SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------

25a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

 

MARTEDÌ 24 GIUGNO 2008

(Antimeridiana)

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Presidenza del presidente SCHIFANI

 

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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-MPA-Movimento per l'Autonomia: Misto-MPA.

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RESOCONTO SOMMARIO

 

Presidenza del presidente SCHIFANI

 

La seduta inizia alle ore 11,01.

 

Il Senato approva il processo verbale della seduta del 19 giugno.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 11,04 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.

Senato, composizione

PRESIDENTE. Occorrendo provvedere all'attribuzione del seggio resosi vacante nella Regione Sicilia a seguito delle dimissioni del senatore Antonello Antinoro, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha riscontrato il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista alla quale apparteneva il predetto senatore. Dà atto alla Giunta della comunicazione e proclama senatore Salvatore Cintola. Decorre da oggi, nei confronti del nuovo proclamato, il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali reclami. (v. Allegato A)

Seguito della discussione del disegno di legge:

(692) Conversione in legge del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Relazione orale)

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica

PRESIDENTE. Ricorda che nella seduta pomeridiana del 18 giugno si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti agli articoli del decreto-legge e passa alla votazione finale.

PISTORIO (Misto-MPA). Il provvedimento in esame, sul quale annuncia il voto favorevole, colma il vuoto normativo in materia di sicurezza cui il precedente Governo, a causa delle molteplici contraddizioni al suo interno, non era riuscito a porre rimedio. Rispondendo alle esigenze determinate dalla drammatica sequenza di fatti di cronaca che ha giustamente generato un diffuso allarme sociale, si è inteso presentare una norma che uniformasse le numerose e frammentate disposizioni in materia e ne introducesse altre atte a contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, attraverso il deterrente dell'aggravante comune per chi delinque trovandosi illegalmente sul territorio nazionale, ad assegnare maggiori poteri ai sindaci sulle questioni di pubblica sicurezza e, in particolare, ad accentuare, anche attaccando i patrimoni mafiosi, il contrasto alla criminalità organizzata che, soprattutto in Sicilia, inibisce, con una continua azione di intimidazione e aggressione, ogni tentativo di sviluppo economico e ogni iniziativa imprenditoriale. Occorre intraprendere un'azione condivisa tra maggioranza e opposizione, magari istituendo un'apposita Commissione bicamerale, per una radicale ristrutturazione del sistema giudiziario, depenalizzando reati ormai insignificanti ed eliminando adempimenti burocratici inutili, affinché una giustizia efficace rappresenti davvero una garanzia per tutti i cittadini. (Applausi dai Gruppi Misto-MPA e PdL. Congratulazioni).

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Le passate esperienze avrebbero dovuto suggerire un percorso maggiormente condiviso, quale peraltro si era avviato in Commissione con un proficuo lavoro che aveva visto il contributo di tutte le forze politiche, per l'emanazione delle norme urgenti in materia di sicurezza. La maggioranza ha scelto invece di disperdere tale patrimonio, disattendendo l'iniziale intenzione di non concedere tolleranza a chi delinque con l'introduzione dell'emendamento, peraltro incostituzionale, che sospende per un anno i processi per reati che prevedono una pena inferiore ai dieci anni, compresi quelli, odiosi, di corruzione, incendio boschivo, maltrattamenti in famiglia, omicidio colposo, abbandono di minore, usura, furto aggravato, falso in bilancio e traffico illecito di rifiuti, mentre contestualmente proprio per molti di essi, particolarmente avvertiti dai cittadini, si stabilisce l'inasprimento della pena. Ciò dimostra l'inutilità della norma manifesto sull'impiego (peraltro improprio e costoso) di tremila militari in compiti di ordine pubblico e giustifica il sospetto che alcune disposizioni siano state previste unicamente per garantire l'impunità del vertice dell'Esecutivo. Esprimendo rammarico per il repentino mutamento nell'atteggiamento della maggioranza nei confronti delle proposte dell'opposizione, che ha vanificato persino la positività di alcune delle norme contenute nel provvedimento, annuncia il voto contrario del Gruppo UDC-SVP-Aut. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Au, IdV e PD).

BELISARIO (IdV). Le perplessità manifestate da Italia dei Valori in occasione dell'insediamento del Governo, motivate dal riproporsi nella persona del Presidente del Consiglio di un irrisolto conflitto di interessi, trovano conferma nelle modalità con cui la maggioranza ha voluto stravolgere un provvedimento di primaria importanza, che avrebbe dovuto garantire la sicurezza dei cittadini. Disposizioni come l'aggravante comune per gli immigrati clandestini e la militarizzazione delle città non rispondono infatti alle esigenze di sicurezza, necessaria per dare slancio allo sviluppo del Paese, mentre le proposte emendative del Gruppo IdV su questioni importanti come la violenza sulle donne e sui minori, il rimpatrio dei clandestini e il controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine si sono scontrate con la totale chiusura della maggioranza. Essa avrebbe dovuto invece avere un sussulto di orgoglio e condannare quella norma con cui, con un atto di ineguagliabile arroganza, il Presidente del Consiglio ha disposto la sospensione di molti processi (con l'intento di bloccarne solo uno, che lo riguarda personalmente) per reati anche gravi, tra cui lo stupro, il sequestro di persona, l'aborto clandestino, lo sfruttamento della prostituzione, l'usura, la corruzione, la detenzione di materiale pedopornografico, l'omicidio colposo ad opera di medici e perfino la stessa immigrazione clandestina. Annunciando il voto contrario sul provvedimento in esame, rivolge quindi un appello affinché in sede emendativa alla Camera vengano introdotte le disposizioni necessarie a garantire effettivamente la pace sociale e siano invece stralciate quelle frutto di un utilizzo particolaristico del potere. (Applausi dai Gruppi IdV, PD e UDC-SVP-Aut).

BRICOLO (LNP). La politica del Governo Prodi, che ha condotto all'approvazione dell'indulto e alle sanatorie sull'immigrazione illegale, ha lasciato in eredità un malessere sociale ed un'insicurezza diffusi, testimoniati dall'esasperazione dei cittadini nei confronti della presenza eccessiva di campi nomadi e di clandestini, in particolar modo di provenienza islamica. Il Governo Berlusconi, invece, sta offrendo risposte efficaci al bisogno di sicurezza degli italiani, come dimostrano le norme in esame, che sono state rese ancor più chiare e severe dagli emendamenti proposti dalla Lega Nord. Grazie a tali proposte, infatti, i sindaci saranno dotati di maggiori poteri nel contrasto della criminalità e avranno la possibilità di spendere risorse per la sicurezza anche in deroga al patto di stabilità interno. Inoltre potranno essere utilizzate le Forze armate per contrastare i flussi di immigrati clandestini diretti verso le coste italiane e verrà esteso anche alle organizzazioni criminali straniere il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. L'opposizione, lungi dall'accettare l'offerta di dialogo proposta dalla maggioranza, ha però scelto di prendere a pretesto l'emendamento che focalizza l'attenzione della magistratura sulla persecuzione dei reati più gravi, per condurre una sterile opposizione frontale in Parlamento e nelle piazze, che dimostra come la sinistra abbia più a cuore l'impunità dei clandestini che la sicurezza dei cittadini italiani. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

 

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso all'unanimità di concedere al senatore Cossiga la possibilità di intervenire, nonostante il rappresentante del Gruppo di appartenenza abbia già effettuato la dichiarazione di voto.

COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Dichiara la propria astensione attraverso la non partecipazione alla votazione del provvedimento. Da cristiano e da antirazzista, infatti, non è favorevole alle misure che contrastano il fenomeno migratorio senza considerare che esso è causato dalla fame e dalla disperazione in cui versano intere popolazioni, a cui la comunità internazionale non sa porre rimedio alcuno. Non voterà contro il provvedimento, però, onde evitare possibili equivoci e non apparire in sintonia con i rilievi mossi dall'Associazione nazionale magistrati, che, divenuta ormai una potente lobby politico-sindacale eversiva, sta fortemente contrastando il provvedimento ed esercita, con l'avallo del Consiglio superiore della magistratura, inaccettabili pressioni sul potere politico espressione della sovranità popolare. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dei senatori Cuffaro e Cintola. Commenti dal Gruppo IdV). Chiede che il testo integrale dell'intervento venga allegato ai Resoconti della seduta. (v. Allegato B).

FINOCCHIARO (PD). Il Partito Democratico voterà contro il provvedimento in esame, che pur prevedendo norme condivisibili, contiene anche disposizioni inaccettabili, come l'introduzione dell'aggravante di clandestinità che, essendo connessa ad una mera condizione personale dell'autore del reato, appare irragionevole, discriminatoria e incoerente con i principi costituzionali e comunitari. La maggioranza, che non ha accettato le proposte emendative tendenti a contrastare gravi fenomeni criminali come quello della violenza sulle donne e sui minori, ha inoltre approvato un emendamento che sospende un numero rilevante di procedimenti giudiziari, danneggiando le parti lese e gli imputati innocenti in attesa di giudizio e contraddicendo il principio costituzionale della ragionevole durata dei processi. Ciò creerà seri problemi al celere funzionamento della giustizia nel momento in cui i processi sospesi dovranno riprendere il loro corso, con il conseguente rischio di prescrizione dei reati rilevato dalla magistratura, rimasta però inascoltata. Come noto, alla nuova normativa potrà essere sottoposto anche un processo in cui è imputato lo stesso Presidente del Consiglio, il quale peraltro prevede di presentare nuovamente alle Camere una norma che stabilisce la non procedibilità per le più alte cariche dello Stato e che risulta particolarmente inopportuna alla luce delle sue pendenze giudiziarie. È dunque inevitabile che il dialogo tra maggioranza e opposizione si infranga di fronte al comportamento del Capo dell'Esecutivo, che finalizza la discussione politica al perseguimento di interessi personali, che denigra la magistratura e offende gli avversari politici invece di cercare la dialettica nella reciproca legittimazione, e che dimostra di non condividere un'imprescindibile serie di valori e principi promananti dalla Carta costituzionale e dal diritto comunitario. Silvio Berlusconi, dunque, rifiutando l'impegnativa ma fruttuosa strada del dialogo, degradato a mero artifizio mediatico, ha dimostrato una visione padronale delle istituzioni non all'altezza delle sue ambizioni di statista. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).

GASPARRI (PdL). Nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo ad un provvedimento che potenzia la sicurezza pubblica e rende più trasparente l'amministrazione della giustizia, rammenta l'incapacità da parte del Governo Prodi di affrontare l'emergenza sicurezza. Le disposizioni per contrastare l'immigrazione clandestina, lungi dall'entrare in conflitto con l'ordinamento comunitario hanno anticipato piuttosto una direttiva dell'Unione europea in tema di detenzione nei centri di permanenza temporanea. Il decreto-legge inasprisce le pene per reati quali la guida in stato di ebbrezza, la contraffazione di merci e l'affitto di alloggi ai clandestini; aumenta i poteri dei sindaci in materia di sicurezza pubblica; autorizza l'impiego di soldati non già per militarizzare il territorio bensì per difendere la legalità ed alleggerire il carico di incombenze gravanti sulle forze dell'ordine. Il provvedimento contiene inoltre specifiche misure che incrementano i poteri del procuratore nazionale antimafia e rendono più facile la confisca dei patrimoni mafiosi. Il vero scandalo della giustizia italiana risiede nella lentezza dei procedimenti: i contestati emendamenti dei relatori, che ricalcano peraltro una proposta avanzata dal Governo D'Alema, danno la precedenza ai processi per i reati di più grave allarme sociale e sospendono di un solo anno i procedimenti per reati minori commessi prima del 2002. (Reiterati applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni).

 

BERSELLI, relatore. Dà lettura della proposta di coordinamento C1, che è resa necessaria dall'approvazione di due emendamenti, uno dei quali presentato dal senatore Casson. (v. Resoconto stenografico)

 

CASSON (PD). Concorda con la proposta, precisando che la disposizione di cui al comma 1-bis dall'articolo 328 va interpretata nel senso che, quando si tratta di procedimenti per i delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis del codice di procedura penale, le funzioni di giudice per le indagini preliminari e di giudice dell'udienza preliminare sono esercitate da un magistrato del tribunale del capoluogo del distretto.

 

Con distinte votazioni nominali elettroniche, chieste dalla senatrice INCOSTANTE (PD), il Senato approva la proposta di coordinamento C1 e il disegno di legge composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica», con l'intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare i coordinamenti che si rendessero necessari. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

 

PRESIDENTE. Dà annunzio degli atti di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e toglie la seduta.

 

La seduta termina alle ore 12,12 .

  

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidente SCHIFANI

PRESIDENTE.La seduta è aperta (ore 11,01).

Si dia lettura del processo verbale.

 

STRADIOTTO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 19 giugno.

 

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 11,04).

 

Senato, composizione

PRESIDENTE. Informo che la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha comunicato che, occorrendo provvedere, ai sensi dell'articolo 19 del decreto-legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, nonché del parere della Giunta per il Regolamento espresso nella seduta del 7 giugno 2006, all'attribuzione del seggio resosi vacante nella regione Sicilia, a seguito delle dimissioni del senatore Antonello Antinoro, ha riscontrato, nella seduta del 19 giugno 2008, che il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista alla quale apparteneva il predetto senatore è Salvatore Cintola.

Do atto alla Giunta di questa sua comunicazione e proclamo senatore Salvatore Cintola.

Avverto che da oggi decorre, nei confronti del nuovo proclamato, il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali reclami.

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

(692) Conversione in legge del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Relazione orale) (ore 11, 05)

 

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 692.

Ricordo che nella seduta pomeridiana del 18 giugno si è concluso l'esame degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

Passiamo alla votazione finale.

PISTORIO (Misto-MPA). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PISTORIO (Misto-MPA). Signor Presidente, il provvedimento normativo che ci accingiamo a votare cerca di rispondere all'esigenza avvertita dai cittadini italiani nel campo dell'ordine pubblico e della sicurezza, rappresentanti un'emergenza sociale prioritaria e di estremo rilievo per la civile convivenza nelle nostre città e nei nostri territori. La norma oggi in esame intende colmare un vuoto normativo grave cui il precedente Governo non era riuscito, anche per la confusione e le forti contraddizioni interne a quella compagine, a dare una risposta tempestiva e seria come invece l'attuale maggioranza dimostra oggi di voler fare.

Si interviene sulla pubblica sicurezza con un decreto-legge i cui presupposti sono la necessità e l'urgenza, che affiorano da una quotidianità drammatica testimoniata dalla costante e inarrestabile avanzata di notizie di cronaca che destano inquietudine nei cittadini e profondo allarme sociale.

Non vi è dubbio che con l'odierno decreto il Governo confermi la propria scelta di trasformare il programma elettorale, sottoscritto tra le forze politiche che lo compongono, in azioni normative serie e concrete, che lo pongono oggi come punto di riferimento primario delle amministrazioni locali e, in special modo, dei cittadini. Infatti, rispetto al tema che vede gli amministratori degli enti locali privi di adeguate competenze e risorse necessarie a far fronte a problemi di ordine pubblico, il provvedimento ha come principale merito di rappresentare, di fatto, una vera norma quadro finalizzata a rendere uniformi le diverse soluzioni individuate in questi mesi per meglio affrontare il tema della sicurezza. In particolare, si è cercato di contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e l'allarme sociale che esso suscita, specie nelle popolazioni - come ad esempio quella di Lampedusa - che più di ogni altra ne subiscono il primo e più grave impatto, nonché il conseguente disagio.

Va quindi valutata positivamente, per il suo effetto deterrente, l'introduzione dell'aggravante comune, oltre a quelle previste dall'articolo 61 del codice penale, identificata nella commissione di reato da parte di soggetto che si trovi illegalmente nel territorio dello Stato. Queste, con l'estensione dell'ambito di applicazione della misura di sicurezza dell'espulsione, rappresentano una significativa risposta all'esigenza di controffensiva al crimine comune, molto avvertito dai cittadini, specie nelle aree metropolitane del Nord del Paese.

Valutiamo con favore, inoltre, le misure che potenziano i poteri e le funzioni dei sindaci in materia di sicurezza, le quali attribuiscono loro più ampi poteri nella gestione dell'ordine pubblico locale ed invertono, anche per rispetto del nuovo ordinamento costituzionale, il rapporto esistito fino ad oggi tra autonomie locali e Governo centrale. Si sottolinea come di particolare rilievo per il Movimento per l'Autonomia la norma che riconosce ai sindaci il potere di adottare i provvedimenti urgenti ritenuti opportuni per proteggere l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana.

Non possiamo non sottolineare, però, come le polemiche che hanno accompagnato questo provvedimento non abbiano favorito le condizioni migliori per affrontare con serenità questioni fondamentali per la civile convivenza. Dispiace sottolineare, infatti, come il tema del conflitto tra poteri dello Stato, che ha coinciso con la definizione del provvedimento in questione, abbia coperto e fatto sottacere, invece, le importanti novità che - ad esempio, in tema di lotta alla criminalità organizzata - con questo decreto rafforzano l'azione di contrasto della magistratura e delle Forze di polizia.

Questo provvedimento ha il merito di riportare l'attenzione sul tema fondamentale della lotta alla mafia, attraverso l'introduzione di specifiche norme volte a rafforzare ulteriormente la straordinaria azione di contrasto effettuata, con grandi risultati, dalle forze dell'ordine e dalla magistratura. Cari colleghi, è in corso, in questi ultimi tempi, una fase molto positiva nella lotta alla criminalità organizzata, e a Cosa nostra in modo particolare, con la decapitazione quasi completa dei suoi vertici militari ed una reazione coraggiosa da parte di ambienti imprenditoriali, soprattutto in Sicilia, le quali permettono di realizzare il risultato storico di debellare la mafia. Per il Gruppo MPA-Movimento per l'Autonomia questo è un obiettivo assoluto: riteniamo indispensabile per lo sviluppo del Mezzogiorno che questa malapianta sia sgominata in modo definitivo, non solo combattuta.

Infatti, cari colleghi senatori, in questa sede occorre ricordare come il Mezzogiorno - e la Sicilia, in particolare - sia stato doppiamente vittima della criminalità organizzata. Da un lato, essa ha massacrato la nostra economia, attraverso l'aggressione alle nostre attività imprenditoriali più produttive, con l'imposizione di onerosissimi, ulteriori balzelli dovuti alla sua infestante presenza, ma anche attraverso il potere di intimidazione che per lunghi anni non si è visto opporre alcun reale contrasto da parte dello Stato, cosa che ha inquinato il nostro mercato. Dall'altro lato, il fenomeno mafioso è stato utilizzato, quale ulteriore danno che sa di tristissima beffa, come scusa di comodo, frutto di pregiudizi atavici, non solo per giustificare il totale disinteresse da parte di poco accorte classi dirigenti nazionali, ma anche - il che è ancor peggio - per cancellare fondamentali risorse a sostegno dello sviluppo infrastrutturale ed economico del Sud d'Italia.

Ed è anche per questa ragione che esprimiamo il nostro consenso al complesso normativo che oggi qui si discute: infatti, accogliamo con favore le modifiche introdotte e approvate in sede di discussione, anche con il contributo dell'opposizione, alla normativa antimafia e, in particolare, a quella relativa alle indagini finalizzate agli accertamenti sui patrimoni mafiosi.

