Legislatura 16º - 14ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 18 del 11/11/2008


 

POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA    (14ª) 

 

MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2008

18ª Seduta 

 

Presidenza della Presidente

BOLDI 

 

 

 

            La seduta inizia alle ore 13,40.

 

 

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE  

 

La PRESIDENTE informa la Commissione che, per quanto riguarda il disegno di legge comunitaria 2008 e la Relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea (anno 2007), sono pervenuti, fino a questo momento, le relazioni e i pareri delle Commissioni 4a, 7 a, 12 a e Questioni regionali.

            Le rimanenti Commissioni dovrebbero pronunciarsi nel corso di questa settimana, salvo la 5 a Commissione che ha assicurato formulerà la relativa relazione e il relativo parere per l’inizio della prossima settimana.

            Conferma, secondo l’orientamento ricevuto dalla Commissione nel corso dell’ultima seduta, di essersi attivata, presso i colleghi Presidenti, affinché le Commissioni permanenti si pronuncino sul disegno di legge comunitaria e sul documento LXXXVII attraverso relazioni e pareri approfonditi nel merito, ciascuna per le parti di propria competenza.

            Su sollecitazione di alcuni componenti della Commissione, ritiene opportuno riaprire il termine per la presentazione degli emendamenti, già fissato per giovedì 13 novembre alle ore 12, proponendo di rideterminarlo per venerdì 21 novembre, alle ore 12.

 

            Conviene la Commissione.

 

            Informa, infine, che domani la prevista seduta della Commissione registrerà la presenza del ministro Ronchi, il quale avrà modo di replicare agli interventi e alle osservazioni che emergeranno nel corso della discussione generale.

 

 

IN SEDE REFERENTE 

 

(1078) Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008  

(Doc. LXXXVII n. 1) Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, anno 2007

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio) 

 

            Riprende l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, sospeso nella seduta del 5 novembre 2008.

 

      La presidente BOLDI (LNP) introduce, in sostituzione della relatrice designata, senatrice Licastro Scardino, momentaneamente assente, i contenuti della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007. Suddivisa in cinque parti, la suddetta Relazione è stata trasmessa alle Presidenze delle due Camere lo scorso 31 gennaio, con lo scopo di offrire elementi informativi e di riflessione non solo sul bilancio della politica europea dell'Italia durante lo scorso anno, ma anche sull'agenda della politica italiana in sede europea per il 2008.

            La relazione, a scopo di organicità e di maggiore leggibilità, è suddivisa in sei parti. La Parte I tratta gli sviluppi del processo di integrazione europea, e in particolare le novità introdotte dal Trattato di Lisbona, il cui processo di ratifica, dopo l'impasse provocata dalla bocciatura referendaria dell'Irlanda, è lungi dall’avviarsi a conclusione. L'Italia, in particolare, ha ratificato il Trattato con voto unanime a inizio della nuova legislatura.

Un capitolo viene dedicato al processo di allargamento dell'Unione, con particolare riferimento ai negoziati in corso con la Turchia, rallentati dal persistere della questione cipriota, e con i paesi balcanici.

Per quanto concerne la politica di vicinato la principale novità, già annunciata nel 2007 e concretizzatasi con il vertice di Parigi a luglio e con la conferenza euromediterranea di Marsiglia nei primi giorni di novembre, consiste nel rilancio del Processo di Barcellona e nella nascita dell'Unione per il Mediterraneo. Va rilevato, a questo proposito, come l'Italia non abbia ottenuto cariche di particolare rilievo nelle nuove strutture create all'interno del partenariato, e come la maggior parte dei progetti considerati prioritari per lo sviluppo economico del bacino mediterraneo nascano da iniziative di altri Stati membri. L'Italia resta invece membro dell'Ufficio di presidenza dell'Assemblea parlamentare euromediterranea, ed eserciterà in proprio la presidenza nel 2010-2011.

In tema di cooperazione giudiziaria, di polizia e doganale, la relazione rende conto, tra l'altro, dell'importante novità rappresentata da alcune proposte di direttiva, ossia strumenti tipici del primo pilastro UE, che prevedono l'obbligo di adottare sanzioni penali con riferimento a determinate condotte da esse descritte. Si tratta, in particolare, delle proposte di direttiva sulla protezione della proprietà intellettuale e sulla tutela penale dell'ambiente, che l'Italia ha fortemente sostenuto contro la posizione di alcuni Stati membri che ritenevano impropria l'individuazione del Trattato sulla comunità europea quale base giuridica. Tali proposte hanno concluso positivamente il loro iter nel corso del 2008.

