olgimento delle interpellanze urgenti.
(Vicende relative al naufragio del gommone con 44 migranti
avvenuto l'8 agosto 2007 tra Tunisi e Lampedusa e iniziative per il pieno
rispetto dei diritti dei migranti - n. 2-00885)
PRESIDENTE. L'onorevole Mascia ha facolt di illustrare la sua
interpellanza n. 2-00885, concernente vicende relative al naufragio del gommone
con 44 migranti avvenuto l'8 agosto 2007 tra Tunisi e Lampedusa e iniziative
per il pieno rispetto dei diritti dei migranti (vedi l'allegato A - Interpellanze
urgenti sezione 4).
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, si tratta di una vicenda
all'ordine del giorno nel nostro Paese, che ha coinvolto la stampa
internazionale gi diversi mesi fa. Si tratta di un naufragio in cui sette
pescatori tunisini, l'8 agosto, hanno portato in salvataggio un gommone con a
bordo 44 migranti, tra i quali undici donne e due bambini, che stavano
naufragando nel Mediterraneo tra Tunisi e Lampedusa.
Essi hanno compiuto tale azione di salvataggio e il soccorso
avvenuto a 37 miglia da Lampedusa e a 80 miglia da Tunisi, in acque
internazionali. In questo frangente, la guardia di finanza, che aveva
inizialmente intimato ai pescherecci di avvicinarsi delle acque dell'isola di
Lampedusa solo dopo una visita medica (che avrebbe escluso un'emergenza
sanitaria), ha intimato agli stessi pescatori di fare rotta verso le coste
nordafricane, comunicando a gesti che, diversamente, sarebbero stati arrestati.
Pertanto, dalle testimonianze che si sono determinate (si tratta,
infatti, di una vicenda per la quale un processo in corso ormai da mesi),
sembra che soltanto da lontano abbiano tentato di verificare se vi fossero
problemi sanitari effettivi e poi hanno intimato al gommone e ai pescherecci di
andarsene. I pescatori, che nel frattempo hanno verificato la salute dei
migranti, hanno invece deciso di far sbarcare i naufraghi. I pescatori avevano
totalmente ragione perch, poco tempoPag. 57dopo, nelle ore successive, una
delle due donne incinte ha partorito ed altre persone sono state ricoverate in
ospedale per ragioni gravi di salute.
In ogni caso, in tutta questa vicenda, il problema consiste nel
fatto che si determinano molti punti interrogativi e anche qualche violazione.
Pag. 58
Vi sono, infatti, da una parte, il decreto interministeriale del
14 luglio 2003 e, dall'altra, la legge 25 luglio 1998, n. 286 che, all'articolo
12, facendo riferimento a queste situazioni, prevede che non costituiscono
reato le attivit di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia nei
confronti degli stranieri in condizioni di bisogno comunque presenti nel
territorio dello Stato, nonch l'obbligo dello Stato di cooperare per la
conclusione delle operazioni di soccorso. Tutte le norme e le convenzioni
internazionali - pur nell'ambito di tali accordi europei (Frontex e
quant'altro) volti a contrastare gli scafisti e le organizzazioni criminali -
mettono al primo posto, chiaramente, la vita umana e, quindi, l'obbligo di
soccorso. Vi inoltre la proibizione ai respingimenti collettivi, che si sarebbe
determinata in un'eventualit come questa, se queste persone non fossero state
soccorse e accolte a Lampedusa. Tra questi migranti, infatti, vi erano otto
persone che, poi, hanno presentato richiesta d'asilo e sono state, per questa
ragione, ammesse a tale procedura (parliamo di soggetti di nazionalit eritrea
e sudanese, quindi con delle condizioni particolari). Ebbene, se queste persone
non fossero state portate in salvo, avremmo violato anche questi principi
internazionali assai importanti.
