TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 20 di Giovedì 6 luglio 2006


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

CRAPOLICCHIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 51, secondo comma, del testo unico degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, stabilisce che «chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche»;
la norma in vigore costituisce nell'attuale contesto storico-politico una grave ed ingiusta discriminazione rispetto a tutte le altre cariche elettive, che colpisce, soprattutto, la libertà dei cittadini, base di tutte le moderne democrazie, di scegliere in totale autonomia a chi affidare i delicati compiti amministrativi;
decine di sindaci si sono ricandidati alle elezioni amministrative conclusesi da poco più di un mese, anche al fine di contestare la legittimità costituzionale della norma in questione, soprattutto con riferimento ai piccoli comuni, anche in considerazione della disparità di trattamento, non solo rispetto alle altre cariche istituzionali, ma anche, con riguardo proprio ad altri comuni, posto che alcune regioni a statuto speciale hanno legiferato in proprio sulla materia, derogando il detto limite (ad esempio, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige);
sulla questione dell'abrogazione di tale limite, del resto ad oggi auspicata da più parti, nel corso della XIV legislatura sono state presentate numerose proposte di legge, alcune confluite in un testo unificato, rispetto al quale si era registrata un'ampia convergenza politica da parte di vari gruppi parlamentari;
la modifica legislativa, peraltro, ha formato oggetto, alla fine della XIV legislatura, di un emendamento presentato dal Governo in occasione dell'approvazione del decreto-legge n. 4 del 2006: «Misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione»;
a seguito dell'ultima tornata elettorale amministrativa, i consigli comunali dei comuni, nei quali sono stati rieletti i sindaci ricandidatisi per la terza volta consecutiva, ne hanno convalidato l'elezione;
appare, quindi, presumibile che si assisterà ad un notevole contenzioso giudiziale, in tema di azioni popolari ex articolo 70 del testo unico degli enti locali;
quanto esposto in premessa esprime la necessità di un intervento del legislatore per fare definitiva chiarezza sul diritto dei cittadini di scegliere in totale autonomia a chi affidare i delicati compiti amministrativi;
nell'ambito di un incontro svoltosi il 22 giugno 2006 con i rappresentanti delle autonomie locali, il Ministro interrogato ed il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali si sono impegnati a sottoporre il tema, che è di particolare urgenza, alle competenti commissioni parlamentari -:
se il Governo intenda adottare con tempestività iniziative di carattere normativo volte a definire, anche in relazione alle elezioni amministrative appena svoltesi, la problematica, almeno per quanto riguarda i comuni fino a 15.000 abitanti. (3-00088)
(5 luglio 2006)

LA RUSSA, RAISI, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MENIA, MIGLIORI, MINASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAMPELLI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ogni anno si svolge a Bologna una manifestazione chiamata street rave parade, nel corso della quale vengono distribuite ai giovanissimi partecipanti notevoli quantità di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche;
dopo lunghe trattative alcuni parlamentari del centrosinistra, tra cui il vicepresidente della Commissione giustizia presso la Camera dei deputati, onorevole Daniele Farina, si erano fatti garanti del percorso che avrebbe seguito la manifestazione, assicurando che non vi sarebbe stato nessun corteo da piazza XX settembre, dove era previsto un «meeting antiproibizionista», a piazza della Costituzione, luogo da cui partiva la street rave parade;
alla manifestazione ha partecipato anche il Sottosegretario per l'economia e le finanze, onorevole Paolo Cento, peraltro manifestando posizione favorevole nei confronti della diffusione della droga in luoghi pubblici;
in spregio agli accordi intrapresi con le istituzioni, gli organizzatori del meeting antiproibizionista hanno effettuato un corteo non autorizzato, che è partito proprio da piazza XX settembre -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e se siano stati presi provvedimenti nei confronti dei promotori della manifestazione non autorizzata. (3-00089)
(5 luglio 2006)

DE LUCA FRANCESCO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Avellino, un tempo immune da episodi di malavita organizzata, ogni giorno si assiste ad un fatto di camorra: bombe carta davanti ai negozi, intere comunità presidiate dalla malavita, esercizi commerciali senza clienti, veri e propri monumenti al riciclaggio di denaro -:
se il Ministro interrogato sia informato dell'assoluta emergenza di ordine pubblico che investe la provincia di Avellino, se non ritenga necessario inviare subito un prefetto ed un questore con un'esperienza specifica nella lotta alla criminalità organizzata o, in alternativa, quali strumenti eccezionali intenda adottare, essendo tutti d'accordo sul fatto che la camorra e la malavita nel Sud possono essere battute solo associando prevenzione e repressione. (3-00090)
(5 luglio 2006)

