Legislatura 16º - 5ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 29 del 25/07/2008


 

BILANCIO    (5ª) 

 

VENERDÌ 25 LUGLIO 2008

29ª Seduta 

 

Presidenza del Presidente

AZZOLLINI 

indi del Vice Presidente

LUSI 

 

            Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Vegas e Casero.                                

 

La seduta inizia alle ore 9,40.

 

IN SEDE CONSULTIVA

(857) Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese relativo all'attuazione di una gestione unificata del tunnel di Tenda e alla costruzione di un nuovo tunnel, fatto a Parigi il 12 marzo 2007

(Parere alla 3a Commissione. Seguito dell’esame e conclusione. Parere non ostativo, con osservazioni) 

 

Riprende l’esame sospeso nella seduta pomeridiana di i eri.

 

      Il senatore LATRONICO (PdL) illustra una proposta di parere che recepisce i profili emersi nel corso del dibattito svolto nella precedente seduta, al fine di chiarire i profili da definire in relazione alle diverse modalità di copertura finanziaria indicate nella relazione tecnica, del seguente tenore: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, premesso che l’onere complessivo del provvedimento è pari a 82,391 milioni di euro e che 54 milioni di euro risultano disponibili ai sensi della legge finanziaria per il 2005; la restante parte pari a 28,391 milioni di euro, secondo quanto indicato nella relazione tecnica, viene assicurato dal contratto di programma A.N.A.S.; esprime, per i profili di competenza, parere di nulla osta, con i seguenti presupposti: che l’importo di 27,818 milioni di euro, pari alla quota  del 97,98 per cento dell’importo assicurato dal citato contratto di programma con riferimento all’anno 2007, sarà reso disponibile a seguito dell’emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante il disaccantonamento delle risorse accantonate ai sensi dei commi 758 e 759 della Legge n. 296 del 2006; che le risorse per la parte residua, pari al 2,02 per cento degli importi complessivi, ove non trovassero la relativa copertura finanziaria nell’ambito del citato disaccantonamento, nonché le eventuali maggiorazioni connesse alle revisioni dei costi dell’opera, saranno comunque reperite a valere delle risorse stanziate nell’ambito dell’aggiornamento del contratto di programma  A.N.A.S. per l’anno 2009".

 

Il senatore MORANDO (PD) pur esprimendo apprezzamento per i chiarimenti intervenuti nella proposta di parere testé illustrata dal relatore, che recepisce le indicazioni critiche emerse nel corso del dibattito, rileva che non vi è certezza sul piano della copertura finanziaria per quanto attiene al residuo degli importi, pari al 2,02 per cento, che saranno oggetto di copertura nell'ambito dell'aggiornamento del contratto di programma dell'ANAS per l'anno 2009. Segnala, altresì, la necessità di monitorare l'effettiva emanazione e i contenuti del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che recherà le risorse per la copertura finanziaria del 97,98 per cento degli importi a valere sul contratto di programma ANAS per il 2007, connessi alla realizzazione dell'opera.

 

Il presidente AZZOLLINI propone quindi di specificare nell'ambito del parere che la Commissione  bilancio monitorerà i contenuti del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in corso di emanazione, al fine di verificare l'effettività della copertura finanziaria. Verificata la presenza del prescritto numero legale, pone dunque ai voti una proposta di parere del seguente tenore: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, premesso che: l’onere complessivo del provvedimento è pari a 82,391 milioni di euro e che 54 milioni di euro risultano disponibili ai sensi della legge finanziaria per il 2005;     la restante parte pari a 28,391 milioni di euro, secondo quanto indicato nella relazione tecnica, viene assicurato dal contratto di programma A.N.A.S.; esprime, per i profili di competenza, parere di nulla osta, con i seguenti presupposti: che l’importo di 27,818 milioni di euro, pari alla quota  del 97,98 per cento dell’importo assicurato dal citato contratto di programma con riferimento all’anno 2007, sarà reso disponibile a seguito dell’emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante il disaccantonamento delle risorse accantonate ai sensi dei commi 758 e 759 della Legge n. 296 del 2006; che le risorse per la parte residua, pari al 2,02 per cento degli importi complessivi, ove non trovassero la relativa copertura finanziaria nell’ambito del citato disaccantonamento, nonché le eventuali maggiorazioni connesse alle revisioni dei costi dell’opera, saranno comunque reperite a valere delle risorse stanziate nell’ambito dell’aggiornamento del contratto di programma  A.N.A.S. per l’anno 2009. La Commissione osserva altresì che sarà oggetto di specifico monitoraggio il contenuto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante il disaccantonamento delle risorse in questione, in relazione all'effettiva entità degli importi per la realizzazione dell'opera.".