Viene inoltre offerto un quadro estremamente dettagliato della complessa legislazione in fase ascendente nel campo della cooperazione giudiziaria civile (legge applicabile in materia matrimoniale, legge applicabile alle obbligazioni contrattuali, notificazione e comunicazione degli atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile e commerciale, mediazione in materia civile e commerciale, obbligazioni alimentari), e vengono aggiornate le iniziative in tema di lotta contro l'immigrazione clandestina (il tema dell'integrazione dei migranti è trattato nella Parte VI della Relazione). La Presidente relatrice ricorda a questo proposito che il tema delle politiche migratorie è stato al centro dei lavori della Presidenza francese. A luglio, la Commissione europea ha presentato due comunicazioni sull'immigrazione e l'asilo, che hanno fatto da preludio e da base al piano approvato in materia dal Consiglio europeo di ottobre.

            La Parte II si concentra sulle prospettive economiche, gli orientamenti generali e le nuove strategie, soffermandosi in modo dettagliato sull'impegno profuso dal Governo per rispondere all'azione di stimolo esercitata dalla Strategia di Lisbona, traducendola in una serie di misure di modernizzazione incentrate sull'innovazione, la crescita quantitativa e qualitativa delle opportunità di lavoro, specie per le donne, il potenziamento della concorrenza e della coesione interna.

Va rilevato come l'impegno profuso dall'Italia abbia ottenuto un significativo riconoscimento dalla stessa Commissione europea, che nel suo rapporto sull'attuazione del Piano nazionale di riforma, presentato a dicembre 2007, ha espresso una valutazione positiva sui progressi realizzati.

Nella seconda parte viene altresì inserito un capitolo ad hoc sui nuovi orientamenti prioritari dell'UE in materia di ambiente ed energia - trattati in modo più dettagliato nella Parte V -, proprio a testimoniare come strategia di Lisbona e sviluppo sostenibile siano due ambiti complementari e in grado di rafforzarsi vicendevolmente.

            La Parte III è incentrata sulle attività connesse alle fasi ascendente e discendente. Per quanto concerne la prima, viene dato conto in particolare delle attività svolte dal Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei, o CIACE, e dal suo organo tecnico ausiliario, il Comitato tecnico permanente, sottolineandone l'assoluta centralità per l'azione del Governo in sede negoziale.

Per la fase discendente, viene offerto un quadro completo dell'attività di recepimento delle direttive incluse nelle leggi comunitarie 2005 e 2006. Attività peraltro non completata, anche a causa del cambio di legislatura, dimodoché il disegno di legge comunitaria attualmente all'esame della 14ª Commissione contiene diverse reiterazioni di deleghe. Vengono altresì elencate le misure di recepimento diretto di direttive da parte delle Regioni, e viene fornito un quadro riepilogativo delle procedure d'infrazione in corso al 31 dicembre 2007, dal quale emerge confermato il trend positivo che sta progressivamente riallineando l'Italia agli altri Stati membri, e che deriva in larga misura dall'impegno profuso dalla struttura di missione appositamente creata presso il Dipartimento per le politiche UE. 

La Parte IV della Relazione si concentra su mercato interno e concorrenza, a partire dalla nuova strategia del mercato unico per il XXI secolo, presentata nel novembre 2007 dalla Commissione europea e consistente in un pacchetto di iniziative finalizzate a rendere il mercato unico europeo più moderno e più vantaggioso per i cittadini europei. Il documento propone una serie di azioni che spaziano dalla politica delle piccole e medie imprese alla sicurezza dei prodotti, alla libera circolazione dei prodotti e dei servizi, alla formazione tecnica, alle regole finanziarie e contabili, proponendo l'idea di una "quinta liberà" costituita dalla realizzazione della Società dell'informazione e della comunicazione, basata sulla libera circolazione di conoscenza ed innovazione.

In tema di libera circolazione dei beni l’oratore ricorda come nel febbraio 2008 il Parlamento europeo abbia approvato in prima lettura il Regolamento relativo al reciproco riconoscimento di prodotti non armonizzati da parte degli Stati membri, che definisce diritti ed obblighi delle autorità nazionali e delle imprese che intendono vendere in un Paese dell'Unione prodotti già legalmente commercializzati in un altro Membro.

Per quanto riguarda le misure in materia doganale, sono stati attivati i programmi d'azione comunitari "Dogana 2007", finalizzato all'applicazione uniforme della legislazione doganale per la tutela del bilancio comunitario; e "Fiscalis 2007", con l'obiettivo di migliorare e rendere più efficace il funzionamento del sistema di imposizione indiretta nel mercato interno.

L'Unione europea ha perseguito anche nel 2007 delle iniziative di cooperazione sia tra Stati membri che con Paesi terzi, prestando attenzione sia al quadro giuridico di riferimento che alla rete di relazioni esterne. In corso di definizione accordi, in particolare, con la Turchia, con la Federazione Russia e con la Confederazione Svizzera, mentre in materia di contraffazione si attende un pacchetto normativo idoneo a garantire una omogenea e continua azione europea di contrasto, uniformità di controlli e sanzioni oltre che scambio di informazioni capillare.

