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Rapporti internazionali

18.07.2007

Il Comitato parlamentare sull'accordo di Schengen approva una risoluzione per la ratifica a breve del Trattato di Prum sulla cooperazione transfrontaliera di polizia

Il termine posto dalla risoluzione, afferma il ministro Amato «mi aiuterà a spingere gli apparati del Governo alla presentazione del disegno di legge istitutivo della banca dati del dna»

Il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen ha impegnato con una risoluzione il Governo a porre in essere entro il 30 settembre prossimo tutte le azioni necessarie per ratificare il Trattato di Prum, Convenzione sul rafforzamento della cooperazione transfrontaliera di polizia tra i Paesi aderenti in materia di lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina.

Sottoscritta il 27 maggio 2005 in Germania, nell’omonima località, tra Belgio, Germania, Spagna, Francia, Lussemburgo, Olanda ed Austria, la Convenzione è aperta all'adesione di altri Stati membri dell’Unione.

Il termine del 30 settembre “Mi aiuterà nelle prossime settimane a spingere gli apparati del Governo ad una rapida soluzione dei problemi residui e alla presentazione del disegno di legge istitutivo della banca dati del dna”, ha affermato il ministro dell'Interno Amato commentando la risoluzione.

La Convenzione, infatti, tra i suoi molteplici campi d’applicazione, impegna ogni Stato aderente a costituire, sulla base della propria legislazione, una banca dati del dna e a consentire l'accesso agli altri Stati, con la possibilità di fare ricerche e confronti tra le informazioni.

A questo proposito, il ministro ha sottolineato che l’Italia ha dichiarato ufficialmente nel luglio scorso l’intenzione di aderire al Trattato ma non ha ancora legiferato sulla banca dati poichè “al centro dell'accordo c’è lo scambio tra i Paesi firmatari dei dati del dna degli autori o dei denunciati in quanto autori di reati particolarmente gravi.”

“Già da tempo – ha proseguito Amato - l'Esecutivo sta elaborando un testo di legge in contatto con il Garante della privacy perchè ci sono problemi di protezione dei dati"

Il responsabile del Viminale ha voluto ricordare che i Paesi che, in attuazione del Trattato, hanno istituito la banca dati del dna ''hanno avuto un salto nell'identificazione degli autori dei reati che in alcuni casi è passata dal 6 al 60%: ciò dovrebbe suggerire all'Italia di fare prestò'.

Per quanto riguarda gli eventuali profili confliggenti relativi alla tutela della privacy, il ministro ha sottolineato la necessità che vi sia la certezza che solo chi è legittimato ad accedere alle banche dati può farlo, evitando così una loro pericolosa permeabilità.

“'Io - ha affermato Amato concludendo il suo pensiero sul tema - dico al cittadino: i dati li raccolgo per garantire la tua sicurezza, non per altri fini. Occorre dunque trovare il giusto equilibrio tra la tutela della sicurezza e la tutela della libertà”

 





   
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