 

            La Commissione approva.

 

IN SEDE REFERENTE 

 

(949) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, approvato dalla Camera dei deputati

(Esame e rinvio)

 

Il presidente AZZOLLINI preliminarmente ricorda che nel corso della seduta di ieri erano stati richiesti taluni chiarimenti da parte del senatore Morando al Governo in ordine ai dati della crescita del PIL rispetto al dato tendenziale, in relazione ai contenuti dell'articolo 1, lettera b), del decreto-legge in conversione. Dà quindi la parola al sottosegretario al fine di chiarire i profili in questione, prima di dare la parola al relatore per l’illustrazione del provvedimento in titolo.

 

Il sottosegretario VEGAS deposita agli atti una nota recante l'indicazione degli effetti del maxiemendamento relativo al decreto-legge in esame, verificata dalla Ragioneria generale dello Stato, rilevando che risultano così esplicitati gli effetti di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a) del decreto n. 112. In relazione invece alla questione posta dal senatore Morando circa il tenore della lettera b) della citata disposizione e alla mancata indicazione del PIL tendenziale nel DPEF, rileva che il PIL tendenziale è stato stimato coincidente con quello programmatico, come indicato nell'ambito del Documento di programmazione economico-finanziaria, nel quale si afferma che gli effetti della manovra finanziaria sulla crescita del PIL risultano sostanzialmente neutrali. La manovra di finanza pubblica determina infatti complessivamente effetti di segno opposto sulle diverse componenti che contribuiscono alla variazione del PIL. Il percorso di risanamento delineato nel Documento di programmazione economico-finanziaria risulta, a differenza degli anni precedenti, pienamente definito nell'arco del triennio 2009-2011; tale elemento, unitamente all'invarianza prevista in ordine alla pressione fiscale e all'incidenza della correzione di bilancio quasi interamente sul lato delle spese attraverso la razionalizzazione e il recupero dell'efficienza dell'intervento pubblico, rende il raggiungimento del pareggio di bilancio pienamente credibile, preservando gli operatori economici dalla necessità di ricorrere a futuri interventi correttivi. In ordine alla previsione tendenziale rileva che la razionalizzazione e il recupero di efficienza del settore pubblico determinano un incremento della competitività del sistema che stimola effetti positivi sul livello di attività del sistema economico; la definizione triennale della manovra fa sì che gli operatori non incorporino nell'ambito delle proprie aspettative alcun successivo incremento della pressione fiscale o ulteriori riduzioni delle spese, che sarebbero altrimenti necessarie al conseguimento degli obiettivi di bilancio programmati. In relazione ai profili connessi specificamente alla lettera b) dell’articolo 1, gli effetti connessi alle misure della manovra risultano di difficile quantificazione, potendo essere valutate solo a posteriori. La manovra persegue comunque obiettivi di incremento della produttività e di sostegno alla crescita, che si inseriscono nell'ambito di meccanismi prudenziali di stima cui si fa riferimento nel Documento di programmazione economico-finanziaria.

 

Sulle dichiarazioni del Sottosegretario si apre un dibattito incidentale, nel quale interviene per primo il senatore MORANDO (PD) che formula osservazioni critiche in ordine agli elementi forniti dal Governo, i quali non risultano esaustivi e non recano peraltro gli elementi che risulterebbero necessari al fine di poter valutare effettivamente i presupposti di necessità e urgenza del decreto-legge in esame, secondo quanto affermato dal testo del decreto. Richiama, al riguardo, i contenuti dell'articolo 1, lettera b), ove si afferma che dalla manovra conseguirà il risultato di una crescita del PIL, già a partire dal primo anno, più elevata rispetto al dato tendenziale. Segnala che a partire dal 2001 è stata introdotta la significativa innovazione in base alla quale il Governo ha sempre esplicitato, nel Documento di programmazione economico-finanziaria, il livello del PIL che si sarebbe registrato nell'anno successivo a ciascuna manovra sulla base della legislazione vigente, rispetto al dato che includesse gli effetti della manovra annuale. Rileva che tale dato è sempre stato di segno negativo, atteso il carattere correttivo della manovre adottate negli ultimi anni, con la specificazione tuttavia che tale dato sarebbe stato ancor più negativo in assenza delle manovre in questione. Formula quindi rilievi critici in ordine alla mancata esplicitazione del dato in questione, con riferimento alla manovra in esame, che pure lo rende espressamente rilevante ai sensi dell'articolo 1, lettera b), richiamato. Risulta quindi ragionevole che si proceda ad una richiesta formale di una valutazione in tal senso da parte dell'ISAE, in ordine all'impatto nel primo anno e nei successivi della manovra in esame, al fine di acquisire i necessari elementi informativi per la Commissione e per l’effettività dell’esame parlamentare. Gli effetti della manovra in esame non potranno che avere infatti segno negativo, a prescindere da quanto affermato all'articolo 1, per cui insiste comunque affinché il Governo fornisca il dato in ordine agli effetti sugli andamenti del PIL, sul quale non sono stati dati elementi di chiarimento da parte del Sottosegretario.