            Per la libera circolazione dei servizi la Presidente relatrice ricorda che la Direttiva 206/123/CE (o direttiva "Servizi") è stata adottata il 12 dicembre 2006, con un termine per il recepimento entro il 28 dicembre 2009. La trasposizione esige una preventiva e piena conoscenza sia del quadro normativo nazionale in materia di attività dei servizi, sia del sistema amministrativo di riferimento, che si traduce in un'attività di monitoraggio da parte degli Stati membri, i quali ne riferiscono i risultati alla Commissione. Gli obiettivi della direttiva riguardano diversi soggetti: operatori economici, consumatori ed istituzioni. Agli Stati membri si richiedono adempimenti precisi tra cui quello di operare uno screening della normativa che riguarda l'accesso ad un'attività di servizi e il suo esercizio per verificarne la compatibilità con i criteri dettati dalla direttiva; ed instaurare forme di cooperazione amministrativa efficaci con gli Stati membri al fine di garantire il controllo dei prestatori e dei loro servizi.

Si tratta, in sostanza, di predisporre un censimento di tutti i regimi di autorizzazione che condizionano la libertà di circolazione dei servizi e la libertà di stabilimento dei prestatori; in un secondo momento, verrà valutata la conformità alla direttiva delle previsioni legislative, regolamentari e amministrative individuate alle amministrazioni, al fine di correggere o abolire i regimi autorizzatori ingiustificati o sproporzionati e di eliminare i requisiti dubbi.

In tema di libera circolazione dei lavoratori – continua l’oratore - la Relazione si sofferma in particolare sulla direttiva 2005/36/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 206 del 6 novembre 2007, con la quale la Comunità ha avviato la riforma del regime di riconoscimento delle qualifiche professionali, rendendolo più uniforme, trasparente e flessibile. Per facilitare l'applicazione di tutte le disposizioni previste dalla direttiva, una decisione della Commissione ha istituito uno specifico gruppo composto dai Coordinatori nazionale nominati dagli Stati membri, con il compito di garantire il coordinamento tra le amministrazioni competenti a regolamentare le professioni nazionali, al fine di un'applicazione uniforme della direttiva.

Per quanto concerne la libera circolazione dei capitali, gli elementi forniti dalla Relazione vanno integrati con un richiamo alla importante proposta di regolamento relativo ai pagamenti transfrontalieri, presentata il 13 ottobre 2008 ed attesa in plenaria nel marzo 2009, che ha il fine di realizzare un mercato interno dei servizi di pagamento in Europa nel quale esista una reale concorrenza ed i pagamenti transfrontalieri e nazionali siano soggetti allo stesso regime, consentendo così risparmi e vantaggi di rilievo per l'economia europea in senso ampio.

Per quanto attiene alla concorrenza, alla normativa antitrust e alle liberalizzazioni, la Presidente relatrice segnala due importanti indagini nel settore bancario e nel settore assicurativo, che si sono concluse rispettivamente con la comunicazione del 31 gennaio 2007 e del 25 settembre 2007 ed hanno portato la Commissione ad evidenziare alcune pratiche anticoncorrenziali e, di conseguenza, ad attivare idonei strumenti di contrasto. In tal senso, anche da parte italiana, si è provveduto con la legge del 2 aprile 2007, n. 40, ad emanare disposizioni innovative in ordine alla estinzione anticipata ed alla portabilità dei mutui, alle spese concernenti le comunicazioni al cliente da parte di banche ed assicurazioni, alla semplificazione in materia di cancellazione di ipoteche, al rinnovo dei contratti di assicurazione.

            Per quanto riguarda l’ambito delle liberalizzazioni, i progressi registrati in Italia si inseriscono nel solco tracciato dalla Commissione europea, la quale ha sostenuto la necessità di insistere soprattutto sui settori dell’energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti.

In tema di aiuti di stato, nel dicembre 2007, la Commissione ha adottato un nuovo Regolamento con norme procedurali più rapide per la notifica degli aiuti di Stato, in linea con le posizioni espresse dai Paesi membri. Con il "Quadro di valutazione degli aiuti di Stato" predisposto nell’autunno 2007, l’Esecutivo di Bruxelles ha, inoltre, evidenziato la tendenza al contenimento del volume complessivo degli aiuti alle imprese, dichiarando l’Italia in linea con l’orientamento più volte stabilito dai vari Consigli europei. Va segnalato, inoltre, che la Commissione, il 28 novembre 2007, ha approvato la carta italiana degli aiuti di Stato a finalità regionale per il periodo 2007-2013.