Nonostante tutto ci, questi pescatori sono sotto processo, con
l'accusa di favoreggiamento della clandestinit a scopo di lucro. Pertanto,
evidente che non solo non vi era il favoreggiamento, n lo scopo di lucro, ma,
al contrario, queste persone (che in un primo momento sono state arrestate, poi
sono state liberate e sono tornate nel loro Paese) oggi si trovano in
condizioni di difficolt poich le loro imbarcazioni sono state sequestrate e
la loro attivit principale di vita tuttora impedita poich tali imbarcazioni
sono ancora sotto sequestro.
Pertanto, le nostre domande sono molteplici. La prima riguarda
l'atteggiamento delle nostre Forze dell'ordine: perch non hanno accompagnato e
favorito questo sbarco? Al contrario, si sono determinate queste situazioni, peraltro,
in qualche modo confermate durante le udienze del processo. Infatti, le
argomentazioni che sono state addotte - accusando, addirittura, questi
pescherecci di speronamento - sono giPag. 59state dichiarate, dal tribunale,
tutte inesistenti e, quindi, non vi erano ragioni per cui le operazioni di
soccorso non fossero agevolate dalle nostre forze dell'ordine. E questa la
prima questione, ossia quali sono le ragioni e quali i rapporti di cui
disponiamo, dal momento che vi erano anche queste condizioni urgenti di salute.
In secondo luogo, vorrei capire cosa pu fare il nostro Governo
per procedere al dissequestro di queste imbarcazioni, che sono indispensabili
per il lavoro e la sopravvivenza di queste famiglie tunisine.
Vorrei sapere cosa sia accaduto, quali rapporti siano intercorsi
tra il Governo italiano e il Governo tunisino in quel frangente. I pescatori
della terza imbarcazione hanno dichiarato di aver avvisato il loro Governo e
che quest'ultimo avrebbe avvisato il nostro per sostenere e confermare che
queste persone non erano scafisti, ma semplicemente dei pescatori.
L'ambasciatore tunisino, durante l'udienza processuale, si recato a
testimoniare questa interlocuzione e, quindi, a confermare questi elementi.
Pertanto, vorremmo conoscere qual la versione del nostro Governo.
Infine, soprattutto a questo punto, si pone il problema di
chiarire quali siano i compiti di tutti i soggetti che possono trovarsi in
condizioni del genere in acque internazionali. Affinch la vita umana venga
davvero considerata prioritaria rispetto a qualunque altra cosa e affinch le
operazioni di soccorso siano un dovere per tutti, forse (e questa una domanda
che, naturalmente, attiene alla nostra legislazione) vi bisogno di capire se
necessario procedere con norme attuative o, comunque, con procedure che
chiariscano il significato dell'articolo 12 della legge n. 286 del 1998; o
ancora, se vi pu essere la necessit di intraprendere un'iniziativa congiunta,
anche con altri Paesi, per chiarire il significato di questo decreto
interministeriale del 14 luglio 2003 (che fa riferimento appunto ad una zona
contigua alle acque internazionali), precisando cos quali siano le competenze
di controllo e di soccorso.
Questi sono elementi indispensabili perch, dopo la vicenda dei
pescatori tunisini che sono stati condotti in carcere, naturalmente, qualunque
altro pescatore si trovasse nella medesima situazione prima di prestare di
soccorso penserebbe - o pu aver pensato, qualora sia gi capitato nel corso di
questi mesi - di tutelare in primo luogo se stesso.Pag. 60
Pertanto, vi sono questioni di grandissimo rilievo sia sul piano
internazionale che su quello legislativo, relativamente all'interpretazione
delle norme. In considerazione anche di altri episodi che si sono verificati -
questo in esame non l'unico, sebbene sia di particolare rilievo - vorremmo
sapere se non sia il caso di formalizzare l'accesso delle associazioni di
tutela dei diritti dei migranti nei luoghi di frontiera, perch si tratta di
presenze che, anche in tale vicenda, si sono dimostrate particolarmente utili.
Infine, chiediamo se - come previsto nel programma dell'Unione -
il Governo non intenda sottoporre a ratifica del Parlamento tutti gli accordi
bilaterali, compresi quelli esistenti, previa eventuale rinegoziazione
nell'ambito di un'azione diplomatica generalizzata per il pieno rispetto dei
diritti dei migranti, in base alla Convenzione di Ginevra e alla Convenzione
dell'ONU per i diritti del fanciullo.
