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23.01.2008

Rom. Amato: “In tante baraccopoli alla periferia delle nostre città abbiamo un piccolo Darfur. Se non rimuoviamo i pregiudizi sono inefficaci anche gli strumenti dei quali ci dobbiamo dotare'

Il ministro dell’Interno chiude i lavori della prima Conferenza europea sui Rom alla Scuola superiore dell’Amministrazione dell’Interno

Nostro servizio

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato"Gli stereotipi zingaro-ladro, zingaro-sporco, le stimmati di infamia, sono pregiudizi che è necessario rimuovere". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, chiudendo i lavori della prima Conferenza europea sui Rom, che si è tenuta alla Scuola superiore dell’Amministrazione dell’Interno.
Amato ha sottolineato come fosse necessario partire con un convegno prima ancora che con un’opera legislativa su un tema così complesso, che impone una “decostruzione ed una ricostruzione delle rappresentazioni di questa realtà, che, se basata su pregiudizi, è di ostacolo all’intervento dei poteri pubblici". Per il responsabile del Viminale si tratta di schemi creati dagli “habentes” a danno dei “non habentes”, che partoriscono disastri sul piano umano. E per rimuovere questi pregiudizi il ruolo dei mass.media è cruciale ed è necessario per mostrare anche l’altra faccia dei Rom, non solo quella negativa.
“Mostrare il Darfur è servito per far arrivare soldi a quelle popolazioni; il nostro Darfur e nelle piccole baraccopoli delle nostre città, ma nessuno manda un contributo per queste realtà”.
Parallelamente alla rimozione dei pregiudizi, ha sostenuto poi il ministro, serve una legge che riconosca la comunità Rom come minoranza tutelata. E in questo senso “l’apolidia ci può aiutare”, perché molti rom sono arrivati negli anni passati dalla ex Jugoslavia e non hanno documenti o nazionalità.
Amato ha poi sottolineato il problema delle soluzioni abitative, evidenziando la difficoltà a conciliare gli assetti urbanistici delle nostre città e i modelli abitativi di queste popolazioni. Poi uno sguardo all’Europa “che ha un ruolo importante, un ruolo trasversale, perché il problema Rom attraversa tutta l’Europa”.
“C’è un grande lavoro da fare” – ha concluso il ministro – “al di là dei governi, c’è un lavoro che tutti devono fare, con i propri giudizi, con i propri pregiudizi”. 
 


Alla tavola rotonda sono intervenuti:

Conferenza europea della popolazione Rom 23 gennaio 2008Anastasia Crickley, Direttore dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che ha fornito all’uditorio della SSAI dati, numeri e particolari sulla consistenza delle comunità Rom nell’ambito dell’intero vecchio continente.

L’Arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del pontificio consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha parlato di chiari segni positivi nel mondo “zingaro” che attengono al modo di vivere delle persone, alla crescente partecipazioni alla vita politica, alle vocazioni al diaconato ed al sacerdozio. Nel sottolineare il valore del patrimonio culturale dei Rom, l’alto prelato ha ricordato che circa 4 milioni di giovani Rom in tutta Europa devono essere aiutati affinché possano avere una adeguata istruzione ed una adeguata formazione professionale; anche il cambiamento dovrà passare inevitabilmente attraverso la creazione di una nuova formazione delle coscienze.

Il vice-Presidente della Commissione europea Franco Frattini ha aperto il suo intervento osservando come oggi si sia nel mezzo tra un anno europeo dedicato alle pari opportunità ed un anno europeo (il 2008) dedicato al dialogo interculturale. Rispondendo al vice direttore del TG 1 su “quale ruolo dell’Europa sul futuro Rom”,  Frattini ha richiamato un suo recente incontro con le comunità Rom di varie nazioni europee alle quali aveva chiesto quali sono le principali preoccupazioni, quali le ambizioni e che cosa l’Europa può fare di più. Ebbene la preoccupazione maggiormente avvertita riguarda la propria sicurezza, minacciata da pregiudizi fortemente radicati; il sogno dominante si riferisce alla condizione abitativa, senza la quale è difficile parlare di scuola, lavoro ed altro ancora; all’Europa si chiedono interventi più efficaci, più mirati per tutelare la condizione della donna Rom, discriminata due volte, come donna e come Rom. L’ex ministro della Funzione Pubblica ha voluto aggiungere alcune iniziative avviate dall’Unione Europea per debellare il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza: in primis la nuova organizzazione dell’Agenzia dei Diritti Fondamentali, nata dalle ceneri dell’Osservatorio contro la discriminazione, poi i tanti progetti messi in cantiere per favorire gli stanziamenti a favore delle comunità Rom; i finanziamenti per l’educazione ed infine il seminario del prossimo aprile dedicato interamente ai diritti ed ai doveri per le comunità Rom in Europa” in cui si darà conto al Consiglio europeo dello stato dell’arte della integrazione Rom in ambito europeo.

Il Ministro dell’Interno e della Riforma amministrativa in Romania, Cristian David ha sottolineando la sintonia con il ministro dell’Interno Giuliano Amato con il quale condivide un approccio pragmatico alle complesse questioni relative ai Rom, i quali stanno cambiando in positivo come attesta il crescente e diffuso interesse per la ricerca di un lavoro.

Il  vicePresidente della Conferenza dei Presidenti di Regione Iorio ha evidenziato il ruolo che svolge la regione in una problematica che riguarda tutti i livelli istituzionali e, in quanto tale, non può che essere affrontata in maniera sinergica e coordinata. Quale presidente della regione Molise ha voluto poi citare il caso di Isernia, ove da anni si registra la piena integrazione di una comunità Rom, lontana da qualunque ombra di ghettizzazione.

Il Ministro delle politiche per la Famiglia Rosy Bindi ha affermato a chiare note  che la discriminazione nei confronti del popolo Rom esiste, è diffusa e radicata e riguarda perfino l’istituto dell’adozione; è necessario cambiare mentalità, non ci si può limitare alla tolleranza o all’indifferenza. Il Rom esiste in quanto legato alla famiglia, come individuo non esiste. Questi sono i tempi del rinnovamento, non si può prescindere dalla abitazione, qualunque essa sia, dal lavoro, dall’istruzione.

I lavori della seconda giornata della Conferenza europea sulla popolazione Rom sono stati aperti dal Sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi che ha voluto riferire alla assemblea dei presenti il plauso ricevuto da parte delle rappresentanze Rom, che per la prima volta si sono sentiti importanti, lavorando a fianco delle istituzioni per un progetto condiviso e volto a migliorare le loro condizioni come anche quelle delle collettività ospitanti.





   
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