Volendo affrontare le questioni più controverse di questo provvedimento, possiamo dire che per migliorare la risposta della politica al giusto bisogno dei cittadini di avere una giustizia che funzioni e che sia più vicina alle loro esigenze, occorre ripensare complessivamente il nostro sistema giudiziario, per quanto possibile, in modo condiviso per metodo e merito. Ormai, da quasi vent'anni questo Paese è inchiodato all'eterno conflitto tra politica e magistratura: che esso abbia un fondamento reale non è in alcun modo in discussione; occorre, però, evitare l'ulteriore incancrenirsi della questione. Anche l'apertura di oggi, letta sulla stampa, da parte di autorevoli esponenti dell'Associazione nazionale magistrati è un segnale positivo, per quanto limitato, che non bisogna disperdere.

Nella scorsa legislatura, in un clima del tutto diverso, proprio sulla giustizia - ricordo i decreti Castelli - ci furono, forse, gli unici tentativi di intese bipartisan perché si comprese quanto fosse delicato questo snodo. Oggi non possiamo farci bastare provvedimenti basati sulle emergenze del momento, per dare risposte immediate alle diverse richieste dei cittadini; occorre, invece, una radicale azione di ristrutturazione del sistema, che velocizzi la giustizia civile e renda più certa ed equa quella penale. È necessario, per esempio, depenalizzare quell'enorme quantità di reati considerati dalla stessa magistratura ormai inutili, dall'omesso versamento di ritenute INPS o delle ritenute d'acconto, all'omessa esposizione negli esercizi di ristorazione della tabella dei giochi leciti, per citarne solo alcuni.

Per non dire, poi, come occorra anche intervenire sull'attività processuale, eliminando una serie di adempimenti formali ormai del tutto irrilevanti, rendendo ad esempio obbligatoria l'elezione di domicilio presso il difensore o riformando completamente il regime delle notifiche: tutto ciò nell'interesse dei cittadini e del loro diritto ad avere davvero una giustizia giusta, a partire dalle procedure più semplici, ma anche più diffuse e sentite.

Sarebbe forse opportuno, caro Presidente - se ne potrebbe far carico la seconda carica dello Stato - che il Parlamento dedicasse a questo tema una particolare attenzione, magari nell'ambito delle auspicate modifiche costituzionali, istituendo un'apposita Commissione bicamerale di riforma della giustizia in questo Paese. Questo per addivenire, in accordo, innanzitutto, con i suoi principali operatori, ad un assetto complessivo, frutto di un lavoro strutturato, e non in ragione di interventi frammentari che si sono nel tempo affastellati rendendo il sistema giudiziario ormai inadeguato a dare le risposte che gli italiani si attendono. Per fare tutto ciò serve una sorta di armistizio tra istituzioni e, in particolare, tra politica e magistratura, che possa consentire alle forze politiche presenti in Parlamento di affrontare con serenità ed attenzione questi temi.

L'auspicio è quindi quello che si apra presto una fase costituente per ammodernare le nostre istituzioni nel solco, certo, dei grandi valori fondativi della Carta costituzionale, garanzia della nostra convivenza civile, ma capace di interpretare l'ansia di cambiamento del Paese in cui, per quanto ci riguarda, il valore del territorio e della sua autonomia sia essenziale. È assolutamente indispensabile che maggioranza e opposizione ritrovino un percorso comune e affrontino questi delicati temi non disperdendosi in sterili polemiche, ma ricercando le soluzioni più corrette e condivise, come già in questo decreto si è dimostrato possibile, ad esempio, sul tema della lotta alla mafia.

Con questo auspicio e per queste motivazioni, colleghi senatori, esprimo a nome del Movimento per l'Autonomia il mio voto favorevole al provvedimento in esame. (Applausi dai Gruppi Misto-MPA e PdL. Congratulazioni).

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi non voteremo a favore di questo provvedimento. Il lavoro comune svolto in Commissione è stato compromesso dalle infauste norme bloccaprocessi approvate in Aula a colpi di maggioranza. Tutto ciò è sorprendente! I numeri, il tempo a vostra disposizione e la memoria dei conflitti istituzionali passati vi avrebbero dovuto indurre a seguire un altro percorso più lineare, più trasparente e, certamente, più ampiamente condiviso di quello odierno.

Siamo convinti che la sicurezza degli italiani debba essere una priorità. Per questa ragione abbiamo scelto di lavorare insieme a voi per migliorare il testo del provvedimento. Per questa ragione abbiamo apprezzato il lavoro comune che ha consentito, anche grazie al nostro contributo, di attribuire maggiori poteri ai sindaci in materia di sicurezza urbana e di contrasto all'immigrazione clandestina; di escludere lo stato di incensuratezza dai motivi di riduzione automatica della pena; di condannare chi sfrutta gli immigrati cedendogli un alloggio per trarne un ingiusto profitto; di aumentare le pene per chi sfrutta il lavoro nero extracomunitario. Per queste ragioni siamo soddisfatti delle nuove norme antimafia che offrono strumenti più efficaci per l'aggressione dei patrimoni mafiosi e che inaspriscono le pene per il reato associativo.

Saremmo stati parimenti soddisfatti della parte del provvedimento che inasprisce le pene per chi si sottrae all'ordine dì espulsione del giudice, per chi commette omicidio o lesioni colpose, guidando in stato di ubriachezza o sotto 1'effetto di droghe, e per chi guida nel medesimo stato, se non fossero intervenute le profonde modifiche - approvate dalla sola maggioranza - con cui si è disposta la sospensione automatica di un anno per tutti i processi con una pena inferiore ai dieci anni e la loro posticipazione nei ruoli di udienza; processi che comprendono proprio queste fattispecie. Tali disposizioni, oltre che incostituzionali, sono sbagliate perché rendono di fatto difficile la celebrazione di quei giudizi per i quali si è inteso intervenire con l'inasprimento delle pene. Si tratta, infatti, di reati odiosi che hanno un termine di prescrizione più breve e che, pertanto, devono essere perseguiti con celerità se si vogliono dare risposte efficaci alla insicurezza delle famiglie italiane. Ce lo avete spiegato voi mille ed una volta durante la campagna elettorale ed era proprio questo il cavallo di battaglia del Popolo della Libertà.

Con le norme bloccaprocessi altro che tolleranza zero! Vi è il rischio (se non la certezza) della prescrizione per reati come la corruzione, la corruzione in atti giudiziari, la calunnia, il favoreggiamento reale e personale, l'incendio e l'incendio boschivo (reato quest'ultimo di cui - purtroppo - sentiamo parlare spesso nei periodi estivi e già cominciamo ad assistere ai primi incendi dolosi senza che vi sia alcuna risposta concreta da parte dello Stato), i maltrattamenti in famiglia (con buona pace del Governo e della sua proposta di inasprire le pene per lo stalking e i reati a sfondo sessuale), le lesioni personali, l'omicidio colposo, l'abbandono di minore, il furto aggravato in abitazione, l'usura, la ricettazione e quant'altro, oltre che per i reati in materia ambientale e di gestione e traffico illecito di rifiuti (con i ringraziamenti da parte di coloro i quali hanno reso la Campania una grande discarica a cielo aperto).

In altri termini, signor Presidente, da un lato inaspriamo le pene per tutta una serie di reati nella convinzione fondata che i cittadini si sentano fortemente minacciati e offesi da determinate condotte illecite e dall'altro disponiamo che i processi per tali reati si debbano celebrare chissà quando e con il rischio che si estinguano per intervenuta prescrizione. Dov'è la certezza della pena? Dov'è la tutela delle vittime del reato? Siamo in presenza di norme che introducono in maniera sofisticata un nuovo e più ampio indulto e che, pertanto, rendono inutile una parte importante del pacchetto sicurezza, sia di quello che votiamo oggi che di quello che esamineremo nelle prossime settimane.

Dovete cancellare le norme bloccaprocessi se volete che le misure introdotte con questo provvedimento producano effetti positivi per il Paese. Comprendiamo che tali norme sono state approvate in ossequio alle opinioni del Presidente del Consiglio sul difficile e controverso rapporto tra politica e magistratura. Si tratta di un tema condivisibile, posto però male e nella sede sbagliata. Occorre avere il coraggio di affrontare alla luce del sole e con provvedimenti ad hoc il problema del rapporto tra politica e magistratura.

Le soluzioni ci sono: basta uniformarsi alla normativa europea in materia senza destare scandalo o, peggio ancora, il sospetto di essere sempre e comunque degli intoccabili. Su tale questione ben posta non potrà certo mancare il nostro contributo, visto che non abbiamo alcun pregiudizio al riguardo. Ma un conto è affrontare il tema della governabilità delle istituzioni, un conto è introdurre norme farraginose che rischiano di vanificare l'intera politica di sicurezza del Governo, determinando l'estinzione di tantissimi processi e il blocco burocratico dei già lenti meccanismi giudiziari.

Ci chiediamo e vi chiediamo: a cosa serve l'introduzione del reato d'immigrazione clandestina, l'inasprimento delle pene per i reati commessi nei confronti di anziani e di portatori di handicap o per i reati di danneggiamento, di deturpamento e imbrattamento di cose altrui, di occupazione di suolo pubblico quando i relativi processi rischiano di non celebrarsi mai? Che senso ha introdurre un'apposita aggravante per i reati commessi in concorso con minori o la introduzione del nuovo reato di impiego di minori nell'accattonaggio quando l'intero sistema processuale viene messo in crisi da una modifica al codice di procedura penale approvata a colpi di maggioranza?

Non è così che si dialoga e si costruisce un corretto rapporto con le opposizioni ma, cosa più importante, non è così che si governa un tema complesso e delicato come quello della sicurezza. Non si possono fare solo norme manifesto inapplicabili o inutilmente dispendiose. In un sol colpo avete, per esempio, speso 62 milioni di euro per impiegare in maniera impropria nel settore della sicurezza 3.000 militari. Se aveste usato tali risorse per rinnovare il parco mezzi di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza avreste raddoppiato i pattugliamenti notturni in gran parte dei centri urbani a rischio del nostro Paese.

Siamo molto preoccupati, signor Presidente, di come avete cambiato rotta nel rapporto con le opposizioni: in una notte e apparentemente senza alcun motivo. Siamo amareggiati per il fatto che nonostante il provvedimento contenga alcuni aspetti positivi sia stato pregiudicato da un modo sbagliato di affrontare un tema importante ma diverso - il rapporto tra politica e magistratura - e del tutto estraneo ai problemi della sicurezza.

Per queste ragioni e con profondo rammarico noi voteremo contro, sperando che la maggioranza cancelli alla Camera quelle norme che rendono inutile gran parte di questo provvedimento. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Aut, IdV e PD).

BELISARIO (IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BELISARIO (IdV). Signor Presidente, onorevole Ministro, colleghe e colleghi, al momento della fiducia al Governo Berlusconi, l'Italia dei Valori aveva detto, in modo chiaro e senza esitazioni, che le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio e la sua replica al dibattito in quest'Aula non ci avevano convinto: troppe le contraddizioni presenti nelle intenzioni del Governo, troppo mielose le richieste di dialogo per le riforme, assolutamente forzati i toni fino a blandire l'opposizione inducendola a ritenere che vi erano tutte le condizioni per voltare pagina, passando da uno scontro muscolare ad un confronto tra progetti diversi che potevano trovare la sintesi virtuosa in una stagione di cambiamento e di innovazione nell'interesse delle cittadine e dei cittadini italiani. L'Italia dei Valori non sbagliava nel dichiarare che avrebbe fatto un'opposizione forte e senza sconti, perché rimaneva irrisolto il colossale e sbalorditivo conflitto d'interessi del presidente del Consiglio Berlusconi. Purtroppo siamo stati facili e buoni profeti. Il peccato originale riemerge ciclicamente perché mai rimosso, anzi vieppiù reiterato e aggravato.

Ma veniamo al provvedimento in esame che è la riprova di quanto abbiamo argomentato: l'Italia dei Valori, nel suo programma elettorale, ha puntato molto sulla sicurezza perché avvertiva quotidianamente la richiesta che veniva dalla gente. Pensavamo al rimpatrio immediato ed effettivo dei clandestini e all'obbligo, per quelli condannati, di scontare le pene nel loro Paese d'origine; chiedevamo più polizia nelle strade e più videosorveglianza sul territorio; proponevamo l'inasprimento delle pene per i reati contro i minori e contro le donne e lo abbiamo rifatto anche in sede emendativa al provvedimento in esame.

Oggi ci troviamo ad approvare tutta una serie di misure che, partendo dall'aggravante del reato commesso in condizione di clandestinità - probabilmente in odore di incostituzionalità -, passa dalle città occupate dall'Esercito e arriva al blocco di 100.000 processi per bloccarne uno: quello del Presidente del Consiglio.

L'Italia dei Valori ha posto in essere una seria, puntuale e concreta attività emendativa perché riteneva che i problemi della sicurezza non fossero né di centro, né di sinistra, né di destra. La sicurezza, e, aggiungiamo noi, il rispetto dalla legalità, in una democrazia moderna, sono le precondizioni necessarie per la ripresa del Paese in un clima di ritrovata armonia sociale, pur in presenza di oggettive, forti ed incolmabili differenziazioni sull'azione di Governo. Abbiamo provato, ad esempio, ad introdurre i reati contro familiari e conviventi, contro chi sfrutta l'accattonaggio dei minori, contro chi li adesca anche con Internet per sfruttarli. Una maggioranza chiusa ha impedito che questi reati, che offendono fortemente il senso comune, venissero introdotti perché si sarebbe stravolta, così è stato detto in Commissione, l'originaria impostazione del decreto. E già, perché invece il cosiddetto bloccaprocessi è omogeneo a provvedimenti contro i clandestini o contro i rom che delinquono. Un pasticcio davvero, colleghi!

E a voi, colleghi di maggioranza, chiediamo un sussulto di orgoglio in rispetto dei valori costituzionali. Eliminate quella norma, eliminatela al più presto. Pensate a quei cittadini che vi hanno votato sperando che gli stupratori venissero arrestati, processati e sbattuti in galera. Oggi, invece, una sequela intollerabile di reati non vedrà la propria conclusione: sequestro di persona, estorsione, rapina, furti in appartamento, scippo, stupro e violenza sessuale, aborto clandestino, sfruttamento della prostituzione, usura, violenza, corruzione, corruzione in atti giudiziari, peculato, detenzione di materiale pedopornografico, persino immigrazione clandestina! (Applausi dai Gruppi IdV e PD). E ancora: omicidio colposo per colpa dei medici (e Milano ci insegna qualcosa), omicidio colposo dovuto ad incidenti stradali, maltrattamenti in famiglia, molestie, traffico di rifiuti (si pensi a quanto accaduto in Campania).

Speravamo che prima di passare - e forse senza passare - ad un'opposizione nelle piazze, cercando di attivare lo strumento costituzionale del referendum, fosse possibile un'azione parlamentare, magari anche di contrapposizione, purché venissero varate leggi nell'interesse dei cittadini e non di una parte politica. Invece questo non sarà possibile perché vi è un abuso di funzioni e di ruolo da parte di chi, incaricato come Presidente del Consiglio non per fare gli interessi propri, fa invece quelli propri.

Non è possibile far trascorrere la legislatura recitando il solito refrain: siamo stati eletti dai cittadini, quindi cosa volete? Non è questo il valore della democrazia. (Applausi dal Gruppo IdV). Si tratta dell'ennesima norma vergogna, che segue la Cirami, la Cirielli e quella sul falso in bilancio, già usate e abusate dal Presidente del Consiglio.

 

COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Perché non parli della scatola di scarpe con 100 milioni di lire? Perché non parli della Mercedes?

 

BELISARIO (IdV). Quella sulle prescrizioni abbreviate oggi blocca un altro processo in cui il Presidente del Consiglio è imputato per corruzione in atti giudiziari. Un'ipotesi gravissima. Ma perché sfuggire al processo se, come dicono i suoi legali e come è stato scritto, egli è innocente? Vada davanti ai giudici naturali; accetti di sottoporsi, come tutti i comuni mortali, alla legge e, una volta assolto, sbandieri la sua vittoria.

Signor Presidente del Consiglio, questo glielo imporrebbe l'etica dei comportamenti, non la forza dei numeri conseguiti nell'ultima tornata elettorale. D'altra parte, si tratta di un processo vecchio, la cui contestazione è avvenuta ben prima delle ultime elezioni. Nessuno pensava allora, e non lo pensa neppure oggi, di sovvertire l'ordine democratico, ma neppure è possibile una nuova formula assolutoria: chi vince le elezioni è comunque mandato assolto, a prescindere. Una sorta di inedita ordalia elettorale.

Unalitania vecchia, un'ossessione, così la definisce il settimanale dei Paolini. Berlusconi deve curare questa ossessione perché rischia di mandare in cancrena le istituzioni democratiche. Per questo l'Italia dei Valori voterà contro il provvedimento. Perché crede nel principio della separazione dei poteri, ritiene che la magistratura sia un ordine autonomo e indipendente e vuole che la politica cambi davvero e curi gli interessi del Paese. Chi ci guarda avverte i problemi della sicurezza che, invece, questo decreto-legge non risolve e vuole una soluzione per i problemi del lavoro precario, dei mutui, degli stipendi insufficienti e dell'economia traballante.

Rivolgiamo ancora una volta un appello in quest'Aula affinché nella sua approvazione definitiva presso l'altro ramo del Parlamento il provvedimento venga modificato. Questo perché il Paese ha bisogno di una pace sociale che prescinda dalle condizioni di ognuno di noi, anche se chiamato a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio dei ministri. (Applausi dai Gruppi IdV, PD e UDC-SVP-Aut).

BRICOLO (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BRICOLO (LNP). Signor Presidente, colleghi senatori, prima di entrare nel merito del decreto sicurezza in esame voglio ricordare la situazione che abbiamo ereditato dal Governo Prodi e da voi, che eravate in maggioranza: criminalità diffusa, immigrati clandestini e reati in continuo aumento, campi nomadi abusivi in ogni città e un conseguente crescente malessere sociale dovuto al fatto che molti cittadini sono costretti a vivere in città insicure.

Prodi non ha fatto nulla nei suoi anni di governo per contrastare la criminalità, anzi con il suo Governo - è giusto ricordarlo - si sono scarcerati migliaia di delinquenti con l'indulto e si sono bloccate le espulsioni dei clandestini dal nostro Paese. Per di più, gran parte dei settori politicizzati della magistratura ha fatto di tutto per non attuare, e dunque boicottare, la legge Bossi-Fini, quella che regola la presenza degli extracomunitari nel nostro Paese.

Ricordo i princìpi di quella legge: entra in Italia solo chi ha già ottenuto dalle nostre ambasciate un permesso di soggiorno collegato a un posto di lavoro e a una casa in cui vivere; viene invece espulso chi vi soggiorna illegalmente. Questo per evitare quello che è successo negli ultimi anni: migliaia di clandestini senza posto di lavoro, costretti a vivere nella illegalità e molto spesso di criminalità, in situazioni di disagio inaccettabili per un Paese civile. Per non dire poi che al Nord, in Padania, il 70 per cento dei reati viene commesso proprio dai clandestini: sono loro che spacciano droga fuori dalle scuole, che sfruttano le prostitute, che si sono specializzati nelle rapine e nei furti negli appartamenti.

