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COMMISSIONE DELLE COMUNITË EUROPEE

Bruxelles, 17.6.2008

COM(2008) 359 definitivo

 

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Una politica dĠimmigrazione comune per lĠEuropa:
principi, azioni e strumenti

{SEC(2008) 2026}
{SEC(2008) 2027}


I.            Introduzione

LĠimmigrazione nellĠUE  una realtˆ. Oggi gli immigrati (con questo termine il presente documento si riferisce ai cittadini di paesi terzi e non ai cittadini dellĠUE) rappresentano circa il 3,8% della popolazione totale dellĠUnione[1]. Dal 2002 si registrano ogni anno tra 1,5 e 2 milioni di arrivi netti nellĠUE. Il 1Ħ gennaio 2006 soggiornavano nellĠUE 18,5 milioni di cittadini di paesi terzi.

Non vi sono motivi per credere che i flussi migratori diminuiranno.

Secondo le sue tradizioni umanitarie, lĠEuropa deve continuare a dimostrare solidarietˆ nei confronti dei rifugiati e di coloro che necessitano di protezione. Le differenze economiche tra le regioni e i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, la globalizzazione, gli scambi, i problemi politici e lĠinstabilitˆ nei paesi di origine, le possibilitˆ di trovare lavoro nei paesi sviluppati sono tra i principali fattori di spinta e di attrazione che influenzano la mobilitˆ internazionale.

In unĠEuropa che invecchia, lĠimmigrazione pu˜ contribuire in modo significativo ai risultati economici dellĠUE. Gli europei vivono pi a lungo, la generazione del cosiddetto Òbaby boomÓ si avvicina alla pensione e i tassi di natalitˆ sono bassi. Nel 2007 la popolazione attiva nellĠUE, ossia il totale delle persone occupate e disoccupate, si aggirava intorno a una media di 235 milioni[2]. Stando alle ultime proiezioni demografiche[3], entro il 2060 la popolazione dellĠUE in etˆ lavorativa diminuirˆ di almeno 50 milioni anche se lĠimmigrazione netta prosegue a livelli simili a quelli storici, e di circa 110 milioni in assenza di immigrazione. Questa evoluzione presenta rischi per la sostenibilitˆ delle pensioni, dei sistemi sanitari e di protezione sociale e impone un aumento della spesa pubblica[4].

LĠimmigrazione  una realtˆ che devĠessere gestita in modo efficace. In unĠEuropa aperta priva di frontiere interne, nessuno Stato membro pu˜ gestirla da solo. Abitiamo in un territorio privo di frontiere interne che, dal 20 dicembre 2007, comprende 24 paesi e almeno 405 milioni di persone, in cui vige una politica comune dei visti. Le economie dellĠUE sono profondamente integrate, anche se rimangono molte differenze in relazione ai risultati economici e ai mercati del lavoro. Inoltre, lĠUE  un attore sempre pi importante sulla scena mondiale, e la sua azione esterna comune si estende continuamente a nuovi settori; uno  appunto lĠimmigrazione. Di conseguenza, le strategie e le azioni degli Stati membri in questo ambito non riguardano pi esclusivamente le rispettive situazioni nazionali, ma possono avere ripercussioni su altri Stati membri e sullĠinsieme dellĠUE.

LĠUE si adopera per costruire una politica comune fin dal 1999, quando per la prima volta la sua competenza in materia  stata chiaramente riconosciuta dal trattato CE. Esistono giˆ diversi strumenti e politiche comuni, che affrontano il problema migratorio nelle sue dimensioni interna ed esterna.

Questi risultati, per˜, non sono sufficienti. Occorre una visione strategica comune, che si basi sui risultati giˆ conseguiti e miri a costituire un quadro pi omogeneo ed immediato per lĠazione futura degli Stati membri e dellĠUE. Il valore specifico dellĠUE consisterˆ nel fornire strumenti europei, in quanto necessari, e nel creare il contesto giusto per raggiungere una coerenza laddove gli Stati membri agiscono in base alle loro competenze. La trasparenza e la fiducia reciproca sono oggi indispensabili affinchŽ questa visione comune sia efficace e produca risultati.

LĠimmigrazione pu˜ contribuire in una certa misura ad alleviare i problemi causati dallĠinvecchiamento della popolazione, ma pu˜ svolgere un ruolo ancor pi cruciale nellĠaffrontare le future carenze di manodopera e di qualifiche e nellĠaumentare il potenziale di crescita e la prosperitˆ dellĠUE, integrando le riforme strutturali attualmente in corso. Ecco perchŽ lĠimmigrazione  diventata un fattore importante per lo sviluppo della strategia di Lisbona per la crescita e lĠoccupazione, nella quale si riconosce che una gestione adeguata dellĠimmigrazione economica  un elemento essenziale della competitivitˆ dellĠUE. Alla stessa constatazione  giunto il Consiglio europeo della primavera del 2008.

Al di lˆ del potenziale economico, lĠimmigrazione pu˜ arricchire le societˆ europee anche in termini di diversitˆ culturale. Il potenziale positivo dellĠimmigrazione, per˜, pu˜ essere sfruttato soltanto con unĠintegrazione riuscita nelle societˆ ospiti. Ci˜ richiede una strategia che tenga conto non solo dei benefici per la societˆ ospite, ma anche degli interessi degli immigrati. LĠEuropa  e continuerˆ ad essere un ambiente accogliente per coloro che ottengono il diritto di rimanervi, che siano immigrati per motivi di lavoro, ricongiungimento familiare, studio, ovvero siano persone bisognose di protezione internazionale. Questa sfida porta con sŽ una serie di questioni complesse. LĠaccesso al mercato del lavoro  una via essenziale verso lĠintegrazione, ma le statistiche attuali mostrano che complessivamente i tassi di disoccupazione degli immigrati rimangono spesso pi alti di quelli dei cittadini dellĠUE, sia pure con profonde differenze tra gli Stati membri. Inoltre gli immigrati sono pi spesso esposti a lavori precari, a bassa qualificazione o per i quali sono sovraqualificati, con la conseguenza che le loro qualifiche non sono pienamente utilizzate (Òspreco di cervelliÓ). Questo contribuisce a renderli pi disposti ad assumere lavori in nero. Le immigrate cittadine di paesi terzi si trovano di fronte a particolari difficoltˆ sul mercato del lavoro. Infine, le competenze linguistiche degli immigrati e il percorso scolastico dei loro figli sono spesso insoddisfacenti, il che  fonte di preoccupazioni per il loro futuro sviluppo personale e professionale.

