Fulvio Vassallo Paleologo  - Universit di Palermo

 

 

 

RAZZISMO DI STATO E RILIEVO DELLE IMPRONTE DIGITALI AI BAMBINI ROM.

 

                                                                  

 

1. Le dichiarazioni dei rappresentanti della Commissione Europea sul provvedimento che stabilisce il rilievo delle impronte digitali ai bambini rom appaiono assai deboli e sembrerebbero riferirsi ad un mero annuncio del governo e non ad una normativa nazionale gi applicata in alcune grandi aree metropolitane. Una normativa nazionale a rilievo locale, derivante da diverse ordinanze adottate dal consiglio dei ministri, dopo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che istituiva lo stato di emergenza per la presenza dei nomadi nelle province di Milano, Roma e Napoli, nominando un Commissario per lemergenza, individuato generalmente nella figura del Prefetto.

 

Il Prefetto di Milano, dintesa con il sindaco Moratti, ha gi avviato da due settimane la schedatura dei rom che si trovano nei campi, regolari ed abusivi, provvedendo anche a numerosi sgomberi, mentre il Prefetto di Roma sembrerebbe non volere procedere, almeno per ora, al rilievo delle impronte digitali dei minori rom, sul quale sembra frenare anche Alemanno. Ma a Roma si sta giocando una pericolosa partita che potrebbe dividere il fronte delle associazioni che difendono i rom, con il sindaco che sobilla gli uni contro gli altri, accusando alcune associazioni di volere strumentalizzare a fini politici la questione rom. Mentre proseguono le trattative tra un sindaco eletto proprio dopo avere strumentalizzato la paura nei confronti dei rom ed una parte dellassociazionismo, anche gli sgomberi e le deportazioni vengono portati avanti dalla polizia e dai vigili urbani.

 

Qualcuno si illude che il confronto con lamministrazione Alemanno possa garantire anche in futuro convenzioni, sicurezza e stabilit degli insediamenti. Ma chi pu dire veramente di rappresentare i rom ? Perch non si d mai il diritto di parola ai rappresentanti delle comunit? E chi pensa a tutti i rom di pi recente arrivo in Italia, in gran parte comunitari, allo sbando, senza alcuna associazione nazionale di riferimento che ne tuteli almeno i diritti fondamentali?  Anche a Napoli, nei campi rom che non sono stati bruciati, sarebbe in corso la schedatura di tutti coloro che sono ritenuti di minore et. Adesso, con il pacchetto sicurezza in corso di approvazione da parte del Parlamento, si vorrebbe estendere la schedatura dei minori rom a tutto il territorio nazionale.

 

LUnione Europea attende intanto la approvazione definitiva dei provvedimenti sullemergenza sicurezza e la notifica a Bruxelles da parte del governo italiano, per esprimere un parere ufficiale sulla intera questione. Dopo che nel Parlamento Europeo si   consolidato un fronte favorevole ad una ulteriore chiusura nei confronti dellimmigrazione, con lapprovazione della direttiva sui rimpatri, si manifesta una maggiore cautela delle istituzioni comunitarie nellesprimere critiche verso governi come quello italiano, che hanno imposto, o favorito, scelte securitarie e meramente repressive. Ma forse sarebbe meglio parlare di ipocrisia e di calcolo politico in favore degli imprenditori politici della sicurezza.  Di certo, in nessun paese dellUnione Europea si mai proceduto a schedature o a rilievi di impronte digitali esclusivamente rivolti ad un determinato gruppo etnico o a persone, anche minori,  genericamente qualificati come nomadi.   

 

Il Consiglio dEuropa ha invece espresso una inequivocabile posizione critica.  Sono molto preoccupato - ha dichiarato Thomas Hammarberg, commissario ai Diritti umani -, questi sono metodi che richiamano misure prese nel passato e che hanno portato alla repressione dei Rom. Non vedo - ha sottolineato Hammarberg - perch queste misure debbano essere adottate solo per i Rom. E sono ancor pi preoccupato perch le misure colpiranno giovani e bambini, con potenziali effetti traumatici per loro. Il governo italiano dovrebbe trovare dei metodi pi umani, non repressivi e non discriminatori per identificare queste persone.

 

 

2. Le disposizioni che prevedono il rilievo delle impronte digitali ai minori rom e la schedatura dei nuclei familiari- sono dunque gi entrate in vigore in base al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del  21 maggio 2008  contenente la Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunit nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia

( pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 122 del 26-5-2008 ) e quindi sulla base delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 maggio 2008

( pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 127 del 31 maggio 2008) che prevedono Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunit nomadi nel territorio della regione Campania, Lazio e Lombardia.  Il quadro normativo va completato con le norme del pacchetto sicurezza che prevedono lassegnazione ai sindaci del potere di segnalare persone non in regola con il permesso di soggiorno e la utilizzazione dellesercito per finalit di ordine pubblico.

