Rom: il dovere di una minoranza

 

 

Ci sono dei momenti nei quali ricade sulla spalle di piccole minoranza la pesante responsabilit di riaffermare con forza alcuni principi fondamentali e irrinunciabili della societ civile. Ed loro dovere intervenire perch molto spesso proprio le minoranze portano su di s le ferite di pregiudizi ma anche di preclusioni e persino persecuzioni perpetrate dalla maggioranza. Una maggioranza spesso inconsapevole, distratta, confusa, manipolata, ma pur sempre incapace di fermare le campagne dodio, di discriminazione e di violenza contro il diverso di turno.

Oggi tocca ai rom, ai piccoli rom.

Non siamo ingenui e sappiamo bene che dietro un bambino rom che mendica o che sfila un portafoglio cՏ una catena di violenza che non pu essere tollerata e che deve essere spezzata. Ma i recenti provvedimenti annunciati dal Governo italiano che prevedono la rilevazione delle  impronte digitali ai rom – a tutti i rom, non a coloro che delinquono; a tutti, non a quelli stranieri irregolari nel nostro paese – ha il sapore brutale di una schedatura  su base etnica, tesa ad avvalorare il pregiudizio che ogni rom naturalmente incline a compiere dei reati ed quindi dovere dello Stato promuovere unazione preventiva di controllo e monitoraggio. Nessun bambino sar sottratto allaccattonaggio forzoso solo perch lo si identifica. E dopo? Oltre la met dei rom residenti in Italia sono cittadini a tutti gli effetti: si prevedono leggi speciali nei loro confronti? La sola idea, cos sciagurata nella storia italiana ed europea, suscita sconcerto. E poi, si proceder con altre categorie a rischio?

Nello stesso tempo, mentre giunte di ogni colore politico fanno a gara a chi sgombera il maggior numero di campi rom, si interrompono quei rari e benemeriti processi di integrazione che avevano faticosamente portato alla scolarizzazione di quote crescenti di bambini altrimenti destinati a crescere per la strada o nei corridoi delle metropolitane.

LUnione europea ha prontamente espresso un preoccupato allarme per questo provvedimento che nello stesso momento in cui stato  annunciato  ha  consolidato quel muro di pregiudizio che ha gi armato di spranghe e bottiglie molotov la mano di qualche esaltato.

Ed allora sono proprio quelle  minoranze che hanno una precisa memoria del peso del pregiudizio e della discriminazione violenta, che hanno il dovere di lanciare un monito: attenzione, stiamo andando ben oltre la soglia della legittima repressione della microcriminalit e della risposta alla domanda di sicurezza che viene invocata da ampi settori dellopinione pubblica. Stiamo assumendo misure difficilmente giustificabili sul piano costituzionale e del diritto europeo, brutali nella forma e nella sostanza;  stiamo seminando una pianta cattiva che pu produrre frutti avvelenati.

Lo diciamo con la forza e con la coscienza del nostro essere – valdesi e metodisti – una minoranza che sui temi delle libert sociali e civili ha una parola importante da dire. E non intendiamo sottrarci a questo dovere, per noi spirituale, etico e civile.

 

Past. Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese