Massimo Vedovelli, Rettore dellUniversit per Stranieri di Siena

 

Discorso di inaugurazione della 92 annata

dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri

12 luglio 2007

 

 

Eccellentissime Autorit civili, militari e religiose;

Egr. Assessore allIstruzione, Formazione e Lavoro della Regione Toscana;

rappresentanti dellUniversit degli Studi di Siena, dellUniversit per Stranieri di Perugia e delle altre Universit;

Presidente dellAzienda per il Diritto allo Studio;

rappresentante del Magistrato delle Contrade;

Decano;

Pro-Rettore;

Direttore Amministrativo;

Preside della Facolt di Lingua e Cultura Italiana;

Direttori dei Dipartimenti, dei Centri di ricerca, delle strutture dellAteneo;

componenti degli Organi di governo dellAteneo e del Nucleo di valutazione;

docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo;

rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali e delle forze produttive;

studentesse e studenti, e loro rappresentanti negli Organi dellUniversit;

cittadine e cittadini di Siena;

amiche e amici dellUniversit per Stranieri di Siena,

 

a voi tutti giunga il mio saluto in questo giorno solenne nellanno accademico, che rinnova una lunga tradizione e che inaugura la 92 annata dei corsi di Lingua e Cultura Italiana.

 

Ci troviamo in un momento importante, di svolta, per lintero sistema universitario nazionale:

un momento che impone di riflettere, perci, su quale possa e debba essere la nuova posizione dellUniversit per Stranieri di Siena al suo interno, in rapporto alle sempre nuove sollecitazioni che provengono dal contesto istituzionale, sociale e culturale, nazionale e internazionale.

Lanno scorso abbiamo richiamato i fondamenti civili della nostra azione culturale, trovandoli nella nostra Carta Costituzionale e nei principi in essa sanciti per ci che riguarda i diritti allespressione, alla lingua e alle lingue;

trovandoli nel principio del rispetto delle lingue e dei diritti allespressione, che ci portano a promuovere le lingue e il loro incontro.

Oggi siamo spinti a riflettere sui modi concreti in cui tali principi si trasformano in azioni di ricerca, in insegnamento e in alta formazione in un momento di ulteriore, profondo cambiamento del nostro sistema universitario.

 

Pochi altri comparti del nostro Stato sono stati chiamati a cambiare radicalmente la propria identit per ben tre volte negli ultimi sette anni come il sistema universitario. Le riforme che si sono succedute hanno modificato radicalmente lassetto dellalta formazione e della ricerca, mettendolo sempre pi in sintonia con lassetto universitario europeo, contemporaneamente ed ugualmente interessato da profondi cambiamenti.

Il cosiddetto 3+2;

il sistema dei crediti formativi come codice di comunicazione capace di rendere possibile la mobilit degli studenti – ritenuta un valore di importanza pari alla mobilit dei docenti e dei ricercatori;

il sistema delle nuove lauree e lauree magistrali;

le nuove forme di reclutamento dei giovani da inserire nel mondo della ricerca e dellalta formazione;

il ruolo della valutazione della ricerca e della didattica.

Almeno questi tratti hanno ridisegnato lassetto universitario italiano.

 

Il sistema ha risposto alle nuove riforme con prontezza, adeguandosi rapidamente – in maniera ben pi rapida ed efficace di quanto non si possa immaginare in altri comparti.

Nelle passate settimane sono giunti a compimento i percorsi  che porteranno a nuovi, ulteriori cambiamenti: i decreti che ridefiniscono il sistema delle lauree e delle lauree magistrali hanno superato gli scogli del Parlamento e della Corte dei Conti, e hanno avuto pubblicazione il 6 e il 9 luglio scorsi nella Gazzetta Ufficiale;

stato varato il regolamento per il concorso nazionale per giovani ricercatori, con modalit che supera quelle locali;

sta per entrare in funzione lattivit dellAgenzia nazionale di valutazione del sistema universitario.

 

Si tratta di cambiamenti profondi, che impongono alle Universit di adeguarsi rapidamente, di modificare le proprie regole interne e le proprie azioni: cambiamenti promossi spesso, per, fuori di un sistematico controllo dei risultati che le continue riforme possono avere indotto in questi pochi anni.

