Legislatura 16º - 5ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 30 del 28/07/2008


 

BILANCIO    (5ª) 

 

LUNEDÌ 28 LUGLIO 2008

30ª Seduta 

 

Presidenza del Vice Presidente

Massimo GARAVAGLIA 

indi del Presidente

AZZOLLINI 

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Vegas.                                  

 

La seduta inizia alle ore 15,10.

 

 

IN SEDE REFERENTE 

 

(949) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame e rinvio)

 

Riprende l’esame sospeso nella seduta del 25 luglio scorso, con il prosieguo della discussione generale.

 

      Il senatore DEL VECCHIO (PD) esprime il proprio giudizio fortemente critico sul decreto-legge in esame il quale non introduce misure adeguate per far fronte alla crisi economica del Paese. Analoghe critiche, ricorda l'oratore, erano state mosse dai senatori dell'opposizione al Documento di programmazione economico-finanziaria, nel quale non risultavano indicate in modo puntuale le priorità economiche e le misure operative per perseguirle. Nel ribadire le proprie perplessità sul provvedimento si sofferma brevemente sugli interventi in materia di sanità, di scuola e di lavoro. Forti perplessità destano gli interventi nel comparto della difesa, il quale risulta in concreto il più penalizzato dai tagli operati con il decreto-legge in esame. Più precisamente, i tagli alle risorse sono destinati ad incidere in senso negativo, in primo luogo, sugli investimenti, i quali sono diretti non solo ad incrementare le capacità delle forze armate più tecnologiche ma anche ad assicurare all'esercito gli adeguati strumenti di comando e controllo. Le riduzioni delle dotazioni di spesa incidono poi sugli aspetti relativi al personale. In particolare sono previsti tagli consistenti al finanziamento del cosiddetto progetto professionale, in base al quale, entro il 2021, si dovrebbe completare la transizione da un sistema di difesa basato sulla leva obbligatoria ad uno fondato su un esercito di professionisti. Nel ribadire quindi il proprio giudizio critico sull'articolo 60 del decreto-legge, osserva come la decisione di ridurre le dotazioni di spesa destinate alla difesa rischi di compromettere il funzionamento e l'efficienza stessa delle forze armate. Tali pesanti tagli sembrano non tenere in adeguato conto il valore e l'operato delle forze armate italiane la cui attività è peraltro legata anche agli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia ad organizzazioni internazionali, quali la NATO. Sempre in relazione alle riduzioni delle dotazioni di spesa ricorda che numerose perplessità sono state formulate dal Capo di stato maggiore della difesa, il quale ha sottolineato, fra l'altro, come gli effetti di tali tagli porteranno ad un abbassamento dei livelli di addestramento, con particolare riguardo ai militari impegnati nelle missioni internazionali. La riduzione delle dotazioni finanziarie per la difesa, operata dal decreto-legge, sembra smentire, poi, le affermazioni programmatiche del Ministro della difesa, svolte nel corso dell'audizione innanzi alle Commissioni congiunte del 18 giugno scorso. Conclude osservando che se non dovessero essere apportate significative modifiche alle disposizioni del decreto-legge in materia di difesa, gravi saranno le ripercussioni sul funzionamento e sull'efficienza delle forze armate.

 

            Il senatore DELLA SETA (PD) esprime il proprio giudizio critico sul provvedimento e si sofferma sulle disposizioni in materia ambientale. A parere dell'oratore il provvedimento, seppur volto al rilancio della competitività, appare ignorare del tutto la dimensione economica delle politiche per la sostenibilità ambientale. Tali politiche si stanno affermando, a livello internazionale, sia in negativo, per quanto concerne i profili del contrasto di  fenomeni quali il mutamento climatico, sia in positivo, per quel che riguarda gli interventi per lo sviluppo di fonti energetiche alternative. Nel decreto-legge in esame l'ampio dibattito sul tema delle risorse innovative, strettamente collegato ai problemi della tutela ambientale e del progressivo aumento dei costi del petrolio, è ridotto alla mera querelle, peraltroeccessivamente ideologizzata,sul nucleare. Non risultano presenti, invece, misure concrete finalizzate al miglioramento dell'efficienza energetica anche attraverso lo sviluppo di fonti rinnovabili. Dopo aver ricordato come il  petrolio sia utilizzato in larga parte per i trasporti e non già per la produzione di energia elettrica, lamenta la mancanza di interventi volti a favorire lo sviluppo del trasporto su rotaia, in luogo di quello su strada.

