Massimo Vedovelli, Rettore dellUniversit per Stranieri di
Siena
Discorso di inaugurazione della 92 annata
dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana per
Stranieri
12 luglio 2007
Eccellentissime
Autorit civili, militari e religiose;
Egr.
Assessore allIstruzione, Formazione e Lavoro della Regione Toscana;
rappresentanti
dellUniversit degli Studi di Siena, dellUniversit per Stranieri di Perugia
e delle altre Universit;
Presidente
dellAzienda per il Diritto allo Studio;
rappresentante
del Magistrato delle Contrade;
Decano;
Pro-Rettore;
Direttore
Amministrativo;
Preside
della Facolt di Lingua e Cultura Italiana;
Direttori
dei Dipartimenti, dei Centri di ricerca, delle strutture dellAteneo;
componenti
degli Organi di governo dellAteneo e del Nucleo di valutazione;
docenti,
ricercatori, personale tecnico-amministrativo;
rappresentanti
delle Organizzazioni Sindacali e delle forze produttive;
studentesse
e studenti, e loro rappresentanti negli Organi dellUniversit;
cittadine
e cittadini di Siena;
amiche
e amici dellUniversit per Stranieri di Siena,
a
voi tutti giunga il mio saluto in questo giorno solenne nellanno accademico,
che rinnova una lunga tradizione e che inaugura la 92 annata dei corsi di
Lingua e Cultura Italiana.
Ci troviamo in un momento importante, di svolta, per lintero sistema
universitario nazionale:
un momento che impone di riflettere, perci, su quale possa e debba
essere la nuova posizione dellUniversit per Stranieri di Siena al suo
interno, in rapporto alle sempre nuove sollecitazioni che provengono dal
contesto istituzionale, sociale e culturale, nazionale e internazionale.
Lanno scorso abbiamo richiamato i fondamenti civili della nostra azione
culturale, trovandoli nella nostra Carta Costituzionale e nei principi in essa
sanciti per ci che riguarda i diritti allespressione, alla lingua e alle
lingue;
trovandoli nel principio del rispetto delle lingue e dei diritti
allespressione, che ci portano a promuovere le lingue e il loro incontro.
Oggi siamo spinti a riflettere sui modi concreti in cui tali principi si
trasformano in azioni di ricerca, in insegnamento e in alta formazione in un
momento di ulteriore, profondo cambiamento del nostro sistema universitario.
Pochi altri comparti del nostro Stato sono stati chiamati a cambiare
radicalmente la propria identit per ben tre volte negli ultimi sette anni come
il sistema universitario. Le riforme che si sono succedute hanno modificato
radicalmente lassetto dellalta formazione e della ricerca, mettendolo sempre
pi in sintonia con lassetto universitario europeo, contemporaneamente ed
ugualmente interessato da profondi cambiamenti.
Il cosiddetto 3+2;
il sistema dei crediti formativi come codice di comunicazione capace di
rendere possibile la mobilit degli studenti – ritenuta un valore di
importanza pari alla mobilit dei docenti e dei ricercatori;
il sistema delle nuove lauree e lauree magistrali;
le nuove forme di reclutamento dei giovani da inserire nel mondo della
ricerca e dellalta formazione;
il ruolo della valutazione della ricerca e della didattica.
Almeno questi tratti hanno ridisegnato lassetto universitario italiano.
Il sistema ha risposto alle nuove riforme con prontezza, adeguandosi
rapidamente – in maniera ben pi rapida ed efficace di quanto non si
possa immaginare in altri comparti.
Nelle passate settimane sono giunti a compimento i percorsi che porteranno a nuovi, ulteriori
cambiamenti: i decreti che ridefiniscono il sistema delle lauree e delle lauree
magistrali hanno superato gli scogli del Parlamento e della Corte dei Conti, e
hanno avuto pubblicazione il 6 e il 9 luglio scorsi nella Gazzetta Ufficiale;
stato varato il regolamento per il concorso nazionale per giovani
ricercatori, con modalit che supera quelle locali;
sta per entrare in funzione lattivit dellAgenzia nazionale di
valutazione del sistema universitario.
Si tratta di cambiamenti profondi, che impongono alle Universit di
adeguarsi rapidamente, di modificare le proprie regole interne e le proprie
azioni: cambiamenti promossi spesso, per, fuori di un sistematico controllo
dei risultati che le continue riforme possono avere indotto in questi pochi
anni.
