Lotta
allĠimmigrazione clandestina e divieto di tortura o di trattamenti inumani e
degradanti.
Dai primi giorni
dellĠinsediamento del nuovo governo sono ripresi i rimpatri forzati di migranti
direttamente da Lampedusa (via Catania) verso lĠEgitto. Una coda avvelenata
degli accordi di riammissione tra Italia ed Egitto sottoscritti dal governo
Prodi nel gennaio del 2007. Una collaborazione rinsaldata dalla recente
Òvacanza premioÓ del leader egiziano Mubarak alla corte di Berlusconi in
Sardegna. Non si sa se queste misure di allontanamento siano state convalidate
da un magistrato o se siano stati forniti strumenti effettivi di ricorso. Di
certo a Lampedusa non cĠ un Tribunale n una Questura, quella pi vicina,
competente per i provvedimenti di allontanamento forzato, si trova ad
Agrigento. Non chiaro se a tutti i migranti respinti subito dopo il loro
arrivo a Lampedusa sia stata offerta la possibilit di fare valere una
richiesta di asilo o di protezione internazionale, e su quale base si sia
verificata la loro nazionalit. Di certo gli Òincidenti di percorsoÓ non sono
mancati ed un migrante marocchino inviato in Egitto stato di nuovo restituito
alle autorit italiane. Come nel 2004 quando Sylvester W., un migrante della
Sierra Leone, salvato dalla nave tedesca Cap Anamur venne rispedito in Ghana
con un documento di viaggio rilasciato dallĠambasciata ghanese a Roma.
Gli sbarchi in
Sicilia sono triplicati rispetto allo scorso anno, come in forte aumento il
numero delle vittime di naufragi nel Canale di Sicilia. I recenti provvedimenti
in materia di sicurezza non hanno avuto evidentemente alcun effetto deterrente
sui migranti rinchiusi nellĠinferno libico, in cerca di una qualsiasi via di
fuga. Intanto la Libia si opposta decisamente al progetto di Unione
Euromediterranea lanciato da Sarkozy con lĠappoggio di Berlusconi, e continua a
gestire la sua politica di cabotaggio quotidiano mediando tra i tanti dittatori
africani, e cercando di ottenere finanziamenti e aiuti militari dai paesi
europei in cambio di gas e petrolio, ma soprattutto, come sempre, sulla pelle
dei migranti. Da ultimo il figlio di Gheddafi ha svelato un piano segreto per
chiudere il contenzioso coloniale con il pagamento di diversi miliardi di euro
alla Libia. Con un occhio agli affari dellĠEni e con lĠaltro alla
collaborazione di Gheddafi nellĠimprigionare ( e torturare) i migranti in fuga
dallĠAfrica. Tutto, purch non arrivino in Italia. Qualcuno, anzi molti
migranti, continuano ad arrivare. Magari da cadaveri, come successo ieri sulla
spiaggia di Agrigento, con le dita incollate alla valigia usata nellĠultimo
viaggio verso la speranza. Un viaggio che si concluso con la morte in mare.
Un'altra vittima delle politiche di sbarramento praticate dallĠEuropa e dal
governo italiano.
Ma non va tanto
meglio neppure a chi riuscito ad entrare nella fortezza Europa, con tutte le
carte in regola. In molti paesi europei decine di titolari del diritto di asilo
appartenenti alla minoranza tamil sono stati arrestati con gravissime accuse (
che arrivano a prospettare il supporto al terrorismo) e rischiano di essere
rimpatriati nel paese dal quale sono fuggiti. Anche in questo caso gli stati
europei daranno da lavorare ai plotoni di esecuzione ed agli specialisti delle
torture pi feroci. Lo stesso destino che attende centinaia di disertori
eritrei che la Libia ha riconsegnato alla polizia del loro paese di origine. Ma
non basta ancora.
Il primo ministro
maltese Gonzi ha incontrato ieri il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, a Roma. LĠincontro ha avuto ad oggetto la questione dell'Óimmigrazione
clandestinaÓ, un tema sul quale si registra il fallimento delle missioni
dellĠagenzia europea Frontex, le difficolt di applicare la Convenzione di
Dublino ( adesso definita Regolamento Dublino II) ed un atteggiamento pilatesco
del governo maltese, anche di fronte alle richieste di salvataggio. In qualche
caso, stando alle testimonianze dei migranti, sembrerebbe che la guardia
costiera maltese lasci ripartire i migranti che arrivano a Malta, oppure intervenga
nelle acque territoriali per rifornirli di acqua e viveri, per ÒaiutarliÓ a
proseguire il loro viaggio verso lĠItalia.