            Analoghe critiche desta poi la soppressione dell'obbligo, nei contratti di compravendita, di produzione del certificato energetico dell'immobile. Tale previsione si pone peraltro in netta controtendenza rispetto alle legislazioni degli altri paesi europei. Ulteriori tagli alle politiche per la sostenibilità ambientale sono stati poi previsti, ricorda l'oratore, anche dal decreto-legge in materia di ICI. Tutto ciò sembra confermare un atteggiamento più generale del Governo nei confronti di tutti quei beni immateriali, quali l'istruzione scolastica e la sanità, ritenuti improduttivi e quindi non meritevoli di essere sostenuti finanziariamente. Dopo aver ribadito come gli interventi in materia energetica siano inidonei a fronteggiare la dipendenza del nostro Paese dall'estero e dimostrino l'erroneità delle scelte di politica economica del Governo, deplora l'assenza di ogni misura volta a contrastare il dissesto idrogeologico e ad assicurare una maggiore tutela del paesaggio e delle aree protette. Conclude ricordando la questione relativa agli enti parco, i cui costi di funzionamento risultano ben al di sotto dei livelli medi europei.

 

La senatrice BONFRISCO (PdL), nell'esprimere il proprio giudizio positivo sul provvedimento nel suo complesso, osserva che esso rappresenta la più ampia e manovra economica collegata al Documento di programmazione economico e finanziaria dal 1999. Tale provvedimento si inserisce nel quadro degli interventi avviati dal Governo per contrastare il progressivo declino dell'economia del Paese. Per la prima volta, come ricordato anche dal sottosegretario Vegas, i tempi della politica coincidono con quelli dell'economia. Condivisibile è peraltro il ricorso allo strumento della decretazione d'urgenza attraverso il quale il Governo ha potuto, in tempi rapidi, intraprendere gli interventi volti ad assicurare la realizzazione degli impegni assunti in sede elettorale con i cittadini.

            La politica economica dell'attuale Esecutivo si sviluppa, fra l'altro, attraverso la stabilizzazione dei conti pubblici e la realizzazione di  modelli di federalismo fiscale. Gli interventi del provvedimento in esame sono poi volti ad affrontare la questione della spesa pubblica anche attraverso una drastica riduzione delle inefficienze, che si sono, a ben vedere, progressivamente consolidate nel corso degli anni. L'obiettivo del decreto in esame di regolarizzare i conti pubblici è poi quanto mai necessario in considerazione della crisi dei mercati finanziari mondiali. Dopo aver svolto talune considerazioni critiche sui provvedimenti di natura finanziaria adottati dal precedente Governo, i quali hanno comportato un innalzamento della pressione fiscale, ricorda gli interventi del decreto-legge in materia di innovazione, di infrastrutture ed infine di istruzione. Il provvedimento reca poi significative misure in materia di lavoro volte a favorire in primo luogo la cosiddetta autoimprenditorialità. Auspica poi una discussione proficua sui temi della flessibilità del mercato del lavoro. Dopo aver svolto talune considerazioni sugli interventi relativi al comparto della giustizia, la cui efficienza è strettamente legata alla funzionalità delle imprese, si sofferma sulle misure in materia di enti locali. Al riguardo esprime il proprio apprezzamento per l'introduzione di limiti all'uso degli strumenti della finanza derivata, il cui distorto uso ha comportato gravi ripercussioni sul piano della stabilità finanziaria degli enti locali stessi. Nel sottolineare come il provvedimento di fatto rappresenti una "strategia di Lisbona" a livello nazionale, ribadisce il proprio giudizio positivo sul decreto-legge, auspicando la più ampia convergenza anche da parte dell'opposizione.

 

            Il senatore PEGORER (PD), nell'esprimere un giudizio fortemente critico sul provvedimento nel suo complesso, preannuncia una proposta alternativa, che sarà presentata dal suo Gruppo, attraverso una serie di emendamenti. Il provvedimento, a parere dell'oratore, non è in grado di fronteggiare i problemi del Paese ed in particolare la mancata crescita economica, l'assenza di mobilità sociale e la presenza di evidenti distorsioni nel mercato. Analoghe critiche desta poi il ricorso allo strumento della decretazione d'urgenza al quale si è accompagnata un irrazionale esercizio dell'attività emendativa che ha permesso l'introduzione, nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, di consistenti modifiche. Con riferimento al merito del provvedimento lamenta l'assenza di misure volte a rafforzare il potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni. In particolare sarebbe stato opportuno, a parere dell'oratore, intervenire attraverso una riduzione della pressione fiscale sugli stipendi. Gli interventi previsti dal decreto-legge invece incidono sull'economia attraverso la realizzazione di una finta semplificazione delle regole, la quale cela una pericolosa deregolamentazione. Dopo aver ribadito come la scelta dello strumento della decretazione d'urgenza dimostri la volontà dell'Esecutivo di forzare i rapporti parlamentari fra maggioranza ed opposizione ed evitare un dialogo vero e partecipato sui temi oggetto del provvedimento, svolge talune considerazioni critiche sugli interventi relativi al settore della difesa. Nel condividere le perplessità del senatore Del Vecchio, invita il Governo e la maggioranza a riflettere sugli effetti in termini di efficienza derivanti dalla riduzione delle risorse per tale comparto. Le misure introdotte sembrano configurare una vera e propria riforma della difesa, per la quale sarebbe stata necessaria invece una più ponderata valutazione. Si sofferma poi sull'articolo 77, così come modificato nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati. Anche tale disposizione avrebbe richiesto una maggiore valutazione da parte del Parlamento, essendo preliminare ad essa una più generale riflessione sul modello federalista.