 

Si creato per legge uno stato di emergenza, come se la presenza dei rom fosse una improvvisa calamit naturale, in modo da consentire al governo Berlusconi di intervenire con ordinanze di protezione civile affidate alla gestione di commissari straordinari. Esattamente come si fatto da anni con lemergenza sbarchi, con ordinanze di protezione civile che hanno consentito lapertura provvisoria di veri e propri centri di detenzione ed hanno legittimato le peggiori pratiche di deportazione in violazione dellart. 13 della Costituzione italiana. In entrambi i casi di fronte a fenomeni ampiamente prevedibili e di dimensioni governabili si preferito lasciare incancrenire i problemi, creare allarme sociale per giustificare poi interventi straordinari.  Si tratta di poteri che intaccano diritti fondamentali della persona riconosciuti dalla Costituzione e dalle Convenzioni internazionali per effetto di disposizioni di carattere amministrativo. Adesso non si comprende bene come si vorrebbe mettere un suggello su questo brutto pasticcio paralegislativo, forse con una previsione di carattere generale contenuta nel pacchetto sicurezza . Un vero e proprio artificio, una procedura che si sottrae alle regole del procedimento legislativo, un esempio di degrado istituzionale che non rispetta neppure il principio di legalit costituzionale e la gerarchia delle fonti normative. Dallo stato di diritto allo stato di polizia.

 

 

3. Il ministro Maroni ha  replicato alle critiche di un portavoce della Commissione europea sulla schedatura dei bambini rom. "Il portavoce del commissario – ha dichiarato Maroni - dovrebbe conoscere bene i regolamenti europei. Ce n' uno, il 380 del 18 aprile 2008, che prevede l'obbligo di prendere le impronte digitali di cittadini di paesi terzi dall'et di sei anni. Abbiamo agito in base a quello".

Ancora una volta, come gi successo prima che la direttiva rimpatri, la direttiva della vergogna, fosse approvata definitivamente dal Parlamento Europeo, con la giustificazione del reato di immigrazione clandestina, si tenta di nuovo un uso strumentale e fuorviante del diritto comunitario per giustificare le peggiori pratiche di vera e propria pulizia etnica che il governo italiano intensifica ogni giorno a danno della popolazione rom presente in Italia.

               

Il Regolamento dell Unione Europea n. 380  si limita a modificare il regolamento (CE) n. 1030/2002 che istituisce un modello uniforme per i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi, riguarda esclusivamente cittadini di paesi terzi extracomunitari ai quali si deve rilasciare un permesso di soggiorno. Si precisa che il regolamento ha il solo obiettivo di stabilire gli elementi di sicurezza e gli identificatori biometrici che gli Stati membri devono utilizzare in un modello uniforme per i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi, specificando che linserimento di identificatori biometrici costituisce una tappa importante verso lutilizzazione di nuovi elementi che consentano di creare un legame pi sicuro tra il permesso di soggiorno e il suo titolare, fornendo in tal modo un notevole contributo alla protezione del permesso di soggiorno contro luso fraudolento. Laccattonaggio dei piccoli rom non si pu contrastare con misure previste per istituire un modello uniforme di permesso di soggiorno, e va quindi combattuto con altri mezzi, soprattutto riducendo le aree di clandestinit e di esclusione sociale, bonificando i campi e individuando alloggi dignitosi, siano case o campi attrezzati, una direzione opposta rispetto a quella seguita dallattuale governo italiano.

 

Lo stesso regolamento n. 380 del 2008, invocato da Maroni, aggiunge poi che, con riguardo al trattamento dei dati personali nellambito del modello uniforme per i permessi di soggiorno, si applica la direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonch alla libera circolazione di tali dati. Dovrebbero essere ben note al ministro dellinterno ed ai suoi consulenti le precise garanzie previste dalla normativa sui dati personali in favore dei minori.

Bene ha fatto il Garante per la Privacy a denunciare il rischio di una pericolosa discriminazione ai danni dei bambini di etnia rom, chiedendo ai prefetti di conoscere modalit di acquisizione, tempi di conservazione e finalit della raccolta dati.

Se il ministro dellinterno andr sino in fondo, come continua ad annunciare,  il Garante per la Privacy dovr denunciare le decisioni, e le prassi amministrative adottate dal governo italiano, agli organismi internazionali ed alla Corte di Giustizia di Lussemburgo in quanto si ravvisi una violazione rispetto alla disciplina comunitaria sui dati personali ed al pi generale divieto di atti di discriminazione istituzionale, che vale anche in questa materia.