CREMA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
durante lo svolgimento delle operazioni di scrutinio dei voti espressi nelle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006, è stato proposto un numero considerevole di esposti, in cui si chiedeva di partecipare al riparto dei seggi per il Senato della Repubblica, senza tenere conto della soglia di sbarramento del 3 per cento prevista dall'articolo 17, comma 3, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 («Testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica»);
tutti i predetti esposti sono stati respinti, in vari casi per carenza di interesse, ma in almeno otto circostanze per avere l'ufficio elettorale regionale aderito ad una ricostruzione interpretativa, secondo l'interrogante discutibile, della normativa in questione, della cui legittimità è investita la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato della Repubblica, in virtù di appositi ricorsi elettorali;
in particolare, nel verbale dell'ufficio elettorale regionale per il Lazio è contenuto il seguente provvedimento, assunto dal medesimo ufficio elettorale in data 19 aprile 2006: «l'Ufficio, lette le istanze presentate nell'interesse delle liste "la Rosa nel pugno" e "Italia dei valori", tendenti ad ottenere l'ammissione al riparto dei seggi conquistati nella regione Lazio dalla coalizione capeggiata da Romano Prodi, di cui le liste dei ricorrenti fanno parte (...) ritenuto pertanto contraddittorio ed illogico ammettere al riparto anche le liste che non abbiano ottenuto almeno il 3 per cento dei voti validi, dopo avere limitato il concorso all'operazione frazionaria solo per le liste ammesse al riparto, e cioè per quelle che abbiano superato il 3 per cento dei voti validi; rilevato che tale tesi è suffragata da vari atti emanati dalle due Camere (vedi pagina 35 del manuale elettorale diffuso dalla Camera dei deputati - Servizio Studi - il 1o marzo 2006 e la nota sui sistemi elettorali diffusa dal sito telematico del Senato della Repubblica www.senato.it.istituzione, che parlano univocamente dell'assegnazione dei seggi solo alle liste che abbiano superato il 3 per cento dei voti validi; constatato che il verbale delle operazioni dell'ufficio elettorale regionale, modello n. 65 (elezioni politiche), espressamente al paragrafo 14, prevede una procedura in base alla quale, nel caso si sia fatto ricorso al premio di maggioranza, all'interno delle coalizioni o singole liste perdenti i seggi sono assegnati solo tra le liste ammesse al riparto di cui al precedente paragrafo 10 (in cui espressamente si parla di liste che abbiano ottenuto almeno il 3 per cento dei voti validi espressi); che pertanto non può essere accolta l'istanza rivolta all'ufficio dai ricorrenti di ammetterli al riparto, benché le loro liste non abbiano raggiunto tale quoziente; per questi motivi dichiara non luogo a provvedere sulle istanze avanzate dalle liste identificate come "Rosa nel pugno" e "Italia dei valori."»;
effettivamente, al paragrafo 10 del modello n. 65 (pagina 19-bis: «Individuazione, nell'ambito di ciascuna coalizione di liste ammessa al riparto, delle liste tra le quali ripartire i seggi assegnati in sede di riparto regionale») si legge che "l'ufficio elettorale regionale procede, successivamente, ad individuare, nell'ambito di ciascuna coalizione di liste ammessa al riparto dei seggi, le liste tra le quali ripartire i seggi assegnati, quali risultano nel paragrafo 8;
la strutturazione del verbale, non meramente anodina, unitamente alla procedura prevista dal paragrafo 14 (richiamato nel provvedimento dell'ufficio elettorale del Lazio), sembra predisposta allo scopo di negare l'esistenza di un riparto per le liste sotto soglia, anche laddove la coalizione vincitrice avesse conseguito il premio di maggioranza;
secondo l'interrogante, la decisione di strutturare il verbale in tal guisa non può essere considerata «tecnica», ma risale lungo la catena della responsabilità ministeriale e non può non aver coinvolto professionalità dirigenziali idonee a valutare la questione giuridica sottesa all'applicazione della legge ed alla necessità o meno di una sua interpretazione;
nessun supporto può venire, quanto alla fondatezza dell'interpretazione data dagli uffici elettorali, dall'invocata pubblicistica cartacea o telematica delle due Camere per i seguenti motivi:
a) è semplicemente falso che a pagina 35 del manuale elettorale della Camera dei deputati si suffraghi la tesi secondo cui le liste ammesse al riparto in caso di premio di maggioranza sono solo quelle che abbiano superato il 3 per cento dei voti validi. Nel dare una mera parafrasi della legge, anzi, il manuale recita, a quella pagina, che «l'ufficio elettorale regionale verifica, quindi, se la coalizione di liste o la singola lista più votata abbia conseguito, sulla base della prima attribuzione provvisoria, un numero di seggi pari ad almeno il 55 per cento dei seggi assegnati alla regione (il numero è arrotondato all'unità superiore). Qualora tale verifica abbia esito positivo, l'ufficio elettorale procede all'attribuzione definitiva dei seggi. A tal fine, per ciascuna coalizione di liste procede al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le liste facenti parte della coalizione che abbiano conseguito almeno il tre per cento dei voti validi in ambito regionale. Il riparto è effettuato in proporzione alle rispettive cifre elettorali, secondo il metodo dei quozienti interi e dei più alti resti. A ciascuna lista singola sono attribuiti i seggi già determinati in sede di attribuzione provvisoria. Qualora, invece, la coalizione di liste o la singola lista più votata non abbia già conseguito, sulla base della prima attribuzione provvisoria, un numero di seggi pari ad almeno il 55 per cento dei seggi assegnati alla regione, l'ufficio elettorale regionale assegna a tale coalizione o lista un numero ulteriore di seggi necessario per raggiungere questa percentuale. Conseguentemente, l'ufficio elettorale procede alla nuova ripartizione dei restanti seggi tra le altre coalizioni di liste o liste singole ammesse al riparto»;
b) l'unico riferimento telematico alla legge elettorale che segue le coordinate url offerte dall'ufficio regionale per il Lazio si trova sul sito http://www.senato. it/istituzione/29374/29385/84703/84705/genpagsm.htm, ma si tratta di una mera perifrasi del testo della legge 21 dicembre 2005, n. 270: ciò non coinvolge la responsabilità di alcun ufficio del Senato della Repubblica (non offrendosi alcun elemento della possibile paternità di ciò che viene definita «scheda illustrativa») e la frase che vi si legge nella materia in questione («Inoltre, all'interno delle coalizioni sono ammesse al riparto le singole liste collegate che abbiano conseguito a livello regionale almeno il 3 per cento dei voti validi. Il riparto è effettuato con il sistema dei quozienti naturali interi e dei più alti resti») è evidente frutto di una sommaria illustrazione «a volo d'uccello» di alcune delle novità della legge, di cui si omettono varie parti qualificanti, limitandosi alla pretesa di illustrare i punti «principali». È del resto notorio che non concorrono, nell'interpretazione della legge, atti provenienti dalle Camere che non siano quelli preparatori, mentre il sito in questione è dichiaratamente un'illustrazione successiva all'entrata in vigore della legge stessa;
è evidente che la strutturazione dell'amministrazione elettorale, al supporto delle prefetture ed alle attività materiali degli uffici comunali, giustappone il fatto che la funzione di proclamazione deve discendere da un organo che non sia sottordinato in un vincolo gerarchico all'Esecutivo;
l'elaborazione unitaria della modulistica elettorale, che trova precario fondamento legislativo nel testo unico del 1957, in tanto si giustifica in quanto lascia agli uffici elettorali ampio margine dì intervento, senza precludere l'esercizio di facoltà che rientrano nel loro ambito di valutazione;
il rango e la dignità valutativa di appartenenti all'ordine giudiziario avrebbero suggerito che si barrassero le parti del modello 68 (elezioni politiche) inconferenti con una corretta applicazione della legge, invece di trincerarsi dietro di esse per emettere provvedimenti di rigetto;
il giudice costituzionale Sabino Cassese ha di recente ricordato, per un caso analogo all'elezione dei parlamentari nazionali, che «il procedimento per l'elezione (...) culminante nell'atto di proclamazione dei candidati eletti, è configurato dalla legge come un procedimento amministrativo, benché ad esso presiedano uffici costituiti presso organi giurisdizionali» (sentenza n. 104 del 2006). Non può che conseguirne che, anche in quest'ambito, motivazioni assenti, carenti od apodittiche sono sintomo di eccesso di potere, soprattutto quando si invocano riferimenti interpretativi errati o scorretti o quando ci si appella alla modulistica per deferire di fatto al tipografo ministeriale la scelta sul se applicare o meno la soglia del 3 per cento in sede di riparto dei seggi -:
se la stesura della modulistica elettorale regionale, nella parte invocata dai citati provvedimenti degli uffici elettorali regionali, sia stata preceduta da una valutazione degli uffici elettorale, studi o legale del ministero dell'interno sulle modalità di applicazione della legge, con riferimento all'articolo 17 del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e se a tale stesura abbia fatto seguito, sulla falsariga di quanto avviene per il modello di verbale sezionale, la diramazione di un'istruzione agli uffici elettorali regionali o se comunque, sotto forma di lettera circolare od in altra modalità, la questione delle modalità di riparto dei seggi al Senato della Repubblica sia stata oggetto di comunicazione dal ministero dell'interno a tutti o a taluni degli uffici elettorali regionali insediati presso le corti d'appello e quale sia il testo di tale comunicazione, circolare od istruzione che dir si voglia. (3-00091)
(5 luglio 2006)

BOATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei prossimi giorni, secondo quanto annunciato dal Governo, dovrebbe aver inizio il lavoro della commissione ispezione dei centri di permanenza temporanea per gli immigrati clandestini, istituita dal Ministro interrogato e la cui presidenza è stata affidata all'ambasciatore Onu Staffan De Mistura;
entro sei mesi la commissione dovrà riferire al Ministro interrogato i risultati delle ispezioni che saranno effettuate presso i centri di permanenza temporanea;
la commissione, sulla base di quanto disposto dal Ministro interrogato, dovrà indicare al Governo, che ne discuterà in Parlamento, le misure operative necessarie alla trasformazione ed al radicale miglioramento delle attuali condizioni di strutturale emergenza che si riscontrano nei centri di permanenza temporanea e nei quali, invece - come ha affermato il Ministro interrogato nella sua audizione alla I Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati del 20 giugno 2006 - «debbono esserci condizioni di sicurezza e di vivibilità» giacché «non devono essere carceri»;
il Governo ha annunciato di avere all'esame un nuovo decreto flussi che dovrebbe affrontare, in termini adeguati e organici, l'emergenza che il decreto del precedente Governo ha lasciato inalterata, con un limite - 170 mila domande accettate - che si è rivelato del tutto insufficiente sia in ordine alla domanda di manodopera proveniente dalle imprese, sia dinanzi alle domande di regolarizzazione effettivamente presentate da parte di cittadini extracomunitari, di fatto, già residenti e lavoratori sul territorio nazionale;
sempre nella sua audizione in Parlamento, il Ministro interrogato ha esposto alcune ipotesi di modifica dell'attuale legislazione in materia di immigrazione, in particolare per quanto riguarda la proroga della validità del permesso di soggiorno, il ricongiungimento, il rapporto fra immigrazione e lavoro qualificato, i requisiti di legalità nelle condizioni di vita e permanenza;
il Ministro interrogato ha annunciato la necessità - da tempo all'esame del Parlamento e che nella XIV legislatura aveva avuto un ampio consenso- di adottare «una disciplina appropriata per il diritto di asilo», recependo una direttiva che il disegno di legge comunitaria 2006 include fra quelle da attuare;
nel contempo - sempre nella sua audizione alla Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati - il Ministro interrogato ha sostenuto l'esigenza di una profonda revisione delle norme sull'acquisizione della cittadinanza, che presenta essenziali problemi di ordine costituzionale e amministrativo -:
quali siano gli indirizzi che il Governo intenda definire sotto il profilo legislativo e, nei tempi immediati, quali misure intenda adottare nella gestione delle emergenze che nel periodo estivo raggiungono limiti di particolare criticità. (3-00092)
(5 luglio 2006)

GIACHETTI, QUARTIANI, BRESSA, SERENI, ZACCARIA, ALLAM, AMICI, D'ANTONA, DATO, FERRARI, GIOVANNELLI, INCOSTANTE, LA FORGIA, MARONE, NACCARATO, NICCHI e GOZI. Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni lo stato di agitazione dei tassisti in seguito all'annuncio e alla successiva emanazione del decreto legge n. 223 del 4 luglio 2006 ha provocato notevoli disagi in molte città, rischiando di causare veri e propri problemi di ordine pubblico -:
come il Governo intenda intervenire per evitare che si riproducano tali disagi e il degenerare dei problemi inerenti l'ordine pubblico, considerato anche il fatto che l'agitazione dei tassisti sta avvenendo in violazione della vigente normativa sullo sciopero nei servizi pubblici. (3-00093)
(5 luglio 2006)

