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materiali di lavoro e rassegna stampa sullĠimmigrazione

2007                                                                                                               giugno      

 

 

 

 

 

20 giugno 2007

 

GIORNATA MONDIALE DEL  RIFUGIATO

 

 

a cura del

 

SERVIZIO RIFUGIATI E MIGRANTI

 della

Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

 

                                             

                                                      Direttore - Franca di Lecce

                                                      Operatrici - Federica Brizi

                                                                                  Patrizia Toss

                                                                         Silvia Zerbinati

 

 

Indirizzo:

Via Firenze, 38 - 00184 Roma

Tel.: 06 48905101   Fax: 06 48916959

E-mail: srm@fcei.it

 


Roma, 20 giugno 2007

 

            I rifugiati sono persone costrette ad abbandonare il proprio paese perchŽ la loro vita e la loro libertˆ sono in pericolo.

Sono persone in fuga da guerre, persecuzioni o violenze, costrette a lasciare il proprio paese, la propria casa, i propri affetti.

Molti di loro, dopo aver affrontato sofferenze enormi, trovano la forza per superare la disperazione, ricominciare a sperare e costruirsi una nuova vita in un altro paese.

All'interno riportiamo la testimonianza di Tetevi, un rifugiato di origine togolese che ha trovato protezione nel nostro paese.

 

            Oggi nel mondo ci sono oltre 20milioni di persone in fuga dal proprio paese o regione d'origine. Solo una piccola percentuale arriva fino ai paesi industrializzati. Nella maggior parte dei casi le persone rimangono all'interno del paese d'origine (sfollati) o in quelli limitrofi: l'Africa e l'Asia ospitano, infatti, circa il 70% di questi migranti forzati.

In Europa il numero di domande d'asilo presentate  in continua diminuzione e ci˜ pu˜ essere attribuito, in parte al miglioramento delle condizioni in alcuni dei principali paesi d'origine di richiedenti asilo, ma principalmente all'introduzione di politiche eccessivamente restrittive e alla chiusura delle frontiere. 

Questa situazione  stata pi volte denunciata da varie associazioni e dallo stesso Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) di cui riportiamo due comunicati stampa in proposito.

 

In Italia, il diritto di chiedere asilo  garantito dall'art. 10 della Costituzione, dove si legge ÒLo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertˆ democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla leggeÓ.

L'attuale Governo sta lavorando attivamente sul tema dell'asilo, ha incontrato pi volte i rappresentanti della societˆ civile e sembra ci sia la volontˆ di dotare finalmente l'Italia di una legge organica sull'asilo. La legislazione attuale, infatti,  frammentaria ed insufficiente per gestire una materia complessa come la protezione e l'accoglienza di chi chiede asilo. Le principali difficoltˆ che si trovano ad affrontare i richiedenti asilo e i rifugiati nel nostro paese sono il rischio di venire trattenuti per il solo fatto di non avere documenti d'identificazione e la mancanza di un sistema di accoglienza ed integrazione sufficiente. 

Oggi in Italia le persone a cui  riconosciuto il bisogno di protezione sono circa 20mila, una persona ogni 3000 residenti. Negli ultimi due anni i principali paesi di provenienza dei richiedenti asilo sono stati Eritrea, Nigeria, Serbia-Montenegro, Costa d'Avorio, Togo, Etiopia, Ghana e Sudan, tutti paesi con gravi conflitti interni e documentate violazioni dei diritti umani.

All'interno troverete un comunicato stampa del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) che da anni si batte per l'approvazione di una legge organica sull'asilo in Italia.

 

Il tema proposto quest'anno dall'UNHCR su cui riflettere durante la giornata mondiale del rifugiato  l'intolleranza. I rifugiati troppo spesso, oltre allĠintolleranza che li ha costretti alla fuga, devono affrontare anche l'intolleranza dei paesi che offrono loro asilo e un rifugio sicuro. Questa intolleranza ostacola la loro integrazione e rende ancora pi pesante il loro esilio.

 

Oggi il Servizio Rifugiati e Migranti, che da anni si occupa di diritto di asilo, invita tutti a riflettere e a chiedere con forza l'attuazione di una politica di accoglienza e protezione per le persone che chiedono asilo nel nostro paese.