            Per quanto concerne la tutela della proprietà intellettuale e industriale, una rilevante novità, rispetto al quadro tracciato dalla relazione, è rappresentata dalla comunicazione su "Una strategia europea in materia di diritti di proprietà industriale", presentata dalla Commissione europea lo scorso luglio, che propone una strategia orizzontale e integrata che abbracci l'intera gamma dei diritti di proprietà industriale. L’istituzione di un brevetto comunitario attraverso un titolo di protezione non discriminatorio ed unico per tutta l’UE rappresenta, per l’Italia, un obiettivo di fondamentale importanza per aumentare la competitività delle imprese europee rispetto ai concorrenti che già dispongono di titoli di protezione unitari e ottenibili a costi ragionevoli.

Infine, in tema di protezione dei consumatori, a gennaio è stata presentata la direttiva sulla sicurezza dei giocattoli, risultato di una lunga attività di studio, nella quale l’Italia è stata impegnata in prima linea, anzitutto come Paese coordinatore del progetto "SUSY SAFE" relativo alla creazione di una banca dati sugli incidenti, e poi come promotore di un secondo progetto (SUSY SAFE II) che terminerà nel dicembre 2009, con l’obiettivo di utilizzare i dati acquisiti per indirizzare la progettazione e l’utilizzo dei prodotti nell’ottica della massima sicurezza, coinvolgendo i consumatori come soggetti attivi nel processo di acquisizione e come attori nel processo di educazione al consumo e nell’attività di prevenzione.

            Sempre a gennaio 2008, è stata inoltre presentata la proposta di regolamento relativa alla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori, per consolidare ed aggiornare due settori della legislazione in materia di etichettatura, vale a dire l'etichettatura generale dei prodotti alimentari e l'etichettatura nutrizionale, rispettivamente disciplinati dalle direttive 2000/13/CE e 90/496/CEE.

            Infine, lo scorso ottobre, è stata presentata una proposta di direttiva sui diritti dei consumatori che mira a modificare l'attuale quadro normativo - ripartito in quattro distinte direttive - creando un unico strumento orizzontale che disciplina in modo sistematico gli aspetti comuni, semplifica e aggiorna il quadro normativo, eliminando eventuali incoerenze e colmando possibili lacune.

La proposta, soprattutto, si distanzia dall'approccio dell'armonizzazione minima seguito nelle quattro direttive (il principio, quindi, in base al quale gli Stati membri possono mantenere o adottare norme più severe rispetto a quelle europee; principio che ha creato una forte discordanza nelle legislazioni nazionali), optando per un principio di armonizzazione completa, in base al quale gli Stati membri non potranno più mantenere o adottare disposizioni divergenti da quelle europee.

            La Parte V della Relazione si sofferma sulle Politiche comuni, a partire dalla politica agricola, di cui vengono illustrate soprattutto le evoluzioni legislative, a partire dalla Comunicazione sullo stato di salute della PAC riformata. Va ricordato a questo proposito che molte delle proposte legislative segnalate come in corso di iter, dalla riforma della OCM vino a quella del settore ortofrutticolo, al nuovo regolamento sull'etichettatura dei prodotti biologici, hanno concluso o stanno concludendo il loro iter. L'impegno profuso dal Governo in sede negoziale ha dato esiti diseguali: più efficace in sede di riforma dei settori vitivinicolo e ortofrutticolo, meno nell'ambito delle misure in materia di agricoltura biologica e di qualità, dove l'innalzamento della percentuale di OGM nei prodotti del biologico tende inevitabilmente a danneggiare il comparto italiano, strutturato su una politica di esclusione quasi totale del geneticamente modificato. In questa prospettiva, acquista un particolare rilievo il negoziato che prenderà le mosse, sotto forma di procedura di consultazione, dal Libro verde sulla qualità dei prodotti alimentari, recentemente presentato dalla Commissione europea: sede ottimale per proporre misure che tutelino la specificità della nostra agricoltura. Proprio sul Libro verde, come anche sulla riforma della OMC tabacco, dovrebbe incentrarsi, nel 2009, il dibattito europeo.

            Rilevante anche, come evidenziato dalla Relazione, l'impegno profuso dal Governo in sede negoziale sul Regolamento attuativo del Fondo europeo per la pesca, all'interno del quale sono state introdotte importanti misure di sostegno per gli operatori del settore.