A fronte della portata di tali processi, che investono lUniversit e
tutta la nostra societ, lintero piano delle riforme si sviluppato entro due
condizioni totalmente negative, realmente esiziali per il sistema
universitario:
a) la mancanza di adeguate risorse finanziarie per attuare le riforme e
per mettere comunque il nostro sistema in condizione di reggere la concorrenza
dei grandi sistemi universitari stranieri;
b) un clima di generalizzato risentimento sociale verso lUniversit,
alimentato non infrequentemente con modalit scandalistiche e anche da parecchi
che nellUniversit hanno svolto e svolgono la propria azione, ricavandone non
indifferenti benefici. Un clima di risentimento che ha preso spunto certamente
da comportamenti non corretti attuati entro il sistema, ma risentimento che ha
voluto proiettare tali comportamenti sullintero sistema, ritenendoli –
falsamente - strutturali, falsamente propri intrinsecamente della sua identit.
Entrambe queste condizioni hanno indebolito la capacit del nostro
sistema universitario di produrre qualit nei servizi, nella ricerca e
nellalta formazione, demotivando i molti che si sono impegnati prontamente
nellattuazione delle riforme che il Parlamento e i Governi hanno voluto. Sono
condizioni che hanno alimentato lodio qualunquistico – sorretto da
slogan qualunquistici – di coloro che si sono sempre schierati contro le
riforme in nome dellopposizione a ogni modernizzazione del sistema
universitario; condizioni che hanno alimentato lacredine di coloro che si sono
sempre opposti a ogni riforma che fosse basata sulla trasparenza, sulle pari
opportunit per tutti di accesso al sistema, sul merito, sullimpegno.
Lasfissia finanziaria e la denigrazione hanno minato tutto ci che
lUniversit pubblica – autonoma, libera e responsabile - e pu essere
come strumento per lo sviluppo culturale delle persone e della societ.
Di volta in volta gli attacchi hanno preso le mosse da singoli eventi
devianti per estendersi al complessivo modo di essere dellUniversit. E allora
sono state messe sotto accusa le procedure concorsuali, e poi il valore legale
del titolo di studio, via via fino a rimettere in discussione il diritto di
tutte le cittadine e di tutti i cittadini ad accedere ai segmenti alti della
formazione.
I comportamenti devianti individuali sono stati proiettati sullintero
sistema; la volont di adeguarlo agli standard dei Paesi pi avanzati stata
stravolta e usata come strumento contro lo stesso sistema universitario.
E ci come se il disagio non fosse innanzitutto percepito dagli onesti
(onesti intellettualmente e onesti e basta) dentro le Universit; come se la
voglia di fare di pi e meglio non fosse patrimonio della maggioranza dei
docenti, dei ricercatori, del personale tecnico-amministrativo.
Come sempre e dappertutto accade, anche se appartenenti alla minoranza,
i comportamenti devianti hanno sporcato lintero sistema. Quando, dopo una
selezione pubblica, ci si sente dire dalla giovane ricercatrice risultata
vincitrice: La ringrazio perch non mi sarei mai aspettata di vincere una
selezione solo per i miei meriti: ebbene, come docenti si rimane delusi; si
vedono svanire tutti i propri convincimenti nella libert della ricerca, nella promozione della conoscenza come
strumento per lo sviluppo delle persone e della societ.
Si vedono svanire tutti i propri sforzi per diffondere il senso di
libert e di responsabilit dellUniversit verso la societ.
Quelle parole – diversi dei presenti in questa sala le hanno
ascoltate con me – testimoniano del danno provocato dai comportamenti
devianti e ribadiscono gli effetti del generale discredito gettato
sullUniversit: nessun giovane oggi se la sente a cuor leggero di investire le
proprie capacit nello sviluppo personale e sociale basato sullo sviluppo della
conoscenza, sulla ricerca scientifica e sulla diffusione dei suoi risultati.
Questo hanno ottenuto i denigratori di risulta dellUniversit, coloro
che hanno voluto generalizzare i comportamenti devianti: demotivare i giovani,
e con ci chiudere di fatto le porte dellUniversit a chi abbia limitati mezzi
materiali.
Il sistema universitario italiano non esente da responsabilit, da colpe.
