<EntPE>PARLAMENTO EUROPEO</EntPE>

2004

2009

<Commission>{LIBE}Commissione per le libert civili, la giustizia e gli affari interni</Commission>

<RefStatus>PROVVISORIO</RefStatus>

<RefProc>2006/2251</RefProc><RefTypeProc>(INI)</RefTypeProc>

<Date>{07/06/2007}7.6.2007</Date>

<TitreType>PROGETTO DI RELAZIONE</TitreType>

<Titre>sul piano d'azione sull'immigrazione legale</Titre>

<DocRef>(2006/2251(INI))</DocRef>

<Commission>{LIBE}Commissione per le libert civili, la giustizia e gli affari interni</Commission>

Relatrice: <Depute>Lilli Gruber</Depute>


 

PR_INI

INDICE

Pagina

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO..................................... 3

MOTIVAZIONE...................................................................................................................... 13

 


PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul piano d'azione sull'immigrazione legale

(2006/2251(INI))

Il Parlamento europeo,

    vista la comunicazione della Commissione sul piano d'azione sull'immigrazione legale (COM(2005)0669 def.),

    vista la comunicazione della Commissione riguardante le priorit politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi (COM(2006)0402) e la sua risoluzione sulla materia,

    visto il parere del Comitato delle Regioni, del 26 febbraio 2007, sul "Piano d'azione sull'immigrazione legale, la lotta contro l'immigrazione clandestina, il futuro della rete europea delle migrazioni" (CdR 233/2006),

    viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 4 e 5 novembre 2004 e il Programma dell'Aia[1] ad esse allegato,

    vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata "L'approccio globale in materia di migrazione un anno dopo: verso una politica europea globale della migrazione" (COM(2006)0735),

    vista la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sulle connessioni tra migrazione legale e illegale e l'integrazione dei migranti[2],

    vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata "Strategia d'azione comunitaria in merito alla carenza di risorse umane per la sanit nei paesi in via di sviluppo" (COM(2005)0642),

    visto il Libro verde sull'approccio dell'Unione europea alla gestione della migrazione economica (COM(2004)0811) e la risoluzione sulla materia approvata dal Parlamento il 26 ottobre 2005[3],

    vista la decisione 2006/688/CE del Consiglio, del 5 ottobre 2006, che istituisce un meccanismo d'informazione reciproca sulle misure degli Stati membri nei settori dell'asilo e dell'immigrazione[4],

    vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazioni e di protezione internazionale (COM(2005)0375 – C6-0279/2005 – 2005/0156(COD)),

    visto l'esito della Conferenza ministeriale euro-africana sulle migrazioni e lo sviluppo svoltasi il 10 e 11 luglio 2006 a Rabat,

    vista la dichiarazione comune Africa-UE su migrazione e sviluppo adottata dalla Conferenza ministeriale UE-Africa svoltasi il 22 e 23 novembre 2006 a Tripoli,

    visto l'approccio globale ribadito nelle conclusioni della Presidenza a seguito del Consiglio europeo di Bruxelles del 14 e 15 dicembre 2006,

    vista la relazione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sulle migrazioni di lavoratori qualificati e le loro conseguenze sullo sviluppo nazionale, approvata il ... giugno 2007,

    vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni intitolata "Applicazione dell'approccio globale in materia di migrazione alle aree orientali e sudorientali vicine all'Unione europea (COM(2007)0247),

    vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni intitolata "Migrazione circolare e partenariati per la mobilit tra l'Unione europea e i paesi terzi" (COM(2007)0248),

    vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell'UE (COM(2007)0249),

    visti il trattato di Amsterdam, che conferisce alla Comunit poteri e competenze nei settori dell'immigrazione e dell'asilo, e l'articolo 63 del trattato CE,

    visto l'articolo 45 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per le libert civili, la giustizia e gli affari interni e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per la cultura e l'istruzione e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6‑0000/2007),

A.  considerando che, secondo Eurostat, il numero di cittadini di paesi terzi soggiornanti legalmente nei 27 Stati membri dell'Unione europea ammonta a circa 18,5 milioni (mentre circa 9 milioni di cittadini dell'Unione risiedono in Stati membri diversi dal proprio),

B.  considerando che necessario un approccio globale e coerente in materia d'immigrazione a livello europeo, che una modifica della politica d'immigrazione in uno Stato membro influenza i flussi migratori e l'evoluzione in altri Stati membri, e che, vista la difficolt di trovare un accordo fra Stati membri, solo un'azione coordinata a livello europeo consentir una politica coerente e globale,