CICU, MARRAS, COSSIGA e LEONE. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con l'articolo 36 della legge n. 144 del 1999 in materia di continuità territoriale della Sardegna e delle isole minori, si è inteso intervenire, sulla base delle indicazioni programmatiche comunitarie, in favore dello sviluppo economico di talune aree isolate del Paese, prevedendo una riduzione dei costi di trasferimento dai cittadini delle suddette aree;
la differenza tra prezzo agevolato e prezzo reale è rimborsata dallo Stato, attraverso la regione, alle compagnie aeree o di navigazione sulla base di un'apposita convenzione;
per quel che riguarda la regione Sardegna i disagi sono divenuti pubblici con la recente vicenda dell'esclusione, probabilmente autoprodotta, dell'Alitalia dal bando per l'assegnazione degli oneri di servizio sulle rotte aeree da e per la Sardegna ed il conseguente caos di ritardi e cancellazioni provocato dalle compagnie assegnatarie, per carenza di strutture e aeromobili, ma da tempo si registrano difficoltà e storture nell'applicazione della legge;
nonostante il ricorso al sistema della continuità territoriale, al fine di assicurare i collegamenti con le zone più remote del territorio nazionale - e, in particolare, con le isole - sia stato attuato nel nostro Paese con forte ritardo rispetto ad altre nazioni europee, quali Francia, Spagna e Portogallo, esso è stato posto sotto accusa dinanzi alla Commissione europea, che potrebbe contestarne all'Italia l'applicazione al trasporto delle merci;
la previsione della citata legge n. 144 del 1999 è stata estesa ad altre parti del territorio italiano: la Sicilia e le regioni rientranti nell'obiettivo 1 di cui al regolamento (CE) n. 1260 del 1999 (legge finanziaria per il 2001, articoli 135 e 136); Crotone (legge finanziaria per il 2002, articolo 52, comuni 35 e 36); Albenga, Cuneo, Taranto, Crotone, Bolzano, Aosta, (legge finanziaria per il 2003, articolo 82, rifinanziata dalla legge finanziaria 2005, articolo 1, comma 269). La legge finanziaria per il 2005 aggiunge (articolo 4, comma 206) i servizi aerei tra gli scali aeroportuali di Reggio Calabria e Foggia ed i principali aeroporti nazionali ed interviene - all'articolo 1, comma 235 - introducendo il comma 5-bis nell'ambito dell'articolo 36 della legge n. 144 del 1999, in materia di riduzione compensata di pedaggi autostradali in ambito di trasporto merci in Sardegna, parte poi successivamente soppressa;
l'applicazione di questa normativa sembra, dunque, aver prodotto problemi per la sola regione Sardegna, non rinvenendosi situazioni di malfunzionamento e caos nelle altre parti del Paese in cui le disposizioni sono vigenti;
in particolare, tale situazione si verifica con maggiore evidenza da un anno a questa parte, segno di un carente risultato della conferenza dei servizi tra Stato, regione e compagnie aeree -:
quali misure urgenti intenda adottare per porre fine al disservizio esposto in premessa e se non ritenga anche opportuno avviare una commissione di inchiesta ministeriale sull'applicazione dell'articolo 36 della legge n. 144 del 1999, con il fine di individuarne le carenze e le distorsioni applicative, nonché accertare le eventuali responsabilità amministrative e politiche dei soggetti sottoscrittori della convenzione relativa alla regione Sardegna o addetti all'applicazione della stessa, e di suggerire le modifiche legislative necessarie al pieno esercizio della mobilità per i cittadini e le merci della Sardegna. (3-00094)
(5 luglio 2006)

PEDRINI. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'Alitalia, come compagnia di bandiera, da oltre cinquanta anni riveste un ruolo di importanza strategica per l'intero sistema sociale e produttivo nazionale, ma, nonostante la piena liberalizzazione delle attività di trasporto aereo a livello nazionale ed europeo, in vigore dal 1o aprile 1997, l'Alitalia, ancora oggi, continua ad avere grandissimi problemi gestionali;
molti dei provvedimenti che sono stati presentati nella XIV legislatura in Parlamento spesso non sono mai stati calendarizzati, giacendo a volte a lungo presso le competenti commissioni, ed è stato invitato più volte il Governo precedente ad assumere provvedimenti volti all'adeguamento alla normativa vigente;
tra le altre cose, non sono stati rispettati da parte di Alitalia termini di scadenza come la partecipazione alla gara per la continuità territoriale con la Sardegna ed è stata bloccata dal Consiglio di Stato l'acquisizione della compagnia Volare, operazione di cui non è stata approfonditamente spiegata la strategicità;
Alitalia non è perdente solo sul mercato internazionale, ma anche su quello nazionale e in queste condizioni l'azienda Alitalia non può certo essere privatizzata, in quanto non soddisfa affatto le esigenze di competitività, anzi crea ulteriore crisi di mobilità -:
se il Governo, nella qualità di. «azionista di riferimento» dell'Alitalia, non ritenga doveroso precisare quale sia la missione assegnata al nuovo vertice aziendale, quale debba essere il futuro assetto societario e industriale della nostra compagnia di bandiera, se dietro la prevista «ricapitalizzazione», non si celino, in realtà, operazioni tendenti ad una privatizzazione mascherata, che, di fatto, finirebbe per esautorare il Parlamento dalla sua funzione, istituzionalmente prevista per un'operazione del genere, e se non ritenga che con questa «privatizzazione» si comprometta la mobilità del cittadino, costituzionalmente garantita dall'articolo 16 della Costituzione. (3-00095)
(5 luglio 2006)

RONCONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
oltre un mese fa, nell'ambito di un'inchiesta su false fatturazioni e riciclaggio di denaro, su richiesta del pubblico ministero Claudio Cicchella è stato sottoposto a misure cautelari presso il carcere di Perugia l'imprenditore Leonardo Giombini;
l'intera vicenda è stata ed è tuttora oggetto di attenzione da parte dei quotidiani nazionali e locali, anche perché la guardia di finanza, nel corso delle indagini, avrebbe rinvenuto del materiale in cui si farebbe riferimento anche ad importanti esponenti politici locali;
sembrerebbe che, nelle scorse settimane, il presidente della giunta regionale ed il sindaco di Perugia abbiano effettuato una visita nel carcere -:
se corrisponda al vero la notizia che il direttore del carcere di Perugia, ove sono ancora reclusi l'imprenditore Giombini e gli altri coimputati, abbia vincoli di parentela di primo grado con uno dei legali dello stesso Giombini e se tale coincidenza non avrebbe consigliato lo spostamento dell'imputato in altra struttura penitenziaria. (3-00096)
(5 luglio 2006)