Credere, per, che occorra punirlo togliendogli le risorse e non
facendolo funzionare avr come unico effetto quello di peggiorare la
situazione. E se peggiora la situazione dellUniversit, peggiora quella
dellintera societ: oltre a essere luogo che d lavoro, lUniversit lo
strumento che crea gli strumenti per gli altri soggetti della societ. Sono gli
strumenti della conoscenza, dellinnovazione, della riflessione critica, del
pensiero libero. Senza un sistema universitario vivo, leconomia non regger il
confronto con quella degli altri Paesi; la nostra cultura e lingua deperiranno,
rinchiuse negli angusti domini dei confini nazionali.
Come si esce da questa situazione? Come superare il paradigma riduttivo
che considera gli universitari dei fannulloni, gli studenti degli ignoranti, il
personale tecnico-amministrativo come il prodotto del parassitismo
sindacal-burocratico? Come superare il pregiudizio che fa parlare
dellUniversit non per ci che produce di innovativo per la conoscenza? Non per
ci che realizza di innovativo nella didattica? Non per ci che fa per la
societ tutta? Non per ci che promuove per lattuazione dei principi
costituzionali?
La risposta non semplice, ma, ad avviso di chi Vi parla, va basata su
pochi principi fondamentali.
Innanzitutto, necessario uno sforzo di onest,
un patto di onest
che coinvolga tutti i soggetti. LUniversit deve ridare spazio
allonest come valore e agli onesti intellettualmente e agli onesti e basta al
suo interno. Onest assumersi la responsabilit di difendere lautonomia
universitaria contro chiunque voglia limitarla, dando in contropartita il pi
alto senso di responsabilit: la societ ci affida i suoi giovani affinch
possano crescere nella conoscenza; la societ ci affida lo sviluppo della
conoscenza in tutte le sue forme.
Sta allUniversit assumersi in pieno la responsabilit di tali compiti.
Chi non se la sente, cambi ambiente; e, comunque, la Legge dia i mezzi per dare
concretezza e operativit a tale patto con la societ.
Onest e responsabilit sono le contropartite dellautonomia e della
libert: decida la legge – basata sui principi della Costituzione –
le forme e i modi per consentire la loro attuazione.
Il secondo strumento costituito dalle risorse. Chi pensa che le Universit
siano ricche o che negli anni scorsi abbiano solo sperperato si sbaglia. Se
qualcuna ha investito in oggetti impropri, va riportata alla norma. Oggi, per,
la situazione che non si hanno spazi per poter garantire accettabili livelli
di ricerca e di didattica, n di servizi n di qualificazione del personale.
Quando la prima preoccupazione di chi ha il compito di gestire gli Atenei
garantire gli stipendi del personale, chiaro che il sistema –
finanziario, amministrativo, gestionale, didattico e della ricerca - non pu
funzionare. Ne sono colpite direttamente la possibilit di sviluppare la
conoscenza e di insegnare, di conoscere e di apprendere.
Sembra, per, che gli annunciati provvedimenti governativi prevedano,
per fortuna, un cambiamento di direzione su tale centrale questione.
Oltre a queste ci sono altre vie da imboccare per uscire dalla crisi.
La prima costituita dalla necessit di consolidare il rapporto con il
territorio, la seconda costituita dai processi di internazionalizzazione.
Il rapporto con il territorio non pu essere visto dalle Universit come
un rischio per lautonomia, ma al contrario va considerato come una opportunit
e un campo aperto allattuazione della propria missione. Il rapporto con il
territorio deve essere bidirezionale: sollecitazioni partono dalla societ per
lUniversit; questa vi deve prontamente rispondere; il territorio deve
alimentare gli oggetti e i processi della ricerca; i risultati di questa vi
devono primariamente ricadere.
La dimensione internazionale una ulteriore condizione di possibilit
per il rinnovamento del sistema: occorre essere sempre in maggiore sintonia con
i parametri che si affermano a livello internazionale nella strutturazione e
valutazione della ricerca e della didattica; occorre promuovere gli scambi e
comunque la mobilit internazionale; lincontro e il confronto fra le culture
vitale nel nostro mondo giocato fra globalizzazione e localizzazione. Occorre
superare ogni limitata idea di nazionalismo linguistico e culturale,
consapevoli che si componenti di una Europa plurilingue; che il
plurilinguismo e il pluriculturalismo sono tra i valori fondanti dellEuropa;
che la lingua – cultura italiana collocata entro un mercato mondiale
delle lingue – culture – societ – economie fortemente
competitivo, e nel quale si pu avere un ruolo solo riconoscendo la
condivisione di identit comuni con aree allargate di culture e lingue.