C.  considerando che in qualche decennio l'immigrazione diventata un tema centrale del dibattito pubblico in tutta l'Unione europea – un tema di estrema delicatezza politica, che pu facilmente essere sfruttato a fini demagogici e populisti,

D.  considerando che ogni personaggio politico impegna la propria responsabilit nel momento in cui si esprime su tale materia, e che ci altrettanto valido per i giornalisti e gli attori del mondo mediatico,

E.   considerando che tanto le cause dell'immigrazione quanto i suoi aspetti positivi sono quasi del tutto assenti dal dibattito pubblico, mentre l'accento posto sulle difficolt e i problemi da essa generati,

F.   considerando che l'immigrazione dipende, da un lato, da cause proprie dei paesi d'emigrazione (la prospettiva di una vita migliore lontano da problemi quali la povert, la guerra, le catastrofi ambientali, le minacce che gravano sulla vita e sui diritti dell'uomo ecc.) cos come, dall'altro, da fattori propri dei nostri paesi (le prospettive di occupazione compreso il lavoro clandestino, il ruolo centrale svolto dai lavoratori in determinati settori che ricorrono al lavoro stagionale o al lavoro in nero),

G.  considerando che in tale campo la cooperazione dell'Unione e dei suoi Stati membri con i paesi terzi d'origine e di transito essenziale,

H.  considerando che l'apporto dell'immigrazione contribuisce a contrastare le tendenze negative della democrazia europea e a sostenere la crescita in Europa, e che una migrazione economica legale e controllata necessaria in un'Europa in cui, secondo Eurostat, la popolazione attiva in seno alla popolazione totale dovrebbe diminuire di oltre 50 milioni da oggi al 2050,

I.    considerando che, visto il ruolo dell'immigrazione ai fini dello sviluppo economico, della crescita e quindi dell'occupazione in Europa, sarebbe opportuno che i rappresentanti dei sindacati e delle organizzazioni dei datori di lavoro fossero associati pi strettamente al dibattito pubblico su tali temi,

J.   considerando che i responsabili della politica economica e sociale devono parimenti illuminare l'opinione pubblica in merito al ruolo svolto dall'immigrazione legale ai fini della crescita e dell'occupazione,

K.  ricordando che da vari decenni l'immigrazione legale soggetta ad un controllo assai severo e via via sempre pi rigoroso, che diversi paesi hanno istituito sistemi basati su quote d'immigrazione legale oppure su una qualifica all'immigrazione ottenibile accumulando un certo numero di punti, che ormai rimane aperta soltanto questa via d'immigrazione legale unitamente al ricongiungimento familiare (e, in base a norme diverse, l'asilo), e che pertanto sbagliato far credere che l'immigrazione non sia controllata,

L.   ricordando che in materia di migrazione economica si applica il principio della preferenza comunitaria e che esistono misure transitorie concernenti la libera circolazione dei cittadini dei nuovi Stati membri,

M. rilevando che non si pu combattere l'immigrazione clandestina se nel contempo non si definiscono gli strumenti e i canali d'immigrazione legale, dal momento che i due fenomeni sono strettamente collegati,

N.  considerando che, nel quadro dei trattati attuali cos come del progetto di trattato costituzionale[5], gli Stati membri sono di diritto e di fatto responsabili di stabilire il numero di migranti economici ammessi nell'Unione al fine di svolgere un'attivit lavorativa,

O.  considerando che la disparit delle procedure previste dal trattato in materia d'immigrazione clandestina (codecisione con il Parlamento e maggioranza qualificata in seno al Consiglio) e d'immigrazione legale (consultazione del Parlamento e unanimit in seno al Consiglio) ingiustificata e nuoce gravemente alla coerenza e all'efficacia delle politiche dell'Unione,

P.   considerando che l'immigrazione legale deve essere accompagnata da un'efficace politica d'integrazione, e che l'integrazione un processo a doppio senso concernente tanto gli immigrati dei paesi terzi quanto la popolazione europea e indissolubilmente fondato sul rispetto dei doveri nei confronti del paese di accoglienza nonch sul rispetto dei diritti della persona,

Approccio globale

1.   si compiace dell'iniziativa della Commissione di presentare un piano d'azione sull'immigrazione legale e condivide con essa l'idea che un approccio efficace al fenomeno migratorio non possa limitarsi esclusivamente all'istituzione di canali e di strumenti d'immigrazione, ma debba essere coerente e tenere conto dell'integrazione cos come della cooperazione con i paesi terzi;

