AUDIZIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO SULLA VICENDA DEI PESCATORI TUNISINI.
Il 26 settembre si
sono svolte a Strasburgo una sessione plenaria del Parlamento Europeo sui temi
dellĠimmigrazione e del controllo delle frontiere, e nel pomeriggio, una
conferenza stampa ed una audizione degli avvocati e delle associazioni
impegnati sul caso dei sette pescatori tunisini sotto processo ad Agrigento per
favoreggiamento dellĠimmigrazione clandestina, dopo avere salvato 44 migranti
alla deriva nel Canale di Sicilia.
AllĠaudizione,
indetta dopo che 105 parlamentari europeo avevano sottoscritto un appello in
solidariet con i pescatori tunisini, hanno partecipato i parlamentari europei
Giusto Catania, Helene Flautre, Pasqualina
Napoletano e Claudio Fava, gli avvocati Leonardo Marino e Giacomo La Russa, i
rappresentanti della Federazione dei Tunisini per una cittadinanza delle due rive, il componente della rete euromediterranea per i
diritti umani Omeya Sadik e Ramzi
Oueslati , docente universitario originario del villaggio di Teboulba dal quale
provengono i pescatori tunisini sotto processo ad Agrigento, il membro del
Social Forum Tunisia Abdeljelil Bedoui,
la rappresentante della
Rete Antirazzista Siciliana ( RAS) Germana Graceffo, la portavoce di Migreurop
Sara Prestianni, il rappresentante della Tunisia presso il Parlamento
Europeo. Dai diversi interventi emersa lĠimportanza di una riflessione sul
caso dei pescatori tunisini arrestati dopo il loro arrivo a Lampedusa, anche
allo scopo di sollecitare lĠopinione pubblica internazionale sulle ragioni
profonde delle tante stragi di migranti che questa estate, nelle acque del
Canale di Sicilia, hanno prodotto un consistente incremento del numero dei
morti e dei dispersi rispetto allĠanno precedente.
Dopo questa
vicenda, ed altre simili che si sono verificate in precedenza, a partire nel
2004 dal caso della nave umanitaria tedesca Cap Anamur, i pescatori e i natanti
civili sono stati minacciati di gravi sanzioni penali in caso di interventi di
salvataggio a favore di migranti che si trovavano su mezzi sempre pi piccoli e
fatiscenti in alto mare.
Questa politica
dissuasiva nei confronti dei migranti e di coloro che potrebbero salvarli
emersa anche nel corso dellĠintervento del Commissario Europeo Frattini davanti
al Parlamento Europeo, che ha riproposto le missioni Frontex con carattere
permanente, annunciando un ulteriore incremento dei finanziamenti stanziati
dalle istituzioni comunitarie per sostenere operazioni che prevedono
esplicitamente il rinvio verso i porti di partenza, anche se questi porti si
trovano in paesi come la Libia che non rispettano i diritti umani e non hanno
sottoscritto la Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Le dichiarazioni rese
nella mattinata davanti allĠassemblea plenaria da Frattini sono apparse comunque
lacunose e contraddittorie, soprattutto quando ha parlato di 400 persone che
nellĠambito delle operazioni Frontex sarebbero state individuate ed arrestate
come trafficanti.
Una vera
provocazione, o una menzogna, quella del Commissario Frattini, perch noto
che negli ultimi tempi sulle imbarcazioni dei migranti non si trovano pi
scafisti, perch le organizzazioni si limitano a fornire solo le barche con
alcuni strumenti ed un telefono satellitare, consegnando poi al mare il destino
dei migranti.
Sono proprio le
Òoperazioni di contrasto dellĠimmigrazione illegaleÓ, sotto lĠetichetta del
carrozzone burocratico Frontex, o affidate ai corpi militari degli stati
costieri, sulla base dei famigerati accordi di riammissione, che provocano un
numero crescente di morti perch le rotte mutano in continuazione, come tra il
Marocco e la Spagna sud-orientale, e sono sempre pi lunghe, come confermato
dalla recente apertura della rotta tra lĠAlgeria e la Sardegna, mentre i
profitti dei trafficanti aumentano ad ogni giro di vite dei politici che
stabiliscono le politiche migratorie della Fortezza Europa.
Dopo la
incarcerazione dei pescatori tunisini ad Agrigento, malgrado nel corso del
processo stia gi emergendo la loro innocenza, al punto che altri giudici hanno
deciso di rimetterli in libert, le popolazioni di Teboulba, in Tunisia, e
delle due coste del Mediterraneo, da Biserta a Monastir, da Mazara del Vallo a
Porto Palo di Capo Passero sono assai preoccupate per il loro futuro. Per le
famiglie dei pescatori ai quali, dopo il salvataggio dei migranti, sono
sequestrati i pescherecci vengono a mancare i mezzi principali di sostentamento
economico, si aprono scenari di incertezza nello svolgimento delle attivit
dalle quali ricavano il loro principale sostentamento e la durata dei processi
rischia di tradursi in una gravissima sanzione anche quando la sentenza finale
sar di assoluzione.