Come si colloca lUniversit per Stranieri di Siena entro tali
problematiche generali?
LUniversit per Stranieri di Siena vive tutti gli aspetti di questo
momento del sistema universitario nazionale.
stata pronta ad applicare i cambiamenti strutturali del nuovo sistema
3+2; impegnata nella progettazione della offerta formativa derivante dai
decreti sulle nuove classi di laurea e di laurea magistrale; ha raccolto le
esigenze emergenti a livello nazionale e locale e vi ha risposto in termini di
ricerca scientifica e di alta formazione.
Cito, a tale proposito, le azioni sulle tematiche interculturali, sulle
questioni linguistiche dellimmigrazione straniera in Italia che hanno reso
lAteneo un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale.
E ancora mi sia permesso ricordare che il CIVR – il Comitato per
la valutazione della ricerca, oggi sostituito dallAgenzia nazionale – ha
collocato, per qualit della ricerca, lUniversit per Stranieri di Siena al
quinto posto fra le Universit medio-piccole italiane e al 16 posto nella
graduatoria nazionale. Si tratta di un rilevante risultato per un Ateneo
monofacolt.
Ugualmente, lUniversit per Stranieri soffre dei limiti che
caratterizzano il sistema: la denigrazione, loscuramento della sua missione,
la negazione della ricchezza che deriva dallessere punto di incontro fra
persone italiane e straniere, la spinta alla demotivazione, lasfissia
finanziaria.
Siamo fra le cinque istituzioni universitarie italiane che non ricevono
dal Ministero dellUniversit i finanziamenti ordinari secondo parametri
espliciti, formali: in tal modo, non sappiamo se e perch determinati fondi
saranno o non saranno attribuiti annualmente; non sappiamo quali buone pratiche
saranno da promuovere e quali cattive da combattere. Ringrazio pubblicamente, a
tale proposito, le Organizzazioni Sindacali che si sono fatte carico a livello
nazionale di tale problema, che ha evidenti ripercussioni anche sul personale.
Per rispondere alle sfide che i nuovi assetti istituzionali nazionali
lanciano lUniversit per Stranieri di Siena ha due elementi a favore: proprio
il legame con il territorio e la missione internazionale.
Il territorio locale senese e toscano per lAteneo una ricchezza;
alimenta unimmagine di italicit che fa rivolgere verso di esso la richiesta
nazionale e internazionale di formazione; suggerisce e propone ambiti di
intervento dove la ricerca e lalta formazione si uniscono. A tale territorio
sono primariamente destinate le proposte di ricerca e di alta formazione
dellAteneo.
Mi sia permesso ricordare i risultati di recenti indagini statistiche.
Per lISTAT il sistema delle Piccole e Medie Imprese manca di capacit di
innovazione per le carenze di tipo culturale e per quelle relative alle
competenze linguistiche: senza lingue non si conquistano mercati
internazionali! Senza rapporti con la ricerca internazionale non si conquistano
i mercati internazionali!
I dati ELAN e EUROBAROMETRO confermano questi dati: lItalia agli
ultimi posti per competenze linguistiche, non solo nelle lingue europee! Non
sappiamo sfruttare nemmeno la ricchezza che potrebbe derivare dalle lingue
immigrate!
Che cosa pu fare lUniversit per Stranieri di Siena per questo
territorio?
Siamo una piccola – grande Universit:
due lauree triennali, due lauree magistrali, una scuola di
specializzazione, due dipartimenti, una scuola di dottorato (con due dottorati
di ricerca al suo interno), un centro per linsegnamento dellitaliano, un
centro per linsegnamento delle altre lingue (arabo, russo, cinese, giapponese,
oltre, al francese, allinglese, allo spagnolo, al tedesco), un centro per la
Certificazione di Italiano come Lingua Straniera, un centro per la
certificazione di competenza professionale per docenti di italiano a stranieri,
un centro per la formazione a distanza e con tecnologie avanzate.
E ancora: un centro di eccellenza che svolge la funzione di osservatorio
sullitaliano diffuso nel mondo e sulle lingue immigrate, e che punto di
riferimento per organismi di ricerca nazionali e internazionali quali la
Fondazione Europea della Scienza, nonch per la Sovrintendenza Scolastica
Regionale, cio per il sistema scolastico toscano, pienamente coinvolto nelle
problematiche del contatto fra litaliano e le lingue – culture
immigrate.
