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Salute e sicurezza sul lavoro

pagina aggiornata il primo aprile 2008

Presentazione

Un atto "ineludibile e dovuto" è per il Governo il decreto in materia di salute e sicurezza del lavoro, varato dal Consiglio dei ministri del 6 marzo scorso. Ciò in considerazione dell’incidenza dei tragici eventi, legati a infortuni sul lavoro, accaduti di recente e dell’ampia convergenza di consensi sul provvedimento registrata fra le forze politiche.

Dopo aver acquisito il parere delle commissioni parlamentari e della Conferenza Unificata il decreto è stato approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri del primo aprile.

Il decreto attuativo della legge 123/2007 ridisegna la materia della salute e sicurezza sul lavoro.

Il presidente del Consiglio, Romano Prodi,  ha voluto sottolineare - nel corso della conferenza stampa a termine del consiglio dei Ministri del 6 marzo scorso - che il decreto “non ha intenti punitivi, non mette nel mirino le imprese, ma è un decreto che mette al centro la tutela della persona umana, il suo diritto ad un lavoro sicuro, più sicuro possibile e la garanzia che i luoghi di lavori siano all’altezza di un paese moderno come è l’Italia".

Il presidente del Consiglio ha poi spiegato che il decreto varato è "frutto di una lunghissima analisi aperta a tutti i contributi" e che "finalmente dopo trent’anni abbiamo misure sulla prevenzione, sulla formazione, sulla vigilanza, di aiuto alle imprese che vogliono mettersi in regola e non solo - ha ribadito - un sistema di sanzioni". Ciò nell'ottica di una sicurezza sul lavoro vissuta come "una comune conquista di civiltà affinchè non si ripetano più i fatti delittuosi a cui abbiamo assistito in questi giorni".

Il ministro del Lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, intervenuto nel corso della conferenza ha affermato che "con queste nuove norme viene potenziato l'apparato di prevenzione, formazione oltre che di controllo e viene ampliata la capacità di coordinamento dei controlli insieme alla revisione dell’apparato sanzionatorio".

Inoltre, ha tenuto a precisare che "il governo con questo atto ha dimostrato di aver svolto un importante azione sui temi del lavoro e dello stato sociale". Lo schema di decreto varato si ricollega "al lavoro forte, decisivo ed organico fin qui fatto per combattere il lavoro nero e le irregolarità, fonte principale di incidenti". E ricorda a tale proposito che "in 17 mesi di applicazione delle nuove norme varate con il pacchetto sicurezza, 206 mila sono stati i lavoratori regolarizzati nell’edilizia".

Il ministro della Giustizia, Luigi Scotti, ha poi illustrato il sistema sanzionatorio disegnato dal decreto pur precisando che "il cuore della legge non è nel regime delle sanzioni ma nella risistemazione delle norme anche nello spirito delle direttive europee". C’è nel decreto - ha dichiarato "una regolamentazione puntuale delle condotte, sono stati individuati precisi parametri di pericolosità e correlate adeguatamente le sanzioni a questi parametri". Inoltre, vengono sfrondati molti adempimenti burocratici di violazioni meramente burocratiche che erano nella legislazione precedente (da circa 1600 a 600).
Di conseguenza, l'attenzione del legislatore viene spostata dalle violazioni burocratiche a quelle condotte realmente pericolose.

 

 

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