 

 

Storia Tetevi K., un rifugiato dal Togo

 

Mi chiamo Tetevi K., sono in Italia da 2 anni e mezzo e ho 28 anni. Vivevo a LomŽ dove seguivo un corso professionale in contabilitˆ presso l'universitˆ della stessa cittˆ. Ero membro attivo dell'UFC (Union des forces du chargement), ero incaricato della distribuzione di materiale informativo per l'attivitˆ di sensibilizzazione della popolazione e della sicurezza durante le manifestazioni. Per l'attivitˆ di sensibilizzazione parlavo con le persone, cercando di spiegare come mai in Togo vigesse un regime dittatoriale. A volte facevo anche il controllo delle schede elettorali per verificare che tutti avessero il diritto al voto. Alle elezioni del 2005, i militari hanno portato vie le urne prima dello sfoglio e mio padre  stato gravemente ferito alla testa negli scontri e dopo poco  morto. Nonostante i problemi pi gravi inizino per me nel 2005, giˆ tra il 2003 e il 2005 la mia vita non  stata tranquilla perchŽ i membri dell'UFC sono sempre stati perseguitati. Le milizie facenti capo al partito in carica, anche con ruoli di spionaggio e di controllo, erano presenti durante le riunioni di partito. Arrivavano facendo finta di essere loro stessi dei membri del partito e in questo modo riuscivano ad individuare esattamente le persone che partecipavano alle riunioni e le informazioni di cui erano a conoscenza. Alcune volte mettevano tutto sotto sopra, intimorendo i presenti. Come ho detto, per me i problemi gravi sono iniziati il 12 febbraio 2005, dopo la morte del presidente EyadŽma, avvenuta il 5 febbraio 2005. L'opposizione al governo ha organizzato una marcia di protesta a LomŽ contro la presa del potere da parte del figlio del defunto presidente, Faure Gnassingbe. I militari sono intervenuti per disperdere la manifestazione con gas lacrimogeni e sparando sulla folla ed io sono stato arrestato insieme a molte altre persone. Siamo stati portati alla gendarmeria di LomŽ e chiusi in cella: eravamo circa cinquanta e stavamo molto stretti. Era molto difficile respirare, anche perchŽ ogni tanto buttavano del gas lacrimogeno all'interno della cella. Mi veniva dato da mangiare solo una volta al giorno (immaginatevi il cibo), mentre era consentito bere solo la sera. Non c'erano bagni, quindi la situazione igienica era molto precaria. Durante la detenzione sono stato continuamente maltrattato e picchiato. Tutti i giorni ci facevano uscire dalla cella uno ad uno, ci picchiavano , usando anche dei bastoni e ci schernivano dicendo di chiamare il nostro leader per essere aiutati, questo perchŽ nella mia cella eravamo tutti giovani uomini arrestati durante la manifestazione. Quotidianamente mi portavano fuori dalla cella per gli interrogatori, durante i quali sono stato torturato. Mi picchiavano ripetutamente con il manganello, con il calcio del fucile, alla cui punta c'era una lama, oppure mi prendevano a calci su tutto il corpo, soprattutto sulla testa, sui reni, sulle ginocchia e sui testicoli. Gli interrogatori erano volti a capire perchŽ facessi parte dell'opposizione e perchŽ non condividessi la politica del presidente! Dopo 12 giorni di prigionia, durante la notte del 24 febbraio 2005, un militare  venuto a chiamarmi in cella. Credo che siano stati i membri dell'UFC ad aiutarmi perchŽ in carcere sarei sicuramente morto. Il militare che mi ha fatto uscire mi ha portato con lui nel cortile del carcere dove c'era un camioncino sul quale stavano caricando dei cadaveri. La guardia mi ha detto di entrare nel portabagagli e di rimanere immobile facendo finta di essere morto. Poco dopo la partenza dalla prigione, il militare ha fermato la macchina in un luogo a me sconosciuto e completamente buio e mi ha detto di scendere. C'erano ad aspettarmi due membri del mio partito che conoscevo. Siamo ripartiti immediatamente con una macchina con la quale siamo arrivati fino alla cittˆ di Aneho, dove abbiamo dovuto prendere delle moto per superare la foresta. Per arrivare in Benin abbiamo attraversato un fiume su di una piroga. In Benin sono stato ricoverato fino al 5 marzo 2005 quando un uomo di chiesa mi ha accompagnato in un paese lontano per salvarmi la vita. Un paese sconosciuto dove oggi vivo: l'Italia, una comunitˆ sconosciuta, molto accogliente in cui vivo oggi: la comunitˆ battista di Centocelle. Ringrazio Dio per la vita nella comunitˆ battista di Centocelle e il mio sogno  di riuscire ad avere una buona sistemazione e, un giorno, di aiutare la mia comunitˆ.