2.   appoggia l'approccio settoriale preso in considerazione dal piano d'azione quale possibile soluzione per superare il blocco in seno al Consiglio in ordine alla proposta di direttiva del Consiglio relativa alle condizioni d'ingresso e di soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendono svolgere attivit di lavoro subordinato o autonomo[6]; auspica un'applicazione rapida ed efficace della proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazioni e di protezione internazionale; chiede alla Commissione di presentare, in collaborazione con gli Stati membri, una valutazione del numero di persone che potrebbero essere interessate da ciascuna delle direttive settoriali;

3.   ritiene fondamentale la raccolta e l'armonizzazione di dati statistici relativi ai fenomeni migratori, in cooperazione con gli Stati membri; auspica che la Rete europea delle migrazioni (REM) fornisca un contributo tempestivo e sostanziale in tal senso, in collaborazione con Eurostat, al fine di rimediare alla penuria di dati coerenti e affidabili; invita la Commissione a ricercare forme di cooperazione pi stretta e sistematica con l'OCSE nel settore delle migrazioni internazionali, in particolare in campo statistico; auspica che sia accordata un'attenzione particolare alla posizione delle donne, che rappresentano la met dei migranti;

4.   chiede alla Commissione di potenziare gli strumenti di analisi dell'immigrazione legale e di cooperare con gli Stati membri allo scopo di definire dei "profili d'immigrazione" quantitativi e qualitativi, quali strumenti al servizio della politica d'immigrazione dell'Unione;

5.   deplora il fatto che, tra i settori in questione, non sia prevista una proposta di direttiva relativa alle condizioni d'ingresso e di soggiorno dei lavoratori non o scarsamente qualificati, che tuttavia rappresentano una parte importante dell'immigrazione economica in Europa;

6.   consapevole del fatto che gli Stati membri sono responsabili di stabilire il numero di cittadini di paesi terzi ammessi nel loro territorio, ma ritiene necessario disporre di stime globali che tengano conto anche delle persone il cui soggiorno stato autorizzato per ragioni diverse dallo svolgimento di un'attivit economica, come i profughi, le persone che beneficiano di un regime di protezione sussidiaria e le persone che beneficiano del ricongiungimento familiare, compresi i minori in et lavorativa, che devono avere una garanzia d'accesso al mercato del lavoro; chiede alla Commissione di procedere ad una previsione a breve e a medio termine del fabbisogno di manodopera supplementare nei vari Stati membri; invita gli Stati membri a fornire alla Commissione una stima statistica in modo da consentirle di elaborare previsioni adeguate relativamente al fabbisogno di manodopera nell'Unione;

7.   ritiene necessario, allo scopo di dotare finalmente l'Unione di una politica d'immigrazione efficace e coerente, che si adottino – nel quadro della riforma dei trattati in corso e delle discussioni in merito a un trattato semplificato – meccanismi decisionali pi efficienti che consentano di estendere la procedura di codecisione tra Parlamento e Consiglio e la procedura a maggioranza qualificata a tutta la politica in materia d'immigrazione (e pertanto all'immigrazione legale al di fuori delle quote nazionali di migranti economici);

8.   ritiene indispensabile adottare una definizione chiara di ciascuna categoria di lavoratori dipendenti interessati dalle direttive in preparazione; invita gli Stati membri a coordinarsi e a scambiarsi le migliori prassi ricorrendo al meccanismo d'informazione reciproca sulle misure degli Stati membri nei settori dell'asilo e dell'immigrazione previsto dalla decisione 2006/688/CE;

Proposta di direttiva quadro generale

9.   giudica indispensabile l'adozione di una direttiva volta a garantire, ai cittadini di paesi terzi impiegati legalmente in uno Stato membro, un quadro comune di diritti corredato da un certo numero di obblighi da rispettare;

10. insiste affinch tale direttiva sia presentata preliminarmente rispetto ai testi settoriali; sottolinea l'importanza della direttiva quadro per evitare che si crei una gerarchia dei diritti tra le varie categorie di lavoratori, a vantaggio dei soli lavoratori maggiormente qualificati; occorrer dedicare particolare attenzione ai diritti delle categorie dei lavoratori stagionali e dei tirocinanti retribuiti, che sono maggiormente soggetti a rischi di frode;

11. approva l'idea di un permesso combinato (permesso di soggiorno/permesso di lavoro);

12. ritiene che le misure a favore dell'immigrazione legale debbano consentire, al momento del ritorno nel paese d'origine, il trasferimento dei diritti pensionistici e dei diritti sociali connessi al lavoro svolto;

13. s'interroga sulla menzione, nel piano d'azione, del rilevamento dei dati biometrici; giudica indispensabile che siano verificati segnatamente i principi di proporzionalit e di finalit, conformemente alle norme vigenti in materia di protezione dei dati personali;