 

            Il senatore PASSONI (PD), dopo aver ribadito il proprio giudizio critico sul contenuto del decreto-legge, si sofferma sull'articolo 21 e sulle disposizioni in materia di lavoro.

            Con riferimento agli interventi nel settore dell'impiego lamenta in primo luogo l'assenza di ogni misura volta ad assicurare un maggior potere d'acquisto dei redditi da lavoro dipendente e da pensione. Gli unici interventi sul reddito riguardano, a ben vedere, gli sgravi sull'ICI e la cosiddetta detassazione degli straordinari. Tali misure non sono, a parere dell'oratore, in alcun modo adeguate. Il provvedimento poi non prevede nessun intervento volto a favorire l'occupazione femminile, la cui importanza è collegata non solo al problema della discriminazione delle donne, ma anche a quello dei redditi delle famiglie. Svolge poi talune considerazioni critiche sull'articolo 21, del quale auspica una netta modifica. Tale disposizione, così come emendata nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati, di fatto finisce per confondere la flessibilità - requisito essenziale del mercato del lavoro - con una selvaggia deregolamentazione. Tale norma è destinata ad accentuare la distanza fra gli insider e gli outsider del mercato del lavoro stesso, minando fra l'altro la ratio stessa della legge Biagi. Le modifiche introdotte, poi, sembrano disattendere del tutto ogni idea di concertazione fra le parti sociali, nonostante le astratte affermazioni del Ministro del lavoro. Analoghe preoccupazioni destano poi le disposizioni in materia di pubblico impiego in particolare appare inconcepibile la decisione del Governo da un lato di ridurre i redditi in essere, incidendo sul secondo livello negoziale di contrattazione e dall'altro di abolire il tetto massimo degli stipendi percepiti dai manager pubblici. Conclude invitando il Governo a ripensare la propria politica nel settore del lavoro, al fine di evitare un ulteriore inasprimento del conflitto sociale.

 

            Il senatore BUBBICO (PD), dopo aver evidenziato come le difficoltà di sviluppo del Sud siano ineludibilmente connesse ai problemi di crescita economica del Paese, si sofferma sulle norme che dispongono la concentrazione delle risorse nell'ambito del Fondo aree sottoutilizzate, esprimendo al riguardo forti dubbi circa la reale capacità di produrre effetti positivi. A suo giudizio risulta difficile comprendere le ragioni di tale intervento, se non come l'intento di consentire lo spostamento di risorse a derivazione comunitaria verso altri obiettivi di rilevanza strategica, determinando così - in aperta violazione delle regole del bilancio comunitario - il trasferimento di risorse dalle Regioni di area convergenza a quelle di area competitività. Esprime inoltre perplessità sulla concreta efficacia degli strumenti di incentivo allo sviluppo economico, con particolare riguardo agli aiuti a progetti industriali finora non decollati e alla trasformazione dell'Agenzia nazionale per l'attuazione degli investimenti in un organismo troppo complesso. In proposito sarebbe stato preferibile individuare idonee misure in grado di assicurare coerenza agli obiettivi di crescita, laddove invece sembra essersi arrestato il processo di semplificazione, con la creazione al contempo di un complesso sistema di sostegno agli investimenti difficilmente monitorabile. Giudica inoltre negativamente il cosiddetto "progetto dell'impresa in un giorno", inidoneo ad avvicinare l'Italia agli standard della media europea, tenuto conto che non si è posto rimedio alla gravosità dei procedimenti autorizzatori, spesso esposti a valutazioni eccessivamente discrezionali delle amministrazioni. Quanto alla questione energetica, associandosi alle considerazioni svolte dal senatore Della Seta, lamenta come il provvedimento in esame sia diretto a sospendere un processo virtuoso avviato nella scorsa legislatura attraverso la qualificazione energetica degli edifici; osserva quindi come, a fronte delle iniziative volte allo sviluppo dell'energia nucleare, manchi un’attenta riflessione in merito ai costi e ai benefici, con particolare riferimento alla messa in sicurezza delle scorie secondo i principi di precauzione vigenti in Europa.

