Interpellanza

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dellInterno

 

Premesso che

 

in data 10 luglio 2008, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione (la n. B6-0348) sul censimento dei Rom su base etnica in Italia, nella quale si manifesta viva preoccupazione per le ordinanze del 30 maggio 2008, volte a fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunita' nomadi nel territorio delle regioni Lazio, Campania e Lombardia. Si in particolare manifestata contrariet rispetto alle affermazioni, ivi contenute, secondo cui la presenza di campi nomadi attorno alle grandi citt costituisca di per s una grave emergenza sociale, tale da riflettersi sullordine e la sicurezza pubblici e da legittimare quindi la dichiarazione dello stato di emergenza, nonch ladozione di misure anche derogatorie rispetto alle norme vigenti. Si inoltre espressa preoccupazione per il fatto che, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, i Prefetti, cui stata delegata l'autorit dell'esecuzione di tutte le misure, inclusa la raccolta di impronte digitali, possano adottare misure straordinarie in deroga alle leggi, sulla base di una legge riguardante la protezione civile in caso di "calamit naturali, catastrofi o altri eventi", che non adeguata o proporzionata a questo caso specifico;

 

con la suddetta Risoluzione, il Parlamento europeo ha inoltre esortato le autorit italiane ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei Rom, inclusi i minori, e dall'utilizzare le impronte digitali gi raccolte, in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione, in quanto ci costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e sull'origine etnica, vietato dall'articolo 14 della CEDU, e per di pi un atto di discriminazione tra i cittadini dell'Unione Europea di origine Rom e gli altri cittadini, ai quali non viene richiesto di sottoporsi a tali procedure, invitando altres gli Stati membri a intervenire con decisione a tutela dei minori non accompagnati soggetti a sfruttamento, di qualunque etnia e nazionalit essi siano; laddove l'identificazione di tali minori sia utile al tal fine, invita gli Stati membri ad effettuarla attraverso procedure ordinarie e non discriminatorie, secondo il caso, nel pieno rispetto di ogni garanzia e tutela giuridica;

 

il Parlamento europeo ha peraltro ribadito in tale contesto limportanza per gli Stati membri di adottare – anche avvalendosi dei fondi comunitari stanziati ad hoc-  politiche di inclusione degli immigrati di qualunque etnia o nazionalit siano, favorendo in particolare la scolarizzazione dei minori, abolendo ogni forma di segregazione e assicurando parit di accesso al mercato del lavoro, allassistenza sanitaria, al sistema previdenziale, combattendo ogni pratica discriminatoria anche in materia di assegnazione di alloggi, al fine di garantire il pieno esercizio dei diritti fondamentali, che per loro stessa natura sono riconosciuti alla persona in quanto tale a prescindere dalla cittadinanza;

 

Considerato che

 

Con un memorandum depositato nella Commissione per i diritti umani  del Consiglio dEuropa in data 28 luglio 2008, il Commissario Thomas Hammarberg ha espresso forti perplessit in ordine alle politiche adottate dal Governo italiano in materia di immigrazione, sottolineando tra laltro la difformit di tali direttive con una linea che ha da sempre caratterizzato la politica dei Governi italiani in materia, tesa a garantire i diritti umani, tutelandoli ed assicurandone leffettivit anche a prescindere dalla cittadinanza;

 

nel suddetto Memorandum, reso noto al Governo italiano nella sua stesura iniziale il 1 luglio, e rivisto sulla base della risposta da questo fornita in data 21 luglio, si espressa preoccupazione circa il rischio che misure quali quelle contenute nel pacchetto sicurezza  identifichino le fonti dellinsicurezza in gruppi etnici specifici, sovrapponendo la figura del criminale a quella dello straniero, cos alimentando il razzismo e la xenofobia, favoriti tra laltro dalla mancata introduzione nellordinamento di norme efficaci contro la discriminazione, rispondenti ai criteri sanciti dalla Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRIs General Policy Recommendation n. 7 del 13 dicembre 2002), sulla Legislazione nazionale per la lotta al razzismo e alla discriminazione razziale. Si inoltre manifestata perplessit in ordine alle modalit con le quali si proceduto agli sgomberi di molti campi nomadi, in assenza peraltro di una effettiva protezione da parte della polizia, asserendo altres che la dichiarazione dello stato di emergenza e il conferimento di poteri speciali ai commissari straordinari pu non essere la migliore soluzione per risolvere i problemi di Rom e  Sinti. Il Commissario ha quindi asserito che non si dovrebbe mai procedere agli sgomberi dei campi nomadi qualora le autorit non possano offrire a tali persone una contemporanea e dignitosa sistemazione alternativa;