A fronte della portata di tali processi, che investono lUniversit e tutta la nostra societ, lintero piano delle riforme si sviluppato entro due condizioni totalmente negative, realmente esiziali per il sistema universitario:

 

a) la mancanza di adeguate risorse finanziarie per attuare le riforme e per mettere comunque il nostro sistema in condizione di reggere la concorrenza dei grandi sistemi universitari stranieri;

 

b) un clima di generalizzato risentimento sociale verso lUniversit, alimentato non infrequentemente con modalit scandalistiche e anche da parecchi che nellUniversit hanno svolto e svolgono la propria azione, ricavandone non indifferenti benefici. Un clima di risentimento che ha preso spunto certamente da comportamenti non corretti attuati entro il sistema, ma risentimento che ha voluto proiettare tali comportamenti sullintero sistema, ritenendoli – falsamente - strutturali, falsamente propri intrinsecamente della sua identit.

 

Entrambe queste condizioni hanno indebolito la capacit del nostro sistema universitario di produrre qualit nei servizi, nella ricerca e nellalta formazione, demotivando i molti che si sono impegnati prontamente nellattuazione delle riforme che il Parlamento e i Governi hanno voluto. Sono condizioni che hanno alimentato lodio qualunquistico – sorretto da slogan qualunquistici – di coloro che si sono sempre schierati contro le riforme in nome dellopposizione a ogni modernizzazione del sistema universitario; condizioni che hanno alimentato lacredine di coloro che si sono sempre opposti a ogni riforma che fosse basata sulla trasparenza, sulle pari opportunit per tutti di accesso al sistema, sul merito, sullimpegno.

Lasfissia finanziaria e la denigrazione hanno minato tutto ci che lUniversit pubblica – autonoma, libera e responsabile - e pu essere come strumento per lo sviluppo culturale delle persone e della societ.

 

Di volta in volta gli attacchi hanno preso le mosse da singoli eventi devianti per estendersi al complessivo modo di essere dellUniversit. E allora sono state messe sotto accusa le procedure concorsuali, e poi il valore legale del titolo di studio, via via fino a rimettere in discussione il diritto di tutte le cittadine e di tutti i cittadini ad accedere ai segmenti alti della formazione.

I comportamenti devianti individuali sono stati proiettati sullintero sistema; la volont di adeguarlo agli standard dei Paesi pi avanzati stata stravolta e usata come strumento contro lo stesso sistema universitario.

E ci come se il disagio non fosse innanzitutto percepito dagli onesti (onesti intellettualmente e onesti e basta) dentro le Universit; come se la voglia di fare di pi e meglio non fosse patrimonio della maggioranza dei docenti, dei ricercatori, del personale tecnico-amministrativo.

 

Come sempre e dappertutto accade, anche se appartenenti alla minoranza, i comportamenti devianti hanno sporcato lintero sistema. Quando, dopo una selezione pubblica, ci si sente dire dalla giovane ricercatrice risultata vincitrice: La ringrazio perch non mi sarei mai aspettata di vincere una selezione solo per i miei meriti: ebbene, come docenti si rimane delusi; si vedono svanire tutti i propri convincimenti nella libert della ricerca,  nella promozione della conoscenza come strumento per lo sviluppo delle persone e della societ.

Si vedono svanire tutti i propri sforzi per diffondere il senso di libert e di responsabilit dellUniversit verso la societ.

Quelle parole – diversi dei presenti in questa sala le hanno ascoltate con me – testimoniano del danno provocato dai comportamenti devianti e ribadiscono gli effetti del generale discredito gettato sullUniversit: nessun giovane oggi se la sente a cuor leggero di investire le proprie capacit nello sviluppo personale e sociale basato sullo sviluppo della conoscenza, sulla ricerca scientifica e sulla diffusione dei suoi risultati.

Questo hanno ottenuto i denigratori di risulta dellUniversit, coloro che hanno voluto generalizzare i comportamenti devianti: demotivare i giovani, e con ci chiudere di fatto le porte dellUniversit a chi abbia limitati mezzi materiali.

 

Il sistema universitario italiano non esente da responsabilit, da colpe.