In questo nuovo anno accademico sono attivi quattro master, uno si
appena concluso in collaborazione con lUniversit di Firenze; facciamo parte
dei consorzi ICON (Cultura italiana in rete) e CUIA (per lArgentina); sempre
per lAmerica latina sono attivi master e corsi di specializzazione in lingua e
cultura italiana.
Siamo impegnati in prima linea con molti corsi di aggiornamento per il
personale docente che insegna italiano allestero anche nelle attivit
linguistico-culturali per i giovani discendenti dei nostri emigrati.
I due dipartimenti e i menzionati centri di ricerca e servizi sviluppano
attivit che, come gi ricordato, ci pongono al sedicesimo posto nella
graduatoria nazionale. Ogni anno almeno il 75% dei nostri progetti nazionali di
ricerca (come coordinatori e/o come gruppi locali) sono approvati e finanziati
da parte delle commissioni ministeriali.
Questanno, per la prima volta, due progetti di ricerca hanno visto il
finanziamento da parte della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che
sentitamente ringrazio. Si tratta di due progetti che affrontano da prospettive
diverse limmigrazione straniera, che riguarda anche la Toscana (quarta regione
per numero di immigrati stranieri) e la provincia di Siena.
Siamo impegnati nella formazione linguistica e nella certificazione
della competenza nei corsi di italiano sostenuti dal Ministero della
Solidariet Sociale.
Siamo impegnati nel cercare di stare sempre al passo con gli standard
nazionali e internazionali nelle ricerche e nellinsegnamento. Anche
questanno, per il terzo anno consecutivo, unica Universit italiana, abbiamo
ricevuto il premio del Consiglio dEuropa per i migliori progetti per la
diffusione delle lingue. Questanno il riconoscimento europeo andato alla
certificazione DITALS.
La collaborazione con la Comunit radiotelevisiva italofona, con il
portale InToscana.it e con la Fondazione statunitense ILICA rappresentano altri
momenti importanti di una presenza qualificata scientificamente a livello
internazionale.
Il progetto Marco Polo, che mira a far arrivare in Italia studenti
cinesi, ha visto la nostra Universit concorrere con la consorella di Perugia
in modo determinante alla definizione del programma didattico e del protocollo
di accoglienza. Proprio in una situazione in cui tutti gli Atenei possono
insegnare italiano agli studenti stranieri, anche cinesi, rimaniamo un punto di
riferimento per la qualit della didattica e dellaccoglienza. di un docente
del nostro Ateneo lunico manuale esistente di italiano per studenti cinesi del
progetto Marco Polo.
Mi sia consentito, a tale proposito, ricordare lazione nel settore
editoriale, con la cooperazione fruttuosa e a largo raggio sviluppata con la
casa editrice Guerra, il cui rappresentante saluto e ringrazio, ma anche con la
rivista Educazione Permanente e con le iniziative editoriali autonome dei
Dipartimenti e dei Centri. Appare inutile ricordare la capacit di
pubblicazione scientifica e didattica dei nostri docenti e ricercatori.
Sono ormai nellordine delle centinaia le convenzioni sottoscritte con
Universit e istituzioni pubbliche e private italiane e straniere. Per quanto
riguarda la mobilit studentesca ERASMUS, siamo al livello del 13% contro la
media nazionale di gran lunga inferiore, il 4%.
Le attivit della Facolt di Lingua e Cultura Italiana, dei Dipartimenti
e dei Centri sono state sostenute dalle strutture amministrative, gestionali e
di servizi. Il Centro per gli audiovisivi e quello per linformatica svolgono
le loro attivit al servizio di tutte le altre strutture con abnegazione e
impegno superiori a quanto normalmente atteso.
Abbiamo istituito strutture amministrativo-gestionali che ci hanno posto
al passo dei processi di innovazione didattica e strutturale: il management
didattico, la commissione per le pari opportunit (vorrei ricordare, al
proposito, quanto siano impegnativi per tutte le Universit i compiti sanciti dal
recente decreto dei Ministri Nicolais e Pollastrini: noi non vi arriviamo
impreparati). E ancora, le strutture per i rapporti con gli studenti, per
lassistenza, per i rapporti con il pubblico.