Occorrono meccanismi basati sulla solidarietˆ tra gli Stati membri e lĠUE, che ripartiscano gli oneri e coordinino le politiche. Per questo sono necessari fondi per il controllo della gestione delle frontiere, le politiche di integrazione e altri scopi, con un impatto inevitabile sulle finanze pubbliche delle comunitˆ nazionali, regionali e locali. Gestione lĠimmigrazione presuppone anche una stretta cooperazione con i paesi terzi per affrontare situazioni di reciproco interesse, come le conseguenze della Òfuga dei cervelliÓ e risposte politiche quali la migrazione circolare.

Infine, gestire efficacemente lĠimmigrazione significa affrontare anche diverse questioni relative alla sicurezza delle nostre societˆ e degli stessi immigrati. Per questo  necessario lottare contro lĠimmigrazione illegale e le attivitˆ criminali correlate, cercando il giusto nesso tra lĠintegritˆ dellĠindividuo e la sicurezza collettiva. Va combattuto il lavoro irregolare, in quanto crea situazioni di abuso e violazioni dei diritti e delle libertˆ fondamentali, discredita lĠimmigrazione legale ed  deleteria per la coesione e la concorrenza leale.

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Questa nuova visione del futuro sviluppo della politica comune di immigrazione europea  stata presentata dalla Commissione nella sua comunicazione del 5 dicembre 2007[5]. Il Consiglio europeo del dicembre 2007 ha affermato che lo sviluppo di una politica migratoria comune a integrazione delle politiche degli Stati membri rimane una prioritˆ fondamentale e ha invitato la Commissione a presentare proposte nel 2008. Una politica dĠimmigrazione comune  infatti prioritaria per lĠUnione[6], se lĠobiettivo  riuscire insieme a sfruttare i vantaggi e ad affrontare le sfide. Il fine ultimo della politica comune devĠessere un approccio coordinato e integrato allĠimmigrazione a livello europeo, nazionale e regionale. Per questo occorre esaminare il fenomeno nelle sue varie dimensioni in relazione agli assi principali della strategia dellĠUE: prosperitˆ, solidarietˆ e sicurezza.

á    La politica dĠimmigrazione va sviluppata in partenariato e solidarietˆ tra gli Stati membri e la Commissione, secondo lĠinvito a un rinnovato impegno politico in materia dĠimmigrazione presentato dal Consiglio europeo del dicembre 2007.

á    Deve basarsi su una serie di principi comuni politicamente vincolanti, da concordare al massimo livello politico e da attuare con azioni concrete.

á    LĠapplicazione di queste misure devĠessere oggetto di follow-up tramite unĠapposita metodologia comune e un meccanismo di monitoraggio.

á    Questa politica deve fondarsi sui valori universali di dignitˆ umana, libertˆ, uguaglianza e solidarietˆ a cui si ispira lĠUE, nel pieno rispetto della Carta dei diritti fondamentali e della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dellĠuomo. Fedele alle sue tradizioni umanitarie, lĠEuropa continuerˆ inoltre a mostrarsi solidale nei confronti dei rifugiati e delle persone bisognose di protezione[7].

La pi ampia agenda sociale europea rinnovata per lĠaccesso, lĠopportunitˆ e la solidarietˆ, che la Commissione deve presentare prima dellĠestate, promuoverˆ una societˆ integrata e inclusiva, dove le opportunitˆ siano aperte per tutti. In particolare, istituirˆ nuovi strumenti che contribuiranno anche a sviluppare la nuova politica dĠimmigrazione comune.

La presente comunicazione sarˆ adottata insieme al piano strategico sullĠasilo. Entrambi i documenti affrontano gli ultimi aspetti restanti del programma dellĠAia del 2004 per quanto riguarda lĠasilo e lĠimmigrazione.

Nella primavera dellĠanno prossimo, la Commissione intende presentare una comunicazione globale con indicazioni specifiche su come proseguire le attivitˆ nellĠintero settore della giustizia, libertˆ e sicurezza, in vista del nuovo programma quinquennale da adottarsi nella seconda metˆ del 2009.

II.          Principi comuni per il futuro sviluppo della politica dĠimmigrazione comune

Si propongono qui di seguito dieci principi comuni a fondamento della politica dĠimmigrazione comune, raggruppati intorno ai tre assi della prosperitˆ, sicurezza e solidarietˆ. Per illustrare la futura applicazione pratica di tali principi, dopo ognuno di essi sono indicati esempi di azioni concrete da intraprendere, a seconda dei casi, a livello dell'UE o degli Stati membri.

PROSPERITË: il contributo dellĠimmigrazione legale allo sviluppo socioeconomico dellĠUE

Il Consiglio europeo riunito nella primavera del 2008 ha invitato la Commissione ad esaminare Òl'impatto occupazionale e sociale della migrazione di cittadini di paesi terzi [É] nel contesto delle proposte della Commissione relative ad una politica comune in materia di migrazioneÓ[8]. Occorre valutare la futura immigrazione economica nellĠUE, fra lĠaltro dal punto di vista dellĠincontro tra le qualifiche degli immigrati e le esigenze del mercato nazionale del lavoro, e sulla base di questa valutazione promuovere le opportunitˆ di immigrazione legale. Oltre ad aprire strade all'immigrazione per motivi di lavoro, bisogna offrire ad altre categorie di migranti le possibilitˆ e i mezzi di entrare e soggiornare legalmente nellĠUE su base temporanea o permanente. Sarˆ promossa lĠintegrazione degli immigrati legali, e questo richiede un chiaro impegno sia da parte delle societˆ ospiti, sia da parte degli immigrati.

1.           Prosperitˆ e immigrazione: regole chiare e condizioni di paritˆ

              La politica d'immigrazione comune deve promuovere lĠimmigrazione legale e subordinarla a regole chiare, trasparenti e giuste. I cittadini di paesi terzi devono ricevere le informazioni necessarie per comprendere i requisiti e le procedure per lĠingresso e il soggiorno legale nellĠUE. Bisogna inoltre assicurare paritˆ di trattamento ai cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente sul territorio degli Stati membri, allo scopo di avvicinare il loro status giuridico a quello dei cittadini dellĠUE.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    continuare a definire regole chiare e trasparenti per lĠingresso e il soggiorno dei cittadini di paesi terzi, anche ai fini dellĠesercizio di un lavoro subordinato o autonomo;

á    fornire informazioni ai potenziali immigrati e ai richiedenti, anche sui loro diritti e sulle norme da rispettare una volta ottenuto il diritto di soggiorno nellĠUE;

á    chiarire le regole e offrire assistenza e sostegno nei paesi di origine e di destinazione, per favorire il rispetto dei requisiti in materia di ingresso e soggiorno;

á    elaborare una politica comune dei visti che consenta di rispondere in modo flessibile ai movimenti di persone fisiche su base temporanea e per fini professionali o di istruzione (ad es. lavoratori in trasferimento allĠinterno di societˆ multinazionali, prestatori di servizi in appalto, professionisti indipendenti e visitatori per affari, studenti, ricercatori, rappresentanti o funzionari dei governi, personale di organizzazioni internazionali o regionali).