Credere, per, che occorra punirlo togliendogli le risorse e non facendolo funzionare avr come unico effetto quello di peggiorare la situazione. E se peggiora la situazione dellUniversit, peggiora quella dellintera societ: oltre a essere luogo che d lavoro, lUniversit lo strumento che crea gli strumenti per gli altri soggetti della societ. Sono gli strumenti della conoscenza, dellinnovazione, della riflessione critica, del pensiero libero. Senza un sistema universitario vivo, leconomia non regger il confronto con quella degli altri Paesi; la nostra cultura e lingua deperiranno, rinchiuse negli angusti domini dei confini nazionali.

 

Come si esce da questa situazione? Come superare il paradigma riduttivo che considera gli universitari dei fannulloni, gli studenti degli ignoranti, il personale tecnico-amministrativo come il prodotto del parassitismo sindacal-burocratico? Come superare il pregiudizio che fa parlare dellUniversit non per ci che produce di innovativo per la conoscenza? Non per ci che realizza di innovativo nella didattica? Non per ci che fa per la societ tutta? Non per ci che promuove per lattuazione dei principi costituzionali?

 

La risposta non semplice, ma, ad avviso di chi Vi parla, va basata su pochi principi fondamentali.

 

Innanzitutto, necessario uno sforzo di onest,

un patto di onest

che coinvolga tutti i soggetti. LUniversit deve ridare spazio allonest come valore e agli onesti intellettualmente e agli onesti e basta al suo interno. Onest assumersi la responsabilit di difendere lautonomia universitaria contro chiunque voglia limitarla, dando in contropartita il pi alto senso di responsabilit: la societ ci affida i suoi giovani affinch possano crescere nella conoscenza; la societ ci affida lo sviluppo della conoscenza in tutte le sue forme.

Sta allUniversit assumersi in pieno la responsabilit di tali compiti. Chi non se la sente, cambi ambiente; e, comunque, la Legge dia i mezzi per dare concretezza e operativit a tale patto con la societ.

 

Onest e responsabilit sono le contropartite dellautonomia e della libert: decida la legge – basata sui principi della Costituzione – le forme e i modi per consentire la loro attuazione.

 

Il secondo strumento costituito dalle risorse. Chi pensa che le Universit siano ricche o che negli anni scorsi abbiano solo sperperato si sbaglia. Se qualcuna ha investito in oggetti impropri, va riportata alla norma. Oggi, per, la situazione che non si hanno spazi per poter garantire accettabili livelli di ricerca e di didattica, n di servizi n di qualificazione del personale. Quando la prima preoccupazione di chi ha il compito di gestire gli Atenei garantire gli stipendi del personale, chiaro che il sistema – finanziario, amministrativo, gestionale, didattico e della ricerca - non pu funzionare. Ne sono colpite direttamente la possibilit di sviluppare la conoscenza e di insegnare, di conoscere e di apprendere.

Sembra, per, che gli annunciati provvedimenti governativi prevedano, per fortuna, un cambiamento di direzione su tale centrale questione.

 

Oltre a queste ci sono altre vie da imboccare per uscire dalla crisi.

 

La prima costituita dalla necessit di consolidare il rapporto con il territorio, la seconda costituita dai processi di internazionalizzazione.

 

Il rapporto con il territorio non pu essere visto dalle Universit come un rischio per lautonomia, ma al contrario va considerato come una opportunit e un campo aperto allattuazione della propria missione. Il rapporto con il territorio deve essere bidirezionale: sollecitazioni partono dalla societ per lUniversit; questa vi deve prontamente rispondere; il territorio deve alimentare gli oggetti e i processi della ricerca; i risultati di questa vi devono primariamente ricadere.

 

La dimensione internazionale una ulteriore condizione di possibilit per il rinnovamento del sistema: occorre essere sempre in maggiore sintonia con i parametri che si affermano a livello internazionale nella strutturazione e valutazione della ricerca e della didattica; occorre promuovere gli scambi e comunque la mobilit internazionale; lincontro e il confronto fra le culture vitale nel nostro mondo giocato fra globalizzazione e localizzazione. Occorre superare ogni limitata idea di nazionalismo linguistico e culturale, consapevoli che si componenti di una Europa plurilingue; che il plurilinguismo e il pluriculturalismo sono tra i valori fondanti dellEuropa; che la lingua – cultura italiana collocata entro un mercato mondiale delle lingue – culture – societ – economie fortemente competitivo, e nel quale si pu avere un ruolo solo riconoscendo la condivisione di identit comuni con aree allargate di culture e lingue.