Come si vede, le questioni aperte sono molto numerose.
Naturalmente vi dovrebbero essere diversi passaggi, anche dal punto di vista
dell'iniziativa parlamentare legislativa e dell'azione di Governo. Prima di
tutto, comunque, vorremmo capire meglio, almeno, come si svolta questa
vicenda. Essa pu costituire un precedente sia rispetto alla vita di queste
persone che sono state direttamente coinvolte, sia sulla lettura e
sull'interpretazione di queste norme giuridiche di grandissimo rilievo sul
piano internazionale.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Marcella
Lucidi, ha facolt di rispondere.
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor
Presidente, innanzitutto ribadisco che il Governo italiano impegnato ad
assicurare una gestione efficace e rigorosa dei flussi migratori, nel pieno
rispetto delle regole nonch dei diritti e delle tutele fondamentali da
garantire a tutti gli immigrati.
Si tratta di obiettivi che non si pongono in contraddizione tra di
loro, ma che fanno parte di un unico disegno, un filo conduttore mirante a
tutelare e difendere i diritti e la dignit personale dei migranti, attraverso
la prevenzione di tutte quelle situazioni o circostanze che possono indurre il
degrado delle loro condizioni di vita o favorirne lo sfruttamento, il
coinvolgimento nell'illegalit e l'esposizione a manifestazioni diPag.
61intolleranza e razzismo. Da questo punto di vista, assicuro che l'azione
delle autorit italiane orientata al rispetto dei diritti umani dei migranti
e dei potenziali richiedenti asilo, sia nelle attivit in mare che in quelle a
terra, ed ove previsto (oltre che di accoglienza, identificazione e
intrattenimento degli stranieri) anche di allontanamento dal territorio
nazionale.
Oltre tre quarti delle imbarcazioni con clandestini a bordo giunte
in Italia sono soccorsi in mare nell'ambito di specifiche operazioni search and
rescue, condotte in piena conformit alle fonti normative vigenti nella materia
del soccorso e salvataggio in mare, dal codice della navigazione alla legge n.
147 del 1989 di ratifica della Convenzione internazionale di Amburgo sul
soccorso marittimo.
Nello specifico dei fatti richiamati nell'interpellanza risulta
che il centro operativo di Palermo era stato allertato dalla centrale di
coordinamento soccorso marittimo di Roma, che aveva a sua volta ricevuto dal
centro omologo di Tunisi la comunicazione che quel giorno, 8 agosto 2007, alle
14,15 si segnalava la presenza di un gommone con 45 migranti a bordo.
Pag. 62
Considerato il pericolo per le persone imbarcate sul gommone la
VII squadriglia attivava tutte le misure utili al soccorso del natante tra le
quali l'invio di motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza
ormeggiate nel porto di Lampedusa e il dirottamento verso il punto segnalato di
nave Vega della Marina militare, gi in servizio di pattugliamento nel Canale
di Sicilia.
Alle ore 18,10 convergevano tutti i mezzi che ho menzionato, in
particolare la motovedetta della guardia di finanza accertava la presenza di
due motopesca identificati come Mohammed El Hedi, con matricola MO768, iscritto
al compartimento di Monastir (Tunisia) e motopesca Mortadha, con matricola MO
865, iscritto al medesimo compartimento tunisino.
Il pattugliatore G79 verificava che a bordo dei motopescherecci vi
era la presenza di numerose persone, sia uomini che donne, evidentemente non
appartenenti all'equipaggio e non c'era la presenza di alcun gommone nelle
vicinanze. Successivamente entrambi gli equipaggi chiedevano assistenza medica
per un presunto bambino presente a bordo e bisognoso di cure urgenti.
Il procuratore della Repubblica di Agrigento ha precisato che non
essendo possibile, ad oggi, stabilire con esattezza l'ora in cui i migranti
sono stati tratti a bordo dei due pescherecci (la circostanza sar stabilita
all'esito della perizia disposta dal tribunale sul telefono satellitare
rinvenuto in uno dei motopescherecci) non neppure possibile stabilire se, in
quel frangente, l'autorit tunisina fosse gi stata allertata.