14. ritiene necessario concepire un sistema di riconoscimento reciproco dei titoli di studio, il che consentirebbe di accelerare le procedure consolari;

15. appoggia la ratifica, da parte di tutti gli Stati membri, della Convenzione internazionale sulla tutela dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;

Migrazione circolare, migrazione di ritorno e partenariati per la mobilit

16. accoglie favorevolmente la succitata comunicazione della Commissione sulla migrazione circolare e i partenariati per la mobilit tra l'Unione europea e i paesi terzi;

17. s'interroga sulla capacit della migrazione circolare proposta di garantire un ritorno effettivo delle persone interessate nei rispettivi paesi d'origine, a meno che tale ritorno sia di breve durata e soggetto a un numero limitato di rinnovi; chiede alla Commissione di precisare le condizioni di organizzazione e di gestione senza le quali "la migrazione che doveva essere circolare pu facilmente diventare permanente e quindi mancare il suo obiettivo";

18. sottolinea l'importanza di istituire relazioni stabili tra imprese e lavoratori e di fidelizzare le risorse umane per migliorare la produttivit nonch, in generale, per rafforzare la competitivit economica europea; invita pertanto la Commissione ad esaminare con attenzione e a promuovere degli studi sulle conseguenze che un ricorso troppo facile a forme di migrazione circolare potrebbe avere su tale piano;

19. rileva che un ricorso troppo ampio a regimi di migrazione circolare potrebbe rappresentare un ostacolo strutturale all'integrazione, che richiede stabilit e continuit; invita pertanto la Commissione a precisare il legame tra circolarit e integrazione;

20. appoggia l'idea di prevedere visti di lunga durata e per ingressi multipli oppure la possibilit per gli ex immigrati di ottenere prioritariamente un nuovo permesso di soggiorno in vista di un'occupazione temporanea;

21. segnala il proprio interesse per il progetto di creare nel Mali un Centro d'informazione e di gestione delle migrazioni; s'interroga tuttavia sulle precise competenze e sul bilancio di tale Centro; chiede alla Commissione di verificare che a tutti i cittadini di tale paese siano garantite condizioni paritarie di accesso all'informazione, e di informare regolarmente la commissione competente del Parlamento europeo in merito a detto progetto e a qualunque azione analoga prevista in un altro paese terzo;

22. si interroga sul concetto di "banca dati 'ritorno'" e chiede che gli siano trasmesse tutte le precisazioni utili sul sistema di entrata-uscita previsto dalla Commissione;

Proposta di direttiva sulle condizioni d'ingresso e di soggiorno dei lavoratori altamente qualificati

23.  appoggia ogni misura volta ad aumentare l'attrattiva dell'Unione agli occhi dei lavoratori maggiormente qualificati, in modo coerente con il rilancio in atto della Strategia di Lisbona; suggerisce a tal fine alla Commissione e agli Stati membri di:

          accordare immediatamente a tali lavoratori il diritto di circolare liberamente nell'Unione;

          consentire loro di restare nell'Unione ancora per un anno dopo la scadenza del loro contratto di lavoro o dopo un licenziamento, al fine di cercare un'altra occupazione;

          agevolare il loro accesso alla cittadinanza dopo cinque anni;

24.  sostiene ogni misura di semplificazione che agevoli l'entrata di questi lavoratori, pur lasciando agli Stati membri la responsabilit di stabilire le relative quote di ammissione;

25.  ritiene importante tenere presenti i rischi di "fuga dei cervelli" al momento della definizione di misure europee in materia d'immigrazione legale; rimanda alla succitata relazione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sulle migrazioni di lavoratori qualificati e le loro conseguenze sullo sviluppo nazionale;

26.  sottolinea l'importanza di adottare misure nel settore della sanit, prestando particolare attenzione al continente africano, secondo gli orientamenti della succitata comunicazione della Commissione intitolata "Strategia d'azione comunitaria in merito alla carenza di risorse umane per la sanit nei paesi in via di sviluppo";

27.  sostiene la proposta del Vicepresidente della Commissione Frattini di creare una "Carta blu" per facilitare la libera circolazione dei "cervelli" in Europa nonch i trasferimenti di personale in seno alle multinazionali;

Proposta di direttiva sulle condizioni d'ingresso e di soggiorno dei lavoratori stagionali

28.  rileva che i lavoratori stagionali di paesi terzi apportano un contributo essenziale a settori come l'agricoltura, l'edilizia e il turismo; ritiene pertanto indispensabile dotarli di uno status giuridico sicuro; sottolinea al riguardo la crescente importanza che l'occupazione irregolare in questi settori riveste in diversi Stati membri, e invita la Commissione a potenziare e accelerare l'azione in tale campo;