 

Come si colloca lUniversit per Stranieri di Siena entro tali problematiche generali?

LUniversit per Stranieri di Siena vive tutti gli aspetti di questo momento del sistema universitario nazionale.

stata pronta ad applicare i cambiamenti strutturali del nuovo sistema 3+2; impegnata nella progettazione della offerta formativa derivante dai decreti sulle nuove classi di laurea e di laurea magistrale; ha raccolto le esigenze emergenti a livello nazionale e locale e vi ha risposto in termini di ricerca scientifica e di alta formazione.

Cito, a tale proposito, le azioni sulle tematiche interculturali, sulle questioni linguistiche dellimmigrazione straniera in Italia che hanno reso lAteneo un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale.

E ancora mi sia permesso ricordare che il CIVR – il Comitato per la valutazione della ricerca, oggi sostituito dallAgenzia nazionale – ha collocato, per qualit della ricerca, lUniversit per Stranieri di Siena al quinto posto fra le Universit medio-piccole italiane e al 16 posto nella graduatoria nazionale. Si tratta di un rilevante risultato per un Ateneo monofacolt.

 

Ugualmente, lUniversit per Stranieri soffre dei limiti che caratterizzano il sistema: la denigrazione, loscuramento della sua missione, la negazione della ricchezza che deriva dallessere punto di incontro fra persone italiane e straniere, la spinta alla demotivazione, lasfissia finanziaria.

Siamo fra le cinque istituzioni universitarie italiane che non ricevono dal Ministero dellUniversit i finanziamenti ordinari secondo parametri espliciti, formali: in tal modo, non sappiamo se e perch determinati fondi saranno o non saranno attribuiti annualmente; non sappiamo quali buone pratiche saranno da promuovere e quali cattive da combattere. Ringrazio pubblicamente, a tale proposito, le Organizzazioni Sindacali che si sono fatte carico a livello nazionale di tale problema, che ha evidenti ripercussioni anche sul personale.

Per rispondere alle sfide che i nuovi assetti istituzionali nazionali lanciano lUniversit per Stranieri di Siena ha due elementi a favore: proprio il legame con il territorio e la missione internazionale.

 

Il territorio locale senese e toscano per lAteneo una ricchezza; alimenta unimmagine di italicit che fa rivolgere verso di esso la richiesta nazionale e internazionale di formazione; suggerisce e propone ambiti di intervento dove la ricerca e lalta formazione si uniscono. A tale territorio sono primariamente destinate le proposte di ricerca e di alta formazione dellAteneo.

Mi sia permesso ricordare i risultati di recenti indagini statistiche. Per lISTAT il sistema delle Piccole e Medie Imprese manca di capacit di innovazione per le carenze di tipo culturale e per quelle relative alle competenze linguistiche: senza lingue non si conquistano mercati internazionali! Senza rapporti con la ricerca internazionale non si conquistano i mercati internazionali!

I dati ELAN e EUROBAROMETRO confermano questi dati: lItalia agli ultimi posti per competenze linguistiche, non solo nelle lingue europee! Non sappiamo sfruttare nemmeno la ricchezza che potrebbe derivare dalle lingue immigrate!

 

Che cosa pu fare lUniversit per Stranieri di Siena per questo territorio?

Siamo una piccola – grande Universit:

 

due lauree triennali, due lauree magistrali, una scuola di specializzazione, due dipartimenti, una scuola di dottorato (con due dottorati di ricerca al suo interno), un centro per linsegnamento dellitaliano, un centro per linsegnamento delle altre lingue (arabo, russo, cinese, giapponese, oltre, al francese, allinglese, allo spagnolo, al tedesco), un centro per la Certificazione di Italiano come Lingua Straniera, un centro per la certificazione di competenza professionale per docenti di italiano a stranieri, un centro per la formazione a distanza e con tecnologie avanzate.

E ancora: un centro di eccellenza che svolge la funzione di osservatorio sullitaliano diffuso nel mondo e sulle lingue immigrate, e che punto di riferimento per organismi di ricerca nazionali e internazionali quali la Fondazione Europea della Scienza, nonch per la Sovrintendenza Scolastica Regionale, cio per il sistema scolastico toscano, pienamente coinvolto nelle problematiche del contatto fra litaliano e le lingue – culture immigrate.

