MUORE UN IMMIGRATO NEL CENTRO DI IDENTIFICAZIONE DI CALTANISSETTA.
NEANCHE UN RIGO DI CRONACA. SILENZIO, DIMENTICANZA O OMERTA ?
Nella notte tra il 29 ed il 30 giugno un immigrato africano morto
nel centro di identificazione allinterno del centro polifunzionale ( CPT, CID
e CARA) di Pian del lago a Caltanissetta, dopo essersi sentito male nel
pomeriggio della domenica, ed avere ricevuto, per quanto risulta dalle prime
testimonianze, soltanto un bicchiere dacqua ( non si sa se con i soliti
tranquillanti di cui si fa largo uso nei centri di detenzione). Solo nella
mattina del 30 giugno quando alle 7,30 sono arrivati i medici della Croce Rossa
ne stato constatato il decesso, malgrado gli altri migranti avessero
sollecitato per ore lintervento di un medico. Nel centro si respira ancora una
atmosfera di grande tensione, probabilmente i migranti testimoni dei fatti
saranno presto trasferiti altrove, in silenzio, prima che la vicenda diventi di
dominio pubblico, come avviene di solito in queste circostanze. Anzi, in molti
casi, la morte di uno significa la libert di tanti altri, perch piuttosto che
trattenere scomodi testimoni, si preferisce ributtare nella clandestinit
quanti potrebbero raccontare cosa successo. Tutto diventa pi facile –
se non possibile una deportazione immediata - con la liberazione immediata
dei testimoni e la consegna dellordine di lasciare entro 5 giorni il
territorio nazionale. Senza soldi, senza documenti, un ordine impossibile da
eseguire. Ed alla fine, scomparsi nella clandestinit i testimoni, nessuno
ricorder pi nulla, neppure chi aveva il dovere di garantire la dignit, la
salute e la vita di un immigrato senza nome rinchiuso in un centro di
identificazione.
Abbiamo atteso per ore un comunicato da parte della direzione del
centro o della Questura di Caltanissetta, o una agenzia di stampa che almeno
desse notizia del fatto, confermato da fonti diverse durante la giornata.
Niente. Una cappa di silenzio calata sul centro polifunzionale di Pian del
Lago, mentre probabilmente si staranno sistemando registri e referti,
testimonianze e documenti vari, per dimostrare che alla fine si trattata,
come al solito, di una tragica fatalit. Tutti erano al loro posto, tutti hanno
fatto il proprio dovere, medici, operatori dellente gestore e poliziotti di
guardia. Come al solito, nessun colpevole, nessun responsabile per la vita di
un uomo, di un clandestino.
Un copione tante volte visto, in Sicilia ed in altre parti dItalia,
ma di fronte al quale non cesseremo mai di esprimere la nostra indignazione. Ed
una richiesta di chiarezza, in una struttura sempre pi affollata, nella quale
arrivano molti immigrati sbarcati a Lampedusa ancora da identificare, un centro
che stato negli anni teatro di episodi inquietanti sui quali ancora dovrebbe
indagare la magistratura. Anche la relazione della Commissione De Mistura non
aveva lesinato critiche alla gestione del centro di Caltanissetta, ed oggi la
situazione sembra pi grave che in passato, perch i centri di detenzione si
vanno riempiendo per le retate di clandestini che la polizia sta
intensificando nelle grandi aree urbane, mentre i centri di identificazione
esplodono per laumento esponenziale degli sbarchi a Lampedusa e in altre parti
della Sicilia.
Una giovane vita si spegneva nel centro di Pian Del Lago, e il
ministro Ronchi dormiva a Lampedusa il sonno del giusto, o, dopo una lauta
cena a base di pesce, era ospite
di una qualche missione notturna delle nostre forze navali, che continuano a
salvare vite umane nel Canale di Sicilia, malgrado le diverse direttive
operative dellAgenzia europea per il controllo delle frontiere marittime
FRONTEX.
Caro ministro, piuttosto che appropriarsi di meriti che non le
appartengono, perch la situazione a Lampedusa migliorata prima del suo
avvento al governo, solo grazie al trasferimento ed alla apertura del centro alle
organizzazioni umanitarie, a partire dal 2007, perch non spendeva una parola
sul destino buio che attender in futuro i migranti dopo il loro arrivo a
Lampedusa ? Soprattutto quelli che non riusciranno ad ottenere lo status di
rifugiato o di protezione umanitaria, ma che in molti casi non sar possibile
espellere. Magari una breve dichiarazione, anche per avvertire che con il
sovraffollamento dei centri di detenzione e di accoglienza nelle altre parti
dItalia, effetto delle nuove politiche securitarie del governo Berlusconi, dellaggravante
della clandestinit, del prolungamento a 18 mesi della durata della detenzione
amministrativa, a Lampedusa si rimarr non solo due ma anche dieci -dodici
giorni, e forse mesi, come in passato, ai tempi del precedente governo
Berlusconi, in 1600 persone, in uno spazio che ne potrebbe accogliere meno
della met. Mentre i fondi per finanziare la seconda accoglienza ed il sistema
di protezione per i richiedenti asilo verranno drasticamente tagliati.
Un vero albergo a cinque stelle lo diventer di certo in futuro, il
nuovo centro di accoglienza di Lampedusa, forse talvolta un po troppo
affollato, ma al sicuro da giornalisti curiosi ( come Gatti non ce ne sono
tanti in giro) e da magistrati invadenti ( Il Tribunale di Agrigento
lontano). Magari il ministro potrebbe mandarci qualche suo dipendente in
vacanza, cos almeno potrebbe essere un poco pi informato di quelle tragedie quotidiane
dellimmigrazione che si consumeranno nel silenzio, in futuro anche a Lampedusa,
come negli altri centri di detenzione in Italia. Lestate lunga e non appena
il nuovo pacchetto sicurezza sar approvato, e i centri di detenzione in Italia
arriveranno al collasso, Lampedusa scoppier di nuovo, a meno che qualcuno non
ritorni alla prassi ignobile di rispedire i migranti appena arrivati, in Libia,
nelle carceri e nei fossati desertici che Gheddafi chiama centri di accoglienza,
una pratica per la quale la Corte Europea dei diritti delluomo nel 2004 ha
condannato lItalia.
Intanto, per lennesima
volta, non rimane che chiedere chiarezza sulle circostanze della morte del
migrante senza nome che ha concluso il suo viaggio della speranza, e la sua
vita, nel centro di identificazione di Caltanissetta. Almeno che sia fatta una
autopsia e che questa non sia quella farsa che spesso diventa nei tribunali
siciliani (a Palermo si attende ancora di conoscere il risultato dellautopsia
di una donna rom morta otto mesi fa, allospedale di Villa Sofia, per cause mai
chiarite). Vorremmo che qualche magistrato cerchi di capire che tipo di
servizio di assistenza garantisce la Croce Rossa nelle diverse sezioni del
centro polifunzionale di Caltanissetta. E vorremmo che si facesse finalmente
chiarezza sul personale civile impiegato in questa struttura. Magari anche per
sapere chi fosse presente al momento del decesso dellimmigrato, e chi fosse il
responsabile in quel momento dellente gestore. Soprattutto vorremmo un
magistrato che abbia la voglia di accertare se nel centro si continua ancora a
fare largo uso di psicofarmaci. Alcuni anni fa, qualcuno aveva definito anche
Pian del lago come un albergo a cinque stelle. La penna dei velinari si ripete
sempre ma la realt pi forte delle menzogne e delle omert.
Fulvio Vassallo Paleologo
Universit di Palermo