            Per quanto concerne la politica dei trasporti, particolare rilievo merita l'impegno del governo, coronato da un parziale successo, sul cosiddetto terzo pacchetto ferroviario, il cui iter si è appena concluso e a proposito del quale l'Italia ha sottolineato l'esigenza di tutelare il cosiddetto "presidio della sicurezza" rispetto a politiche di liberalizzazione incontrollate, e di garantire l'implementazione dell'interoperabilità dei sistemi ferroviari finalizzata allo sviluppo del trasporto su rotaia. Anche in tema di trasporti marittimi la legislazione UE appare in continua evoluzione, con particolare riferimento alla proposta di direttiva sulle responsabilità degli armatori e dei vettori in caso di incidente.

            Nel settore dell'audiovisivo e delle telecomunicazioni, la relazione si concentra in particolare: sulla nuova direttiva "televisione senza frontiere", che andrà attuata entro la fine del 2009, e sull'evoluzione della legislazione nazionale nella transizione dall'analogico al digitale; sul nuovo pacchetto di revisione del quadro regolamentare per le comunicazioni elettroniche, intorno al quale si è svolto, nei primi mesi del 2008, un ampio e articolato dibattito in sede di Consiglio e il cui esame dovrebbe concludersi nel primo semestre del 2009; sulla proposta di revisione della direttiva sui servizi postali, finalizzata al completamento del mercato interno e al mantenimento di un livello comune del servizio universale per tutti gli utenti degli Stati membri, il cui iter si è concluso a inizio 2008.

            In tema di politica energetica e ambientale, il processo di integrazione europea e la partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario hanno fatto registrare uno sforzo significativo attorno ai tre pilastri della lotta ai cambiamenti climatici, della sicurezza degli approvvigionamenti energetici e della necessità di promuovere la crescita e l'occupazione. La relazione dà conto soprattutto delle procedure connesse al cosiddetto "pacchetto energia-ambiente", approvato dal Consiglio europeo di primavera e orientato a definire target obbligatori per la riduzione delle emissioni e le energie rinnovabili, sottolineando altresì come l'obiettivo vincolante per i biocarburanti sia condizionato alla disponibilità di tecnologie sostenibili di seconda generazione. In sede pre-negoziale, l'Italia ha sottolineato in particolare la necessità che le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio siano sottoposte a valutazione di efficacia e di impatto ambientale, e non contrastino con altre tecnologie volte a contrastare il cambiamento climatico, come ad esempio le fonti rinnovabili.

            Sulla materia, l'intensa attività della Commissione europea si è tradotta nel 2007 in un primo pacchetto clima-energia, che individua per il 2020 i tre obiettivi strategici del 20 per cento di riduzione delle emissioni di Co2 rispetto ai livelli del 1990, di una quota di energia prodotta da fonti rinnovabili pari al 20 per cento dei consumi finali energetici europei e di una quota dei consumi di biocarburanti pari al 10 per cento dei consumi europei dei combustibili per i trasporti. Tali obiettivi sono al centro del secondo pacchetto clima-energia, presentato a gennaio 2008, come anche della proposta di regolamento sulle emissioni del comparto automobilistico: proposte legislative sulle quali si è concentrata una parte significativa del dibattito nelle istituzioni europee e in particolare in sede di Consiglio, e cui la 14ª Commissione, come anche le altre Commissioni competenti per materia, ha dedicato particolare attenzione, vista la problematicità di alcune delle disposizioni contenute per la filiera produttiva del nostro paese. La relatrice ricorda che su questi provvedimenti, come anche sul pacchetto di proposte relative al mercato interno dell'energia e del gas naturale (anch'esse ampiamente dibattute, con particolare riferimento al tema della separazione della proprietà delle reti di trasmissione dalle attività di produzione/importazione), la presidenza francese conta di raggiungere un accordo entro la fine di quest'anno.

            Per quanto concerne la politica fiscale, la relazione si sofferma soprattutto sull'evoluzione del cosiddetto "pacchetto IVA", da tempo ormai in discussione al Consiglio, dando conto delle significative evoluzioni verificatesi nel 2007 e in particolare dell'accordo politico sostanziale raggiunto dal Consiglio ECOFIN del 4 dicembre. Va peraltro rilevato come le tre proposte legislative di cui consta il pacchetto (mini sportello unico, luogo di tassazione dei servizi e riforma dell'ottava direttiva IVA) siano ancora in corso di esame, e come ad esse si sia aggiunta, durante il 2008, un'importante quarta proposta di direttiva che estende il sistema delle aliquote IVA ridotte ai servizi prestati localmente, ivi inclusi quelli di ristorazione, a suggello di una posizione fortemente sostenuta dall'Italia.