In questo nuovo anno accademico sono attivi quattro master, uno si appena concluso in collaborazione con lUniversit di Firenze; facciamo parte dei consorzi ICON (Cultura italiana in rete) e CUIA (per lArgentina); sempre per lAmerica latina sono attivi master e corsi di specializzazione in lingua e cultura italiana.

Siamo impegnati in prima linea con molti corsi di aggiornamento per il personale docente che insegna italiano allestero anche nelle attivit linguistico-culturali per i giovani discendenti dei nostri emigrati.

I due dipartimenti e i menzionati centri di ricerca e servizi sviluppano attivit che, come gi ricordato, ci pongono al sedicesimo posto nella graduatoria nazionale. Ogni anno almeno il 75% dei nostri progetti nazionali di ricerca (come coordinatori e/o come gruppi locali) sono approvati e finanziati da parte delle commissioni ministeriali.

Questanno, per la prima volta, due progetti di ricerca hanno visto il finanziamento da parte della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che sentitamente ringrazio. Si tratta di due progetti che affrontano da prospettive diverse limmigrazione straniera, che riguarda anche la Toscana (quarta regione per numero di immigrati stranieri) e la provincia di Siena.

Siamo impegnati nella formazione linguistica e nella certificazione della competenza nei corsi di italiano sostenuti dal Ministero della Solidariet Sociale.

Siamo impegnati nel cercare di stare sempre al passo con gli standard nazionali e internazionali nelle ricerche e nellinsegnamento. Anche questanno, per il terzo anno consecutivo, unica Universit italiana, abbiamo ricevuto il premio del Consiglio dEuropa per i migliori progetti per la diffusione delle lingue. Questanno il riconoscimento europeo andato alla certificazione DITALS.

La collaborazione con la Comunit radiotelevisiva italofona, con il portale InToscana.it e con la Fondazione statunitense ILICA rappresentano altri momenti importanti di una presenza qualificata scientificamente a livello internazionale.

Il progetto Marco Polo, che mira a far arrivare in Italia studenti cinesi, ha visto la nostra Universit concorrere con la consorella di Perugia in modo determinante alla definizione del programma didattico e del protocollo di accoglienza. Proprio in una situazione in cui tutti gli Atenei possono insegnare italiano agli studenti stranieri, anche cinesi, rimaniamo un punto di riferimento per la qualit della didattica e dellaccoglienza. di un docente del nostro Ateneo lunico manuale esistente di italiano per studenti cinesi del progetto Marco Polo.

Mi sia consentito, a tale proposito, ricordare lazione nel settore editoriale, con la cooperazione fruttuosa e a largo raggio sviluppata con la casa editrice Guerra, il cui rappresentante saluto e ringrazio, ma anche con la rivista Educazione Permanente e con le iniziative editoriali autonome dei Dipartimenti e dei Centri. Appare inutile ricordare la capacit di pubblicazione scientifica e didattica dei nostri docenti e ricercatori.

Sono ormai nellordine delle centinaia le convenzioni sottoscritte con Universit e istituzioni pubbliche e private italiane e straniere. Per quanto riguarda la mobilit studentesca ERASMUS, siamo al livello del 13% contro la media nazionale di gran lunga inferiore, il 4%.

 

Le attivit della Facolt di Lingua e Cultura Italiana, dei Dipartimenti e dei Centri sono state sostenute dalle strutture amministrative, gestionali e di servizi. Il Centro per gli audiovisivi e quello per linformatica svolgono le loro attivit al servizio di tutte le altre strutture con abnegazione e impegno superiori a quanto normalmente atteso.

Abbiamo istituito strutture amministrativo-gestionali che ci hanno posto al passo dei processi di innovazione didattica e strutturale: il management didattico, la commissione per le pari opportunit (vorrei ricordare, al proposito, quanto siano impegnativi per tutte le Universit i compiti sanciti dal recente decreto dei Ministri Nicolais e Pollastrini: noi non vi arriviamo impreparati). E ancora, le strutture per i rapporti con gli studenti, per lassistenza, per i rapporti con il pubblico.

