On. Gino Bucchino
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ASSEGNO SOCIALE: LĠON. BUCCHINO
DIFENDE IN AULA I DIRITTI DEL MONDO DELLĠEMIGRAZIONE
LĠOn. Bucchino intervenuto oggi
nellĠambito della discussione generale relativa alla manovra economica del
governo (Decreto Legge 112 / 2008) in rappresentanza del gruppo del Partito
Democratico. Ecco il testo dellĠintervento del deputato eletto nella
Circoscrizione Estero – Ripartizione Centro Nord America.
ÒOnorerevoli colleghe e colleghi,
Il Governo ha fatto una parziale
marcia indietro rispetto alla nuova normativa sullĠassegno sociale.
La nostra dura presa di posizione,
prima con un mio comunicato di segnalazione e di denuncia del 22 luglio quando
il comma 10 dellĠart. 20 del Decreto 112 era stato appena modificato, e,
aggiungo, peggiorato, dalle Commissioni Bilancio e Finanze e successivamente
con la sensibilizzazione dellĠopinione pubblica da parte di forze sociali,
partiti dĠopposizione e mezzi di comunicazione, ha ottenuto il risultato di
costringere il Governo a rivedere una norma giuridicamente ed umanamente
aberrante.
Noi non siamo affatto soddisfatti.
Siamo indignati. La norma introdotta anche se emendata eĠ inaccettabile
Tale norma, che era stata concepita
per impedire ai lavoratori stranieri lĠaccesso allĠassegno sociale, introduceva requisiti molto restrittivi ed universali – come ad
esempio i dieci anni di lavoro continuativo – ai fini del diritto a tale
assegno, requisiti che colpivano soprattutto, ma non solo, i cittadini
italiani.
Vale la pena ricordare che lĠassegno
sociale eĠ lĠunica forma per tentare di contrastare la povertaĠ e come tale eĠ
e deve restare una forma di assistenza che prescinde cioeĠ da qualsiasi
versamento contributivo e da
qualsiasi obbligo di attivitaĠ lavorativa.
Le recenti modifiche apportate dal
Governo al Senato, eliminano siĠ
il maldestro tentativo operato fra
lĠaltro di nascosto e nottetempo di introdurre il requisito dellĠattivitaĠ
lavorativa continuativa di 10 anni e della dimostrazione di un reddito non
inferiore allĠimporto dellĠassegno sociale, ma mantengono il requisito dei
dieci anni di residenza ai fini del perfezionamento del diritto allĠassegno
sociale.
Siamo indegnati, ripeto.
Innanzitutto percheĠ questa norma
punitiva si inquadra perfettamente nella politica xenofoba di questo Governo
verso le fasce pi disagiate della popolazione immigrata che ci ricorda
come la male pianta dellĠodio per il diverso eĠ ben lungi
dallĠessere stata estirpata. Come se abbandonare poi a se stessi gli
immigrati con un reddito al di
sotto del livello di povert e di sostentamento fosse di beneficio al Paese e
al popolo italiano o fosse un deterrente contro lĠimmigrazione. CosiĠ come non
eĠ nemmeno lontanamente una norma a favore della sicurezza. Anzi, esattamente
il contrario.
Quando si capiraĠ in questo Paese
che respingere o emarginare gli immigrati e le fasce deboli della popolazione
serve solo ad aumentare i rischi di insicurezza?
Quando si capiraĠ che innalzare la
soglia del periodo necessario per lĠaccesso allĠassegno sociale produrraĠ un
ampliamento delle sacche di povertaĠ e dellĠemarginazione sociale con
conseguenze solo negative sulla sicurezza?
Quando si capiraĠ che il fenomeno
immigrazione non eĠ arrestabile?
Quando si capiraĠ che quello che
viene indicato come immigrazione eĠ in realtaĠ un fenomeno migratorio, di
intere popolazioni del mondo e che come tale eĠ inarrestabile,? Quando si
capiraĠ che il futuro del nostro Paese eĠ anche legato al colore e al calore di
queste popolazioni che domani, un domani molto vicino saranno nostri
concittadini, cittadini italiani a pieno titolo?
E siamo anche indignati, forse soprattutto, percheĠ si tratta di una norma di
discriminazione occulta, subdola, ingannevole, e per questo ancor piuĠ grave e
vergognosa. Una norma che non colpisce il vero obiettivo del Governo e cio i
neocomunitari - a partire dai cittadini rumeni – ma colpisce i cittadini
extracomunitari ed in parte, in grande parte, anche i cittadini italiani
emigrati allĠestero e che rientrano in Italia per passarci la loro vecchiaia.
