XENOFOBIA CONTRO I
MIGRANTI E STRUMENTALIZZAZIONE DELLA PAURA
Recenti fatti di cronaca, riportati confusamente dai mezzi di informazione, senza neanche esplicitare per intero il reale andamento dei fatti, come nel caso di Vercelli, dove il poliziotto ferito sullautobus stato salvato da un clandestino che non fuggito davanti al fuoco come tutti gli altri passeggeri, hanno riportato sulle prime pagine dei giornali la emergenza criminalit, come una questione che riguarderebbe esclusivamente gli immigrati irregolarmente presenti nel nostro paese. Per qualcuno, addirittura, come il viceministro Minniti, sembrerebbe possibile associare fatti di criminalit comune al pericolo del terrorismo. Neppure il precedente ministro degli interni Pisanu era arrivato a tanto, senza alcuna prova a fondamento di affermazioni tanto gravi. Persino giornali come Repubblica censurano sistematicamente le lettere di protesta degli antirazzisti e danno ampio spazio a posizioni, espresse indifferentemente da cittadini e da politici, sulla base di elementi di fatto del tutto falsificati o filtrati attraverso stereotipi e facili generalizzazioni.
Alla vigilia del voto amministrativo il ministro
Amato ha prontamente annunciato un nuovo piano sicurezza, da definire con i
sindaci dei maggiori comuni italiani, a partire da Roma e da Milano. La ricetta sembra proprio la stessa del precedente governo, ancora un
aumento delle misure repressive, poteri speciali ai prefetti ed alla polizia,
la intensificazione della videosorveglianza, retate nei quartieri pi
densamente abitati dagli immigrati, rastrellamenti di prostitute, espulsioni
sempre pi veloci, e soprattutto la minaccia di delocalizzazione dei campi rom e dei gruppi di immigrati pi densamente insediati nei
territori urbani. Quella che si annuncia nei prossimi giorni una vera e
propria gara tra sindaci di ogni colore e prefetti per cacciare dalle citt i
gruppi di immigrati ritenuti pi pericolosi per la sicurezza dei cittadini. Intanto
nessuna seria misura per legalizzare lingresso ed il soggiorno dei migranti in
Italia, per sottrarre le donne immigrate al ricatto delle organizzazioni che
gestiscono il traffico della prostituzione, nessuna prospettiva di una legge
organica sul diritto di asilo, nessuna risorsa trasferita dalle misure di
accompagnamento forzato agli strumenti di integrazione, nessun serio progetto
per il popolo rom, composto adesso, in parte, anche da cittadini comunitari.
Non si comprende come e quando, in questa
situazione si potr avviare quel
percorso legislativo tracciato dal DDL Amato-Ferrero che potrebbe
segnare un momento di rottura con il passato. Non si neppure realizzata
la cancellazione del diritto
speciale, introdotto dalla legge Bossi-Fini, a cui
sono soggetti donne e uomini migranti, e anche la attuazione delle direttive
comunitarie in materia di asilo appare fortemente condizionate da una
impostazione che guarda persino ai richiedenti asilo con preoccupazione, come
se anche questi migranti potessero alimentare la criminalit, o peggio, il terrorismo. Dopo anni di istigazione allodio
razziale e alla xenofobia, frutto anche ma non solo della Bossi Fini e delle
prassi amministrative prevalse al tempo del governo Berlusconi e ancora
operanti, solo una buona legge,
approvata per tempo e non tra qualche anno, potrebbe rendere effettivi i
diritti fondamentali ed i diritti di cittadinanza dei migranti.
CARTA DEI VALORI E VALORI DI CARTA
Alcune settimane fa stata annunciata con grande enfasi una Carta dei valori, elaborata dal Ministero dellinterno insieme alla Consulta dei musulmani in Italia. Come molti hanno fatto notare si tratta di un testo che segna elementi di vero e proprio arretramento culturale in questo paese.
Dalle precedenti dichiarazioni rilasciate dal ministro Amato, sembrava che il documento avrebbe dovuto stabilire principi vincolanti solo per quegli immigrati che intendevano acquisire la cittadinanza italiana, con una particolare attenzione a chi professa religione musulmana, dopo questo sottile cambio di destinazione, il tema si ancora pi complicato. La Carta stata presentata come una dichiarazione di principi: contro la guerra e a favore della tolleranza, della libert di culto, a garanzia dei diritti delle donne.
Un invito ad aderire ad impegni che potrebbe tranquillamente essere esteso non solo agli immigrati ma a uomini politici nostrani e alle forze che rappresentano, tanto adusi a predicare bene e a razzolare male, magari con la complicit delle autorit amministrative, come gli uffici immigrazione delle questure italiane, che negano quotidianamente i pi elementari diritti fondamentali da riconoscere alle donne e agli uomini migranti, comunque presenti sul territorio nazionale.
La Carta presentata non corrisponde a questo, sia nel metodo che nel merito.