 

 


 

 


COMUNICATO STAMPA

 

23 marzo 2007

 

Statistiche UNHCR sullĠasilo: nel 2006 iracheni gruppo pi numeroso di richiedenti

 

Continua a diminuire il numero complessivo di domande, mentre in Italia aumenta del 10 per cento

 

In base a statistiche, ancora provvisorie, compilate dallĠAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sulla base di informazioni fornite dai Governi, nel 2006 i cittadini iracheni sono stati il gruppo pi numeroso di richiedenti asilo nei paesi industrializzati presi in esame dal rapporto, mentre per il quinto anno consecutivo  diminuito il numero complessivo di domande dĠasilo presentate negli stessi paesi.

In particolare, durante lo scorso anno il numero di domande dĠasilo presentato nei paesi industrializzati da cittadini iracheni  cresciuto del 77 per cento, passando dalle 12.500 del 2005 alle 22.200 del 2006. In precedenza, lĠIraq era stato il principale paese dĠorigine di richiedenti asilo nei paesi industrializzati anche nel 2002, prima della caduta del precedente regime.

Nel corso del 2006, lĠaumento  stato particolarmente significativo nellĠultimo trimestre, quando ben 8.100 iracheni hanno inoltrato una richiesta dĠasilo in uno dei 36 paesi che forniscono statistiche allĠUNHCR su base mensile, come conseguenza della crescente violenza settaria in Iraq.

Nonostante il numero di richiedenti asilo iracheni sia aumentato nella maggior parte dei paesi pi industrializzati, le cifre del 2006 sono ben al di sotto del picco di 50mila domande presentate da cittadini iracheni nel 2002 nei paesi europei e negli altri paesi industrializzati.

La maggior parte di domande presentate da iracheni nel 2006  stata inoltrata in Svezia (9mila domande), seguita da Paesi Bassi (2.800), Germania (2.100) e Grecia (1.400).

Attualmente circa 2 milioni di iracheni si trovano fuori del proprio paese devastato dal conflitto, soprattutto nei paesi limitrofi come Siria (1 milione) e Giordania (750mila), che non sono tuttavia incluse nel rapporto. LĠUNHCR, che lo scorso gennaio ha lanciato un appello per 60 milioni di dollari necessari a finanziare le proprie attivitˆ in Iraq nel 2007, ha convocato per i prossimi 17 e 18 aprile a Ginevra una conferenza internazionale incentrata sulle necessitˆ umanitarie delle persone in fuga dal conflitto.

Il netto aumento delle domande dĠasilo presentate da cittadini iracheni risulta ancora pi significativo se confrontato con la generale tendenza alla diminuzione del numero totale di domande nei paesi industrializzati. Nei 50 paesi considerati dal rapporto, lo scorso anno sono state inoltrate complessivamente 300mila domande, il 10 per cento in meno del 2005. Nel continente europeo, cos“ come nei 25 paesi che lo scorso anno componevano lĠUnione Europea, il numero di domande dĠasilo  stato il pi basso degli ultimi 20 anni. Durante gli ultimi 5 anni, il numero di domande dĠasilo nei paesi industrializzati si  pi che dimezzato.

In base al rapporto dellĠUNHCR, la diminuzione del numero di richieste dĠasilo pu˜ essere attribuita al miglioramento delle condizioni in alcuni dei principali paesi dĠorigine di richiedenti asilo, ma anche lĠintroduzione di politiche restrittive in molti paesi industrializzati pu˜ avere scoraggiato i richiedenti dal fare domanda. LĠUNHCR ha ripetutamente espresso la preoccupazione che la spinta a tenere il numero di domande dĠasilo pi basso possibile potrebbe avere la conseguenza che ad alcuni rifugiati venga negata la protezione di cui hanno bisogno.

Dopo lĠIraq, con 22.200 domande, i principali paesi dĠorigine dei richiedenti asilo nel 2006 sono stati Cina (18.300 domande), Federazione Russa (15.700), Serbia e Montenegro (15.600) e Turchia (8.700). Per Serbia e Montenegro non sono ancora disponibili statistiche separate. Oltre agli iracheni, altri gruppi nazionali che hanno registrato un aumento significativo del numero di domande sono stati richiedenti asilo provenienti da Libano (66 per cento), Eritrea (59 per cento) e Bangladesh (42 per cento).

Al primo posto tra i paesi che hanno ricevuto il maggior numero di domande dĠasilo nel 2006 si trovano gli Stati Uniti, che nel 2004 e 2005 erano al secondo posto. La Francia, prima nel 2005, ha invece fatto registrare una netta diminuzione del 39 per cento.

