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Notizie

Antiterrorismo

13.02.2008

Un sistema di ingresso nel territorio europeo basato su dati biometrici al vaglio della Commissione Europea

L’iniziativa di contrasto a terrorismo ed immigrazione clandestina era già stata anticipata dal ministro Amato nel meeting GAI dell’ottobre 2007

Passaporto biometricoI turisti provenienti da Stati Uniti e Giappone, come anche i lavoratori stagionali provenienti da paesi terzi, presto potrebbero essere obbligati a farsi prendere le impronte digitali per poter entrare nel territorio dell’Unione Europea. E' quanto prevede la proposta che oggi, 13 febbraio 2008, viene presentata dal vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini a Bruxelles con l’intento di combattere in maniera più efficace terrorismo ed immigrazione illegale.
L’iniziativa fa parte di un pacchetto composto da tre comunicazioni, ha spiegato il portavoce Roscam Abbing, la prima riguardante le proposte per rafforzare l'attività e le operazioni di controllo dell'Agenzia europea per le frontiere Frontex. Una seconda comunicazione contiene le proposte per coordinare meglio i controlli tra Stati membri e Frontex, avvalendosi delle più moderne tecnologie satellitari e informatiche. Nella terza comunicazione, infine, è prevista l’introduzione di un sistema di entrata ed uscita basato su dati biometrici, con o senza obbligo di visto, per tutte le persone che da Paesi terzi vogliono entrare nel territorio Ue.

In occasione dei lavori del meeting informale dei ministri di Giustizia e degli Affari Interni dell’Unione, tenutosi a Lisbona il 12 ottobre 2007, il ministro dell’Interno Giuliano Amato aveva sottolineato come l’applicazione di nuove tecnologie di rilevamento dei dati biometrici consentirebbe di far viaggiare senza gli attuali intralci i passeggeri affidabili e di intercettare gli “overstayers”, prendendo le impronte digitali alle frontiere esterne a chiunque entra. “Comincia a farsi strada anche in alcuni aeroporti italiani” - aveva aggiunto il responsabile del Viminale - “l’idea di fornire i propri dati, in maniera di poter così avere un canale veloce di ingresso al gate ed al proprio aereo”.

Il sistema proposto oggi in Commissione, che in alcuni casi potrebbe prevedere anche l'utilizzo della scansione computerizzata del viso o dell'iride, includerà anche la possibilità di iscriversi volontariamente ad un database che grazie al controllo di uno dei dati biometrici permetterà al viaggiatore iscritto di entrare automaticamente evitando la trafila dei controlli.
Le voci su tale proposta, che ricalca un sistema similare già in vigore negli Stati Uniti, hanno sollevato le obiezioni di alcuni eurodeputati e associazioni, come Privacy International, preoccupati per una possibile schedatura dei cittadini non europei.
"Perchè dobbiamo usare i passaporti con i timbri se abbiamo strumenti più utili?” ha spiegato il portavoce di Frattini, ricordando che "i nuovi passaporti italiani dovrebbero già contenere, in base alle norme comunitarie, una foto segnaletica che permetta la scansione del viso". La proposta della Commissione dovrebbe entrare in vigore tra cinque o dieci anni, a seconda della reazione di Stati membri e Parlamento europeo.





   
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