MARONI e LUSSANA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il cosiddetto «decreto-legge Bersani» sulla competitività firmato il 4 luglio 2006 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha messo a punto una serie di liberalizzazioni riguardanti molti settori professionali;
numerose si sono levate le voci di protesta, tra le quali preme segnalare quella messa in atto dai tassisti, che hanno proclamato un'astensione dal lavoro ad oltranza, con conseguente paralisi totale dell'attività dei taxi in molte città italiane, fino all'astensione collettiva già indetta per l'11 luglio 2006;
le disposizioni del suddetto decreto prevedono, fra l'altro, la liberalizzazione tariffaria degli ordini professionali e le linee guida in merito al riordino delle professioni e degli ordini, che sono di competenza del Ministro interrogato;
le norme contestate del decreto-legge non solo sembrerebbero violare le recenti prese di posizione espresse dal Parlamento europeo a favore delle professioni, ma sono state adottate senza coinvolgere in alcun modo i soggetti interessati, con l'intento magari di punire categorie professionali considerate non vicine all'attuale maggioranza di governo;
cosa ancor più grave, Lei stesso, Ministro competente, ha lamentato non solo di non essere stato consultato, ma addirittura espropriato della materia, al punto di aver minacciato l'appoggio esterno al Governo di cui fa parte -:
come siano da interpretare le Sue dichiarazioni programmatiche alle Camere, ove si rinvengono posizioni e rassicurazioni che drasticamente contrastano con i contenuti del suddetto decreto-legge, e quale sia a questo punto la posizione che il Ministro interrogato ha in merito ad un provvedimento del quale dice di essere stato tenuto all'oscuro e che, secondo gli interroganti, dietro lo schermo della tutela del cittadino consumatore stravolge il settore delle professioni in nome di un malinteso liberalismo. (3-00097)
(5 luglio 2006)

CIOFFI e FABRIS. - Al Ministro del commercio internazionale. - Per sapere - premesso che:
la legge 31 marzo 2005, n. 56, recante «Misure per l'internazionalizzazione delle imprese, nonché delega al Governo per il riordino degli enti operanti nel medesimo settore», costituisce il nuovo quadro giuridico di riferimento creato al fine di rendere «più efficace e sinergica l'azione svolta dai soggetti operanti all'estero per il sostegno all'internazionalizzazione del sistema produttivo italiano, per la tutela del made in Italy e per la promozione degli interessi italiani all'estero, avuto riguardo anche alle iniziative in ambito culturale, turistico e di valorizzazione delle comunità di affari di origine italiana»;
detta legge prevede, fra l'altro, la costituzione di sportelli unici all'estero (cosiddetti «sportelli Italia») per l'internazionalizzazione delle imprese;
tali sportelli, operando in raccordo con le ambasciate e gli uffici consolari, sono volti ad esercitare funzioni di orientamento, assistenza e consulenza ad imprese ed operatori, italiani ed esteri, in riferimento anche all'attività di attrazione degli investimenti esteri in Italia -:
quando tali sportelli, alla luce del quadro normativo vigente, diverranno realmente operativi per rafforzare la presenza imprenditoriale e commerciale italiana all'estero. (3-00098)
(5 luglio 2006)

DEIANA, CACCIARI, CANNAVÒ, DURANTI e SPERANDIO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il settore civile dell'aeroporto «Tommaso Dal Molin» di Vicenza sarebbe in procinto di passare sotto il controllo delle forze armate statunitensi, secondo un progetto in cui tale passaggio viene definito «ricongiungimento funzionale», in quanto consentirebbe il collegamento di tale nuovo impianto con l'attuale base Usa di Ederle;
secondo questa ipotesi, riportata da numerosi organi di stampa, gli Usa prenderebbero in gestione per un numero imprecisato di anni buona parte dell'area civile dell'aeroporto, all'interno della quale dovrebbero essere costruiti alloggi per 2.000 militari o, in alternativa, un magazzino per lo stoccaggio di materiali, con un investimento di 800 milioni di dollari;
lo stesso portavoce dell'ambasciata americana a Roma, Ben Duffy, ha confermato che l'Italia avrebbe dato l'assenso a rendere disponibili parti dell'aeroporto «Tommaso Dal Molin» perché vengano utilizzate da personale statunitense e il generale B.B. Bell, comandante in carica dell'United States Army Europa, ha affermato che le trattative, in corso ormai da oltre due anni, sarebbero giunte in procinto di un accordo;
esponenti dell'amministrazione del comune di Vicenza hanno chiarito che il progetto di insediamento di truppe militari presso l'aeroporto Dal Molin verrà gestito dal ministero della difesa italiano, essendo l'area interessata di proprietà demaniale, con una partecipazione di circa 40 milioni di euro da parte del comune di Vicenza, da utilizzare per opere di viabilità, in modo da collegare funzionalmente il «Dal Molin» alla caserma Ederle;
il nuovo insediamento dovrebbe ospitare circa 2.000 soldati statunitensi e la 173esima aerobrigata paracadutisti di stanza ad Ederle, già impegnata nel Kurdistan iracheno dall'inizio della guerra in Iraq, sarebbe in questo contesto potenziata e trasformata in una non meglio precisata unità d'azione;
il Vice Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Francesco Rutelli, ha risposto, in data 31 maggio 2006, all'interrogazione del deputato Fabris, che aveva come oggetto l'utilizzo dell'aeroporto militare Dal Molin da parte delle forze armate statunitensi, che «l'ipotesi di concessione in uso dell'area in questione è stata portata avanti dopo un esame condotto dal ministero della difesa, che ha visto anche il coinvolgimento delle autorità locali, dalle quali risulta all'amministrazione non siano stati presentati particolari elementi ostativi alla realizzazione di una base. Di conseguenza, nella XIV legislatura la difesa ha rappresentato al Governo degli Stati Uniti una disponibilità di massima a questa concessione, a condizione che l'operazione venga formalizzata con un piano preciso di transizione sulla tempistica, le azioni da compiere e i costi; un piano - aggiungo - che si rende necessario, perché l'attività deve coinvolgere tutti i livelli, innanzitutto gli enti territoriali, perché ne sia informata ovviamente, la popolazione locale, oltre che il Governo della Repubblica, perché si possa pervenire ad una soluzione condivisa sul progetto, consentendo la continuazione senza restrizioni delle attività di volo commerciale che insistono sull'aeroporto Dal Molin»;
da quanto conosciuto del progetto si evince che tale ipotesi comporterebbe, anche per quanto riguarda le popolazioni locali, un'alterazione dell'utilizzo del territorio non solo perché il ricongiungimento metterebbe a rischio una vasta area demaniale che ospita da oltre 30 anni strutture di utilizzo pubblico, ma anche per l'intensificazione del traffico militare che verosimilmente si riverserebbe nell'area;
rimane, inoltre, oscuro, qualora il progetto andasse in porto, quali materiali verrebbero stoccati nei magazzini previsti nell'ex area civile dell'aeroporto -:
se abbia acquisito ulteriori elementi di conoscenza e di giudizio sulle ragioni che hanno indotto le autorità militari statunitensi a chiedere la concessione in uso dell'area in questione e sulla relativa ricaduta che tale scelta avrà sul territorio e se non ritenga negativa un'ulteriore militarizzazione e opportuna una riconsiderazione dell'intera questione, anche alla luce dell'importanza strategica che ha l'insediamento nel contesto del territorio. (3-00099)
(5 luglio 2006)