2.           Prosperitˆ e immigrazione: incontro tra qualifiche e fabbisogno

              Come previsto dalla strategia di Lisbona, lĠimmigrazione per motivi economici deve rispondere a una valutazione comune dei bisogni dei mercati del lavoro dellĠUE per tutti i livelli di qualificazione e tutti i settori, allo scopo di rafforzare lĠeconomia europea basata sulle conoscenze, di sostenere la crescita economica e di soddisfare le necessitˆ del mercato del lavoro. Questo obiettivo va conseguito nel pieno rispetto del principio della preferenza comunitaria, del diritto degli Stati membri di determinare le quote di ammissione e dei diritti degli immigrati, e coinvolgendo attivamente le parti sociali e le autoritˆ regionali e locali.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    impegnarsi, seguendo lĠinvito del Consiglio europeo della primavera 2008, in una valutazione esauriente dei futuri bisogni europei per quanto riguarda le competenze fino al 2020, che tenga conto delle ripercussioni dei cambiamenti tecnologici e dell'invecchiamento della popolazione, dei flussi migratori e dei cambiamenti nella divisione del lavoro a livello mondiale; occorrerˆ anche valutare regolarmente i bisogni attuali e a medio termine dei mercati del lavoro degli Stati membri, per tutti i livelli di qualificazione e tutti i settori;

á    cominciare a sviluppare Òprofili migratoriÓ[9] nazionali, che offrano una visione integrale della situazione dellĠimmigrazione allĠinterno di ogni Stato membro in un dato momento, in particolare per quanto riguarda la partecipazione al mercato nazionale del lavoro e la composizione, in termini di qualifiche, dei flussi migratori (sia effettivi che potenziali); a tale scopo, assicurare la disponibilitˆ di dati coerenti, globali e comparabili sullĠimmigrazione, tra cui informazioni sulle presenze effettive e sui flussi, a livello sia dellĠUE che degli Stati membri;

á    migliorare la disponibilitˆ e lĠefficacia di politiche e strumenti di incontro tra offerta e domanda di lavoro, promuovendo una migliore istruzione e formazione per i lavoratori di paesi terzi in modo da adeguare le qualifiche degli immigrati alle caratteristiche dei mercati del lavoro nazionali, creando meccanismi adeguati per il riconoscimento delle qualifiche professionali acquisite fuori dallĠUE e dispensando informazioni e formazione nei paesi di origine;

á    analizzare la situazione attuale e le future tendenze per quanto riguarda la capacitˆ imprenditoriale degli immigrati e le barriere legislative e operative che potrebbero ostacolarne il tentativo di costituire unĠimpresa nellĠUE; sulla base di tale valutazione, proporre misure di sostegno allĠimprenditorialitˆ degli immigrati;

á    investire maggiormente in misure volte a procurare unĠoccupazione a cittadini di paesi terzi che soggiornano giˆ legalmente nellĠUE e che sono disoccupati ed economicamente inattivi (ad es. formazione infermieristica e per altri lavoratori nel settore sanitario), con particolare attenzione alle donne;

á    individuare misure che possano offrire una reale alternativa al lavoro illegale o creare incentivi per il lavoro legale.

3.           Prosperitˆ e immigrazione: lĠintegrazione  la chiave per il successo dellĠimmigrazione

              Gli immigrati legali devono essere integrati meglio nellĠUE, con un maggiore impegno da parte degli Stati membri di accoglienza e con il contributo degli stessi immigrati (processo Òa doppio sensoÓ), secondo i principi fondamentali comuni per lĠintegrazione stabiliti nel 2004. Gli immigrati devono avere lĠopportunitˆ di partecipare e sviluppare pienamente il loro potenziale; le societˆ europee devono diventare pi coese e pi capaci di gestire la diversitˆ collegata allĠimmigrazione.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    potenziare lĠapproccio mainstreaming del quadro per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi nell'Unione europea, favorendo ad esempio la partecipazione civica, lĠintegrazione nel mercato del lavoro, lĠinclusione sociale, le misure antidiscriminatorie, le pari opportunitˆ, lĠistruzione e le iniziative a favore dei giovani, il dialogo interculturale e la gestione della diversitˆ;

á    promuovere lĠapprendimento reciproco e lo scambio delle migliori pratiche per potenziare la capacitˆ dei paesi ospiti di gestire la loro crescente diversitˆ, affrontando fra lĠaltro i problemi relativi allĠistruzione degli alunni immigrati; sviluppare indicatori comuni e unĠadeguata capacitˆ statistica, con cui gli Stati membri possano valutare i risultati delle politiche di integrazione;

á    sostenere lo sviluppo di appositi programmi di integrazione per gli immigrati appena arrivati, ad esempio facilitando lĠacquisizione di capacitˆ linguistiche e promuovendo le competenze pratiche interculturali necessarie per un autentico adattamento e lĠimpegno nei confronti dei valori fondamentali europei; si potrebbe approfondire questo punto identificando i diritti e gli obblighi fondamentali dei nuovi immigrati nellĠambito di specifiche procedure nazionali (ad esempio programmi di integrazione, impegni espliciti a integrarsi, programmi di benvenuto, piani nazionali per la cittadinanza e lĠintegrazione, educazione civica o corsi di orientamento);

á    favorire la gestione della diversitˆ sul luogo di lavoro e fare in modo che le opportunitˆ di carriera siano aperte anche ai lavoratori di paesi terzi che soggiornano legalmente nellĠUE; gli sforzi politici devono mirare a garantire mezzi di avanzamento sociale a tutti i lavoratori presenti nellĠUE, ad assicurare il rispetto dei diritti sociali fondamentali e a favorire norme di lavoro eque e la coesione sociale; in questo contesto occorre prestare debita attenzione alla partecipazione delle donne immigrate al mercato del lavoro, nonchŽ agli immigrati che sono pi lontani dal mondo del lavoro;