 

Nelle premesse del regolamento comunitario 380 del 2008, relativo – bene ricordare- alla istituzione di un modello uniforme di permesso di soggiorno per i cittadini non appartenenti allUnione Europea-  si precisa poi che, in ottemperanza al principio di proporzionalit, per conseguire lobiettivo fondamentale costituito dallintroduzione di identificatori biometrici in formato interoperativo, necessario e opportuno fissare norme per tutti gli Stati membri che attuino la Convenzione di Schengen. conformemente allarticolo 5, terzo comma del trattato il presente regolamento si limita a quanto necessario per conseguire gli obiettivi perseguiti.

Secondo il regolamento gli elementi biometrici contenuti nei permessi di soggiorno possono essere usati solo al fine di verificare:

a) lautenticit del documento;

b) lidentit del titolare attraverso elementi comparativi direttamente disponibili quando la legislazione nazionale richiede la presentazione del permesso di soggiorno.  Combinando questa disposizione con la normativa sulla privacy emerge chiaramente come il governo italiano, prevedendo il rilievo delle impronte digitali nei confronti di soggetti che non hanno alcun permesso di soggiorno abbia violato non solo le norme contro la discriminazione, ma anche la disciplina interna e comunitaria sulla tutela dei dati personali. A meno che non si intenda concedere un permesso di soggiorno a tutti coloro ai quali, in una situazione di soggiorno irregolare, vengano rilevate le impronte digitali. E magari anche alle loro famiglie.

 

Il Ministro dellinterno dovrebbe almeno a fare conoscere agli italiani la esatta portata dei regolamenti comunitari che invoca a fondamento delle scelte del suo esecutivo, scelte ancora prive di una base legale certa e dubbie anche sul piano delle procedure seguite, oltre che dal punto di vista della legittimit costituzionale ed internazionale. Ma di questo ci sar modo di discutere non appena sar possibile presentare i primi ricorsi alla Corte Costituzionale ed alla Corte Europea dei diritti dellUomo. Gi ad un rilievo testuale appare per evidente come il rilievo delle impronte digitali ai minori si possa giustificare solo in caso di cittadini non appartenenti a stati dellUnione Europea che chiedano un permesso di soggiorno.

 

 

4. Non si comprende quindi come un regolamento dellUnione Europea che si rivolge a cittadini extracomunitari possa essere invocato come base legale per un decreto e per ordinanze governative di protezione civile che si dovrebbero applicare in caso di calamit naturali e non certo quando non si fa richiesta di un permesso di soggiorno, ma neppure per mere finalit di monitoraggio e censimento dei campi nomadi, al fine di una eventuale espulsione o altra misura di allontanamento,  anche con riferimento ai bambini rom comunitari.

 

Secondo Maroni  le disposizioni che prevedono il rilievo delle impronte digitali ai minori rom sarebbero stata adottate seguendo le normative europee". Ma le normative europee non collegano – come si rilevato - il rilievo delle impronte digitali alle operazioni di censimento e di schedatura, di sgombero dei campi o di sottrazione dei minori, come  le ordinanze di protezione civile adottate in Italia alla fine di maggio, dopo la dichiarazione per decreto di uno stato di emergenza. Queste ordinanze conferiscono al Prefetto i poteri per compiere operazioni di

- monitoraggio dei campi autorizzati in cui sono presenti comunit nomadi ed individuazione degli insediamenti abusivi;
- identificazione e censimento delle persone, anche minori di et, e dei nuclei familiari presenti nei luoghi , attraverso rilievi segnaletici;
-adozione delle necessarie misure, avvalendosi delle forze di Polizia, nei confronti delle persone .. che risultino o possano essere destinatarie di provvedimenti amministrativi o giudiziari di allontanamento o di espulsione

 

Tutto rimane affidato alla discrezionalit dei commissari straordinari, quindi dei prefetti, e poi ancora dellautorit di polizia, liberi di adottare tutte le necessarie misure nei confronti delle persone da identificare  che risultino o possano essere destinatarie di provvedimenti amministrativi o giudiziari di allontanamento o di espulsione.  Senza rispettare il principio di eguaglianza e le scarne garanzie di difesa previste dalle Convenzioni internazionali, dal Testo Unico sullimmigrazione e dalla normativa sulla libera circolazione dei cittadini comunitari. Ed i minori, in ogni caso, non possono essere direttamente destinatari di provvedimenti di espulsione, anche se devono a seguire i nuclei familiari in caso di allontanamento forzato.

 

5. Le misure annunciate sulla schedatura dei bambini rom non produrranno alcuna maggiore sicurezza per i minori nomadi, n combatteranno laccattonaggio, come asserito pretestuosamente dal ministro, ma alimentano da subito un clima di terrore nei campi e di discriminazione razziale al loro esterno, perch costituiscono la premessa per successivi provvedimenti che tenderanno ad allontanare i piccoli rom dalle loro famiglie, quando non abbiano uno status di soggiorno legale o vivano nelle condizioni di degrado nelle quali da anni sono colpevolmente abbandonate dalle autorit italiane.