DĠaltra parte
lĠUnione Europea non ha fornito risposte, e neppure aiuti, quando Malta ha
chiesto di trasferire in altri paesi i migranti sbarcati sullĠisola, un numero
infinitesimale rispetto alle capacit di accoglienza degli stati dellĠUnione
Europea. Ma evidentemente le politiche comunitarie, oltre alla approvazione
della direttiva sui rimpatri, la Òdirettiva della vergognaÓ, non vanno e non ci
sono aperture n sulla possibilit di entrare legalmente per regioni di lavoro,
n nella direzione di un effettivo riconoscimento del diritto di asilo.
LĠEuropa sbarra le sue porte anche nei casi di ricongiungimento familiare e si
limita a moltiplicare i lager per migranti, ed a praticare scelte
nominalistiche ed ipocrite sul terreno della cooperazione internazionale.
Di fronte al
fallimento della politica comunitaria degli accordi multilaterali con i paesi
di provenienza e di transito, stanno riprendendo quota gli accordi bilaterali,
o a dimensione regionale, sempre allo stesso fine, per contrastare
lĠÓimmigrazione clandestinaÓ, esternalizzare le pratiche di controllo delle
frontiere, affidare ai paesi di transito come la Libia il ruolo di
carcerieri per conto degli stati
ricchi dellĠUnione Europea, anche a costo di militarizzare i confini e le acque
internazionali, anche a costo di moltiplicare il numero delle vittime. Adesso Malta
chiede all'Italia di partecipare all'accordo di rimpatrio concluso tra Italia e
Libia lo scorso dicembre, quando erano ministro degli interni Amato, e ministro
degli esteri DĠAlema, tra il governo italiano e la Libia. In sostanza il
governo Maltese, di fronte alla crescita esponenziale degli arrivi di migranti
a Malta sarebbe disponibile a partecipare con la propria marina ai pattugliamenti
congiunti a largo delle coste libiche. Non si hanno invece notizie degli
accordi di collaborazione nel respingimento di migranti tra Malta e la Libia,
ma evidentemente ÒqualcosaÓ non ha funzionato a dovere. Forse Malta non ha
molto da offrire agli appetiti di Gheddafi.
Come se nessuno
sapesse quale sorte attende i migranti respinti in Libia, soprattutto se somali
ed eritrei, come se le violenze sistematiche alle quali sono esposte nel paese
di Gheddafi le donne ed i minori non interessassero pi nessuno.
E forse in Italia non
interessano pi nessuno, con una opinione pubblica ormai abituata ad
inghiottire tutti i giorni una poltiglia avvelenata fatta di provvedimenti che
curano gli interessi dei gruppi al potere ( non solo al governo), che
promettono una falsa sicurezza basata sulla repressione e sulla ingiustizia
sociale, che stravolgono i principi cardine dello stato democratico. Non
stupisce che in questa situazione anche i rimpatri o i respingimenti di persone
che, dopo il diniego dellĠingresso in Italia o in Europa possono subire torture
o altri trattamenti inumani o degradanti, non producano una condanna forte da
parte dellĠopinione pubblica, che spesso non neppure informata dei fatti, un
effetto anticipato della censura dellĠinformazione che il governo si appresta a
varare in autunno.
A questa situazione
di degrado istituzionale e di tragedia quotidiana non ci si pu rassegnare. Si
deve organizzare meglio la difesa legale dei migranti, una volta giunti nel
nostro paese, ma anche qui le difficolt non mancano perch il clima nei centri
di detenzione italiano talmente inquinato che, talvolta, anche raccogliere
una procura per la difesa in giudizio diventa un impresa. Sullo sfondo avvocati
dĠufficio, giudici di pace ed interpreti pronti ad assecondare i provvedimenti
pi assurdi o privi di motivazione da parte delle questure. E non si possono
prevedere le conseguenze sul sistema dei centri di detenzione per effetto della
approvazione della cd. aggravante di clandestinit, per la introduzione, di
fatto gi avvenuta, del reato di immigrazione clandestina. Ormai il diritto non
abita pi qui, si potrebbe dire, anche perch non sembra che il Presidente
della Repubblica e la Corte Costituzionale stiano costruendo un serio argine
rispetto a questo strapotere dellĠesecutivo che viola, nei metodi e nei
contenuti, il dettato costituzionale.
