Report dellincontro che si tenuto domenica 15 luglio presso la Casa del Popolo 25 Aprile di Firenze.

 

Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di diverse realt provenienti da Milano, Bologna, Firenze e Roma

Si trattato di un momento propedeutico in vista di una azione comune, nei primi interventi sono state descritte le specificit di quanto sta accadendo nelle singole citt, le questioni pi spinose, gli elementi critici, le forme di azione politica messe in atto.

Alla luce degli interventi sono comunque emersi elementi di continuit di estremo interesse che, in maniera netta si provano ad elencare.

1)    La scelta di utilizzare maggiori strumenti repressivi verso alcuni soggetti pi vulnerabili, antecedente ai patti per la sicurezza.

2)    I patti sono accomunati – seppur con diverse accentuazioni – da una declinazione della sicurezza vista come un diritto per privilegiati. Tutti gli altri: rom e migranti in primis, ma anche studenti fuori sede, precari, anziani soli, persone affette da forme diverse di disagio fisico o psichico, tossicodipendenti, sono, attraverso forme che si adattano alla ricerca locale del consenso, tenuti fuori dallo status di pienezza dei diritti. Perennemente a rischio, perennemente in condizione di perdere la propria internit alla vita cittadina.

3)    Quanto detto presuppone un modello standard di citt piena di barriere sociali (di classe) e culturali, e un modello di democrazia fondata sulla necessit di ottenere unicamente o quasi, il consenso di un blocco sociale di garantiti o presunti tali.

4)    Un modello di citt che ha bisogno, per evitare o posticipare ogni forma di conflitto, di strumenti nuovi per la tutela dellordine pubblico. Strumenti la cui esistenza spesso sottratta a qualsiasi controllo democratico gestiti da funzionari e amministratori che considerano pi urgente la distruzione di baraccopoli e lespulsione dalla cinta urbana dei rom rispetto alla necessit di combattere le recrudescenze violente dellestremismo xenofobo e fascista.

5)    I patti per la sicurezza corrispondono alla volont di rallentare, cavalcando guerre fra poveri e enfatizzando fenomeni di microcriminalit, ogni progetto di legge che vada a migliorare, anche se non sufficientemente, le condizioni di vita di migranti e rom, che ridefinisca una societ fondata sul welfare, che preferisca linclusione e lestensione dei diritti. Si va riproponendo insomma una fase politica simile a quella che negli anni 90 port alla legge Turco Napolitano, legge che nella fase finale della sua elaborazione venne privata dei suoi aspetti progressivi e aggravata con strumenti repressivi.

6)    In tale contesto appare ancora pi carica di significati lo scivolare della percezione dei comportamenti sociali e individuali. Ci che illegale (dalla pulizia dei vetri, al commercio ambulante, all esercizio della prostituzione, per fare esempi non esaurienti) diviene immediatamente criminale quindi degno di impiego di risorse atte a risolvere gli allarmi.

7)    Una modalit che porta a far si che invece di combattere le cause della povert, del degrado, della marginalit non solo economica, si combattano i poveri, i drop out, le persone.

8)     Le politiche repressive- in particolar modo la realizzazione dei patti, altro dato comune, sono spesso accompagnate da contemporanee speculazioni immobiliari. Si effettuano sgomberi in aree appetibili e non si realizzano politiche per la edilizia pubblica, si da la caccia a chi vive in condizioni di irregolarit amministrativa ma non si affrontano i problemi connessi alle locazioni al nero a cui sono costretti gran parte dei soggetti pi vulnerabili, meno tutelati e pi esclusi dal campo dei diritti.

9)    Questa politica ottiene consenso esteso perch parla alla pancia del paese e della societ civile, perch in un momento di insicurezza sociale reale (lavorativa, culturale esistenziale) ottiene presa la logica del capro espiatorio debole su cui far ricadere tutti i mali. La citt invivibile perch carente di servizi garantiti, perch violenta nelle sue dinamiche di sfruttamento e di esclusione, viene trasformata in una citt percepita come insicura solo a causa di alcuni e per certi versi fisiologici comportamenti criminali che vengono spesso etnicizzati. Ad un consenso esteso hanno corrisposto fino ad ora solo forme di resistenza minoritarie, frammentarie e incapaci di prodursi in moderno alternativo di vita nella citt.

