Legislatura 16º - Commissioni 1° e 2° riunite - Resoconto sommario n. 10 del 09/07/2008


 

COMMISSIONI 1ª e 2ª RIUNITE

(Affari Costituzionali) 

(Giustizia)  

 

MERCOLEDÌ 9 LUGLIO 2008

10ª Seduta 

 

Presidenza del Presidente della 2ª Commissione

BERSELLI 

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Caliendo.  

 

 

            La seduta inizia alle ore 14,05.

 

IN SEDE REFERENTE 

 

(733) Disposizioni in materia di sicurezza pubblica  

(242) MARTINAT e PONTONE.  -  Disposizioni in materia di reati connessi all'immigrazione clandestina e al commercio di sostanze stupefacenti  

(391) D'AMBROSIO ed altri.  -  Modifiche agli articoli 13 e 14 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di espulsione dei cittadini extracomunitari  

(451) DELLA MONICA ed altri.  -  Misure contro le molestie e violenze alle donne, ai diversamente abili e per motivi connessi all'orientamento sessuale, fatto proprio dal Gruppo parlamentare Partito Democratico, ai  sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento 

(583) LI GOTTI ed altri.  -  Disposizioni in materia di reati di grave allarme sociale e di certezza della pena, fatto proprio dal Gruppo parlamentare Italia dei Valori, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento 

(617) BELISARIO ed altri.  -  Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, nonché modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di false attestazioni e di identificazione delle persone. Disposizioni per il contrasto della illegalità diffusa, fatto proprio dal Gruppo parlamentare Italia dei Valori, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento

- e della petizione n. 110 ad essi attinente

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

            Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta di ieri.

 

      Il senatore D'AMBROSIO(PD), nell'esprimere serie perplessità sul contenuto del disegno di legge n. 733, osserva preliminarmente come esso affronti la problematica della sicurezza pubblica e dell'immigrazione proponendo soluzioni non condivisibili ed ispirate peraltro a logiche del tutto diverse da quelle del disegno di legge n. 391 di cui è primo firmatario.

            Nel ricordare l'attività svolta nei lunghi anni del proprio impegno professionale presso la procura generale di Milano, sottolinea come all'inizio degli anni '90 furono intraprese dalla procura misure volte a contrastare i fenomeni di micro criminalità diffusa, i quali rappresentano un oggettivo problema per la sicurezza collettiva. In particolare per contrastare i suddetti fenomeni si fece ampio ricorso all'istituto del giudizio con rito direttissimo, grazie all'applicazione del quale fu possibile perseguire circa mille imputati, assicurando così maggiore effettività al sistema penale. Al ricorso allo strumento del giudizio con il rito direttissimo si accompagnarono inoltre, da un lato, l'obbligo imposto alla polizia giudiziaria di rendere tempestivamente disponibili i certificati del CED e, dall'altro, l'istituzione presso il tribunale di un apposito ufficio per le tossicodipendenze, chiamato a valutare le misure alternative alla detenzione da applicare ai soggetti arrestati per reati commessi sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.

            L'introduzione di tali misure, osserva l'oratore, assicurarono una riduzione del 25 per cento dei dati relativi ai crimini.

            Con riferimento al provvedimento governativo rileva criticamente come esso invece di prevedere misure volte a contrastare i fenomeni di micro criminalità, realmente pericolosi per la sicurezza pubblica, introduca sanzioni penali volte a perseguire soggetti che non hanno manifestato una pericolosità sociale ma che sono addirittura talvolta vittime di sfruttamento.

            Nell'invitare il Governo e la maggioranza a rivalutare il contenuto dell'articolo 9 del disegno di legge governativo, il quale introduce il reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, sottolinea come tale nuova fattispecie di reato sia destinata a produrre gravi inconvenienti sia sul funzionamento delle carceri sia in relazione all'efficienza del sistema giudiziario.

            Conclude svolgendo talune considerazione critiche sulle conseguenze finanziarie derivanti dall'approvazione del disegno di legge governativo. Al riguardo ritiene che la quantificazione degli oneri connessi agli effetti derivanti dal previsto aumento della popolazione carceraria non possa essere attendibile ed in particolar modo appare del tutto incongruo la somma di euro tre preventivata quale costo del pasto giornaliero del detenuto, pasto che comunque rappresenta una quota minoritaria del costo di una giornata di detenzione.

 

            Il senatore SALTAMARTINI (PdL)  sottolinea l’esigenza di assicurare il diritto dei cittadini a essere difesi dal crimine, in coerenza con uno dei princìpi fondamentali del costituzionalismo, in base al quale l’affermazione della libertà è sempre connessa alla garanzia della sicurezza.

Ritiene inopportuno il tentativo di una parte della magistratura di affermare una propria politica criminale, operando una sostanziale depenalizzazione dei reati, attraverso l’abuso della discrezionalità nella definizione della pena tra i limiti di legge e nell’applicazione delle circostanze aggravanti.

 

Il senatore D'AMBROSIO (PD)  - in una interruzione - contesta quest'ultima interpretazione e ribadisce il giudizio, che deriva dalla sua lunga esperienza professionale come magistrato, circa l’inutilità dell’introduzione del reato di immigrazione clandestina che, a suo avviso, arrecherà un grave danno al funzionamento del sistema giudiziario. Peraltro, rileva che il disegno di legge individua in appena 3 euro il costo giornaliero di un detenuto per l’Amministrazione della giustizia: in proposito auspica un chiarimento da parte del rappresentante del Governo.