Rimane lĠargine delle
corti internazionali, che stanno moltiplicando le loro condanne nei confronti
di alcuni paesi europei, colpevoli di espulsioni sommarie e di discriminazioni
continue nei confronti dei migranti, come, soprattutto, lĠItalia e la Gran
Bretagna per le loro politiche di Òguerra nei confronti dellĠimmigrazione
clandestinaÓ. Una guerra ormai dichiarata in modo evidente nel nostro paese con
lĠinvio nelle grandi citt, con compiti di Òpubblica sicurezzaÓ dei militari
provenienti dalla guerra in Afghanistan, magari affidando ad un sindaco il
coordinamento delle retate e la iniziativa nella segnalazione degli immigrati
irregolari.
Per quei migranti che
muoiono senza verit e giustizia nei nostri centri di detenzione o che vengono
allontanati senza rispettare i diritti fondamentali della persona umana non
sar facile trovare aiuti e risarcimenti. Occorre per continuare a costruire
reti di difesa, anche a livello internazionale, fare circolare le informazioni,
sostenere le famiglie delle vittime dellĠimmigrazione clandestina ed informare
anche loro della possibilit di fare valere anche davanti le corti europee quei
diritti fondamentali che sono stati negati ai loro congiunti, a partire dal
diritto alla vita e dal diritto ad una esistenza libera e dignitosa.
Fulvio Vassallo
Paleologo
Universit di Palermo
Riportiamo appresso
la sintesi in francese di una recente decisione della Corte Europea di
Strasburgo in base allĠart. 3 della Convenzione Europea a salvaguardia dei
diritti dellĠuomo dellĠuomo, sul divieto di espulsione di cittadini Tamil nello
Sri Lanka. La sentenza pu essere letta per esteso nel sito della Corte
indicato appresso.
A quando una sentenza
simile per espulsioni in Egitto o in Libia?
La Cour europenne des
droits de lĠhomme a communiqu aujourdĠhui par crit son arrt de principe1 dans lĠaffaire NA. c. Royaume-Uni (requte no
25904/07).
La Cour conclut lĠunanimit que lĠexpulsion du requrant vers le Sri
Lanka emporterait violation de lĠarticle 3
(interdiction des traitements inhumains ou dgradants) de la Convention
europenne des droits de lĠhomme.
En application de lĠarticle 41 (satisfaction quitable) de la
Convention, la Cour alloue au requrant, pour frais et dpens,
4 451 euros (EUR) moins les 850 EUR dj verss par le
Conseil de lĠEurope au titre de lĠassistance judiciaire. (LĠarrt nĠexiste
quĠen anglais.)
1. Principaux faits
Le requrant est n en 1975 au Sri Lanka et rside actuellement
Londres. Il est dĠorigine tamoule.
Il entra clandestinement au Royaume-Uni le 17 aot 1999 et demanda
lĠasile le lendemain au motif quĠil craignait dĠtre soumis au Sri Lanka des
mauvais traitements par lĠarme sri-lankaise et les Tigres pour la libration
de lĠEelam tamoul (Ç les Tigres tamouls È). Il expliqua quĠil avait
t arrt et dtenu par lĠarme six reprises entre 1990 et 1997 car il tait
souponn de liens avec les Tigres tamouls. Il fut chaque fois libr sans
faire lĠobjet dĠune inculpation. Il subit des mauvais traitements pendant lĠune
ou peut-tre plusieurs de ses priodes de dtention, et ses jambes portent des
cicatrices laisses par des coups de bton. Pendant sa dtention en 1997, on le
photographia et on releva ses empreintes digitales. Son pre signa des papiers
afin dĠobtenir sa libration.
Le requrant craignait les Tigres tamouls parce que son pre avait parfois travaill pour lĠarme. Les Tigres avaient aussi tent de le recruter en 1997 et en 1998.
Le ministre de lĠIntrieur rejeta la demande dĠasile le 30 octobre 2002. Le requrant fit appel de cette dcision et fut dbout par un adjudicator le 27 juillet 2003 au motif que ses craintes dĠtre maltrait par lĠarme son retour au Sri Lanka taient infondes.