29.  rileva nel contempo l'importanza cruciale che, nel settore del lavoro stagionale, rivestono la flessibilit e la rapidit delle procedure di assunzione; segnala la ricchezza di esperienze locali positive in numerose regioni europee, in particolare nel settore agricolo; sottolinea dunque la necessit di preservare e valorizzare a livello europeo tale variet d'impostazioni;

30.  ritiene che i lavoratori stagionali che rispettano le norme stabilite per questo tipo di migrazione debbano beneficiare di un accesso prioritario alle altre forme d'immigrazione legale;

31.  auspica che la Commissione precisi le connessioni tra le misure a favore dei lavoratori stagionali e quelle previste per l'immigrazione circolare;

Proposta di direttiva relativa alle procedure che disciplinano l'ingresso, il soggiorno e la residenza temporanei dei lavoratori trasferiti all'interno della loro societ

32.  approva l'idea della Commissione di rafforzare il quadro giuridico al fine di promuovere la mobilit in Europa; ricorda che la situazione di queste persone disciplinata nel quadro del GATS;

Proposta di direttiva relativa alle condizioni d'ingresso e di soggiorno dei tirocinanti retribuiti

33.  giudica necessaria una definizione precisa della categoria dei tirocinanti retribuiti (limite d'et, competenza linguistica, periodo massimo di tirocinio, possibilit di conversione di tale status in un permesso di soggiorno di altro tipo, ecc.) nonch l'istituzione di controlli volti ad evitare eventuali abusi di tale status;

34.  propone per i tirocinanti retribuiti il rilascio di un permesso di soggiorno europeo da 6 a 12 mesi per la ricerca di un lavoro nell'Unione; appoggia lo sviluppo di programmi di partenariato con le universit di paesi terzi;

Integrazione

35.  si compiace della riunione informale dei ministri responsabili dell'integrazione svoltasi il 10 e 11 maggio 2007 a Potsdam; ricorda che la politica d'immigrazione dell'Unione deve fondarsi su un approccio globale, che concilii le esigenze del mercato del lavoro negli Stati membri, le politiche in materia d'accoglienza e d'integrazione, e la definizione di uno status preciso e di diritti di cittadinanza, sociali e politici per i migranti in tutta l'Unione; vede nella scuola un luogo fondamentale per il dialogo interculturale;

36.  ricorda la sua succitata risoluzione del 9 giugno 2005 sulle connessioni tra migrazione legale e illegale e l'integrazione dei migranti, e in particolare:

          sottolinea che l'integrazione degli immigranti richiede misure globali volte ad assicurare il loro inserimento nel mercato del lavoro nonch i diritti sociali, economici e politici, che sono altrettanto importanti per realizzare gli obiettivi di Lisbona relativi alla crescita e alla competitivit;

          ricorda che l'integrazione comporta diritti e obblighi tanto per la societ di accoglienza quanto per l'immigrante; invita gli Stati membri a coordinare le loro politiche nazionali tramite il metodo aperto di coordinamento, rifacendosi ai principi di base comuni adottati dal Consiglio nel dicembre 2005;

          sottolinea che il coordinamento delle politiche nazionali non pu sostituire una politica europea d'integrazione;

          rileva l'importanza di incoraggiare l'organizzazione di corsi per l'apprendimento della lingua della societ d'accoglienza nonch di corsi di educazione civica e di programmi d'insegnamento, concernenti tra l'altro la parit tra uomini e donne, e di rafforzare l'integrazione tramite il lavoro, la lotta contro i ghetti e la partecipazione politica alle elezioni locali; si dichiara favorevole ai programmi d'introduzione, attuati da taluni Stati membri, che comportano un impegno reciproco dei paesi d'accoglienza e dei primi immigrati arrivati; esorta gli Stati membri a coinvolgere maggiormente nella loro politica di integrazione gli immigrati integrati promuovendo il dialogo fra immigranti e autoctoni;

37.  ritiene che gli Stati membri dovrebbero agevolare il ricongiungimento familiare, fattore d'integrazione, conformandosi ai principi enunciati all'articolo 3 della raccomandazione del Consiglio del 12 ottobre 2005[7];

38.  auspica di essere associato all'adozione delle linee direttrici del Fondo europeo d'integrazione dei cittadini di paesi terzi;

39.  approva l'azione determinata della Presidenza del Consiglio in vista dell'adozione della decisione quadro contro il razzismo e la xenofobia, e attende di essere riconsultato su tale testo;

Comunicazione

40.  sottolinea la particolare responsabilit dei media, soprattutto dei servizi pubblici europei di radio e televisione, ai fini della diffusione di un'immagine corretta dell'immigrazione, dell'integrazione e della lotta contro associazioni troppo frequenti tra immigrazione, questioni religiose, delinquenza o terrorismo;