Tutte le strutture di supporto svolgono i propri compiti al meglio, spesso con carichi di impegni al di sopra della norma: dalle strutture deputate al personale e alla ragioneria, dal centro stampa alleconomato alle segreterie degli studenti e degli Organi, agli Affari Generali, alla Segreteria del Rettore a tutti gli altri Uffici, Uffici speciali e di missione.

 

Grazie allimpegno intenso e tenace di tutte le strutture abbiamo raggiunto una quota di entrate proprie pari al 25% del Fondo di Finanziamento Ordinario: siamo una Universit virtuosa, e nonostante ci siamo la pi sottofinanziata dItalia! Questa penalizzazione non appare accettabile a chi vi parla, alla comunit accademica, alla Citt.

 

Mi sembra di grande rilevanza civile il fatto che i nostri servizi di portineria siano gestiti da una cooperativa sociale senese: un fatto che testimonia lattenzione alle realt cittadine e la consapevolezza di svolgere un ruolo sociale che deve sempre essere in sintonia con le scelte della Citt, che ama profondamente anche i suoi figli meno fortunati. Ugualmente, forte in noi lattenzione alle persone diversamente abili: studenti e personale dipendente.

Con le Organizzazioni Sindacali si sviluppato un dialogo intenso e costante, da posizioni diverse in quanto diverse sono le responsabilit, ma un dialogo sempre impegnato a creare nuove opportunit di sviluppo del personale e della qualit dei servizi. La riorganizzazione delle strutture costituisce un modello di lavoro comune teso al bene della collettivit e a creare opportunit di sviluppo per il personale dipendente. Il costante dialogo con le parti sindacali, pur nella piena assunzione delle diverse responsabilit, un valore intrinseco per la nostra comunit accademica.

La possibilit della stabilizzazione del precariato, dovuta alla Legge finanziaria e alle conseguenti circolari ministeriali, una importante occasione per lo sviluppo dellAteneo, che in questo modo acquisir stabilmente al proprio interno una serie di figure professionali di alto e innovativo profilo altrimenti difficilmente formabili o reperibili in altro modo.

Il contratto decentrato dei Collaboratori e Esperti Linguistici e dei Docenti di italiano, teso a valorizzare tutte le componenti che formano il profilo docente della missione originaria dellAteneo, costituisce un modello a livello nazionale.

 

Siamo una piccola-grande Universit che si onora di contribuire a creare il polo senese di eccellenza universitaria, in cooperazione costante con lUniversit degli Studi, in costante sintonia con il collega e amico Magnifico Rettore Silvano Focardi.

 

I compiti che ci attendono sono ancor pi impegnativi che in passato, e ad essi ci accingiamo con la consapevolezza di essere sostenuti dalla nostra comunit accademica, e da coloro che nella societ civile e nelle istituzioni guardano con attesa allUniversit e alle sue iniziative per lo sviluppo del territorio.

 

Si avvicina il momento della ricollocazione della nostra sede, in un progetto di edilizia universitaria che mira a tenere in armonia le ragioni della identit locale, delle attese degli studenti, della qualit e funzionalit delle strutture, della qualit nellaccoglienza, in sintonia con larmonico sviluppo della Citt. A breve, il nostro auspicio, il momento del trasferimento di una parte notevole delle nostre attivit nella nuova sede del cosiddetto edificio lineare, dove auspichiamo possano trovare adeguata e funzionale collocazione il maggior carico della didattica, degli Uffici, delle strutture di ricerca.

ormai funzionante anche la foresteria di Villa il Pino, frutto della sinergia fra lAteneo e la Societ di Esecuzione Pie Disposizioni.

 

Sulla base dellesperienza della foresteria di Villa il Pino abbiamo intenzione di far nascere a Siena un Collegio dOriente, dedicato agli studenti provenienti da Paesi che guardano allItalia con attenzione sempre maggiore: Cina, India, Indonesia, Vietnam, Tailandia, e ancora Corea e Giappone. Oggi la consistente presenza di studenti cinesi a Siena, il prossimo arrivo di borsisti da altri Paesi asiatici (con borse concesse dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che di nuovo ringrazio sentitamente), il prossimo arrivo di studenti dalla consociata Universit di Waseda: tutto ci indica chiaramente che per la lingua e cultura italiana si aprono spazi e pubblici potenziali nuovi e di notevole entit, con esigenze del tutto specifiche, veri testimoni e apripista per il nostro sistema di valori culturali e civili. In tal modo si aprono spazi e si forniscono strumenti culturali anche alla nostra economia.