INTERPELLANZE URGENTI

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dei trasporti e delle infrastrutture, per sapere - premesso che:
Il Giornale di Sicilia del 19 giugno 2006 riferisce, a pagina 5, del mancato raddoppio estivo, conseguente all'operato del Governo, del collegamento via mare fra Milazzo, le isole Eolie e Napoli, che comporterà una riduzione di quattro corse su sei settimanali e la cancellazione del collegamento veloce Mazara del Vallo-Pantelleria, di recente introduzione -:
come mai si sia deciso di penalizzare così pesantemente le isole minori siciliane, arrecando alla popolazione gravi danni, soprattutto perché operati nella stagione estiva, notoriamente sorgente di linfa vitale per l'economia di tutta la regione.
(2-00033) «Fallica, Germanà, La Loggia, Romagnoli, Giudice, Grimaldi, Minardo, Aprea, Marinello, Bertolini, Moroni, Biancofiore, Carfagna, Licastro Scardino, Palumbo, Gardini, Ceccacci, Baiamonte, Bocciardo, Mazzaracchio, Craxi, Vitali, Picchi, Armosino, Di Centa, Milanato, Marras, Cicu, Martusciello, Luciano Rossi, Verro, Osvaldo Napoli, Stagno d'Alcontres, Zorzato, Carlucci, Fedele, Paoletti Tangheroni, Rivolta, Santelli, Cesaro».
(28 giugno 2006)

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
la vicenda dei corpi delle due sorelline belghe di 7 e 10 anni, trovati diciotto giorni dopo la loro scomparsa, ha fatto ripiombare il Belgio nell'incubo degli omicidi da parte di pedofili dopo i noti casi di Marcinelle;
nelle scorse settimane, i maggiori quotidiani italiani hanno riportato la notizia della costituzione in Olanda del partito denominato «Amore per il prossimo, libertà e diversità» (Ndvd la sigla), il cui programma prevede: la riduzione da 16 a 12 anni dell'età minima per avere rapporti sessuali, l'abbassamento dell'età per recitare nei film porno, la legalizzazione della pornografia infantile, la liberalizzazione delle fasce orarie per la messa in onda di film vietati ai minori di 18 anni, per citare solo i principali punti;
secondo il portavoce della commissione elettorale olandese, la legge può intervenire solo sul nome del partito, se questo diventasse pericoloso per l'ordine pubblico, ma non sul contenuto dei programma;
nel 2005, sempre in Olanda, la lobby pedofila ha eletto il 25 giugno giorno del «pedo pride» o dell'orgoglio pedofilo e, più o meno in contemporanea, è stato aperto un sito multilingue Ibld accessibile a tutti, bambini compresi, in cui la pedofilia è presentata come un patrimonio culturale da difendere e i suoi seguaci dipinti come persone perseguitate e discriminate;
l'associazione Meter onlus - associazione italiana per la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza - ha già fatto presente come nel forum dei boylover (degli amanti dei bambini), utilizzato anche da italiani, oltre a riportare la notizia, gli utenti auspicano un partito politico internazionale;
il rappresentante legale dell'associazione Meter, don Fortunato Di Noto, ha fatto presente come la presenza di lobby pedofile sia stata da lui denunciata sin dal 1996 e che la numerosa presenza di siti «pro-pedofilia» dimostri come il fenomeno sia presente e in aumento costante;
infatti, il sito di P, Puellula, l'Associazione pedofila danese - redazione italiana, il Fronte di liberazione dei pedofili - fronte italiano, Boyloverinternational - redazione italiana, International boylove day! - redazione italiana e le varie organizzazioni, che in questi anni sono state individuate e denunciate da don Di Noto, dimostrano come gruppi di pedofili italiani siano in stretto collegamento tra di loro e con il resto del mondo e abbiano elaborato una strategia di destabilizzazione politica e sociale. I loro proclami, le loro manifestazioni on line, gli appelli a Governi e la costituzione di gruppi palesi e non, pur se controllati e ripetutamente denunciati, minacciano i diritti fondamentali dei bambini, come sanciti dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia;
dal 1996 i siti «pro-pedofilia» nel mondo, sia individuali che collettivi, sono aumentati del 300 per cento: basti considerare che il suo portale http://boyloverlinks.net contiene 1.413 siti (rilevazione del 31 maggio 2006);
anche l'organizzazione Save the children ha denunciato l'iniziativa dei pedofili olandesi come in totale contrasto coi principi sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza -:
se risulti al Governo l'esistenza di collegamenti tra gruppi pedofili italiani e il citato partito Ndvd olandese e se non ritenga necessario aumentare la vigilanza in Italia al fine di contrastare tale abietto fenomeno, che sembra sfociare in un vero e proprio orientamento politico ed ideologico strutturato ed organizzato.
(2-00035) «Volontè, Adolfo, Ciro Alfano, Barbieri, Bosi, Casini, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, Riccardo Conti, D'Agrò, D'Alia, De Laurentiis, Delfino, Dionisi, Drago, Forlani, Formisano, Galati, Galletti, Giovanardi, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mele, Mereu, Oppi, Peretti, Romano, Ronconi, Ruvolo, Capitanio Santolini, Tabacci, Tassone, Tucci, Vietti, Zinzi».
(3 luglio 2006)