Va ricordato che nell'azione delle unit militari italiane e della
guardia costiera ci si attiene ad una prassi costante del rispetto primario del
principio di salvaguardia della vita umana in mare e quindi le operazioni di
salvataggio vengono disposte con assoluta priorit. Analogo principio viene
applicato nelle azioni di pattugliamento congiunto che sono condotte
dall'agenzia europea di controllo delle frontiere esterne (Frontex).
A seguito della richiesta di assistenza sanitaria avanzata dai
marittimi tunisini in favore di un bambino il medico della navePag. 63militare
italiana salito a bordo di entrambi i pescherecci per verificare le
condizioni di salute dei presenti che non presentavano patologie di emergenza.
Non sussistendo quindi i presupposti di emergenza per un soccorso
umanitario il responsabile della guardia costiera ha invitato gli equipaggi
delle due imbarcazioni a dirigersi verso le acque territoriali tunisine.
Nonostante l'invito le stesse hanno proseguito nella navigazione verso il
nostro Paese giungendo a Lampedusa.
Il procuratore della Repubblica di Agrigento, avendo constatato la
flagranza del reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, ha
disposto l'arresto dei sette uomini dell'equipaggio dei due natanti ed il
sequestro di questi ultimi.
A bordo delle imbarcazioni non stato rinvenuto alcun tipo di
attrezzo per la pesca, n esche, n tanto meno prodotti ittici, nonostante la
dichiarazione di un membro dell'equipaggio che si era definito pescatore.
Il procedimento penale tuttora pendente presso il tribunale di
Agrigento ed stato rinviato all'udienza del 7 gennaio 2008 per il seguito
dell'istruttoria dibattimentale. al riguardo opportuno sottolineare come il
dissequestro delle imbarcazioni sia rimesso alla competenza dell'autorit
giudiziaria trattandosi, in particolare, di sequestro probatorio.
I quarantaquattro migranti clandestini rintracciati a bordo delle
imbarcazioni, dopo essere stati visitati dal personale dell'organizzazione
Medici senza frontiere ed avere ricevuto le cure necessarie, sono stati
accompagnati presso il centro di soccorso e prima accoglienza di Lampedusa per
le procedure di prima identificazione e successivamente trasferiti presso il
centro di prima accoglienza di Crotone dove sedici di loro, cittadini
extracomunitari, hanno formalizzato istanza di asilo politico.
Un cittadino marocchino ed uno sudanese sono stati trattenuti
presso il centro di permanenza temporanea ed assistenza di Caltanissetta per
esigenze connesse al procedimento penale in corso.
Il 10 settembre scorso il tribunale di Agrigento, nel valutare l'istanza
di revoca della custodia cautelare in carcere presentata dai sette cittadini
tunisini, ha disposto l'immediata liberazione di cinque di essi, non avendo
riscontrato gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina.Pag. 64
La decisione dell'autorit giudiziaria peraltro legata alla
considerazione che i cinque scarcerati erano semplici componenti
dell'equipaggio e, pertanto, non avrebbero potuto influire sulle decisioni
assunte dai due comandanti di dirigersi verso le coste italiane; nei confronti
di questi ultimi stata confermata la misura cautelare, commutata negli
arresti domiciliari.
Il Ministero dell'interno sta dedicando la massima attenzione alle
problematiche connesse all'immigrazione per un governo efficace e rigoroso dei
flussi migratori, nel rispetto della normativa attualmente vigente e dei
diritti fondamentali da garantire a tutti gli immigrati. Le coste meridionali
del nostro Paese, in modo particolare quelle siciliane e calabresi, e pi recentemente
quelle della Sardegna, sono state interessate in questi ultimi anni da flussi
consistenti di immigrazione che hanno reso necessario mettere in piedi un
sistema di accoglienza articolato in diverse tipologie di strutture, a seconda
del tipo di soggetti ospitati o della particolarit del servizio offerto.