 

Siamo impegnati nello sforzo di adeguamento della nostra organizzazione ai parametri che la legge impone a uno Stato dalle strutture moderne, dinamiche, efficaci ed efficienti, capaci di riconoscere il proprio specifico oggetto – la ricerca e la didattica – e di darvi attuazione in termini di servizio al corpo sociale.

In questo anno abbiamo continuato a lavorare per cercare di risolvere le criticit strutturali dellAteneo - il pi sottofinanziato dItalia – sviluppando unazione di ammodernamento delle strutture per mettere lAteneo in sintonia con quelli che sono gli standard nazionali. Per raggiungere questo obiettivo confidiamo nellapporto intelligente ed esperto del Direttore Amministrativo, dott. Balducci.

Inoltre, abbiamo cominciato a vedere gli effetti positivi della scelta di creare strutture – i Centri di ricerca e servizio – che, sulla base di appositi regolamenti, siano la sede dove il personale docente, di ricerca e tecnico-amministrativo possa sviluppare le sue potenzialit. I risultati ci danno ragione. Il Centro CILS - Certificazione di Italiano come Lingua Straniera ha raggiunto risultati come mai prima; il Centro DITALS (Certificazione di competenza didattica) e il  Centro FAST (per la formazione a distanza e a tecnologia avanzata) stanno sviluppando azioni innovative, dove ricerca e didattica davanguardia si fondono in modo esemplare. Il Centro CLUSS per linsegnamento dellitaliano ha riorganizzato profondamente la propria offerta formativa: la pluridocenza, ladeguamento ai livelli del Consiglio dEuropa, la struttura modulare a base mensile rappresentano elementi che danno qualit a un modo di proporre la lingua italiana agli stranieri che sempre di pi un punto di riferimento.

 

Intenso stato il rapporto con le strutture centrali e periferiche dello Stato, con il Ministero dellUniversit e ricerca in primo luogo, ugualmente con quello degli Affari Esteri. Il progetto Libano ha visto la nostra Universit produrre – tramite il suo Centro di Eccellenza, egregiamente diretto dal prof. Riccardo Campa - i libri di testo per linsegnamento dellitaliano in Libano, e poi in Egitto e ora in Israele.

Con il Ministero degli Affari Esteri abbiamo realizzato la prima lezione di italiano allinterno dellIstituto Italiano di Cultura virtuale su Second Life.

 

Da Siena partito il 186 Reggimento paracadutisti Folgore per il Libano, in missione di pace. Avremmo voluto ospitare i migliori studenti libanesi di italiano, per far vivere loro una esperienza di normalit, di normale vita civile, pacifica. La ripresa del conflitto ha impedito che ci avvenisse: a Siena verranno a fine luglio solo gli insegnanti libanesi di italiano. Ringrazio il Comune, la Provincia, la Regione, lUniversit degli Studi per quanto fatto, e la Folgore per la testimonianza che d. Riceviamo proprio dai nostri paracadutisti continue richieste di aiuto linguistico, di strumenti culturali: questo chiedono i libanesi, un aiuto di pace. Ma di questo vorrei parlare alla fine della cerimonia.

 

Siamo luogo di incontro fra persone italiane e straniere. E ricordando chi viene dallestero, mi sia consentito di inviare un carissimo saluto al gruppo di studenti di origine toscana che, provenendo dal mondo, stanno passando un periodo di studio presso la nostra Universit grazie al progetto regionale Toscani nel mondo.

E ugualmente, mi sia consentito di salutare gli studenti americani oggi in visita a Siena, guidati dagli stimatissimi colleghi e amici carissimi Maria Wilmeth e Roberto Severino. Agli Stati Uniti la nostra emigrazione ha dato un contributo elaborativo notevolissimo: lazione di Fondazioni come ILICA, i COPILAS, i programmi di scambio studentesco e docente con diverse universit arricchiscono di senso a quello che facciamo.