á    garantire agli immigrati legali un accesso reale e non discriminatorio alle cure sanitarie e alla protezione sociale, e unĠeffettiva applicazione delle norme comunitarie che offrono ai cittadini di paesi terzi lo stesso trattamento riservato ai cittadini dellĠUE per quanto riguarda il coordinamento dei regimi di sicurezza sociale nellĠambito dellĠUnione[10]; inoltre, lĠUE e gli Stati membri devono promuovere la trasparenza delle norme relative al diritto alle pensioni per gli immigrati che intendono ritornare nel paese di origine;

á    studiare la possibilitˆ di aumentare la partecipazione a livello locale, nazionale ed europeo, in modo da riflettere le molteplici e mutanti identitˆ delle societˆ europee;

á    analizzare i collegamenti tra nuovi modelli migratori, come la migrazione circolare, e lĠintegrazione;

á    valutare lĠattuazione della direttiva 2003/86/CE del Consiglio relativa al diritto al ricongiungimento familiare, e le eventuali modifiche necessarie;

á    continuare ad ospitare i rifugiati e le persone bisognose di protezione, e sviluppare ulteriormente questa tradizione umanitaria nellĠelaborare la seconda fase del sistema europeo comune di asilo[11].

solidarietˆ: coordinamento tra gli Stati membri e cooperazione con i paesi terzi

Una politica dĠimmigrazione comune devĠessere basata sulla solidarietˆ tra gli Stati membri sancita dal trattato CE. Solidarietˆ e responsabilitˆ sono essenziali in un settore in cui le competenze sono condivise tra la Comunitˆ europea e gli Stati membri. Il successo di questa politica comune  possibile solo grazie a un impegno comune. Gli Stati membri hanno contesti storici, economici e demografici diversi tra loro che ne determinano le politiche dĠimmigrazione, ma queste hanno evidentemente un impatto al di lˆ delle frontiere nazionali e pertanto nessuno Stato membro pu˜ controllare o gestire efficacemente da solo tutti gli aspetti dellĠimmigrazione; di conseguenza, le decisioni che possono influenzare gli altri Stati membri devono essere coordinate. UnĠaltra espressione concreta di solidarietˆ  la ripartizione degli oneri finanziari. Gestire lĠimmigrazione, infatti, incide sulle finanze pubbliche. Si pu˜ ricorrere ai fondi dellĠUE per promuovere lĠattuazione dei principi comuni e si dovranno, allĠoccorrenza, mettere in comune le risorse nazionali per ottenere maggiore efficienza. LĠÒApproccio globale in materia di migrazioneÓ ha aggiunto unĠulteriore dimensione della solidarietˆ: per gestire meglio i flussi migratori nellĠinteresse di tutte le parti coinvolte, incluse le comunitˆ di immigrati allĠestero, occorre associare i paesi di origine e di transito allĠazione dellĠUE e inserire le questioni migratorie nella politica comunitaria di cooperazione allo sviluppo.

4.           Solidarietˆ e immigrazione: trasparenza, fiducia e cooperazione

              La politica dĠimmigrazione comune deve basarsi su un alto livello di solidarietˆ politica e operativa, reciproca fiducia, trasparenza, condivisione delle responsabilitˆ e impegno comune dellĠUnione europea e degli Stati membri.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    intensificare la comunicazione delle informazioni e la discussione allĠinterno dellĠUE, in modo da scambiarsi buone pratiche, aumentare la fiducia reciproca e coordinare le strategie sulle questioni di interesse comune, pur tenendo conto delle differenti tradizioni e situazioni migratorie;

á    elaborare o migliorare i dispositivi necessari per monitorare lĠeffetto delle misure nazionali in materia di immigrazione al di lˆ delle frontiere tra gli Stati membri, al fine di evitare incoerenze e aumentare il coordinamento a livello dellĠUnione;

á    sviluppare sistemi interoperabili e intensificare la condivisione degli strumenti tecnici (meccanismi e squadre di sostegno reciproco), facendo un uso strategico delle risorse finanziarie e umane per una gestione pi efficace dellĠimmigrazione;

á    migliorare la comunicazione interna ed esterna relativa alle politiche migratorie dellĠUE, i suoi obiettivi e le sue strategie, per consentire allĠUnione di parlare con una sola voce.

5.           Solidarietˆ e immigrazione: uso efficace e coerente dei mezzi disponibili

              La solidarietˆ necessaria per realizzare gli obiettivi strategici della politica dĠimmigrazione comune deve avere una forte componente finanziaria, che tenga conto della situazione specifica delle frontiere esterne di alcuni Stati membri e delle particolari sfide poste dalla migrazione.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    garantire, secondo il principio della sana gestione finanziaria, lĠuso strategico del programma generale ÒSolidarietˆ e gestione dei flussi migratoriÓ (2007-2013) in quanto meccanismo di ripartizione degli oneri che integra le risorse di bilancio degli Stati membri;

á    esplorare il pieno potenziale dellĠinsieme di meccanismi previsti dai quattro strumenti del programma generale, per rafforzare la capacitˆ degli Stati membri di attuare politiche efficaci e, al tempo stesso, di rispondere a esigenze immediate o a problemi specifici, come gli afflussi massicci;

á    riesaminare costantemente, per ogni strumento del programma, il criterio per la ripartizione delle risorse tra gli Stati membri e adeguarlo, se necessario, per reagire allĠaumento della domanda ed a nuove evoluzioni;

á    migliorare il coordinamento delle attivitˆ finanziate tramite risorse comunitarie e nazionali, per aumentare la trasparenza, la coerenza e lĠefficienza, evitare sovrapposizioni e conseguire gli obiettivi della politica dĠimmigrazione e di altre politiche correlate.

6.           Solidarietˆ e immigrazione: partenariati con i paesi terzi

              Per gestire efficacemente i flussi migratori sono necessarie forme autentiche di partenariato e cooperazione con i paesi terzi. Le questioni migratorie vanno pienamente integrate nella cooperazione allo sviluppo e in altre politiche esterne dellĠUnione. LĠUE deve procedere in stretta cooperazione con i paesi partner per aumentare le opportunitˆ di mobilitˆ legale e le capacitˆ di gestione della migrazione, per identificare i fattori di spinta migratoria, per proteggere i diritti fondamentali, per lottare contro i flussi irregolari e aumentare le possibilitˆ di utilizzare lĠimmigrazione a beneficio dello sviluppo.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    aiutare i paesi terzi a sviluppare i loro quadri legislativi nazionali e ad istituire sistemi di asilo e immigrazione, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali applicabili;

