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Relazione sulle pronunce della Corte europea diritti dell'uomo

I dati riguardanti l'Italia

Al 1° maggio 2007 i ricorsi pendenti davanti alla Corte europea per i diritti dell'uomo sono complessivamente 95.750. Il numero delle pratiche pendenti che interessano l’Italia è di circa 3.500, pari al 3.7% del totale.

Pendenze e percentuali più elevate si registrano a carico di altri sette Stati (in ordine decrescente): Russia, Romania, Turchia, Ucraina, Polonia, Francia, Germania. Pendenze uguali o inferiori riguardano, invece (sempre in ordine decrescente): Repubblica Ceca, Slovenia, Regno Unito, Bulgaria, ed, a seguire, tutti gli altri trentacinque Stati.

È di grande importanza la scomposizione del dato, relativo alle sentenze di condanna a carico dell’Italia nell’anno 2006, per aree geografiche del territorio nazionale e per tipologia di violazioni.

Dal primo punto di vista, sono numerose le violazioni accertate risalenti ad atti o comportamenti illeciti posti in essere da autorità pubbliche locali (Regioni, Province, Comuni o altri enti), segnatamente in materia di espropriazioni. Tra esse, oltre la metà si riferiscono a regioni del Sud ed un terzo del totale alla sola Campania.

Dal secondo punto di vista, tra le tipologie di violazione della Convenzione spiccano per rilevanza numerica, per frequenza e per ripetitività, quelle relative alla ragionevole durata dei processi, al diritto ad un equo processo ed alla lesione del diritto di proprietà privata, con particolare riferimento alle problematiche espropriative.

Questi dati sono raccolti nella prima Relazione annuale sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dello Stato italiano che il Presidente del Consiglio ha trasmesso alle Camere.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, infatti, nella sua funzione di responsabile della politica dell’Esecutivo in materia estera e di trattati internazionali nonché di rappresentante legale dello Stato italiano nei giudizi davanti alla giurisdizione di Strasburgo, è l’organo competente a fornire le risposte agli obblighi assunti nel campo dei diritti umani.

Il documento realizza, insieme alle comunicazioni periodiche inviate al Parlamento, uno degli adempimenti che il Governo è chiamato a svolgere ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 12, al fine di favorire la promozione di una piena ed attiva politica di consolidamento dei valori primari ed irrinunciabili inerenti alla persona umana, riconosciuti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

Fonte: relazione 2006

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