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
nella risposta ad un'interpellanza svolta il 13 giugno 2006, il Sottosegretario Gaglione ha dichiarato che: «In data 21 gennaio 2004 è stato richiesto uno specifico parere al Consiglio superiore di sanità, che, nella seduta del 18 marzo 2004, ha pronunciato il seguente parere conclusivo: alla luce delle conoscenze disponibili i rischi per l'interruzione farmacologica della gravidanza si possono considerare equivalenti ai rischi dell'interruzione chirurgica, solo se l'interruzione di gravidanza avviene totalmente in ambiente ospedaliero»;
delle cinque donne di cui si è accertata la morte, una è avvenuta in regime ospedaliero, durante la sperimentazione. Quando il Consiglio superiore di sanità si è espresso, le indagini sulle morti californiane da clostridium sordelli erano ancora in corso e il calcolo della mortalità del New England journal of medicine si riferisce proprio alle morti da clostridium (4 o 5 su 460.000, cioè 1:100.000, mentre con il chirurgico il rischio crolla allo 0,1: 100.000);
sempre sul New England journal of medicine, Fischer e altri autori (autori dell'articolo precedentemente pubblicato sul New England journal of medicine sulla RU 486 e i casi di clostridium) hanno affermato che non si sa se la profilassi antibiotica sia efficace nel caso di clostridium sordelli;
i casi di clostridium, sino ad ora riscontrati, sono stati tutti mortali;
la maggiore pericolosità del metodo chimico è, pertanto, del tutto indipendente dal regime ospedaliero e il convegno di Atlanta è stato indetto proprio perché le morti da clostridium sono imprevedibili e senza rimedio: non ci sono informazioni che individuino la predisposizione delle donne a tale infezione;
il pronunciamento del Consiglio superiore di sanità si riferisce agli effetti collaterali e, poiché l'aborto chimico è soggetto a complicanze maggiori in numero ed intensità rispetto a quello chirurgico e in aspirazione (rischi emorragici, innanzitutto; dolori, vomito, diarrea come effetti collaterali; complicazioni cardio-respiratorie, pericolo di gravidanze ectopiche non diagnosticate, come eventi avversi), allora si chiede il regime ospedaliero;
inoltre, rispetto al consenso informato, dovrebbe esserci il confronto esplicito e chiaro tra il tasso di mortalità con il metodo chirurgico e con quello chimico, con entrambe le percentuali, in modo che la donna possa scegliere consapevolmente;
le cronache ci informano che una donna che aveva preso la RU 486 a Siena poi si è rivolta al pronto soccorso del policlinico Gemelli per emorragia -:
quante donne, a Torino, abbiano effettuato l'aborto (cioè l'espulsione dell'embrione) in regime di ricovero e quante di esse siano tornate a casa;
cosa accada negli ospedali dove la pillola non viene data attraverso una sperimentazione, ma attraverso la richiesta diretta;
chi controlli se l'aborto avviene effettivamente in ospedale, quanto siano lunghe le degenze e se le donne firmino per tornare a casa o restino almeno 4 giorni in ospedale;
se sia stato rispettato a Torino l'obbligo del confronto tra i diversi tassi di mortalità ai fini di una scelta consapevole da parte della donna;
se tale obbligo sia stato rispettato anche a Pontedera e nei diversi ospedali che hanno usato la RU 486 attraverso l'importazione diretta;
se, nell'ambito della vigilanza sulla sperimentazione, non intenda acquisire elementi informativi sulla vicenda della donna di Siena e, in particolare, per quali motivi la donna non fosse stata ricoverata, quali informazioni avesse avuto, cosa ci fosse scritto sul consenso informato e se le fosse stato detto che era pericoloso mettersi in viaggio.
(2-00039) «Volontè, Capitanio Santolini, Lucchese, Ronconi».
(3 luglio 2006)

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
da alcuni mesi è in corso una trattativa tra l'editore Mario Ciancio Sanfilippo e la redazione di un'importante emittente regionale, Telecolor, diretta ad evitare il licenziamento di nove giornalisti di quella emittente;
in questa trattativa è recentemente intervenuto, con funzione di mediazione, il prefetto di Catania, dottoressa Anna Maria Cancellieri Peluso;
di fronte alle richieste di natura essenzialmente economica avanzate dall'editore, la redazione ha ritenuto di contrapporre un articolato piano di sacrifici, sempre di natura economica;
successivamente le trattative sono state interrotte, a quanto sembra, non per divergenze di natura economica, ma di fronte al tentativo dell'editore di imporre alla redazione e al direttore una serie di misure giuridiche che puntavano, a giudizio degli interpellanti, a ridurre lo spazio di libertà dei giornalisti, con un'evidente mortificazione professionale;
questa situazione, secondo gli interpellanti, per gli sviluppi descritti, finisce con l'assumere il significato diverso da quello puramente contrattuale e con l'investire gli obblighi informativi che fanno capo alle emittenti televisive locali;
questi obblighi assumono un particolare rilievo in un'area territoriale come quella della Sicilia orientale, nella quale, per accordi o intese tra imprenditori e gruppi editoriali, anche della carta stampata, non si verificano, di fatto, le condizioni di reale pluralismo;
tale situazione sarebbe ulteriormente aggravata con un ridimensionamento di Telecolor e con un conseguente rafforzamento del monopolio dell'editore Mario Ciancio Sanfilippo -:
quali siano i risultati della mediazione svolta dal prefetto e se il Governo non reputi necessario richiedere al prefetto ulteriori mediazioni per evitare che una delle emittenti più significative presenti in Sicilia possa vedere gravemente ridimensionato il proprio gruppo redazionale, con il licenziamento di nove giornalisti, secondo gli interpellanti per ragioni di natura non strettamente economica, e per ristabilire le elementari regole della informazione democratica in Sicilia, di fronte al rischio evidente di un rafforzamento delle condizioni di monopolio informativo;
se questo ridimensionamento dell'organico giornalistico non rischi di compromettere le condizioni iniziali in base alle quali erano state date le concessioni televisive.
(2-00034) «Burtone, Zaccaria, Samperi, Giorgio Merlo, Violante, Cardinale, Amici, Forgione, Carra, Rusconi, Bianco, Mattarella, Raiti, Leoluca Orlando, Garofani, Realacci, Mosella, Frigato, Grassi, Giulietti, Volpini, Carbonella, Suppa, Zanotti, Piro, Castagnetti, Bocci, Lumia, Cesario, Strizzolo, Galeazzi, Giacomelli, Calgaro, Ruggeri, Rotondo, Licandro, Lucà».
(29 giugno 2006)

