Da Immigrati a cittadini. Esperienze in Germania e in Italia

Cnel, 17 aprile 2008, ore 11

 

Convegno promosso dallĠAmbasciata Tedesca con Caritas Italiana

con la collaborazione della Fondazione Friedrich Ebert

e del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

 

 

Scheda per la stampa

 

                  LĠiniziativa italo-tedesca sul tema dellĠintegrazione degli immigrati si conclude con la diffusione di una pubblicazione e lĠorganizzazione di un secondo convegno, che ha luogo a distanza di quasi un anno dal primo, sempre a Roma, abbracciando cos“ sia lĠAnno europeo delle pari opportunitˆ che lĠAnno europeo del dialogo interculturale e coinvolgendo rappresentanti istituzionali, studiosi e operatori.

                  LĠesperienza migratoria della Germania merita attenzione per diverse ragioni: si tratta del pi grande paese di immigrazione in Europa;  senzĠaltro significativa lĠesperienza maturata nel corso di pi di mezzo secolo; gli italiani sono stati massicciamente coinvolti in queste vicende.

Il caso migratorio tedesco, includendovi anche i rimpatriati di origine tedesca, si compone, a partire dal 1952, di 36,3 milioni di ingressi e 26,5 milioni di rimpatri (Ufficio Federale per le Migrazioni). In nessun altro paese europeo vi sono riscontri di tale portata. Si calcola che su una popolazione di 82,5 milioni di persone abbiano un passato migratorio 1 ogni 5 residenti e 1 ogni 5 bambini con meno di 5 anni; lĠincidenza sale al 40% tra i residenti di grandi cittˆ come Stoccarda, Francoforte e Norimberga; in altri contesti, come a Colonia, lĠincidenza si ferma (!) al 30%.

Attualmente la popolazione straniera in Germania, anche a seguito delle naturalizzazioni,  scesa a 6.751.000 persone, di cui pi un quinto nati sul posto. Il flusso annuale continua a essere imponente, con il coinvolgimento di pi di un milione di immigrati, tra entrate e uscite (rispettivamente 558.000 e 448.000 nel 2006).

Sono stati rilevanti anche i flussi di migranti italiani, 1.454.000 dei quali vi si recarono negli anni Ġ60, 1.167.000 negli anni Ġ70, 581.000 negli anni Ġ80, 478.000 negli anni Ġ80, 375.000 negli anni Ġ90: a fronte di circa 4 milioni di espatri, i rimpatri furono ben 3,5 milioni per effetto del modello rotatorio allora perseguito.

AllĠinizio del 2007 la collettivitˆ italiana contava tra i 530.000 (archivi tedeschi, di cui il 30% nati sul posto) e i 580.000 membri (archivi italiani), mentre sono 140.000 quelli che hanno acquisito la cittadinanza tedesca. Numerosi sono stati anche i matrimoni con un partner tedesco (82.000). Tutto ci˜, per˜, unito a unĠanzianitˆ media di soggiorno di 25 anni, non ha risolto tutti i problemi di integrazione. I flussi attuali si sono ridotti a poche decina di migliaia di unitˆ lĠanno, ben lontani dai 200.000 migranti lĠanno che espatriavano negli anni Ġ60.

Attualmente lĠItalia  accomunata alla Germania per il fatto di essere diventata un grande paese di immigrazione, con 3.690.000 presenze regolari allĠinizio del 2007. LĠincontro italo-tedesco sullĠintegrazione segna idealmente una staffetta tra quello che continua a essere il pi grande paese europeo di immigrazione in Europa e lĠItalia che sembra destinata a diventarlo in una ventina dĠanni. Infatti, mentre in Germania il saldo tra ingressi e uscite  sceso al di sotto delle 50.000 unitˆ, in Italia nel 2006 ha superato le 600.000 unitˆ, alle quali si aggiungono le nuove nascite, mentre le uscite sono poche decine di migliaia. Anche nel 2007 il ritmo di crescita della presenza immigrata in Italia dovrebbe essere quanto meno di 300.000 unitˆ, con una forte analogia con la Germania degli anni Ġ60.

Vari altri elementi portano a sottolineare il diverso andamento del fenomeno nei due paesi. In Italia hanno valori pi elevati:

-          i ricongiungimenti familiari (87.000 rispetto a 76.000);

-          le nuove nascite da entrambi i genitori immigrati (57.000 rispetto a 30.000);

-          lĠincidenza totale delle nascite (10% rispetto al 5%);

-          la percentuale dei minori sulla popolazione straniera (22,6% rispetto al 18,2%).