 

si ricordato altres come i Rom e i Sinti siano stati esclusi dalla sfera di applicazione della l. 482/1999 sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche, nonch del d.lgs. 215/2003, che recependo solo parzialmente la direttiva 43/2000, non ha attribuito a costoro lo status di minoranze e i diritti connessi a tale qualificazione, sulla base dellargomento secondo cui essi non avrebbero un legame con una specifica area territoriale. Argomento, questo, ritenuto foriero di ulteriori discriminazioni al pari di quello - che l'esperienza dimostra falso - secondo cui Rom e Sinti rifiuterebbero alloggi e sistemazioni stanziali. Il Commissario ha altres sottolineato come lItalia, pur avendola firmata nel 2000, non abbia al momento ancora ratificato la Carta  europea per le lingue regionali o minoritarie, che garantirebbe invece unadeguata tutela delle minoranze;  

 

si inoltre sottolineata la dubbia compatibilit delle norme di nuovo conio in materia di immigrazione, rispetto agli standards di tutela dei diritti umani sanciti dalla CEDU, dalla giurisprudenza di Strasburgo ma anche – per la parte in cui tali norme si applicano anche ai cittadini dellUnione europea – con il diritto comunitario. In particolare, si affermato che il pacchetto sicurezza e le ordinanze su richiamate rischino di favorire la discriminazione ai danni dei cittadini della UE di etnia Rom, rivelando peraltro la debolezza delle politiche di inclusione e integrazione sociale adottate dal Governo;

 

nel memorandum si in particolare espressa perplessit in ordine a norme, gi in vigore ovvero da adottare, contenute nel pacchetto sicurezza – quali la circostanza aggravante relativa alla permanenza irregolare sul territorio nazionale o lincriminazione del mero ingresso irregolare -   suscettibili di favorire non solo atteggiamenti discriminatori nei confronti degli stranieri, ma anche la loro ulteriore marginalizzazione e la negazione, nei loro confronti, di diritti sanciti come fondamentali e inviolabili. Si in tale contesto manifestata preoccupazione in ordine agli effetti correlati alla prevista estensione sino a 18 mesi della detenzione amministrativa nei CIE, che nella formulazione proposta dal Governo sembra carente dei rimedi giurisdizionali effettivi previsti dalla direttiva rimpatri, ben pi pregnanti del mero giudizio di convalida sulla legittimit del trattenimento, prefigurato dal disegno di legge AS 733. Infine, si espressa perplessit in ordine alla forte limitazione prevista, negli schemi di decreti legislativi di cui agli AG 4 e 5, al diritto di difesa dei cittadini comunitari o degli stranieri – anche se richiedenti asilo – colpiti da provvedimenti di allontanamento, ai quali negata la possibilit di partecipare al ricorso avverso tale misura;

 

 

si chiede di sapere:

 

se il Governo intenda conformarsi alla posizione assunta dal Parlamento europeo e dal Consiglio dEuropa, in particolare astenendosi dallattuare forme di censimento degli abitanti dei cosiddetti campi nomadi suscettibili di essere percepite come discriminatorie o lesive della dignit personale e adeguando le norme proposte in materia di immigrazione, non ancora entrate in vigore, al diritto comunitario e internazionale; 

 

se non si ritenga opportuno avvalersi dei fondi stanziati appositamente dallUnione europea, per realizzare politiche di inclusione e integrazione degli immigrati presenti sul territorio nazionale, evitando ogni forma di segregazione o marginalizzazione degli stranieri, promuovendo altres la scolarizzazione e ogni altra misura utile a garantire la parit di accesso dei minori allistruzione e ai sistemi di formazione e assistenza sociale;

 

se non ritenga urgente procedere alla revisione della disposizione contenuta nel d.l. 112/2008 in via di approvazione alle Camere con il quale si esclude dal beneficio dell'assegno sociale la maggior parte degli immigrati regolari che ne hanno oggi diritto;

 

quali misure di tutela il Governo intenda adottare, al fine di impedire discriminazioni e ogni forma di violenza perpetrate, sempre pi spesso, ai danni delle minoranze etniche presenti sul territorio nazionale, in particolare Rom e Sinti, se del caso proponendo le modifiche ritenute opportune al d.lgs. 215/2003, al fine di adeguarlo alle norme comunitarie in materia;

 

se il Governo non intenda procedere alla ratifica della Carta europea per le lingue regionali e minoritarie, introducendo nellordinamento interno misure di tutela specifica per tali minoranze;

 

se non si ritenga doveroso limitare, in materie delicate come quelle inerenti limmigrazione, il ricorso alla decretazione durgenza e al potere di ordinanza di cui allart. 5 della l. 225/1992, ai soli casi nei quali non sia possibile, se non a prezzo di altissimi costi per lincolumit e linteresse pubblici, adottare provvedimenti normativi secondo i procedimenti ordinari e nel rispetto delle norme vigenti.. 

 

 

LIVI BACCI

 

FINOCCHIARO

 

PEGORER

 

MARCENARO