 

Seguono altri commenti dei senatori  BENEDETTI VALENTINI (PdL)  e MARITATI(PD).

 

Il presidente BERSELLI invita il senatore D’Ambrosio a non interrompere gli interventi, sottolineando che anche chi ha avuto esperienze professionali diverse da quelle nell’ambito della magistratura deve poter esprimere la propria opinione.

 

Il senatore CAROFIGLIO (PD)  manifesta il proprio disappunto per la precisazione del Presidente, a suo giudizio inopportuna e offensiva, in quanto nessun senatore ha inteso affermare alcuna superiorità dell’esperienza in magistratura.

 

Il senatore SALTAMARTINI(PdL), proseguendo nel suo intervento, dichiara la propria stima per la magistratura, rafforzata anche dall’esperienza professionale svolta come rappresentante delle forze dell’ordine.

 

Il senatore CASSON (PD)  a sua volta interrompe l'intervento del senatore Saltamartini, affermando che questi è stato rappresentante sindacale di una specifica organizzazione, non delle forze dell'ordine nel loro complesso.

 

Proseguendo ancora nel suo intervento, il senatore SALTAMARTINI (PdL)  ricorda l’aumento della criminalità che si registra a seguito dell’incremento dell’immigrazione, in particolare per quanto riguarda i furti e le rapine in appartamento. È dunque inevitabile una reazione e la richiesta di rafforzare il sistema penale. In particolare è opportuno mantenere il rito direttissimo quando l’imputato sia colto nella flagranza del reato e limitare l’ambito di scelta del magistrato nell’indicazione della pena, correggendo l’articolo 132 del codice penale; inoltre, è indispensabile ridurre lo spazio temporale fra i diversi gradi di giudizio e tutelare con maggiore rigore le parti lese nel processo penale.

Infine, contesta l’insistente ricorso al principio della ragionevolezza da parte della Corte costituzionale, la cui funzione non dovrebbe confondersi con quella di rappresentanza della sovranità popolare che spetta al Parlamento.

 

            Il senatore CAROFIGLIO(PD), pur ritenendo condivisibili in linea generale alcune delle considerazioni testé svolte dal senatore Saltamartini, ed in particolare quelle relative alla eccessiva discrezionalità nella quantificazione delle pene edittali per le diverse fattispecie di reato, esprime un giudizio fortemente critico sui rilievi in materia di misure volte a contrastare l'immigrazione clandestina. Con riferimento al disegno di legge governativo in esame, osserva come gli articoli 9 e 18, pongano evidenti problemi non solo sul piano etico, ma anche e soprattutto sul piano della loro oggettiva utilità nell'ambito degli interventi per il miglioramento della sicurezza pubblica. Nel sottolineare come la ratio di ogni diritto penale moderno siano la necessità di assicurare tutela diretta agli interessi e ai valori garantiti nelle carte costituzionali, per i quali, soltanto, è giustificabile la limitazione della libertà personale, nonché l'esigenza di tutelare le vittime dei reati, invita a riflettere su quale debba considerarsi la vittima del reato di immigrazione clandestina. Dopo aver dichiarato la propria disponibilità a valutare e a discutere nel merito sull'opportunità di introdurre norme volte a sanzionare il reingresso del cittadino straniero espulso, ribadisce la propria netta contrarietà all'articolo 9, il quale introduce una fattispecie di reato priva di per sé di ogni effetto dissuasivo. Invita al riguardo il Governo e la maggioranza a riflettere sulle conseguenze sul piano dell'efficienza della giustizia derivanti dall'introduzione dell'obbligatorietà del giudizio con rito direttissimo per le violazioni del reato di immigrazione clandestina. Dopo aver fornito talune precisazioni sul giudizio abbreviato, replicando a talune considerazioni svolte dal senatore Saltamartini, si sofferma sull'articolo 18 del disegno di legge n. 733. Al riguardo, osserva come le difficoltà oggettive di identificazione degli stranieri soggiornanti nei centri di accoglienza non possa in alcun modo giustificare il prolungamento a 18 mesi del periodo massimo di permanenza. Una così lunga detenzione amministrativa si pone in aperto contrasto con i principi fondamentali dello Stato di diritto. Conclude auspicando che il Governo e la maggioranza rivedano il proprio atteggiamento sulle questioni relative ai problemi dell'immigrazione, evitando l'introduzione di inaccettabili ed illiberali misure.

 

            Il sottosegretario CALIENDO precisa che il costo di 3 euro indicato dal senatore D’Ambrosio si riferisce esclusivamente ai pasti dei detenuti.

 

            Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

 

CONVOCAZIONE DEGLI UFFICI DI PRESIDENZA INTEGRATI DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI  

 

            Il PRESIDENTE avverte che gli Uffici di Presidenza integrati dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari delle Commissioni 1a e 2a riunite sono convocati domani, giovedì 10 luglio, alle ore 9, e comunque al termine della seduta delle Commissioni riunite, già convocata per le ore 8,30.

 

            La seduta termina alle ore 15.