I cittadini onesti, quelli che si alzano ogni mattina per andare a lavorare, che pagano le tasse e rispettano le leggi, sono ormai esasperati e ci chiedono da tempo e con forza di fare qualcosa. La gente ci ferma per strada e ci chiede di sgomberare i campi nomadi e di espellere i clandestini, facendoci capire chiaramente che gli immigrati extracomunitari in questo Paese sono già troppi, soprattutto quelli provenienti dai Paesi islamici, che entrano illegalmente sbarcando sulle nostre coste, a Lampedusa, ma non solo in Sicilia, anche in Calabria e in Sardegna. Immigrati islamici che pretendono di imporre le loro regole a casa nostra, che non si vogliono integrare, che hanno molto spesso modi di vita incompatibili con i nostri.

Era evidente a tutti che dovevamo fare qualcosa e voglio ringraziare il Governo che immediatamente, al primo Consiglio dei ministri dopo il suo insediamento, rispettando le promesse fatte in campagna elettorale, ha varato queste nuove norme di contrasto alla criminalità. Oggi in Senato voteremo già il primo provvedimento che, con il disegno di legge che andremo ad approvare entro il mese di luglio, ci permetterà finalmente di cambiare radicalmente le cose, garantendo espulsioni certe dei clandestini che vivono nel nostro Paese e contrastando i flussi migratori in entrata.

Voglio ringraziare anche i colleghi della maggioranza, perché abbiamo dimostrato in Aula di essere uniti, senza alcuna polemica, consapevoli tutti dell'importanza del provvedimento che stavamo votando. Voglio esprimere infine tutta la mia soddisfazione, anche a nome dei senatori del mio Gruppo, la Lega Nord Padania, per quegli emendamenti e ordini del giorno che abbiamo presentato e siamo riusciti a far approvare in sede di discussione del provvedimento qui in Senato. Siamo riusciti a migliorare il testo del decreto-legge, rendendo di fatto le norme che entreranno in vigore ancora più chiare e severe nel contrasto alla criminalità.

Finalmente i sindaci avranno più poteri e i prefetti non potranno più impedire loro di emanare ordinanze di ordine pubblico. Potranno così, anche loro, intervenire nel contrasto della criminalità all'interno delle loro comunità e avranno la possibilità, in deroga al Patto di stabilità, di investire risorse per assumere nuove forze di polizia locale e attrezzature di controllo del territorio. Potranno, d'ora in poi, sempre grazie ad un emendamento presentato dalla Lega e accolto favorevolmente dal Governo, accedere alle banche dati, finora in uso solo alle forze di polizia, per verificare la validità dei permessi di soggiorno degli extracomunitari, così da avere ben chiara la situazione di chi entra nelle loro comunità.

Abbiamo cambiato l'articolo 416-bis del codice penale, che colpisce le associazioni criminali di stampo mafioso, estendendo l'applicazione della norma anche alle mafie straniere. Finalmente le mafie maghrebine, albanesi, cinesi e slave, che ormai da tempo si sono radicate soprattutto nelle città del Nord, saranno colpite e contrastate come la mafia siciliana, la camorra e la 'ndrangheta.

Grazie all'approvazione di un nostro ordine del giorno inizieremo finalmente a difendere i nostri confini. Le Forze armate saranno utilizzate anche per il contrasto in mare dei clandestini, come da tempo già fanno Spagna e Malta. Non saremo più l'unico Paese che soccorre tutti, accoglie tutti, fa entrare tutti.

Si tratta di interventi concreti, efficaci, per ritornare finalmente ad essere padroni a casa nostra.

Dispiace però aver visto i colleghi dell'opposizione, ancora una volta, tenere una posizione di assoluto contrasto a qualsiasi proposta presentata in fase di discussione di questo decreto. La scusa l'avete trovata contestando un emendamento presentato dai relatori che serve a dare priorità all'esecuzione di quei processi in cui vengono contestati i reati di più grave allarme sociale al fine - perché questo è lo scopo - di impedire che pericolosi delinquenti possano evitare il carcere a causa di una giustizia troppo lenta. Con questa scusa avete detto no a tutto. Siete tornati ad essere, ancora una volta, il partito del no. Avete detto no all'aumento delle pene per i clandestini, no al reato di immigrazione clandestina, no alla trasformazione degli inutili CPT (centri di permanenza temporanea) in CIE (centri di identificazione e espulsione), no all'aumento a 18 mesi di permanenza in questi centri al fine di garantire l'espulsione dei clandestini, no ai militari a presidio nelle ore notturne dei quartieri più degradati delle nostre città, no a nuove norme per togliere le prostitute dalle strade. Solo no, nessuna proposta costruttiva.

A questo punto, dopo tutti questi no, è evidente a tutti che vi interessa di più garantire l'impunità dei clandestini che la sicurezza dei cittadini. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL). Detto questo, spero, per il bene del Paese, che l'atteggiamento di dura opposizione che avete deciso di tenere contro questo Governo (e non mi riferisco solo al provvedimento in esame) possa al più presto cambiare.

Noi, anche se potevamo non farlo, dall'inizio della legislatura, nonostante una maggioranza schiacciante in termini numerici sia alla Camera che al Senato, abbiamo voluto aprire la porta del dialogo per arrivare a soluzioni condivise per cambiare questo Paese. Potevamo non farlo, abbiamo i numeri per governare da soli. Dispiace dunque - lo dico sinceramente - vedere Veltroni in questi giorni chiudere questa porta, riproponendo il muro contro muro, la lotta senza se e senza ma al Governo, minacciando ostruzionismo in Parlamento e nuove lotte di piazza.

Per fortuna, e ne prendo atto con piacere, al vostro interno non tutti la pensano così. Molti dei vostri sindaci contestano queste decisioni, affermando anche che questo Governo sta facendo - cito il sindaco di Torino - manovre intelligenti, difficili da contrastare. Hanno ragione: da quando siamo al Governo abbiamo varato il più importante provvedimento di contrasto alla criminalità degli ultimi anni. Abbiamo abolito per sempre l'ICI, detassato gli incentivi sul lavoro e gli straordinari per permettere ai lavoratori di ritrovarsi più soldi in busta paga; stiamo affrontando il problema dei rifiuti di Napoli; abbiamo presentato una finanziaria che non aumenta le tasse se non ai banchieri e ai petrolieri e che invece interviene a sostegno delle famiglie che, a causa degli aumenti dei prezzi, non riescono ad arrivare a fine mese. Stiamo avviando il federalismo fiscale, prendendo come base il testo approvato in Regione Lombardia, presentato dalla Lega e votato non solo dal PdL, ma - lo ricordo - anche da tutti i rappresentanti del Partito Democratico. (Applausi dal Gruppo LNP).

Sempre nella finanziaria è previsto il rilancio delle liberalizzazioni e la riforma della pubblica amministrazione. Si tratta di provvedimenti che andranno ad aiutare e stimolare la crescita economica e la concorrenza; per non parlare della semplificazione legislativa con un drastico taglio a leggi ed enti inutili.

Possiamo dunque affermare senza paura di smentite che gli unici che si possono lamentare di questo Governo sono i banchieri, i petrolieri e i clandestini: questa è la verità! Sono loro gli unici ad essere penalizzati da questo Governo, e lasciatemelo dire: era ora! Era ora che a pagare fossero i petrolieri, i banchieri e i clandestini! (Applausi dal Gruppo LNP e del senatore Cantoni). Sono gli unici che in questo momento probabilmente scenderebbero in piazza contro questo Governo.

Concludo, signor Presidente, con un invito: lasciamola aperta questa porta del dialogo, confrontiamoci senza inutili e dannose contrapposizioni sui grandi temi di interesse generale. È sicuramente più facile e più comodo, quando si è all'opposizione, dire no, ma in questo momento non porta da nessuna parte, non serve a nulla, anche perché noi comunque questo Paese lo cambieremo. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

 

COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Al senatore Cossiga la Presidenza si permette di segnalare che il suo Gruppo di formale appartenenza ha esaurito i tempi assegnatigli con l'intervento del senatore D'Alia, ma la Conferenza dei Capigruppo, all'unanimità, per rispetto nei confronti del presidente Cossiga, ha riconosciuto la possibilità di quest'ultimo di intervenire per cinque minuti. Dico cinque, senatore Cossiga, perché siamo in diretta televisiva e l'eventuale sforamento rischierebbe di danneggiare gli altri colleghi che devono ancora parlare.

La ringrazio e le do la parola.

COSSIGA (UDC-SVP-Aut). La prego, signor Presidente, di farmi qualche cenno quando sto per esaurire il tempo a mia disposizione chiedendole di poter allegare il testo dell'intervento. Anzi, mi permetto di consigliarle di munirci di un piccolo orologio contatempo o di una clessidra.

 

PRESIDENTE. Senz'altro.

 

COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, signori del Governo, signori senatori, dichiaro che nella votazione sulla legge di conversione del cosiddetto decreto-legge sulla sicurezza mi asterrò in senso sostanziale e cioè, a motivo dell'anomalia delle norme del Regolamento del Senato, non partecipando alla votazione.

Il mio voto sarebbe stato negativo se non fosse in corso una dura polemica nel Parlamento e nel Paese tra garantisti, garantisti tiepidi, giustizialisti e seguaci di quel grande movimento chiamato «forche e manettone» e, più gravemente, tra i sostenitori della sovranità popolare (e quindi del Parlamento sovrano legale dello Stato) e del sovrano che non è legittimato dal voto popolare, che ormai sono diventate certe istituzioni pubbliche quali quella potente lobby politico-sindacale ai limiti dell'eversione che è l'Associazione nazionale magistrati e la sua struttura servente e asservita che si chiama Consiglio superiore della magistratura. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL. Commenti dei senatori De Toni e Li Gotti).

Io avrei votato contro perché sono un cristiano e perché sono antirazzista. In un Paese nel quale ormai è scomparsa ogni identità, perché tra secolarismo e apostasia ci siamo allontanati dalla tradizione giudeo-ellenistico-cristiana - l'abbiamo anzi apertamente rinnegata quella tradizione ellenistico-giudeo-cristiana che va da Atene a Gerusalemme e a Roma e senza la quale, come dice un grande poeta, teologo, filosofo luterano tedesco, Novalis, l'Europa non sarebbe neanche Europa e che dell'Europa, che era un ammasso di cimbri, di celti, di latini, di slavi e di germanici, ha fatto un esemplare soggetto - non vedo che identità dobbiamo preservare da questo fenomeno epocale e biblico che sono le grandi migrazioni, soprattutto grandi migrazioni dovute alla fame, alla persecuzione e a cui la comunità internazionale, le nazioni ricche non sanno portare nessun rimedio.

Non abbiamo, fra l'altro, un Governo di sinistra come in Spagna, dove si spara sugli immigrati e dove la flotta ha l'ordine di non soccorrere i barconi. Ma certo, gli spagnoli hanno raggiunto alti livelli: i nuovi diritti civili, i matrimoni tra gay, tra poco tra tre. E quindi, poiché Zapatero è di sinistra, può impunemente dare ordine alla Guardia Civil, come ha fatto, di sparare, tant'è vero che di immigrazione clandestina in Spagna non ce n'è più.

Io avrei votato contro, ma siccome ciò potrebbe essere equivocato e preso come un voto a favore della potente lobby politico-sindacale eversiva dell'Associazione nazionale magistrati, mi asterrò. Siamo infatti arrivati al punto che il «Financial Times», un grande giornale non solo liberale ma liberal, sempre implacabile contro Silvio Berlusconi, ha scritto che ormai i giudici hanno raggiunto un tale potere in Italia da minacciare il principio della sovranità popolare.

Dunque, non posso essere a favore di questo provvedimento perché sono cristiano e antirazzista, non posso essere contrario perché non intendo fare nessun favore al dottor "Palmera", presidente dell'Associazione nazionale magistrati e grande produttore di tonno.

Quello che mi dispiace è vedere che in Italia, dopo la piccola parentesi liberal della segreteria e del Governo dell'amico D'Alema, siede una sinistra, unica in Italia, che è a favore della sovranità dei giudici e non della sovranità popolare. Ma queste sono le stranezze del nostro Paese. (Applausi dai Gruppi PdL, LNP e dei senatori Cuffaro e Cintola).

FINOCCHIARO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FINOCCHIARO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, voteremo no a questo provvedimento, che pure ha in sé parti che condividiamo perché contenute nell'analogo decreto Prodi-Amato della scorsa legislatura, anche se qualche disposizione da noi proposta è stata accolta, mentre sciaguratamente non sono state incluse le misure contro la violenza alle donne e ai minori.

Questo testo, però, ha in sé due norme che consideriamo sbagliate, pericolose, in violazione della Costituzione e dell'ordinamento comunitario. Mi riferisco per prima all'aggravante "d'autore" per cui qualunque tipo di reato (anche le lesioni colpose, anche l'ingiuria) viene aggravato se a commetterlo è un immigrato irregolare. Una norma che riteniamo irragionevole, discriminatoria, incoerente rispetto alla Costituzione, alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e potrei continuare. Non si tratta di un'opposizione ideologica, ma, come è chiaro, della necessità di avere una norma che sia efficace e al contempo rispettosa del quadro di riferimento costituzionale e comunitario.

La seconda disposizione è quella relativa alla sospensione dei processi, disposizione che viola il principio del diritto di difesa, quello di pari trattamento, quello della ragionevole durata del processo. Una norma che colpirà innanzitutto gli imputati innocenti che hanno tutto l'interesse ad una rapida definizione del processo, le parti civili (specie quelle più deboli economicamente), lascerà senza giustizia migliaia e migliaia di parti offese, congestionerà i tribunali e le cancellerie, non determinerà affatto un'accelerazione dei processi per i fatti più gravi e recenti e comporterà un alto numero di prescrizioni.

È infatti noto che la sospensione dei processi non è come il sonno della bella addormentata nel bosco: scaduta la sospensione, occorrerà rifissare i processi, adempimento complesso anche per assicurare la regolarità di tutte le notifiche, e questo comporterà tempo. Ve lo abbiamo detto in quest'Aula, ve lo ha ribadito l'Associazione nazionale magistrati, ne sta discutendo il CSM, lo attesta una quantità di prese di posizione di esperti e commentatori, lo sostengono le camere penali. Di nessuno di questi pareri vi importa.

La sospensione riguarderà anche un procedimento a carico del presidente Berlusconi, che oggi promette che vi rinuncerà. Sarebbe meglio ritirare quel testo. Ma nel frattempo, con una lettera al presidente Schifani, c'è stato l'annuncio di una conseguente celerissima approvazione (oggi anche un'intervista del ministro Alfano ce lo dice) di una riedizione riveduta e corretta, dopo la sentenza della Corte costituzionale, del cosiddetto lodo Schifani o Maccanico, come preferite. La sostanza, infatti, non cambia. Paradossalmente essa non è definita dal suo oggetto, cioè un sistema di temporanea immunità, peraltro già in uso anche in altri sistemi, bensì dal fatto che viene proposto per sé da un Presidente del Consiglio e per un processo pendente a proprio carico. Non so se cogliete la speciale inopportunità dell'iniziativa.

La vostra controbiezione è legata al sovvertimento dell'ordine costituzionale ad opera di una magistratura infiltrata da oppositori. Sono valutazioni contenute nella lettera già citata, ribadite durante una conferenza stampa in sede europea e oggetto di molte esternazioni. Avremo modo di parlarne in quest'Aula, atteso che si tratta di fatti e affermazioni troppo gravi per essere affrontati in pochi minuti.

Il dato politico è che su questo provvedimento e sul dibattito che lo accompagna si infrange - dicono gli osservatori - la possibilità del dialogo.

Guardiamo in fondo alla questione, anche perché quella che si vede montare è la vecchia contrapposizione berlusconismo-antiberlusconismo. Con tutto il rispetto, il nostro Gruppo e il nostro partito non intendono definirsi per relazione con il presidente Berlusconi e hanno l'ambizione di essere qualcosa di più che antiberlusconiani. (Applausi dal Gruppo PD). Il mondo è un po' più grande e anche le questioni e i problemi del nostro Paese sono più seri e, diciamo così, meno contingenti.

La seconda questione: il dialogo ha un valore in sé? No, naturalmente, visto che non siamo qui per fare due chiacchiere tra amici. A nostro parere lo ha a certe condizioni: per esempio, la discussione e la decisione politica devono essere depurate da elementi simbolici e da tentazioni propagandistiche e - soprattutto - bonificate da interessi personali e di parte. (Applausi dal Gruppo PD). Servono se servono all'interesse generale. Si pratica il dialogo, con una scelta squisitamente politica, se è utile a condurre il Paese verso una "normale" condizione di bipolarismo maturo. Con quest'aggettivo non mi riferisco, come è ovvio, all'assenza di conflitto, del tutto fisiologico in un sistema democratico, ma a quella particolare condizione (la definirei laica) per la quale ogni confronto - e quello dialogante per primo - si svolge nell'accettazione condivisa di un denso catalogo di princìpi e di valori dell'Italia descritta dalla Costituzione e definita dall'appartenenza europea.

Naturalmente non mi riferisco a questo attributo di laicità in senso statico e meramente prescrittivo. Chiunque di noi interroga la giurisprudenza costituzionale e conosce la complessità e l'evoluzione nell'interpretazione della Carta. Ciascuno di noi - senza rischio di abiura - conosce la complessità e l'evoluzione della normativa europea e della sua giurisprudenza e si interroga, anche, sullo sforzo che esse comportano. Ma non può prescinderne. Non può considerare nessuna di esse come un fastidioso impaccio, come un attentato alla sovranità nazionale o, peggio, alla decisione politica. È qui il difficile.

La terza questione: il dialogo presuppone il riconoscimento reciproco. Ora, dal 13 maggio molte cose sono cambiate e, ad essere attenti, dovremmo dire che nessuna di queste condizioni è stata rispettata dal Capo del Governo e dalla sua maggioranza. Nessuna: insulti al capo dell'opposizione compresi, aggressione alla magistratura inclusa, disattenzione per la Costituzione e per l'ordinamento comunitario acquisita.

Dovremmo concludere che le promesse e gli impegni formulati dal Presidente del Consiglio in Parlamento erano insinceri, che egli non abbia detto la verità al Parlamento e al Paese. Secondo noi è piuttosto che il presidente Berlusconi non si è dimostrato all'altezza della sua propria ambizione di statista, che, voglio sottolinearlo, è cosa diversa dall'essere il padrone del vapore. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).

Come capite, non possiamo fare finta di niente. Non perché siamo animosi nei confronti di questo Presidente del Consiglio, ma perché si tratta di questioni che attengono all'Italia (per esempio, all'efficacia delle soluzioni adottate per garantire la sicurezza dei cittadini e non tradire il patto costituzionale), alla integrità e alla salvaguardia delle nostre istituzioni democratiche, anche alla dignità della nostra appartenenza all'Europa, al principio generale per cui qui si sta per perseguire l'interesse generale.