 

            Il senatore Marco FILIPPI (PD) rileva come, alla luce dei provvedimenti sinora adottati, i principali problemi del Paese, quali il recupero della competitività delle imprese e il ridotto potere d'acquisto di lavoratori e pensionati, non sembrano collocarsi tra le priorità dell’azione di Governo. In particolare, osserva come il provvedimento in esame sia diretto a penalizzare fortemente lo sviluppo infrastrutturale del sud, posto che le risorse destinate alla costruzione di numerose opere viarie saranno assorbite nell'ambito del progetto di costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Lamenta inoltre eccessivi tagli al completamento di importanti tratte ferroviarie dell'alta velocità nel nord Italia, osservando altresì, quanto all'Expo di Milano 2015, come la progressione degli stanziamenti e i problemi connessi alla costruzione delle infrastrutture di raccordo rischiano di compromettere l'intera operatività dell'evento. Esprime quindi seri dubbi sugli interventi concernenti la banda larga, di cui all'articolo 2, rilevando in particolare la mancanza di una prospettiva temporale e l'insufficienza delle relative risorse, giudicando al riguardo inappropriato il richiamo alla finanza di progetto. Formula inoltre rilievi critici in merito alle misure adottate in materia di emergenza abitativa, laddove sarebbe stato preferibile individuare interventi diretti a ridefinire i canoni d'affitto, incentivare i turn over e favorire i progetti di edilizia integrata, nonché adottare misure in favore della cosiddetta fascia grigia della popolazione, costretta a ricorrere a canoni di locazione a prezzi di mercato perché giudicata troppo abbiente per l'assegnazione di alloggi di edilizia popolare. Esprime infine un giudizio fortemente negativo sull'avvenuta riduzione degli stanziamenti destinati al trasporto pubblico locale, il cui potenziamento costituirebbe l'unico modo per risolvere i problemi delle città fortemente congestionate dal traffico.

 

            Il senatore MERCATALI (PD), nel sottolineare l'esigenza di un ampio confronto tra il Governo e le forze parlamentari di maggioranza e di opposizione al fine di affrontare i gravi nodi problematici del Paese, quali l'evasione fiscale, il debito pubblico e il ritardo infrastrutturale, osserva come, alla stregua della manovra in esame, sembri mancare una complessiva strategia di medio e lungo termine che dia conto delle priorità. In particolare, alla luce del vistoso calo nei consumi, anche alimentari, ritiene del tutto insufficienti gli interventi disposti attraverso la cosiddetta Robin tax e in materia di contrattazione decentrata: sarebbe stato più opportuno destinare le risorse direttamente alla famiglie al fine di operare un rilancio dei consumi interni, determinando così un complessivo beneficio per tutto il sistema economico. Unendosi alle considerazioni svolte dal senatore Passoni, giudica inoltre negativamente le misure concernenti il mercato del lavoro, paventando il rischio di profonde spaccature tra diverse tipologie di lavoratori. Esprime inoltre seri dubbi sulle disposizioni volte alla riduzione del personale presso le autorità portuali che penalizzano quelle di ridotte dimensioni ma più virtuose, e all'impiego di militari per la tutela dei civili nelle strade, in ragione delle gravi ripercussioni sul turismo. Lamenta quindi l'assenza di interventi di liberalizzazione nei servizi pubblici locali - contrariamente a quanto propugnato dall'attuale maggioranza durante la scorsa legislatura, allora come forza di opposizione - laddove le iniziative adottate in materia risultano inidonee a favorire la creazione di un mercato concorrenziale. Nel rilevare infine come la detassazione dell'ICI risulti incoerente con il futuro processo del cosiddetto federalismo fiscale, formula critici rilievi in ordine alle disposizioni che prevedono una forte compressione al ricorso a strumenti derivati da parte degli enti locali, auspicando una più compiuta riflessione al riguardo.

 

