Al Ministro per le Pari
Opportunit
On. Barbara POLLASTRINI
Al Sottosegretario per le Pari
Opportunit
On. Donatella LINGUITI
Al Capo Dipartimento per le
pari Opportunit
Dott.ssa Silvia DELLA MONICA
alla Commissione
Interministeriale
sulla Tratta
bozza
Documento
Da vittime
a cittadine e cittadini
a cura degli enti pubblici e privati
che realizzano o supportano i programmi di protezione,
assistenza e integrazione sociale per le vittime di tratta ai sensi dellart.
18 del D.Lgs. 286/98
Chi siamo
Ci presentiamo
innanzitutto: rappresentiamo unampia compagine di enti pubblici, Regioni, Enti
Locali (Comuni e Province), reti e federazioni di enti attivi nel
settore, singole organizzazioni non profit (associazioni di
volontariato, enti ecclesiastici, cooperative sociali) iscritti alla Seconda
(ex Terza) Sezione del Registro di enti e associazioni che svolgono attivit a
favore degli stranieri immigrati ai sensi dellart. 42 comma 2 del D.Lgs.
n.286/98, e dellart. 54 del DPR 31 agosto 1999, n. 394, regolamento di
attuazione del suddetto Testo unico sullImmigrazione,
che hanno attivato e
tuttora gestiscono programmi di protezione sociale per vittime di tratta (di cui allart.
18 del D.Lgs. n. 286/98). Tra noi ci sono anche molte realt che non sono
iscritte
alla Seconda Sezione del Registro o perch "nuove" a tale settore di
intervento, o perch accolgono persone con diverse forme di bisogno, tra cui le
vittime di tratta, o perch indirettamente svolgono comunque una importante
funzione di supporto allo sviluppo degli interventi.
Riteniamo di assoluto
rilievo i risultati positivi raggiunti dal nostro lavoro silenzioso, con
lattivit delle unit di strada e degli sportelli di segretariato sociale, con
lavvio dei programmi di assistenza e integrazione sociale, di formazione ed
orientamento socio-occupazionale, di inserimento nel mondo del lavoro, di
accompagnamento verso lautonomia a favore di persone vittime di tratta, in
particolare donne e minori sfruttate nella prostituzione ma anche donne, uomini
e transgender, adulti e minori sfruttati nel lavoro forzato,
nellaccattonaggio, nelle attivit illegali
Dagli stessi dati del
Dipartimento per le Pari Opportunit (da aggiornare) emerge come nel periodo
marzo 2000 - marzo 2005, sono
8.891 le vittime di tratta avviate ai programmi di protezione assistenza e integrazione sociale (di
cui 461 minori), 4.697 i permessi
di soggiorno ex art. 18 (nei soli primi 4 avvisi), 6.497 i percorsi di
formazione socio-occupazionale, 4.443 inserimenti nel mondo del lavoro. Molti degli enti coinvolti sono inoltre titolari o
gestiscono le postazioni locali del Numero Verde sulla Tratta, che da luglio
2.000 a luglio 2005 ha ricevuto 485.964 chiamate.
Il complesso del
lavoro sviluppato per la protezione e linserimento socio-lavorativo delle
vittime rappresenta inoltre il pi efficace contributo al contrasto delle
organizzazioni criminali che ne gestiscono il traffico e lo sfruttamento.
Pur se con percorsi
istituzionali, strutturali, e approcci metodologici differenti, ci troviamo in
grande sintonia nel valutare assolutamente necessario un salto di qualit
delle politiche e degli interventi di settore, auspicando la creazione di un
vero e proprio sistema di interventi a favore delle vittime
di tratta e per il contrasto alla criminalit:
- prendendo
atto della complessit sempre maggiore che il fenomeno della tratta ha assunto
e costruendo strumenti di conoscenza ed intervento in grado di raggiungere le
persone trafficate nei diversi contesti di sfruttamento: la prostituzione di strada
e al chiuso, il lavoro forzato, laccattonaggio, le attivit illegali
- migliorando e ristrutturando nellottica
della stabilizzazione il complesso degli interventi in realizzazione ai sensi
dellart. 18 del D.Lgs. 286/98;
- rilanciando
il dispositivo del Numero Verde Nazionale a favore delle vittime di tratta;
- avviando in
tempi celeri e in una ottica di sistema i progetti di prima assistenza a favore
delle vittime di tratta ai sensi dell art. 13 della Legge sulla Tratta n.
