Caro Ministro,

ho letto con piacere il resoconto stenografico della Sua audizione in Commissione affari costituzionali del 20 Giugno scorso.

 

Mi sembra, in particolare, assolutamente condivisibile il proposito di procedere, gia' per via amministrativa o con modifiche del regolamento vigente, ad una eliminazione di alcune delle incongruenze che rendono inutilmente complicata la vita degli immigrati in Italia.

 

Desidero proporre, con il documento allegato, alcuni suggerimenti in materia elaborati con il contributo di diversi esperti (Elena Rozzi, Giulia Perin, Yara Serafini, Saleh Zaghloul e Silvia Canciani).

 

Si tratta di emendamenti che potrebbero essere apportati al DPR 394/1999 (Regolamento di attuazione del Testo unico di cui al D. Lgs. 286/1998) e, in misura minore, al DPR 54/2002 (che regola la condizione del cittadino comunitario e dei suoi familiari, anche stranieri).

 

Richiamo, in particolare, l'attenzione sui punti 1, 2, 3 e 10, relativi, rispettivamente, all'applicazione del decreto di programmazione dei flussi, alla possibilita' di convertire il permesso di soggiorno in un permesso ad altro titolo, al rinnovo del permesso e al provvedimento di espulsione.

 

Gli emendamenti proposti nei punti 1 e 2 mirano a superare molti dei problemi associati all'imbarazzante pretesa che il lavoratore sia assunto senza che si sia mosso dal paese di origine.

 

Quelli proposti nel punto 3 intendono garantire il prolungamento della validita' del permesso di soggiorno in scadenza per tutta la fase del rinnovo e dare rilievo, ai fini della dimostrazione di disponibilita' di risorse economiche, al lavoro effettuato (non solo al reddito da lavoro in corso).

 

L'emendamento proposto al punto 10 vuol porre le basi per il superamento, a normativa invariata, dei CPT. Introduce infatti una sorta di doppio binario nel trattamento da riservare allo straniero in condizioni di soggiorno illegale. Lo straniero verrebbe posto di fronte alla possibilita' di cooperare alla propria identificazione. Se collabora efficacemente (rendendo inutile il costosissimo trattenimento nel CPT), viene rimpatriato con il "foglio di via", senza adozione di un provvedimento di espulsione ne', quindi, di un divieto di reingresso. Il vantaggio e' notevole per lo Stato e per lo straniero.

 

Mi auguro che questi suggerimenti possano risultare utili.

 

Mando questo messaggio e il documento, per conoscenza, anche al Sottosegretario Marcella Lucidi.

 

Resto a disposizione per ogni chiarimento.

 

Cordiali saluti

Sergio Briguglio