La tutela dei diritti fondamentali dei migranti: verso una nuova legge sullĠimmigrazione  

 

Palermo 16 dicembre 2006

Facoltˆ di Giurisprudenza, Via Maqueda, 172

 

 

Il convegno, realizzato in collaborazione tra la Facoltˆ di Giurisprudenza, il Dipartimento studi su politica, diritto e societˆ dellĠUniversitˆ di Palermo, lĠASGI ( Associazione studi giuridici sullĠimmigrazione), e lĠ ENAR ( Network europeo contro la discriminazione razziale) , ed al quale hanno partecipato oltre cento persone, tra studenti, operatori, ricercatori ed avvocati, ha affrontato le diverse prospettive, oggi in discussione, di una nuova legge sullĠimmigrazione. Nella seconda parte del convegno i diversi interventi si sono rivolti alle prassi applicative ed alla difesa legale, con particolare riferimento alla tutela dei diritti dei migranti alle frontiere marittime e terrestri, alla protezione dei lavoratori stranieri irregolari ed alle questioni dei minori non accompagnati e dei richiedenti asilo.

Nella presentazione introduttiva del convegno Fulvio Vassallo Paleologo (Universitˆ di Palermo) ha sottolineato lĠesigenza che le prossime riforme legislative tengano conto del fallimento sostanziale dei precedenti tentativi di legislazione in tema di immigrazione ed asilo, avvertendo anche come il legislatore negli ultimi interventi del 2004 abbia disatteso i richiami della Corte Costituzionale, che aveva rilevato numerosi profili di incosttuzionalitˆ nella disciplina dei respingimenti e delle espulsioni, perno della legge n.189 del 2002 ( cd. Legge Bossi-Fini). Il relatore ha quindi proposto un rigoroso rispetto dellĠart. 2 del T.U. n.286 del 1998, che riconosce i diritti fondamentali di tutti i migranti, anche se privi di permesso di soggiorno, avvertendo al riuardo lĠesigenza di un assoluto rispetto delle prescrizioni costituzionali e delle Convenzioni internazionali, come la Convenzione europea a salvaguardia dei diritti delĠuomo e la Convenzione di New York del 1990, a protezione dei diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie (che integra la normativa esistente nelle Convenzioni OIL n. 97 del 1949 e n. 143 del 1975). Secondo lo stesso relatore, solo a partire da un ridimensionamento della discrezionalitˆ amministrativa, sarˆ possibile procedere ad un effettivo riconoscimento dei diritti fondamentali della persona umana, come diritti sovraordinati rispetto alle norme di controllo degli ingressi e del soggiorno dei migranti. Non si pu˜ tollerare in altri termini che il contrasto della clandestinitˆ, condizione imposta e non scelta dagli stranieri che vogliono venire nel nostro paese per lavorare o per chiedere asilo, si traduca nel favorire pratiche repressive che alimentano indirettamente le forme pi violente di sfruttamento. Si  avvertito pure come il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, con un minimo termine per la ricerca di una nuova occupazione a seguito della perdita del lavoro, incentivi forme di sfruttamento e il diffondersi del caporalato, che si avvale della crescente disponibilitˆ di lavoratori immigrati disposti ad accettare paghe di fame pur di sopravvivere nella condizione di irregolaritˆ.

La individuazione di canali di ingresso legale, il riconoscimento effettivo del diritto di asilo e di protezione umanitaria costituiscono le uniche soluzioni per contrastare le immigrazione clandestine. La chiusura dei centri di detenzione amministrativa seguirˆ allo svuotamento dei cpt per effetto di una disciplina pi selettiva delle espulsioni, che non dovranno pi prevedere il trattenimento da parte delle autoritˆ di polizia come misura ordinaria da adottare in tutti i casi di soggiorno irregolare. In ogni caso dovrˆ essere assicurato il controllo giurisdizionale su tutte le misure limitative della libertˆ personale dei migranti, secondo quanto previsto dalĠart. 13 della Costituzione. La nuova legge sullĠasilo dovrˆ dare piena attuazione al disposto dellĠart. 10 della Costituzione italiana. Di fronte alle stragi sempre pi frequenti di migranti si propone la necessitˆ di introdurre per legge una specifica esimente umanitaria per coloro che svolgono azioni di salvataggio a mare, al fine di prevenire il fenomeno, da pi parti lamentato, di imbarcazioni commerciali o da pesca che, di fronte alle carrette del mare in procinto di affondare, si allontanano senza prestare soccorso per paura di essere incriminati dalla magistratura per agevolazione allĠingresso di clandestini ( art. 12 T.U. 286 del 1998, modificato dalla legge Bossi Fini).