228/2003 (e dunque sinergicamente collegati con i progetti art. 18);
- promuovendo
interventi di riduzione del danno, bassa soglia, identificazione, empowerment e
di promozione dei diritti per le persone coinvolte nei diversi fenomeni legati alla tratta;
- promuovendo
il lavoro di rete multi-attoriale tra enti pubblici, organizzazioni non profit,
forze dellordine, magistratura per lidentificazione e la tutela delle vittime
di tratta sia a livello locale che nazionale e per contribuire al contrasto al
fenomeno criminale;
- promuovendo
interventi con i Paesi di origine e di transito delle vittime di tratta, ed
azioni di sensibilizzazione della cittadinanza e delle comunit locali in
Italia..
Tutto ci in primis
attraverso la creazione di un meccanismo di confronto strutturale tra gli
enti
impegnati nella realizzazione degli interventi e il Ministero per le Pari
Opportunit
e la Commissione Interministeriale per lattuazione dellart. 18 e dellart.
13.
Di seguito offriamo una
analisi dei nodi critici che caratterizzano a ns. modo di vedere oggi gli
interventi di settore e una serie di proposte volte al loro miglioramento.
Analisi dei punti di criticit negli
interventi a favore delle vittime di tratta
Sintetizzando la portata
originale ed innovativa dellart. 18 (anche grazie alla compartecipazione dei
nostri Enti ed Organismi in sede di definizione del regolamento applicativo del
medesimo articolo 18 e della sua successiva attuazione), potremmo dire che si
tratta di una normativa che, ponendo al centro la relazione tra persone immigrate
e l'assoggettamento a condizioni di sfruttamento e diversificate forme di
violenza, intende sostenere le vittime di tali violenze e coercizioni e
contrastare la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e di
altro genere.
In particolare la normativa
consente di realizzare un percorso di inclusione sociale mediante i programmi
di assistenza e integrazione sociale, intesi come riformulazione del progetto
migratorio in condizioni di legalit, sicurezza e autonomia. E il passaggio
dalla vittimizzazione al diritto di cittadinanza, ponendosi in maniera
alternativa e antagonista alle reti di sfruttamento.
LItalia, leader
europeo nel settore del sostegno alle persone vittime di tratta, a otto anni
dallentrata in vigore dellart. 18 e a sei anni dalla attivazione effettiva
degli interventi, ha il dovere di uscire dalla fase sperimentale, intervenendo
per migliorare la progettualit dellart. 18 e la protezione sociale in tutti i
suoi aspetti, collegandola in maniera sistemica ai programmi di prima assistenza
previsti dallart. 13 della L. 228/2003, tuttora da implementare.
Riteniamo infatti esserci
una serie di fattori di criticit che potrebbero depotenziare e vanificare
il grande lavoro messo in campo in questi anni.
Ci riferiamo in
particolare:
- ai cambiamenti nei fenomeni della prostituzione e
della tratta determinati da una politica repressiva che esegue
limperativo della pulizia delle strade (nella convergenza della legge
sullimmigrazione Bossi-Fini e di una rinnovata politica persecutoria verso
le persone che si prostituiscono, sostenuta da proposte di legge tese ad
eliminare la prostituzione di strada) che ignora i diritti delle persone
(peraltro soggetti deboli e spesso vittime) e che ha leffetto di
nascondere il problema della tratta e lo sfruttamento o il disagio delle
persone; sottolineiamo che le retate sono controproducenti in quanto:
non contribuiscono alla lotta contro le organizzazioni criminali;
impediscono il contatto delle unit di strada con le persone coinvolte nel
fenomeno riducendo l'impatto del lavoro di prevenzione sanitaria e di
promozione delle possibilit offerte dall'art. 18; favoriscono lo
spostamento delle donne in luoghi chiusi rendendole soggetti ancora pi
deboli perch meno raggiungibili dagli operatori sociali e dalle stesse
forze dell'ordine; favoriscono la sfiducia e la diffidenza nelle forze
dellordine piuttosto che il contrario; nello svolgimento delle retate,
pur volendo, diventa difficile prospettare la possibilit di fruire
dell'art. 18, e il rimpatrio forzato significa ributtare le donne nel
circuito dello sfruttamento con debiti fortemente aumentati;
- allampliarsi delle forme di sfruttamento legate alla
tratta e delle soggettivit coinvolte; la tratta si
registra infatti non pi soltanto nella prostituzione, ma in
maniera emergente nel lavoro forzato, nellaccattonaggio, nelle attivit
illegali,