Il primo elemento di incompatibilit sostanziale legato al fatto che i principi su cui si fonda la Carta, sono gi parte integrante di un documento pi solido e condiviso: si chiama Costituzione Italiana. Poligamia, prevaricazione per ragioni di genere, discriminazioni di ogni tipo, non sono permessi. Parit dei coniugi nei rapporti fra di loro e nella conduzione della famiglia, libert di manifestazione di critica e di pensiero e, pi in generale, i diritti individuali sono salvaguardati da quelle che sono le regole basilari su cui si dovrebbe basare la repubblica.
I fatti di cronaca, se letti in maniera
completa e non pregiudiziale, mostrano ogni giorno come questi principi siano
lesi in ogni contesto, indipendentemente che si tratti di autoctoni o di immigrati.
Tutti sembrano preoccupati della difesa dei valori della famiglia, ad esempio,
ma nessuno si preoccupa delle famiglie migranti, al punto che si dimentica
persino che lItalia non ha ancora ratificato la convenzione ONU del 1990 a
protezione dei lavoratori migranti e delle loro famiglie. La vulnerabilit
maggiore che si vive nei nuclei familiari composti da migranti attiene
allassenza di diritti sostanziali da esigere, ad un permesso di soggiorno per
ricongiungimento che obbliga a condizioni di dipendenza che non si risolvono
con una Carta, al fatto che molte e molti restano ancora cittadini di serie
B, per i quali si vorrebbe adesso una Costituzione di serie B.
Cos come si vuole i migranti assunti a tempo indeterminato in un mercato del lavoro fondato sulla precariet, li si vuole laici in una societ in cui si cerca di imporre sempre pi un modello fondamentalista. Un paragone non astruso: il lavoratore immigrato stabile frutto di una selezione qualitativa del mercato, limmigrato laico quello che rinuncia – abiura come chiede spesso Panebianco – alla propria sfera religiosa, in quanto professa una fede ritenuta nociva e irriducibile e comunque subalterna a quella che lunica vera fede ammessa.
E comunque, ridurre la sfera culturale alla
propria professione di fede, come ridurre la propria identit al ruolo
ricoperto nel ciclo produttivo, manifesta intenzione di ridurre l accesso
dei migranti alleffettiva fruizione dei diritti fondamentali della persona.
La impostazione culturale che ha presieduto
allelaborazione di questa Carta dei valori la stessa che oggi diventa il
supporto ideologico delle misure repressive che il ministro Amato si appresta
ad adottare dintesa con i sindaci delle pi grandi citt italiane, a partire
da Roma e da Milano.
PER I
DIRITTI DEL POPOLO ROM, PER LA SICUREZZA DI TUTTI
Le
misure annunciate dal Piano Amato per la sicurezza si tradurranno presto in
nuovi interventi repressivi che incrementeranno la clandestinizzazione dei
migranti irregolari, e spezzeranno quei progetti di intervento sociale che con
grande difficolt stanno tentando di recuperare una effettiva valenza dei
diritti di cittadinanza di tutte le persone migranti nel rispetto della
legalit e della convivenza civile.
Tra gli obiettivi principali di questi interventi repressivi, che si dispiegheranno in tutta la loro violenza nelle prossime settimane sono le Minoranze Nazionali Rom, denominate zingari e nomadi in maniera dispregiativa ed etnocentrica, destinate anche da questo governo ad essere oggetto di discriminazione, emarginazione e segregazione. LItalia continua a negare ai Rom e Sinti lapplicazione della Carta Europea sulle Minoranze Etnico Linguistiche che tutela le lingue minoritarie e nega la Convenzione Quadro per le Minoranze Nazionali. I frequenti interventi espulsivi praticati dai sindaci e dai prefetti negano ogni giorno che passa il diritto alla residenza, il diritto alla sanit, il diritto alla scuola, il diritto al lavoro. Nessun intervento di integrazione e di sostegno pubblico in favore dei campi rom, che oggi si minaccia di delocalizzare oltre i confini della cinta urbana.
In questa situazione drammatica i Rom provenienti da Bosnia, Confederazione Yugoslava, Croazia, Bulgaria, Romania, Polonia, subiscono politiche discriminatorie, una esclusione sociale sempre pi grave e diffusa, anche quando si tratta di cittadini neocomunitari. Famiglie intere sono fuggite dai loro paesi dorigine per i conflitti etnici e le guerre civili che lEuropa non ha saputo impedire e lItalia nega loro i pi elementari diritti. Segregati nei campi nomadi delle grandi citt italiane, e non solo, i Rom Europei vivono situazioni spesso inumane senza acqua, luce e servizi igienici, costretti a mendicare per le strade il sostentamento giornaliero. Adesso con le misure annunciate dal Ministro Amato si potranno attendere altre deportazioni di massa, non solo oltre i confini delle citt, ma anche nei paesi di provenienza, come nel caso dei Rom espulsi da Rutelli a Roma nel 2000, e poi risarciti dal governo Berlusconi dopo lintervento della Corte europea dei diritti delluomo.