 

Luciano Scagliotti ( ENAR Italia) ha esposto le proposte per una nuova legge sullĠimmigrazione, in particolare i disegni di legge Livi- Bacci sulle nuove condizioni di ingresso per lavoro e Iovene sul diritto di asilo. Oltre a rilevare evidenti limiti nellĠimpianto delle due proposte di legge il relatore ha ricordato come negli ambienti del ministero dellĠinterno sia giˆ in circolazioni altre proposte di modifica della legge ( cd. bozza Amato), che appaiono per˜ in diversi punti collocarsi nel solco sostanziale della legge Bossi-Fini, soprattutto per quanto concerne il legame tra il permesso di soggiorno ed il contratto di lavoro. EĠ stata poi ricordata la piattaforma di modifiche legislative proposte dallĠASGI, con particolare riferimento allĠ autosponsorizzazione, alle procedure individuali di regolarizzazione permanente, allĠallungamento della durata dei permessi di soggiorno. Si  infine rilevato come i decreti di attuazione delle direttive comunitarie sui lungo residenti e sui ricongiungimenti familiari appaiano pi avanzati delle corrispondenti direttive comunitarie, anche se non mancano evidenti punti problematici, soprattutto con riferimento alla difficoltˆ di accesso al mercato del lavoro, ed agli elevati requisiti reddituali necessari per la carta di soggiorno e per il ricongiungimento.

 

Chiara Favilli ( Universitˆ di Firenze) ha ricostruito il quadro europeo delle diverse materie che caratterizzano dopo il Trattato di Amsterdam e nel programma dellĠAja lĠimmigrazione e lĠasilo. La relatrice ha messo in evidenza il complesso intreccio di competenze in queste materie, il fallimento di una politica comune sugli ingressi per lavoro e, di converso, il proliferare di iniziative congiunte solo nella direzione del contrasto dellĠimmigrazione clandestina, lĠunica ad oggi possibile verso lĠEuropa.

Si  pure rilevato come oltre agli accordi di riammissione negoziati a livello multilaterale, da ultimo con il Marocco e lĠAlbania, si vada diffondendo la Òcooperazione operativaÓ, con misure di polizia concordate tra alcuni stati europei, cos“ ad esempio nel caso del pattugliamento delle frontiere marittime organizzato dallĠagenzia FRONTEX.

Mentre si moltiplicano le direttive e le decisioni, manca tuttavia una chiara disciplina di coordinamento tra le diverse fonti del diritto comunitario e gli ordinamenti nazionali, ed anche questa circostanza negativa accresce la discrezionalitˆ amministrativa, e la possibilitˆ di contrasto tra i diversi paesi europei.

La relatrice ha poi ricordato come le ultime direttive in materie di asilo, laddove non  stato possibile raggiungere lĠunanimitˆ, contengono numerose previsioni espresse in forma autorizzatoria ( gli stati possono) che non garantisce neppure sul riconoscimento di standard minimi omogenei. Si  pure rilevato un nuovo onere di informazione sulle modifiche legislative e sulle innovazioni giurisprudenziali, che i paesi dellĠUnione Europea devono comunicare alla Commissione, anche se rimane poco chiaro quale sia il ruolo di effettivo coordinamento degli organismi comunitari.

 

Guido Savio ( Avvocato del Foro di Torino) ha parlato sui diritti dei migranti nelle procedure di respingimento e di espulsione, rilevando la necessitˆ di una revisione radicale dellĠart. 13 del T.U. n. 286 del 1998 in materia di espulsione, in modo da eliminare tutti i peggioramenti introdotti dal 2002 dalla legge Bossi-Fini, a partire dal secondo comma dellĠart. 13. Secondo Guido Savio occorre impedire che tutti i provvedimenti di espulsione siano immediatamente esecutivi, anche in pendenza di ricorso, perchŽ questo vanifica i diritti di difesa e rende ingestibile il sistema dei centri di permanenza temporanea. I CPT potranno essere chiusi con la riforma delle norme in materia di respingimento e di espulsione, con una nuova normativa sullĠasilo e sulla protezione umanitaria, evitando che i lavoratori migranti gi presenti e regolari in Italia possano cadere in situazioni di soggiorno irregolare, allungando la durata minima dei permessi per ricerca lavoro. LĠart. 13 della Costituzione  una norma centrale per uno stato democratico e non pu˜ essere sacrificata ( come avverrebbe con una lettura di fatto abrogativa della previsione), mantenendo la attuale disciplina dei centri di permanenza temporanea e dei centri di identificazione chiusi.

