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Sicurezza

31.07.2007

Siglato alla presenza del vice ministro dell’Interno Minniti il «Patto per Prato sicura», per la cooperazione interistituzionale contro la criminalità in un'area caratterizzata da un alto tasso d'immigrati, soprattutto cinesi, impegnati nell'imprenditoria

L'accordo, secondo Minniti, «fonde il tema del controllo del territorio con una moderna visione di sicurezza, che coinvolge gli enti locali soprattutto nell'ambito dell'integrazione»

Con la firma del “Patto per Prato sicura”, avvenuta questa mattina presso la Prefettura del capoluogo di provincia toscano, è stato esteso anche a quest’area lo strumento dei Patti per la sicurezza, che consolida con misure concrete calibrate sulle singole realtà locali la cooperazione tra Governo e Istituzioni locali nell’azione di contrasto alle varie forme di criminalità.

L’accordo siglato oggi alla presenza del vice ministro dell’Interno, Marco Minniti, è il risultato del lavoro istruttorio avviato il 4 maggio scorso dallo stesso vice ministro nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’impegno di giungere entro l’estate alla sottoscrizione del Patto per la sicurezza di Prato che, a differenza delle altre città già interessate da questi accordi interistituzionali, non è Città metropolitana.

Spiegando le ragioni che hanno portato alla stipula dell’accordo, Minniti ha sottolineato la specificità del territorio pratese, che non presenta immediate emergenze ma è caratterizzato da una presenza molto consistente di immigrati in prevalenza cinesi, con una comunità di circa 35.000 persone, e dalla più alta concentrazione europea di aziende gestite da extracomunitari.

Il documento è stato sottoscritto dal prefetto della città, Eleonora Maffei, dal sindaco, Marco Romagnoli, dal presidente della Provincia, Massimo Logli, e dal vicepresidente della Regione Toscana, Federico Gelli.
Hanno preso parte alla cerimonia di stipula del patto, insieme con il vice ministro dell’Interno Minniti, il suo capo di Gabinetto, prefetto Elisabetta Belgiorno, e il coordinatore nazionale dei Patti per la sicurezza e vice capo della Polizia, prefetto Giuseppe Pecoraro.

L’accordo ha l’obiettivo di gestire al meglio la peculiare realtà dell’area, in quanto è in grado di fondere, secondo il vice ministro, “il tema del controllo del territorio con una moderna visione di sicurezza, che coinvolge gli enti locali soprattutto negli ambiti della formazione e dell’integrazione”.

Due le priorità individuate dal patto, legate alle problematiche connesse all’attività imprenditoriale e all’immigrazione: i controlli e l’integrazione.

Sotto il primo aspetto, l’accordo introduce misure specifiche soprattutto per contrastare il fenomeno della contraffazione dei marchi e dei brevetti, l’irregolare circolazione del denaro e lo sfruttamento della manodopera irregolare. Il patto prevede, a questo scopo, anche un aumento degli organici delle forze dell’ordine, con 10 poliziotti, 15 carabinieri e 20 militari della Guardia di Finanza, e la creazione, da parte di Provincia e Comune, di un fondo per il contrasto dell’illegalità.

Per quanto riguarda, invece, le misure finalizzate a favorire l’integrazione, è prevista la creazione di un centro polivalente in Via Pistoiese, cuore della comunità cinese di Prato, centro che dovrà diventare un punto di contatto con la popolazione della zona.
La struttura, per la quale il Comune si impegna a stanziare circa 300.000 euro, offrirà servizi amministrativi comunali e di polizia municipale, e costituirà la sede di riferimento locale per l’attività delle forze dell’ordine, secondo il modello “pratese” di polizia di prossimità.

Fra gli interventi per garantire la sicurezza, invece, l’accordo prevede l’invio di contingenti della forza di intervento rapido in caso di emergenze particolari.

Gli Enti locali coinvolti si sono impegnati ad investire sulle misure previste dal Patto per Prato con stanziamenti che, per il Comune, oltre ai fondi destinati al centro polifunzionale, ammontano a 500.000 Euro per progetti che saranno valutati dal Comitato provinciale, più eventuali ulteriori conferimenti da decidere in sede di assestamento del bilancio.
Sempre in fase di assestamento, secondo quanto stabilisce l’accordo, la Provincia quantificherà gli stanziamenti da dedicare agli interventi previsti.





   
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