            La senatrice PINOTTI (PD) si sofferma sui tagli recati dal decreto-legge in esame al comparto della difesa, che assumono profili particolarmente problematici sia per la loro entità sia stante la particolare delicatezza del settore, il cui personale non può ricorrere a strumenti di manifestazione del proprio disagio quale, ad esempio, lo sciopero, se non in misura particolarmente restrittiva. L’articolo 60 del decreto-legge n. 112 in esame nel rimodulare le dotazioni finanziarie del comparto prevede infatti tagli pari a 503 milioni di euro per il 2008, a 478 per l’anno 2009 e a 834 milioni per il 2010; atteso il carattere incomprimibile delle spese relative al personale nonché considerato che le spese di investimento afferiscono ad obblighi di carattere internazionale, risulta evidente che i tagli in questione andranno ad incidere in modo particolare nelle spese relative all’addestramento e alle attività di manutenzione. Richiama al riguardo i contenuti dell’audizione del Capo di Stato Maggiore della difesa svolta presso la Commissione difesa del Senato la scorsa settimana, dai quali emerge con evidenza la grave situazione del comparto, nel quale la minore disponibilità di risorse finanziarie comporta un notevole aumento dei rischi e una maggiore possibilità del verificarsi di incidenti. Esprime un giudizio di estrema gravità per i tagli previsti dalla manovra anche con riferimento al ruolo dell’Italia sul piano internazionale, posto che il nostro Paese risulta il terzo più impegnato nell’ambito delle missioni internazionali. Formula quindi osservazioni critiche in ordine alla riduzione degli stanziamenti che si è registrata proprio nella fase di trasformazione dell’Esercito da un esercito di leva ad esercito di carattere professionale, trasformazione che avrebbe dovuto imporre una più attenta ed equilibrata distribuzione delle risorse. Richiama al riguardo le percentuali dei tagli al reclutamento del personale, che rendono ancor più insostenibile la linea di riduzione delle risorse disposta dall’articolo 60 del decreto in esame. Il ridimensionamento così significativo delle dotazioni economiche appare un atto irresponsabile anche alla luce del mantenimento dei medesimi obiettivi che andrebbero allora rimodulati mentre restano invariati nell’attuale assetto. Sottolineando l’incoerenza della scelta dell’attuale Esecutivo sotto tale profilo per la scarsa serietà delle misure adottate, auspica che possa svolgersi su tale materia una più approfondita riflessione non solo da parte delle forze di opposizione ma anche con il coinvolgimento dell’attuale maggioranza.

 

            Il senatore Alberto FILIPPI (LNP) evidenzia come il decreto-legge in esame sia volto a dare risposte concrete, tempestive ed efficaci alle esigenze del Paese e costituisca un atto di serietà dell’attuale Governo, che ha saputo dare concretezza alle misure preannunciate nell’ambito del programma elettorale. L’importanza delle misure oggi adottate emerge alla luce del confronto con quanto posto in essere dal precedente Governo nei primi cento giorni della legislatura; ricorda al riguardo le discutibili misure adottate dal precedente Esecutivo, soffermandosi sul cosiddetto riordino dei ministeri che aveva portato a una crescita del numero delle strutture ministeriali, richiamando altresì le misure a suo tempo adottate con il cosiddetto decreto Visco-Bersani nonché in materia di indulto, provvedimenti che non risultavano rispondere alle reali esigenze del Paese. L’attuale Governo ha invece adottato provvedimenti di rilevante e condivisibile tenore quali il decreto-legge in materia di sicurezza, il decreto-legge in materia di abolizione dell’ICI nonché il decreto-legge in esame. In particolare il decreto n. 112 del 2008 reca una manovra finanziaria relativa al successivo triennio che intende rispondere alla grave situazione determinatasi ad esito delle misure macroeconomiche adottate dal precedente Ministro dell’economia e delle finanze, che non hanno prodotto i risultati a suo tempo annunciati. Il provvedimento attualmente in esame, rispondendo dunque alla necessità di invertire la linea di politica economica del precedente Governo, reca misure con carattere di particolare urgenza per il Paese. Si sofferma poi sui contenuti specifici della manovra richiamando in particolare la cosiddetta robin tax che appare particolarmente condivisibile in quanto grava su soggetti già beneficiari, in passato, di misure di favore non più giustificabili, e che prevede l’esenzione dalle misure di imposizione fiscale per i soggetti produttori di energie pulite. Esprime particolare apprezzamento per la misura di abolizione del ticket nonché per le norme in materia di tagli alle comunità montane e riduzioni delle indennità dei sindaci nei comuni con bilanci in negativo, misure volte ad affermare un principio di responsabilità degli amministratori locali, non risultando accettabile la prassi dei ripiani dei disavanzi da parte dello Stato centrale. Ricorda altresì le norme in materia di cinque per mille a favore delle società dilettantistiche nonché gli ingenti stanziamenti a favore del comparto sicurezza; particolarmente apprezzabili risultano altresì le disposizioni in materia di Banca per il sud, di agevolazione delle giovani coppie per l’acquisto della prima casa nonché in materia di social card a favore dei pensionati. Il decreto istituisce il fondo per la rete infrastrutturale e destina maggiori risorse al settore dell’autotrasporto, recando ulteriori importanti misure in materia di esclusione del divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro dipendente. Particolarmente condivisibili appaiono gli interventi volti all’alleggerimento del carico burocratico che costituisce un gravoso costo a carico del sistema produttivo. Richiama gli interventi in materia energetica e per il settore del nucleare nonché la previsione circa la vendita degli immobili degli enti pubblici, i cui proventi potranno essere destinati agli investimenti per nuove abitazioni. La manovra intende perseguire la linea della meritocrazia e la razionalizzazione dell’attività della pubblica Amministrazione anche attraverso un ridimensionamento delle consulenze nell’ambito del settore pubblico, pervenendo a delineare un equilibrio tra tagli delle spese e pressione fiscale che invece era assente nella precedente legislatura, ove non si era agito per l’effettiva eliminazione degli sprechi. Sottolineando la rilevanza dei tagli previsti dal decreto in esame, si sofferma altresì sulle misure in materia di studi di settore che rispondono alle esigenze di maggiore tutela dei piccoli e medi imprenditori, più volte gravati, in violazione dello Statuto dei contribuenti, da aumenti del carico fiscale nel corso della precedente legislatura. Sottolinea altresì la modifica della disciplina relativa al riconoscimento dell’assegno sociale per i soggetti ultrasessantacinquenni ricongiunti a soggetti extracomunitari, per i quali vengono previsti requisiti più stringenti volti a garantire un maggiore equilibrio tra misure assistenziali e contributi in termini lavorativi forniti nel nostro Paese dai soggetti stranieri.