Nonostante le difficolt logistiche, in ogni caso, a fronte di
situazioni di emergenza, viene data priorit assoluta al salvataggio della vita
umana, offrendo, nel contempo, la prima assistenza alla persona. Questo
criterio viene applicato in primo luogo a Lampedusa, ma anche in altre parti
della costa siciliana, dove per gran parte dell'anno continuano ad arrivare, a
cadenza pressappoco giornaliera, imbarcazioni che trasportano stranieri in condizioni
di alto rischio per la sicurezza, che spesso versano in condizioni di salute
precarie.
L'isola di Lampedusa stata negli ultimi anni particolarmente
esposta a flussi migratori che ne hanno fatto una delle principali porte di
ingresso in Europa per l'immigrazione clandestina. stato riqualificato cos
il centro, che divenuto da centro di permanenza temporanea un centro di
soccorso e prima accoglienza, ed stato consentito agli extracomunitari cos
sbarcati di sostare nella struttura il tempo strettamente necessario per
ricevere la prima assistenza di carattere umanitario e socio-sanitario ed
essere successivamente trasferiti in altre strutture, a seconda della posizione
giuridica di ciascuno.
Per quanto concerne il profilo dell'assistenza sanitaria, a
Lampedusa da anni ormai viene assicurato ai migranti irregolari che raggiungono
l'isola un'assistenza sanitaria che consiste in un primo triage sanitario sul
molo, all'atto delloPag. 65sbarco, a cura di personale medico-infermieristico,
supportato da mediatori culturali appartenenti all'organizzazione Medici senza
frontiere, con cui stata stipulata un'apposita convenzione di
collaborazione.
Specifica attenzione viene dedicata alle indicazioni terapeutiche
offerte dalla medicina transculturale, di cui il personale di Medici senza
frontiere particolarmente esperto. Detto personale, effettuata una prima
sommaria valutazione delle condizioni fisiche e psichiche dei migranti, pu
disporre la somministrazione di farmaci di primo soccorso e, nel caso di
patologie pi gravi o in situazioni emergenziali, dispone l'invio dei pazienti
al poliambulatorio dell'isola.
All'interno del centro di Lampedusa presente il presidio
medico-infermieristico dell'ente gestore, il cui dimensionamento in termini di
operatori/ospiti e relativi turni orari di presenza regolato sulla base dello
schema di capitolato unico di appalto per la gestione dei centri di permanenza
temporanea ed assistenza e di accoglienza per immigrati irregolari, che stato
recentemente rinnovato ed approvato con decreto del Ministro in data 8 ottobre
2007.
Presso il predetto centro viene effettuata una prima visita
medica, all'atto dell'ingresso, con raccolta dell'anamnesi clinica del migrante
e la compilazione di una cartella clinica nominativa, la cui gestione deve
rispettare le vigenti norme in tema di trattamento dei dati sensibili.
Pag. 66
Per quanto riguarda l'accesso delle organizzazioni di tutela dei
migranti ai centri per immigrati, presso il centro di Lampedusa sono operativi
i presidi dell'ACNUR, della Croce Rossa Italiana e dell'Organizzazione
internazionale delle migrazioni, con i quali il dipartimento per le libert
civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ha sottoscritto, sin dal 23
febbraio 2006, singole convenzioni bilaterali nell'ambito del progetto
comunitario Argo 2005, che si concluso lo scorso 28 febbraio. In virt degli
ottimi risultati raggiunti, la Commissione europea ha rinnovato il
finanziamento del programma Argo 2006, dal 1 marzo 2007 al 1o marzo 2008, per il
prosieguo del progetto denominato Praesidium II - Consolidamento delle capacit
di accoglienza rispetto ai flussi migratori che interessano l'isola di
Lampedusa ed altri punti strategici di frontiera sulle coste siciliane. In tal
modo, si estende il raggio di attivit delle tre organizzazioni anche ad altri
centri di accoglienza per immigrati irregolari della Sicilia, quali Trapani,
Caltanissetta, Siracusa, con possibilit di intervenire sulle coste interessate
da eventuali sbarchi clandestini. In base a tale iniziativa le tre
organizzazioni suddette prestano il proprio contributo per potenziare il
sistema di accoglienza di migranti irregolari, e, nello specifico, per fornire
un primo orientamento legale ai migranti, comprensivo di un supporto
informativo sulla legislazione italiana in tema di immigrazione clandestina,
tratta di esseri umani e riduzione in schiavit, nonch sulle procedure di
ingresso regolare in Italia. Vengono, inoltre, illustrate le possibilit del
ritorno volontario o concordato nel Paese di origine e nello stesso tempo
vengono individuati i gruppi vulnerabili ai fini dell'adozione di opportune
iniziative di tutela. Sull'attivit svolta assicurato un costante
monitoraggio, con particolare attenzione alla conformit ed al rispetto dei diritti
umani.