á    potenziare la cooperazione, il sostegno e lo sviluppo di capacitˆ nei paesi partner, al fine di elaborare strategie per una buona gestione dellĠimmigrazione, identificare i fattori di spinta migratoria e favorire lo sviluppo di misure di adeguamento efficaci; attenuare la fuga dei cervelli, intervenendo soprattutto per quanto riguarda la formazione, lĠassunzione, il ritorno, il lavoro dignitoso e le norme etiche di assunzione; valutare le tendenze dei mercati del lavoro nazionali, rispettare norme di lavoro eque, sviluppare sistemi di istruzione e formazione professionale in linea con le esigenze dei mercati del lavoro, attuare il potenziale di sviluppo delle rimesse, in particolare migliorando le statistiche, riducendo i costi di transazione e sostenendo lo sviluppo del settore finanziario;

á    fare un uso coerente e strategico di tutti gli strumenti politici elaborati negli ultimi anni nellĠambito dellĠÒApproccio globale in materia di migrazioneÓ, creando, fra lĠaltro, profili migratori di paesi terzi e piattaforme di cooperazione;

á    per i paesi candidati e potenziali candidati che hanno giˆ sviluppato meccanismi di cooperazione con lĠUE, ricorrere, laddove opportuno, ai nuovi strumenti politici per rafforzare la cooperazione;

á    collaborare strettamente con i partner africani al fine di attuare insieme il ÒProcesso di RabatÓ del 2006 sulla migrazione e sullo sviluppo e il partenariato UE-Africa in materia di migrazione, mobilitˆ e occupazione concluso a Lisbona nel dicembre 2007;

á    continuare a utilizzare il dialogo politico e settoriale con i paesi coinvolti nella politica europea di vicinato e con i paesi dellĠAmerica Latina, dei Caraibi e dellĠAsia per approfondire la comprensione dei rispettivi problemi migratori e per rafforzare la cooperazione;

á    concludere, insieme agli Stati membri interessati, partenariati di mobilitˆ con paesi partner, preparando la strada per accordi di gestione dellĠimmigrazione a scopi occupazionali con partner strategici selezionati a lungo termine, e per la cooperazione sulle problematiche del rimpatrio;

á    cooperare con i paesi di origine, nel pieno rispetto del principio della responsabilitˆ condivisa, al fine di sensibilizzarli allĠesigenza di scoraggiare i loro cittadini dallĠentrare e dal soggiornare illegalmente sul territorio dellĠUE;

á    offrire autentiche possibilitˆ di migrazione circolare, introducendo misure giuridiche e operative, o potenziandole, che garantiscano agli immigrati legali il diritto ad accedere in via prioritaria a ulteriori periodi di soggiorno legale nellĠUE;

á    inserire, negli accordi di associazione tra lĠUE e i suoi Stati membri e i paesi terzi, disposizioni relative al coordinamento dei regimi di sicurezza sociale; oltre al principio della paritˆ di trattamento, tali disposizioni potrebbero riguardare la trasferibilitˆ dei diritti sociali e dei diritti a pensione in particolare;

á    garantire la disponibilitˆ e lĠuso efficace di risorse adeguate nellĠambito di tutti gli strumenti finanziari nazionali e comunitari per attuare lĠÒApproccio globale in materia di migrazioneÓ in tutte le sue dimensioni, pur rispettando i finanziamenti giˆ stabiliti a livello comunitario.

SICUREZZA: una lotta efficace contro lĠimmigrazione illegale

Prevenire e ridurre lĠimmigrazione illegale in tutte le sue dimensioni sono condizioni cruciali affinchŽ le politiche in materia di immigrazione legale siano credibili e accettate dal pubblico. Occorre potenziare il controllo dellĠaccesso al territorio dellĠUE per promuovere una gestione delle frontiere veramente integrata, garantendo al tempo stesso un accesso agevole ai viaggiatori in buona fede e alle persone bisognose di protezione, e mantenendo lĠEuropa aperta al mondo. Pur essendo un fenomeno che coinvolge anche molti cittadini dellĠUE, il lavoro non dichiarato e il lavoro irregolare possono agire come fattori di attrazione per lĠimmigrazione illegale e vanno pertanto combattuti. Intensificare la lotta contro il traffico di migranti e la tratta di persone in tutti i suoi aspetti  una prioritˆ fondamentale per lĠUE e gli Stati membri. Per aiutare gli Stati membri che devono rimpatriare cittadini di paesi terzi i quali non soddisfano, o non soddisfano pi, le condizioni per il soggiorno nellĠUE occorre una politica di rimpatrio sostenibile ed efficace, basata su regole chiare, trasparenti ed eque. Regolarizzazioni di massa indiscriminate di immigrati in situazione irregolare non costituiscono uno strumento durevole ed efficace di gestione della migrazione e vanno evitate. Tutte queste politiche e misure devono rispettare pienamente la dignitˆ, i diritti e le libertˆ fondamentali delle persone coinvolte.

7.           Sicurezza e immigrazione: una politica dei visti al servizio degli interessi dellĠEuropa e dei suoi partner

              La politica comune dei visti dovrebbe agevolare lĠingresso dei visitatori in buona fede e aumentare la sicurezza. Bisogna ricorrere, laddove necessario, a nuove tecnologie per consentire verifiche differenziate e fondate sullĠanalisi dei rischi delle domande di visto, con un intenso scambio di informazioni tra gli Stati membri, nel pieno rispetto delle leggi in materia di privacy e protezione dei dati.


Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    stabilire un approccio integrato su quattro livelli, che permetta di controllare sistematicamente gli immigrati ad ogni tappa del loro percorso per lĠUnione (presso i consolati, allĠarrivo, allĠinterno del territorio europeo e alla partenza);

á    sostituire gli attuali visti nazionali del sistema Schengen con visti Schengen europei uniformi, consentendo un trattamento paritario di tutti i richiedenti il visto e unĠapplicazione armonizzata dei criteri per i controlli di sicurezza;

á    rilasciare i visti presso centri consolari comuni che rappresentino pi Stati membri o addirittura tutti gli Stati membri, realizzando cos“ economie di scala e agevolando lĠaccesso dei richiedenti di tutti i paesi terzi;

á    esaminare la possibilitˆ di creare un dispositivo che obblighi i cittadini di paesi terzi a ottenere unĠautorizzazione elettronica per viaggiare prima di recarsi sul territorio dellĠUE;

á    esplorare ulteriormente le opportunitˆ di facilitazione del rilascio dei visti e migliorare il coordinamento delle relative procedure, anche per i visti di lunga durata.

