accoglienza che garantiscano una qualit di vita adeguata";

- di intensificare gli sforzi amministrativi, al fine di ridurre i tempi troppo lunghi di attesa per l'esame delle domande di asilo, considerando che il diritto di asilo inalienabile e non pu essere subordinato a considerazioni economiche.

 

2.         La delegazione chiede ai governi degli Stati membri di accogliere, su base volontaria nel breve periodo, e con regole comuni a livello europeo nel medio periodo, un certo numero di rifugiati, per sollevare Malta dal grave peso a cui attualmente deve far fronte.

 

3.         La delegazione chiede alla Commissione europea di considerare una revisione della Convenzione di Dublino, per tenere conto delle specificit di piccoli paesi come Malta, che devono fare fronte a dei flussi ingenti di richiedenti asilo, prendendo in considerazione la possibilit di introdurre meccanismi di "burden sharing" fra gli Stati Membri.


Brussels, 22 March 2006

Programme

Visit to Malta

 

Thursday 23 March

 

18.40 h: Departure by bus from EP

20.10 h: Flight from Brussels to Malta (Flight Air Malta )

22.50 h: Arrival in Malta

 

Night in the Hotel Le Meridien Phoenicia (Valletta)

 

Friday 24 March

 

09.30 h: Meeting with NGOs - Hotel Phoenicia, Valletta

11.00 h: Departure Hotel

11.15 h: Meeting with the Vice-Prime Minister and Minister of
Interior Mr Tonio BORG other Maltese authorities

-Auberge d'Aragon Valletta

12.30 h: Minister Dolores Cristina, Minister for the Family and

Solidarity - Palazzo Ferreria Valletta

14.00 h: Lunch in Valletta

15.00 h: Departure from Valletta

15.45 h: Visit to the SAFI BARRACKS close centre in Safi

17.30 h: Visit to the HAL FAR close centre

19.00 h: Visit to the LYSTER BARRACKS close centre

20.00h: Departure to Valletta

20.15 h: Press conference in the Hotel Le Meridien Phoenicia

21.30 h: Dinner hosted by the Secretary of State

Night in the Hotel Le Meridien Phoenicia (Valletta)

 

Saturday 25 March

 

Free flights !

or

15.50 h: Flight from Malta to Brussels

19.00 h: Arrival in Brussels


PARTICIPANTS:

 

Members

 

1) Stefano ZAPPALA (PPE), Italy, Vice-President of the Committee and Head of the delegation

2) Patrick GAUBERT (PPE), France, Vice-President of the Committee

3) Martine ROURE (PSE), France

4) David CASA, (PPE), Malte

5) Giusto CATANIA (GUE), Italy

6) Romano LA RUSSA (UEN), Italy

7) Kyriacos TRIANTAPHYLLIDES (GUE), Cyprus

 

MEP present in MALTA

 

1) Simon BUSUTTIL (PPE)

2) Louis GRECH (PSE)

 

LIBE political advisors

 

1) Adam ISAACS (PPE)

2) Annie LEMARCHAL (PSE)

3) Chiara TAMBURINI (GUE)

 

LIBE Secretariat

 

1) Cristina Castagnoli

 

EP Office in Malta

 

1) Saviour GRECH

 

Interpreters

 

Covering EN - FR - IT

1) ) Mme Agnes BERNARD (Team leader)

2) Mme Annalisa VENTURI

3) Mme Fabienne GIULIANI

4) Mme Manuela PAEFFGEN CERRE

 

 

 

 

 

Contact numbers for organisational details:

 

Cristina Castagnoli

Before 23 March: 0032-477.31.29.36

During the Mission 23/25 March: 0032 -498.98.35.93

 

EP Office in Malta, Mr Saviour GRECH

00356-99 28 48 25 or 00356-21 23 50 71/5

 

 

Accommodation

 

Le Meridien Phoenicia, The Mall, Floriana, Valletta, VLT 16, Malta

Tel: +356 2122 5241
Fax: +356 2123 5254
Web site: phoenicia.lemeridien.com

 



[1] In inglese nel testo della lettera del Commissario per i rifugiati: "the situation in Darfur is slowly improving".