Le 51mila domande dĠasilo presentate nel 2006 negli Stati Uniti costituiscono il 17 per cento del totale delle domande inoltrate complessivamente nei paesi industrializzati. Tuttavia, confrontando il numero di domande dÔasilo ricevute con la popolazione nazionale, negli Stati Uniti si  avuta solo una domanda dĠasilo ogni mille abitanti, mentre la media dellĠunione Europea  di 3,2 domande ogni mille abitanti.

Dopo Stati Uniti e Francia, i paesi che nel 2006 hanno ricevuto il maggior numero di domande dĠasilo sono Regno Unito, Svezia, Canada, Germania, Paesi Bassi, Austria, Grecia e Belgio. In Italia lo scorso anno sono state presentate oltre 10mila domande dĠasilo, circa il 10 per cento in pi delle 9.350 del 2005. Il maggior numero di domande dĠasilo in Italia  stato presentato da cittadini eritrei (circa il 20 per cento), seguiti da nigeriani (8 per cento) e togolesi (6 per cento).

 

Il rapporto ÒAsylum levels and Trends in Industrialised Countries 2006Ó  stato redatto dalla Field Information and Coordination Support Section dellĠUNHCR ed  disponibile sul sito internazionale dellĠUNHCR www.unhcr.org. ■

 

 

 



 


COMUNICATO STAMPA

 

1Ħ giugno 2007

 

Emergenza Mediterraneo, lĠUNHCR ribadisce lĠobbligo di salvare vite in mare

 

LĠAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime grande preoccupazione per la mancanza di un impegno forte ed uniforme da parte degli stati rivieraschi del Mediterraneo nellĠambito della ricerca e soccorso in mare e nel permettere lo sbarco immediato delle persone tratte in salvo da imbarcazioni impegnate in attivitˆ di pesca. A causa di ci˜, nelle ultime settimane molte imbarcazioni precarie o alla deriva con a bordo un numero elevato di persone che tentavano di raggiungere lĠEuropa sono state ignorate o lasciate in balia delle onde, e alcuni capitani non hanno onorato sia i loro obblighi dettati del diritto marittimo che lĠantica tradizione del salvataggio di persone in difficoltˆ in mare.

LĠUNHCR  consapevole delle difficoltˆ dei diversi paesi mediterranei nel far fronte ai ripetuti arrivi di gruppi misti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, ma sottolinea come il principio dellĠassistenza alle persone in pericolo in mare dovrebbe sempre essere prioritario.

LĠAlto Commissariato  particolarmente preoccupato circa la sorte di almeno 53 persone, la maggior parte delle quali di origine eritrea, che risultano disperse da pi di una settimana nelle acque tra Malta e la Libia, nonostante gli sforzi di ricerca della Marina Militare italiana e della Guardia Costiera italiane. In base a quanto successivamente riportato da un sito eritreo, il gruppo potrebbe trovarsi in Libia ed ora lĠAgenzia  in contatto con le autoritˆ libiche al fine di rintracciare queste persone. I contatti non hanno avuto per ora alcun esito.

Inoltre, ha suscitato particolare allarme la vicenda dei 27 africani, aggrappati per tre giorni ad una gabbia per tonni trainata da un rimorchiatore maltese e soccorsi infine lo scorso 26 maggio dalla nave ÔOrioneĠ della Marina Militare.

Un terzo episodio preoccupante si  verificato il 25 maggio, quando la Guardia Costiera italiana ha tratto in salvo 52 persone, tra cui un bambino e sette donne, che erano state avvistate da un velivolo maltese che non aveva per˜ lanciato lĠallarme.

LĠUNHCR esprime apprezzamento per lĠimmediata risposta umanitaria delle forze marittime italiane e degli equipaggi di due rimorchiatori, uno italiano e lĠaltro spagnolo, che hanno salvato persone in difficoltˆ nel mar Mediterraneo negli ultimi giorni. In questo contesto, lĠUNHCR si appella a tutti gli stati rivieraschi affinchŽ adempiano ai loro obblighi internazionali per quanto riguarda il diritto marittimo. LĠUNHCR chiede inoltre ai governi di rafforzare il coordinamento e la cooperazione nelle operazioni di soccorso per far s“ che simili episodi non si ripetano. LĠUNHCR chiede in particolare al governo maltese di ratificare i recenti emendamenti alle convenzioni marittime - la Convenzione sulla ricerca e soccorso in mare del 1979 (SAR) e la Convenzione internazionale per la sicurezza della vita in mare del 1974 (SOLAS) - che mirano ad affiancare lĠobbligo per gli stati di cooperare nelle operazioni di ricerca a quello dei capitani delle imbarcazioni di fornire assistenza in mare.