a carico di donne ma anche di uomini e transgender, con un
significativo coinvolgimento di minori di entrambi i
sessi; rispetto a tali cambiamenti per, sia gli operatori degli
interventi sociali che gli operatori delle forze dellordine, mancano di
appropriati strumenti di conoscenza ed intervento (a maggior ragione alla
luce dellauspicato e dovuto ampliamento dei progetti art. 18 alle forme
di violenza e sfruttamento diverse da quello sessuale avvenuto con
nellavviso 7);
- alla situazione di stallo e di arretramento a
livello politico-istituzionale sui programmi protezione sociale (messa a
disposizione di fondi economici assolutamente inadeguati per
progetti che comunque devono continuare ad attivare e gestire, con una
forte responsabilit in solido, programmi di protezione sociale; mancanza di un sistema di
monitoraggio e di valutazione degli interventi realizzati in
grado di valorizzare, presso tutte le sedi competenti, italiane
e comunitarie, linnovazione dellart.18; persistenza sulla
dimensione progettuale di azioni ormai rese, di fatto, servizi, con la
conseguente situazione di precariet e discontinuit o quantomeno di
instabilit delle azioni);
- allappiattimento dellart.18
sulla dimensione premiale (e ad un suo utilizzo strumentale,
funzionale esclusivamente al contrasto alle organizzazioni criminali),
anzich alla sua applicazione per la prioritaria tutela dei diritti delle
vittime; sottolineiamo che proprio la protezione delle vittime riesce a
creare quel clima di fiducia che porta le stesse a collaborare con le
forze dellordine e la giustizia e quindi a fornire gli elementi utili al
contrasto alla criminalit organizzata che le sfrutta;
- alla difformit applicativa dellart.18 da parte
delle Questure. Infatti in alcune Questure non viene applicato il
percorso sociale (ai sensi della lettera a., comma 1, art. 27 del
Regolamento di Attuazione), in altre cՏ addirittura una resistenza ad
applicare il percorso giudiziario in base alla denuncia (la lettera b.,
comma 1, art. 27 del Regolamento). Troppo lunghi rimangono inoltre in
alcuni casi i tempi per il rilascio del permesso di soggiorno ai sensi
dell'art. 18. Tutto ci testimonia una discrezionalit
nellinterpretazione e nellapplicazione dellart. 18 che non
accettabile a fronte di un articolo di legge, di specifici articoli di
applicazione contenuti nel Regolamento D.P.R. 394/99, e di circolari
emanate dal Ministero dellInterno. Si perde in questo modo la possibilit
di incentivare laiuto alle vittime e il correlato contrasto alle
organizzazioni criminali, rendendo peraltro impotenti i progetti che sono
finanziati a tale scopo; si auspica che la circolare di gennaio 2006 del
Ministro dellInterno Pisanu (che ribadisce lobbligo di applicare lart.
18 anche per il percorso sociale) abbia i suoi effetti, che vanno
tuttavia monitorati;
- al rischio del depotenziamento del Numero Verde a favore
delle vittime di tratta che, con le sue 14 postazioni locali rappresenta
uno strumento insostituibile di supporto alle vittime e di referenzialit
per tutti gli attori in campo sul territorio nazionale;
- al ritardo nella messa in campo dei programmi di
prima assistenza per le vittime di tratta previsti dallart. 13 della
Legge sulla Tratta n. 228/2003, per i quali si attende ancora
lemanazione del bando per lavvio dei progetti;
- alla mancanza di spazi istituzionali per poter
avviare un necessario e proficuo confronto tra i Ministeri
competenti, pubbliche istituzioni deputate al settore, e le organizzazioni non profit che
gestiscono i programmi di assistenza e integrazione sociale. Questa
mancanza di spazi di confronto e negoziazione ha fortemente limitato il lavoro
di correlazione e di coprogettazione tra enti, diversi certamente per
ruoli, funzioni e competenze, ma insieme coinvolti nella buona riuscita
dei programmi di protezione sociale. Tale situazione impedisce dunque il
contributo al miglioramento del sistema complessivo che pu derivare dagli
Enti Locali e dalle organizzazioni di base, che pure nei contesti locali
hanno saputo costruire risposte significative e concertate al problema,
superando il ruolo di meri esecutori materiali. In particolare si coglie
la grande residualit assegnata da parte centrale oltre che al privato
sociale, anche agli enti pubblici (Regioni) ed enti locali (Comuni e
Province) nelle strategie di lotta alla tratta.
Proposte
sulle politiche e gli interventi a favore delle vittime di tratta
Da vittime a
cittadine e cittadini.