 

Il sottosegretario VEGAS, in ordine alla valutazione dei presupposti di necessità ed urgenza del decreto, rileva come risulti comunque sufficiente, ai fini di una piena valutazione sulla sussistenza di tali presupposti, il tenore della lettera a) dell'articolo 1, in relazione al conseguimento dei saldi di finanza pubblica nei termini ivi indicati.

 

Il senatore Nicola ROSSI (PD) formula osservazioni critiche sui contenuti della lettera b) dell'articolo 1, che reca una affermazione non supportata da elementi concreti e rispetto alla quale non appare esaustiva la risposta fornita dal Governo. Segnala, inoltre, che, in relazione agli operatori economici e alle aspettative sulle variazioni della pressione fiscale, rileva principalmente il dato del debito pubblico, piuttosto che il dato del pareggio del bilancio richiamato dal Governo il quale non appare congruo a influire su tali profili.

 

Il presidente AZZOLLINI, in accoglimento della richiesta del senatore Morando, dichiara che predisporrà una formale lettera al Presidente dell'ISAE al fine di ottenere una valutazione da parte di tale Istituto circa gli effetti della manovra in esame sulla crescita del PIL. La risposta fornita dal Governo lascia comunque impregiudicata la possibilità che l’Esecutivo possa fornire ulteriori elementi sul punto nel corso del prosieguo dei lavori.

 

Il PRESIDENTE dà quindi la parola al relatore Fleres per la illustrazione del provvedimento.

 