Tutto questo si sta gi traducendo in nuovi interventi repressivi, probabilmente affidati anche allesercito, oltre che alle nuove polizie urbane armate, interventi  che incrementeranno la clandestinizzazione dei rom, spezzando quei percorsi di integrazione in base ai quali si era riusciti a regolarizzare la posizione di intere famiglie partendo dalla integrazione socio-scolastica dei minori figli di irregolari.  Si vanificheranno in questo modo quei progetti di intervento sociale che con grande difficolt stavano tentando di recuperare una effettiva valenza dei diritti di cittadinanza di tutti i rom nel rispetto della legalit e della convivenza civile. Come ha ricordato Francesco Merlo in un suo editoriale, in tutta lEuropa centrale, che registrava il tasso pi alto di popolazione zingaresca, per ben tre secoli decreti e leggi furono emanati per liberare i bambini degli zingari dai loro genitori naturali, sino alla soluzione finale nazista e dunque allinternamento di adulti e pargoli

Il ministro Maroni ha pure sostenuto che nei tribunali e nelle procure minorili chi ha meno di 18 anni e deve essere affidato a un istituto perch senza famiglia viene sottoposto ai rilievi proprio per ricostruire la sua identit. Esattamente la procedura che stiamo portando avanti noi. Il ministro dimentica che la misura adottata negli uffici della giustizia minorile non distingue per lappartenenza ad un gruppo etnico ( i nomadi o i rom) ma prende in considerazione le esigenze di identificazione dei minori (tutti) che entrano in un istituto, nel rispetto del principio costituzionale di parit di trattamento tra italiani e stranieri ( art. 3 della Costituzione).

La sicurezza un bene indivisibile, per tutti o per nessuno. Il riconoscimento dei diritti la migliore garanzia del rispetto dei doveri. Ai Rom e ai Sinti insieme deve essere riconosciuto lo status di minoranza nazionale, vanno attuate e favorite politiche di integrazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale in loro favore. Inoltre vanno attuate politiche di accoglienza a favore dei Rom comunitari, nellambito di una politica europea che rimuova le cause che provocano la loro immigrazione in Italia. Piuttosto che adottare misure di stampo chiaramente repressivo e discriminatorio , al di l delle buone intenzioni che si enunciano, in nome di inesistenti normative comunitarie, occorrono leggi che realizzino anche in Italia le Raccomandazioni del Consiglio dEuropa a tutela dei Rom.

Occorre una procedura di regolarizzazione, con lacquisto della cittadinanza a favore dei bambini Rom nati e residenti in Italia, e in questo caso ben venga il rilievo delle impronte digitali, che per allora va esteso a tutti i bambini italiani in et superiore a sei anni, anche perch i casi di rapimenti a danno di minori italiani sono molto pi frequenti tra gli italiani, sia in termini assoluti che in percentuale alla popolazione residente.  Se si vorr garantire una maggiore sicurezza, per tutti, attraverso la eliminazione delle sacche di clandestinit e di emarginazione, si dovr realizzare la legalizzazione di tutti i giovani adulti rom anche di terza generazione, nati e vissuti in Italia ma che non hanno accesso al lavoro regolare ed ai servizi fondamentali perch considerati clandestini e quindi senza nessun diritto di cittadinanza attiva. Anzi espellibili in ogni momento in cui vanno a rivendicare i loro diritti. E sono decine di migliaia. Una condizione di soggiorno regolare il pi forte deterrente verso la commissione di reati, e consente un ingresso legale nel mondo del lavoro. Va riconosciuta  la carta di soggiorno per i Rom che abitano in Italia da almeno 5 anni e per i rom comunitari, a prescindere dai certificati di residenza.

Prima di procedere al censimento - schedatura ed allo sgombero dei campi nomadi ritenuti abusivi anche quando sono stati riconosciuti per anni dalle amministrazioni comunali, , i diversi gruppi di rom vengano sistemati - come prescrive il Consiglio dEuropa - in insediamenti decorosi: alloggi, case o microaree residenziali a dimensioni di famiglie allargate, scelti in concorso con gli interessati, praticando politiche che si confrontino con le istanze delle comunit locali. Occorre mettere fine alla strumentalizzazione della paura ed alla guerra tra poveri innescata dalle politiche di governo, a livello locale e nazionale, che puntano sulla sicurezza per nascondere tutti i problemi e le frustrazioni derivanti dallabbattimento dello stato sociale .

Fulvio Vassallo Paleologo

Universit di Palermo