in corso di approvazione, da parte della Commissione europea, il
progetto Praesidium III, che entrer in vigore il 10 marzo 2008, con scadenza
2009 e che amplier il raggio di intervento delle tre organizzazioni, oltre
alla Sicilia e alla Calabria, anche alla Puglia e alla Sardegna. Il Ministero
dell'interno, per contribuire alla creazione di un diritto di asilo comune a
livello europeo, opera nello spirito delle conclusioniPag. 67del Consiglio
europeo di Tampere: si fa riferimento, in questo ambito, ai testi normativi
approntati per il recepimento delle direttive comunitarie 2004/83/CE, recante
Norme minime sull'attribuzione, a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della
qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale,
nonch norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta e 2005/85/CE,
concernente Norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini
del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato. Inoltre il
Ministero dell'interno, in attuazione di apposite deleghe, ha predisposto due
schemi di decreto legislativo, che sono stati approvati in via definitiva dal
Consiglio dei ministri lo scorso 9 novembre. Tali provvedimenti introdurranno
una disciplina sistematica e completa in materia di asilo, da intendersi
riferita al riconoscimento dello status di rifugiato o di persona soggetta alla
protezione sussidiaria, basata sull'applicazione della Convenzione di Ginevra,
come integrata dal Protocollo di New York. Infine, eventuali istanze di
modifica alla vigente disciplina in materia di immigrazione, com' noto a
questo ramo del Parlamento, potranno essere approfondite in occasione
dell'esame da parte del Parlamento del disegno di legge recante Delega al
Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla
condizione dello straniero. Si tratta di disposizioni che, com' stato ancora
detto ieri dal Ministro Amato, il Governo auspica vengano al pi presto
tradotte in legge.
PRESIDENTE. La deputata Amici, cofirmataria dell'interpellanza, ha
facolt di replicare.
SESA AMICI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Lucidi
per la sua dettagliata risposta in ordine alla quale, per, vi sono due livelli
da analizzare. Da un lato vi la richiesta molto specifica e dettagliata,
formulata nell'interpellanza; dall'altro, invece, il sottosegretario Lucidi ha
esposto un vasto ragionamento intorno alla condizione del cittadino straniero,
sui flussi migratori e sul funzionamento delle associazioni. Credo si tratti di
dati importanti ma che non riguardano, nella fattispecie, le richieste
specifiche oggetto dell'interpellanza. Ritengo sia doveroso affermarlo, poich
siamo completamente insoddisfatti della risposta, dato che non vi stato
alcuno sforzo di fornire elementi chiari in ordine al merito dellePag.
68questioni poste e i tre quesiti oggetto di questa interpellanza urgente
continuano a rimanere dubbi. Pertanto, anche luce di ci, intenzione degli
stessi interpellanti ripetere tale strumento di sindacato ispettivo,
aggiornandolo alla luce di alcune delle indicazioni contenute nella risposta,
che ci sembrano ancora del tutto ingiustificabili e comunque non comprensibili.