 

            Il senatore LUSI (PD) in via preliminare ritiene necessario chiarire il quadro in cui opera l’attuale Governo, che risulta beneficiare di una situazione positiva sul piano dei conti pubblici conseguente alle misure adottate nella scorsa legislatura. Appare anzitutto necessario riconoscere la rilevanza dell’attività del precedente Governo che ha adottato provvedimenti condivisibili e rispondenti alle esigenze del Paese, consentendo il reperimento di risorse finanziarie sulla scorta delle quali è stato possibile, per l’attuale maggioranza, adottare misure quali l’abolizione dell’ICI. Ricorda peraltro le misure a favore dei pensionati, già contenute nella legge finanziaria per il 2008, sottolineando altresì il senso di responsabilità che ha caratterizzato la posizione dell’attuale opposizione che non ha assunto atteggiamenti ostruzionistici nell’ambito dell’esame dei provvedimenti varati dall’attuale Governo. Si sofferma, poi, sui contenuti dell’articolo 1, comma 1-bis, del decreto in esame, in base al quale la legge finanziaria, in via sperimentale, conterrà esclusivamente norme per il conseguimento dei saldi, senza misure per il sostegno dello sviluppo, richiamando altresì i contenuti dell’articolo 60, comma 3, del decreto. Esprime quindi osservazioni fortemente critiche per le decisioni recate dalla manovra su tali profili, posto che vengono ad essere modificate le regole del sistema contabile attraverso norme contenute in un decreto-legge e peraltro nell’ambito di un provvedimento collegato alla manovra finanziaria, con un grave stravolgimento delle procedure previste per la modifica delle norme di contabilità. Il decreto reca una impropria modifica al sistema delineato dalla legge n. 468 del 1978, realizzando un vulnus sul piano istituzionale e dell’assetto costituzionale. Risulta altresì una grave violazione del sistema contabile ammettere che il bilancio possa essere modificato con atto amministrativo del Ministro dell’economia e delle finanze senza il coinvolgimento decisionale del Parlamento. Richiamando i contenuti dell’intervento svolto dal senatore Morando, rilevando i profili critici connessi ad un reale sovvertimento della gerarchia delle fonti normative: che si inserisce in un quadro di sempre più frequente violazione delle regole procedurali e di garanzia a danno del ruolo del Parlamento. Risulta invece necessario procedere ad una più approfondita riflessione condivisa dalle forze di maggioranza e opposizione, per procedere ad una modifica organica e meditata del sistema delineato dalla legge n. 468, nel rispetto di tempi più congrui e non con i ridotti tempi previsti per l’esame del decreto-legge n. 112. Risulta altresì non rinviabile l’individuazione di indicatori di performance, quale strumento imprescindibile per l’effettivo controllo da parte del Parlamento circa la realizzazione dei risultati nell’ambito del Bilancio riclassificato per missioni e programmi. Tali indicatori consentirebbero infatti di realizzare effettivi risparmi nella spesa pubblica, come in materia sanitaria ove si registrano dati particolarmente problematici. In relazione all’obiettivo di pareggio del bilancio in tre anni, enucleato nel decreto, sottolinea l’importante lavoro svolto in tal senso dal precedente Governo, che ha consentito di evitare la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per deficit eccessivo. È necessario procedere a delineare prospettive di politica economica di lungo periodo, mentre il decreto-legge in esame risulta inadeguato sotto vari profili, non contenendo né misure di stimolo ai consumi, né tutele efficaci a favore dei soggetti più svantaggiati. Mancano inoltre strategie per lo sviluppo infrastrutturale del Paese nonché meccanismi effettivamente premiali per le amministrazioni più efficienti, per cui sottolinea la presentazione da parte dell’opposizione di importanti proposte emendative che intendono perseguire obiettivi condivisi e che vanno nell’interesse effettivo dei cittadini e del Paese.