Un arrt ordonnant son expulsion le 1er avril 2006 fut pris contre lui. Le 3 avril 2006, le ministre de lĠIntrieur refusa dĠexaminer les observations complmentaires du requrant car il considrait que cela revenait prsenter une nouvelle demande dĠasile. La situation prvalant au Sri Lanka ne permettait pas de penser que le requrant courait personnellement un risque de subir des mauvais traitements et aucun lment de preuve ne montrait quĠil serait personnellement vis sĠil retournait dans ce pays.
Aprs le rejet des demandes de contrle juridictionnel de la dcision de lĠexpulser vers le Sri Lanka mises successivement par le requrant, un nouvel arrt dĠexpulsion fut pris contre lui pour le 25 juin 2007. A cette date, le prsident de la chambre comptente de la Cour europenne des droits de lĠhomme dcida, la suite dĠune demande du requrant, dĠappliquer lĠarticle 39 du rglement de la Cour (mesures provisoires) et indiqua au Gouvernement de ne pas expulser le requrant jusquĠ nouvel ordre.
Au cours de lĠanne
2007, la Cour reut un grand nombre de demandes de mesures provisoires manant
de Tamouls se trouvant sous le coup dĠarrts dĠexpulsion vers le Sri Lanka
partir du Royaume-Uni ou dĠautres Etats contractants. Des mesures provisoires ont dsormais t
indiques lĠgard de 342 requrants tamouls vivant au Royaume-Uni.
En rponse une lettre du greffier de la section comptente de la Cour
date dĠoctobre 2007, lĠagent du Gouvernement britannique dclara que, son
Gouvernement ne considrant pas que la situation rgnant au Sri Lanka
justifiait de surseoir lĠexpulsion de tous les Tamouls qui allguaient que
leur expulsion leur ferait courir un risque dĠtre soumis des mauvais
traitements, celui-ci nĠtait pas en mesure dĠaider volontairement la Cour en
sĠabstenant dĠmettre des arrts dĠexpulsion dans tous ces cas. LĠagent estima
quĠen effet, le meilleur moyen de rsoudre les difficults quĠentranait le
nombre croissant de demandes de mesures provisoires manant de Tamouls serait
probablement lĠadoption par la Cour dĠun arrt de principe.
2. Procdure et
composition de la Cour
La requte a t introduite devant la Cour europenne des droits de
lĠhomme le 21 juin 2007.
LĠarrt a t rendu par une chambre de sept juges compose de :
Lech Garlicki (Polonais), prsident,
Nicolas Bratza (Britannique),
Giovanni Bonello (Maltais),
Ljiljana Mijović (ressortissante de
la Bosnie-Herzgovine),
Jn Šikuta (Slovaque),
Pivi Hirvel (Finlandaise),
Ledi Bianku (Albanais), juges,
ainsi que de Lawrence Early, greffier de section.
3. Rsum de lĠarrt2
Griefs
Invoquant les articles 2 (droit la vie) et 3 (interdiction des
traitements inhumains ou dgradants), le requrant allguait que, sĠil tait expuls
vers le Sri Lanka, il courrait un risque rel dĠtre soumis des mauvais
traitements.
Dcision de la Cour
Article 3
La Cour convient avec le Gouvernement que le grief tir de lĠarticle 2
peut tre examin en mme temps que le grief apparent soulev sur le terrain
de lĠarticle 3.
La Cour commence par exposer les principes gnraux applicables aux
affaires dĠexpulsion. Elle prsente ensuite sa faon de procder face aux
informations objectives qui lui ont t soumises. A partir de cela, elle value
le risque pesant sur les Tamouls retournant au Sri Lanka et les circonstances
particulires du cas dĠespce.
Risque pesant sur les Tamouls
retournant au Sri Lanka
La Cour observe titre prliminaire que le Gouvernement envisage
dĠexpulser le requrant vers Colombo. Dans ces conditions, il nĠest pas
ncessaire dĠtudier les risques encourus par les Tamouls dans les zones
contrles par les Tigres tamouls dans le pays en dehors de Colombo.
Les parties admettent que la scurit sĠest dgrade au Sri Lanka. Toutefois,
tout en reconnaissant cette dgradation et lĠaugmentation des violations des
droits de lĠhomme qui lĠaccompagne, les autorits britanniques nĠont pas conclu
que cette situation donnait naissance un risque gnral pour tous les Tamouls
retournant au Sri Lanka. Le requrant nĠa pas non plus cherch contester
cette conclusion dans ses observations. La Cour ne voit pour sa part aucune
raison de sĠen carter.