Il relatore FLERES (PdL) richiama gli obiettivi della manovra in esame, quali la riduzione dei costi dell'amministrazione e una più efficace azione della medesima, nonché la riduzione della pressione burocratica sui cittadini e il sostegno della crescita e dello sviluppo. Sono previste misure di ampia portata che rispondono a un disegno politico complessivo enucleato nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2009-2013, nel decreto-legge in esame, nonché nel disegno di legge collegato alla manovra, che costituiscono tre elementi di un ampio intervento, volto peraltro a rendere più contenuta la portata della legge finanziaria che sarà approvata a fine anno. La manovra in esame si riferisce a un arco temporale triennale, ciò costituendo riprova della serietà dell'impegno assunto dal Governo in sede europea in relazione al conseguimento dell'obiettivo del pareggio di  bilancio per l'anno 2011. La previsione di effetti per il triennio è inoltre volta ad evitare una discontinuità e precarietà degli effetti, che esporrebbe il Paese non solo ai rischi di sanzioni europee ma anche agli effetti negativi sul piano dei mercati internazionali. Rileva la necessità che la responsabilità per il conseguimento di tali obiettivi coinvolga tutti i livelli di governo, ivi inclusi quelli locali, atteso che il saldo dell'indebitamento netto coinvolge il conto consolidato della pubblica amministrazione, interessando le regioni e i livelli locali. Ricorda quindi le misure per la crescita e la competitività contenute nella manovra in materia di liberalizzazione e incentivazione al sistema produttivo, cui sono chiamati altresì a concorrere i vari livelli di Governo. Illustra quindi i dati contenuti nell'articolo 1, comma 1, lettera a), in ordine agli obiettivi di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche pari al 2,2 per cento del PIL per il 2008, all'1,5 per cento del PIL per il 2009 e allo 0,7 per cento per l'anno 2010, e l’obbietivo di giungere a un saldo positivo pari allo 0,1 per cento del PIL nell'anno 2011, nonché a mantenere il rapporto tra debito pubblico e PIL entro i valori ivi indicati. Dopo aver richiamato i profili connessi alla crescita del PIL di cui alla lettera b) della citata disposizione, rispetto agli andamenti tendenziali, sottolinea che la manovra reca anche misure più direttamente correlate al controllo degli andamenti di finanza pubblica. Si sofferma dunque sulle semplificazioni procedurali previste per la realizzazione di opere infrastrutturali, come in materia di banda larga e di ricorso al fondo rotativo per il sostegno alle imprese, anche al fine di finanziamento delle infrastrutture in materia energetica, ai sensi dell'articolo 10. Il decreto introduce meccanismi virtuosi in ordine al reinvestimento delle plusvalenze secondo le disposizioni degli articoli 3 e 4, cui si riconnettono altresì le misure per la semplificazione degli strumenti di attrazione degli investimenti e di sviluppo d’impresa, di cui all’articolo 43. Sono previste altresì misure a tutela del cittadino tra cui richiama le misure dell'articolo 5 per la sorveglianza dei prezzi. Segnala, poi, l'abrogazione delle previste revoche delle concessioni a favore della società TAV, che costituisce una misura di rilievo nel senso dell'ammodernamento della rete infrastrutturale del Paese. L’articolo 6 modifica la normativa in materia di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, al fine di allineare l’Italia ai competitori europei ed internazionali, dettando una disciplina organica di tale profilo. Il decreto prevede l'istituzione della Banca per il Mezzogiorno quale istituto per il sostegno allo sviluppo delle aree svantaggiate del Paese, nonché misure in materia di politica energetica nazionale e interventi fiscali sui prodotti petroliferi, volti a far fronte all'aumento dei prezzi registrato in tale settore e agli effetti conseguenti in materia di autotrasporto, pesca ed altri significativi settori produttivi. Gli articoli 11, 13 e 58 recano importanti misure per il piano casa e per la ricognizione degli immobili in capo agli enti pubblici, mentre l'articolo 19 interviene in materia di abolizione del cumulo tra pensione e redditi nell'ambito del lavoro autonomo e dipendente. L’articolo 21 reca importanti disposizioni di modifica alla disciplina dei contratti occasionali di tipo accessorio, meritevole di una verifica in relazione ai profili di attuazione. Risulta altresì di rilievo la disposizione di cui all’articolo 23, in materia di contratti d’apprendistato, volta a garantire una maggiore autonomia alle parti in sede contrattuale. Si sofferma quindi sulla disposizione dell'articolo 23-bis in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica ove si prevede un più ampio ricorso al mercato ed una complessiva attività di delegificazione. La manovra introduce interventi per la riduzione delle spese degli enti pubblici nonché misure specifiche volte al risparmio, tra le quali la riduzione al ricorso della documentazione cartacea. In ordine alle previste abrogazioni di disposizioni di legge, rileva la necessità di un'attenta verifica volta ad evitare effetti di duplicazioni ovvero di possibili incoerenze sul piano della ricostruzione del quadro della normativa vigente. In relazione all'articolo 38 sottolinea la necessità di una riduzione del carico burocratico sulle imprese, che pone l'Italia in una situazione problematica rispetto ai concorrenti europei e internazionali. L'articolo 46 interviene a limitare il ricorso alle consulenze nell'ambito della pubblica amministrazione, mentre l'articolo 47 reca disposizioni sulle incompatibilità e il cumulo di impieghi e incarichi. Ricorda poi la misura di abolizione del ticket sanitario nonché il potenziamento degli organici della Polizia, soffermandosi altresì sulle misure in materia di divieti nella stipula dei contratti derivati, che si inseriscono in una situazione particolarmente problematica degli enti locali che hanno fatto ricorso a tale strumento. In materia di contrattazione collettiva la manovra si caratterizza per un monitoraggio degli andamenti della spesa in ordine alle risorse destinate alla contrattazione integrativa. Richiama quindi i contenuti delle disposizioni degli articoli 73 e 74 in materia di ricorso al part-time e di riduzione degli assetti organizzativi di taluni enti ed Authority, nonché in materia di semplificazione dei processi, sottolineando altresì l'importanza dell'articolo 80 che impegna l'INPS ad un piano di accertamento e di verifica circa i soggetti beneficiari delle invalidità civili. In materia di spesa sanitaria particolare importanza assumono le misure volte al miglioramento dei saldi, per cui sottolinea le prospettive di un aggiornamento dei contenuti del patto di stabilità interno che dovrà coinvolgere gli enti locali. Si sofferma sui contenuti dell'articolo 60, modificato nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati, in materia di riduzione delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa a legislazione vigente per il triennio 2009-2011 e per il monitoraggio della finanza pubblica. Al riguardo evidenzia la necessità che siano forniti chiarimenti da parte dell'Esecutivo in ordine alla riduzioni previste, posto che l'intervento si inserisce nell'ambito della complessiva riforma del bilancio in materia di rimodulazione degli stanziamenti relativi a missioni e programmi. Sottolinea poi l'ampia portata dei tagli ivi recati, invitando il Governo a fornire elementi sulla sostenibilità dei medesimi nell'ambito dell'attività delle amministrazioni interessate, richiamando altresì l'opportunità di precisazioni in ordine alle autorizzazioni di spesa e ai fattori legislativi cui si fa riferimento per le riduzioni in questione. Ricorda il complessivo processo in corso per una ridefinizione dei contenuti della legge finanziaria ed un recupero del ruolo decisionale del bilancio, che tuttavia non può non implicare la necessità del coinvolgimento del Parlamento nell'ambito delle attività di rimodulazione e riallocazione. Si sofferma sui contenuti del comma 7 della disposizione, che prevede che,  nel definire la copertura finanziaria di provvedimenti legislativi, qualora siano prevedibili specifici e rilevanti effetti sugli andamenti tendenziali del fabbisogno del settore pubblico e dell’indebitamento netto del conto consolidato delle pubbliche amministrazioni, il Ministero dell’economia e delle finanze fornisca i relativi elementi di valutazione nella relazione tecnica, di cui all’articolo 11-ter, della legge n. 468 del 1978, con specifico riferimento agli effetti che le innovazioni hanno sugli andamenti tendenziali o con apposita nota scritta, negli altri casi. Gli elementi contenuti nella disposizione costituiscono elemento di rilievo in un’ottica di effettivo conseguimento degli obiettivi di risanamento. Richiama, infine, l'importanza delle misure per il sostegno alla crescita e per la correzione degli effetti sperequativi registrati a carico di taluni settori dell'economia, per cui ricorda l'istituzione del Fondo di solidarietà di cui all'articolo 81, nonché le misure in materia di cosiddetta "Robin tax" e gli interventi fiscali nei settori dei prodotti petroliferi, nonché bancario e assicurativo.