Sulle questioni che attengono all'Italia e al suo benessere, alla sua crescita e al suo sviluppo noi definiremo e definiamo le nostre proposte e le nostre posizioni. Per l'Italia, appunto. Avremo anche perso le elezioni - il presidente Gasparri me lo ricorda graziosamente di continuo - ma non abbiamo perso la testa. Comprendiamo bene - e ce ne preoccupiamo anche noi - la preoccupazione espressa ieri dalla presidente Marcegaglia e quella espressa anche qualche giorno addietro dal ministro Bossi. Perché poi il dialogo non funziona a compartimenti stagni, per cui sulle riforme costituzionali sì e sulle politiche per la giustizia no.

È una scelta faticosa il dialogo. È una scelta politica, faticosa, può segnare la storia del Paese. Qui è già stato, in questo Paese, durante il terrorismo. Ma nessuno dei protagonisti di allora, da una parte o dall'altra, mai pensò che potesse essere una buona trovata mediatica. Decisamente erano altri tempi per l'Italia! (Applausi dai Gruppi PD, IdV e UDC-SVP-Aut).

 

COSSIGA (UDC-SVP-Aut). C'era Palmiro Togliatti, non Veltroni!

GASPARRI (PdL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GASPARRI (PdL). Signor Presidente, onorevoli senatori, di che cosa stiamo parlando e cosa stiamo varando oggi? Credo non sia inutile ricordare i principali contenuti di questo provvedimento.

La sinistra, allora al Governo, tentò, dopo uno dei tanti drammatici fatti di cronaca, l'omicidio Reggiani avvenuto a Roma, di varare un decreto sulla sicurezza. L'allora sindaco di Roma Veltroni si recò dall'allora ministro dell'interno Amato; l'allora presidente del consiglio Prodi varò un decreto, poi quel decreto non fu convertito e ne fu varato un altro, che non vide mai l'approvazione del Parlamento. Ci fu quindi un'incapacità del Governo dell'epoca di affrontare l'emergenza sicurezza.

Il Governo Berlusconi, il ministro dell'interno Maroni, il ministro della giustizia Alfano, tutto l'Esecutivo ha affrontato con immediatezza questo tema e il provvedimento che oggi approviamo al Senato contiene misure importanti su cui vogliamo richiamare l'attenzione dell'Aula. Esso prevede espulsioni più severe per i clandestini, una moltiplicazione e un migliore funzionamento dei centri di identificazione ed espulsione. In merito, voglio ricordare ai colleghi della sinistra (sul tema c'è anche un disegno di legge che ha seguito un altro iter) che, dopo aver sostenuto che diciotto mesi di trattenimento in questi centri era una misura illegale, l'Unione europea ha varato una direttiva che prevede una misura analoga e che l'Italia recepirà con immediatezza. Cari colleghi, abbiamo anticipato l'Europa, altro che andare contro l'Europa! (Applausi dal Gruppo PdL).

Sono poi previsti potenziamenti delle procedure di identificazione dei clandestini; pene da uno a sei anni per chi declina false generalità; aggravanti per che si trova illegalmente sul territorio nazionale; procedure più rapide ed efficaci per la distruzione di merci contraffatte, che spesso sono motivo di attività illegale di extracomunitari, in concorso anche con italiani; procedure e norme più severe per chi, a fini speculativi, affitta alloggi a persone che non hanno titolo per risiedere nel nostro Paese; norme contro lo sfruttamento del lavoro dei clandestini, che costituiscono anche una garanzia sociale per chi viene sfruttato in questo Paese. Si tratta di temi di fronte ai quali vorremmo vedere la sinistra un po' più indignata invece che favorevole ad una clandestinità che spesso è motivo di sfruttamento del prossimo e che noi vogliamo stroncare.

Voglio ricordare una norma specifica che è stata introdotta proprio al Senato: la pena dell'ergastolo per chi uccide appartenenti alle forze dell'ordine. Questa è quella tolleranza zero nei confronti del crimine che viene inaugurata con il provvedimento in votazione, ed è un vanto del Senato aver voluto questo emendamento. (Applausi dal Gruppo PdL).

Si danno più poteri ai sindaci, si dà più potere alla polizia municipale, si consente il più facile accesso alle banche dati del Viminale affinché vi sia un migliore coordinamento tra il Governo centrale e un sistema delle autonomie, che con l'elezione diretta dei sindaci vede i primi cittadini sollecitati dalla popolazione e spesso privi di quei poteri che questo provvedimento invece lodevolmente rafforza. È un federalismo per la sicurezza che non ci spaventa, ma ci conforta.

Si è discusso a lungo della presenza di militari sul territorio. Bene, come ho già detto in altre occasioni, sul territorio della nostra Nazione preferiamo i soldati della Repubblica italiana piuttosto che i soldati dei clan dei Casalesi o dei Nuvoletta. (Applausi dal Gruppo PdL e dai banchi del Governo). Quei militari aiuteranno a presidiare i siti più delicati, nel rispetto delle prerogative che competono al Ministro dell'interno, perché ben conosciamo gli equilibri istituzionali. Non vogliamo una militarizzazione del territorio, ma un migliore impiego di forze della legalità e anche le Forze armate hanno il dovere di difendere i cittadini. Se c'è necessità di un loro impiego sarà sicuramente un concorso ulteriore alla sicurezza.

Vengono poi inasprite le norme antimafia. Ricordiamo ancora l'intervento del presidente Schifani nella prima seduta, dopo la sua elezione, quando richiamò il Parlamento a un comune impegno antimafia. È molto triste, cari colleghi, vedervi votare contro l'inasprimento dell'articolo 416-bis e il potenziamento dei poteri del procuratore nazionale antimafia! (Applausi dal Gruppo PdL e dai banchi del Governo). È prevista una confisca più facile dei patrimoni mafiosi.

Siamo orgogliosi di dare all'Italia e alla magistratura questi mezzi e queste norme che invocavano eroici miti del nostro tempo come Falcone e Borsellino! Anche questo è contenuto nel provvedimento.

Ci sarà più rapidità nei processi per direttissima, sanzioni più severe per chi guida e, a volte, causa stragi in preda ai fumi dell'alcool e agli effetti della droga. Sono queste e tante altre le misure che ci portano a votare con entusiasmo questo primo provvedimento che attua il programma con cui il Governo e il Presidente del Consiglio si sono presentati in quest'Aula.

Dopodiché non basteranno, come ha ricordato il presidente Cossiga, le considerazioni della stampa internazionale che la sinistra cita sempre. Sembra quasi che leggiate più giornali stranieri che quelli italiani che vi criticano. Il «Financial Times» però, come è stato ricordato, ha condiviso la preoccupazione su quella che sembra una pratica di accanimento giudiziario contro il Presidente del Consiglio.

Vi sono altri due emendamenti, e ringrazio i relatori Berselli e Vizzini per averli proposti alla discussione dell'Aula. Il primo anticipa i processi per i reati più gravi, ricordiamolo e diciamolo ai cittadini: si tratta di quei reati di grave allarme sociale che spesso restano impuniti. Il secondo emendamento sospende, non per sempre ma per un anno, i processi per i reati minori commessi prima del 2002. Io nutro il massimo rispetto per il Consiglio superiore della magistratura, ma mi chiedo perché non intervenga per colmare la vergogna dei processi per reati commessi sei anni fa e mai neanche avviati!

Questo è lo scandalo della giustizia, la sospensione di fatto dei processi decisa dalla magistratura! Questa è la realtà, cari colleghi! (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

 

MARITATI (PD). Questa è demagogia! È demagogia!

 

GASPARRI (PdL). Su questa delicata materia voglio ricordare una circolare del gennaio 2007 del procuratore di Torino, Marcello Maddalena, che, di fatto, faceva affermazioni sulle anticipazioni dei processi più allarmanti e si riferiva al contenuto dell'emendamento approvato e facente parte del disegno di legge di conversione.

Voglio ricordare l'intervento analogo dell'allora Ministro della giustizia del Governo Prodi risalente al 13 settembre 2007. Voglio ricordare ai colleghi immemori il decreto legislativo n. 51 del 1998, quando al Governo vi era la sinistra con l'onorevole D'Alema. Tale decreto legislativo, che cito testualmente, affermava che «al fine di assicurare la rapida definizione dei processi pendenti alla data di efficacia del presente decreto, nella trattazione dei procedimenti e nella formazione dei ruoli di udienza, anche indipendentemente dalla data del commesso reato, da quello dell'iscrizione, si tiene conto della gravità e della concreta offensività del reato e del pregiudizio che può derivare dal ritardo per la formazione della prova e per l'accertamento dei fatti, nonché dell'interesse della persona offesa».

Se questo lo diciamo noi in Parlamento oggi, non si può dire. Quando invece lo diceva il Governo D'Alema, allora lo si poteva dire. Ma quale è la vostra coerenza, colleghi della sinistra? Qui si tratta di leggi dello Stato, di atti pubblici! (Applausi dal Gruppo PdL).

Risparmio facili polemiche. Si dice che il Presidente del Consiglio non voglia farsi giudicare: i suoi legali hanno già risposto e non è questa la sede per discuterne.

Mi chiedo tuttavia come possa il dottor Pepino decidere, nell'ambito del CSM, quali siano le prerogative del Parlamento dopo che, come ho letto sui giornali in questi giorni, lo stesso ha pronunciato, tra le tante, la seguente frase: «Cambiano i bersagli, ma noi siamo sempre contro il pensiero unico dominante. La nostra è una giurisprudenza alternativa che rifiuta la falsa neutralità che affermi gli interessi delle classi subalterne. Il mito del giudice come bocca della legge è un modello conservatore gradito all'establishment. La magistratura deve fare una scelta di campo». Parole del dottor Pepino, che dovrà essere il relatore al CSM su questo provvedimento. Ma è un magistrato o è un militante tra i più estremisti di una parte politica? Vogliamo che gli italiani sappiano chi sono queste persone! Questa è la realtà!(Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

Noi non vogliamo l'immunità per nessuno. Noi non cancelliamo processi, nemmeno per le alte cariche dello Stato, se e quando se ne discuterà.

Non andranno i capi del Governo in televisione! Scalfaro ha detto a Berlusconi: «Si faccia processare». Magari nel 1993 fosse andato a reti unificate a dire: «Non ci sto» e avesse seguito il consiglio che oggi dà a Silvio Berlusconi! Predica bene e razzola male! (Applausi dai Gruppi Pdl e LNP).

Concludo, signor Presidente, ricordando che il Popolo della Libertà voterà con orgoglio un provvedimento che dà più sicurezza agli italiani e più trasparenza alla giustizia. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni).

PRESIDENTE. Colleghi, concluse le dichiarazioni di voto, prima di procedere alla votazione finale dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge, passiamo all'esame della proposta di coordinamento C1, che invito il relatore ad illustrare.

BERSELLI, relatore. Signor Presidente, nel ringraziare, a nome anche del presidente Vizzini, di tutti gli onorevoli senatori e di tutte le onorevoli senatrici, i funzionari e gli uffici tutti del Senato per il prezioso ed insostituibile supporto assicurato ai nostri lavori in Commissione prima ed in Aula poi, mi limito a rappresentare all'Assemblea che il coordinamento di cui darò lettura nasce dall'esigenza di rendere coerente il testo degli articoli 51 e 328 del codice di procedura penale, in seguito all'approvazione di due emendamenti, il 2.9, a firma del senatore Casson, e il 2.100, delle Commissioni riunite.

La proposta di coordinamento, onorevole Presidente, è la seguente: «All'emendamento 2.100 la lettera m-quater è sostituita dalla seguente: "m-quater) al comma 1-bis dell'articolo 328, le parole: 'comma 3-bis' sono sostituite dalle seguenti 'commi 3-bis e 3-quater'"».

CASSON (PD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASSON (PD). Signor Presidente, desidero intervenire per esprimere l'accordo con questa proposta di coordinamento, ritenendo peraltro necessario ribadire quanto stabilito dall'articolo 4-bis del decreto-legge 7 aprile 2000, n. 82, ossia che la disposizione di cui al comma 1-bis dall'articolo 328 va interpretata nel senso che, quando si tratta di procedimenti per i delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale, sono esercitate da un magistrato del tribunale del capoluogo del distretto le funzioni sia di GIP sia di GUP.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto, senatore Casson.

Passiamo alla votazione della proposta di coordinamento C1.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indíco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della proposta di coordinamento C1, presentata dai relatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 692

 

PRESIDENTE. Procediamo dunque alla votazione finale.

 

INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indíco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica», con l'intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare i coordinamenti che si rendessero necessari.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

291

Senatori votanti

290

Maggioranza

146

Favorevoli

166

Contrari

123

Astenuti

1

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).(Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

 

Interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ricordo che il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica oggi, alle ore 17, con l'ordine del giorno già stampato e distribuito.

La seduta è tolta (ore 12,12).

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (692)

(V. nuovo titolo)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (692)

(Nuovo titolo)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE (*)

Art. 1.

    1. È convertito in legge il decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica.

    2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

(*) Approvato, con modificazioni al testo del decreto-legge, il disegno di legge composto del solo articolo 1.

PROPOSTA DI COORDINAMENTO

C1

I Relatori

Approvata

All'emendamento 2.100 la lettera m-quater) è sostituita dalla seguente:

m-quater) al comma 1-bis dell'articolo 328, le parole: «comma 3-bis» sono sostituite dalle seguenti: «commi 3-bis e 3-quater» .

Allegato B

 

Testo integrale della dichiarazione di voto del senatore a vita Cossiga sul disegno di legge n. 692

Signor Presidente! Signori del Governo! Signori Senatori,

dichiaro che nella votazione sulla legge di conversione del decreto-legge sulla sicurezza mi asterrò sostanzialmente, e cioè - a motivo dell'anomalia delle norme del Regolamento del Senato -, non dichiarando di astenermi bensì non partecipando alla votazione.

Il mio voto su questo provvedimento sarebbe stato negativo se non fosse in corso una dura polemica, nel Parlamento e nel Paese, tra garantisti veri, garantisti tiepidi, «giustizialisti e forcaioli» di movimento «Forche e schiavettoni» e, più gravemente, tra i sostenitori della supremazia della sovranità popolare e quindi del Parlamento, unico sovrano legale dello Stato, e del Governo che ne è mandatario e quelle istituzioni politiche che sono la potente lobby politico-sindacale di carattere eversivo che è l'Associazione nazionale magistrati e la sua struttura «servente ed asservita» che è il Consiglio superiore della magistratura.

In un Paese nel quale, come scrive un grande giornale inglese di lunga tradizione non solo liberale ma «liberal», sempre implacabile contro Silvio Berlusconi, i «giudici, ormai politicizzati» esercitano un immenso potere politico a fronte dell'unico legittimo rappresentate del Parlamento e del suo mandatario, il Governo, qualunque democratico non può che essere sempre per un potere basato sulla sovranità popolare e non per un abusivo potere politico basato su cosiddetti pubblici concorsi largamente inquinati da relazioni parentali, sessuali e di padrinaggio.

Ritengo un errore giuridico e politico che il Governo voglia far passare di forza - anche se ne ha, da un punto di vista parlamentare, diritto! - norme sul rinvio dei processi che dovrebbero essere approvate però, ed io concorderei, con legge costituzionale.

Ma non per questo voto «contro» il provvedimento.

Voterò contro il decreto-legge e così certo voterò in futuro contro la legge sulla sicurezza, perché le trovo entrambe anti-cristiane, anti-liberali e razziste.

Da Noè alla grande tradizione ebraica, da Mosè, nostro fratello maggiore, all'insegnamento di Gesù e dei suoi Apostoli, vale il principio che la terra creata da Dio è stata da Dio a tutti donata; e tutti hanno il diritto di stabilirsi in ogni sua parte liberamente e rispettando le leggi naturali fondamentali.

E questo diritto è maggiore quando si esercita per fuggire dalla propria terra quasi sempre per colpa delle Nazioni ricche e, come nel caso dell'ONU, per incapacità e viltà di molte delle sue organizzazioni, per persecuzioni religiosi, razziali o politiche e per fame! Contro questo diritto, noi ed altri europei invochiamo la tutela della «identità»?

E quale sarebbe questa tutela dell'identità europea, dopo che l'Europa ha rinnegato la sua cultura giudaico-ellenistico-cristiana: Gerusalemme, Atene e Roma che di una amalgama di popoli: rumeni, celti, germanici, slavi, ugro-finnici avevano fatto una grande realtà umana culturale?

E quale l'identità italiana, distrutta dal nichilismo, dall'apostasia e, oltre a questo, dalla sempre viva tradizione delle lotte fratricide, dai guelfi e ghibellini agli imperiali e papisti, agli unitari e antiunitari?

Per gestire un fenomeno epocale quale quello delle grandi migrazioni verso l'Europa, ben altro occorre che campi di concentramento, espulsioni ed istituzione di nuove aberranti forme di reato! Ci vuole cultura umanitaria e prudenza: ma non sono questi i valori che sembrano più appartenerci!

La lotta contro l'illegalità? E che lotta? Con magistrati trasformati in sceriffi incompetenti e prepotenti, quando non essi stessi eversori e filo-terroristi?

Con una moltitudine di forze di polizia di cui non si comprendono più le dipendenze e le competenze, occupandosi ormai esse in tutto il territorio di tutto e di tutti? E che legalità con giudici che partecipano a convegni guidati da forze internazionali a carattere semi-rivoluzionario o addirittura rivoluzionario? E che legalità con pubblici ministeri un tempo girotondini e che oggi si dedicano alla liquidazione delle nostre strutture di sicurezza?

Mille motivi mi porterebbero a votar contro: ma non intendo dar via libera a quello che il grande storico, giurista e politico francese Guizot chiamava il «peggiore dei governi», il governo dei giudici, e questo affermava perché non avrebbe mai pensato che potesse essercene uno peggiore: quello dei pubblici accusatori!

Una nota finale di meraviglia e di dolore: in Italia, unico Paese al mondo, la sinistra, cui mi sento vicino, è ridiventata giustizialista e forcaiola. Mi meraviglio per gli ex comunisti, non mi meraviglio per i cosiddetti cattolici democratici che sono così ritornati alla grande tradizione illiberale del cattolicesimo politico: quello del «Mirari vos», della «Libertas», del Sillabo, della condanna di Don Romolo Murri, dell'esilio di Don Sturzo, della galera di De Gasperi, tiepido verso la liberaldemocrazia, nemico implacabile del comunismo e del socialismo, simpatizzante per il fascismo, ammiccante con il nazismo ed oggi per il governo dei giudici!

Che miseria!

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Alberti Casellati, Augello, Bianconi, Caliendo, Caselli, Chiaromonte, Chiti, Ciampi, Giaretta, Gustavino, Mantica, Mantovani, Martinat, Mercatali, Palma, Procacci, Rossi Nicola, Sbarbati, Scarabosio, Scalfaro, Viespoli e Zanetta.

 

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Marcenaro e Nessa per attività dell'Assemblea parlamentare dell'Unione dell'Europa occidentale.

 

Incompatibilità, ritiro di relazioni

Con lettera in data 19 giugno 2008, il Presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha comunicato che la relazione sull'incompatibilità con il mandato parlamentare concernente il senatore Fabrizio Di Stefano (Doc. III, n. 1) - già annunciato all'Assemblea nella seduta del 18 giugno 2008 - è da intendersi formalmente ritirata

Gruppi parlamentari, composizione

Il senatore Cintola ha comunicato di aderire al Gruppo parlamentare UDC-SVP e Autonomie.