Malta  uno dei pochi paesi a non aver sottoscritto questi emendamenti.

 

Alla luce di questi gravi episodi, lĠUNHCR esorta la Commissione europea ad intraprendere ulteriori azioni per riaffermare e delineare la responsabilitˆ degli stati membri di salvare vite in mare e permettere lo sbarco di chi viene soccorso.

 

CIR

     CONSIGLIO ITALIANO PER I RIFUGIATI onlus

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

LEGGE SULL'ASILO: UN GRANDE PASSO AVANTI

NEL PARLAMENTO ADESIONE TRASVERSALE ALLA PROPOSTA DEL CIR

 

 

Nel dibattito di questi giorni sulla riforma della Legge Bossi - Fini non devono essere dimenticati i rifugiati e il diritto d'asilo. Con questo obiettivo il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) ha organizzato oggi un confronto con parlamentari di tutti i gruppi di Camera e Senato, per promuovere l'adozione di una legge organica sul diritto d'asilo e presentare la propria proposta articolata.

 

Come risultato dell'incontro si profila una iniziativa parlamentare trasversale, tra gruppi di maggioranza e opposizione, e quindi la deposizione del testo del CIR da parte di membri della Camera, con l'intento di avviare al pi presto il dibattito nella Commissione Affari Costituzionali. Su questa tabella di marcia si sono dichiarati d'accordo i parlamentari intervenuti: per la Camera Roberto Zaccaria, Ulivo, Jole Santelli, Forza Italia, Tana De Zulueta, Verdi, Giacomo Mancini, Rosa nel Pugno, e per il Senato Learco Saporito, Alleanza Nazionale, Adelaide Gaggio Giuliani, Rifondazione Comunista, e Lidia Campagnano in rappresentanza di Armando Cossutta, Insieme con l'Unione Verdi - Comunisti Italiani.

 

"Il fatto che sulla protezione dei rifugiati si trovi un accordo bipartisan trattandosi di una materia umanitaria e non politica  di grande importanza"  ha detto Savino Pezzotta presidente del CIR "in Europa l'Italia viene spesso considerata fanalino di coda proprio perchŽ manca una normativa organica sull'asilo. Il risultato di oggi, quindi, ha anche una valenza internazionale e costituisce un forte segnale all'opinione pubblica su una crescente cultura dell'asilo".

 

Nella riunione sono intervenuti, oltre a membri del Comitato Direttivo del CIR, rappresentanti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e del Servizio Centrale presso l'Anci, che hanno dato piena disponibilitˆ di dialogo durante l'iter parlamentare.

 

 

                                                                                                                     Roma 14 marzo 2007
Siti utili su temi di asilo e immigrazione

 

á      ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati): http://www.unhcr.it

 

á      ARCI (Associazione di promozione sociale):  http://www.arci.it

 

á       ASGI (Associazione Studi Giuridici sullĠImmigrazione):  http://www.asgi.it

 

á       Briguglio Sergio:  http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo

 

á       Caritas Diocesana di Roma:  http://www.caritasroma.it/immigrazione

 

á       Cestim (Documentazione dei fenomeni migratori): http://www.cestim.it

 

á       CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati):  http://www.cir-onlus.org

 

á       CDS (Associazione Casa dei Diritti Sociali - Focus): http://www.dirittisociali.org

 

á       ECRE (European Consultation on Refugees and Exiles):  http://www.ecre.org

 

á       GOVERNO:  http://www.governo.it

 

á       ICS (Consorzio Italiano di Solidarietˆ):  http://www.icsitalia.org

 

á      JRS (Jesuit Refugee Service): http://www.jesref.org

 

á       Medici Senza Frontiere: http://www.msf.it

 

á      PICUM (Platform for International Cooperation on Undocumented Migrants): http://www.picum.org

 

á      Save the Children:  http://www.savethechildren.it/minori/minori_home.htm

 

á      UCODEP (sito sulla politica europea di immigrazione e asilo curato da Chiara Favilli):  http://www.ucodep.org/banca_dati/argomenti.asp

 

á      UNIONE EUROPEA:  http://europa.eu.int.

 

 

SRM materiali - Infrom. Legge

 

Redazione a cura di Patrizia Toss

 

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