 

Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.

 

Il senatore MORANDO (PD) esprime un giudizio critico sul decreto-legge in esame e si sofferma, in particolare, sul rispetto formale delle regole, delle procedure di bilancio e degli strumenti della manovra, preannunciando una proposta alternativa, che sarà presentata dal suo Gruppo attraverso una serie di emendamenti al provvedimento. Pur ritenendo apprezzabile la decisione del Governo di anticipare con il decreto-legge n. 112 la manovra di bilancio così da determinare sin da subito, all’inizio della nuova legislatura, le linee di intervento per garantire il rilancio economico del Paese, evidenzia che tale provvedimento avrebbe potuto essere adottato una volta acquisite le valutazioni del Parlamento sul Documento di programmazione economico-finanziaria. Ritiene, inoltre, che sarebbe stato preferibile procedere previamente ad una modifica dei Regolamenti parlamentari per la regolazione delle procedure riguardanti il DPEF e la manovra finanziaria, anziché adottare in sequenza una serie di provvedimenti d’urgenza in materia economica proprio in coincidenza della presentazione del DPEF alle Camere. Ricorda quindi il recente comunicato della Presidenza della Repubblica in occasione della promulgazione del disegno di conversione del decreto-legge sull’abolizione dell’ICI, con particolare riguardo alle osservazioni relative all’abrogazione del comma 3 dell’articolo 5 del decreto-legge n. 93 da parte del provvedimento d’urgenza in esame. Si sofferma, inoltre, sull’opportunità che il Governo, nei casi in cui ritenga di utilizzare lo strumento della questione di fiducia, adotti la relativa decisione una volta che si è esaurito il dibattito nella Commissione bilancio e si è addivenuti all’elaborazione di un testo. Auspica che il Governo presenti nel corso dell’esame del provvedimento da parte del Senato delle proposte di modifica al testo, ed evidenzia che sarebbe stato preferibile introdurre apposite modifiche ai Regolamenti parlamentari e alla legge n. 468 del 1978, le cui linee di fondo risultano comunque valide. A tale proposito ritiene che un’eventuale riforma debba garantire al Governo delle certezze in merito ai tempi di approvazione dei provvedimenti che esso reputa fondamentali per l’attuazione del proprio programma. Ricorda altresì che con il decreto-legge n. 112, in via sperimentale per il 2008, ha introdotto una norma che esclude la possibilità che misure per favorire lo sviluppo economico e la crescita possano trovare spazio nella prossima manovra di bilancio. Sottolinea quindi la necessità di un dibattito approfondito della questione, pur ribadendo la disponibilità di assicurare all’Esecutivo tutti gli spazi di flessibilità necessari in materia di bilancio, nel rispetto delle norme costituzionali. Si sofferma quindi sulla situazione economica dell’Italia che, come già evidenziato in occasione degli interventi svolti nel dibattito sul DPEF, deve affrontare una serie di problemi tra loro interdipendenti, tra i quali la mancata crescita economica, l’aumento delle disuguaglianze sociali, l’assenza di conseguente mobilità sociale nonché una situazione di chiusura dei mercati dovuta alla presenza di fenomeni di monopolio ed oligopolio. Preannuncia quindi la presentazione di proposte emendative volte a garantire una strategia di politica economica alternativa rispetto a quella avanzata dal Governo con il decreto-legge n. 112. Una parte di tali proposte saranno volte alla riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro, attraverso apposite detrazioni IRPEF sulla quota di salario connessa alla contrattazione di secondo livello, l’aumento delle detrazioni per le spese delle cure affrontate dalle donne lavoratrici. Le ulteriori proposte si orienteranno verso un sensibile incremento degli investimenti in infrastrutture materiali ed immateriali e verso l'individuazione di meccanismi di riforma che consentano l’apertura dei mercati il cui accesso risulta bloccato, in particolare per i giovani, da situazioni di monopolio ed oligopolio. A tale riguardo, ricorda le recenti osservazioni dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato in merito alla mancata liberalizzazione dei servizi pubblici locali ed evidenzia la necessità di superare il peso burocratico che quotidianamente grava sui cittadini e sul sistema delle imprese. Osserva, da ultimo, che la copertura finanziaria delle misure appena delineate potrà essere ottenuta attraverso un’importante riduzione della spesa corrente primaria da conseguire mediante interventi strutturali sul comparto della pubblica amministrazione, già delineati, ad esempio, da un recente disegno di legge presentato dal senatore Ichino, volto ad orientare la pubblica amministrazione verso princìpi di maggiore trasparenza.