 

Paolo Cuttitta ( Universitˆ di Palermo) ha rilevato come oltre agli accordi di riammissione si vadano diffondendo accordi segreti di cooperazione di polizia, come emerso anche implicitamente dalle dichiarazioni rilasciate dai ministri dei paesi europei che hanno partecipato ai recenti vertici in Libia ed in altri paesi nordafricani. Si riaffaccia cos“, secondo il relatore, anche oltre gli accordi di riammissione, il principio della cd. Òcondizionalitˆ migratoriaÓ, in base al quale gli stati europei impongono ai paesi di transito misure di polizia sempre pi severe per impedire e scoraggiare le partenze dei migranti irregolari in transito, in cambio di vantaggi economici come la fornitura di mezzi per la sorveglianza militare la formazione del personale di frontiera o il finanziamento di strutture detentive per rinchiudere i migranti irregolari.

 

Paola Ottaviani , consulente legale di Medici senza Frontiere, ha messo in evidenza nella sua comunicazione la persistente difficoltˆ di accesso alle cure mediche, tanto per gli immigrati regolari, addirittura anche se titolari di un pds per motivi di salute, quanto per gli immigrati irregolari. EĠ stata poi richiamata la grave situazione dei minori non accompagnati che giungono a Lampedusa e che poi vengono ospitati presso varie strutture assistenziali in provincia di Agrigento, minori che molto spesso svaniscono nel nulla prima di avere ricevuto documenti e tutele.

 

Laura Boldrini ( ACNUR Roma) ha messo in evidenza nel suo intervento su ÒLa tutela dei richiedenti asilo e protezione umanitaria nelle procedure per il riconoscimento dello statusÓ come ormai nei flussi irregolari non siano pi distinguibili i migranti economici dai potenziali richiedenti asilo, tutti costretti in base ale attuali restrizioni imposte dalle legislazioni nazionali, a tentare la via dellĠimmigrazione clandestina. Dalla sua esperienza a Lampedusa ( dove in questo ultimo anno si sono rilevate pratiche di identificazioni meno sommarie che in passato), la relatrice ha ricordato numerose testimonianze raccolte direttamente dalla voce dei sopravvissuti a diversi naufragi, secondo i quali numerose navi si sarebbero avvicinate e poi allontanate per evitare guai giudiziari, lasciando in difficoltˆ le imbarcazioni cariche di migranti. Ha poi ricordato il recente manuale proposto dallĠ ACNUR e dallĠOMI sui comportamenti dovuti dai comandanti delle navi nei casi di soccorso in mare, manuale nel quale si precisa che Ò il comandante ha lĠobbligo di prestare assistenza a coloro che si trovano in pericolo in mare , senza distinzioni relative alla loro nazionalitˆ, allo status, o alle circostanze nelle quali essi vengono trovatiÓ. Laura Boldrini ha poi rilevato le percentuali pi elevate che in passato, di accoglimento delle richieste di asilo e protezione umanitaria nelle nuove procedure presso le commissioni territoriali, rilevando altres“ una diminuzione complessiva delle domande di asilo.

 

Emilio Santoro ( Universitˆ di Firenze ) ha trattato il tema ÒDiritti dei migranti, centri di detenzione e carcereÓ, rilevando innanzitutto lĠesigenza di dare comunque attuazione al diritto di asilo costituzionale previsto dallĠart. 10 della nostra Costituzione.

Il relatore ha poi messo in evidenza la continuitˆ tra il sistema dei cpt e le istituzioni carcerarie, come veri strumenti di gestione delle migrazioni, entrambi luoghi che sanciscono definitivamente la condizione di clandestinitˆ dei migranti, creando cos“ i presupposti per una successiva caduta nella devianza, se non nelle maglie degli sfruttatori del lavoro irregolare. Anche se lĠindulto ha permesso la liberazione di 11.000 dei 30.000 detenuti stranieri, i primi colpevoli solo di irregolaritˆ amministrative come la violazione delle norme sugli ingressi e sul soggiorno, il carcere funziona ancora come un centro di permanenza temporanea, anche perch esclude gli immigrati che vi transitano da qualunque prospettiva futura di regolarizzazione o di ingresso legale. Ma  lo stato ed ampie fasce di cittadini che nella ricostruzione offerta da Santoro traggono vantaggio dalla diffusione della clandestinitˆ potendo contare su una manodopera a bassi costo che rende competitive le piccole imprese che si avvalgono di migranti irregolari e consente anche alle famiglie meno abbienti di potersi permettere una badante, sopperendo in questo modo allĠarretramento dello stato nella fornitura delle prestazioni assistenziali e d cura. Per il relatore in definitiva i problemi dellĠimmigrazione non sono risolvibili solo con strumenti giuridici, ma si legano alla concezione del welfare che si vuole adottare.

 

 

Gabriella Petti ( Universitˆ di Genova) ha trattato il tema ÒDiritti e tutele dei minori stranieri non accompagnatiÓ, ricostruendo le diverse fasi storiche che hanno visto lĠarrivo di minori non accompagnati in Italia, prima dallĠAlbania, poi dal Marocco, pi recentemente dalla Romania e da altri paesi dellĠ Africa.