41.  auspica la creazione di un Premio annuale del Parlamento europeo per onorare i giornalisti e i media che avranno fornito un resoconto della realt dell'immigrazione in Europa al di l degli stereotipi; chiede che sia riunita una commissione europea di storici e di specialisti di scienze sociali incaricata di preparare un contributo sull'immigrazione in Europa che possa essere inserito nei programmi scolastici degli Stati membri;

42.  ritiene che sia indispensabile informare gli interessati, per quanto possibile prima della loro partenza, in merito alle condizioni e alle possibilit di immigrazione legale nell'Unione; tale informazione deve essere largamente diffusa nei paesi terzi da organismi pubblici (che siano le ambasciate o i consolati degli Stati membri oppure la delegazione locale della Commissione europea); appoggia a tal fine la creazione a breve termine di un portale europeo dell'immigrazione su Internet;

43.  sostiene i progetti volti a istituire nei paesi terzi a forte emigrazione organismi incaricati di formare e informare i candidati e di organizzare l'offerta di lavoro legale con destinazione nell'Unione;

Cooperazione con i paesi d'origine

44.  ricorda la necessit di una politica attiva di co-sviluppo; sostiene l'obiettivo di concludere accordi con i paesi terzi al fine di consentire una gestione efficace dell'immigrazione sia legale che illegale; ritiene tuttavia che tali accordi, sia che si iscrivano nel quadro della politica di vicinato sia in quello del processo di Barcellona o nell'ambito degli ACP, debbano imperativamente rispettare i diritti dell'uomo; esprime al riguardo delle riserve in merito al finanziamento di progetti in paesi che non rispettano tali diritti;

45.  sollecita una revisione delle disposizioni di legge che limitano la libera circolazione dei migranti tra il paese di residenza e il paese d'origine;

46.  ricorda che le rimesse degli immigrati verso i rispettivi paesi d'origine contribuiscono allo sviluppo di questi ultimi; ritiene che occorra ridurre il costo delle rimesse verso i paesi d'origine allo scopo di contribuire allo sviluppo; appoggia le iniziative volte a favorire la partecipazione dei migranti a progetti di sviluppo e di formazione nei loro paesi d'origine;

                                                                        *          *

                                                                              *

47.  invita la futura Presidenza portoghese a tenere conto di questi orientamenti in vista della Conferenza che essa intende organizzare sull'immigrazione legale;

48.  invita la Commissione e il Consiglio a prendere parte a una discussione annuale dinanzi al Parlamento sulla politica d'immigrazione dell'Unione europea; chiede alla Commissione di presentare in tale occasione un quadro completo di valutazione della situazione dell'immigrazione in Europa;

49.  invita la sua commissione competente a intrattenere un dialogo serrato con le omologhe commissioni dei parlamenti nazionali incaricate delle questioni connesse all'immigrazione, nonch a proseguire la sua cooperazione con la commissione delle migrazioni, dei profughi e della popolazione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa;

50. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e all'Organizzazione internazionale per le migrazioni.


Traduzione esterna

MOTIVAZIONE

 

Gli Stati membri, in occasione del Consiglio europeo di Tampere dellottobre 1999, avevano definito gli obiettivi per una politica di immigrazione europea coerente ed equilibrata, fondata su quattro assi fondamentali: definizione di una politica di immigrazione legale, lotta allimmigrazione clandestina, cooperazione con i paesi terzi e integrazione dei lavoratori immigrati.

Gli attentati dell11 settembre 2001 hanno sconvolto lintera agenda mondiale ed europea, con un forte impatto anche sulla politica positiva di immigrazione, che ha subito una battuta darresto. Nel corso dei Consigli europei che si sono via via succeduti, da Siviglia (giugno 2002) fino allAia (novembre 2004), si discusso quasi esclusivamente della lotta allimmigrazione clandestina e al traffico di esseri umani. Sono stati sviluppati alcuni strumenti legislativi importanti per la lotta allimmigrazione clandestina, senza tuttavia arrivare, nemmeno in questo campo, alla definizione di una politica comune coerente.

Solamente nel 2006, grazie soprattutto alla costante pressione esercitata dal Parlamento europeo, il tema dellimmigrazione legale tornato alla ribalta, in particolare in occasione del vertice informale di Lahti del novembre 2006 e del successivo Consiglio europeo di Bruxelles del dicembre 2006. Per la prima volta dal vertice di Tampere, si tornati a parlare di cooperazione dellUnione europea con i paesi terzi di origine e di transito per lapertura di canali legali. Il Consiglio europeo di Bruxelles di dicembre ha invitato la Commissione a presentare una comunicazione in tal senso.