8.           Sicurezza e immigrazione: gestione integrata delle frontiere

              LĠintegritˆ di uno spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne va conservata. Occorre rafforzare la gestione integrata delle frontiere esterne e sviluppare politiche di controllo frontaliero coerenti con le politiche relative al controllo doganale e alla prevenzione di altre minacce per la sicurezza.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    rafforzare la dimensione operativa dellĠAgenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dellĠUnione europea (FRONTEX), fra lĠaltro aumentandone la capacitˆ di comando operativo e il potere di avviare operazioni che comportano controlli di frontiera in zone identificate come ad alto rischio ed esposte a pressioni migratorie eccezionali;

á    sviluppare un approccio integrato per intensificare lĠuso di nuove tecnologie, ivi compresi gli strumenti informatici esistenti e progettati, procedendo verso lĠintegrazione delle singole funzionalitˆ dei vari sistemi che compongono lĠarchitettura informatica generale; garantire che sia pienamente sfruttato il potenziale del Settimo programma quadro di ricerca;

á    continuare a sviluppare il concetto di sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (EUROSUR), migliorando il coordinamento allĠinterno degli Stati membri, tra gli Stati membri e tra i mezzi usati e le attivitˆ svolte dagli Stati membri ai fini delle politiche di sorveglianza e mantenimento della sicurezza interna;

á    sviluppare a livello europeo un approccio coordinato e strategico alla cooperazione con i paesi terzi, con un sostegno mirato per creare una capacitˆ di gestione delle frontiere sostenibile ed effettiva in paesi partner strategici di transito e di origine; un ruolo essenziale spetterebbe a FRONTEX nell'ambito delle missioni di assistenza frontaliera in tali paesi;

á    continuare a sostenere lo sviluppo, negli Stati membri, di una capacitˆ di controllo delle frontiere modernissima, uniforme e interoperabile, con maggiore ricorso a strumenti di solidarietˆ finanziaria europea; sviluppare nuovi meccanismi per una ripartizione efficace e operativa degli oneri, al fine di aiutare gli Stati membri ad affrontare, attualmente o in futuro, arrivi ricorrenti e massicci di immigrati illegali, combinando risorse europee e risorse nazionali condivise;

á    aumentare la cooperazione tra le autoritˆ degli Stati membri per sviluppare un sistema di Òsportello unicoÓ ai valichi di frontiera, nel quale ogni viaggiatore sia soggetto, in generale, a un solo controllo da parte di una sola autoritˆ.

9.           Sicurezza e immigrazione: intensificare la lotta contro l'immigrazione illegale e tolleranza zero per la tratta di persone.

              LĠUE e i suoi Stati membri dovrebbero sviluppare una politica coerente di lotta contro lĠimmigrazione illegale e la tratta di esseri umani. Il lavoro irregolare e il lavoro non dichiarato[12] , nelle loro varie forme, devono essere combattuti efficacemente con misure preventive, di contrasto e con sanzioni. Occorre inoltre aumentare la protezione e il sostegno alle vittime della tratta di persone.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    investire risorse finanziarie e umane adeguate per indagare sui casi di traffico e di tratta e per aumentare il numero e la qualitˆ dei controlli, specie tramite ispezioni sul posto di lavoro;

á    coinvolgere attivamente i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nella lotta contro il lavoro irregolare e il lavoro non dichiarato;

á    sviluppare strumenti di analisi dei rischi e favorire la cooperazione e i controlli incrociati tra diverse amministrazioni per aumentare il tasso di individuazione del lavoro non dichiarato che coinvolge cittadini di paesi terzi in posizione sia regolare sia irregolare;

á    facilitare gli scambi di buone prassi, una valutazione pi sistematica delle politiche e una migliore quantificazione del lavoro irregolare e del lavoro non dichiarato;

á    aumentare lĠuso di tecnologie biometriche come strumento importante di lotta contro lĠimmigrazione illegale e la tratta di persone;

á    garantire che i cittadini in posizione irregolare abbiano accesso ai servizi essenziali per il rispetto dei diritti umani fondamentali (ad es. lĠistruzione dei bambini o le cure mediche di base);

á    proteggere e assistere le vittime della tratta di persone, in particolare donne e bambini, valutando e rivedendo il regime comune esistente; continuare a sviluppare mezzi giuridici e operativi per agevolare il recupero delle vittime e la loro reintegrazione nella societˆ ospite o in quella di origine, anche mediante specifici programmi;

á    rafforzare il quadro giuridico esistente relativo di contrasto allĠingresso e al soggiorno illegali, allo sfruttamento sessuale dei bambini e alla pedopornografia, per tenere conto di nuovi fenomeni criminali;

á    intensificare lĠazione dellĠUE, a livello regionale e internazionale, per garantire un'applicazione concreta degli strumenti internazionali nel settore del traffico di migranti e della tratta di persone, mediante una cooperazione pi coerente, continua ed efficace.

10.         Sicurezza e immigrazione: politiche di rimpatrio sostenibili ed efficaci

              Misure di rimpatrio efficaci sono una componente indispensabile della politica dellĠUE in materia di immigrazione illegale. Vanno evitate le regolarizzazioni indiscriminate su larga scala di persone in posizione irregolare, pur lasciando aperta la possibilitˆ di singole regolarizzazioni basate su criteri equi e trasparenti.

Per ottenere tutto ci˜, lĠUE e gli Stati membri devono:

á    conferire alla politica di rimpatrio una dimensione autenticamente europea, garantendo il pieno riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio;

á    rafforzare la cooperazione pratica tra Stati membri nellĠapplicazione dei provvedimenti di rimpatrio e potenziare il ruolo di FRONTEX per quanto riguarda le operazioni congiunte di rimpatrio per via aerea;

á    controllare lĠesecuzione e lĠapplicazione della direttiva sulle norme e procedure comuni da applicarsi negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente (quando sarˆ in vigore);

á    definire misure per agevolare lĠidentificazione dei rimpatriati privi di documenti e per impedire il furto di identitˆ;

á    prendere iniziative per garantire che tutti i paesi terzi rispettino lĠobbligo di accettare la riammissione dei loro cittadini;

á    valutare tutti gli accordi di riammissione vigenti allo scopo di agevolarne lĠapplicazione pratica e di trarre insegnamenti utili per i futuri negoziati;

á    sviluppare unĠimpostazione comune in materia di regolarizzazione, con requisiti minimi per un'informazione reciproca precoce;

á    considerare la possibilitˆ di introdurre un lasciapassare europeo per facilitare il rimpatrio di migranti privi di documenti.

III.        Conclusione: governance dellĠimmigrazione

Il Consiglio europeo  invitato a sottoscrivere i principi comuni proposti nella presente comunicazione, sui quali sarˆ basata la politica dĠimmigrazione comune. Questi principi saranno attuati con azioni concrete, come si  suggerito sopra, e saranno oggetto di un follow-up regolare tramite un nuovo meccanismo di monitoraggio e valutazione che comprenderˆ valutazioni periodiche.