 

Commissioni permanenti, variazioni nella composizione

Il Presidente del Gruppo UDC-SVP Autonomie ha comunicato di aver designato come membro della 10a Commissione permanente il senatore Cintola in sostituzione del senatore Antinoro, dimissionario.

 

Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa, composizione dell'elenco dei sostituti

Il Presidente del Senato, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del Regolamento parlamentare per i procedimenti d'accusa, ha formulato l'elenco dei senatori sostituti del Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa, che risulta così composto:

 

Allegrini, Balboni, Belisario, Bertuzzi, Blazina, Boscetto, Caligiuri, Centaro, Chiurazzi, Compagna, Del Vecchio, Fosson, Galioto, Galperti, Marino Mauro, Monti, Negri, Nessa, Poretti, Sircana, Stiffoni, Tancredi e Tofani.

  

Il Presidente della Camera dei deputati ha comunicato di aver formulato il seguente elenco dei deputati sostituti del medesimo comitato, che risulta così composto:

 

Bellanova, Bianconi, Bongiorno, Braga, Calderisi, Calvisi, Commercio, Cota, De Micheli, Della Vedova, Di Cagno Abbrescia, Laffranco, Lussana, Monai, Occhiuto, Pianetta, Pittelli, Recchia, Rossa, Sarubbi, Vitali.

 

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria, Ufficio di Presidenza

La Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria, ha proceduto, in data 19 giugno 2008, all'elezione dell'Ufficio di Presidenza.

 

Sono risultati eletti:

 

Presidente: onorevole Maurizio Leo;

Vice Presidente: senatore Lucio D'Ubaldo;

Segretario: onorevole Settimo Nizzi.

 

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, Ufficio di Presidenza

La Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, ha proceduto, in data 19 giugno 2008, all'elezione dell'Ufficio di Presidenza.

 

Sono risultati eletti:

 

Presidente: onorevole Giorgio Jannone;

Vice Presidenti: onorevole Antonino Lo Presti e onorevole Carmen Motta;

Segretari: onorevole Pietro Franzoso e onorevole Nedo Lorenzo Poli.

 

Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione, Ufficio di Presidenza

 

La Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione ha proceduto, in data 19 giugno 2008, all'elezione dell'Ufficio di Presidenza.

 

Sono risultati eletti:

 

Presidente: senatore Andrea Pastore;

Vice Presidenti: onorevole Tommaso Foti e onorevole Carlo Costantini;

Segretari: onorevole Simeone Di Cagno Abbrescia e senatore Gerardo D'Ambrosio.

 

Commissione parlamentare per le questioni regionali, Ufficio di Presidenza

 

La Commissione parlamentare per le questioni regionali ha proceduto, in data 19 giugno 2008, all'elezione dell'Ufficio di Presidenza.

 

Sono risultati eletti:

 

Presidente: onorevole Davide Caparini;

Vice Presidenti: onorevole Ugo Lisi e onorevole Mario Pepe;

Segretari: senatore Alberto Filippi e senatore Antonio Fosson.

 

Commissione parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, Ufficio di Presidenza

 

La Commissione parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, ha proceduto, in data 19 giugno 2008, all'elezione dell'Ufficio di Presidenza.

 

Sono risultati eletti:

 

Presidente: onorevole Margherita Boniver;

VicePresidente: onorevole Fabio Rampelli;

Segretario: onorevole Ida D'Ippolito Vitale.

 

Regolamento del Senato, proposte di modificazione

In data 23 giugno 2008 è stata presentata la seguente proposta di modificazione del Regolamento d'iniziativa dei senatori:

 

Micheloni, Izzo, Gasparri, Finocchiaro, Divina, Belisario, D'Alia, Pistorio, Fazzone, Santini, Randazzo, Tofani, Caselli, Di Girolamo Nicola, Giai, Giordano, Gasbarri, Morri, Pegorer, Quagliarello e Tonini . - "Introduzione dell'articolo 23-bis, che istituisce la Giunta per gli affari delle comunità italiane residenti all'estero, e modificazioni agli articoli 21, 34, 40 e 125-bis del Regolamento del Senato" (Doc. II, n. 5).

  

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatori Magistrelli Marina, Treu Tiziano

Modifiche alla legge-quadro 11 agosto 1991, n. 266, in materia di riorganizzazione del volontariato (805)

(presentato in data 20/6/2008 ) ;

 

senatrice Poli Bortone Adriana

Promozione, sostegno e valorizzazione della musica popolare amatoriale, bandistica. folcloristica e corale (806)

(presentato in data 20/6/2008 ) ;

 

senatori Butti Alessio, Allegrini Laura, Cursi Cesare, Berselli Filippo, Bevilacqua Francesco, Delogu Mariano, Fasano Vincenzo, Fluttero Andrea, Menardi Giuseppe, Poli Bortone Adriana, Pontone Francesco, Ramponi Luigi, Saia Maurizio, Saltamartini Filippo, Santini Giacomo, Serafini Anna Maria, Totaro Achille

Nuove norme in materia di imposta per il servizio pubblico generale radiotelevisivo e di recupero dell'evasione del canone di abbonamento previsto dal regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880 (807)

(presentato in data 20/6/2008 ) ;

 

senatrice Soliani Albertina

Disposizioni per la celebrazione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, per lo sviluppo del Festival Verdi di Parma e Busseto e per la valorizzazione dell'opera verdiana (808)

(presentato in data 23/6/2008 ) ;

 

senatrice Serafini Anna Maria

Istituzione del fondo di cofinanziamento per le case e i centri delle donne (809)

(presentato in data 23/6/2008 ) ;

 

senatrice Serafini Anna Maria

Interventi pubblici di promozione e sostegno della musica e della creatività giovanile (810)

(presentato in data 23/6/2008 ) ;

 

senatrice Serafini Anna Maria

Istituzione del Garante nazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (811)

(presentato in data 23/6/2008 ) ;

 

senatrice Serafini Anna Maria

Diritto delle bambine e dei bambini all'educazione e all'istruzione dalla nascita fino a sei anni (812)

(presentato in data 23/6/2008 ) ;

 

senatore Scanu Gian Piero

Disposizioni in materia di dislocazione di infrastrutture militari delle Forze Armate (813)

(presentato in data 23/6/2008 ) ;

 

senatori Butti Alessio, Augello Andrea, Berselli Filippo, Bevilacqua Francesco, Carrara Valerio, De Feo Diana, Delogu Mariano, Fasano Vincenzo, Fluttero Andrea, Galioto Vincenzo, Gamba Pierfrancesco Emilio Romano, Gramazio Domenico, Menardi Giuseppe, Poli Bortone Adriana, Ramponi Luigi, Saccomanno Michele, Saia Maurizio, Saltamartini Filippo, Santini Giacomo, Scotti Luigi, Serafini Anna Maria, Totaro Achille, Valentino Giuseppe

Graduale perequazione dei trattamenti previdenziali e risarcitori con gli analoghi emolumenti previsti in campo

europeo (814)

(presentato in data 23/6/2008 ) ;

 

senatore Zanda Luigi

Delega al Governo in materia di controllo delle società quotate e di contrasto al fenomeno delle cosiddette "scatole cinesi" (815)

(presentato in data 23/6/2008 ) .

 

Disegni di legge, assegnazione

In sede referente

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Benedetti Valentini Domenico

Disposizioni in materia di assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare (782)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 11° (Lavoro, previdenza

sociale)

(assegnato in data 23/06/2008 );

 

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. Bosone Daniele

Disciplina delle medicine non convenzionali esercitate da laureati in medicina e chirurgia, odontoiatria e veterinaria (713)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 10° (Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 23/06/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Asciutti Franco

Modifica all'articolo 27 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di docenti di scuole straniere operanti in Italia (521)

previ pareri delle Commissioni 3° (Affari esteri, emigrazione), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Berselli Filippo, Sen. Balboni Alberto

Distacco del comune di Sassofeltrio dalla regione Marche e sua aggregazione alla regione Emilia - Romagna, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione (625)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Berselli Filippo, Sen. Balboni Alberto

Distacco del comune di Montecopiolo dalla regione Marche e sua aggregazione alla regione Emilia - Romagna, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione (627)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Berselli Filippo, Sen. Balboni Alberto

Distacco dei comuni di San Leo, Pennabilli, Novafeltria, Sant'Agata Feltria, Talamello, Casteldelci e Maiolo dalla regione Marche e relativa aggregazione alla regione Emilia - Romagna (628)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Butti Alessio

Modifica dell'articolo 32 della Costituzione in materia di tutela del diritto all'attività sportiva e ricreativa (644)

previ pareri delle Commissioni 7° (Istruzione pubblica, beni culturali)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Bruno Franco

Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, in materia di elezione dei membri del Parlamento europeo, per l'istituzione delle circoscrizioni "Calabria", "Sicilia" e "Sardegna" (699)

previ pareri delle Commissioni 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Martinat Ugo, Sen. Pontone Francesco

Modifica dell'articolo 449 del codice di procedura penale in materia di reati in flagranza (235)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. D'Ambrosio Gerardo

Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, in materia di gratuito patrocinio (389)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. D'Ambrosio Gerardo

Modifica degli articoli 568 e 616 del codice di procedura penale in materia di introduzione di un deposito cauzionale, per il ricorso in cassazione delle parti private, da devolvere allo Stato in caso di rigetto o di inammissibilità (390)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Saia Maurizio

Disciplina del reato di oltraggio a pubblico ufficiale (404)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. D'Ambrosio Gerardo

Modifiche al codice di procedura penale in materia di udienza preliminare e di procedimenti speciali (509)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Saro Giuseppe

Norme in materia di delinquenza minorile non imputabile (574)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Costa Rosario Giorgio

Disposizioni in favore delle imprese che subiscono ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione (607)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 10° (Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Sen. Pinzger Manfred

Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione - quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali, fatto a Strasburgo il 9 novembre 1995 (527)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

5ª Commissione permanente Bilancio

Sen. Franco Paolo

Interventi per favorire lo sviluppo economico e sociale dei comuni confinanti con il territorio delle regioni a statuto speciale e delle provincie autonome di Trento e di Bolzano (676)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 10° (Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Giovanardi Carlo

Disposizione in materia di garanzia sovrana dello Stato sui crediti vantati dai cittadini, enti ed imprese italiane per i beni, lavori e servizi effettuati in Libia dal 1° gennaio 1970 al 28 ottobre 2002 (465)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio), 10° (Industria, commercio, turismo)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Butti Alessio

Norme per l'esenzione dall'IVA gravante sui costi relativi a prestazioni alberghiere, ai servizi di ristorazione e sulle spese di alloggio e di ristorazione sostenute per scopi commerciali (651)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 10° (Industria, commercio, turismo)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Butti Alessio

Modifiche all'articolo 10 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di deducibilità delle spese per l'acquisto di libri di testo scolastici e universitari (666)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Sen. Franco Vittoria

Norme in materia di difficoltà specifiche d'apprendimento (90)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12°

(Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Sen. Asciutti Franco

Nuove norme in materia di difficoltà specifiche di apprendimento (512)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita')

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Sen. Butti Alessio

Interventi in favore dell'impiantistica sportiva (645)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Sen. Butti Alessio

Istituzione del Museo nazionale della seta (653)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 10° (Industria, commercio, turismo)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo

Sen. Sangalli Gian Carlo ed altri

Strumenti finanziari per la raccolta di risorse di mercato a sostegno delle imprese in crisi (683)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

11ª Commissione permanente Lavoro, previdenza sociale

Sen. Martinat Ugo, Sen. Pontone Francesco

Delega al Governo per l'emanazione di norme a tutela delle lavoratrici madri (239)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

11ª Commissione permanente Lavoro, previdenza sociale

Sen. Stiffoni Piergiorgio

Contributo per la costruzione di un monumento commemorativo delle vittime degli infortuni sul lavoro (300)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali) (assegnato in data 24/06/2008 );

 

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. Poretti Donatella

Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari (136)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni)

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. Massidda Piergiorgio

Norme in materia di cura e tutela dei malati di talassemia (504)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 11° (Lavoro, previdenza sociale), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. Costa Rosario Giorgio

Norme per garantire la presenza del medico anestesista rianimatore nelle situazioni di emergenza a tutela della salute dei cittadini (549)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali

Sen. Asciutti Franco

Norme per la salvaguardia dei laghi minori italiani (519)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

Commissioni 1° e 2° riunite

Sen. Franco Paolo

Disposizioni in materia di prostituzione (674)

previ pareri delle Commissioni 3° (Affari esteri, emigrazione), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 12° (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 24/06/2008 );

 

Commissioni 2° e 11° riunite

Sen. Butti Alessio

Norme sul lavoro dei detenuti condannati con sentenza definitiva (656)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 24/06/2008 ).

Disegni di legge, richieste di parere

In data 19 giugno 2008 la Commissione parlamentare per le questioni regionali è stata chiamata a esprimere il proprio parere alle Commissioni di merito sui seguenti disegni di legge:

 

Sen. Marino Ignazio ed altri. - Norme a sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare (7);

 

sen. Bianconi e Carrara. - Modifiche alla legge 11 agosto 1991, n. 266, in materia di organizzazioni di volontariato (11);

 

sen. Bianconi e Carrara. - Istituzione del Registro nazionale dell'endometriosi (15);

 

sen. Bianconi e Carrara. - Delega al Governo in materia di interventi a favore di soggetti affetti da epilessia e modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104 (16);

 

sen. Bianconi e Carrara. - Istituzione di un sistema di rilevazione precoce dei rischi di povertà (18);

 

sen. Bianconi e Carrara.- Istituzione della figura professionale di medico specialista senologo (19);

 

sen. Bianconi e Carrara.- Norme in favore dei soggetti stomizzati (21);

 

sen. Peterlini.- Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi, con annessi, fatta a Salisburgo, il 7 novembre 1991 (22);

 

sen. Peterlini. - Modifiche agli articoli 55 e 57 e abrogazione dell'articolo 58 della Costituzione in materia di composizione del Senato della Repubblica e di elettorato attivo e passivo (24);

 

sen. Peterlini. - Disposizioni concernenti l'erogazione anticipata dell'assegno di mantenimento a tutela del minore (30);

 

sen. Peterlini. - Modifica all'articolo 13 dello Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, in materia di elezione del consiglio regionale (34);

 

sen. Peterlini. - Modifica dell'articolo 52 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, in materia di composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali (35);

 

sen. Peterlini. - Riconoscimento della lingua italiana dei segni (37);

 

sen. Peterlini. - Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica, per trasferimento di residenza, dei soggiornanti in istituti di ricovero o di cura nelle province autonome di Trento e di Bolzano (38);

 

sen. Peterlini. - Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica, per trasferimento di residenza, dei soggiornanti in istituti di ricovero o di cura (39);

 

sen. Peterlini. - Disciplina del lavoro occasionale in agricoltura (45);

 

sen. Peterlini. - Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992 (49);

 

sen. Tomassini e Malan. - Nuove norme in materia di responsabilità professionale del personale sanitario (50);

 

sen. Tomassini. - Incentivi alla ricerca e accesso alle terapie nel settore delle malattie rare. Applicazione dell' articolo 9 del regolamento ( CE ) n. 141/2000, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999 (52);

 

sen. Tomassini e Malan. - Disposizioni per la protezione degli animali utilizzati per fini scientifici o tecnologici (53);

 

sen. Tomassini. - Disciplina del riconoscimento della professione di autista soccorritore (55);

 

sen. Tomassini. - Disciplina delle attività nel settore funerario (56);

 

sen. Tomassini. - Regolamentazione del settore erboristico (57);

 

sen. Tomassini. - Norme sulla riabilitazione attraverso l'utilizzo del cavallo (58);

 

sen. Tomassini. - Delega al Governo in materia di interventi a favore di soggetti affetti da epilessia e modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104 (59);

 

sen. Tomassini e Malan. - Disposizione per la salvaguardia e la valorizzazione culturale, ambientale e turistica della " Via Francigena" (60);

 

sen. Tomassini. - Disposizione per la celebrazione del centenario della nascita di Giovannino Guareschi e per la tutela e la valorizzazione dei luoghi collegati alla sua vita e alla sua opera (61);

 

sen. Tomassini. - Disposizioni a tutela dei lavoratori dalla violenza o dalla persecuzione psicologica (62);

 

sen. Tomassini e Malan. - Norme per l'istituzione del servizio gratuito di teleassistenza sanitaria per gli anziani e per i disabili portatori di handicap gravi (63);

 

sen. Tomassini. - Modifiche alla legge 9 ottobre 1970, n. 740, in materia di ordinamento delle categorie di personale sanitario addetto agli istituti di prevenzione e pena non appartenenti ai ruoli organici dell' Amministrazione penitenziaria (65);

 

sen. Tomassini. - Disposizioni in materia di cure palliative domiciliari integrate per pazienti terminali affetti da cancro (66);

 

sen. Legnini. - Misure per il riconoscimento della qualifica di pizzaiolo (68);

 

sen. Thaler. - Norme sulla riabilitazione attraverso l'utilizzo del cavallo (101);

 

sen. Cutrufo. - Norme a tutela delle persone affette da obesita' grave e abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi pubblici e privati e nei trasporti pubblici (108);

 

sen. Cutrufo. - Disciplina delle strutture ricettive della nautica da diporto (109);

 

sen. Cutrufo. - Disposizioni attuative dell' articolo 49 della Costituzione in materia di partiti politici (112);

 

sen. Cutrufo. - Istituzione della città-regione di Roma capitale (113);

 

sen. Cutrufo. - Norme istitutive dell' Assemblea costituente per la revisione della parte II della Costituzione (115);

 

sen. Cutrufo. - Modificazioni al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, finalizzate all'incentivazione della mobilità con motocicli (116);

 

sen. Livi Bacci ed altri. - Norme per l'ingresso, l'accesso al lavoro e l'integrazione dei cittadini stranieri. Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (120);

 

sen. Menardi. - Disposizioni per la redazione e la migliore comprensibilità dei testi normativi (139);

 

sen. Menardi. - Delega al Governo in materia di definizione delle procedure per la localizzazione di centrali elettronucleari (140);

 

sen. Menardi. - Delega al Governo per la riforma del sistema catastale (142);

 

sen. Menardi. - Modifiche alla legge 28 gennaio 1994, n. 84, in materia di ordinamento portuale (143);

 

sen. Cursi. - Modifiche al decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, recante interventi urgenti in materia di spesa sanitaria, e nuove disposizioni in materia di farmaci biosimilari (144);

 

sen. Cursi. - Disciplina delle terapie non convenzionali e istituzione dei registri degli operatori delle medicine non convenzionali (145);

 

sen. Bianconi e Carrara. - Norme a sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare (146);

 

sen. Ramponi. - Riforma del Servizio sanitario militare e delega al Governo per la definizione delle consistenze organiche dei singoli gradi del personale (155);

 

sen. Ramponi. - Ordinamento della rappresentanza militare (161);

 

sen. Cossiga. - Riconoscimento del diritto di autodeterminazione al Land Sudtyrol - Provincia Autonoma di Bolzano (218);

 

sen. Martinat e Pontone. - Riforma organica della procedura di finanza di progetto (241);

 

sen. Martinat e Pontone. - Legge quadro in materia di calamita' naturali, nonche' delega al Governo in materia di risarcimento dei danni e per la sospensione dei termini in materia civilistica e tributaria (243);