            Relativamente alle politiche di coesione e fondi strutturali, la relazione si sofferma sui brillanti risultati ottenuti in tema di utilizzo delle risorse assegnate per il periodo di programmazione 2000-2006, che dovrebbero garantire una perdita di finanziamenti a consuntivo minima se non fisiologica (lo 0.3 per cento delle risorse complessive assegnate all'Italia). Essa illustra inoltre l'intenso impegno profuso nella predisposizione del Quadro strategico nazionale per il periodo 2007-2013 nonché di tutti i programmi operativi rientranti all'interno del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo. I contributi comunitari destinati alla programmazione, che si attestano a quasi 29 miliardi di euro, saranno inseriti nel quadro più ampio della politica regionale unitaria, così da garantire una gestione coordinata di tutte le risorse disponibili all'interno di un disegno armonico.

            Particolarmente preoccupanti risultano i dati relativi alla lotta contro la frode. Benché infatti all'Italia, e in particolare alla nostra Guardia di Finanza, venga riconosciuta nelle sedi europee una notevole capacità di contrasto al fenomeno delle frodi, tale capacità rischia di essere vanificata dalla difficoltà di recuperare i contributi comunitari illecitamente percepiti. Difficoltà tanto più grave nel momento in cui il nostro paese è al quinto posto assoluto per numero di frodi e irregolarità segnalate e addirittura al primo posto per importi delle frodi, con più di 318 milioni di euro contro i 139 della Spagna, secondo paese dell'UE, e mostra una crescente difficoltà nei recuperi, in controtendenza con il dato generale europeo.

            La Presidente relatrice conclude la sua illustrazione esponendo i contenuti della  Parte VI della Relazione che si sofferma sulle politiche sociali, offrendo un quadro completo delle iniziative in fase ascendente e discendente per quanto concerne, tra l'altro, le politiche per la famiglia, per lo sport, per il lavoro, per la salute e per l'istruzione e la formazione. Merita particolare segnalazione l'impegno profuso dall'Italia in sede di recepimento delle direttive per l'integrazione sociale dei migranti e per la parità di trattamento, come anche, in questo secondo ambito, l'intensa attività svolta nell'attuazione dell'Anno europeo delle pari opportunità per tutti, la cui inaugurazione si è svolta a Roma il 3 maggio dello scorso anno.

 

            Si apre la discussione generale congiunta.

 

            La senatrice MARINARO (PD) esprime apprezzamento per i contenuti e lo spirito che hanno informato le relazioni sui due documenti in esame, il disegno di legge comunitaria 2008 e la Relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per il 2007.

            In merito a quest’ultimo documento sottolinea l’importanza di una continuità di lavoro e di valutazione tra il precedente Governo e quello attuale su una materia complessa come quella relativa all’adeguamento del diritto interno al diritto comunitario. Occorre riconoscere, del resto, come in tale settore debba necessariamente prevalere un orientamento che travalichi gli schieramenti politici e che tenga conto dell’interesse nazionale.

            L’oratore ritiene, comunque, importante dare atto all’impegno del ministro Bonino che, nella scorsa legislatura, si è profuso con tutte le sue capacità allo scopo di ridurre il gap di infrazioni comunitarie che l’Italia aveva accumulato.

            Il risultato di tale lavoro costituisce un beneficio per il paese, soprattutto se si tiene in mente che il mancato adeguamento dell’ordinamento interno a quello comunitario rappresenta sempre di più un costo ed un onere quantificabili in termini pecuniari.

            Sotto tale profilo sarebbe opportuno che, dal versante governativo, si sviluppi un maggior grado di controllo delle insufficienze che purtroppo emergono a livello delle varie amministrazioni statali nei procedimenti di attuazione della normativa Ue. Al riguardo, potrebbe risultare utile che il Governo - in via permanente e prescindendo dalla maggioranza politica che in un dato momento storico detiene le leve dell’Esecutivo - possa realizzare un effettivo ed aggiornato monitoraggio nelle varie fasi di attuazione di ciascuna direttiva che l’Italia deve introdurre nella propria legislazione.

            L’oratore, inoltre, si interroga sull’opportunità di addivenire ad una sostanziale modificazione dell’attuale assetto ordinamentale che regge il recepimento delle norme comunitarie nel diritto italiano. A tale proposito, ricorda che l’istituto della "legge comunitaria" fu concepito come strumento di emergenza, destinato ad avere una vita provvisoria, e che, comunque, esso, risulta essere ormai superato da una realtà che è cambiata radicalmente e che potrà configurare, con l’auspicabile entrata in vigore del Trattato di Lisbona, un diverso ruolo dei parlamenti nazionali sia nella fase ascendente che nella fase discendente.

            La funzione più innovativa dei parlamenti nazionali è, a suo avviso, da individuare proprio nella implementazione di una fase ascendente che veda questi ultimi inserirsi in maniera efficace e preventiva nel processo normativo comunitario. Una volta approvata dalle istituzioni comunitarie una determinata norma, infatti, non esistono più margini di un possibile intervento emendativo, per cui il ruolo "recettivo" delle assemblee nazionali rischia di ridursi, per lo più, ad un controllo formale di conformità del diritto nazionale a quello comunitario.