Innanzitutto ci sembra di
fondamentale importanza cercare di accelerare un necessario cambio culturale:
uscire dalle sacche, ormai stereotipate, della vittimizzazione della persona
oggetto di tratta (con tutti i corollari di pietismo, assistenzialismo e spettacolarizzazione
che le accompagna) o della sua criminalizzazione, e cercare di costruire, per
le persone che fruiscono di un programma di protezione sociale, un percorso di
cittadinanza attiva (con lattenzione quindi allautonomia abitativa e lavorativa,
al radicamento territoriale, alla partecipazione ai processi di cittadinanza).
Ci significa lavorare sulla creazione di scenari futuri integrati ed armonici
governati dal diritto e dalla giustizia.
Per realizzare tutto ci
proponiamo di:
- integrare la Commissione Interministeriale per
lattuazione dellart. 18 D.Lgs. 286/98 e art. 13 L. 228/2003 con un/a
rappresentante del Ministero degli Affari Esteri e con un/a
rappresentante della Direzione Nazionale Antimafia;
- istituire un Tavolo Interistituzionale Nazionale
sulla Tratta
con
il compito di:
-
Promuovere
le reti e la cooperazione multi-attoriale
-
Monitorare
e incidere sullapplicazione delle norme in atto
-
Analizzare
i dati, i cambiamenti, adeguare gli interventi e il raccordo tra gli attori in
campo
e
composto da:
-
la
Commissione Interministeriale per lattuazione dellart. 18 D.Lgs. 286/98 e
dellart. 13 L. 228/2003 (Dipartimento per le Pari Opportunit, Ministero
dellInterno, Ministero della Giustizia, Ministero della Solidariet Sociale, i
due rappresentanti della Conferenza Unificata) integrata da Ministero degli
Affari Esteri e dalla Direzione Nazionale Antimafia;
-
Ministero
del Lavoro e Ministero della Salute;
-
una
rappresentanza dei principali enti pubblici (Regioni, Province, Comuni) ed enti
non profit che direttamente intervengono a favore delle vittime di tratta.
- dare piena ed omogenea applicazione allart. 18, sia sul
piano della concessione dei permessi di soggiorno per il percorso
giudiziario e per il percorso sociale (con tempi celeri di concessione
dei permessi e di revoca dei decreti di espulsione), uniformando le
procedure di raccordo tra Questure e servizi sociali pubblici e privati, sia
sul piano della realizzazione dei programmi di assistenza e integrazione
sociale
mettendo gli enti coinvolti in condizione di lavorare al meglio;
- assicurare lormai ineludibile passaggio da progetti
a servizi degli interventi in realizzazione ai sensi dellart.
18:
- superando il respiro corto dei bandi
annuali;
- adeguando le risorse finanziare annue
stanziate che, ad 8 anni dallentrata in vigore della norma, risultano
assolutamente sottodimensionate (si passati dai 47 progetti del primo
avviso ai circa 80 del settimo avviso);
- assicurare il rilancio del dispositivo del Numero
Verde a favore delle vittime di tratta:
- garantendo la continuit delloperativit
della postazione centrale e delle 14 postazioni locali;
- riqualificando loperativit della postazione
centrale con la disponibilit di personale adeguatamente
formato ed in grado di interloquire in pi lingue (almeno: inglese,
rumeno, russo);
- assicurando il raccordo continuativo tra postazione
locale e postazioni locali (in termini operativi e metodologici)
attraverso la funzione di coordinamento del Dipartimento per le Pari
Opportunit e la previsione di costanti momenti di incontro;
- ampliando la gamma di persone destinatarie del
servizio, superando lesclusivo riferimento alle vittime di
tratta a scopo di
sfruttamento sessuale e rivolgendosi dunque anche alle vittime di tratta
per sfruttamento nel lavoro forzato, nellaccattonaggio, in attivit
illegali (in ottemperanza al dettato dellart. 18 e della Legge sulla
Tratta);
- implementando una strategia costante e non
episodica di promozione del Numero Verde su base nazionale e locale, rivolta
sia agli operatori di settore (ad esempio presso le diverse forze
dellordine), sia alla popolazione target (anche in considerazione
dellampliamento del target di riferimento), sia alla popolazione in
generale;
- addivenire ad una celere emanazione del bando per il
finanziamento dei programmi di prima assistenza per le vittime di tratta,
previsti dallart. 13 della Legge sulla Tratta 228/2003, contemperando lesigenza di coprire il
territorio nazionale con lesigenza di attivare programmi sostenibili e
non assistere ad un finanziamento a pioggia che rischia di non mettere
nessuno dei progetti in grado di operare adeguatamente;
risulta in tal senso opportuno
pensare a un modello di distribuzione geografica razionale, con un