 

sen. Martinat e Pontone. - Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dei centri storici nel quadro di una corretta logica conservativa (244);

 

sen. Martinat e Pontone. - Interpretazione autentica del primo comma dell' articolo 43 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, in materia di abusivismo edilizio (247);

 

sen. Martinat e Pontone. - Programma sperimentale per la realizzazione di alloggi in locazione a canone economicamente sostenibile (249);

 

sen. Martinat e Pontone. - Legge Obiettivo per le città (251);

 

sen. Amati e altri. - Misure per l'istituzione del Servizio sanitario veterinario mutualistico e norme a favore della cura di cani e gatti (255);

 

sen. Amati e altri. - Diritti della partoriente e del nuovo nato (260);

 

sen. Amati e altri. - Disposizioni per la promozione del commercio equo e solidale (262);

 

sen. Incostante e Barbolini. - Disposizioni per il coordinamento in materia di sicurezza pubblica e polizia amministrativa locale e per la realizzazione di politiche integrate per la sicurezza (272);

 

sen. Incostante. - Disposizioni per la copertura della spesa sanitaria e delega al Governo per l' attuazione dell' articolo 119 della Costituzione in materia di federalismo fiscale (273);

 

sen. Incostante. - Nuove disposizioni contro la violenza sessuale (274);

 

sen. Carrara ed altri. - Disciplina della circolazione motorizzata su strade a fondo naturale e fuori strada e disposizioni in materia di impianti fissi (275);

 

sen. Carrara e altri. - Legge quadro per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio (276);

 

sen. Incostante e Carloni. - Nuove disposizioni in materia di parità e di pari opportunità tra donne e uomini (277);

 

sen. Baio ed altri. - Misure a sostegno di interventi contro le dipendenze comportamentali e del gioco d'azzardo patologico (284);

 

sen. Baio ed altri. - Norme in materia di diagnosi precoci neonatali obbligatorie in ambito di malattie metaboliche ereditarie (288);

 

sen. Stiffoni. - Modifica dell' articolo 119 della Costituzione in materia di compartecipazione delle regioni al gettito di tributi erariali (292);

 

sen. Stiffoni. - Norme per la riconoscibilità e la tutela dei prodotti realizzati in Italia. Istituzione del marchio "Totally in Italy" (299);

 

sen. Centaro. - Istituzione delle Unità di prossimità per il contrasto alla criminalità diffusa nei grandi centri urbani (308);

 

Consiglio Regionale della Lombardia. - Nuove norme per l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione (316);

 

sen. Izzo. - Istituzione del Parco nazionale del Sannio antico (322);

 

sen. Izzo. - Norme sulla pari dignità dei territori e dei residenti nella Repubblica e sul decentramento dei servizi di pubblico interesse in condizioni di prossimità (325);

 

sen. Zanda. - Legge quadro in materia di valorizzazione della qualità architettonica e disciplina della progettazione. Delega al Governo per la modifica del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (327);

 

sen. Fluttero. - Disposizioni in materia di cani pericolosi (329);

 

sen. Bianconi e Carrara. - Legge quadro sulla famiglia (331);

 

sen. Gentile. - Istituzione dell'Autorità garante per la tutela dei diritti delle persone con disabilità (333);

 

sen. Fleres ed altri. - Istituzione del Garante nazionale per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale (343);

 

sen. Carrara ed altri. - Disposizioni in materia di rintracciabilità dell'origine della materia prima agricola, dei prodotti alimentari, dei mangimi e tutela della salute umana (347);

 

sen. Carrara ed altri. - Modifiche alla legge 23 dicembre 1978, n. 833, in materia di assistenza psichiatrica (348);

 

sen. Carrara ed altri. - Attivita' dell' imprenditore agricolo dirette alla manipolazione, trasformazione ed alienazione di prodotti ittici (349);

 

sen. Carrara. - Disposizioni in materia di assicurazione per la responsabilità civile delle aziende sanitarie (352);

 

sen. Carrara ed altri. - Modifiche alla legge 16 marzo 1987, n. 115, recante disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito (353);

 

sen. Pastore ed altri. - Nuove norme in materia di usi civici (358);

 

sen. Pastore ed altri. - Disciplina delle professioni intellettuali (359);

 

sen. Bassoli ed altri. - Misure per il riconoscimento di diritti alle persone sordocieche (392);

 

sen. Benedetti Valentini. - Modifica all'articolo 148 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di adesione facoltativa dei comuni montani alla gestione unica del servizio idrico integrato (396);

 

sen. Benedetti Valentini. - Modifica all' articolo 14 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, in materia di accesso dei cacciatori negli ambiti territoriali di caccia (398);

 

sen. Amoruso. - Abrogazione dell' articolo 9, comma 4, della legge 19 novembre 1990, n. 341, nonche' della legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di limiti all' accesso ai corsi universitari (402);

 

sen. Mongiello. - Modifiche alla legge 29 marzo 1985, n. 113, concernente l'albo professionale nazionale dei centralinisti telefonici e degli operatori della comunicazione minorati della vista (406);

 

sen. Costa. - Riconoscimento dello stato di Forza di polizia e delega al Governo per la riforma del rapporto di lavoro e per la riforma del servizio volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (410);

 

sen. Costa. - Disposizioni per la promozione del turismo legato alla pesca marittima e istituzione delle " strade del pesce e delle tipicità locali " (416);

 

sen. Costa. - Norme relative alla professione di pedagogista e istituzione del relativo albo professionale (419);

 

sen. Costa. - Disciplina dell'attività professionale di maestro di ballo (425);

 

sen. Costa. - Istituzione dei punti franchi nella Regione Puglia (428);

 

sen. Costa. - Riconoscimento della regione Puglia quale regione frontaliera (429);

 

sen. Stiffoni e Aderenti. - Norme per il sostegno, la promozione e la valorizzazione delle associazioni musicali dilettantistiche nonché delega al Governo a favore della produzione musicale e della musica dal vivo (448);

 

sen. Della Monica e altri. - Misure contro le molestie e violenze alle donne, ai diversamente abili e per motivi connessi all'orientamento sessuale (451);

 

sen. Pedica. - Disciplina della professione di autista di rappresentanza (452);

 

sen. Allegrini. - Norme per la valorizzazione e la salvaguardia della Via Francigena (467);

 

sen. Allegrini. - Disposizioni a favore dei giovani e delle giovani coppie per il riuso del patrimonio immobiliare situato nei centri storici (468);

 

sen. Allegrini. - Norme per la valorizzazione della professione di conservatore dei beni culturali (471);

 

sen. Allegrini. - Disposizioni per il consolidamento della rupe di Civita di Bagnoregio (472);

 

sen. Giuliano ed altri. - Costituzione della Banca del Mezzogiorno in forma di società per azioni(473);

 

sen. Fleres e Ferrara. - Interventi a favore di attività lavorative autonome da parte di detenuti in espiazione di pena (490);

 

sen. Fleres. - Istituzione del Garante, regionale, provinciale e comunale, dei diritti fondamentali dei detenuti e del loro reinserimento sociale (491);

 

sen. Asciutti. - Misure di contrasto del fenomeno del graffitismo (517);

 

sen. Asciutti. - Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative (524);

 

sen. Papania. - Norme per il coordinamento e il sostegno delle attività a favore dei giovani (541);

 

sen. Costa. - Disposizioni in favore delle persone anziane non autosufficienti (548);

 

sen. Costa. - Ordinamento del trasporto delle merci pericolose (558);

 

sen. Caforio ed altri. - Nuove norme in materia di ordini ed albi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico - sanitarie e della prevenzione (573);

 

sen. Li Gotti ed altri. - Istituzione dell'ufficio per il processo, riorganizzazione funzionale dei dipendenti dell'Amministrazione giudiziaria e delega al Governo in materia di notificazione ed esecuzione di atti giudiziari, nonché registrazione di provvedimenti giudiziari in materia civile (579);

 

sen. Negri. - Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi (618);

 

sen. Barbolini e Mongiello. - Modifica dell'articolo 120 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di società di trasformazione urbana (634);

 

sen. Divina. - Norme per la diffusione di autoveicoli a propulsione ibrida (668);

 

sen. Divina. - Norme in materia di tutela delle televisioni di strada (671);

 

sen. Sangalli ed altri. - Incentivi all'innovazione e alla ricerca finalizzate alla creazione di nuovi prodotti per le piccole e medie imprese (680);

 

sen. Astore. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, sulla sicurezza delle cure prestate e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali (701);

 

sen. Caruso e Mugnai. - Istituzione del garante dei minori (710);

 

sen. Tomassini ed altri. - Nuove norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici (718);

 

sen. Bianchi. - Istituzione di un Fondo di cura e sostegno a vantaggio dei pazienti affetti da malattie rare e misure per incentivare la ricerca industriale sui farmaci orfani (727);

 

sen. Bianchi. - Disposizioni in favore della ricerca sulle malattie rare, della loro prevenzione e cura, nonché per l'estensione delle indagini diagnostiche neonatali obbligatorie (728);

 

Ratifica ed esecuzione del Trattato di Lisbona che modifica il Trattato sull'Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea e alcuni atti connessi, con atto finale, protocolli e dichiarazioni, fatto a Lisbona il 13 dicembre 2007 (759).

Disegni di legge, ritiro

Il senatore Luigi Ramponi, in data 20 giugno 2008, ha dichiarato di ritirare il disegno di legge: Ramponi. - «Disposizioni per la liquidazione definitiva degli indennizzi dovuti a cittadini, enti e imprese italiani per beni, diritti e interessi perduti in territori già soggetti alla sovranità italiana e all'estero» (150).

    

Indagini conoscitive, annunzio

In data 23 giugno 2008, la 12a Commissione permanente è stata autorizzata a svolgere, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, un'indagine conoscitiva sul trasporto degli infermi e sulle reti di emergenza e urgenza.

 

Affari assegnati

In data 23 giugno 2008, è stato deferito alla 9a Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento, l'affare concernente lo stato di crisi in cui versa il settore della pesca, a seguito dell'aumento dei costi di produzione verificatosi recentemente (Atto n. 8).

   

Corte costituzionale, ordinanze relative a conflitto di attribuzione

Con ordinanza 19 maggio 2008, n. 187, depositata il successivo 30 maggio, la Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile il ricorso per conflitto di attribuzione - proposto dalla Corte di Appello di Roma in data 26 novembre 2007 - nei confronti della deliberazione adottata dall'Assemblea del Senato il 18 marzo 2004 in relazione al documento IV-ter, n. 2/XIV Leg.

 

Il ricorso della Corte di Appello di Roma e l'ordinanza della Corte costituzionale sono stati notificati al Senato in data 17 giugno 2008.

 

Ai sensi dell'articolo 34, comma 1, del Regolamento, la questione è stata deferita, in data 19 giugno 2008, alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari affinché la esamini e riferisca all'Assemblea se il Senato debba costituirsi in giudizio innanzi la Corte costituzionale per resistere nel conflitto di attribuzione richiamato.

  

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 9 e 13 giugno 2008, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha inviato la determinazione e la relativa relazione sulla gestione finanziaria:

 

dell'Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura (UNIONCAMERE), per gli esercizi 2005 e 2006 (Doc. XV, n. 11). Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente;

 

dell'Istituto di studi e analisi economica (ISAE), per l'esercizio 2006 (Doc. XV, n. 12). Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento alla 5a Commissione permanente.

 

Alle determinazioni sono allegati i documenti fatti pervenire dagli enti suddetti ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della legge stessa.

Senato-Unesco, costituzione e composizione di Gruppo di collaborazione

In data 23 giugno 2008 è stato ricostituito il Gruppo di collaborazione del Senato con l'Unesco, coordinato dal senatore Guido Possa e composto inoltre dai senatori Asciutti, Valditara, Rusconi e Marcucci.

 

 

Interrogazioni, nuovo destinatario

 

 

L'interrogazione 3-00050, del senatore Zavoli, già indirizzata al Ministro dell'interno, è invece rivolta al Ministro della giustizia.

Interrogazioni

VITALI - Al Ministro dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:

la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), dispone all'articolo 2, comma 430, l'aumento del Fondo di finanziamento ordinario delle Università (FFO) di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Tale aumento è destinato all'incremento degli assegni di dottorato di ricerca;

il dottorato di ricerca rappresenta il percorso formativo più elevato e specializzante del sistema universitario italiano; esso ricopre il ruolo di preparazione dei laureati alla ricerca e all'acquisizione di alte competenze nei diversi settori scientifici. L'accesso ai corsi di dottorato è competitivo e regolato attraverso concorsi nazionali;

l'attuale importo dell'assegno di dottorato, previsto per i dottorandi al fine di poter affrontare l'impegnativo percorso triennale in condizioni di autonomia economica, è fermo ai livelli stabiliti nel 2000. L'aumento del costo della vita ha reso l'importo di tale assegno, soprattutto nelle sedi universitarie di grandi città, assolutamente inadeguato al sostegno economico effettivo dei dottorandi. L'Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, la più importante organizzazione nazionale del settore, ha da tempo promosso una campagna dal titolo "se potessi avere ...1.000 euro al mese" a favore dell'aumento delle borse di dottorato. Gli effetti delle disposizioni della legge finanziaria porterebbero tale importo (attualmente sugli 800 euro) a circa 1.000 euro;

in data 30 aprile 2008, il Ministro dell'università e della ricerca pro tempore Mussi ha emanato il decreto ministeriale n. 99 del 2008, decreto recante i criteri di ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle Università per l'anno 2008. All'articolo 8 del decreto viene previsto lo stanziamento di 40 milioni di euro per la rivalutazione delle borse di dottorato di ricerca. Nel testo viene indicato che tale aumento è da considerarsi una tantum. Una volta ripartito il fondo il Ministro avrebbe dovuto emanare un successivo decreto, contenente la revisione degli importi minimi dell'assegno;

nella seduta del Consiglio universitario nazionale (CUN) del 20 e 21 maggio 2008 il Presidente, professor Andrea Lenzi, e il rappresentante dei dottorandi al CUN annunciavano che il Ministero aveva loro comunicato l'imminenza dell'emanazione del decreto ministeriale di revisione degli importi minimi delle borse per i dottorandi; l'importo dovrebbe essere, perciò, fissato in circa 1.040 euro mensili a decorrere dal gennaio 2008,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo abbia emanato, o abbia intenzione di emanare, il decreto di revisione degli importi minimi per i dottorandi consentendo così l'erogazione permanente dell'aumento previsto, con validità retroattiva dall'assegno del gennaio 2008;

quali altre misure il Governo intenda attuare per lo sviluppo e il sostegno del dottorato di ricerca, uno strumento importantissimo non solo per la ricerca scientifica e l'università italiana ma per tutto il sistema produttivo del Paese;

in particolare, se intenda proseguire le linee di indirizzo di riforma del dottorato del precedente Governo che prevedevano un graduale superamento dei dottorati senza borsa.

(3-00100)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

PORETTI - Al Ministro del lavoro, salute, politiche sociali - Premesso che:

la raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale (per donazione allogenica o per conservazione autologa) è una prassi di acclarata utilità, di riconosciuto valore scientifico e un diritto personale di ogni donna. Dal 1992 le cellule staminali si trapiantano per curare malattie del sangue molto gravi come leucemia, anemia, talassemia e altre patologie. Purtroppo neppure il 10 per cento dei punti nascita è organizzato per raccoglierle con un servizio continuo, con qualche minuto di lavoro di un'ostetrica affinché quel sangue venga messo in una sacca, etichettato e inviato ad una biobanca per stoccaggio, tipizzazione e conservazione sotto azoto;

a partire dal 2001, per iniziativa del Ministro della sanità pro tempore Girolamo Sirchia, la materia, in attesa di una legge, è disciplinata da reiterate ordinanze ministeriali che recano come titolo "Misure urgenti in materia di cellule staminali del cordone ombelicale" con cui si vieta sia l'apertura di biobanche private sia la possibilità di conservare per proprio uso e a proprie spese le cellule del cordone in Italia e al contempo si disciplina la modalità per la loro esportazione a seguito di autorizzazioni ministeriali e dopo un counseling con il Centro nazionale trapianti. È così che esistono biobanche private che hanno sede all'estero ma che operano sul territorio italiano per promuovere i loro servizi;

tali misure "urgenti" dal 2001 hanno, di fatto, limitato drasticamente la raccolta di queste cellule, impedendo il rispetto di un diritto personale e libero delle donne italiane. Nel 2007 l'esito di questi provvedimenti è stato che solo lo 0,4 per cento delle partorienti ha avuto la possibilità di donare le staminali del cordone ombelicale (2.500 su 570.000 parti), mentre un numero doppio di donne (circa 5.000) ha ottenuto l'autorizzazione ad esportare e conservare presso biobanche estere le proprie cellule;

in mancanza di una volontà dei Ministri della salute che si sono succeduti dal 2001 ad oggi di realizzare una normativa organica sull'argomento, il Parlamento ha approvato all'unanimità un articolo (nel decreto-legge n. 248 del 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 31 del 2008) con cui si sollecita l'attuazione della legge n. 219 del 2005, "Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati", per la creazione di una rete di banche pubbliche e private e "per incrementare la disponibilità delle staminali del cordone ombelicale ai fini di trapianto sono autorizzati la raccolta autologa, la conservazione e lo stoccaggio del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche e private autorizzate dalle regioni o dalle provincie autonome, sentiti il Centro nazionale trapianti e il Centro nazionale sangue per le rispettive competenze. La raccolta avviene senza oneri per il Servizio sanitario nazionale e previo consenso alla donazione per uso allogenico in caso di necessità per paziente compatibile". Entro il 30 giugno 2008 deve essere semplicemente emanato il decreto ministeriale;

il decreto ministeriale in attuazione della legge 219 del 2005 è pronto da mesi ma non è stato ancora emanato nonostante il termine sia scaduto nel 2006. La rete di banche pubbliche è nei fatti già esistente ed operativa. A quanto risulta all'interrogante e sulla base di dichiarazioni pubbliche rilasciate dagli stessi alla stampa, il CNT e il CNS hanno anche predisposto i criteri autorizzativi e i requisiti minimi di accreditamento per le strutture pubbliche o private che svolgano l'attività di raccolta, manipolazione e conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale, e sono ad oggi in grado di garantire il necessario livello ispettivo e di controllo delle banche del cordone ombelicale;

per altri versi, inoltre, il decreto legislativo n. 191 del 2007, in recepimento della direttiva europea 2004/23/CE, ha definito tutti i criteri di qualità e sicurezza per la conservazione dei tessuti e delle cellule staminali del cordone ombelicale;

la conservazione autologa delle staminali del cordone avviene per legge senza oneri per il Servizio sanitario nazionale e la mancanza di un'apertura del mercato alle biobanche private rischia di esporre l'Italia ad una procedura di infrazione da parte della Corte di giustizia europea, dato che il monopolio pubblico, se non giustificato da esigenze di interesse generale, può costituire un limite alla concorrenza, alla libera prestazione dei servizi e al mercato interno,

considerato che:

in data 17 giugno 2008 presso la 12a Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato su sollecitazione del senatore Piergiorgio Massidda, il Sottosegretario di Stato per il lavoro, salute e politiche sociali, on. Eugenia Roccella, ha anticipato di voler ulteriormente rinviare l'attuazione di una normativa che le donne italiane aspettano da oltre sette anni, che il Parlamento ha già delineato nelle sue linee portanti e che gli organismi tecnici a questo preposti hanno già definito;

il 19 giugno il quotidiano della Conferenza episcopale italiana (CEI) scrive come la conservazione autologa del cordone ombelicale sia "un colpo mortale alla cultura della donazione", e quindi rivolge un appello al sottosegretario Roccella: "se qualcosa si può fare contro lo sfruttamento economico delle cellule del cordone lo si deve fare nei prossimi dieci giorni". Cioè non emanare il decreto previsto da una legge votata all'unanimità dal Parlamento;

alle 19.30 dello stesso 19 giugno è stata diffusa una nota dal Ministero: "Le elezioni anticipate e l'insediamento del nuovo Governo hanno inevitabilmente creato ritardi in alcune fasi essenziali per il completamento delle procedure da seguire per la creazione di questa rete. Si è quindi resa necessaria una proroga dei termini previsti a cui il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha provveduto spostando il termine di validità della precedente ordinanza del ministro Turco al 28 febbraio 2009";

il presupposto di necessità e urgenza per l'emanazione di un'ordinanza, atteso che essa è prorogata dal 2001 e in presenza di una legge che disciplina la materia, è, ad avviso dell'interrogante, evidentemente venuto meno,

si chiede di sapere quali siano le motivazioni e gli impedimenti che hanno indotto all'emanazione della proroga dell'ordinanza, e quali garanzie il Ministro in indirizzo sia in grado di fornire per assicurare alle madri la possibilità di conservare in Italia le cellule staminali del cordone ombelicale come sancito dalla legge.