Tutte le strutture di supporto svolgono i propri compiti al meglio,
spesso con carichi di impegni al di sopra della norma: dalle strutture deputate
al personale e alla ragioneria, dal centro stampa alleconomato alle segreterie
degli studenti e degli Organi, agli Affari Generali, alla Segreteria del
Rettore a tutti gli altri Uffici, Uffici speciali e di missione.
Grazie allimpegno intenso e tenace di tutte le strutture abbiamo
raggiunto una quota di entrate proprie pari al 25% del Fondo di Finanziamento
Ordinario: siamo una Universit virtuosa, e nonostante ci siamo la pi
sottofinanziata dItalia! Questa penalizzazione non appare accettabile a chi vi
parla, alla comunit accademica, alla Citt.
Mi sembra di grande rilevanza civile il fatto che i nostri servizi di
portineria siano gestiti da una cooperativa sociale senese: un fatto che
testimonia lattenzione alle realt cittadine e la consapevolezza di svolgere
un ruolo sociale che deve sempre essere in sintonia con le scelte della Citt,
che ama profondamente anche i suoi figli meno fortunati. Ugualmente, forte in
noi lattenzione alle persone diversamente abili: studenti e personale
dipendente.
Con le Organizzazioni Sindacali si sviluppato un dialogo intenso e
costante, da posizioni diverse in quanto diverse sono le responsabilit, ma un
dialogo sempre impegnato a creare nuove opportunit di sviluppo del personale e
della qualit dei servizi. La riorganizzazione delle strutture costituisce un
modello di lavoro comune teso al bene della collettivit e a creare opportunit
di sviluppo per il personale dipendente. Il costante dialogo con le parti
sindacali, pur nella piena assunzione delle diverse responsabilit, un valore
intrinseco per la nostra comunit accademica.
La possibilit della stabilizzazione del precariato, dovuta alla Legge
finanziaria e alle conseguenti circolari ministeriali, una importante
occasione per lo sviluppo dellAteneo, che in questo modo acquisir stabilmente
al proprio interno una serie di figure professionali di alto e innovativo
profilo altrimenti difficilmente formabili o reperibili in altro modo.
Il contratto decentrato dei Collaboratori e Esperti Linguistici e dei
Docenti di italiano, teso a valorizzare tutte le componenti che formano il
profilo docente della missione originaria dellAteneo, costituisce un modello a
livello nazionale.
Siamo una piccola-grande Universit che si onora di contribuire a creare
il polo senese di eccellenza universitaria, in cooperazione costante con
lUniversit degli Studi, in costante sintonia con il collega e amico Magnifico
Rettore Silvano Focardi.
I compiti che ci attendono sono ancor pi impegnativi che in passato, e
ad essi ci accingiamo con la consapevolezza di essere sostenuti dalla nostra
comunit accademica, e da coloro che nella societ civile e nelle istituzioni
guardano con attesa allUniversit e alle sue iniziative per lo sviluppo del
territorio.
Si avvicina il momento della ricollocazione della nostra sede, in un
progetto di edilizia universitaria che mira a tenere in armonia le ragioni
della identit locale, delle attese degli studenti, della qualit e
funzionalit delle strutture, della qualit nellaccoglienza, in sintonia con
larmonico sviluppo della Citt. A breve, il nostro auspicio, il momento del
trasferimento di una parte notevole delle nostre attivit nella nuova sede del
cosiddetto edificio lineare, dove auspichiamo possano trovare adeguata e
funzionale collocazione il maggior carico della didattica, degli Uffici, delle
strutture di ricerca.
ormai funzionante anche la foresteria di Villa il Pino, frutto della
sinergia fra lAteneo e la Societ di Esecuzione Pie Disposizioni.
Sulla base dellesperienza della foresteria di Villa il Pino abbiamo
intenzione di far nascere a Siena un Collegio dOriente, dedicato agli studenti
provenienti da Paesi che guardano allItalia con attenzione sempre maggiore:
Cina, India, Indonesia, Vietnam, Tailandia, e ancora Corea e Giappone. Oggi la
consistente presenza di studenti cinesi a Siena, il prossimo arrivo di borsisti
da altri Paesi asiatici (con borse concesse dalla Fondazione Monte dei Paschi
di Siena, che di nuovo ringrazio sentitamente), il prossimo arrivo di studenti
dalla consociata Universit di Waseda: tutto ci indica chiaramente che per la
lingua e cultura italiana si aprono spazi e pubblici potenziali nuovi e di
notevole entit, con esigenze del tutto specifiche, veri testimoni e apripista
per il nostro sistema di valori culturali e civili. In tal modo si aprono spazi
e si forniscono strumenti culturali anche alla nostra economia.