 

La senatrice Mariapia GARAVAGLIA (PD)  esprime un orientamento critico sulla relazione introduttiva svolta dal senatore Fleres evidenziando che sono stati omessi gli interventi, che giudica negativi, operati dal decreto-legge in esame sui settori della scuola e dell’università che costituiscono un campo strategico per lo sviluppo all’intero Paese. Ricorda che la copertura finanziaria del decreto-legge sull’abolizione dell’ICI sulla prima casa è stata garantita mediante dei significativi tagli alle risorse destinate alla scuola, all’università e alla ricerca critica dunque la scelta dell’Esecutivo di procedere ad ulteriori riduzioni di stanziamenti che rischiano di penalizzare soprattutto gli studenti maggiormente meritevoli. Osserva come il ricorso all’immissione dei dati e dei materiali scolastici on-line non comporterà, nel comparto scuola, un significativo risparmio dei costi per il materiale cartaceo e ricorda il recente taglio orizzontale del numero degli insegnanti che ha penalizzato in particolare le regioni maggiormente virtuose. Ricorda quindi che nel documento conclusivo dei lavori della Commissione Attali, voluta dal Presidente Sarkozy, è stata evidenziata la necessità che in Francia, paese il cui numero dei dipendenti pubblici risulta superiore a quelli italiani, non si proceda a tagli di personale nel comparto della scuola. Si sofferma poi criticamente sul previsto blocco del turn over degli insegnanti che provocherà notevoli disagi agli studenti e alle famiglie alla riapertura dell’anno scolastico. Giudica inoltre negativamente le disposizioni che prevedono la possibilità per le università di trasformarsi in fondazioni e ricorda le recenti osservazioni avanzate dalla Conferenza dei rettori delle università italiane che hanno evidenziato come i tagli previsti dal decreto-legge n. 112 rischiano di paralizzare l’ordinaria attività universitaria.       

 

Il senatore SERRA (PD) sottolinea con rammarico come anche i settori della sicurezza e della difesa siano stati interessati da sensibili tagli sui finanziamenti, contrariamente alle promesse avanzate durante la campagna elettorale e all’indomani delle elezioni da parte dell’attuale maggioranza di Governo. Paventa al riguardo il rischio - anche alla luce della sua personale esperienza svolta in tali settori - di compromettere la piena funzionalità di questi settori, determinando quindi gravi carenze sul fronte della tutela dei cittadini.

Con particolare riguardo ai profili concernenti la sicurezza, lamenta l’eccessivo taglio delle risorse a fronte dell’incremento della domanda di tutela da parte dei cittadini posta la drammatica crescita dei fenomeni criminali: a suo giudizio, solo grazie allo spirito di servizio da sempre dimostrato dalle forze dell’ordine a tale domanda di sicurezza, viene comunque soddisfatta anche a costo dalla vita personale.