(3-00101)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

BEVILACQUA - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

sulla Gazzetta Ufficiale - IV serie speciale - n. 47 del 14 giugno 2002 è stato pubblicato il 5° decreto, 3° bando, per l'arruolamento nell'anno 2003 di 12.500 volontari in ferma breve nelle Forze armate, con possibilità per 350 unità di immissione nel ruolo degli agenti ed assistenti nella Polizia di Stato al termine della ferma triennale;

nei mesi di settembre e ottobre 2006, questi ultimi aspiranti agenti di polizia sono stati convocati per essere sottoposti alla verifica della sussistenza dei prescritti requisiti psico-fisici;

ad oggi, risultano essere stati chiamati per l'inizio del corso per allievi agenti della Polizia di Stato solo 82 dei 350 idonei vincitori;

nel mese di dicembre 2007 sono stati posti in congedo illimitato dal Ministero della difesa i restanti 268 idonei vincitori per indisponibilità di risorse previste dalla legge finanziaria per il 2008;

tra loro molti sono padri di famiglia, tutti confidavano in una continuità di reddito, ampiamente meritata e tra l'altro promessa;

la situazione rischia di indurre le persone coinvolte in questa vicenda a generare contenziosi, costosi per loro e per la pubblica amministrazione,

si chiede di sapere:

se e quando detti 268 vincitori di concorso saranno immessi nelle carriere iniziali della Polizia di Stato;

come si intenda indennizzarli per i mesi trascorsi senza stipendio e senza possibilità di avere un altro lavoro.

(4-00201)

BEVILACQUA - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

il 4 luglio 2008 è previsto uno sciopero dei dipendenti Telecom contro il piano di riduzione del personale, che sembrerebbe ammontare a circa 5.000 unità, annunciato dal Comitato esecutivo dell'azienda, che rappresenta l'inizio di una ristrutturazione che dovrebbe coinvolgere l'intera società, con il rischio di ulteriori esuberi in tutte le aree operative della rete, del customer, commerciali e di staff;

tale scelta sembrerebbe avvenire in assenza di un piano industriale di riferimento e al solo fine di ridurre i costi senza affrontare le problematiche reali dell'azienda, quali i livelli d'investimento, le strategie di sviluppo della rete e dei servizi e le prospettive industriali di crescita;

i dipendenti contestano un mancato pronunciamento da parte dei vertici aziendali sul criterio adottato in merito ai predetti esuberi; lamentano di non conoscerne le particolarità, i settori che verranno colpiti maggiormente e la distribuzione territoriale,

si chiede di sapere:

se corrisponda al vero la notizia;

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno attivarsi, per quanto di propria competenza, a difesa non soltanto dell'occupazione, già drasticamente ridotta, ma anche al fine di tutelare una delle aziende strategiche e importanti per lo sviluppo e la sicurezza del Paese.

(4-00202)

TOMASSINI - Al Ministro del lavoro, salute, politiche sociali - Premesso che:

in data mercoledì 28 maggio 2008, su indicazione di un pediatra di famiglia, veniva inviato nel pronto soccorso dell'ospedale di Fabriano un bambino con un addome acuto caratterizzato da iperpiressia ed iperemesi;

dopo sette giorni di ricovero, nonostante il coinvolgimento di tre pediatri consultati, quattro chirurghi chiamati a consulenza, tre ecografisti interessati al caso e l'aggravarsi del quadro clinico del bambino, non è stata formulata alcuna diagnosi, né presa una decisione clinica, ma sono state soltanto intraprese terapie di attesa e temporeggiamento;

con il precipitarsi delle condizioni del piccolo malato e dopo sette giorni di ricovero, i familiari del piccolo chiedevano il trasferimento all'ospedale Salesi di Ancona, e a tale richiesta la pediatra che aveva in carico il bambino si opponeva con futili motivazioni non suffragate da evidenze cliniche e gravemente lesive dei diritti di libera scelta dei cittadini;

dopo otto giorni, il piccolo malato veniva finalmente trasferito al Salesi di Ancona in gravissime condizioni ed in seguito ad una immediata diagnosi di peritonite acuta in atto il piccolo veniva operato tempestivamente;

considerati il comportamento negligente, imprudente e non rispettoso dei diritti alla salute da parte dei sanitari dell'ospedale di Fabriano e il grave pericolo di vita cui è stato esposto il piccolo assistito, con il rischio anche di danni permanenti, si chiede di conoscere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire urgentemente chiedendo la documentazione relativa al ricovero per predisporre un'ispezione ministeriale;

quali iniziative urgenti intenda intraprendere in modo da verificare ed intensificare i controlli sulla qualità delle prestazioni sanitarie, soprattutto negli ospedali pubblici.

(4-00203)

TOTARO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

da tempo, il personale di Polizia di Stato amministrato dalla Questura di Firenze manifesta vibrate proteste per la mancata corresponsione delle retribuzioni;

i poliziotti sono sottoposti ad una frenetica attività operativa, resa particolarmente onerosa dal deficit di organico con frequente ricorso al lavoro a carattere straordinario, che quasi mai viene integralmente remunerato;

il pagamento delle competenze accessorie non comprese nello stipendio viene corrisposto con ritardi inaccettabili, soprattutto rispetto ai tempi di liquidazione delle medesime spettanze delle altre Questure in ambito regionale e nazionale;

il Sindacato italiano unitario lavoratori polizia (Siulp) di Firenze da tempo ha denunciato la grave situazione venutasi a creare e ne ha più volte chiesto ragione ai dirigenti della Questura che non hanno dato risposta,

l'interrogante chiede di sapere in quale modo il Ministro in indirizzo intenda intervenire affinché il Siulp riceva una risposta rispetto ai reali motivi di detto grave ed apparentemente inspiegabile disservizio e affinché al personale di Polizia di Stato amministrato dalla Questura di Firenze venga applicato analogo trattamento dei colleghi in servizio nel resto del territorio nazionale.

(4-00204)

PORETTI, PERDUCA - Ai Ministri dell'interno e del lavoro, salute, politiche sociali - Premesso che:

nella mattinata di martedì 17 giugno 2008, a Milano, due giovani rom sono stati insultati e picchiati fuori dalla tenda del loro campo nomadi;

l'aggressione, avvenuta attorno alle ore 8 della mattina, è stata perpetrata ai danni di Rebecca Covaciu, 12 anni, romena di etnia di rom, nota per essersi aggiudicata in Italia il Premio Unicef-Caffè Shakerato 2008 grazie alle sue doti artistiche applicate all'intercultura, e di suo fratello quattordicenne, Ioni;

gli aggressori sono due italiani di età compresa fra i 35 e i 40 anni i quali hanno insultato e picchiato i due ragazzi, successivamente anche il padre Stelian, pastore della Chiesa pentecostale, che è stato insultato e malmenato dagli assalitori;

il nuovo episodio di violenza contro le famiglie rom è stato denunciato da alcuni esponenti del gruppo EveryOne, associazione che si batte per la cooperazione internazionale nel campo dei diritti umani;

questa la ricostruzione dei fatti: l'aggressione è avvenuta nei pressi di un microinsediamento in zona Gianbellino, quartiere in cui la famiglia si era stabilita da diversi giorni dopo continue peregrinazioni per l'Italia. Come detto, Rebecca, Ioni ed il padre sono stati spintonati, minacciati, ricoperti di insulti razzisti, ammoniti a lasciare immediatamente l'Italia e subito dopo percossi;

la famiglia Covaciu ha tentato di fuggire verso la stazione di San Cristoforo, in piazza Tirana, e i tre, accorgendosi di essere ancora seguiti, hanno chiesto inutilmente aiuto ai passanti. Mentre si stavano avviando verso il parco davanti alla stazione, la signora Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Il marito ha quindi telefonato al gruppo EveryOne che ha dato l'allarme, e fatto inviare sul posto una volante della polizia e un'ambulanza. Solo a quel punto gli aggressori si sono dileguati;

ad avviso dei rappresentanti dell'associazione EveryOne, «Questa nuova violenza contro le famiglie rom è spaventosa e deve sollevare la protesta della società civile. (...) Quello che è avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo rom. Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell'ennesimo gravissimo episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e annuncia tempi davvero oscuri per l'Italia»;

il gruppo EveryOne ricorda di avere recentemente denunciato altri episodi come l'aggressione a Rimini, avvenuta nell'indifferenza generale, di una ragazzina rom incinta, presa a calci da un italiano mentre chiedeva l'elemosina. A Pesaro, qualche giorno fa, Thoma, il membro più anziano della locale comunità rom, sofferente di un handicap a una gamba e cardiopatico, è stato colpito al capo e umiliato in pieno centro storico. Nella stessa città, i parroci hanno recentemente vietato ai rom di chiedere l'elemosina davanti alle chiese. Nei giorni precedenti all'aggressione della famiglia Covaciu, EveryOne ha ricevuto segnalazioni di numerosi episodi di violenza da parte di italiani nei confronti di persone di etnia rom, soprattutto bambini e donne. «È necessaria una condanna unanime del mondo politico italiano e delle Istituzioni europee» concludono i leader del gruppo, "e sono ormai indispensabili provvedimenti seri contro chi viola i diritti umani e si fa portatore di violenze e discriminazioni di matrice xenofoba e razzista";

il gruppo EveryOne era in procinto di organizzare il ritorno della famiglia in Romania per sottrarla all'ostilità che colpisce i Rom a Milano,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti e, in caso affermativo, se i fatti corrispondano a verità;

quali iniziative intendano prendere al fine di ripristinare il rispetto della legalità, evitando il perpetuarsi di ulteriori episodi quali quelli descritti, configurabili come una violazione dei diritti umani causati da motivazioni razziste e xenofobe.

(4-00205)

PERDUCA, PORETTI - Ai Ministri dell'interno e della difesa - Premesso che:

l'8 giugno 2008, 24 profughi afghani sono stati scoperti dalla Guardia di finanza dietro un carico di cocomeri in un camion sbarcato nel porto di Ancona. Subito sono stati reimbarcati;

lo stesso giorno e quello successivo, il 9 giugno, altri 43 afghani sono stati individuati a Pesaro in diverse vie della città e subito condotti in Questura per opera di Carabinieri, Polizia e Vigili urbani;

tra loro, 17 ragazzi erano minorenni o non superavano i 21 anni di età. Secondo quanto dichiarato dalla Questura alla stampa, questi ultimi sarebbero stati affidati alle cure dell'Ufficio comunale dei servizi sociali, il cui personale starebbe attualmente provvedendo a trovare dei centri d'accoglienza che abbiano posti disponibili, dal momento che quelli esistenti nella città di Pesaro non consentono di ospitarli. Gli altri 16 adulti, dopo essere stati trattenuti nell'ufficio immigrazione della Questura, hanno ricevuto dal Questore di Pesaro il foglio di via per l'espulsione dall'Italia;

in mancanza di documenti, secondo quanto denuncia il gruppo EveryOne, nessuno si è preoccupato di verificare i gradi parentela tra i minori di 21 anni e il resto del gruppo che li accompagnava;

i numerosi casi di immigrazione clandestina insegnano che molti profughi, e nella fattispecie coloro che provengono dall'Afghanistan, viaggiano in compagnia dei genitori o di fratelli o altri parenti stretti;

tutti i 40 afghani adulti sono stati deportati senza aver prima avuto la possibilità di presentare una regolare richiesta di asilo politico e senza la possibilità di interloquire, attraverso un interprete, o comunque in una lingua a loro chiaramente comprensibile, con le autorità di forza pubblica. Come infatti la Questura di Pesaro ha dichiarato alla stampa, gli afghani non parlavano italiano né inglese (se non uno di loro, che conosceva pochissime parole di quest'ultima lingua) e, contro ogni disposizione di legge, sono stati privati della possibilità di esporre le proprie ragioni e denunciare la loro situazione;

stando a quanto dichiarato da un funzionario della Questura di Pesaro ai rappresentanti del gruppo EveryOne, la disposizione di espulsione è stata autorizzata dal Ministero dell'interno, una volta che le Forze di polizia avevano esposto al Governo ogni procedura seguita fino a quel momento;

il trattamento nei confronti dei 40 profughi ravvisa una palese violazione degli articoli 5, 6 e 13 della Convenzione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali dell'Unione europea, nonché dell'articolo 4 del protocollo 4° della stessa Convenzione,

si chiede di sapere quali provvedimenti intendano adottare i Ministri in indirizzo affinché venga chiarita la posizione del Governo relativamente all'intera vicenda e vengano individuate ed eventualmente sanzionate le responsabilità riguardo alla violazione dei diritti di cui sopra.

(4-00206)

PORETTI, PERDUCA - Ai Ministri del lavoro, salute, politiche sociali, dell'economia e delle finanze e per la semplificazione normativa - Premesso che:

in Germania si è concluso con un accordo di risarcimento l'affaire Contergan, farmaco a base di talidomide assunto negli anni '50 e '60 da donne incinte contro dolori e nausee, rivelatosi poi causa di malformazioni del feto;

?in Italia si stimano 600/700 vittime, ma un censimento ufficiale non è mai stato fatto. Nel 1962 il Ministero della sanità ne ordinò il divieto del commercio ed il ritiro dal mercato con un ritardo di sei mesi rispetto agli altri Paesi europei. Per il mancato risarcimento si è dovuto attendere il 2006, quando il decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, all'articolo 3 prevedeva il riconoscimento giuridico della malattia ma il decreto ministeriale attuativo non è mai stato emanato; ?la legge finanziaria per il 2008 ha stanziato alcuni fondi (ad avviso degli interroganti insufficienti) in merito. Quanto al risarcimento relativo ai danni da trasfusioni, vaccini e talidomide, sono stati stanziati 180 milioni di euro annui a partire dal 2008 (che si aggiungono ai 100 già previsti per il 2007);

l'atto di sindacato ispettivo 5-01777 della XV legislatura a prima firma Poretti presentato nel novembre 2007 alla Camera dei deputati, grazie alla collaborazione dell'associazione TAI Onlus e della Cellula Coscioni di Milano, non ha mai avuto risposta;

l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (ADUC) ha fatto presente che il Brasile registra la terza generazione di vittime del talidomide. A seguito dell'affaire Contergan, nel 1962 quel Paese ha bandito il talidomide, ma pare che sia circolato ancora fino al 1965. A ciò si aggiunga che nel 1964 il dermatologo israeliano Jacob Sheskin scoprì l'efficacia del talidomide contro la lebbra. Da allora, migliaia di lebbrosi brasiliani sono stati curati con Talidomida, la pasticca a basso costo prodotta in America latina, che nel frattempo viene prescritta anche contro Aids e cancro;

?il Brasile non è l'unico Paese ad autorizzarla. È presente anche in altri Stati da quando, dieci anni fa, la statunitense Food and Drug Administration diede il via libera, sotto strettissima vigilanza, al Thalomid dell'azienda Celgene per trattare malattie del midollo spinale. In Europa il principio attivo, utilizzabile nella cura del mieloma multiplo, è in fase di autorizzazione. E comunque, il suo parente stretto, Lenalidomid, è già in vendita dal 2007 sotto il nome commerciale di Revlimid (prodotto da Celgene). E su questo sempre l'Aduc ha sollecitato il Ministero ad intervenire;

la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), all'articolo 2, comma 363, stabilisce il riconoscimento ai soggetti affetti da sindrome da talidomide dell'"indennizzo di cui all'articolo 1 della legge 29 ottobre 2005, n. 229";

a sua volta, all'art. 1, comma 1, della legge n. 229 del 29 ottobre 2005, è stabilito "un ulteriore indennizzo" consistente in "un assegno mensile vitalizio, di importo pari a sei volte la somma percepita dal danneggiato ai sensi dell'articolo 2 della legge 25 febbraio 1992, n. 210, per le categorie dalla prima alla quarta della tabella A annessa al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni, a cinque volte per le categorie quinta e sesta, e a quattro volte per le categorie settima e ottava";

l'articolo 2 della legge 25 febbraio 1992, n. 210, rimanda all'articolo 1 della stessa legge per l'individuazione dei soggetti aventi diritto a un indennizzo da parte dello Stato. Tra questi non è però possibile comprendere, ai termini di legge, i soggetti affetti da sindrome da talidomide,

si chiede di sapere:

se in Italia la circolazione di farmaci con questo principio attivo sia in corso o lo sarà a breve; ?quali precauzioni siano in corso o saranno prese per evitare il ripetersi di quanto già avvenuto in Italia e negli altri Paesi;

se, così come formulata, la norma di cui all'articolo 2, comma 363, della legge finanziaria per il 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244), attribuisca effettivamente il diritto ai soggetti affetti da sindrome da talidomide ad accedere agli indennizzi previsti dalla legge 25 febbraio 1992, n. 210, per le vittime di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni da sangue e emoderivati infetti, e quindi agli ulteriori indennizzi previsti dalla legge 29 ottobre 2005, n. 229;

se, considerata la complessità della normativa vigente al fine di determinare l'ammontare degli indennizzi, tale da rendere necessaria la consultazione di almeno sei differenti fonti tra articoli di legge, successive modifiche e tabelle, e considerato altresì il ricorso per analogia a fonti riguardanti la legislazione in merito alla regolamentazione degli indennizzi per le invalidità di guerra, non si intenda dare una sistemazione più organica e semplificata all'intera materia.