10) Un ruolo chiave nella costruzione di questo vero e proprio modello ideologico giocato da gran parte dei media che esasperano alcune forme di conflittualit e ne cancellano altre pi complesse e contraddittorie.

11) Disarmante e ragione di profonda riflessione, in tal senso il silenzio assordante – fatte le debite eccezioni – delle elites intellettuali, delle figure di cultura potenzialmente capaci di aprire un varco. Si arrivati allassurda condizione che la proposizione di un patto per la sicurezza elaborato a Milano (citt governata dal centro destra ) raccolga critiche di esponenti forti del mondo culturale che ben si guardano dal criticare simili se non pi inaccettabili provvedimenti presi in citt governate dal centro sinistra.

12) Un ruolo altrettanto contraddittorio lo stanno avendo in tale contesto le associazioni di volontariato e di promozione sociale che da una parte criticano certe procedure e contemporaneamente coogestiscono grazie ai finanziamenti erogati dagli enti locali, servizi che si sostituiscono ad un assente sistema pubblico di welfare. Associazionismo che spesso vive e offre lavoro proprio in ragione dellesistenza di emergenze sociali non risolte.

13) Il governo di centro sinistra non ancora riuscito – e in alcune sue componenti non ha voluto – scardinare o intaccare questo meccanismo, le affermazioni e gli atti posti in essere dal ministero dellinterno sono contraddittori e improntati a condividere passivamente una risposta di destra agli allarmi sociali. Alcune proposte di legge parlamentari di carattere securitario come quella relativa alla contraffazione delle impronte digitali e della identit personali, vengono poi calenderizzate con maggior urgenza di quanto ad esempio accada per la pur moderata riforma per lottenimento della cittadinanza.

14) In ultimo da considerarsi irricevibile ognuno dei patti sinora firmati in quanto o inutili o incostituzionali. Esiste infatti un unico patto che lega la vita di tutti i cittadini e le cittadine presenti in Italia e a cui si sottoposti, questo la Costituzione Italiana presa in ogni suo aspetto. I patti per la sicurezza sono il presupposto per forme nuove di autoritarismo democratico incompatibili con il dettato costituzionale, forme futuribili di una societ fondata sulla tolleranza zero e sullequazione cittadino = consumatore, a cui ogni sincero democratico, oltre che antirazzista, dovrebbe opporsi.

 

 

Ci siamo lasciati con limpegno a proseguire le iniziative da intraprendere sui territori, tentando di condividerne il percorso.

Il report della riunione andr corretto e integrato dai presenti e inviato ai nostri vasti e diversi indirizzari

Le occasioni di dibattito – dal meeting di Cecina dellArci alla festa di Liberazione a Torino a altri appuntamenti verranno utilizzati come ulteriori momenti di elaborazione.

Si preparer a breve una lettera aperta da inviare a tutti i soggetti che possono essere interessati a collaborare al nostro lavoro, a informarne la pubblica opinione, a ad allargare le fasce di consenso per ora ristrette.

Potranno, sulla base del lavoro svolto e di ulteriori integrazioni territoriali da costruire, aver luogo momenti di mobilitazione pi visibili e coordinati da definire in comune.

 

Buon lavoro

Stefano galieni

 

 

 

 

Partecipanti:

Pape Diaw  Firenze,Luciano Muhlbauer Milano,Marco Brazzoduro Roma,Dijana Pavlovic  Milano,

Gabriele Gabrieli, Claudio Graziano ARCI,Alessia Montuori Roma,Sandro Targetti Firenze,

Claudio Meloni Roma,Christian De Vito Firenze,Moreno Biagioni Firenze,

Mercedes Frias Firenze(parlamentare),Sara Visintin Bologna,Andrea Ronchi Bologna,

Sascha Rossi Firenze,Palloni Gabriele Firenze,Assane Kebe Firenze,Gaia Stanzani Bologna,

Stefano Galieni PRC .