La stessa
preoccupazione condivisa anche dai pescatori siciliani perch la
militarizzazione del Mediterraneo voluta da chi ha promosso le operazioni
Frontex, con la presenza di unit militari di diversi paesi, anche Tunisia e
Libia, in acque internazionali, rischia di alterare un delicato equilibrio che
si era faticosamente raggiunto nello sfruttamento delle zone di pesca.
La vicenda dei
pescatori tunisini arrestati lĠotto agosto a Lampedusa dopo avere salvato 44
naufraghi si collega alla vicenda della nave umanitaria tedesca Cap Anamur che
nel 2004 aveva salvato 37 naufraghi nelle acque del canale di Sicilia, vicenda
che si era conclusa con lĠarresto del responsabile della Associazione Cap
Anamur, del comandante della nave e del secondo di bordo.
Tutti e due i casi
sono adesso allĠesame del Tribunale di Agrigento, presieduto dallo stesso
magistrato, in tutti e due i casi
migranti che potevano testimoniare in giudizio sono stati espulsi, in
tutti e due i casi si trattava e si tratta di dare un esempio, di dimostrare
che lĠItalia non il Òventre molle dĠEuropaÓ nel contrasto dellĠimmigrazione
clandestina, in tutti e due i casi la ricostruzione dei fatti fornita dalle
autorit di polizia appare gravemente contraddittoria.
La linea politica
di respingimenti collettivi e di esternalizzazione dei controlli di frontiera,
emersa in Inghilterra durante il vertice di Sheffield tra i ministri
dellĠinterno Pisanu, Schily e Blunkett, nel luglio del 2004, ancora oggi la
stessa politica, stupida ed inefficace, che promuove le operazioni Frontex e
che direttamente responsabile della crescita esponenziale di vittime
dellĠimmigrazione irregolare e dei profitti dei trafficanti.
I promotori
dellĠaudizione, e tutti coloro che vi hanno preso parte, hanno sollecitato le
istituzioni comunitarie di sviluppare una maggiore attenzione verso tutti i
migranti, siano essi richiedenti asilo o migranti economici, perch ormai i
flussi migratori sono flussi misti e non si pu pensare di arginare questi
movimenti di persone, costrette a lasciare i loro paesi, alzando muri
sullĠacqua, cancellando il diritto di asilo, incriminando chi effettua
interventi di salvataggio e violando regole consolidate di diritto
internazionale e dello stato di diritto.
Occorre
depenalizzare le attivit di salvataggio in mare in favore di migranti in
procinto di annegare. Si tratta di praticare finalmente una politica
comunitaria che sia capace di anteporre il riconoscimento effettivo del diritto
di asilo e lĠapertura di canali legali di ingresso per lavoro alle tecniche di
contrasto dellĠimmigrazione irregolare basate sui respingimenti collettivi, sui
blocchi navali e sulla esternalizzazione dei controlli di frontiera e dei
centri di detenzione.
gli avvocati
Leonardo Marino e Giacomo La Russa di Agrigento
i rappresentanti
della Federazione dei Tunisini per una cittadinanza delle due rive e del Social
Forum Tunisia, Omeya Sadik e Abdeljelil Bedoui,
i rappresentanti della Rete Antirazzista Siciliana ( RAS), Germana Graceffo ed
Enrico Montalbano ( RAS – Rete antirazzista siciliana), Fulvio Vassallo Paleologo ( ASGI-
Associazione studi giuridici sullĠimmigrazione) – Palermo , Judith Gleitze
( Borderline Europe), Berlino, Bernd Mesovic ( PRO ASYL) Francoforte sul Meno,
Gabriele Del Grande( Fortresseurope) Roma
VERSIONE BREVE PER
I GIORNALISTI
AUDIZIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO SULLA VICENDA DEI PESCATORI TUNISINI.
Il 26 settembre a Straburgo nella sessione plenaria del Parlamento europeo
sui temi dellĠimmigrazione e del controllo delle frontiere, e nel pomeriggio,
nella conferenza stampa e nella audizione degli avvocati e delle associazioni
impegnati sul caso dei sette pescatori tunisini sotto processo ad Agrigento per
favoreggiamento dellĠimmigrazione clandestina, dopo avere salvato 44 migranti
alla deriva nel Canale di Sicilia. Dai diversi interventi eĠ emersa lĠimportanza
di sollecitare lĠopinione pubblica internazionale sulle ragioni profonde delle
tante stragi di migranti che questa estate, nelle acque del Canale di Sicilia,
hanno prodotto un consistente incremento del numero dei morti e dei dispersi
rispetto allĠanno precedente.
