Caro Sergio,

Ho dato una prima occhiata allo schema di riforma da te proposto il 13.09.2006. Vorrei discutere con te un punto, che mi ha subito colpito, incluso nel titolo: Ingresso e soggiorno per motivi familiari (Rivedere in base a d. lgs.),  ed il seguente:       Hanno diritto di soggiorno, senza condizioni, salvo gravi motivi di ordine pubblico o sicurezza dello stato, i seguenti familiari stranieri del cittadino italiano (...).

Scrivi: "salvo gravi motivi di ordine pubblico o sicurezza dello stato". E' una questione che ho visto

proposta nella direttiva del governo sul titolo di soggiorno di lunga durata CE  (Carta di Soggiorno). 

Credo che, cos, si finisce per dare pi discrezionalit alle questure nel rilascio della Carta di soggiorno (o permessi di soggiorno da te proposte) e rendere pi difficile ottenere la Carta di soggiorno.

I requisiti per ottenere la carta di soggiorno devono a mio parere rimanere quelli di prima 6-1 anni di soggiorno regolare (non residenza); reddito sufficiente dellanno precedente, non aver commesso reati di quelli previsti da art.380 e 381 codice penale.

Hai proposto che la carta sia rilasciata anche quando il contratto tempo determinato: sono queste le cose che servono.  Io ho proposto che la carta sia rilasciata anche a chi al momento della presentazione della domanda si trova momentaneamente disoccupato.  (Sai cosa hanno fatto gli immigrati a Genova: hanno mollato per il periodo necessario il lavoro dipendente, hanno aperto una propria attivit di commercio ambulante, hanno tutti dichiarato 4.800 euro ed hanno ottenuto cos la carta di soggiorno).   

 

E' gi previsto dal T.U. che, anche quando una persona in possesso della carta di soggiorno, pu essere espulso per motivi gravi di ordine pubblico e sicurezza dello stato. Includendo nei requisiti necessari al rilascio della Carta di soggiorno (permesso di lunga durata CE) il preventivo rilascio di un certificato dai servizi segreti esattamente quello che fanno i regimi dittatoriali del 3 mondo e che fino ad ora non ho visto in Italia. 

 

Non deve essere, comunque, chiamato soggiorno di lunga durata UE?

 

Un altro punto nella stessa direttiva sul soggiorno di lunga durata che anche esso contribuir di non poco al fine di escludere molti dal rilascio della carta di Soggiorno ed il seguente: Art.9 comma 5:    Ai fini del calcolo del periodo di cui al comma 1, non si computano i periodi di soggiorno per i motivi indicati nelle lettere d) ed e).

 

Non capisco perch complicare la vita a tutti come se tutti questi anni di code davanti alle questure e tonnellate di fotocopie da portare in questura non abbiano insegnato niente a nessuno. occorre semplificazione e non complicazione e piccoli dettagli che permetteranno maggiore discrezionalit: 5 anni di soggiorno regolare bastano ed avanzano .

 

Il problema non se sono 6 o 5 anni di soggiorno regolare il problema che si rilascia il maggior numero di carte di soggiorno possibile perch le persone non siano costretti ad andare all'Ufficio stranieri della questura ogni anno o ogni due anni malgrado che vivono in Italia regolarmente da 15, 20 anni. (La stessa cosa vale per la cittadinanza il problema non se sono 10 o 5 gli anni, il problema la certezza del diritto, che questa riforma certamente non soddisfa. Vedi, caro Sergio, avrei preferito una norma che dicesse chi regolarmente soggiornante da 15 anni in Italia e non ha commesso alcun reato e richiede la cittadinanza automaticamente cittadino italiano.)  

 

La carta di soggiorno doveva essere finalizzata a questa ragione e solo a questa e non a dare qualche diritti in pi a chi la possiede ed escludere da alcuni diritti quegli che non la possiedono (Vedi Assegno sociale, pensione di invalidit ecc.) In questo caso un errore sta portando a commettere un altro errore. Al contrario occorre superare quanto ha previsto la finanziaria del 2000 prevedendo il requisito della carta di soggiorno per ottenere le prestazioni economiche e previdenziali, occorre ritornare a quanto prevedeva l'articolo 41 del T.U., che basta il permesso di soggiorno per avere diritto a queste prestazioni.