Questura di Palermo: ancora trappole per i rom

 

La condizione dei rom in Sicilia appare esposta ad un continuo degrado, sia per labbandono in cui versano nei campi nei quali sono relegati, sia per latteggiamento ostile delle istituzioni e di alcune Questure nei loro confronti.

 

Anche coloro che sono regolarmente in possesso di un permesso di soggiorno sono soggetti al rischio di una ricaduta nella clandestinit, per effetto delle prassi adottate dagli uffici di polizia che ricorrono ad ogni genere di espediente per negare o per ritardare il rinnovo dei permessi di soggiorno. Rom gravemente ammalati o in HIV conclamato sono costretti a rinnovare ogni tre mesi il permesso per cure mediche, come se il loro stato cronico fosse superabile in un cos breve lasso di tempo. I permessi per le donne in stato di gravidanza vengono rilasciati a rilento e spesso in prossimit della loro data di scadenza.

 

Ma laspetto pi grave riguarda i rom residenti nel campo della Favorita di Palermo, titolari di un permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria, per lo pi appartenenti a famiglie di kosovari della citt di Kosovska Mitrovica, ancora interessata da un conflitto etnico religioso che mette a rischio la vita degli stessi rom in caso di rimpatrio forzato. Queste persone, in alcuni casi nati in Italia, che non hanno mai potuto visitare il loro paese, che hanno frequentato le scuole in Italia e che non parlano una sola parola della loro lingua originaria sono oggi a rischio di espulsione anche se non hanno mai commesso un reato.

 

La Questura di Palermo infatti, in occasione del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria, piuttosto che procedere con la consueta procedura seguita per il rinnovo di questo tipo di permessi di soggiorno, costringe i rom che si presentano agli sportelli dellufficio immigrazione di San Lorenzo a sottoscrivere una Istanza di asilo politico, per i motivi che saranno specificati nellapposito verbale. Il verbale viene successivamente redatto una volta che il richiedente asilo si vincolato con la firma dellistanza, non si sa sulla base di quale effettiva libert e consapevolezza del richiedente nelle dichiarazioni che rende e nel controllo della relativa verbalizzazione.

 

I rom kosovari sono costretti a sottoscrivere listanza con la minaccia che in caso contrario rischiano lespulsione con accompagnamento forzato, e sono costretti ad una vera e propria trappola in quanto in questo modo, piuttosto che ottenere il consueto rinnovo del permesso per motivi umanitari su parere della Commissione centrale di Roma ( come accadeva in passato), sono inviati davanti alla nuova Commissione territoriale costituita a Trapani. Qui viene loro negato tanto il riconoscimento dello status di rifugiato quanto il diritto alla protezione umanitaria, non ricorrendo pi secondo la commissione - una situazione di pericolo nelle aree di provenienza dei rom kosovari.

 

Il risultato finale che, piuttosto del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari ai rom kosovari viene consegnato il decreto di espulsione con lordine di lasciare il territorio nazionale, e quindi con il rischio di incorrere nelle pesanti sanzioni penali per chi si sottrae allesecuzione dellordine di allontanamento. Tra qualche tempo, una volta che queste persone (da anni, o addirittura dalla nascita residenti in Italia) saranno fermate dalle forze di polizia per un controllo, potranno essere internate in un centro di detenzione amministrativa, e al secondo fermo di polizia processate e rinchiuse in carcere, irrimediabilmente condannati alla clandestinit se saranno tanto fortunati da non essere deportati nel paese dal quale provenivano i loro genitori, ma che oggi per loro estraneo e pericoloso.

 

In questo modo, costringendo i rom a sottoscrivere istanze di asilo senza fornire loro adeguate informazioni, senza una qualsiasi assistenza di operatori indipendenti, senza riportare nella istanza i motivi che sarebbero alla base della loro istanza, si creano le premesse per la successiva bocciatura delle loro istanze da parte della Commissione territoriale, e quindi si fabbricano nuovi clandestini, buoni per fare lievitare le statistiche e magari per fare anche bella figura davanti allopinione pubblica quando si eseguono gli internamenti e le deportazioni . Perch di questo, ancora oggi, si tratta, anche se a qualcuno questi termini daranno fastidio.

 

Fulvio Vassallo Paleologo Consorzio italiano di solidariet- Palermo