Altri fattori, sui quali pesa lĠanzianitˆ dellĠesperienza migratoria, vedono invece prevalere la Germania:

-          il peso delle seconde generazioni (750.000 rispetto a 398.000 in Italia);

-          il flusso delle naturalizzazioni (125.000 lĠanno rispetto a 19.000 in Italia);

-          lĠanzianitˆ media di soggiorno (il 16% ha unĠanzianitˆ di meno di 5 anni, mentre in Italia la quota sale al 50%: in Germania lĠanzianitˆ media  di 17 anni, di cui il 22% con pi di 30 anni di residenza).

LĠesperienza della Germania porta a interrogarsi su alcuni punti problematici, che possono evidenziare in anticipo quello che sarˆ la futura esperienza italiana:

-          le seconde generazioni troveranno difficile accettare un inserimento di basso profilo nel mondo del lavoro;

-          i pericoli di esclusione nel mondo scolastico sono consistenti e dalle rilevanti conseguenze;

-          appare sempre pi necessario insistere sulla lingua come leva di integrazione.

Alcuni dei problemi rilevati in Germania si presentano anche in Italia, come la pi alta concentrazione degli immigrati negli istituti tecnici, la dispersione e i ritardi scolastici, lĠalto tasso di non ammissione dei ragazzi immigrati alla fine della terza media (5 volte pi alto rispetto alla media: rispettivamente 10% e 2%).

                  LĠesperienza tedesca aiuta anche a prendere atto di aspetti positivi connessi con lĠesperienza migratoria. Ad esempio, in Germania le 300.000 aziende promosse dagli immigrati danno lavoro a 1 milione di immigrati. Anche in Italia le prospettive sono quanto mai interessanti se, come prospettato dalla Fondazione Ethnoland e dal Dossier Statistico Immigrazione, verrˆ favorito il raggiungimento dello stesso tasso di imprenditorialitˆ riscontrabile tra gli italiani, per cui dalle attuali 141.000 aziende con titolare straniero si potrˆ passare a 336.000 aziende, con 20 miliardi di euro aggiuntivi e benefici occupazionali molto concreti.

                  In preparazione del convegno italo-tedesco sono stati intervistati 62 immigrati attivi nellĠassociazionismo ed essi, pur senza sottacere i problemi, hanno lasciato chiaramente intendere che gli stranieri dellĠItalia amano la lingua, le tradizioni e i suoi tesori dĠarte, e sono intenzionati a restarvi. Bisogna non disperdere questo credito, avallando un corretto concetto dĠintegrazione.

Secondo il Ministro federale tedesco per lĠimmigrazione, Maria Boehmer, ÒLĠintegrazione rappresenta la sfida chiaveÓ: un obiettivo assolutamente prioritario, e trasversale alle parti politiche, non solo per la Germania e lĠItalia bens“ per lĠintera Unione Europea. In questo ambito si pone anche la riflessione sulle norme costituzionali non negoziabili, sullĠofferta di pari opportunitˆ, sullĠapprendimento necessario della lingua del posto e sul rispetto delle culture degli immigrati.

Anche secondo mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, Òil concetto di integrazione, se inteso in maniera scorretta o parziale, genera diffidenza sia tra la popolazione del posto che tra gli immigrati e impedisce di andare fruttuosamente avanti. é pertanto auspicabile che anche in Italia si pervenga a un concetto condiviso, che ponga fine al complesso di Penelope per cui una parte politica lavora per eliminare quanto fatto dallĠaltra: questo non possiamo pi permetterceloÓ.

 

Ambasciata di Germania a Roma, Ufficio Stampa: 06.49213229

Caritas Italiana: 06.66177226

Redazione Dossier Statistico Immigrazione - Centro Studi Idos tel. 06.66514345

 

LĠintegrazione degli immigrati in Italia e in Germania:

dati statistici a confronto (2006)

 

 

 

Germania

Italia

Popolazione

82.100.000

59.131.000

Cittadini stranieri regolari

6.751.000

3.690.000

 

 

 

Nuovi ingressi

556.000

600.000

Rimpatri

484.000

15.000

Saldo migratorio

20.000

585.000

 

 

 

Persone con passato migratorio (incidenza sui residenti)

1/5

1/15

Stranieri con meno di 5 anni di residenza

16%

50%

Acquisizioni annuale di cittadinanza

125.000

19.000

Prima collettivitˆ

Turchi 1.800.000

Romeni 556.000

 

 

 

Nati sul posto

20,0%

13,5%

Incidenza sul totale delle nascite

3%

10%

Incidenza dei minori

18,2%

22,6%

Persone venute per ricongiungimento familiare

76.000

82.000

 

 

 

Tasso di disoccupazione

20,2%

8,6%

Imprese con titolare straniero

300.000

141.000

FONTE: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Elaborazioni su fonti diverse.

Cfr. anche il sito dellĠAmbasciata tedesca www.rom.diplo.de