Articolo del 01/12/2006
Ricongiungimenti familiari e carta di lungo-soggiorno: con due decreti legislativi recepite le direttive europee del 2003
Razionalizzata la normativa per far entrare in Italia figli e genitori di immigrati. Per la Carta di soggiorno si passa da sei a cinque anni


Il Consiglio dei Ministri ha approvato, nella seduta di venerdì 1° dicembre, due decreti legislativi di attuazione delle direttive comunitarie su i ricongiungimenti familiari e il soggiorno lungo per gli immigrati extracomunitari.

Il decreto  sui ricongiungimenti familiari si compone di quattro articoli. Modifica o integra le disposizioni del decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell´immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) che disciplinano i ricongiungimenti familiari. Si aggiunge, inoltre, nel medesimo provvedimento legislativo, un articolo aggiuntivo concernente il ricongiungimento familiare dei rifugiati.

La nuova disciplina incide su alcune condizioni che limitavano o appesantivano ingiustificatamente l´esercizio del diritto del ricongiungimento. Non è previsto, invece, l´ampliamento delle categorie di familiari per i quali è possibile chiedere il ricongiungimento.

 Tra le novità più importanti:

  • non è più prevista per i figli minori la condizione di familiari “a carico”, potendosi tale requisito considerare implicito.
  • la condizione della minore età prevista per il ricongiungimento è esplicitamente riferita al momento della presentazione della domanda, in modo da non addossare agli interessati le conseguenze di eventuali ritardi.
  • per i figli maggiorenni non è più richiesta l´invalidità totale bensì l´impossibilità di provvedere, in maniera permanente, alle proprie indispensabili esigenze di vita in ragione del loro stato di salute.
  • relativamente al ricongiungimento dei genitori è stata eliminata la necessità dell´accertamento dell´esistenza o meno di altri figli nel Paese di origine, limitandosi a richiedere soltanto la mancanza di un adeguato sostegno familiare.

Con il secondo decreto i cittadini stranieri otterranno lo Status di soggiornante di lungo periodo con una permanenza regolare in Italia di almeno 5 anni, da dimostrare con permesso di soggiorno in corso di validità, contro i 6 anni previsti finora. Il cittadino dovrà anche dimostrare di percepire un reddito minimo non inferiore all'importo di un assegno sociale annuo.
Il permesso di lungo periodo è a tempo indeterminato e rilasciato entro 90 giorni dalla richiesta. Può essere revocato per acquisto fraudolento, espulsione, pericolosità per l'ordine pubblico, assenza dal territorio dell'Unione Europea per 12 mesi consecutivi, o dopo 6 anni di assenza dal territorio nazionale.
Il "lungo soggiornante" potrà entrare in Italia senza visto, pur proveniendo da Paesi per i quali è richiesto, e circolare liberamente. Vengono subordinate all'effettiva residenza dello straniero sul territorio nazionale le prestazioni di assistenza e previdenza sociale, quelle relative a erogazioni in ambito sanitario, scolastico e sociale, lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa subordinata o autonoma non espressamente vietata al cittadino.