Intendo, in particolare, concentrare la mia attenzione su due
questioni: la prima riguarda i ricoveri. Essi sono stati molti di pi e
pertanto non vero che nello svolgimento di tale vicenda non vi stato
neanche un aspetto concernente la salute delle persone che si trovavano nei
pescherecci. La seconda questione che anche nella vicenda pendente di fronte
al tribunale (ai cui esiti ci atteniamo), risulta che luned 10 settembre
stata concessa la liberazione di cinque dei sette pescatori tunisini, cos come
confermato dal sottosegretario Lucidi, mentre i due capitani delle navi sono state
trattenuti agli arresti domiciliari, con l'obbligo di non lasciare la Sicilia.
Successivamente, il 21 settembre 2007, il tribunale del riesame di Palermo ha
annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, disponendo l'immediata
liberazione dei due comandanti. Questo un elemento non chiaro nella risposta
del sottosegretario e credo sia opportuno, ancora una volta, interrogarci a
fondo in ordine a quanto avvenuto la notte dell'8 agosto.
Il terzo elemento, sul quale non possiamo dichiararci soddisfatti
riguarda temi che attengono non solo alla disciplina dei flussi migratori e al
semplice richiamo alla tutela e alla salvaguardia della difesa umana. Il punto,
sottosegretario Lucidi, che abbiamo chiesto quali iniziative si intendono
assumere rispetto ad alcune leggi gi esistenti, a partire dal testo unico
sull'immigrazione, che riguarda fondamentalmente il decreto relativo alla
cosiddetta zona contigua alle acque territoriali. necessario capire cosa si
intende per zona contigua, perch altrimenti anche l'intimazione ad
allontanarsi dall'area di Lampedusa e ad andare verso le zone africane rende
tale elemento non semplicemente negoziabile nel codice della navigazione ma
ambiguo, perch non chiaro nelle sue disposizioni attuative. Il secondo elemento
che la stessa norma di interpretazione dell'articolo 12 del testo unico non
soddisfacente perch non fa luce sulla predetta strana zonaPag. 69d'ombra fra
difesa della tutela del soccorso umanitario e l'idea che se le persone sono
accompagnate diventano clandestine. Ci era quanto gli interroganti chiedevano.
In ordine a tale punti la risposta non stata soddisfacente. Mi permetta di
dirlo con estrema franchezza, credo che costituisca un dovere da parte del
Governo, nel rispetto delle sue prerogative, ma soprattutto di quelle dei
parlamentari che sottopongono ad esso le interpellanze, fornire risposte che
intervengano in maniera positiva o negativa rispetto ai precisi quesiti posti,
altrimenti anche gli strumenti di sindacato ispettivo diventano una ritualit
di cui si potrebbe fare anche a meno.
Voglio sollevare un'ultima questione in ordine alla vicenda dei
pescherecci sequestrati. evidente anche agli interpellanti che tale aspetto
riveste competenze di tipo giurisdizionale. Ma anche chiaro che, alla luce di
una vicenda che gi il tribunale del riesame rileva come contraddittoria, tale
elemento determini una situazione di ineguaglianza profonda. del tutto
evidente che non siamo dinanzi ad un'operazione volta ad introdurre nel nostro
territorio clandestini, ma ad un soccorso in acque internazionali all'interno
dell'area d'ombra rappresentata dalla zona contigua, nelle cui acque
realmente avvenuto un intervento di tipo umanitario. In secondo luogo, si
dimostrato che si trattava di pescherecci e lo stesso Governo di Tunisi ha
interloquito con il Governo italiano.
Gi di per s, questo darebbe ragione agli interroganti per chiedere con maggiore efficacia ed efficienza un intervento del Governo italiano anche nei confronti delle questioni da noi sottoposte, affinch si arrivi alla definizione pi rapida possibile della situazione, per non costituire un precedente e, soprattutto, per non dare l'idea che sulle politiche dell'immigrazione si usano due pesi e due misure. , infatti, necessario avere una linea netta e chiara a favore delle operazioni di inclusione del contrasto contro i clandestini, a favore di chi oggi viene nel nostro Paese e, talvolta, inoltra anche richiesta d'asilo. Ci testimonia che nelle vicende legate all'immigrazione la complessit pu essere semplicemente assunta come un elemento per un intervento politico efficace e non semplicemente per negarne l'evidenza (Applausi della deputata Mascia).