ROM: COMMISSIONE EUROPEA
RISPONDE SU SGOMBERO BARACCOPOLI A MILANO
Italia sotto infrazione UE per
carenze su recepimento direttiva 2000/43/ce su trattamento delle persone
indipendentemente dalla razza e origine etnica
Roma, 22 giugno 2008
Il commissario UE alla Giustizia
Jacques Barrot ha risposto all'interrogazione presentata dall'europarlamentare
radicale dell'ALDE Marco Cappato sullo sgombero da parte del Comune di Milano,
di due baraccopoli alla periferia della citt, avvenuto il 1 aprile scorso, e
sul ventilato rimpatrio degli sfollati, le cui modalit sarebbero attualmente
allo studio del Comune. Il provvedimento, si legge nell'interrogazione, sarebbe
stato eseguito "senza alcun preavviso, assistenza, presidio medico, o la
proposta di soluzioni alternative", facendo s che gli oltre cento
abitanti delle baracche rom e rumeni, tra cui neonati, anziani e malati si
ritrovassero senza dimora. Marco Cappato aveva chiesto alla Commissione se non
ritenesse che l'episodio fosse in contrasto con le risoluzioni del PE in
materia di diritti umani e libera circolazione dei rom; se le modalit dello
sgombero, soprattutto in mancanza di soluzioni abitative alternative, non
costituissero una violazione dei diritti della quasi totalit degli sfollati,
in quanto cittadini comunitari, e infine se il rimpatrio di cittadini UE non
violasse la direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione.
Barrot ha risposto ricordando che
proprio la direttiva 2004/38/CE autorizza gli Stati membri a rifiutare il
soggiorno a cittadini dell'UE che non rispettino le condizioni per ottenere
tale diritto, anche per ragioni di ordine pubblico, sanit e sicurezza, ma che
la stessa direttiva comprende garanzie procedurali come l'obbligo di notifica,
completa e di facile compresione, del provvedimento di allontamento che
comunque non pu essere eseguito prima di un mese dalla notifica, salvo casi di
urgenza comprovata. "Se un cittadino dell'UE ritiene che il
provvedimento di allontanamento preso nei suoi confronti non sia conforme alla
legislazione comunitaria precisa nel testo della risposta - pu presentare
ricorso dinanzi ai giudici nazionali". Il Commissario alla Giustizia
ha inoltre sottolineato l'impegno delle istituzioni europee nella tutela dei
rom sul territorio UE, in particolare tramite fondi per finanziare
l'integrazione dei migranti e delle minoranze etniche. E, proprio nel quadro
della lotta contro la discriminazione per razza o origine etnica, Barrot ha
ricordato il procedimento di infrazione avviato nei confronti dell'Italia e di
altri Stati membri, "per le carenze riscontrate nel recepimento della
direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio
della parit di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e
dall'origine etnica".
INTERROGAZIONE SCRITTA
E-2197/08
di Marco Cappato (ALDE)
alla Commissione
Oggetto:
Sgombero di una baraccopoli a Milano
Gli organi di stampa italiani
hanno riferito dell'avvenuto sgombero, il 1 aprile, da parte del Comune di
Milano, di due baraccopoli alla periferia della citt. Il primo, all'alba, in
via Bovisasca. Il secondo, a mezzogiorno, in via Porretta, dove alcuni
transfughi dalla stessa via Bovisasca avevano quasi ricostruito delle piccole
case. Secondo il Comune sono state demolite 185 baracche. Oltre un centinaio di
rom e rumeni, tra cui mamme con neonati, bambini, anziani e malati, si
sarebbero ritrovati senza casa, finendo a dormire in un prato e sotto un ponte
ferroviario. Tutto questo sarebbe avvenuto senza alcun preavviso, assistenza,
acqua, presidio medico, o la proposta di soluzioni alternative, almeno per i
bambini. Il rispetto dei diritti dei cittadini sgomberati stato messo in
dubbio da diversi osservatori, anche considerato il fatto che la quasi totalit
degli sfollati sono cittadini comunitari che lavorerebbero e risiederebbero
regolarmente in Italia.
