LA TRISTE FINE DELLA LEGGE REGIONALE
SULL'IMMIGRAZIONE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA.
Avvolto da un cupo furore ideologico, nella notte tra il 31 luglio
ed il 1 agosto 08 il nuovo Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha
votato l'abrogazione della Legge regionale sull'immigrazione, (L.R. 5/05, norme
per l'accoglienza e l'integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini
stranieri immigrati). Con un colpo di spugna, e senza che nessun giornale a
tiratura nazionale dedicasse a quanto avvenuto neppure una riga (!), si
cancellata una legge che era guardata come un modello positivo in tutta Italia,
e che molte regioni stanno tardivamente copiando.
Le regioni non hanno, come noto, alcuna competenza per ci che
attiene la condizione giuridica dello straniero. Tuttavia le regioni posso
giocare un grosso ruolo per ci che attiene la realizzazione di effettive
politiche di accoglienza, integrazione sociale e tutela degli stranieri anche
operando sul piano normativo, con interventi nelle numerose materie numerose di
propria competenza esclusiva o concorrente. Cos stato per l'Emilia Romagna,
con la 1 legge regionale nel 2005, e nel FVG poco dopo.
Assieme alla legge regionale, sotto la stessa mannaia finita la
figura del difensore civico, cancellata, nonch la figura del pubblico tutore
dei minori, anch'essa abolita. Non pago, il Consiglio regionale, forte dei suoi
numeri, ha altres nella stessa seduta annullato la riforma del welfare
regionale attuata con la Legge regionale n. 6 del 2006 abolendo in particolare
il "reddito di cittadinanza", una sperimentazione unica nel suo
genere in Italia, ma in linea con le migliori esperienze europee, che
sostituiva la nozione di assistenza sociale di vecchio stampo, con un percorso
di sostegno individuale volto all'auto-valorizzazione delle persone, italiane e
straniere (unico criterio: il domicilio nel territorio regionale da un anno)
che si sono trovate in un momento di difficolt economica.
Per realizzare la cancellazione di tutto non si badato alla
forma e si giunti a forzare il regolamento dell'assemblea legislativa
regionale, inserendo l'abrogazione delle norme all'interno dell'assestamento di
bilancio di met anno. In tal modo tutto potuto avvenire fulmineamente,
cogliendo l'attimo propizio dato dalla piena estate, senza uno scomodo
confronto politico e culturale pubblico. A nulla sono servite le immediate
prese di posizione e gli appelli dell'associazionismo (tra cui l'ASGI), che in
poche ore ha raccolto l'adesione di oltre 40 enti, dei sindacati, delle
comunit degli stranieri, che hanno chiesto di usare ragionevolezza dando la
propria disponibilit a ragionare su una possibile modifica della legge
regionale.
Una autorevole, storica figura della solidariet e della cultura
regionale, don Pierluigi Di Piazza, fondatore del Centro Balducci, ha
giustamente parlato, per l'occasione, della messa in scena della "politica
del disprezzo". Disprezzo verso gli stranieri, verso chi se ne occupa e
verso l'idea stessa di una societ plurale.
In estrema sintesi penso di potere delineare nei seguenti punti
gli aspetti pi significativi di ci che stata la legge regionale
sull'immigrazione. Essa ha permesso di:
1.
assicurare certezza di diritto, evitando che
l'amministrazione regionale operi
con totale discrezionalit nelle scelte sugli interventi
da realizzare e nella scelta dei soggetti con cui operare
2.
programmare gli interventi
attraverso un Piano triennale, predisposto sulla base delle indicazioni provenienti da tutti i soggetti interessati,
pubblici e privati, e tra esse
l'Assemblea delle autonomie locali e la
Consulta regionale per l'immigrazione (L.R. 5/05, art. 5)
3.
rafforzare le competenze e
le capacit di azione degli enti locali nella gestione
dei servizi informativi, di orientamento e di tutela per gli stranieri; ci
nella consapevolezza che i servizi per gli stranieri
sono appunto servizi per i (nuovi)cittadini che vivono sul territorio e non gi
interventi pi o meno di carit da
affidare alla benevolenza di enti privati cui elargire qualche contributo pubblico. Nel 2008 oltre il
60% dei fondi della legge regionale
sono stati assegnati ai comuni
4.
dare maggiore spazio al
protagonismo dei cittadini stranieri, supportando le associazioni di stranieri a divenire soggetti
capaci di progettualit (un esempio
particolarmente interessante, in questo senso, stato il tavolo regionale
immigrazione-cooperazione, che ha promosso la
cooperazione nord-sud attraverso le comunit degli stranieri)
5.
sostenere l'introduzione
nelle scuole di percorsi curriculari interculturali
6.
stabilizzare i servizi di
mediazione linguistica e culturale in tutti i servizi pubblici ed in particolare nelle ASL
E' inutile ora entrare maggiormente nel dettaglio delle centinaia
di progetti e di percorsi sostenuti (voglio qui ricordare solo in particolare
gli interventi sulle situazioni pi vulnerabili quali il programma regionale
sulla tratta ed il protocollo regionale per il sostegno al diritto d'asilo).
Cosa ha significato la legge regionale sull'immigrazione per lo
sviluppo della comunit del FVG si occuperanno (e lo stanno gi facendo) studi
e ricerche apposite. Qui mi basta dire che ho visto in prima persona
l'evoluzione sorprendente, da una situazione piuttosto arretrata, anche in
confronto ad altre realt italiane, quale era quella regionale, nel 2005, ad una
nuova realt, nel 2008, aperta, dinamica e che guarda all'immigrazione come
parte positiva del proprio futuro di regione crocevia nel cuore dell'Europa.
Chi con furia distruttiva ha voluto cancellare la legge regionale
sull'immigrazione del Friuli ha in realt avuto timore dei cambiamenti profondi
nella societ ed ha reagito nervosamente cercando di innestare la retromarcia.
Non posso non ricordare che solo nel 2006, pochi mesi dopo l'emanazione della
legge, la Lega Nord, nel promuovere con grande strepito un referendum popolare
per la sua abrogazione non riuscita nemmeno a raccogliere il numero, assai
esiguo, di firme necessarie ad indire la consultazione.
Senza nascondere la pesantezza del momento, che per me forte
anche sul piano personale, sono convinto che spetta ora a tutta la migliore
societ friulana, con l'appoggio di tutti a livello nazionale, guardare avanti
senza ripiegare su se stessa, e porre le basi per un nuovo rapido cambiamento
positivo.
Gianfranco Schiavone