Per quanto concerne la Difesa, richiama le parole recentemente espresse dal Capo di Stato maggiore, il quale ha sottolineato come gli effetti delle riduzioni delle risorse porteranno ad una riduzione dei livelli di addestramento, con particolare riguardo ai militari impegnati nelle missioni internazionali e a quelli cui sono state attribuite competenze del tutto nuove legate alla tutela dei civili. Esprime infine un giudizio negativo sull’abolizione della figura dell’Alto Commissario per la corruzione, a suo avviso particolarmente utile in un momento in cui si assiste ad un notevole incremento di atti di corruttela.

 

Il senatore Nicola ROSSI (PD), richiamandosi alle considerazioni svolte dal sottosegretario Vegas in merito alle interrelazioni tra i contenuti della manovra e l’effetto della stessa sull’economia, sottolinea l’esigenza di una più compiuta riflessione su quelle disposizioni del decreto-legge suscettibili di produrre effetti di lungo periodo: occorre, al riguardo, valutare la possibilità di migliorare gli interventi proposti, in parte anche condivisibili, per assicurare il pieno raggiungimento dei risultati attesi. 

In particolare, per quanto riguarda l’articolo 3, concernente disposizioni in materia di start up, dopo aver rilevato i problemi connessi al collocamento sul mercato di progetti appositamente finanziati, da parte di società non quotate, riterrebbe preferibile adottare opportune iniziative di defiscalizzazione, volte a garantire la possibilità di una effettiva due diligence. Quanto al patto di stabilità interno, di cui all’articolo 77-bis, esprime un giudizio fortemente negativo sul criterio della competenza mista, ritenuto a suo avviso inidoneo a risolvere i problemi di fondo e suscettibile di generare difficoltà applicative di rilievo.

In relazione all’articolo 16, lamenta l’assenza di una dettagliata disciplina sulle concrete modalità attuative della trasformazione delle università in fondazioni, esprimendo inoltre perplessità sia sulla norma che dispone il controllo della Corte dei conti, che non apparirebbe giustificabile in presenza di organismi di tipo privatistica, sia sul mantenimento di un sistema finanziato ancora e prevalentemente sul bilancio pubblico. Al riguardo, preannuncia quindi la presentazione di proposte emendative volte ad introdurre interventi mirati anche al sostegno degli studenti.

Da ultimo osserva che il meccanismo previsto dall’articolo 6-ter, riguardante la Banca del Mezzogiorno, rischia di esporre l’Italia, a livello comunitario, ad una procedura di infrazione per aiuti di Stato, laddove sarebbe stato preferibile indirizzare le risorse verso iniziative individuate sulla base di criteri definiti, finalizzati allo sviluppo infrastrutturale del sud del Paese.

 

Il senatore D'UBALDO (PD), nel richiamare le considerazioni espresse dal senatore Morando, da cui emerge la volontà dell’opposizione di assicurare un apporto costruttivo alla definizione di talune questioni di carattere economico generale, rileva come l’articolo 78 appaia contrario all’ordinamento vigente, posto che, ai fini del risanamento delle finanze pubbliche del Comune di Roma, si introduce una procedura concernente la ricognizione del dissesto finanziario assolutamente peculiare, per nulla aderente al dato normativo di cui al Testo unico sugli Enti locali. In particolare, tale disposizione si caratterizza per l’attribuzione simultanea in capo al Sindaco della duplice responsabilità, ordinaria e straordinaria di Commissario; prevede, inoltre, l’instaurarsi di un rapporto diretto tra il Sindaco, nella sua veste di Commissario, e il Governo centrale, eliminando la previsione del vaglio collegiale in Consiglio comunale ed estromettendo la competenza della Corte dei conti. Non si comprendono le ragioni connesse al mancato ricorso alla legislazione vigente in materia, rischiando di generare, con la norma in questione, oltre ad un chiaro vulnus nell’ordinamento, un’evidente disparità di trattamento nei confronti delle altre realtà comunali che presentano situazioni di dissesto finanziario analoghe.

 

Il senatore LATRONICO (PdL), dopo aver espresso apprezzamento per gli interventi svolti nel corso del dibattito, pur prendendo atto che sussistono profili critici - ancorché superabili -  concernenti il ricorso allo strumento della decretazione d’urgenza, si sofferma sugli aspetti positivi connessi al disegno di legge in esame, con particolare riguardo al profilo pluriennale della manovra, nonché all’anticipazione di essa ad un momento antecedente la pausa estiva.