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la regione Sicilia ha pienamente assolto all'obbligo di copertura del maggior fabbisogno della spesa sanitaria, relativo all'esercizio 2005, destinando a tale maggiore spesa le risorse discendenti dall'attualizzazione dei flussi di cui al protocollo d'intesa dell'8 ottobre 2005 tra lo Stato e la regione Sicilia, in attuazione della sentenza della Corte costituzionale n. 306 del 2004, che dirime a favore della regione una controversia circa l'attribuzione del gettito dell'imposta sulle assicurazioni per la responsabilità civile auto;
tale protocollo non stabiliva a carico della regione Sicilia nessun vincolo all'utilizzo delle risorse attribuite, che avevano natura di entrate correnti, in quanto l'attualizzazione dei limiti di impegno, con cui lo Stato paga il suo debito verso la regione, era stata debitamente autorizzata dalla Ragioneria generale dello Stato e, quindi, tali risorse erano destinabili alla copertura del maggior fabbisogno del settore sanitario;
per le ragioni predette ne consegue che tali risorse non rappresentano affatto il frutto di un indebitamento della regione Sicilia;
per tali motivi è assolutamente impropria e illegittima, secondo gli interpellanti, l'applicazione alla regione Sicilia della maggiorazione irap, a causa del presunto superamento dei limiti di spesa sanitaria, anche perché essa rappresenta l'esercizio di un potere sostitutivo inapplicabile alle regioni a statuto speciale, anche ai sensi della sentenza della Corte costituzionale n. 236 del 2004 -:
se non ritenga assolutamente indispensabile ed urgente provvedere affinché alla regione Sicilia non si applichi la maggiorazione irap impropriamente e illegittimamente applicata anche alla regione medesima, in quanto questa ha già correttamente coperto la maggior spesa sanitaria e non può inoltre essere oggetto dell'esercizio di poteri sostitutivi da parte dello Stato.
(2-00040) «La Loggia, Angelino Alfano, Baiamonte, Crimi, Fallica, Floresta, Germanà, Giudice, Marinello, Martino, Micciché, Minardo, Misuraca, Mormino, Palumbo, Prestigiacomo, Stagno D'Alcontres, Leone».
(3 luglio 2006)

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
l'annuncio di chiudere lo stabilimento di Sulmona, fatto dai vertici della società Lastra, del gruppo belga Agfa-Gevaert, e riportato ampiamente dalla stampa e dalle agenzie di informazione, rende ancora più acuta la crisi industriale che ha colpito la Valle Peligna, considerata da molti una delle aree più fragili del sistema economico abruzzese;
a Sulmona l'azienda, che produce lastre per sistemi tipografici e materiale fotografico, occupa 120 dipendenti, che da luglio 2006 dovranno cessare la produzione;
gli operai dell'azienda da giorni presidiano ad oltranza lo stabilimento nella speranza che la loro problematica lavorativa venga tenuta nella giusta considerazione anche dall'opinione pubblica;
le organizzazioni sindacali, con il coinvolgimento anche della provincia e della regione, hanno dato vita ad una grande mobilitazione per respingere i licenziamenti annunziati -:
se il Governo intenda intervenire per aprire un tavolo di trattativa con i vertici dell'Agfa, le rappresentanze sindacali e una rappresentanza degli operai della Lastra, al fine di salvaguardare l'occupazione dei lavoratori e garantire loro la giusta e legittima cassa integrazione a partire dal mese di luglio 2006, mese in cui nello stabilimento di Sulmona dovrebbe cessare la produzione.
(2-00041) «Pelino, Di Cagno Abbrescia, Luciano Rossi, Iannarilli, Baiamonte, Misuraca, Fallica, Licastro Scardino, Mazzaracchio, Di Virgilio, Pili, Giuseppe Fini, Berruti, Lainati, Fabbri, Di Centa, Tondo, Boscetto, Carlucci, Palmieri, Ceroni, Romagnoli, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Crosetto, Mistrello Destro, Picchi, Boniver, Paoletti Tangheroni, Marras, Cicu, Ceccacci Rubino, Cossiga, Osvaldo Napoli, Paniz, Gianfranco Conte, Fitto, Carfagna, Giro, Bertolini, Giacomoni».
(4 luglio 2006)

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
si apprende da notizie riportate da alcuni organi di stampa che il ministero della difesa ha tagliato circa 400 mila metri cubi di fornitura d'acqua destinata alle isole minori della Sicilia, nonostante queste siano praticamente prive di risorse idriche e, quindi, necessariamente rifornite con navi cisterna, che trasportano periodicamente sulle isole acqua potabile, che viene poi immessa negli acquedotti;
tale inaccettabile decisione di ridurre pesantemente l'approvigionamento idrico per le isole degli arcipelaghi siciliani provocherà gravi problemi per le strutture ricettive, nonché per l'intero comparto del turismo, specie per le isole Eolie, che da sole consumano 1,2 milioni di metri cubi d'acqua, in gran parte concentrati nel periodo estivo, con la prevedibile conseguenza che la situazione economica e occupazionale nelle isole risulterà gravemente penalizzata -:
quali urgenti iniziative intenda assumere per ripristinare la consueta fornitura d'acqua per tutte le isole minori della Sicilia, il cui fabbisogno idrico deve essere integralmente coperto, specie nella stagione turistica, al fine di evitare ulteriori problemi e incertezze per gli operatori turistici e per gli abitanti di tali isole, in quanto la riduzione delle forniture idriche metterebbe inevitabilmente a rischio l'intera economia locale, già penalizzata dai recenti tagli dei collegamenti marittimi.
(2-00042) «Cicu, Fallica, Cossiga, Misuraca, Marinello, Prestigiacomo, Grimaldi, Bertolini, Fitto, Carfagna, Iannarilli, Licastro Scardino, Pili, Ceccacci Rubino, Mazzaracchio, Baiamonte, Paniz, Costa, Giro, Zeller, Marras, Azzolini, Paoletti Tangheroni, Picchi, Crosetto, Gianfranco Conte, Milanato, Ponzo, Del Bue, Nardi, Barani, Verro, Osvaldo Napoli, Gregorio Fontana, Biancofiore, Mereu, D'Agrò, Germanà, Stagno D'Alcontres, Mondello, Lenna, Murgia, Drago».
(4 luglio 2006)