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Notizie

Ministro Roberto Maroni

23.07.2008

Maroni: «Il primo diritto dei bambini che vivono nei campi nomadi è il diritto all’identità»

Il ministro dell’Interno illustra alla Commissione bicamerale per l’Infanzia i suoi obiettivi: prima l’identificazione poi, da settembre, i piani di scolarizzazione per i bambini. Per superare il degrado dei campi nomadi abusivi, nuove strutture sul modello di Voghera

Bambini romOltre la metà degli abitanti dei campi nomadi sono bambini, ma quelli che vanno a scuola sono solo una minoranza. Dalle prime rilevazioni risulta che molti di loro sono nati in Italia, ma vivono senza genitori; sono stati affidati a qualcuno, nella migliore delle ipotesi a un parente.
«Il primo diritto di questi bambini - ha riferito il ministro dell’Interno Maroni alla Commissione bicamerale per l'Infanzia - è quello all'identità, per evitare che finiscano nei circuiti criminali».
L’identità dei bambini sarà verificata caso per caso e, «per quelli senza genitori, nati qui, - ha detto Maroni - la mia proposta è di concedere la cittadinanza italiana».
Il ministro ha poi riferito di aver avuto «questa mattina la disponibilità del governo rumeno a collaborare», per quanto riguarda i bambini di nazionalità rumena.
Quanto alle «polemiche pretestuose» sul rilevamento delle impronte digitali ai minori, Maroni ha precisato che «non si è mai parlato di impronte, ma di rilievi segnaletici». «Non è obbligatorio né necessario - ha spiegato - prendere le impronte se c'è un altro modo».

Dopo l' identificazione, ha detto Maroni, «puntiamo a mandarli a scuola». Secondo i dati in suo possesso, infatti, su 7.000 minori presenti a Roma, solo 1.000 hanno avuto qualche esperienza scolastica, non sempre una frequenza regolare.
All’inizio del mese di settembre il ministero dell'Istruzione, insieme all'Unicef Italia e alle altre associazioni impegnate nella tutela dei diritti dei minori, definiranno «appositi programmi di scolarizzazione». Il punto di vista delle associazioni, secondo il ministro, è «indispensabile».

Il ministro ha ricordato, nel corso dell’audizione, il grave degrado sociale e sanitario presente nei numerosi campi abusivi sul territorio che, solamente a Roma, superano le cento unità.
Per affrontare questo problema il governo si è posto l’obiettivo di realizzare nuovi campi nomadi, strutture intese come 'villaggi della solidarietà’, «che abbiano – ha spiegato il ministro dell’Interno - tutti i servizi fondamentali, che siano gestite in modo trasparente, come condomini orizzontali, perchè sia garantita la sicurezza di chi vive dentro e di chi vive fuori».
Il modello da realizzare, ha spiegato Maroni, è quello adottato dal comune di Voghera, in provincia di Pavia, «dove vivono nomadi, rom e sinti, perfettamente integrati e accettati dalla comunità locale».

Un freno alla nascita di campi nomadi abusivi verrà anche dai sindaci che avranno maggiori poteri, grazie alle misure contenute in un decreto legislativo, già inviato alle Camere per il parere, che sarà approvato dal Consiglio dei ministri il primo agosto. Le nuove norme consentiranno al sindaco di negare la residenza e l'iscrizione all'anagrafe qualora non sussistano determinati requisiti quali, ad esempio, la disponibilità di una dimora adeguata e rispondente alle norme igienico-sanitarie o, per i cittadini comunitari, l’assicurazione obbligatoria contro le malattie e un reddito adeguato.





   
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