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Lunedì 11 Dicembre 2006 Chiudi chiudi finestra
di CORRADO GIUSTINIANI

ROMA - Due ore e mezza di ascesa sino in cima alla Rocca Bianca, con le racchette che rompevano la neve intonsa. Settecento metri di dislivello, fino a quota 2.200. Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, ha eliminato come altre volte in Val Germansca le tossine accumulate in settimana e fa il punto su come affrontare i problemi dell’immigrazione.
Quando finirà l’”operazione flussi” del 2006?
«Prevediamo che entro febbraio-marzo del prossimo anno gli sportelli unici rilasceranno i nullaosta all’ingresso in Italia per tutti i 520 mila lavoratori dei due decreti flussi di quest’anno. Altri due mesi e i consolati completeranno i visti. Poi, entrati in Italia, i lavoratori ammessi firmeranno il contratto di soggiorno e daranno le impronte digitali. Operazione, naturalmente, che per le prime pratiche lavorate è già iniziata».
Una procedura lunga e ipocrita, perché in realtà i lavoratori coinvolti sono in Italia fin dall’inizio...
«Già, ed è inammissibile che famiglie e imprese debbano aspettare un anno intero per assumere in piena regola la persona di cui hanno bisogno. E’ un sistema che fa acqua da tutte le parti, e lo cambieremo all’inizio del 2007».
Come?
«Per un governo flessibile dell’immigrazione, credo ci vogliano due requisiti: flussi quantitativamente realistici e una pluralità di strumenti. Non mi oppongo alle liste di collocamento presso i consolati esteri, anche se vedo questi uffici molto in affanno. Ma ci vorrà anche la previsione di sponsor istituzionali e individuali, che diano una ”chance” al lavoratore straniero. Infine, punto sempre sul permesso di soggiorno per ricerca di lavoro».
La cosiddetta ”autosponsorizzazione” che non piace ad Amato perché teme che sia un canale utilizzato dalla delinquenza?
«Continuerò a battermi per dimostrare che al contrario questa è una misura securitaria. Funzionerebbe così: uno straniero che voglia cercare lavoro in Italia, aprirà un conto con gli euro necessari a mantenersi da noi per un certo periodo, soldi che eviterà così di pagare ai vari mediatori e trafficanti. Appena entra in Italia gli verranno prese le impronte digitali. Ecco una garanzia: oggi le impronte vengono date solo quando si firma il contratto di soggiorno. Chiunque, invece, continua a entrare da turista e poi resta come clandestino: funziona così il modello securitario?»
Quanti lavoratori dovrebbero entrare, in questo modo?
«Anche solo il 10 per cento degli ingressi previsti. L’importante è sperimentare, apportando poi delle modifiche in base a quello che l’applicazione ha suggerito. Dobbiamo favorire ad ogni costo l’incontro diretto, alla luce del sole, fra domanda e offerta di lavoro. Il buon senso ci dice poi che è tempo di varare un’altra misura».
Quale?
«Una regolarizzazione. Siamo intervenuti modificando l’articolo 18 del Testo Unico sull’immigrazione, colpendo i caporali e altri sfruttatori con 9 mila euro di sanzione per ogni lavoratore reclutato illegalmente e pene fino a 8 anni di reclusione. Adesso dobbiamo dare un’opportunità a chi non abbia potuto fare domanda di decreto flussi. Primi fra tutti gli anziani, che in qualche caso la badante potrebbe denunciare proprio in base all’articolo 18. Noi vogliamo lottare contro la clandestinità, e i clandestini sono ancora centinaia di migliaia».
Qualcuno dice: Ferrero sbraita tanto ma poi ottiene poco. Sull’immigrazione, come sulla droga.
«Più semplicemente, voglio che il programma del Centro-sinistra sia messo in pratica. Credo di essere riuscito, in questi mesi, a rivelare l’inganno della Bossi-Fini. Anche per le misure sulla droga la partita è tutt’altro che chiusa. I bilanci li farei alla fine».