De plus, la Cour constate aussi que les autorits britanniques ont
tudi avec srieux et attention le risque pesant sur les Tamouls retournant au
Sri Lanka. Elles ont examin tous les lments de preuves objectifs pertinents
et, ce qui compte tout autant, le poids quĠil convenait dĠy attacher.
Pour la Cour, tant lĠapprciation du risque pesant sur les Tamouls
prsentant un certain profil que celle du point de savoir si des actes
individuels de harclement, lorsquĠils sont cumuls, constituent une violation
grave des droits de lĠhomme, ne peuvent se faire quĠau cas par cas.
De plus, il est en principe lgitime, lorsquĠon value le risque que
court individuellement une personne expulse, de procder cette analyse en se
fondant sur la liste des Ç facteurs de risque È dresse par les
autorits britanniques grce un accs direct des informations objectives et
des rapports dĠexperts.
LĠapprciation de lĠexistence dĠun risque rel doit se faire partir de
tous les facteurs pertinents susceptibles dĠaugmenter le risque de mauvais
traitements. Il se peut aussi quĠun certain nombre de facteurs individuels qui
ne donnent pas naissance un risque rel lorsquĠils sont pris isolment soient
susceptibles dĠen crer un lorsquĠils sont cumuls et sĠinscrivent dans un
contexte de violence gnralise et de renforcement des mesures de scurit.
La Cour constate que les informations dont elle dispose indiquent que
les autorits sri-lankaises recourent systmatiquement la torture et aux
mauvais traitements sĠagissant des Tamouls qui prsentent pour eux un intrt
dans le cadre de leur lutte contre les Tigres tamouls.
SĠagissant des expulsions vers le Sri Lanka via Colombo, la Cour constate galement que le risque de dtention et dĠinterrogation est plus lev lĠaroport que dans la ville de Colombo. Ds lors, lĠapprciation par la Cour du point de savoir si une personne expulse court un risque rel de subir des mauvais traitements peut dpendre de la probabilit que cette personne soit dtenue et interroge lĠaroport de Colombo du fait quĠelle est dans le collimateur des autorits. Pour ce qui est des procdures suivies lĠaroport de Colombo, la Cour considre que les autorits sri-lankaises disposent au minimum des moyens technologiques leur permettant dĠidentifier lĠaroport les demandeurs dĠasile dbouts et les personnes recherches par elles.
Risque pesant sur le requrant
Pour ce qui est de lĠallgation du requrant selon laquelle les Tigres tamouls feraient peser un risque sur lui, la Cour souscrit lĠanalyse des autorits internes, lesquelles estiment que les seuls Tamouls courir des risques Colombo de la part des Tigres sont ceux connus pour leur activisme dans lĠopposition ou ceux considrs comme des rengats ou des tratres. Le requrant ne courrait donc pas un risque rel dĠtre soumis par les Tigres tamouls des mauvais traitements interdits par lĠarticle 3 sĠil tait expuls vers Colombo.
Pour valuer la
situation du requrant par rapport aux autorits sri-lankaises, la Cour dcide
dĠexaminer la force de lĠallgation de lĠintress selon laquelle il courrait
un risque rel en raison du cumul des facteurs de risque identifis par les
autorits britanniques. Or, par rapport la dernire analyse factuelle
effectue par celles-ci, la Cour procde ainsi la lumire de dveloppements
plus rcents et notamment en tenant compte de la dgradation de la scurit au
Sri Lanka et de lĠaugmentation correspondante du niveau gnral de violence et
du renforcement des mesures de scurit. De plus, elle cumule tous les facteurs de
risque cits par le requrant comme applicables dans son cas.
LĠun de ces facteurs est lĠexistence dĠun casier judiciaire et/ou dĠun
mandat dĠarrt antrieur. Pour la Cour, le requrant est en droit dĠinvoquer ce
facteur de risque, sachant en particulier que les autorits britanniques ont
jug crdible son allgation cet gard. Bien que lĠon ne connaisse pas
prcisment la nature du document sign par le pre du requrant pour obtenir
la libration de son fils, on peut logiquement dduire que les autorits
sri-lankaises ont conserv ce document la libration du requrant.
Pour ce qui est des cicatrices prsentes sur le corps du requrant, la
Cour considre que, lorsquĠil existe une probabilit suffisante quĠun requrant
soit arrt, interrog et fouill, la prsence de cicatrices, avec toute
lĠimportance que les autorits sri-lankaises sont alors susceptibles dĠaccorder
ce fait, doit passer pour augmenter considrablement le risque cumul que
cette personne subisse des mauvais traitements.