Il piano dazione pubblicato nel 2005 ha quindi consentito alla Commissione europea di apportare una prima risposta concreta alla questione dellimmigrazione legale, dopo uno stallo durato oltre cinque anni.

Gi nel 2001, infatti, lesecutivo comunitario aveva presentato una proposta di direttiva sulle condizioni di ingresso e di soggiorno dei lavoratori di paesi terzi che, dopo essere stata bloccata per anni al Consiglio, stata infine ritirata dalla Commissione Barroso.

La proposta in questione[8] non mai stata approvata in Consiglio. Considerando il contesto politico, creatosi in particolare a seguito dell11 settembre 2001, la Commissione ha preferito modificare la propria strategia, facendo un passo indietro. Nel gennaio 2005, ha dunque promosso, con un libro verde, unampia consultazione volta a definire lapproccio da adottare per la gestione della migrazione economica. I risultati della consultazione pubblica hanno rivelato un ampio consenso a favore di una politica comune dellUnione europea. Tuttavia, le risposte sullapproccio da seguire differivano e neppure la relazione Klamt, adottata dal Parlamento europeo nellottobre 2005, riuscita a fornire una visione univoca[9].

La Commissione ha quindi scelto di abbandonare lapproccio orizzontale e lidea di una direttiva unica sulle condizioni di ingresso e di soggiorno, applicabile a tutte le categorie di lavoratori immigrati ed ha optato per un approccio graduale e differenziato: quattro direttive settoriali che hanno come solo obiettivo la definizione delle condizioni e delle procedure di ammissione di determinate categorie di immigrati. Le quattro proposte non saranno presentate insieme, ma progressivamente nel corso dei prossimi tre anni, per le seguenti categorie:

      lavoratori altamente qualificati (presentazione a settembre 2007)

      lavoratori stagionali (presentazione nellautunno 2008)

      tirocinanti retribuiti (presentazione nellautunno 2008)

      lavoratori in trasferimento allinterno di societ multinazionali (presentazione nel 2009).

Oltre alle quattro proposte specifiche suindicate, a settembre 2007 la Commissione presenter una direttiva quadro generale il cui obiettivo sar garantire una cornice comune di diritti per i lavoratori immigrati che lavorano legalmente in uno Stato membro ma che non sono ancora in possesso dello status di residenti di lunga durata[10].

Sviluppando il proprio piano dazione, la Commissione ha inoltre proposto di recente (oltre alla definizione di pacchetti di misure per la mobilit in collaborazione con i paesi terzi di provenienza) anche la creazione di un portale europeo entro fine 2007, per informare i potenziali migranti sulle possibilit di impiego legale nellUnione e sulle modalit dingresso. Sempre a questo scopo, la Commissione intende istituire, nei paesi terzi, centri incaricati di promuovere il ricorso ai canali legali e scoraggiare limmigrazione clandestina.

Infine, la Commissione ha recentemente presentato una proposta di direttiva e due comunicazioni riguardanti direttamente limmigrazione legale:

-      proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nellUE (COM(2007) 249 def.-2007/0094 (COD)),

-      comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni riguardante la migrazione circolare e i partenariati per la mobilit tra lUnione europea e i paesi terzi (COM(2007) 248 def.),

-      comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Un approccio globale alla migrazione per le aree orientali e sudorientali vicine allUnione europea (COM(2007) 247 def.).

 

Laspetto istituzionale

Quando il 1 gennaio 2005 il Consiglio ha, con molto ritardo, finalmente attuato le disposizioni del trattato CE che prevedevano il passaggio alla codecisione e alla maggioranza qualificata per tutti o parte dei settori contemplati nel Titolo IV, i ministri europei hanno purtroppo voluto escludere limmigrazione legale e lintegrazione dal campo di applicazione di tale misura.

Il Parlamento ha ripetutamente criticato la scelta dei governi riuniti in seno al Consiglio, chiedendo lapplicazione della clausola passerella prevista dallarticolo 67, anche per le misure relative allimmigrazione legale e allintegrazione.

Se il trattato costituzionale fosse stato adottato, la procedura di voto normale sarebbe stata estesa a tutto il settore. tuttavia opportuno rilevare che il trattato, riflettendo lo scetticismo del dopo 11 settembre, prevede una nuova disposizione che poteva essere considerata restrittiva. Nel paragrafo aggiunto dalla Conferenza intergovernativa si precisa infatti che la politica europea non incide sul diritto degli Stati membri di determinare il volume di ingresso nel loro territorio dei cittadini di paesi terzi, (), allo scopo di cercarvi un lavoro subordinato o autonomo.