numero non eccessivo di progetti ai sensi dellart. 13 della Legge sulla
Tratta, integrato sinergicamente con i progetti dellart. 18;
- definire lo status delle neocomunitarie (attuali e
future: vedi Romania e Bulgaria) assicurando loro la possibilit di
accedere ai programmi art. 18 (come titolo di soggiorno, si
potrebbe prevedere che la carta C.E. che viene rilasciata a cittadini/e
dei Paesi recentemente ammessi nellUnione Europea, nei casi in cui
sussistano le condizioni previste dallart. 18, venga rilasciata ai sensi
dello stesso articolo);
- prevedere che i programmi di rientro volontario
assistito vengano estesi alle vittime di tratta sfruttati in ambiti
diversi dalla prostituzione;
- avviare un sistema efficace e condiviso di monitoraggio
e valutazione quali-quantitativo degli interventi a
favore delle vittime di tratta ai sensi dellart. 18 D.Lgs. 286/98 e
dellart. 13 L. 228/2003, allo scopo di promuovere la conoscenza degli
esiti pi interessanti e la diffusione delle buone prassi a tutti i
soggetti coinvolti;
- promuovere linserimento del tema della
tratta nelle politiche sociali regionali e locali;
- promuovere interventi, adeguatamente
sostenuti dal punto di vista finanziario, di riduzione del danno, bassa
soglia, identificazione, empowerment e di promozione dei diritti per le
persone coinvolte nei fenomeni legati alla tratta, quali la prostituzione,
il lavoro forzato, laccattonaggio, le attivit illegali;
- promuovere il lavoro di rete multi-attoriale tra enti
pubblici, organizzazioni non profit, forze dellordine, magistratura per lidentificazione
e la tutela delle vittime di tratta, attraverso meccanismi di raccordo
interistituzionale, procedure condivise, formazione congiunta;
- incentivare lattivit investigativa
(strettamente connessa con lapplicazione della Legge sulla Tratta e
dellart. 18 sia nei casi di percorso giudiziario che di percorso sociale)
anche in una prospettiva di collaborazione europea e transnsazionale,
chiarendo e favorendo il necessario raccordo tra Procure e Direzioni
Distrettuali Antimafia;
- coinvolgere il Ministero degli Esteri che,
attraverso proprie risorse finanziarie, istituisca una agenzia
governativa con funzioni di interfaccia tra soggetti attuatori dellart.
18 e dellart. 13 e le rappresentanze consolari presenti in Italia, al fine di
garantire e ottenere presso tali Uffici i passaporti delle persone vittime
di tratta con protocolli che garantiscano tutela e privacy delle medesime.
A tale scopo inoltre opportuno studiare forme di raccordo con le
rappresentanze consolari italiane nei diversi Paesi;
- promuovere interventi di prevenzione e sviluppo
locale nei paesi di origine e di transito delle vittime della
tratta di esseri umani, anche in raccordo con i progetti di cooperazione
decentrata coordinati dal Ministero degli Esteri. Un approccio di questo
genere potr inoltre supportare adeguatamente i percorsi di rientro volontario assistito con reali
prospettive di reinserimento sociale e lavorativo;
- promuovere il sistema delle politiche di intervento
a favore delle vittime di tratta nel panorama europeo,
dimostrandone lefficacia ed avviando una riflessione che tenti di evitare
arretramenti negli interventi europei per lassistenza alle vittime di
tratta e per il contrasto alla criminalit organizzata. Si pu dire
infatti che l'Italia rappresenti in Europa ma anche nel mondo, il sistema
pi avanzato per la protezione e l'assistenza delle vittime della tratta e
le correlate strategie di contrasto alla criminalit organizzata. Anche
alla luce della Dichiarazione di Bruxelles seguita alla Conferenza del
18-20 settembre 2002, del Rapporto del Gruppo di Esperti sulla Tratta
nominato dalla Commissione Europea, della Convenzione del Consiglio
dEuropa e dello European Action Plan, evidente come l'Italia realizzi
gi ed abbia stimolato le principali raccomandazioni contenute in tali
documenti. L'Italia dovrebbe anzi spingere gli altri Stati ad una visione
meno restrittiva, superando la concezione del permesso di soggiorno
temporaneo a breve termine e di natura premiale, poich pu dimostrare che
molte delle persone coinvolte nella tratta non possono rientrare nei Paesi
di origine e che il vincolo dell'immediata collaborazione con le Forze
dell'Ordine e la Giustizia non solo non rispetta i diritti delle vittime
ma limita anche le possibilit di ottenere la loro collaborazione per il
contrasto alle organizzazioni criminali.
Enti
aderenti:
C.N.C.A.
Associazione On the Road
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