 

Il senatore LUMIA (PD), nell'esprimere il proprio giudizio negativo sul provvedimento, osserva come esso rappresenti l'ennesima dimostrazione della politica degli annunci, ormai divenuta l'unico vero modus operandi del Governo. I risultati positivi promessi dall'Esecutivo -e che consentivano di giustificare il ricorso allo strumento del decreto-legge- sono stati di fatto frustrati dal contenuto del provvedimento in esame. Più in generale possono essere mosse al provvedimento due principali critiche. In primo luogo le riduzioni di spesa sono effettuate in modo indiscriminato e del tutto al di fuori di una strategia economica complessiva. In secondo luogo, poi, gli investimenti sono previsti prescindendo dalla individuazione delle priorità. Nel suo complesso il provvedimento non reca misure per sostenere i salari e per contribuire alla crescita del sistema produttivo. Dopo aver svolto talune considerazioni critiche sulle norme in materia di precariato, si sofferma sugli interventi relativi alla sicurezza. Con particolare riguardo a questi ultimi profili lamenta l'eccessivo taglio delle risorse anche a fronte dell'incremento della domanda di tutela da parte dei cittadini, la quale, peraltro, è stata una delle ragioni della vittoria elettorale dell'attuale maggioranza di Governo. Sarebbe stato, secondo l'oratore, più opportuno intervenire sul settore della sicurezza attraverso tagli mirati e puntuali misure volte a favorire economie di scala. Esprime quindi un orientamento critico sulle disposizioni del decreto-legge relative alla destinazione dei beni confiscati e al fondo per la legalità; al riguardo lamenta in particolare il mancato inserimento, fra le finalità, del finanziamento di progetti di risanamento sociale ed urbano delle aree maggiormente colpite dai fenomeni di criminalità organizzata. Svolge poi considerazioni critiche sull'articolo 32 ed in particolare sulle disposizioni in materia di riciclaggio, le quali si pongono in netta controtendenza rispetto alle legislazioni degli altri paesi europei. Dopo aver espresso un giudizio negativo sulle norme volte a differire l'entrata in vigore dell'istituto della class action si sofferma sugli interventi sul settore delle infrastrutture. Al riguardo lamenta l'eccessivo taglio delle risorse, il quale penalizza soprattutto il Mezzogiorno e le aree sottoutilizzate. Con riferimento a quest'ultimo problema giudica negativamente l'atteggiamento accondiscendente di quella parte dei senatori della maggioranza, eletti nelle regioni del Mezzogiorno, i quali sembrano accontentarsi della mera approvazione di ordini del giorno, in luogo di concreti interventi. Conclude ribadendo la propria disponibilità ad un confronto serio e costruttivo sulle tematiche oggetto del provvedimento.

 

Il senatore LEGNINI (PD) dichiara di rinunciare ad intervenire in discussione generale, riservandosi di svolgere in sede di illustrazione degli emendamenti più ampie considerazioni di merito. Esprime poi un orientamento sostanzialmente critico sul contenuto dell'emendamento preannunciato dal Governo e volto a modificare l'articolo 60 del decreto- legge in esame. Conclude invitando il Governo e la maggioranza a valutare l'opportunità di accogliere taluni emendamenti dell'opposizione finalizzati a risolvere i nodi più problematici del provvedimento, anche in considerazione del fatto che sembra ormai certa  un'ulteriore lettura da parte dell'altro ramo del Parlamento.

 

Il presidente AZZOLLINI (PdL) dichiara conclusa la discussione generale.

 

Il relatore FLERES (PdL), intervenendo in replica, dopo aver ringraziato tutti i Senatori intervenuti nel dibattito, esprime il suo apprezzamento per i rilievi metodologici formulati dai senatori Lusi e Morando circa la condivisione di molte questioni che, sul piano economico, assillano il Paese. Nel ricordare l’esigenza di un intervento deciso di finanza pubblica al fine di anticipare alcuni contenuti della manovra, si sofferma sulle osservazioni avanzate dalla senatrice Garavaglia, con particolare riguardo al settore della scuola e dell’università. Pur riconoscendo la necessità di una riforma organica della materia e rilevando come una trasformazione delle istituzioni accademiche in fondazioni non risolva completamente i problemi del settore, rileva che l’intervento si inserisce nel contesto di emergenzialità che ha visto il Governo impegnato, su molteplici fronti. Le medesime considerazioni valgono in relazione alle molteplici e ragionevoli critiche  avanzate dal senatore Nicola Rossi: molte di queste norme andranno tuttavia verificate nella loro concreta attuazione di cui il provvedimento in esame costituisce solo l’inizio. Dopo aver evidenziato le contraddizioni di molti rilievi avanzati dall’opposizione con particolare riferimento alla politica dei redditi, il relatore sottolinea che l’emendamento presentato dal Governo all’articolo 60 mira, in particolare nella sua versione riformulata a rimodulare le missioni di spesa per i diversi comparti della pubblica amministrazione, al fine di consentire interventi strutturali organici a partire da settembre. Quanto all’articolo 21, anch’esso oggetto di numerose critiche da parte dell’opposizione, pur riconoscendo che esso affronta problematiche di rango costituzionale che meriterebbero ulteriori e più meditati approfondimenti, rileva che la soluzione in esso contenuta si limita a stabilire cadenze temporali che consentano il superamento di una fase straordinaria, al termine della quale ben sarà possibile ridefinire la questione tenendo conto dei diversi e delicati diritti ed interessi coinvolti.