In realt difficile, anche sulla base dei trattati vigenti, estrapolare dalla generale competenza dellUE sulle condizioni di ingresso e di soggiorno una norma specifica che possa consentire la gestione unitaria degli ingressi negli Stati membri, che resta una competenza nazionale.

Sarebbe opportuno che qualsiasi riforma dei trattati in vigore comportasse un miglioramento e una semplificazione delle procedure decisionali in materia di politica di immigrazione.

La posizione della relatrice

La relatrice accoglie con favore il piano dazione della Commissione, come primo passo per la definizione di una politica comune di immigrazione legale, pur rammaricandosi per la scelta di non optare per un approccio orizzontale, che avrebbe permesso di definire norme minime comuni per tutti gli Stati membri e per tutte le categorie di immigrati. La definizione di una politica comune molto importante per evitare che politiche troppo diverse fra i vari Stati membri alterino la destinazione dei flussi migratori.

La classe politica europea e nazionale deve poter agire sulla base di considerazioni pi ampie di quelle meramente elettoralistiche e trattare la politica dellimmigrazione con un approccio globale e integrato, come suggerito recentemente anche dalla Commissione europea.

In questo contesto deve inserirsi anche la lotta allimmigrazione clandestina.

Occorre dunque approfondire le seguenti questioni:

      Adozione differita delle direttive settoriali: le cinque direttive proposte nellambito del piano dazione dovrebbero essere considerate come un pacchetto unico. necessario definire senza indugi la proposta di direttiva quadro sui diritti degli immigrati non ancora in possesso dello status di residenti di lunga durata.

      Proposta di direttiva sul lavoro altamente qualificato: occorre trovare un equilibrio accettabile fra le azioni volte a promuovere lingresso di manodopera altamente qualificata in Europa e la necessit di evitare una fuga di cervelli dai paesi in via di sviluppo. Resta da approfondire la proposta della Commissione sulla migrazione circolare.

      Definizione della categoria dei lavoratori altamente qualificati in assenza di criteri comuni per il riconoscimento dei titoli di studio.

      I settori proposti non sembrano essere i soli in cui sia necessaria unazione comunitaria o prioritari, basti pensare a settori quali lassistenza sanitaria, la ristorazione o ledilizia.

      Occorre valutare la reale possibilit dellistituzione di una carta verde europea per i lavoratori dei settori interessati dalle direttive e non solo.

      Procedure burocratiche che devono espletare i lavoratori altamente qualificati: occorre snellirle cos come per i trasferimenti allinterno delle multinazionali.

      necessario valutare la possibilit, sulla base di criteri precisi, di concedere ai lavoratori stagionali il permutamento del permesso di lavoro stagionale in permesso di soggiorno di lunga durata o in un permesso per ricerca di lavoro.

      Anche per quanto riguarda la proposta di direttiva sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei tirocinanti retribuiti, necessario prevedere il rilascio di un permesso per ricerca di lavoro alla scadenza del permesso per tirocinio.

      di grande interesse la proposta avanzata dal Vicepresidente della Commissione Franco Frattini, in occasione della conferenza di Tripoli Migrazione e sviluppo del 22 novembre 2006, sulla possibilit di stabilire a livello europeo dei pacchetti di quote di ingressi legali, da offrire ai paesi terzi in cambio di un migliore controllo dei flussi illegali e della riammissione degli immigrati irregolari. ora opportuno valutare le proposte concrete che presenter la Commissione.

      Come in altri settori, la necessit dellunanimit per le votazioni in seno al Consiglio rende reale il rischio che gli atti adottati costituiscano soltanto un minimo comun denominatore, spesso frutto di un compromesso al ribasso che ne limita il valore aggiunto europeo.

 



[1] Conclusioni del Consiglio europeo, allegato I, punto III.

[2] P6_TA(2005)0235.

[3] P6_TA(2005)0408.

[4] GU L 283 del 14.10.2006, pag. 40.

[5] Articolo III-267, paragrafo 5.

[6] GU C 332 E del 27.11.2001.

[7] 2005/762/CE (GU L 289 del 3.11.2005).

[8] Proposta di direttiva relativa alle condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendono svolgere attivit di lavoro subordinato o autonomo (COM(2001)0386). Relazione Terrn i Cus, T5-0050/2003, del 12 febbraio 2003.

[9] Sul libro verde il Parlamento ha adottato la relazione Klamt, T6-0408/2005, del 26 ottobre 2005.

[10] Conformemente alla direttiva 2003/109/CE, tale status viene acquisito dopo cinque anni.