La Cour reconnat que plus de dix ans se sont couls depuis la dernire
dtention du requrant aux mains de lĠarme sri-lankaise. Toutefois,
lĠcoulement dĠun tel dlai nĠautorise pas tirer une conclusion dfinitive
quant au risque encouru sans tenir compte de la politique suivie lĠheure
actuelle par les autorits sri-lankaises. En effet, lĠintrt quĠelles portent
certaines catgories de personnes expulses peut fluctuer au fil du temps
selon lĠvolution de la situation intrieure et tout aussi bien sĠaccrotre que
sĠaffaiblir.
Dans le cadre de lĠespce, la Cour a aussi examin les facteurs
suivants : lĠge, le sexe et lĠorigine de la personne, son appartenance
relle ou suppose aux Tigres tamouls, le lieu dĠexpulsion, en lĠoccurrence
Londres, le dpt dĠune demande dĠasile lĠtranger et lĠappartenance de
membres de la famille aux Tigres.
LorsquĠils existent, ces facteurs supplmentaires renforcent le risque
dĠidentification, dĠinterrogatoire, de fouille et de dtention lĠaroport et,
dans une moindre mesure, Colombo. A lĠexception de lĠappartenance de membres
de la famille aux Tigres, la Cour estime que les autres facteurs sont tous
susceptibles dĠtre invoqus par le requrant ; eu gard aux faits de la
cause, leur cumul augmente encore le risque encouru par lui, qui tait dj
prsent en raison de lĠexistence probable dĠune trace crite de sa dernire
arrestation.
Pour conclure, la Cour prend note du climat gnral de violence qui
rgne actuellement au Sri Lanka et sĠappuie sur les facteurs runis dans le cas
du requrant en les cumulant. Vu son constat selon lequel les personnes qui
sont dans le collimateur des autorits dans le cadre de leur lutte contre les
Tigres sont systmatiquement soumises la torture et des mauvais
traitements, elle estime quĠil y a un risque rel que, lĠaroport de Colombo,
les autorits soient en mesure dĠaccder aux documents relatifs lĠarrestation
du requrant. En ce cas, si lĠon cumule cette ventualit avec les autres
facteurs de risque cits par le requrant, il est vraisemblable quĠil serait
arrt et subirait une fouille corps, ce qui permettrait de dcouvrir ses
cicatrices. Dans ces conditions, la Cour conclut quĠil existe des motifs
srieux de croire que le requrant prsenterait pour les autorits
sri-lankaises un intrt dans le cadre de leur lutte contre les Tigres. Ds
lors, la Cour conclut que, si elle tait mise excution lĠheure actuelle,
lĠexpulsion du requrant emporterait violation de lĠarticle 3.
***
Les arrts de la Cour sont disponibles sur son site Internet (http://www.echr.coe.int).
Contacts pour la presse
Adrien Meyer (tlphone : 00 33 (0)3 88 41 33 37)
Tracey Turner-Tretz (tlphone : 00 33 (0)3 88 41 35 30)
Sania Ivedi (tlphone : 00 33 (0)3 90
21 59 45)
La Cour europenne des droits de lĠhomme a t
cre Strasbourg par les Etats membres du Conseil de lĠEurope en 1959 pour
connatre des allgations de violation de la Convention europenne des droits
de lĠhomme de 1950.
1. LĠarticle 43 de la Convention europenne des droits de lĠhomme prvoit que, dans un dlai de trois mois compter de la date de lĠarrt dĠune chambre, toute partie lĠaffaire peut, dans des cas exceptionnels, demander le renvoi de lĠaffaire devant la Grande Chambre (17 membres) de la Cour. En pareille hypothse, un collge de cinq juges examine si lĠaffaire soulve une question grave relative lĠinterprtation ou lĠapplication de la Convention ou de ses protocoles ou encore une question grave de caractre gnral. Si tel est le cas, la Grande Chambre statue par un arrt dfinitif. Si tel nĠest pas le cas, le collge rejette la demande et lĠarrt devient dfinitif. Autrement, les arrts de chambre deviennent dfinitifs lĠexpiration dudit dlai de trois mois ou si les parties dclarent quĠelles ne demanderont pas le renvoi de lĠaffaire devant la Grande Chambre.
.