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Notizie

Ministro Giuliano Amato

26.10.2007

Visita del ministro dell'Interno alla moschea di Roma per illustrare la 'Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione'

Amato: «la Carta non vuole essere un'imposizione ma le riserve sui contenuti rendono nulla l'adesione»

La Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione «non ha forza giuridica, non vuole essere un'imposizione, ma, poiché io l’ho promossa, allora la collaborazione in questo ambito dipende dalla sua piena e sincera accettazione». 
Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, che ha oggi illustrato la 'Carta dei valori della cittadinanza  e dell'integrazione' alla grande moschea di Roma. Era presente - tra gli altri - Carlo Cardia, presidente del Consiglio scientifico del Viminale, che ha predisposto il documento.

Al suo arrivo nel piazzale antistante il Centro islamico romano, il ministro è stato accolto dal direttore della Moschea, Abdella Redouane, e dall'Imam Ala al-Din al-Ghoobashi.
Dopo essersi intrattenuto nell'ufficio di Redouane, Amato si è recato nella sala dei congressi del centro islamico.
Le riserve sui contenuti della Carta, ha sottolineato il ministro, «rendono nulla l'adesione. Io sono convinto che il lavoro comune tra di noi porterà non ad un'Italia multiculturale, ma felicemente interculturale, dove le culture si confrontano e si incontrano».

La società italiana, secondo il segretario generale del Centro islamico culturale d'Italia, Abdellah Redouane, sta attraversando «una fase di profonda trasformazione a livello demografico, sociale, culturale, attraverso la quale gli antichi equilibri vengono duramente scossi anzi stravolti per lasciare posto a nuovi equilibri. Elaborare una Carta dei valori era certo una cosa impensabile vent'anni fa. Ma ormai i tempi e le problematiche sono talmente cambiati, e lo stesso si può dire del contesto internazionale, da far meditare i nostri responsabili sull'opportunità di una carta come strumento utile e necesssario ad una serena convivenza nella nostra società. Società che deve continuare a vivere la sua unità, seppur in un contesto plurale»

A proposito della 'Carta dei Valori', il ministro ha ancora precisato come sia stata redatta grazie al contributo di esponenti di tutte le religioni. «La carta si è resa necessaria perchè tanti nuovi italiani sono entrati e stanno entrando nel Paese ed è a loro in quanto persone che si rivolge - ha spiegato -. La Carta, ha proseguito Amato, è nata per collegare i principi della nostra Costituzione agli ingressi dei nuovi italiani e trovare punti di incontro. Non è una super verità repubblicana che vuole imporsi alle comunità religiose. E' nata in ragione di questo straordinario cambiamento.
L'Italia per decenni ha dato i propri figli agli altri paesi. Noi ora ci troviamo con una comunità nazionale che viene cambiata e vivere insieme non significa solo condividere le stesse regole giuridico-pratiche per la vita quotidiana, non vuol dire conoscere solo le regole per i rinnovi del permesso di soggiorno».

LIBERTA' RELIGIOSA
L'intervento del ministro Amato ha toccato la questione della libertà religiosa. «Anche in Italia abbiamo avuto il problema di capire se era nella patria potestà il diritto di imporre la religione ai figli – ha spiegato -. Noi abbiamo concluso che i figli hanno il diritto di avere la propria religione.
«Noi siamo per la libertà religiosa, quella di professare e anche di poter cambiare la religione, anche da parte di un minore».

PARITA' DEI DIRITTI TRA I SESSI
sulla  parità di dititti tra i sessi il ministro ha affermato che «per noi la parità tra uomo e donne non può avere deroghe perchè secondo la costituzione sono portatori degli stessi diritti. Sono questi valori italiani ed europei, anche se sappiamo che nell'incontro di civiltà diverse il rapporto con la donna ha letture diverse. 


IL PROBLEMA DELL'IDENTITA' CULTURALE
A proposito del problema dell'identità culturale, il ministro ha ricordato come sia importante insegnare l'italiano agli immigrati e volere che i loro figli frequentino le nostre scuole. «Non è facile, anche se alcuni principi cardine sono gli stessi. Dobbiamo capirlo perchè ci vogliono dei principi comuni ai quali aderire – ha aggiunto -. Noi insistiamo che la scuola per i nostri figli deve essere la stessa, non per indottrinarli ma almeno per far conoscere loro la lingua. Mi piace sentire persone che parlano lingue diverse, ma è pericoloso se uno non conosce la lingua dell'altro. Quindi ci teniamo che si impari l'italiano dopo che si è arrivati. E' disumano però pretendere che chi viene in Italia sia sottoposto a un esame di italiano e buttato in mare se non lo sa, ma deve essere aiutato a impararla perchè senza di essa non può vivere nel nostro Paese»


TERRORISMO
Un 'drammatico problema' è a giudizio di Amato «il terrorismo che si esprime avvalendosi di riferimenti religiosi che fanno capo all'Islam. Questo -ha aggiunto- crea una diffidenza che tende a generalizzarsi come se il terrorismo fosse parte del mondo islamico e porta ad un atteggiamento secondo i quali chi appartiene a religioni diverse, chi appartiene al mondo islamico, è ritenuto veramente affidabile se non ha religione. Questa -ha proseguito Amato- e' una posizione che va respinta».





   
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