(4-00207)

GIAI - Ai Ministri degli affari esteri, del lavoro, salute, politiche sociali e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

con la stipula di numerose convenzioni multilaterali e bilaterali di sicurezza sociale lo Stato italiano ha garantito nel tempo un buon livello di tutela previdenziale ai lavoratori italiani migranti;

nell'area dell'Unione europea, la tutela sociale è assicurata da specifici regolamenti comunitari, mentre sul piano bilaterale, l'Italia ha stipulato accordi di sicurezza sociale con i Paesi nei quali sono presenti importanti collettività italiane;

la finalità degli accordi di sicurezza sociale è quella di garantire la parità di trattamento di lavoratori e pensionati dei Paesi contraenti e di garantire che i contributi previdenziali versati nei vari Paesi di emigrazione non vadano perduti ma possano essere utilizzati per perfezionare il diritto alle varie prestazioni previdenziali e consentire l'esportabilità delle stesse;

in America Latina, l'Italia ha stipulato quattro convenzioni bilaterali di sicurezza sociale: con l'Argentina, entrata in vigore dal 1° gennaio 1984; con il Brasile, entrata in vigore dal 5 agosto 1977; con l'Uruguay, entrata in vigore dal 1° giugno 1985; con il Venezuela, entrata in vigore dal 1° novembre 1991; si tratta di convenzioni oramai obsolete nei contenuti e nella forma che non tutelano più in maniera adeguata i diritti delle persone, dei lavoratori e dei pensionati che rientrano nel loro campo di applicazione, anche alla luce delle frequenti evoluzioni normative della materia sulla sicurezza sociale sia in Italia che in quei Paesi;

sempre in America Latina, l'Italia ha inoltre firmato con il Cile nel lontano 1998 la Convenzione bilaterale di sicurezza sociale, che lo stesso anno fu ratificata dal Parlamento cileno e che a dieci anni di distanza non è stata ancora approvata dal Parlamento italiano che non ha onorato così l'impegno preso con lo Stato cileno e le collettività italiane residenti in quel Paese;

esistono importanti comunità di italiani in altri Paesi dell'America Latina come il Messico ed il Perù, con i quali l'Italia non ha stipulato convenzioni e che sono, quindi, totalmente prive delle garanzie previdenziali e sociali assicurate dalle convenzioni per i cittadini italiani emigrati,

si chiede di sapere:

quale sia la politica del Governo italiano in relazione alla tutela dei diritti socio-previdenziali delle persone, dei lavoratori e dei pensionati italiani garantita dalle convenzioni di sicurezza sociale;

in particolare quali misure si intendano adottare per rinnovare le convenzioni con Argentina, Brasile, Uruguay e Venezuela, ratificare la nuova convenzione con il Cile ed infine stipulare le convenzioni con il Messico ed il Perù.

(4-00208)

COMPAGNA, DE FEO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della difesa, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e per le politiche europee - Premesso che:

la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Veneto sulla sospensiva dell'ampliamento della base militare USA a Vicenza potrà essere ampiamente rivista in Consiglio di Stato;

il rispetto per l'autonomia e l'indipendenza di un tribunale amministrativo non dovrebbe implicare il venir meno ad un almeno eguale rispetto per indipendenza e l'autonomia di Governo e Parlamento nelle loro prerogative in politica internazionale, politica della difesa, politica ambientale, politica europea;

in una dichiarazione rilasciata dal Ministro della difesa, per collocare nei suoi giusti termini la portata dell'ordinanza sospensiva, si legge che il Governo ha dato mandato all'Avvocatura di Stato di inoltrare appello al Consiglio di Stato;

di ben diverso tono, contenuto e atteggiamento apparivano nelle stesse ore le dichiarazioni del Commissario straordinario Paolo Costa, preposto dal Governo Prodi a rappresentarlo sulle questioni relative al progetto cosiddetto "Ederle 2",

si chiede di sapere:

quali siano gli ambiti e i limiti del mandato conferito a suo tempo al Commissario straordinario;

se tale mandato debba ritenersi esaurito, ed eventualmente da quando, o tuttora in vigore;

se si intenda presentare ricorso al Consiglio di Stato sulla sospensiva del Tribunale amministrativo regionale del Veneto in premessa, con quali modalità ed in quali tempi.

(4-00209)

SACCOMANNO, AMORUSO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

il 29 maggio 2008 l'autorità giudiziaria di Brindisi ha disposto il sequestro delle ville di un villaggio in riva al mare nel territorio dello stesso capoluogo pugliese;

le ipotesi di reato contestate riguardano la lottizzazione abusiva, le violazioni ambientali e, per tre dei tredici indagati, la corruzione;

la custodia dei beni immobili è stata affidata al sindaco di Brindisi Domenico Mennitti;

considerato che:

il Tribunale del riesame, con provvedimento notificato ai proprietari delle ville il 21 giugno 2008, ha accolto la richiesta nella quale i ricorrenti contestavano la nomina a custode dei beni sequestrati al sindaco Mennitti e ha disposto conseguentemente la facoltà d'uso ai proprietari delle ville sequestrate;

i proprietari delle ville non risultano indagati;

come riferito dal "nuovo Quotidiano di Puglia", in un articolo del 22 giugno 2008, a firma del capo redattore di Brindisi, "proprio di recente la magistratura ha sequestrato, a fini di confisca, delle abitazioni a pregiudicati in odor di mafia, concedendo la facoltà d'uso. Familiari inclusi",

si chiede di sapere:

quali siano i motivi per i quali la Procura di Brindisi, attraverso la Guardia di finanza, abbia intimato di abbandonare il villaggio ai familiari dei proprietari ai quali era stata riconosciuta la facoltà d'uso dal Tribunale del riesame;

quale sia la ragione per cui nel provvedimento disposto dalla Procura di Brindisi si è delimitato in modo così restrittivo il diritto all'abitazione nei confronti di persone che non risultano indagate;

infine, quali iniziative di competenza al Ministro in indirizzo intenda adottare per evitare il ripetersi di episodi analoghi a quello provocato dal provvedimento posto in atto dalla Procura di Brindisi.

(4-00210)

GARAVAGLIA Mariapia - Al Ministro per i beni e le attività culturali - Premesso che:

il decreto ministeriale 9 novembre 2007 fissa i criteri e modalità si erogazione dei contributi in favore delle attività musicali, in corrispondenza degli stanziamenti del Fondo Unico dello spettacolo (FUS) di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163;

per il 2008 la quota assegnata dal FUS a favore del Teatro Arena di Verona è pari a 14.100.000 euro;

nei giorni scorsi, il Ministro per i beni e la attività culturali, sen. Sandro Bondi, durante la presentazione a Roma del cartellone verdiano 2008, ha annunciato la presentazione di un disegno di legge per "valorizzare e promuovere solo le iniziative culturali di eccellenza", subordinando gli stanziamenti statali alla qualità degli spettacoli;

nella stessa occasione il Ministro ha tracciato una lista dei teatri e delle manifestazioni che avrebbero accesso alla nuova ripartizione dei fondi; in tale lista non appare il Teatro Arena di Verona;

tale notizia ha suscitato grande allarme soprattutto in considerazione del fatto che il Teatro Arena di Verona dà vita a una delle manifestazioni culturali di eccellenza a livello nazionale; inoltre, il Teatro Arena di Verona accoglie un numero spettatori pari, solo per la stagione estiva, a una media di mezzo milione di persone;

considerato inoltre che, per la sua natura unica e particolare, il Teatro Arena di Verona necessita di manutenzioni e restauri superiori a quelli di qualsiasi altro teatro nazionale,

si chiede di sapere se quanto riportato in premessa risponda al vero e, qualora lo fosse, se, in sede di presentazione effettiva del disegno di legge citato in premessa, il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno inserire tra le fondazioni lirico-sinfoniche ammesse al finanziamento il Teatro Arena di Verona.

(4-00211)

DI GIOVAN PAOLO - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

la legge 29 marzo 2001, n. 135, relativa alla "Riforma della legislazione nazionale del turismo" reca all'articolo 3: "E' istituita la Conferenza nazionale del turismo. La Presidenza del Consiglio dei ministri indice almeno ogni due anni la Conferenza, che è organizzata dal Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Sono convocati per la Conferenza: i rappresentanti della Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, i rappresentanti dell'Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), dell'Unione delle province d'Italia (Upi) e dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem), del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) e delle altre autonomie territoriali e funzionali, i rappresentanti delle associazioni maggiormente rappresentative degli imprenditori turistici, dei consumatori, del turismo sociale, delle associazioni pro loco";

la Presidenza del Consiglio ha convocato la predetta Conferenza nazionale del turismo per i giorni 20 e 21 giugno 2008 a Riva del Garda (Trento);

le 6.000 associazioni pro loco in Italia da sempre costituiscono la base del turismo italiano con la loro capillare presenza su tutto il territorio nazionale;

esse contano circa 600.000 iscritti e sono nate 127 anni fa proprio in Trentino-Alto Adige, regione dove quest'anno si svolge la Conferenza nazionale per il turismo;

le associazioni pro loco organizzano ogni anno circa 20.000 manifestazioni, iniziative, convegni, eccetera;

da sempre sono protagoniste del territorio delle province italiane, enti sempre più riconosciuti come anima e futuro del turismo;

da sempre raccolgono, tutelano e promuovono il patrimonio culturale immateriale del Paese, tesoro storico che nei 2006 è stato riconosciuto dall'Unesco patrimonio dell'umanità;

l'Unione nazionale Pro Loco d'Italia (UNPLI) è l'unico ente nazionale che rappresenta le pro loco e a questa associazione sono iscritte oltre il 95 per cento (5.600) delle associazioni operanti,

considerato che l'UNPLI non è stata avvisata del Convegno in preparazione,

si chiede di conoscere:

quali motivi abbiano portato alla mancata convocazione preventiva all'UNPLI e quindi tramite essa, in sostanza, alle pro loco italiane (impedendone la presenza in forma ufficiale nel programma della Conferenza nazionale del turismo);

se sia previsto un loro preciso e puntuale coinvolgimento, come previsto dalla legge.

(4-00212)

GRAMAZIO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per i beni e le attività culturali e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

il Consiglio di amministrazione nominato durante il precedente Governo Berlusconi in seno all'Istituto per il credito sportivo è stato sciolto prima della sua naturale scadenza con norma contenuta nella legge finanziaria per il 2007 "al fine di contenere i costi di funzionamento e di conseguire risparmi di spesa";

nell'aprile 2007 si è provveduto a nominare il nuovo Consiglio di amministrazione, il Presidente ed un nuovo Collegio sindacale e, nel marzo 2008, dopo la caduta del Governo Prodi, anche un direttore generale, la cui sindacabile assunzione è stata oggetto, nella XV legislatura, delle interrogazioni 4-03361 e 4-03388;

il nuovo Consiglio di amministrazione ha varato un piano industriale a giudizio dell'interrogante di dubbia portata che tende a snaturare le funzioni istituzionali dell'Istituto, trasformandolo da ente creditizio al servizio dello sport e dei beni culturali in tradizionale istituto bancario;

il piano industriale prevede, infatti, la realizzazione di una rete di sportelli sul territorio e la creazione di nuovi servizi ed attività senza, però, tenere nella dovuta considerazione le risorse economiche ed umane necessarie per far fronte ai nuovi assetti e volumi di lavoro; prevede, inoltre, di rivolgersi a nuove tipologie di clientela ad alto rischio senza citare le possibili perdite che la normativa di vigilanza impone di considerare e prevede, infine, investimenti e spese in risorse tecnologiche e consulenze che non vengono riportate nei conti economici previsionali, così come viene sottaciuta una serie innumerevole di altre spese nettamente in contrasto con la politica di contenimento auspicata dalla stessa norma contenuta nella legge finanziaria che ha condotto allo scioglimento anticipato del Consiglio di amministrazione;

l'insostenibilità dell'attuale politica di gestione è confermata dal crollo verticale degli utili dell'Istituto, passati, negli ultimi due anni, dai 35 milioni di euro del 2005 ai 20 milioni del 2006 ed ai 16 del 2007;

alla luce di quanto sinteticamente esposto, appare all'interrogante plausibile ipotizzare che la recente diminuzione degli utili e le gravissime carenze del piano industriale non siano frutto di errate valutazioni, bensì sottendano ad un preciso disegno il cui fine ultimo non sembra, certamente, essere l'auspicato contenimento dei costi dell'ente né tanto meno il suo rilancio, ma una speculazione perpetrata in assoluto spregio delle finalità per le quali l'Istituto è nato e per le quali è sinora vissuto con pieno merito,

l'interrogante chiede di sapere:

come sia stato possibile approvare un piano industriale che rivela lacune inammissibili sotto il profilo normativo, economico e funzionale;

se non si ritenga di intervenire per verificare quali siano state le valutazioni che hanno condotto a ratificare un progetto così grossolano ed aleatorio e quali iniziative si intenda assumere per salvaguardare l'Istituto per il credito sportivo e le sue finalità istituzionali.

(4-00213)

BIANCONI - Al Ministro del lavoro, salute, politiche sociali - Premesso che:

da più di dieci anni le Istituzioni italiane tentano di risolvere la problematica molto grave delle malattie rare per le quali il Sistema sanitario nazionale riconosce l'esenzione per l'acquisto dei farmaci, anche se non di tutti, essendo molto difficile la classificazione di tali malattie con conseguente aggravio per le famiglie;

in tutto questo periodo di tempo non si è ancora giunti ad individuare una legge che consenta di affrontare le tante problematiche delle persone affette da tali malattie e delle loro famiglie, che incontrano enormi difficoltà di tipo economico e assistenziale, ma soprattutto di grave carenza di strutture e farmaci adeguati alla cura di tali patologie;

se si analizza la situazione nelle varie regioni italiane, si scopre un quadro abbastanza allarmante per la cura ed il sostegno di 1.500.000 italiani che sono affetti da malattie di tale tipo, sia di natura genetica, (che pongono, pertanto, difficoltà diagnostiche) sia di natura oncologica, e che possono trarre beneficio da farmaci innovativi ottenuti attraverso l'impiego di metodologie avanzate (biotecnologie, terapia genica, cellulare);

nonostante l'articolo 5, comma 5-bis, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, della legge 29 novembre 2007 n. 222 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30 novembre 2007) sancisca la nullità dei provvedimenti regionali adottati in difformità da quanto stabilito dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), si continua a riscontrare la consueta lentezza in molte regioni nell'inserire i farmaci utili a curare queste patologie nei prontuari terapeutici. Tale prassi è causata spesso da un malsano costume degli assessorati regionali che praticano un razionamento implicito, ritardando il recepimento di queste "molecole salvavita" (perché così andrebbero definite, a giudizio dell'interrogante), nonostante siano sempre farmaci che hanno avuto già l'approvazione della European Medicines Agency (EMEA) e dell'AIFA;

in regioni quali l'Emilia Romagna, il Lazio, la Sicilia, il Veneto, la Sardegna si riscontrano tempi lunghi, modalità diversamente articolate e delle quali non viene data pubblicità; quindi non è mai possibile conoscere a che punto dell'iter di valutazione (del quale ci si interroga sulla legittimità nella precedente premessa) si trovi un farmaco e in che tempi verrà discusso, inserito in prontuario e finalmente reso accessibile ai pazienti;

ad eccezione di alcuni casi sporadici per i quali richieste motivate per singoli pazienti vengono evase, la situazione, in generale, dà luogo a paradossi dei quali il più eclatante sembra essere quello per cui un paziente, residente in una regione nel cui prontuario non è inserito un farmaco "orfano", si veda negato il farmaco da un centro della propria regione, ma possa averlo se gli viene prescritto da un centro in altra regione, fattispecie che costringe la farmacia territoriale di appartenenza a dispensarlo,

si chiede di sapere:

quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo ritenga di promuovere in merito ai farmaci "orfani" per curare le malattie rare (definite dal regolamento (CE) n. 141/2000 e da precedenti normative come malattie considerate a rischio vita o gravemente invalidanti che colpiscono non più di cinque individui su 10.000 nell'Unione europea), al fine di accelerare l'inserimento in tutti i prontuari regionali, in tempi prestabiliti e senza differenziazioni a livello territoriale, una volta ottenuta la determinazione di rimborsabilità dall'AIFA;

se si ritenga possibile rivedere i livelli essenziali di assistenza (LEA) in modo che vengano tutelati i diritti dei soggetti che possono beneficiare dal trattamento con farmaci "orfani" con una maggiore uniformità, dirimendo così ogni questione etica, applicando quanto disposto dalla legge n. 222 del 2007 e agevolando l'accesso dei malati soprattutto ai farmaci "orfani" oncologici di fascia H, anche a distribuzione diretta, che, per metodo distributivo e importanza terapeutica, sembrano essere quelli che pongono le difficoltà maggiori.

(4-00214)

GRAMAZIO, CIARRAPICO - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

l'azienda Roma Metropolitane, che gestisce la costruzione delle metropolitane di Roma ha in programma il collaudo del primo tratto della linea C, da Osteria del Curato a Piazza Lodi;

per il collaudo di tale tratto sono in bilancio 3 milioni di euro, ma su richiesta dei collaudatori (tra cui il dottor Andrea Monorchio, già Ragioniere generale dello Stato) tale costo sarebbe lievitato a 8 milioni di euro per la ragione che il tratto rientrerebbe nei piani dell'alta velocità;

gli interroganti ritengono ingiustificato l'ulteriore aumento di 5 milioni di euro che porterebbe ad un costo complessivo di 8 milioni di euro per l'azienda già presieduta dal manager Chicco Testa,

gli interroganti chiedono di conoscere:

quale sia il parere del Ministro in indirizzo, considerato anche che nei giorni scorsi il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha verificato che nelle casse del comune esiste un "buco" di decine di miliardi di euro a cui il Governo sarà chiamato a far fronte con propri interventi finanziari;

se non si ritenga eccessivo il costo complessivo del collaudo per le casse di un'azienda partecipata dal Comune di Roma.

(4-00215)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, la seguente interrogazione sarà svolta presso la Commissione permanente:

  

7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport):

 

3-00100, del senatore Vitali, sul fondo di finanziamento ordinario delle Università e gli assegni di dottorato di ricerca.

Interrogazioni, ritiro

È stata ritirata l'interrogazione 4-00028, della senatrice Poretti.

    

  

Avviso di rettifica

 

Nel Resoconto sommario e stenografico della 6a seduta pubblica, del 21 maggio 2008, a pagina 56, sotto il titolo "Parlamento europeo, trasmissione di documenti", alla quinta riga del terzo capoverso, nonché alla quinta riga del quarto capoverso, sostituire le parole : "3ª, 8ª e alla 14ª" con le seguenti: "3ª, 9ª e alla 14ª".

 

Nel Resoconto sommario e stenografico della 22a seduta pubblica, del 18 giugno 2008, a pagina 99, all'emendamento 2.100 la lettera m-quater è sostituita dalla seguente: "m-quater) al comma 1-bis dell'articolo 328, dopo le parole:"3-bis" sono aggiunte le seguenti "3-quater e 3-quinquies":".

 

Nel Resoconto sommario e stenografico della 24a seduta pubblica del 19 giugno 2008, nell'intervento del senatore Grillo:

a pagina 22, all'ottava riga del secondo capoverso, sostituire le parole: "della Francia" con le altre: "del mondo";

a pagina 23, alla terza riga del secondo capoverso, sostituire la parola: "Alitalia" con le altre: "Air France".

 

Nello stesso Resoconto, alla pagina VII, alla terza riga dell'intervento del senatore Lannutti, sopprimere le parole: ", peraltro operando;".