La politica dĠimmigrazione comune sarˆ attuata in partenariato e solidarietˆ tra gli Stati membri e le istituzioni dellĠUE. Questo quadro dovrebbe essere abbastanza flessibile per adeguarsi ai cambiamenti legati principalmente alla situazione economica, allĠevoluzione del mercato e agli sviluppi tecnologici. In particolare, la politica dĠimmigrazione comune sarˆ attuata nel modo seguente.

1.           UnĠazione coordinata e coerente dellĠUE e degli Stati membri:

á    i principi comuni e le misure concrete della politica dĠimmigrazione comune saranno applicati in piena trasparenza a livello europeo, nazionale o regionale, secondo i casi;

á    per trovare il giusto mezzo tra esigenze del mercato del lavoro, incidenze economiche, conseguenze sociali, politiche di integrazione e obiettivi di politica estera, sarˆ accentuato il coordinamento tra lĠUE e i livelli nazionale, regionale e locale, soprattutto nei settori statistico ed economico, sociale e delle politiche di sviluppo;

á    le questioni migratorie saranno integrate in tutte le altre politiche con cui possano avere connessioni ("approccio mainstreamingÓ); le dimensioni economica, sociale e internazionale dellĠimmigrazione devono essere inglobate in tutte le politiche connesse: sviluppo, commercio, politica di coesione, occupazione e politica sociale, ambiente, ricerca, istruzione, sanitˆ, agricoltura e pesca, politica estera e di sicurezza, politica economica e fiscale;

á    saranno creati o rafforzati meccanismi per promuovere una tempestiva consultazione delle parti interessate sulle nuove evoluzioni politiche, in particolare delle autoritˆ regionali e locali, delle parti sociali, degli esperti accademici, delle organizzazioni internazionali, delle associazioni di immigrati e della societˆ civile;

á    sarˆ favorito lo scambio delle buone pratiche, lĠapprendimento reciproco a tutti i livelli e unĠampia divulgazione delle conoscenze sulle politiche pi efficaci in materia di immigrazione e integrazione.

2.           Una metodologia comune allĠUE e agli Stati membri per garantire trasparenza, fiducia reciproca e coerenza. Tale metodologia comprenderˆ i seguenti elementi.

á    I principi comuni saranno tradotti in obiettivi e indicatori comuni allĠUE e agli Stati membri, per garantirne lĠapplicazione.

á    Gli obiettivi e gli indicatori comuni concordati saranno inseriti nei profili migratori nazionali, che saranno sviluppati in cooperazione con ogni Stato membro per aumentare la conoscenza dei flussi migratori. Tali profili valuteranno la situazione del mercato del lavoro e i modelli migratori nazionali, e contribuiranno a formare una base concreta di dati per politiche migratorie che rispondano efficacemente alle esigenze prioritarie degli Stati membri. Essi raccoglieranno tutte le informazioni necessarie, sia sugli immigrati giˆ presenti sul territorio nazionale, sia sui potenziali immigrati, considereranno la composizione della popolazione immigrata in termini di qualifiche, ed esamineranno le future esigenze occupazionali.

á    Allo scopo di controllare, valutare e monitorare lo sviluppo dellĠazione sullĠimmigrazione, gli Stati membri presenteranno alla Commissione una relazione annuale sullĠapplicazione degli obiettivi comuni e sui profili migratori nazionali.

á    Le relazioni degli Stati membri serviranno da base per la relazione annuale di sintesi della Commissione, che sarˆ trasmessa anche al Parlamento europeo.

Sulla base della relazione di sintesi della Commissione, ogni anno il Consiglio europeo di primavera effettuerˆ una valutazione politica della situazione e formulerˆ raccomandazioni, se del caso.


ALLEGATO

SINTESI – I DIECI PRINCIPI COMUNI

(1)          Prosperitˆ e immigrazione: regole chiare e condizioni di paritˆ

La politica d'immigrazione comune deve promuovere lĠimmigrazione legale e subordinarla a regole chiare, trasparenti e giuste. I cittadini di paesi terzi devono ricevere le informazioni necessarie per comprendere i requisiti e le procedure per lĠingresso e il soggiorno legale nellĠUE. Bisogna assicurare paritˆ di trattamento ai cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente sul territorio degli Stati membri, allo scopo di avvicinare il loro status giuridico a quello dei cittadini dellĠUE.

(2)          Prosperitˆ e immigrazione: incontro tra qualifiche e fabbisogno

Come previsto dalla strategia di Lisbona, lĠimmigrazione per motivi economici deve rispondere a una valutazione comune dei bisogni dei mercati del lavoro dellĠUE per tutti i livelli di qualificazione e tutti i settori, allo scopo di rafforzare lĠeconomia europea basata sulle conoscenze, di sostenere la crescita economica e di soddisfare le necessitˆ del mercato del lavoro. Questo obiettivo va conseguito nel pieno rispetto del principio della preferenza comunitaria, del diritto degli Stati membri di determinare le quote di ammissione e dei diritti degli immigrati, e coinvolgendo attivamente le parti sociali e le autoritˆ regionali e locali.

(3)          Prosperitˆ e immigrazione: lĠintegrazione  la chiave per il successo dellĠimmigrazione

Gli immigrati legali devono essere integrati meglio nellĠUE, con un maggiore impegno da parte degli Stati membri di accoglienza e con il contributo degli stessi immigrati (processo Òa doppio sensoÓ), secondo i principi fondamentali comuni per lĠintegrazione stabiliti nel 2004. Gli immigrati devono avere lĠopportunitˆ di partecipare e sviluppare pienamente il loro potenziale; le societˆ europee devono diventare pi coese e pi capaci di gestire la diversitˆ collegata allĠimmigrazione.

(4)          Solidarietˆ e immigrazione: trasparenza, fiducia e cooperazione

La politica dĠimmigrazione comune deve basarsi su un alto livello di solidarietˆ politica e operativa, reciproca fiducia, trasparenza, condivisione delle responsabilitˆ e impegno comune dellĠUnione europea e degli Stati membri.

(5)          Solidarietˆ e immigrazione: uso efficace e coerente dei mezzi disponibili

La solidarietˆ necessaria per realizzare gli obiettivi strategici delle politiche comuni di immigrazione deve avere una forte componente finanziaria, che tenga conto della situazione specifica delle frontiere esterne di alcuni Stati membri e delle particolari sfide migratorie a cui essi si trovano di fronte.

