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Notizie

Ministro Giuliano Amato

29.08.2007

Dibattito sulla sicurezza a Telese Terme. Amato assicura: «Sono molti i fattori criminogeni che generano preoccupazione, ma siamo in condizioni di governare la situazione»

Affrontati i temi della droga, dell’immigrazione clandestina, del terrorismo, della certezza della pena. «E’ giusto creare un clima di legalità anche nelle piccole cose» ha detto riferendosi all’ordinanza sui lavavetri del Comune di Firenze

«Ho apprezzato l'iniziativa di Firenze. E’ giusto creare un clima di legalità anche nelle piccole cose perché questo contribuisce a far sentire più sicuri i cittadini». Lo ha sostenuto il ministro dell’Interno Amato, commentando l'iniziativa dell'amministrazione comunale fiorentina sui lavavetri, in occasione del dibattito sulla sicurezza promosso nell'ambito della festa dell'Udeur a Telese Terme.

A chi sostiene che il tema della sicurezza appartenga alla destra Amato ha risposto: «E' da quando ero piccolo che sento dire che la sinistra non ha la sicurezza tra le proprie finalità. E’ possibile che vi siano modi diversi di intenderla tra destra e sinistra, ma questa è la classica discussione alimentata sulla base di pregiudizi e non giudizi».

In Italia, ha riferito Amato, «ci sono molti fattori criminogeni che generano preoccupazione, ma siamo in condizioni di governare la situazione».
Le richieste avanzate al Governo dal ministro Amato, per assicurare risorse alla sicurezza, sono state accolte. «Il Dpef per la Finanziaria - ha affermato - indica la sicurezza come il primo tra i settori dell'amministrazione in cui spendere. Ce ne è voluta, ma alla fine è stata capita».

Il ministro Amato ha affrontato nel dibattito i temi della droga, dell’immigrazione clandestina, del terrorismo, della certezza della pena.

«Non chiedete al ministro dell'Interno - ha detto per quanto riguarda l’uso di sostanze stupefacenti - di eliminare tutta la droga che circola in Italia se poi migliaia di italiani ne fanno un uso quotidiano». Il ministro si è quindi appellato alle famiglie: «Quello del consumo di droga, soprattutto tra i giovani – ha sostenuto - rappresenta un problema che affrontiamo con impegno, ma che sicuramente va affrontato anche in famiglia, almeno in quelle in cui non siano i genitori stessi a far uso di droghe. In Italia il consumo di droga è spaventosamente alto, la droga giganteggia e dà alle organizzazioni criminali profitti inauditi».
L'appello è stato poi esteso anche al problema dell'abuso di alcol da parte dei giovani, che, ha detto, «è aumentato in maniera vertiginosa», con tutti i problemi conseguenti sulla sicurezza stradale.

Per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, secondo Amato, il fenomeno «porta con sé criminalità nuova». «Occorre – ha detto - dare tutta la solidarietà possibile a coloro che sono vittime di questo fenomeno ed impegnarsi a fornire opportunità per l'immigrazione legale, ma è prioritario combattere l'immigrazione clandestina e questo si può fare con successo anche attraverso una stretta collaborazione con le polizie dei paesi di provenienza dei clandestini».

«Una delle mie grandi preoccupazioni - ha detto riferendosi al problema del terrorismo internazionale - è il trasporto di massa, ma posso dire che sono stati fatti progressi notevoli nel ‘detectare’ le zone a rischio». Quanto al terrorismo interno il ministro ha ricordato come «per la prima volta nella storia», il 12 febbraio scorso la polizia ha potuto far arrestare dal giudice alcuni brigatisti prima che commettessero qualche attentato. Questo dimostra, secondo il ministro dell'Interno, «una capacità di prevenzione tempestiva maggiore rispetto agli anni passati».

Per quanto riguarda il tema della certezza della pena, il ministro dell'Interno si è rivolto direttamente al Guardasigilli Clemente Mastella, presente a Telese Terme in qualità di padrone di casa: "Quando uno viene arrestato – ha detto - poi non te lo puoi ritrovare davanti dopo tre mesi. Questo si chiama certezza della pena. E questo compito tocca al ministro della Giustizia».
Secondo Amato, questo fatto «è veramente insopportabile e da' tanta insicurezza; nell'ambiente del ministero dell'Interno crea irritazione per il lavoro che era stato fatto».





   
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