Ugualmente, mi sia consentito di salutare la folta rappresentanza degli studenti cinesi del progetto Marco Polo, che studiano litaliano da noi prima di andare nelle altre Universit di destinazione finale.

E ancora, mi gradito salutare i cinquanta docenti austriaci di italiano, presenti per un corso intensivo di aggiornamento linguistico-culturale, grazie al sostegno del nostro Ministero della Pubblica Istruzione.

E infine, saluto il gruppo di studenti brasiliani presenti a Siena per un programma di lingua e cultura, provenienti da Riberao Preto.

 

Trasparenza, rispetto del pluralismo, valorizzazione delle risorse di ciascuno, sprone alla liberazione del potenziale di ricerca e di didattica innovative, innovazione nellorganizzazione sono stati i principi ai quali abbiamo ispirato la nostra azione e ai quali ancora faremo riferimento.

 

Se non vogliamo che tutti i risultati positivi conseguiti si vanifichino, con il conseguente  impoverimento dellintera societ locale, dobbiamo ancor pi impegnarci nellessere strumento al servizio della collettivit locale e della societ nazionale, con la nostra intraprendente capacit di aprire nuove strade di ricerca, di rispondere prontamente ai problemi linguistici che emergono nella societ, di cercare nuovi spazi di intervento e nuove forme organizzative.

 

Oggi, inaugurando una nuova annata di corsi, noi rinnoviamo lassunzione di una responsabilit morale: formare ai valori del dialogo innanzitutto fornendo ai nostri giovani allievi gli strumenti per il dialogo – le lingue, i linguaggi -, e ugualmente promuovendo la conoscenza, tendendo alla ricerca di quellessenza etica, civile che nelle forme di identit, nei codici simbolici, nei linguaggi e nelle lingue.

 

I nostri studenti sono il nostro bene pi prezioso. A loro, a tutti i futuri studenti dobbiamo proporre una universit di qualit, che sia aperta a tutte le giovani cittadine, a tutti i giovani cittadini; che dia a tutte le cittadini e a tutti i cittadini le migliori opportunit di crescita e di sviluppo culturale.

Universit di qualit per tutti.

Non sono tra coloro che rimpiangono i tempi andati, tempi che erano di una Universit per pochi, tempi di una Universit che perdeva due studenti su tre alla fine del primo anno, e che chiudeva la porta a chi non aveva possibilit.

Oggi dobbiamo garantire che la formazione sia garantita di qualit per tutti; oggi non ci possiamo permettere solo di bocciare. Allievo bocciato maestro bocciato, recita ladagio. Dobbiamo e possiamo seguire con cura tutti gli studenti, nei loro percorsi di crescita.

Per raggiungere tale obiettivo dobbiamo rendere sistematiche azioni quali quelle recentemente attuate con il concorso della Regione Toscana. La prima riguarda il progetto di borse dottorato e per attivit di tirocinio e stage in Italia e allestero, approvato dalla Regione Toscana su fondi comunitari. Tale progetto rappresenta per noi un modello di buona pratica, che vede la cooperazione armoniosa da un lato fra la capacit di attenzione che lUniversit ha alle esigenze dei suoi studenti e del suo territorio, e dallaltro le strutture di governo regionale pronte a sostenere progetti di qualit.

E ancora, ricordiamo il progetto che vede cooperare lAzienda Regionale per il Diritto allo Studio e le due Universit senesi per la creazione di percorsi di orientamento alle professioni. Anche questo progetto reso possibile dallazione di buon governo regionale.

 

Non ci possiamo – come Universit che fa parte dellintero sistema universitario nazionale – non ci possiamo permettere di perdere per strada nessuno studente: lUniversit di qualit e deve essere per tutti: con le parole di don Lorenzo Milani, non uno di meno!

 

Porgendo a tutti voi, di cuore, a noi tutti laugurio di buon lavoro

 

dichiaro aperta la 92 annata dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri.

 

Grazie!

Massimo Vedovelli

 

 

 

Lascio ora ad altri, al rappresentante del Ministero degli Affari Esteri e allAssessore Regionale – che ringrazio sentitamente – il compito di parlarci di quello che lo Stato centrale e il Governo regionale stanno facendo in termini di internazionalizzazione del nostro sistema lingua-cultura e del modo in cui si pu porre il rapporto fra lUniversit e il territorio regionale.