Quella stessa opportunit di difesa
legale , fino alla Corte Europea dei diritti delluomo, garantita allora ai rom
deportati nel 2000 in Bosnia va oggi assicurata a tutti i Rom che nei prossimi
giorni saranno oggetto di operazione di delocalizzazione, di fatto una vera e
propria deportazione, una rappresaglia da parte della polizia, in nome di
quella parte dellopinione pubblica che reclama la applicazione della legge del
taglione.
Ai Rom e ai Sinti deve essere riconosciuto
lo status di minoranza nazionale e che siano attuate
e favorite politiche di integrazione, di partecipazione diretta e di mediazione
culturale in loro favore Inoltre, chiediamo che siano attuate politiche di
accoglienza a favore dei Rom Europei, presenti attualmente in Italia e si
concerti una politica europea capace di rimuovere le cause che provocano la
loro immigrazione nel nostro Paese.promuovendo leggi che facciano proprie le
disposizioni della Raccomandazione n.1557/2002 del Consiglio dEuropa.
Occorre una procedura di regolarizzazione a favore dei Rom nati in Italia. Una
legalizzazione che vada nella direzione del diritto di cittadinanza e che metta
in regola, e dia quindi visibilit e corpo sociale, ai Rom, anche di terza
generazione, nati e vissuti in Italia ma che non hanno accesso ai servizi
fondamentali perch considerati clandestini e quindi senza nessun diritto di
cittadinanza attiva. Anzi espellibili in ogni momento in cui vanno a
rivendicare diritti umanitari. E sono decine di migliaia .Una condizione di
soggiorno regolare il pi forte deterrente verso la commissione di reati, e
consente un ingresso legale nel mondo del lavoro.
Va riconosciuto il
diritto di cittadinanza per tutti gli stranieri nati e residenti in Italia da
almeno dieci anni e la carta di soggiorno per i Rom che abitano in Italia da
almeno 5 anni, a prescindere dai contratti di lavoro e dai certificati di
residenza. Prima di procedere al superamento dei campi nomadi, i diversi gruppi
di rom, a seconda delle loro esigenze, vengano sistemati in habitat decorosi:
alloggi, case o microaree residenziali a dimensioni di famiglie allargate,
scelti in concorso con gli interessati, praticando politiche che si confrontino
con le istanze delle comunit locali..La estensione dello stato sociale deve
mettere fine alla guerra tra poveri innescata dalle politiche di governo del
territorio da parte del centro-destra.
OLTRE IL DISEGNO
DI LEGGE DELEGA SULLIMMIGRAZIONE
Il DDL Amato Ferrero potrebbe essere un primo
passo avanti, la Carta dei diritti stato un passo indietro, il Piano
sicurezza del ministro Amato costituisce la premessa di un ripristino delle
peggiori prassi di esclusione e di deportazione che gi il precedente governo
ci aveva fatto conoscere. Senza fare diminuire la irregolarit dei migranti,
senza garantire la sicurezza dei cittadini. A livello internazionale le
politiche di respingimento praticate dal nostro paese, con il supporto
operativo e finanziario allagenzia FRONTEX, con lintesa tra il ministro Amato
ed il commissario europeo Frattini, sono responsabili di migliaia di vittime e
mantengono intatto il potere delle grandi organizzazioni criminali che
gestiscono il traffico su rotte sempre pi difficili e pericolose. In assenza
di una effettiva possibilit di ingresso legale per ricerca di lavoro in Europa
ed in Italia.
.Non siamo in una condizione di deflagrante razzismo, ma in una meno nitida, di strisciante xenofobia in cui la paura si riversa su chi pi vulnerabile, pi marginale, pi ricattabile. A disagio e malcontento dei cittadini, vittima dei tagli allo stato sociale e della precariet nel mercato del lavoro, si offrono come unica risposta, ordine, pulizia e legalit.
Occorre riprendere la mobilitazione antirazzista
e recuperare un rapporto diretto tra le associazioni e le comunit immigrate.
Si devono attivare a livello regionale strutture di difesa legale e di
denuncia, pronte ad intervenire in tempo reale, davanti ad iniziative di stampo
puramente repressivo che calpestino i diritti fondamentali de migranti, cos
come sono riconosciuti anche dalla nostra Costituzione e dalle Convenzioni
internazionali.
Allimpegno nella difesa legale dei
migranti dovr aggiungersi un impegno pi forte e coeso delle associazioni
antirazziste, ma anche dei partiti e dei sindacati che in tante occasioni hanno
espresso posizioni favorevoli allaccoglienza ed allinclusione degli
immigrati.
Di fronte alloffensiva mediatica e
politica contro i migranti si registrano troppo silenzi e troppe interessate
complicit. Di fronte alla dilagante xenofobia occorre immaginarsi e praticare
un nuovo movimento antirazzista capace di difendere i diritti dei migranti ed i
diritti delle fasce sociali pi deboli.
Un percorso che va oltre le Carte le
leggi, i governi e forse anche oltre le forme di aggregazione, di
rappresentanza e di comunicazione che noi stessi siamo riusciti a praticare
finora.
Fulvio Vassallo Paleologo
Universit degli studi di Palermo