Clandestini, studiare un diritto

LE SCUOLE le aspettavano da sette anni; scuole come quelle di Martinsicuro (in provincia di

Teramo) dove la concentrazione di alunni stranieri sfiora il 20%. Ora il ministero dellIstruzione ha finalmente pubblicato le Linee guida per laccoglienza e lintegrazione degli alunni stranieri. Venticinque pagine che sono il frutto di un lungo dibattito da parte di un gruppo di lavoro nato a settembre 2004 attorno allUfficio integrazione degli alunni stranieri. Questo ufficio lavora appunto per dare risposta alle esigenze di una scuola sempre pi multietnica. Le linee guida, firmate da Maria Moioli, direttore generale per lo studente, nascono anche dal confronto con le realt locali e sono aperte a contributi e consigli da parte di chi nella scuola vive e lavora. Contengono un insieme di orientamenti condivisi e suggerimenti organizzativi e didattici, oltre a ribadire alcuni punti fermi gi fissati dalla normativa: ossia regole che ci sono, ma non sempre vengono applicate in modo uniforme. Iscrizioni.Hanno diritto di essere iscritti a scuola anche gli irregolari. Liscrizione viene fatta con riserva in attesa della regolarizzazione; questo per non pregiudica il conseguimento dei titoli alla fine dei vari corsi di studi. La scuola non tenuta a denunciare gli irregolari, mentre vanno segnalati i minori non accompagnati (cio che si trovano in Italia senza i genitori o altri adulti). Vaccini. Il non aver fatto una vaccinazione non pu essere motivo di esclusione per un allievo. Dialogo.La comunicazione con i genitori va cercata anche con laiuto di mediatori e interpreti, magari preparando un foglio informativo in pi lingue per spiegare lorganizzazione dellistituto, i tempi, i metodi di valutazione. Essenziale incontrare la famiglia per farsi raccontare le competenze del  ragazzo, la sua storia scolastica, i suoi progetti. Inserimento. Lalunno va sempre inserito nella classe che corrisponde alla sua et; solo in casi particolari pu essere inserito in una classe inferiore. Fin dallarrivo, deve passare tutto il tempo con i compagni, a eccezione dei momenti in cui segue corsi a lui dedicati. Il rapporto con i coetanei sembra comunque la strada migliore anche per imparare litaliano. Informazione. fondamentale informare le famiglie sul sistema scolastico italiano e le possibilit che prevede, per aiutarle a scegliere il percorso pi adatto. Va favorito il conseguimento della licenza media per consentire ai ragazzi stranieri di proseguire gli studi, con un impegno particolare verso i 15-18enni che arrivano in Italia senza avere la licenza o un titolo equivalente (un esempio: si pu iscrivere alle superiori un ragazzo di 15 anni, che contemporaneamente fa un corso speciale per il diploma di terza media). Italiano. Nellinsegnamento dellitaliano devono essere coinvolti tutti gli insegnanti perch il ragazzo, oltre alla lingua della vita quotidiana, deve imparare anche il linguaggio tecnico che gli sar indispensabile per lo studio. (La versione completa delle linee guida consultabile sul sito del ministero, www.istruzione.it, nella sezione normativa).

 

La direttiva ai capi distituto: Le classi devono essere  multiculturali

NO ALLE classi ghetto. Le linee guida ministeriali per lintegrazione degli studenti stranieri lo ribadiscono con chiarezza, sia pure lasciando piena libert alle singole scuole. Ma suggeriscono una pratica che si affermata negli ultimi anni nelle zone a maggiore concentrazione di stranieri: quella di distribuire equamente gli immigrati fra le varie scuole della stessa zona e comunque, quando possibile, favorire la variet di cittadinanze nella stessa classe. Un no secco quindi alle classi monoetniche, per favorire quellarricchimento culturale che nasce da una caratteristica unica dellimmigrazione in Italia: la variet di nazionalit degli allievi (sono 187 quelle presenti nella scuola italiana). Le linee guida ribadiscono con forza la scelta di fondo delleducazione interculturale. una scelta non ovvia, e diversa da quella di altri Paesi europei. Anzich puntare allassimilazione (secondo quello che viene spesso definito il modello francese ), o a favorire lomogeneit etnica (come, si dice spesso con una semplificazione, avviene nel Regno Unito), si preferisce una terza via, dove le differenze diventano unoccasione di dialogo, bench nel quadro del rispetto di regole e valori comuni. Molti punti del documento ribadiscono questattenzione. Uno quello sulla valutazione, che dopo lultima riforma della scuola devessere fatta a misura del singolo ragazzo. In particolare, le linee guida invitano ad essere elastici nel valutare i ragazzi inseriti in classe ad anno gi cominciato. Per decidere se promuoverli o no bisogna tener conto del loro impegno e dei possibili miglioramenti, senza restare rigidamente ancorati allo svolgimento del programma (che deve essere adattato alle loro esigenze). Un altro passaggio dedicato ai mediatori culturali, fondamentali per accogliere i nuovi arrivati e far conoscere agli insegnanti i Paesi dorigine degli allievi, ma anche per tenere lezioni dintercultura, rivolte a tutti, non solo agli alunni stranieri. Infine cՏ linvito a creare, nella biblioteca scolastica, uno scaffale multiculturale e a dare sempre pi spazio nei programmi allarte e alla cultura del mondo.