 

Il sottosegretario VEGAS, dopo aver ringraziato i Senatori intervenuti in sede di discussione generale, precisa ulteriormente, in relazione alle richieste avanzate circa la mancata quantificazione del tasso di crescita del PIL rispetto agli andamenti tendenziali per l’esercizio in corso e per il successivo triennio che la quantificazione degli effetti macroeconomici degli interventi di finanza pubblica è un’operazione assai difficoltosa in considerazione della presenza di molteplici variabili difficilmente valutabili ex ante. Richiamando quanto contenuto nel Documento di programmazione economico-finanziaria per il 2008, nonché nel decreto-legge n. 159 del 2007, egli rileva come sia prassi costante finalizzare i provvedimenti allo sviluppo senza procedere ad alcun tipo di quantificazione, possibile solo ex post in sede di valutazione degli effetti. In riferimento ai rilievi del senatore Mercatali circa l’ampiezza e l’incisività dell’intervento, pur rammaricandosi dell’assenza di adeguati interventi per lo sviluppo, ricorda che la criticità della congiuntura economica internazionale è accentuata dalla politica creditizia attuata dalle banche nazionali in particolare quella americana e quella europea, i cui effetti potrebbero essere peggiorati, con il rischio di stagflazione, se il Governo non avesse deciso di procedere almeno ad un contenimento della spesa pubblica per mettere ordine nel bilancio nazionale in considerazione delle difficoltà a poter intervenire su grandezze fuori dalla portata dell’esecutivo.

            Quanto alle critiche formulate dai senatori Morando e Lusi, sulla scelta di intervenire, con decreto-legge, a modificare la legge di contabilità, osserva che la norma, lungi dal determinare una compressione delle prerogative parlamentari, mira al contrario a contenere, entro ambiti ben delimitati la facoltà d’azione del Governo in materia di contabilità. Mentre l’articolo 60 mira soprattutto a garantire un margine di indispensabile elasticità che consenta all’Esecutivo, in fase di prima attuazione delle norme la riallocazione delle risorse contenute nei tagli di spesa. Inoltre l’emendamento presentato dal Governo all’articolo in questione è volto proprio a prendere in serio esame i rilievi formulati dall’opposizione. Ritiene invece di non potere accogliere le altre proposte di modifiche avanzate dall’opposizione per la necessità di arrivare in tempi rapidi alla definizione della manovra assicurando che uno sforzo di correzione sarà fatto dall’esecutivo in fase attuativa del provvedimento.

            Quanto alle critiche avanzate in riferimento al patto di stabilità interno, egli ritiene corretta la previsione del meccanismo che premia gli enti locali virtuosi, sanzionando quelli più inefficienti, rilevando peraltro che i tagli agli enti locali si giustificano all’interno di una logica tendente a ripartire le spese fra i diversi livelli di Governo, pur nella consapevolezza che esistono spese, come quelle pensionistiche, non comprimibili. Si sofferma quindi sulle molteplici critiche rivolte ai singoli contenimenti di spesa nei diversi comparti pubblici, osservando che l’intervento, ispirato a rigore finanziario, può certamente determinare malcontento nei diversi settori coinvolti, ritiene tuttavia che le scelte operate abbiano tenuto conto di un generale equilibrio circa la ripartizione dei sacrifici.

 

Il presidente AZZOLLINI propone infine che il termine per la presentazione dei subemendamenti all’emendamento 60.1000 del Governo sia fissato per le ore 10 di domani 29 luglio 2008.

 

La Commissione conviene.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

 

SCONVOCAZIONE DELLA SEDUTA NOTTURNA E POSTICIPAZIONE DELL’ORARIO DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA DI DOMANI

 

            Il PRESIDENTE avverte che la seduta notturna già convocata per questa sera alle ore 20,30 non avrà più luogo. Avverte altresì che l’orario della seduta antimeridiana convocata per domani alle ore 9 è posticipato alle ore 9,30.

 

            La Commissione prende atto.

 

 

            La seduta termina alle ore 20,10.