Siamo impegnati nello sforzo di adeguamento della nostra organizzazione
ai parametri che la legge impone a uno Stato dalle strutture moderne,
dinamiche, efficaci ed efficienti, capaci di riconoscere il proprio specifico
oggetto – la ricerca e la didattica – e di darvi attuazione in termini
di servizio al corpo sociale.
In questo anno abbiamo continuato a lavorare per cercare di risolvere le
criticit strutturali dellAteneo - il pi sottofinanziato dItalia –
sviluppando unazione di ammodernamento delle strutture per mettere lAteneo in
sintonia con quelli che sono gli standard nazionali. Per raggiungere questo
obiettivo confidiamo nellapporto intelligente ed esperto del Direttore
Amministrativo, dott. Balducci.
Inoltre, abbiamo cominciato a vedere gli effetti positivi della scelta
di creare strutture – i Centri di ricerca e servizio – che, sulla
base di appositi regolamenti, siano la sede dove il personale docente, di
ricerca e tecnico-amministrativo possa sviluppare le sue potenzialit. I
risultati ci danno ragione. Il Centro CILS - Certificazione di Italiano come
Lingua Straniera ha raggiunto risultati come mai prima; il Centro DITALS
(Certificazione di competenza didattica) e il Centro FAST (per la formazione a distanza e a tecnologia
avanzata) stanno sviluppando azioni innovative, dove ricerca e didattica
davanguardia si fondono in modo esemplare. Il Centro CLUSS per linsegnamento
dellitaliano ha riorganizzato profondamente la propria offerta formativa: la
pluridocenza, ladeguamento ai livelli del Consiglio dEuropa, la struttura
modulare a base mensile rappresentano elementi che danno qualit a un modo di
proporre la lingua italiana agli stranieri che sempre di pi un punto di
riferimento.
Intenso stato il rapporto con le strutture centrali e periferiche
dello Stato, con il Ministero dellUniversit e ricerca in primo luogo,
ugualmente con quello degli Affari Esteri. Il progetto Libano ha visto la
nostra Universit produrre – tramite il suo Centro di Eccellenza,
egregiamente diretto dal prof. Riccardo Campa - i libri di testo per linsegnamento
dellitaliano in Libano, e poi in Egitto e ora in Israele.
Con il Ministero degli Affari Esteri abbiamo realizzato la prima lezione
di italiano allinterno dellIstituto Italiano di Cultura virtuale su Second
Life.
Da Siena partito il 186 Reggimento paracadutisti Folgore per il
Libano, in missione di pace. Avremmo voluto ospitare i migliori studenti
libanesi di italiano, per far vivere loro una esperienza di normalit, di
normale vita civile, pacifica. La ripresa del conflitto ha impedito che ci
avvenisse: a Siena verranno a fine luglio solo gli insegnanti libanesi di
italiano. Ringrazio il Comune, la Provincia, la Regione, lUniversit degli
Studi per quanto fatto, e la Folgore per la testimonianza che d. Riceviamo
proprio dai nostri paracadutisti continue richieste di aiuto linguistico, di
strumenti culturali: questo chiedono i libanesi, un aiuto di pace. Ma di questo
vorrei parlare alla fine della cerimonia.
Siamo luogo di incontro fra persone italiane e straniere. E ricordando
chi viene dallestero, mi sia consentito di inviare un carissimo saluto al
gruppo di studenti di origine toscana che, provenendo dal mondo, stanno
passando un periodo di studio presso la nostra Universit grazie al progetto
regionale Toscani nel mondo.
E ugualmente, mi sia consentito di salutare gli studenti americani oggi
in visita a Siena, guidati dagli stimatissimi colleghi e amici carissimi Maria
Wilmeth e Roberto Severino. Agli Stati Uniti la nostra emigrazione ha dato un
contributo elaborativo notevolissimo: lazione di Fondazioni come ILICA, i
COPILAS, i programmi di scambio studentesco e docente con diverse universit
arricchiscono di senso a quello che facciamo.