Il Comune di Milano starebbe ora
studiando un modo per rimpatriare i rumeni, individuando alcune citt disposte
ad accoglierli e pensando a incentivi economici connessi al rimpatrio.
a conoscenza la Commissione dei
fatti sopra citati? Non ritiene che tali atti siano in contrasto con
l'"acquis" comunitario in materia di diritti umani, libera
circolazione e diritti dei Rom, come affermati nelle risoluzioni de PE in tali
materie? Non ritiene che tali operazioni di polizia debbano avvenire nel pieno
rispetto dei diritti fondamentali delle persone coinvolte, che le autorit non
debbano compiere atti di tale tipo nei confronti di cittadini comunitari e
debbano in ogni caso farsi carico di offrire assistenza e alternative valide
che consentano di tutelare in special modo i minori e chi necessita di cure?
Non ritiene la Commissione che l'ipotesi di un rimpatrio di cittadini dell'UE
possa configurarsi come una violazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera
circolazione?
Risposta di Jacques Barrot a
nome della Commissione
(20.6.2008)
Le istituzioni europee hanno pi
volte affrontato la questione dei Rom presenti sul territorio dell'Unione
europea. La Commissione sta ricorrendo a tutti gli strumenti giuridici,
finanziari e politici di cui dispone per migliorare la loro situazione negli
Stati membri, nei paesi candidati e nei paesi in via di adesione. In
particolare, sono disponibili fondi dellUE per finanziare lintegrazione dei
migranti e delle minoranze etniche.
In risposta alla richiesta
formulata dal Consiglio europeo nel dicembre 2007 e alle recenti risoluzioni
del Parlamento, la Commissione sta preparando una relazione sugli strumenti e
le politiche dell'UE a favore dell'inclusione dei Rom, che dovrebbe essere
terminata nel giugno 2008.
La direttiva 2004/38/CE autorizza
gli Stati membri a rifiutare il diritto di soggiorno a cittadini dellUE che
non rispettino le condizioni per ottenere tale diritto, ossia essere lavoratore
subordinato o autonomo e disporre, per se stessi e per i propri familiari, di
risorse economiche sufficienti per non divenire un onere a carico
dellassistenza sociale dello Stato membro ospitante, nonch di unassicurazione
malattia che copra tutti i rischi. Il diritto di soggiorno pu essere limitato
anche per ragioni di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanit
pubblica.
In virt della direttiva, i
cittadini dellUnione e i loro familiari beneficiano inoltre di garanzie
procedurali. Se viene negato lingresso o in caso di allontanamento, il
provvedimento devessere notificato allinteressato per iscritto, secondo
modalit che gli consentano di comprenderne il contenuto e le conseguenze. Il
provvedimento deve spiegare in modo circostanziato e completo i motivi su cui
si fonda, nonch indicare lorgano giurisdizionale o lautorit amministrativa
presso cui pu essere presentato ricorso e il termine entro il quale
linteressato deve agire. I cittadini devono avere accesso ai mezzi di ricorso
giurisdizionale. Fatti salvi i casi di urgenza debitamente comprovata, il
termine impartito per lasciare il territorio dello Stato membro non pu essere
inferiore a un mese a decorrere dalla data di notificazione.
LItalia ha applicato la direttiva
con il Decreto Legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, Attuazione della direttiva
2004/38/CE. Tale testo stato recentemente modificato dal Decreto Legislativo
28 febbraio 2008, n. 32, che stabilisce, allarticolo 22, le modalit per
presentare ricorso contro i provvedimenti di allontanamento.
Se un cittadino dellUE ritiene
che il provvedimento di allontanamento preso nei suoi confronti non sia
conforme alla legislazione comunitaria, pu presentare ricorso dinanzi ai giudici
nazionali.
I diritti dei minori sono una
priorit per la Commissione. Il secondo incontro del Forum europeo per i
diritti dei minori si tenuto il 4 marzo 2008 e ha affrontato la questione
della povert infantile, con particolare attenzione ai bambini rom. I diritti
dei bambini sono stabiliti dalla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti
del fanciullo del 1989, che stata ratificata da tutti gli Stati membri e
costituisce il riferimento principale per le questioni correlate alla
protezione dei minori. L'Unione europea ha il dovere di garantire che le sue
attivit siano coerenti con le norme in tale ambito.
Inoltre, la lotta contro la
discriminazione basata sulla razza o sullorigine etnica una priorit per
l'Unione europea. In tale contesto, la Commissione ha avviato un procedimento
di infrazione nei confronti dellItalia e di altri Stati membri, per le carenze
riscontrate nel recepimento della direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29
giugno 2000, che attua il principio della parit di trattamento fra le persone
indipendentemente dalla razza e dallorigine etnica .
Al di l delle competenze dellUE, spetta agli Stati membri garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali applicando la loro legislazione interna e rispettando i loro obblighi internazionali.