A partire dal 2004, caso Cap Anamur, i pescatori e i natanti civili sono
stati minacciati di gravi sanzioni penali in caso di interventi di salvataggio
a favore di migranti. Questa politica ÒdissuasivaÓ per i migranti e per chi
potrebbe salvarli emersa anche nel corso dellĠintervento del Commissario
Europeo Frattini davanti al Parlamento Europeo, che annuncia un ulteriore
incremento dei finanziamenti stanziati per sostenere operazioni che prevedono
il rinvio verso i porti di partenza, anche se questi porti si trovano in paesi
come la Libia che non rispettano i diritti umani e non hanno sottoscritto la
Convenzione di Ginevra sui rifugiati.
Le dichiarazioni del Commissario Frattini sono state una vera provocazione,
o una menzogna quando afferma che grazie alle operazioni di Frontex sarebbero
state individuate e arrestate 400 persone come trafficanti. Negli ultimi tempi,
infatti, sulle imbarcazioni dei migranti non si trovano pi scafisti. Le
organizzazioni si limitano a fornire solo le barche ed un telefono satellitare.
Sono proprio le Òoperazioni di contrasto dellĠimmigrazione illegaleÓ, affidate
a Frontex, ai corpi militari degli stati costieri, ai famigerati accordi di
riammissione, che provocano un numero crescente di morti perch le rotte mutano
in continuazione e sono sempre pi lunghe, mentre i profitti dei trafficanti
aumentano ad ogni giro di vite dei politici che stabiliscono le politiche
migratorie della Fortezza Europa.
Dopo la incarcerazione dei pescatori tunisini ad Agrigento, malgrado la
loro innocenza, le popolazioni delle due coste del Mediterraneo, siciliana e
tunisina, sono preoccupate per il loro futuro. Alle famiglie dei pescatori ai
quali, dopo il salvataggio dei migranti, sono sequestrati i pescherecci vengono
a mancare principali e unici mezzi di sostentamento economico, preoccupazione
questa condivisa anche dai pescatori siciliani perch la militarizzazione del
Mediterraneo voluta da chi ha promosso le operazioni Frontex, con la presenza
di unit militari di diversi paesi, anche Tunisia e Libia, in acque
internazionali, rischia di alterare un delicato equilibrio che si era
faticosamente raggiunto nello sfruttamento delle zone di pesca.
La vicenda dei pescatori tunisini arrestati lĠotto agosto a Lampedusa dopo
avere salvato 44 naufraghi si collega alla vicenda della nave umanitaria
tedesca Cap Anamur che nel 2004 aveva salvato 37 naufraghi nelle acque del
canale di Sicilia, vicenda che si era conclusa con lĠarresto del responsabile
della Associazione Cap Anamur, del comandante della nave e del secondo di
bordo.
Tutti e due i casi sono adesso allĠesame del Tribunale di Agrigento,
presieduto dallo stesso magistrato. In tutti e due i casi i migranti che
potevano testimoniare in giudizio sono stati espulsi, in tutti e due i casi si
trattava e si tratta di dare un esempio, di dimostrare che lĠItalia non il
Òventre molle dĠEuropaÓ nel contrasto dellĠimmigrazione clandestina, in tutti e
due i casi la ricostruzione dei fatti fornita dalle autorit di polizia appare
gravemente contraddittoria.
La linea politica di respingimenti collettivi e di esternalizzazione dei
controlli di frontiera, emersa in Inghilterra durante il vertice di Sheffield
tra i ministri dellĠinterno Pisanu, Schily e Blunkett, nel luglio del 2004,
ancora oggi la stessa politica, stupida, inefficace e direttamente responsabile
della crescita esponenziale di vittime dellĠimmigrazione irregolare e dei
profitti dei trafficanti.
Ormai i flussi migratori sono flussi misti e non si pu pensare di arginare
questi movimenti di persone alzando muri sullĠacqua, cancellando il diritto di
asilo, incriminando chi effettua interventi di salvataggio e violando regole
consolidate di diritto internazionale e dello stato di diritto.
Occorre depenalizzare le attivit di salvataggio in mare in favore di
migranti e praticare una politica comunitaria che sia capace di anteporre il
riconoscimento effettivo del diritto di asilo e lĠapertura di canali legali di
ingresso per lavoro alle tecniche di contrasto dellĠimmigrazione irregolare
basate sui respingimenti collettivi, sui blocchi navali e sulla
esternalizzazione dei controlli di frontiera e dei centri di detenzione.
gli
avvocati Leonardo Marino e Giacomo La Russa di Agrigento
i
rappresentanti della Federazione dei Tunisini per una cittadinanza delle due
rive e del Social Forum Tunisia, Omeya Sadik e Abdeljelil
Bedoui, i rappresentanti della Rete Antirazzista Siciliana ( RAS),
Germana Graceffo ed Enrico Montalbano ( RAS – Rete antirazzista
siciliana), Fulvio Vassallo
Paleologo ( ASGI- Associazione studi giuridici sullĠimmigrazione) –
Palermo , Judith Gleitze ( Borderline Europe), Berlino, Bernd Mesovic ( PRO
ASYL) Francoforte sul Meno, Gabriele Del Grande( Fortresseurope) Roma