(6)          Solidarietˆ e immigrazione: partenariati con i paesi terzi

Per gestire efficacemente i flussi migratori sono necessarie forme autentiche di partenariato e cooperazione con i paesi terzi. Le questioni migratorie vanno pienamente integrate nella cooperazione allo sviluppo e in altre politiche esterne dellĠUnione. LĠUE deve procedere in stretta cooperazione con i paesi partner per aumentare le opportunitˆ di mobilitˆ legale e le capacitˆ di gestione della migrazione, per identificare i fattori di spinta migratoria, per proteggere i diritti fondamentali, per lottare contro i flussi irregolari e aumentare le possibilitˆ di utilizzare lĠimmigrazione a beneficio dello sviluppo.

(7)          Sicurezza e immigrazione: una politica dei visti al servizio degli interessi dellĠEuropa

La politica comune dei visti dovrebbe agevolare lĠingresso dei visitatori in buona fede e aumentare la sicurezza. Bisogna ricorrere, laddove necessario, a nuove tecnologie per consentire verifiche differenziate e fondate sullĠanalisi dei rischi delle domande di visto, con un intenso scambio di informazioni tra gli Stati membri, nel pieno rispetto delle leggi in materia di privacy e protezione dei dati.

(8)          Sicurezza e immigrazione: gestione integrata delle frontiere

LĠintegritˆ di uno spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne va conservata. Occorre rafforzare la gestione integrata delle frontiere esterne e sviluppare politiche di controllo frontaliero coerenti con le politiche relative al controllo doganale e alla prevenzione di altre minacce per la sicurezza.

(9)          Sicurezza e immigrazione: intensificare la lotta contro l'immigrazione illegale e tolleranza zero per la tratta di persone.

LĠUE e i suoi Stati membri devono sviluppare una politica coerente di lotta contro lĠimmigrazione illegale e la tratta di persone. Il lavoro irregolare e il lavoro non dichiarato, nelle loro varie forme, devono essere combattuti efficacemente con misure preventive, di contrasto e con sanzioni. Occorre inoltre aumentare la protezione e il sostegno alle vittime della tratta di persone.

(10)        Sicurezza e immigrazione: politiche di rimpatrio sostenibili ed efficaci.

Provvedimenti di rimpatrio efficaci sono una componente indispensabile della politica dellĠUE contro lĠimmigrazione illegale. Vanno evitate le regolarizzazioni indiscriminate su larga scala di persone in posizione irregolare, pur lasciando aperta la possibilitˆ di singole regolarizzazioni basate su criteri equi e trasparenti.



[1]           Questa cifra si riferisce alla percentuale della popolazione dellĠUE costituita da cittadini di paesi terzi: va tenuto presente che molti di costoro non sono immigrati, ma discendenti di immigrati che non hanno acquistato la cittadinanza del paese di residenza.

[2]           Eurostat, statistiche relative alla popolazione e alle condizioni sociali.

[3]           Statistiche di Eurostat relative alla popolazione EUROPOP2008, scenario di convergenza basato sul 2008, anno di convergenza 2150.

[4]           Cfr. ÒThe impact of ageing on public expenditure: projections for the EU-25 Member States on pensions, health-care, long-term care, education and unemployment transfers (2004-2050)Ó (ÒLĠimpatto dellĠinvecchiamento sulla spesa pubblica: proiezioni per gli Stati membri dellĠUE a 25 sui trasferimenti in materia di pensioni, cure sanitarie, cure di lunga durata, istruzione e disoccupazione (2004-2050)Ó), European Economy, Special Reports 1/2006, a cura del Comitato di politica economica e della Commissione europea (DG ECFIN).

[5]           COM(2007) 780 definitivo.

[6]           Lo sviluppo di tale politica deve andare di pari passo con la graduale rimozione degli accordi transitori che continuano a limitare la libera circolazione dei cittadini di alcuni Stati membri dellĠUE. La presente comunicazione, comunque, si occupa soltanto di questioni relative allĠimmigrazione di cittadini di paesi terzi e non della circolazione di cittadini dellĠUE allĠinterno dellĠUnione o delle varie regioni.

[7]           Questo aspetto sarˆ ulteriormente sviluppato nella definizione della seconda fase del sistema europeo comune di asilo: cfr. ÒPiano strategico sullĠasilo: un approccio integrato in materia di protezione nellĠUnione europeaÓ, presentato insieme alla presente comunicazione (COM(2008) 360).

[8]           Consiglio europeo di Bruxelles, 13 e 14 marzo 2008, conclusioni della presidenza, punto 14.

[9]           I Òprofili migratoriÓ raccoglieranno in modo strutturale tutte le informazioni necessarie per promuovere una gestione della migrazione basata su dati concreti. Un aspetto centrale di tali profili sarˆ costituito dalle esigenze del mercato del lavoro. Oltre a raccogliere informazioni sulla situazione corrente del mercato del lavoro, sui tassi di disoccupazione, sulla richiesta e lĠofferta di lavoro, essi serviranno a segnalare le potenziali carenze di qualifiche per ogni settore e occupazione. Stabilire profili migratori consentirˆ allĠUE e agli Stati membri di varare programmi per lĠincontro tra lĠofferta e la domanda di lavoro, sia allĠinterno dellĠUE sia con i paesi terzi. I profili migratori conterranno inoltre dati sulle qualifiche disponibili nelle comunitˆ transnazionali, sulla composizione dei flussi migratori, anche in termini di genere ed etˆ, e sui flussi finanziari in entrata e in uscita collegati alla migrazione, ivi comprese le rimesse dei migranti.

[10]          Nel 2003, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato il regolamento (CE) n. 859/2003 (GU L 124 del 20.5.2003), che estende le disposizioni del regolamento (CEE) n. 1408/71 ai cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente nellĠUE e che si trovano in una situazione transfrontaliera. Nel luglio 2007, la Commissione ha adottato una proposta che estende le disposizioni del regolamento (CE) n. 883/2004 (che sostituirˆ il regolamento (CEE) n. 1408/71) ai cittadini che soggiornano legalmente nella Comunitˆ e si trovano in una situazione transfrontaliera (COM (2007) 439).

[11]          Cfr. ÒPiano strategico sullĠasilo: un approccio integrato in materia di protezione nellĠUnione europeaÓ, presentato insieme alla presente comunicazione (COM(2008) 360).

[12]          Gli Stati membri dovranno affrontare anche il problema del lavoro sommerso dei cittadini dellĠUE, ma questo aspetto, interno allĠUE, non  affrontato nel presente documento.