            Osserva, inoltre - come è stato peraltro rilevato anche in passato, sia in sede accademica che parlamentare - che potrà risultare conveniente scindere l’esame del disegno di legge comunitaria dall’esame della predetta relazione annuale, proprio perché si tratta di due atti completamente distinti per quanto concerne le finalità: il primo rivolto all’adeguamento della normativa nazionale, il secondo mirante a tracciare una sorta di consuntivo di tale lavoro di recepimento.

            L’oratore si sofferma brevemente, infine, sull’attuazione del regolamento sui GECT (Gruppi europei di cooperazione territoriale), che prevede un effettivo coinvolgimento dell’Unione europea a livello locale e regionale, nonché sulla direttiva relativa alle pari opportunità.

 

            Il senatore D'AMBROSIO LETTIERI (PdL) richiama l’attenzione sull’importanza della parte VI della Relazione in argomento, che si concentra, in particolare, sul recepimento di una serie di direttive riguardanti il settore della tutela della salute.

            E’ indispensabile, prosegue l’oratore, che a tali disposizioni comunitarie, nonché a quelle di cui agli articoli 7 e 18 del disegno di legge comunitaria, che riguardano il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi medici impiantabili attivi ed agli allergeni alimentari, venga data attuazione in tempi certi e rapidi, pena l’insorgere di tutta una serie di conseguenze negative per il sistema paese, quantificabili in termini di infrazioni cui l’Italia sarà chiamata a dare conto attraverso multe gravose qualora persista l’inadempimento agli obblighi comunitari.

           

            Il senatore DI GIOVAN PAOLO(PD), dopo aver espresso alcune valutazioni in merito alla relazione sul disegno di legge comunitaria formulata dalla Commissione cultura e istruzione, manifesta l’auspicio che, in futuro, la Relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea - anche se formulata in maniera pregevole, come nella presente versione all’esame della Commissione - possa essere predisposta, a livello ministeriale, elaborando un documento quantitativamente più ridotto ma che, al contempo, contenga anche indicazioni più operative per l’intera amministrazione pubblica.

            Per quanto attiene alla politica mediterranea dell’Unione, l’oratore è del parere che non venga sottolineata abbastanza la funzione che, in tale ambito cooperativo, potrebbero svolgere i singoli poteri locali delle due sponde di questo mare. Una politica che voglia accreditarsi come autenticamente collaborativa, non può prescindere, infatti, dai rapporti che possono essere instaurati direttamente tra i vari enti territoriali e che risultano, tra l’altro, molto più diffuse di quanto non si possa credere.

            A tale proposito, manifesta il timore che la nuova Unione euromediterranea - al di là dei toni entusiastici, ed a volte trionfalistici, con cui è stata inaugurata durante la Presidenza di turno francese - si riduca a divenire una delle tante varianti della politica europea di buon vicinato.

            Relativamente, infine, alla questione dei diritti televisivi e della pubblicità, egli si augura che venga fissato un punto fermo per quanto riguarda la tutela dei minori: soprattutto durante l’emissione di cartoni animati, interrotti da pause pubblicitarie, devono essere salvaguardati i diritti basilari dei bambini.

           

            Il senatore FLERES (PdL) ritiene di poter individuare, in negativo, un punto di contatto tra i due documenti all’esame della Commissione: entrambi difettano, in maniera completa, di qualsivoglia riferimento programmatico al rispetto dei diritti umani fondamentali.

            Nell’anno che vede la celebrazione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani , è deplorevole che, sia nel disegno di legge comunitaria che nella Relazione annuale, venga a mancare una visione ed un progetto armonico che consideri l’individuo in quanto tale, quale soggetto titolare di diritti inalienabili. Al contrario, è d’uopo rilevare, nei due documenti, la definizione dell’individuo, non nella sua unitarietà, bensì nelle sue varie sfaccettature di individuo-produttore, individuo-consumatore, individuo-bambino, eccetera.

 

            La PRESIDENTE relatrice, dopo aver rilevato che dalla Commissione cultura e istruzione è meritoriamente pervenuto un parere molto dettagliato sulla Relazione annuale, dichiara di condividere pienamente le argomentazioni svolte dal senatore Di Giovan Paolo in tema di tutela dei minori nei programmi televisivi, stigmatizzando, in particolare, gli effetti perniciosi che molto spesso derivano proprio dalla pubblicità inserita in questo tipo di programmi.

 

            Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 

 

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE SULLO SVOLGIMENTO DELLA XL RIUNIONE COSAC, TENUTASI A PARIGI IL 3 E 4 NOVEMBRE 2008  

 

      La  PRESIDENTE riferisce sugli esiti della XL riunione COSAC, tenutasi a Parigi il 3 e 4 novembre 2008, cui ha partecipato, in rappresentanza della 14ª Commissione del Senato, insieme ai senatori Santini e Di Giovan Paolo.