Ugualmente, mi sia consentito di salutare la folta rappresentanza degli
studenti cinesi del progetto Marco Polo, che studiano litaliano da noi prima
di andare nelle altre Universit di destinazione finale.
E ancora, mi gradito salutare i cinquanta docenti austriaci di
italiano, presenti per un corso intensivo di aggiornamento linguistico-culturale,
grazie al sostegno del nostro Ministero della Pubblica Istruzione.
E infine, saluto il gruppo di studenti brasiliani presenti a Siena per
un programma di lingua e cultura, provenienti da Riberao Preto.
Trasparenza, rispetto del pluralismo, valorizzazione delle risorse di
ciascuno, sprone alla liberazione del potenziale di ricerca e di didattica
innovative, innovazione nellorganizzazione sono stati i principi ai quali
abbiamo ispirato la nostra azione e ai quali ancora faremo riferimento.
Se non vogliamo che tutti i risultati positivi conseguiti si
vanifichino, con il conseguente
impoverimento dellintera societ locale, dobbiamo ancor pi impegnarci
nellessere strumento al servizio della collettivit locale e della societ
nazionale, con la nostra intraprendente capacit di aprire nuove strade di
ricerca, di rispondere prontamente ai problemi linguistici che emergono nella
societ, di cercare nuovi spazi di intervento e nuove forme organizzative.
Oggi, inaugurando una nuova annata di corsi, noi rinnoviamo lassunzione
di una responsabilit morale: formare ai valori del dialogo innanzitutto
fornendo ai nostri giovani allievi gli strumenti per il dialogo – le
lingue, i linguaggi -, e ugualmente promuovendo la conoscenza, tendendo alla
ricerca di quellessenza etica, civile che nelle forme di identit, nei
codici simbolici, nei linguaggi e nelle lingue.
I nostri studenti sono il nostro bene pi prezioso. A loro, a tutti i
futuri studenti dobbiamo proporre una universit di qualit, che sia aperta a
tutte le giovani cittadine, a tutti i giovani cittadini; che dia a tutte le
cittadini e a tutti i cittadini le migliori opportunit di crescita e di
sviluppo culturale.
Universit di qualit per tutti.
Non sono tra coloro che rimpiangono i tempi andati, tempi che erano di
una Universit per pochi, tempi di una Universit che perdeva due studenti su
tre alla fine del primo anno, e che chiudeva la porta a chi non aveva
possibilit.
Oggi dobbiamo garantire che la formazione sia garantita di qualit per
tutti; oggi non ci possiamo permettere solo di bocciare. Allievo bocciato
maestro bocciato, recita ladagio. Dobbiamo e possiamo seguire con cura tutti
gli studenti, nei loro percorsi di crescita.
Per raggiungere tale obiettivo dobbiamo rendere sistematiche azioni
quali quelle recentemente attuate con il concorso della Regione Toscana. La
prima riguarda il progetto di borse dottorato e per attivit di tirocinio e
stage in Italia e allestero, approvato dalla Regione Toscana su fondi
comunitari. Tale progetto rappresenta per noi un modello di buona pratica, che
vede la cooperazione armoniosa da un lato fra la capacit di attenzione che
lUniversit ha alle esigenze dei suoi studenti e del suo territorio, e
dallaltro le strutture di governo regionale pronte a sostenere progetti di
qualit.
E ancora, ricordiamo il progetto che vede cooperare lAzienda Regionale
per il Diritto allo Studio e le due Universit senesi per la creazione di
percorsi di orientamento alle professioni. Anche questo progetto reso
possibile dallazione di buon governo regionale.
Non ci possiamo – come Universit che fa parte dellintero sistema
universitario nazionale – non ci possiamo permettere di perdere per
strada nessuno studente: lUniversit di qualit e deve essere per tutti: con
le parole di don Lorenzo Milani, non uno di meno!
Porgendo a tutti voi, di cuore, a noi tutti laugurio di buon lavoro
dichiaro aperta la 92 annata dei Corsi di Lingua e Cultura
Italiana per Stranieri.
Grazie!
Lascio ora ad altri, al rappresentante del Ministero degli Affari Esteri
e allAssessore Regionale – che ringrazio sentitamente – il compito
di parlarci di quello che lo Stato centrale e il Governo regionale stanno
facendo in termini di internazionalizzazione del nostro sistema lingua-cultura
e del modo in cui si pu porre il rapporto fra lUniversit e il territorio
regionale.