La relazione ha messo in evidenza come la progressiva chiusura delle possibilitˆ di soggiorno regolare al compimento dei diciotto anni abbia costituito un fattore assai negativo che ha interrotto fruttuosi percorsi di integrazione, rigettando nella clandestinitˆ, o peggio nelle mani dei trafficanti, minori che non avevano nessuna prospettiva reale di integrazione e di soggiorno legale una volta raggiunta la maggiore etˆ. A questa circostanza negativa si sono aggiunti atteggiamenti di disimpegno dei servizi sociali ed il ricorso sempre pi ridotto allĠistituto della tutela previsto dal codice civile per i minori in stato di abbandono, anche perchŽ lĠautoritˆ amministrativa ha spesso guardato con sospetto la nomina di un tutore, comunque assai ritardata anche per gli ostacoli di natura burocratica. LĠunica tutela da offrire ai minori stranieri non accompagnati, anche in presenza del blocco delle attivitˆ del Comitato per i minori stranieri,  quella che deriva in base al codice civile dalla loro considerazione esclusivamente come minori, piuttosto che come immigrati da allontanare o detenere, prima o poi. Contro i ricorrenti tentativi di criminalizzazione vanno assicurati percorsi di formazione scolastica e di avviamento al lavoro, con un maggiore impegno dei servizi sociali. In particolare la possibilitˆ di lavorare, assai ristretta dopo le modifiche della legge Bossi Fini del 2002, va riconosciuta anche ai minori vicini al compimento della maggiore etˆ, ed in questo senso si sono espresse importanti pronunce della Corte Costituzionale nel 2004 e del Consiglio di Stato nel 2005, affermando principi che il legislatore della riforma non potrˆ disattendere. Le difficoltˆ burocratiche nellĠaccesso alla tutela ed ai servizi sociali ed i ritardi delle questure nel rilascio delle documentazioni necessarie o nella comunicazione a istituzioni di protezione come il giudice tutelare, non possono essere un modo per smaltire le pratiche incentivando di fatto la clandestinizzazione dei minori non accompagnati.

 

Nel corso del dibattito conclusivo coordinato da Stefano Galieni  emersa lĠesigenza che i diversi interventi legislativi in materia di immigrazione tengano conto degli abusi e della scarsa efficacia regolatrice che si  riscontrata durante la vigenza della legge Bossi-Fini, che secondo alcuni degli interventi dovrebbe essere abrogata al pi presto per intero, per cedere il posto ad una disciplina dellĠimmigrazione e dellĠasilo che rispetti i valori fondamentali della persona umana riconosciuti dalla Costituzione e dalle Convenzioni internazionali, richiamando in particolare la riserva di legge ( prevista in materia di condizione delle straniero dallĠart. 19 della Costituzione) e della riserva di giurisdizione ( prevista dallĠart. 13 della Costituzione in merito ai provvedimenti limitativi della libertˆ personale).

Per Galieni la vera sfida consiste nellĠandare oltre la politica delle regolarizzazioni periodiche di massa, di fatto lĠunico strumento di governo fino ad oggi delle migrazioni, e in questa direzione le forze di governo dovrebbero riprendere i punti affermati nel documento programmatico dellĠUnione, documento che risulta ancora disatteso sia in alcune prassi amministrative di questi mesi che nelle recenti prassi affidate agli uffici postali rischia di tradursi in un aggravio economico per gli immigrati senza un sostanziale miglioramento delle loro condizioni sostanziali nel rapporto con lĠautoritˆ di pubblica sicurezza, ancora depositaria di una ampia sfera di discrezionalitˆ nel rilascio e nel rinnovo di tutti i permessi di soggiorno. E dove cĠ una tale discrezionalitˆ viene meno quella certezza dei diritti, e dei doveri correlati, che il Costituente volle garantire prevedendo la riserva di legge in materia di Òcondizione giuridica dello stranieroÓ

 

Germana Graceffo della Rete Antirazzista Siciliana ha ricordato gli elevati costi delle convenzioni per la gestione dei centri di detenzione amministrativa, ribadendo la necessitˆ di una chiusura immediata di tutti i CPT anche per porre fine in questo modo a pratiche poco trasparenti nella gestione di una ingente quantitˆ di danaro pubblico.

 

Gabriele Del Grande di No Fortress Europe nel suo intervento ha ricordato le diverse migliaia di morti nei tentativi di arrivare in Europa via mare, riportando una testimonianza diretta delle condizioni disumane in cui vengono trattenuti i migranti irregolari in transito attraverso la Libia, la Tunisia ed il Marocco, paesi con i quali lĠItalia ed altri stati dellĠUnione Europea hanno concluso accordi di riammissione ed accordi di polizia al fine di impedire le partenze dalle coste nord-africane e di obbligare gli stati di transito a riammettere quanti sono giunti irregolarmente in Europa partendo dalle loro coste.