Come ha stabilito la Corte di
Giustizia della Comunit europea, e anche i nostri colleghi della Lega
dovrebbero saperlo, la discriminazione non attiene solo alle forme di
discriminazione ÒdirettaÓ ma anche a tutte le forme di discriminazione
ÒindirettaÓ –occulta appunto- in cui una disposizione della normativa
nazionale si applica, in teoria, allo stesso modo a tutti ma in pratica finisce per penalizzare i lavoratori
stranieri con regolare permesso di soggiorno e gli italiani residenti
allĠestero.
Proprio per evitare le forme di
discriminazione occulta, il Regolamento CEE n. 1408/71 in materia di sicurezza
sociale – Regolamento che, ricordo ai colleghi della maggioranza, eĠ
sovranazionale e si applica direttamente a tutti gli Stati membri, prevede (allĠarticolo 10bis, comma 2
intitolato ÒPrestazioni sociali a carattere non contributivoÓ, tra le quali lĠItalia
ha fatto rientrare appunto lĠassegno sociale), prevede che lĠistituzione di uno
Stato membro la cui legislazione subordina il diritto alle prestazioni
assistenziali non contributive al compimento di periodi di occupazione o di
residenza – RIPETO DI RESIDENZA – tiene conto, per quanto
necessario, dei periodi di occupazione o di residenza, compiuti nel territorio
di ogni altro Stato membro, come se si trattasse di periodi compiuti nel
proprio territorio.
E qui casca lĠasino. E lĠasino
questa legge che vi accingete ad
approvare con un ennesimo voto di fiducia che vuole colpire i rumeni, i
bulgari, i polacchi, insomma i neocomunitari, ma, ignorando, con grave e colpevole ignoranza, le norme
comunitarie in materia di sicurezza sociale, introduce una legge che non
applicabile ai cittadini comunitari –Lo avevate capito? Ve ne eravate
accorti?- ma si applica, in pratica, solo ai cittadini extracomunitari ed agli
italiani emigrati o figli di emigrati i quali non possono far valere i dieci
anni di residenza in Italia.
Sottolineo inoltre, e non eĠ cosa di poco conto, che in virt della
lettera di questa norma, lĠassegno sociale dovr essere revocato a tutti coloro
i quali ne sono attualmente titolari ma non possono in questo momento far
valere i dieci anni di residenza.
Un aspetto particolarmente perverso
e malvagio di questa norma.
UnĠaberrazione totale trasformata in
aberrazione parziale.
Io che sono orgogliosamente anche
cittadino di un Paese civile e
multiculturale come il Canada che concede a tutti la cittadinanza dopo tre anni di residenza, non posso non
condannare questo atteggiamento approssimativo e xenofobo che avr come
conseguenza lĠesclusione sociale di una moltitudine di essere umani ai quali verr
negato, ancorch ultrasessantacinquenni e in stato di disagio economico,
lĠunico salvagente previsto dalla legislazione italiana: lĠassegno sociale.
Il nostro Paese si presenta cosiĠ
davanti alla comunitaĠ internazionale come un Paese ben lungi dallĠessere
normale, un Paese che non conosce il significato e il valore di parole quali
solidarietaĠ, accoglienza, integrazione, rispetto.
I canadesi e gli italiani del Canada
si vergognano in questo momento dellĠItalia.
EĠ lĠora di finirla di guardare
allĠimmigrato come capro espiatorio delle nostre questioni sociali irrisolte,
di guardare allĠimmigrato come una minaccia al benessere e alla sicurezza della
nostra societ.
Questa legge stata ispirata solo e
soltanto dalle retoriche pubbliche e dalle forti emozioni che esse suscitano.
La nostra civilt stata e deve
continuare ad essere frutto di una cultura del rispetto dei diritti umani e
sociali e deve respingere il tentativo di restringere tali diritti.
Quindi noi non ci stiamo e non ci
staremo.
Stigmatizziamo con sdegno
lĠaccanimento di questo Governo che toglie ai pi poveri per dare ai ricchi
(altro che Robin Hood) e nella triste certezza che lĠemendamento che abbiamo
presentato non saraĠ accolto
percheĠ avete fretta di andare a raccontare sulle spiagge la balla che non
darete assistenza a rumeni, bulgari e polacchi, cittadini europei come lo siamo
noi che lavorano spesso come schiavi per fare ricca la vostra ÒpadaniaÓ, annuncio che ci batteremo alla ripresa
autunnale della legislatura per modificare questa normativa indegna di questo
Paese che penalizza senza giustificato motivo essere umani gi diseredati
solo per mostrare ad una opinione
pubblica sempre pi cloroformizzata e cinica il volto falsamente rassicurante
di uno Stato indifferente e dispoticoÓ.