Procede, quindi, ad un sommario riepilogo delle problematiche connesse al quadro generale di riferimento, rilevando in particolare la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, l’elevata pressione fiscale, la presenza di una bassa crescita, l’incremento dell’inflazione media, l’insufficienza strutturale dell’economia e l’alto livello di indebitamento: tutti aspetti connessi ad una situazione economica che sembra andare verso la stagnazione. Alla luce delle considerazioni svolte, occorrono, a suo avviso, seri interventi in grado di porre un rimedio all’inadeguatezza delle iniziative assunte dal precedente Governo, anche nella prospettiva di assicurare una risposta ai problemi di inefficienza economica, disuguaglianza sociale e chiusura dei mercati, sottolineati anche dal senatore Morando.

Esprime, quindi, apprezzamento per gli interventi volti alla riduzione della spesa corrente e al contestuale spostamento delle risorse in favore delle spese per investimenti, disposte allo scopo di favorire la crescita economica. Rileva, inoltre, l’utilità delle disposizioni legate allo sviluppo, con particolare riferimento alla qualificazione della spesa relativa al Fondo delle aree sottosviluppate (FAS), diretta a concentrare le risorse di provenienza comunitaria verso reti e infrastrutture strategiche e a sottrarle alla polverizzazione e dissipazione di cui sono state oggetti in questi ultimi anni. Esprime, infine, apprezzamento per le iniziative assunte riguardo al piano casa attraverso il rilancio di iniziative, anche private, nel settore, nonché per quelle concernenti la cosiddetta Robin tax, volta principalmente a porre un rimedio ai fenomeni di disuguaglianza sociale presenti nel Paese.

 

Il senatore MARCENARO (PD) si sofferma sulle norme del provvedimento riferite al processo di negoziazione per ridefinire il quadro delle relazioni sindacali. Al riguardo, fa presente che la discussione del decreto-legge coincide, temporalmente, con la convocazione,  da parte del Governo, delle parti sociali per ridefinire aspetti estremamente rilevanti della contrattazione. In questo contesto - molto delicato - il Governo interviene con un testo volto a modificare il rapporto di apprendistato, alcune norme sull’orario di lavoro e sulla contrattazione a tempo indeterminato. Tutti questi temi dovrebbero, in realtà, essere trattati nella contrattazione aziendale. Le norme citate rinviano alla contrattazione aziendale soltanto una revisione in peggio delle condizioni di lavoro. Mancano, di converso, regole che difendano, in questo processo di trasferimento di competenze sulla contrattazione aziendale, i lavoratori dall’arbitrarietà dei comportamenti del datore di lavoro. Questa impostazione non favorisce una politica di cambiamento che potrebbe trovare, in questa fase storica, una convergenza tra maggioranza e opposizione necessaria, nell’attuale contingenza politica, a superare le controspinte attivate da interessi di parte. L’effetto complessivo è quindi quello di rendere più complessa la trattativa tra Governo e parti sociali in una fase estremamente importante per le relazioni sindacali.

 

Il senatore VITA (PD) esprime grande amarezza per le scelte operate dal Governo con l’articolo 44, volte a colpire la libertà d’informazione. Viene infatti eliminato un diritto soggettivo, riconosciuto a molte testate, di ricorrere al fondo per l’editoria, trasformando il fondo stesso in un limite massimo di spesa. Viene delegata, poi, ad un ulteriore provvedimento, l’opera di semplificazione amministrativa per il ricorso alle risorse disponibili. La norma, evidentemente, non ha la finalità di operare dei risparmi, bensì di escludere selettivamente alcune realtà, perlopiù di piccola dimensione, che garantiscono il pluralismo dell’informazione nelle realtà locali. Essa ha inoltre l’effetto di tagliare, in modo drastico, una quota della libertà dell’informazione a spese dell’anello più debole della catena mediatica. Invita quindi il Governo a riflettere su una questione di così vitale importanza per la democrazia, auspicando che, ove il decreto-legge dovesse essere modificato, la norma venga soppressa per essere poi trattata in altra sede e con una rimeditazione dell’approccio a questo settore.

 

Il presidente AZZOLLINI ricorda che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le ore 15 di lunedì 28 luglio.  Al riguardo fa presente che, relativamente ai criteri per l’ammissibilità degli emendamenti, la norma di riferimento è l’articolo 126-bis del Regolamento del Senato, in base alla quale per i provvedimenti collegati sussiste il divieto di presentare emendamenti privi o con insufficiente copertura finanziaria ovvero contrari alle usuali regole di copertura, ferma rimanendo la libertà da parte del presentatore circa la materia da cui trarre risorse. Precisa, inoltre, che sono inammissibili anche emendamenti modificativi delle norme di contabilità generale dello Stato.

 

Il seguito dell’esame viene quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 12,55.