            I lavori sono stati aperti – dopo le allocuzioni di benvenuto del presidente del Senato, Gerard Larcher e del presidente dell’Assemblea nazionale, Bernard Accoyer – dai presidenti delle relative Commissioni affari europei, il senatore Hubert Haenel ed il deputato Pierre Lequiller.

            È quindi intervenuto il primo ministro François Fillon, che ha dato conto delle principali linee-guida cui si è ispirata la Francia nella conduzione della Presidenza di turno dell’Unione, soffermandosi, in particolare, sull’imprevisto impegno connesso all’emergere della crisi mondiale dei mercati finanziari, crisi che, a suo giudizio, richiederebbe un maggiore coordinamento delle politiche economiche dei Paesi membri UE ed un coinvolgimento primario della BEI.

            Durante il successivo dibattito, la stessa presidente Boldi ha chiesto se tra le risposte che l’Europa potrebbe enucleare per fare fronte all’attuale crisi possa essere annoverata, se non una revisione delle regole di bilancio, almeno una interpretazione più flessibile del Patto di stabilità che preveda di scorporare le spese nazionali destinate ad investimenti produttivi dal computo del rispetto dei parametri di Maastricht.

            Il Primo Ministro ha, al riguardo, replicato che le norme dei Trattati vigenti già consentono – più di quanto non appaia ad una prima superficiale lettura – un ampio grado di elasticità nell’applicazione dei vincoli riguardanti i rapporti deficit/PIL e debito/PIL, soprattutto in presenza di contingenze economiche eccezionali.

            Si è, quindi, svolta – prosegue la Presidente - una discussione sui risultati del gruppo di lavoro sulla futura applicazione del protocollo n. 2 del Trattato di Lisbona relativo ai principi di sussidiarietà e proporzionalità, cui ha partecipato, tra gli altri, anche l’onorevole Nunziante Consiglio.

            Il tema "Avvicinare l’Europa ai cittadini" è stato introdotto dal segretario di Stato per gli Affari europei, Jean Pierre Jouyet, che ha riconosciuto l’accentuarsi di un "gap" tra istituzioni europee e cittadini, nonché la persistente mancanza di una visione squisitamente politica nell’Unione europea di oggi.

            L’auspicabile entrata in vigore del Trattato di Lisbona e l’implementazione di una cittadinanza europea, complementare a quella nazionale, rappresentano, comunque, passi in avanti nella direzione di un riavvicinamento tra le esigenze concrete che promanano dalla società europea e i "decisori" di Bruxelles.

            Nello scambio di opinioni seguito all’intervento del Segretario di Stato si è inserito l’onorevole Mario Pescante, presidente della Commissione politiche UE della Camera dei deputati, il quale ha svolto alcune considerazioni in materia di rapporti tra sport e legislazione comunitaria.

            L’esame dell’argomento riguardante l’associazione dei Parlamenti nazionali al controllo di Europol e alla valutazione di Eurojust, introdotto, tra gli altri, dal vice-presidente della Commissione europea, Jacques Barrot, ha registrato la partecipazione del senatore Giacomo Santini, il quale ha invitato a prendere atto dell’ancora difettoso funzionamento dei due organismi – regolamentati dagli articoli 85 e 88 del Trattato di Lisbona – soprattutto a causa di reticenze amministrative ancora non completamente rimosse da parte degli Stati membri: sarebbe opportuno, invece, instaurare finalmente una collaborazione franca ed efficace, in grado di far avanzare l’azione contro la criminalità organizzata su scala continentale.

            Il presidente Haenel, infine, ha dato conto del "test" di sussidiarietà promosso in ambito COSAC sulla proposta di direttiva relativa alla parità di trattamento tra le persone. Al riguardo, la presidente Boldi ha informato che la Commissione politiche dell’UE del Senato si è espressa su tale testo il 29 luglio 2008, confermando la sua sostanziale conformità sia ai profili di sussidiarietà che di merito, attraverso un parere che, successivamente, si è concretato nella posizione ufficiale del Senato in quanto tale.

            Circa la predisposizione delle prossime valutazioni di sussidiarietà, la COSAC ha convenuto che, a cominciare dalla presidenza ceca, sarà possibile procedere all’esame della proposta di direttiva attinente il trapianto e la donazione di organi (che sarà pubblicata nel dicembre 2008), nonché la proposta di regolamento concernente la giurisdizione e la legge applicabili per la successione e il testamento (che sarà approvata per l’inizio del 2009).

 

 

            La seduta termina alle ore 14,40.